Società Sportiva Lazio: differenze tra le versioni

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Altro celebre calciatore ad aver scritto la storia del club romano, di cui è diventato una vera e propria ''bandiera'', è stato [[Roberto Lovati]], portiere e capitano della squadra tra gli [[anni 1950|anni cinquanta]] e [[anni 1960|anni sessanta]], colui che ha raccolto l'eredità di [[Lucidio Sentimenti|Lucidio Sentimenti IV]], e successivamente tecnico e dirigente, sia delle giovanili che della prima squadra. In quegli anni difficili per i colori biancocelesti spiccano le doti tecniche di [[Paolo Carosi]], [[Francesco Janich]], [[Nello Governato]], [[Diego Zanetti]] ed [[Arrigo Dolso]], mentre negli [[anni 1970|anni settanta]], con la chiusura della frontiere, nella Lazio militarono giocatori come [[Giorgio Chinaglia]], [[Vincenzo D'Amico]], [[Mario Frustalupi]], [[Renzo Garlaschelli]], [[Luigi Martini]], [[Franco Nanni (1948)|Franco Nanni]], [[Giancarlo Oddi]], [[Sergio Petrelli]], [[Felice Pulici]], [[Luciano Re Cecconi]] e [[Giuseppe Wilson]], record-man di presenze con la fascia da capitano al braccio, tutti protagonisti della vittoria dello ''Scudetto del '74''.
Altro celebre calciatore ad aver scritto la storia del club romano, di cui è diventato una vera e propria ''bandiera'', è stato [[Roberto Lovati]], portiere e capitano della squadra tra gli [[anni 1950|anni cinquanta]] e [[anni 1960|anni sessanta]], colui che ha raccolto l'eredità di [[Lucidio Sentimenti|Lucidio Sentimenti IV]], e successivamente tecnico e dirigente, sia delle giovanili che della prima squadra. In quegli anni difficili per i colori biancocelesti spiccano le doti tecniche di [[Paolo Carosi]], [[Francesco Janich]], [[Nello Governato]], [[Diego Zanetti]] ed [[Arrigo Dolso]], mentre negli [[anni 1970|anni settanta]], con la chiusura della frontiere, nella Lazio militarono giocatori come [[Giorgio Chinaglia]], [[Vincenzo D'Amico]], [[Mario Frustalupi]], [[Renzo Garlaschelli]], [[Luigi Martini]], [[Franco Nanni (1948)|Franco Nanni]], [[Giancarlo Oddi]], [[Sergio Petrelli]], [[Felice Pulici]], [[Luciano Re Cecconi]] e [[Giuseppe Wilson]], record-man di presenze con la fascia da capitano al braccio, tutti protagonisti della vittoria dello ''Scudetto del '74''.

[[Giorgio Chinaglia]] fu senz'altro il simbolo di questa squadra, fortissima e divertente, la prima in Italia a praticare un calcio moderno ispirato, grazie alle idee del Maestro [[Tommaso Maestrelli]] al "calcio totale" degli Olandesi di Johan Cruijff. Giocatore forte fisicamente e con un grande carattere contribuì, dopo molti anni difficili, a riportare la squadra di Roma ad alti livelli, fino allo scudetto.


Negli [[anni 1980|anni ottanta]] si distinsero [[Bruno Giordano (calciatore)|Bruno Giordano]], [[Lionello Manfredonia]], [[Gabriele Podavini]], [[Domenico Caso]], [[Giuliano Fiorini]], [[Angelo Gregucci]], [[Raimondo Marino]] e [[Paolo Di Canio]].
Negli [[anni 1980|anni ottanta]] si distinsero [[Bruno Giordano (calciatore)|Bruno Giordano]], [[Lionello Manfredonia]], [[Gabriele Podavini]], [[Domenico Caso]], [[Giuliano Fiorini]], [[Angelo Gregucci]], [[Raimondo Marino]] e [[Paolo Di Canio]].

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Disambiguazione – "S.S. Lazio" rimanda qui. Se stai cercando la polisportiva, vedi Polisportiva S.S. Lazio.
SS Lazio
Calcio
Capitolini, Biancocelesti, Biancazzurri, Aquile, Aquilotti
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Bianco, celeste
Simboli Aquila
Inno Vola Lazio vola
Toni Malco
Dati societari
Città Roma
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Confederazione UEFA
Federazione FIGC
Campionato Serie A
Fondazione 1900
Presidente Bandiera dell'Italia Claudio Lotito

Borsa Italiana: SSL

Allenatore Bandiera dell'Italia Simone Inzaghi
Stadio Olimpico
(70 634[1] posti)
Sito web www.sslazio.it
Palmarès
ScudettoScudetto Coppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa Italia Supercoppa italianaSupercoppa italianaSupercoppa italianaSupercoppa italianaSupercoppa italiana Coppa delle Coppe Supercoppa europea
Scudetti 2
Titoli nazionali 1 Campionato di Serie B
Trofei nazionali 7 Coppe Italia
5 Supercoppe italiane
Trofei internazionali 1 Coppe delle Coppe
1 Supercoppe UEFA
1 Coppa delle Alpi
Stagione in corso
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La Società Sportiva Lazio, meglio nota come S.S. Lazio o più semplicemente Lazio, è una società polisportiva italiana con sede a Roma, nota soprattutto per la sua sezione calcistica. Fu fondata a Roma il 9 gennaio 1900 come Società Podistica Lazio da quindici atleti guidati dal sottufficiale dei Bersaglieri Luigi Bigiarelli.[2][3] La Lazio è presente dal 6 maggio 1998 alla Borsa di Milano nell'indice FTSE Italia Small Cap:[4] è stata la prima società calcistica italiana a quotarsi in Borsa dove sono state successivamente ammesse anche la sua concittadina Roma e la Juventus.

Il club iniziò a praticare il gioco del calcio il 6 gennaio 1901,[2][5][6] è affiliato alla FIGC almeno dal 1908[7] ed istituì la propria sezione calcistica il 3 ottobre 1910.[8][9][10][11]

Ha preso parte a 78 edizioni delle 89 disputate nella Serie A a girone unico, vincendo due titoli di campione d'Italia (1974 e 2000). Prima dell'avvento del girone unico (1929-30) disputò tre finalissime nazionali per il titolo, venendo sempre sconfitta. Vanta nel proprio palmarès anche la conquista di 7 Coppe Italia, 5 Supercoppe italiane e, in ambito internazionale, la Coppa delle Coppe 1998-99 e la Supercoppa UEFA 1999. La Lazio è il quinto club italiano (dopo Milan, Juventus, Inter e Parma) e il venticinquesimo europeo per numero di competizioni UEFA vinte.

Il club biancoceleste è anche uno dei membri dell'European Club Association (ECA), organizzazione internazionale che ha sostituito il soppresso G-14 e rappresenta i club calcistici a livello europeo,[12] riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla Fédération Internationale de Football Association (FIFA).[13]

La polisportiva è con le sue oltre 70 discipline la più grande, nonché la più antica, d'Europa.[14] Alla stessa venne insignita il 2 giugno 1921 la benemerenza di ente morale.[15]

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Società Sportiva Lazio.
Luigi Bigiarelli, principale fondatore della Società Podistica Lazio.

La Società Podistica Lazio (solo dal 19 giugno 1926 rinominata Società Sportiva Lazio), fu fondata il 9 gennaio 1900 in Piazza della Libertà, nel rione Prati di Roma, da un gruppo di quindici ragazzi, con a capo il giovane sottoufficiale dei Bersaglieri, oltre che atleta podista, Luigi Bigiarelli.[2][3]

La Lazio si affiliò alla FIF almeno dal 1908 (pur costituendo il proprio settore calcistico solamente due anni più tardi, il giorno 3 ottobre),[8][9][11][16] partecipò ai primi tornei federali dal 1910 (anno in cui si svolsero le prime edizioni laziali della Terza Categoria),[10][11] e a partire dal 1912 cominciò a disputare la Prima Categoria, ovvero la massima serie nazionale. Il club romano, capitanato dal suo centrattacco Sante Ancherani, visse stagioni importanti nella prima parte degli anni dieci conquistando consecutivamente due Campionati dell'Italia Meridionale, raggiungendo la finalissima del torneo nazionale in tre occasioni, senza però mai vincerlo, perdendo rispettivamente contro Pro Vercelli (1913) Casale (1914) e Genoa (1923).

Nel 1927 la Lazio, grazie al decisivo intervento del Generale della milizia fascista, Giorgio Vaccaro, all'epoca vicepresidente biancoceleste, fu l'unica società capitolina a resistere alla volontà del regime fascista di riunire tutte le squadre di Roma in un unico club, quello che sarebbe poi diventato l'AS Roma.[17]

I biancocelesti parteciparono al primo campionato di Serie A nel 1929 e guidati da Silvio Piola, storico centrattacco della Nazionale, nonché il più prolifico attaccante italiano di tutti i tempi, raggiunse il secondo posto nella stagione 1936-1937, andando a sfiorare quello che sarebbe stato il suo primo Scudetto, e centrando il proprio miglior piazzamento in campionato antecedente alla seconda guerra mondiale; sempre nel 1937 la formazione capitolina, trascinata ancora una volta dalle reti di Piola, conquista l'accesso alla finale di Coppa dell'Europa Centrale in cui fu sconfitta nel doppio confronto dalla compagine ungherese del Ferencváros.[18]

La Lazio del 1974 con lo Scudetto sul petto.

Nel 1958 la Lazio, guidata dall'ex calciatore biancoceleste Fulvio Bernardini, vince il suo primo trofeo ufficiale, conquistando la Coppa Italia.[19] Seguono due retrocessioni in Serie B tra gli anni sessanta e gli anni settanta (1961 e 1971), prima del ritorno in massima serie.

La "spina dorsale" di questa squadra, allestita dal presidente italoamericano Umberto Lenzini, era formata dal portiere Felice Pulici, dai difensori Luigi Martini, Giancarlo Oddi, Sergio Petrelli e Giuseppe Wilson, il capitano, dai centrocampisti Mario Frustalupi, Franco Nanni e Luciano Re Cecconi, oltre che da Vincenzo D'Amico, Renzo Garlaschelli e Giorgio Chinaglia, bomber ed emblema di quell'undici guidato dall'indimenticato tecnico Tommaso Maestrelli. Questa Lazio, che al suo ritorno in massima serie si ritrova subito in lotta per lo Scudetto, perso solamente all'ultima giornata, conquistò l'anno successivo il suo primo titolo in Serie A, nel campionato 1973-1974.[20]

Subito dopo l'impresa compiuta dalla "banda Maestrelli" con la vittoria del Tricolore, la Lazio dovette affrontare alcuni drammatici avvenimenti che segneranno in maniera profonda le stagioni a venire: l'omicidio di Re Cecconi, la scomparsa dopo lunga malattia di Maestrelli, oltre all'improvviso trasferimento di Chinaglia negli Stati Uniti, fecero sì che il valore della compagine romana scendesse precipitosamente di livello. Negli anni ottanta il club capitolino è coinvolto in due scandali per scommesse illecite, noti come Totonero e Totonero-bis. La Lazio retrocede due volte in B (1981 e 1985) e sfiora la C nel 1986, salvandosi agli spareggi per la retrocessione.[21]

Una formazione dei biancocelesti che al termine del campionato 1986-87 furono soprannominati come gli Eroi del -9.

L'insediamento del finanziere romano Sergio Cragnotti, avvenuto nel 1992,[22] cambia radicalmente la storia del club laziale e lo rilancia in campionato e nelle competizioni europee grazie ai suoi importanti investimenti che portarono i biancocelesti a primeggiare in Italia e in Europa. Cragnotti batté ripetutamente tutti i record riguardo alle valutazioni del calciomercato, acquistando calciatori come Juan Sebastián Verón e Christian Vieri, con i quali superò di molto le cifre degli allora trasferimenti più costosi del mondo, e successivamente del centravanti argentino Hernán Crespo, acquisito quasi al prezzo doppio del centrocampista Verón.[23]

La Lazio del 2000 festeggia la vittoria del secondo Scudetto.

Tra la fine degli anni novanta e l'inizio degli anni duemila, sotto la guida dello svedese Sven-Göran Eriksson, il club capitolino conquista due Coppe Italia (1998 e 2000), due Supercoppe italiane (1998 e 2000), la Coppa delle Coppe (ultima edizione) e la Supercoppa UEFA del 1999, oltre allo Scudetto del 2000. La Coppa delle Coppe 1999 è il primo titolo europeo per la Lazio, che nel 1998 aveva perso la Coppa UEFA contro l'Inter.[24]

Negli anni duemila, in seguito ad alcuni problemi finanziari del presidente Cragnotti e della sua società, la Cirio, il club rischia la bancarotta. Nel luglio 2004 l'imprenditore romano Claudio Lotito acquista infine il club biancoceleste grazie ad un accordo con i vertici della controllante Capitalia, e lo stesso neo patron laziale riuscì a salvare la società dal fallimento grazie ad una transazione con l'Agenzia delle Entrate per la rateizzazione in 23 anni dei debiti accumulati dalla S.S. Lazio col Fisco nel marzo 2005.[25] Nel 2006 la Lazio è coinvolta nello scandalo denominato Calciopoli.[26]

Sotto la presidenza Lotito i biancocelesti hanno ottenuto al 2020 due qualificazioni alla fase a gironi di UEFA Champions League e diverse partecipazioni alla Coppa UEFA/Europa League, oltre alla vittoria di sei trofei. Nel 2009 la Lazio si aggiudica, infatti, la Coppa Italia e, qualche mese dopo, la Supercoppa italiana. Nel 2013 le Aquile conquistano la loro sesta Coppa Italia nel derby di finale battendo per 1-0 la Roma. Nel 2017 la squadra biancoceleste, guidata in panchina da Simone Inzaghi, porta in bacheca la quarta Supercoppa italiana della storia laziale. Sono del 2019 le conquiste della settima Coppa Italia e della quinta Supercoppa italiana.

Cronistoria

Lo stesso argomento in dettaglio: Cronistoria della Società Sportiva Lazio.
Cronistoria della Società Sportiva Lazio[27]
  • 9 gennaio 1900 - Fondazione della Società Podistica Lazio.

  • 1901 - 6 gennaio: inizio dell'attività calcistica. L'uniforme è una maglia bianca con calzoncini neri.
  • 1902 - Attività a carattere locale.
  • 1902-1903 - Attività a carattere locale.
  • 1903-1904 - Attività a carattere locale.
  • 1904-1905 - Attività a carattere locale.
  • 1905-1906 - Attività a carattere locale.
  • 1906-1907 - Attività a carattere locale.
Vince il Campionato romano (1º titolo).
  • 1907-1908 - Semifinalista al Torneo Centro-sud-nord.
Vince il Campionato Interregionale Centro-sud (1º titolo).
2ª al Torneo Meridionale.

2ª al Torneo di Apertura.
2ª al Memorial ai Caduti.

3ª nel girone eliminatorio di Coppa CONI.

Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Finalista di Coppa dell'Europa Centrale.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.

Semifinalista di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
  • 1943-1944 - Sospensione attività ufficiale per cause belliche.
Vince il Campionato romano di guerra (1º titolo).
3ª nel Torneo a Quattro.
  • 1944-1945 - Sospensione attività ufficiale per cause belliche.
2ª nel Campionato romano di guerra.
2ª nel Torneo Interregionale.
3ª nella Coppa Città di Roma.
1ª nel girone eliminatorio del Campionato Romano[30]
4ª in Coppa Latina.

4ª in Zentropa Cup.
Qualificata ai quarti di finale della Coppa Italia 1958.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa Italia.
Contribuisce alla vittoria della Coppa dell'Amicizia con la rappresentativa italiana.

Finalista di Coppa Italia.
Contribuisce alla vittoria della Coppa delle Alpi con la rappresentativa italiana.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Mitropa.
Primo turno, seconda fase di Coppa Italia.
3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
4ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Mitropa.
2ª nel girone eliminatorio di Coppa delle Alpi.
3ª nel girone eliminatorio di Coppa Anglo-Italiana.

2ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
Trentaduesimi di finale di Coppa delle Fiere.
Vince la Coppa delle Alpi (1º titolo).
4ª nel girone semifinale di Coppa Italia.
4ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
6ª nel girone eliminatorio di Coppa Anglo-Italiana.
4ª nel girone semifinale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
4ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
Non ammessa alla Coppa dei Campioni.[31]
3ª nel girone semifinale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
2ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
2ª nel quarto girone di Coppa d'Estate 1978.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.

Quarti di finale di Coppa Italia.
5ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
3ª nel girone eliminatorio di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.

Secondo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
Semifinalista di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa UEFA.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
- Vince la Coppa Italia (2º titolo).
Finalista di Coppa UEFA.
  • 1998 - 6 maggio. La Società Sportiva Lazio S.p.A. avvia la quotazione in Borsa.
  • 1998-1999 - 2ª in Serie A.
- Vince la Coppa delle Coppe (1º titolo).
- Vince la Supercoppa italiana (1º titolo).
Quarti di finale di Coppa Italia.
- Vince la Coppa Italia (3º titolo).
- Vince la Supercoppa UEFA (1º titolo).
Quarti di finale di Champions League.

- Vince la Supercoppa italiana (2º titolo).
Quarti di finale di Coppa Italia.
Seconda fase di Champions League.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Prima fase di Champions League.
Semifinalista di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa UEFA.
- Vince la Coppa Italia (4º titolo).
Prima fase di Champions League.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Fase a gruppi di Coppa UEFA.
Finalista di Supercoppa italiana.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa Intertoto.
Terzo turno di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa Italia.
Prima fase di Champions League.
- Vince la Coppa Italia (5º titolo).
- Vince la Supercoppa italiana (3º titolo).
Quarti di finale di Coppa Italia.
Prima fase di Europa League.

Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Europa League.
- Vince la Coppa Italia (6º titolo).
Quarti di finale di Europa League.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Europa League.
Finalista di Supercoppa italiana.
Finalista di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Play-off di Champions League.
Ottavi di finale di Europa League.
Finalista di Supercoppa italiana.
Finalista di Coppa Italia.
- Vince la Supercoppa italiana (4º titolo).
Semifinalista di Coppa Italia.
Quarti di finale di Europa League.
- Vince la Coppa Italia (7º titolo).
Sedicesimi di finale di Europa League.
Quarti di finale di Coppa Italia.
- Vince la Supercoppa italiana (5º titolo).
Fase a gironi di Europa League.

Partecipa alla Coppa Italia.
Partecipa alla Champions League.

Colori e simboli

Lo stesso argomento in dettaglio: Colori e simboli della Società Sportiva Lazio.

Colori

Sante Ancherani indossa il primo completo della Lazio che si compone di maglia bianca, pantaloncini e calzettoni neri.
Bruno Giordano in azione nella stagione 1982-83 nel completo biancoceleste che sfoggia il logotipo dell'aquila disegnato da Cesare Benincasa, usato dalla società biancoceleste dal 1982 al 1987 e poi più volte recuperato nei decenni seguenti.

I colori storici della S.S. Lazio sono il bianco e il celeste (o la sua variante azzurro), scelti in origine da Sante Ancherani, uno dei pionieri del club romano, per la loro delicatezza e signorilità e in seguito adottati stabilmente dal presidente Fortunato Ballerini in onore della Grecia, patria delle Olimpiadi; Ballerini, infatti, era stato uno dei promotori dell'assegnazione alla città di Roma dei Giochi della IV Olimpiade del 1908 (poi disputati a Parigi).[36][37]

Per i colori della loro maglia (la prima versione bianca con la scritta "Lazio" a caratteri celesti sul petto, e successivamente a quarti bianchi e celesti), i giocatori della Lazio sono soprannominati Biancocelesti od anche Biancazzurri.[37][38]

Simboli ufficiali

Stemma

Il simbolo della S.S. Lazio è l'aquila, scelta in quanto emblema di potenza, vittoria e prosperità, oltre che uno dei simboli delle legioni romane.[39] Inoltre, secondo la simbologia antica, l'aquila rappresenta la figura di Zeus, principale divinità del pantheon ellenico.

Nel corso degli anni lo stemma della Lazio ha subito varie modifiche: il primo vero logo ufficiale, ideato nel 1906, raffigurava uno scudo a strisce verticali bianche e celesti sul quale era posata un'aquila che artigliava un nastro sul quale campeggiava il nome della società.[40]

Qualche stagione più tardi comparirà sul simbolo laziale la dicitura "Roma", per poi essere modificato durante il Ventennio per volontà del regime mussoliniano. Alla fine della dittatura lo stemma del club biancoceleste fu ridisegnato secondo lo stile originario.

Nel 1979, con l'arrivo delle moderne strategie di merchandising nel calcio italiano, anche la Lazio, per mano del noto grafico Piero Gratton, creò un proprio logo, registrato presso l'Ufficio italiano brevetti e marchi, ovvero una piccola aquila azzurra stilizzata, che comparve sulle maglie prodotte dal maglificio Pouchain.[41]

Il simbolo adottato a partire dal 1982 fino al 1987, realizzato da Cesare Benincasa e voluto dall'allora presidente laziale Gian Chiarion Casoni, fu caratterizzato esclusivamente dalla figura dell'aquila stilizzata, rivista in una foggia più lineare.

L'ultimo stemma societario, scaturito da un restyling del 1993, riprende lo stile di quelli originari: in esso domina l'aquila d'oro posata su uno scudo palato biancoceleste, recante il nome del club inscritto in una fascia superiore. Tale emblema è stato declinato in una versione speciale per il centenario sociale, dal 9 gennaio 2000 al 9 gennaio 2001: all'interno dello scudo a bande bianche e celesti sovrastato dall'aquila era presente il numero 100 a caratteri aurei.

Inno

L'inno ufficiale della Lazio è Vola Lazio vola, interpretato da Toni Malco e scritto insieme a Claudio Natili e Silvio Subelli. Le sue note, solitamente, vengono lanciate durante il volo di Olimpia e al termine della partita, precedute, in caso di vittoria della Lazio, dal brano I giardini di marzo di Lucio Battisti.

All'ingresso in campo, dall'inizio dell'era Lotito, il brano scelto è, invece, Inno alla Lazio (ribattezzato dalla tifoseria So' già du' ore) scritto e interpretato da Aldo Donati, primo inno realizzato per la Lazio nel 1977, "commissionato" al musicista dall'attrice e tifosa laziale Lella Fabrizi.

Mascotte

Alla fine degli anni novanta la Lazio creò la sua prima mascotte ufficiale, Skeggia, un aquilotto con la divisa biancoceleste e un pallone da calcio, divenuto poi anche il simbolo della scuola calcio del club capitolino.

Dal 2010 la società romana ha adottato un'aquila[42] che, dopo un sondaggio online tra i tifosi, ha battezzato col nome di Olympia,[43] e che richiama il ricordo della sua fondazione ispirata dagli ideali olimpici. Prima di ogni gara casalinga, la mascotte viene fatta volare per qualche minuto all'interno dello stadio sotto il controllo dei propri falconieri, il cui capo è stato dapprima lo spagnolo Juan Bernabè[44] e poi il fratello José Maria.[42] Il rapace, che vive all'interno del Centro sportivo di Formello, accompagna la squadra anche nel periodo del ritiro estivo.

Patrono

La squadra biancoceleste è la prima a poter vantare un’icona santificale, ovvero Sant’Aquila, la cui celebrazione avviene il giorno 8 luglio. L'iniziativa è stata avanzata dall'avvocato Gian Luca Mignogna con un articolo pubblicato il 27 giugno 2018 nel quale veniva presentato un lavoro di ricerca storica proprio su Sant'Aquila. L'idea è stata poi accolta ufficialmente dal club attraverso un comunicato il 7 luglio successivo.[45][46]

Strutture

Stadi

Lo Stadio della Rondinella fu la "casa" biancoceleste dal 1914 al 1931.
Lo Stadio Olimpico di Roma ospita le partite interne della Lazio dal 1953.

Il primo impianto sportivo utilizzato dalla Lazio fu il campo di Piazza d'Armi, prima di trasferirsi nel 1905 a Villa Borghese (Parco dei Daini, Piazza di Siena)[47]. Lì giocò fino al 1913, quando un tiro dell'attaccante Fernando Saraceni I centrò in pieno la vettura di una nobildonna: come punizione suo marito, il prefetto Angelo Annaratone, "sfrattò" i biancocelesti.

In cerca di un nuovo stadio, i calciatori laziali si trasferirono prima al campo della Farnesina e successivamente, dal 1914, allo Stadio della Rondinella (che sorgeva nell'area fra gli attuali Stadio Flaminio e Palazzetto dello Sport), dove giocarono fino al 1931,[17] anche se la squadra romana sostenne gli allenamenti presso La Rondinella fino al 1957.[48]

A quel punto la Lazio, così come la Roma, si divisero lo Stadio Nazionale, che a quei tempi aveva una capienza di circa 30.000 spettatori.[17][49]

Nel 1953 entrambe le compagini capitoline si trasferirono allo Stadio Olimpico, dove tuttora disputano i loro match casalinghi. L'Olimpico, situato nel Foro Italico, è il più grande stadio della Capitale. Oltre alle partite della Lazio, ospita quelle dei rivali romanisti, occasionalmente quelle della Nazionale di calcio italiana ed è la sede delle finali della Coppa Italia. Fu aperto per la prima volta nel 1937 e dopo la sua ultima ristrutturazione nel 2008,[50] lo stadio ha una capacità di 70.634 posti a sedere. Ha ospitato le Olimpiadi del 1960, l'Europeo di calcio del 1980, il Mondiale di calcio 1990 e due finali di Champions League, nel 1996 e nel 2009. In vista dei Mondiali del 1990 che avrebbero visto l'Olimpico come uno degli stadi ospitanti, l'impianto subì opere di ristrutturazione, e per tale motivo nella stagione 1989-1990 entrambe le squadre romane giocarono le rispettive gare casalinghe allo Stadio Flaminio, utilizzato dalla Lazio per le sue gare interne già durante le annate 1961-1962 e 1967-1968.

Centro di allenamento

Lo stesso argomento in dettaglio: Centro sportivo di Formello.

Il Centro sportivo di Formello è situato nell'omonimo comune nell'area metropolitana di Roma. Fu costruito nella seconda metà degli anni novanta per volontà dell'allora presidente Sergio Cragnotti e fu inaugurato ufficialmente il 7 aprile del 1997.

Vincenzo D'Amico e il tecnico Tommaso Maestrelli negli anni '70 al Centro sportivo Tor di Quinto, centro di allenamento biancoceleste per quasi quarant'anni.

La squadra, che dalle sue origini svolgeva gli allenamenti sui campi di Piazza d'Armi, Villa Borghese (Parco dei Daini, Piazza di Siena) e della Farnesina, si traferì nel 1914 allo Stadio della Rondinella e successivamente, dal 1958 e per quasi quarant'anni, utilizzò gli impianti del Centro sportivo Tor di Quinto (ribattezzato il 30 aprile 1977 come Centro sportivo "Tommaso Maestrelli"); usufruisce del Centro sportivo di Formello già dalla stagione sportiva 1995-1996, come centro di allenamento quotidiano per i calciatori laziali.

Dal 1998 è situata presso gli uffici del centro sportivo la sede ufficiale del club, anche se in un breve periodo (dal 2001 al 2004), la sede fu spostata a Roma prima in via Augusto Valenziani 10 e poi in via Borgognona 47, per essere di nuovo trasferita in maniera definitiva nell'attuale S.S. Lazio Training Center.

Società

Il patron Claudio Lotito.

La Società Sportiva Lazio è, dal 27 aprile 1967, una società per azioni sotto la denominazione di "S.S. Lazio - S.p.A.".[51]

Il Gruppo S.S. Lazio S.p.A. è controllato dalla società Capogruppo S.S. Lazio S.p.A. Il Gruppo opera nel settore del calcio professionistico e gestisce le attività tecnico-sportive e di gestione dei diritti di broadcasting relative all'omonima squadra militante nel campionato italiano di Serie A, oltre alle attività tecnico-sportive e di gestione dei diritti di broadcasting relative alla squadra di calcio femminile militante nel campionato italiano di Serie B tramite, a far data da settembre 2015, la controllata S.S. Lazio Women 2015; sono inoltre gestite dal Gruppo le attività pubblicitarie, di merchandising e in generale di sfruttamento commerciale del marchio S.S. Lazio tramite, a far data dal 29 settembre 2006, la società controllata Lazio Marketing & Communication S.p.A.,[52] con la quale, a far data dal 24 ottobre 2012, si gestiscono anche le attività immobiliari. Il Gruppo ha rapporti con Roma Union Security, Gasoltermica Laurentina, Omnia Service, Linda, Snam Lazio Sud, Bona Dea e U.S. Salernitana. La sede sociale è il Centro sportivo di Formello, che risulta essere gravato da ipoteca legale iscritta il 31 marzo 2004 dal Concessionario del servizio della riscossione della Provincia di Roma. Tale garanzia rimarrà operativa sino alla definitiva esecuzione della transazione con l'Agenzia delle Entrate.

La Lazio, presente dal 6 maggio 1998 alla Borsa di Milano nell'indice FTSE Italia Small Cap (codice ISIN: IT0003621783 - codice alfanumerico: SSL),[4] è stata la prima società calcistica italiana a quotarsi in Borsa, dove sono state successivamente ammesse anche la sua concittadina Roma e la Juventus.

Dal 19 luglio 2004 la società che controlla la maggioranza del capitale azionario della Lazio è la "Lazio Events S.r.l.", presieduta da Claudio Lotito, che attualmente detiene il 100% della citata "Lazio Events S.r.l." e, tramite quest'ultima, il 66,69% del capitale azionario della società biancoceleste.

Secondo l'attuale organigramma societario, la Lazio è articolata su un sistema di tipo dualistico; la società è guidata da un consiglio di gestione, presieduto da Claudio Lotito insieme al consigliere Marco Moschini, ed uno di sorveglianza, composto da sei membri, compreso l'attuale vicepresidente Alberto Incollingo.

Organigramma societario

Dal sito internet ufficiale della società.[51]

Staff dell'area amministrativa
Consiglio di gestione
Consiglio di sorveglianza
  • Bandiera dell'Italia Alberto Incollingo - Vicepresidente
  • Bandiera dell'Italia Fabio Bassan - Consigliere
  • Bandiera dell'Italia Mario Cicala - Consigliere
  • Bandiera dell'Italia Vincenzo Sanguigni - Consigliere
  • Bandiera dell'Italia Monica Squintu - Consigliere
  • Bandiera dell'Italia Silvia Venturini - Consigliere
Struttura organizzativa
  • Bandiera dell'Italia Claudio Lotito - Presidente
  • Bandiera dell'Albania Igli Tare - Direttore Sportivo
  • Bandiera dell'Italia Angelo Peruzzi - Club Manager
  • Bandiera dell'Italia Armando Antonio Calveri - Segretario Generale
  • Bandiera dell'Italia Marco Cavaliere - Direzione Amm.va e Controllo di Gestione / Investor Relator
  • Bandiera dell'Italia Francesca Miele - Direzione Legale e Contenziosi
  • Bandiera dell'Italia Giovanni Russo - Direzione Organizzativa Centro Sportivo di Formello, Uffici, Country Club, Stadio
  • Bandiera dell'Italia Giampiero Angelici - S.L.O. / Supporter Liaison Officer
  • Bandiera dell'Italia Giampiero Angelici - D.A.O. / Disability Access Officer
  • Bandiera dell'Italia Sergio Pinata - Delegato Sicurezza Stadio / R.S.P.P.
  • Bandiera dell'Italia Angelo Cragnotti - Responsabile Biglietteria
  • Bandiera dell'Italia Mauro Bianchessi - Direzione Settore Giovanile
  • Bandiera dell'Italia Giuseppe Lupo - Segretario Settore Giovanile

Di seguito l'elenco degli sponsor tecnici e ufficiali della S.S. Lazio.[53]

Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali

Sedi sociali e campi di gioco

Di seguito l'elenco delle sedi sociali e dei campi di gioco utilizzati dalla S.S. Lazio nel corso della sua storia.[89]

Cronologia delle sedi sociali
  • 1900-1904: Via Valadier, 6
  • 1904-1906: Via Pompeo Magno, 94
  • 1906-1909: Villa Umberto I
  • 1909-1910: Via Sistina, 123
  • 1910-1913: Villa Umberto I
  • 1913-1914: Via delle Coppelle, 16
  • 1914-1924: Via Vittorio Veneto, 7
  • 1924-1925: Via Santo Stefano del Cacco, 16
  • 1925: Vicolo dei Due Macelli, 35
  • 1925-1929: Via Tacito, 43
  • 1929-1934: Vicolo d'Ascanio, 11
  • 1934-1957: Via Frattina, 89
  • 1957-1963: Viale Rossini, 21
  • 1963-1966: Via Nizza, 45
  • 1966-1987: Via Col di Lana, 8
  • 1987-1992: Via Margutta, 54
  • 1992-1995: Corso d'Italia, 19
  • 1995-1998: Via Umberto Novaro, 32
  • 1998-2001: Via di Santa Cornelia, 1000
    (nel comune di Formello, presso l'omonimo centro sportivo)
  • 2001-2003: Via Augusto Valenziani, 10
  • 2003-2004: Via Borgognona, 47
  • 2004-oggi: Via di Santa Cornelia, 1000
    (nel comune di Formello, presso l'omonimo centro sportivo)
Cronologia dei campi di gioco
  • 1901-1905: Piazza d'Armi
  • 1905-1913: Villa Borghese (Parco dei Daini, Piazza di Siena)
  • 1913-1914: Campo della Farnesina
  • 1914-1931: Stadio della Rondinella
  • 1931-1953: Stadio Nazionale
  • 1953-1961: Stadio Olimpico di Roma
  • 1961-1962: Stadio Flaminio
  • 1962-1967: Stadio Olimpico di Roma
  • 1967-1968: Stadio Flaminio
  • 1968-1989: Stadio Olimpico di Roma
  • 1989-1990: Stadio Flaminio
  • 1990-oggi: Stadio Olimpico di Roma

Impegno nel sociale

La Lazio è una società attiva nel campo sociale e degli aiuti umanitari, tramite numerosi sezioni della polisportiva che ogni anno organizza anche eventi speciali[90] per sostenere diverse associazioni, tra cui la So.Spe, esibendone anche il logo sulle maglie nella stagione 2007-2008,[91] e quella intitolata alla memoria del giovane tifoso laziale Gabriele Sandri,[92] il cui logo è apparso sulle maglie del club durante la partita di campionato Lazio-Parma del 6 novembre 2011.[93]

Nell'annata 2008-2009, la Lazio, sempre attraverso una campagna di sponsorizzazione, ha promosso insieme all'industria alimentare Algida una raccolta fondi per le popolazioni vittime del terremoto che nel 2009 ha sconvolto l'Abruzzo.

La S.S. Lazio Calcio, dopo aver adottato nel 2010 l'aquila Olympia, ha deciso di intraprendere al fianco dell'A.R.F., un'associazione per la tutela e soccorso degli animali operante nel Lazio, una campagna di sensibilizzazione anti-bracconaggio e la raccolta di donazioni in favore del progetto di protezione e cura dei rapaci.[94]

La società biancoceleste, attraverso slogan e messaggi presenti sulle maglie da gioco dei propri calciatori, si è spesso schierata riguardo tematiche ed eventi sociali come la lotta al razzismo (slogan “No Racism” e “We love football, We fight racism”, rispettivamente nel 2012 e nel 2013), la lotta al terrorismo (scritta “Je suis Charlie” nel 2015), la lotta alle mafie (slogan "Libera" nel 2017), oltre che messaggi di commemorazione per le vittime dei terremoti ("Noi con voi" e "I love Norcia" nel 2016).[95][96][97][98][99][100]

Il club laziale, nel settembre 2019, diventa il primo football club plastic free italiano grazie all'accordo di partnership commerciale siglato con Filette Prime Water, abbandonando l’uso della plastica monouso per la difesa della salute e nella lotta contro l’inquinamento.[101]

A giugno 2020, durante un periodo storico segnato dalla pandemia di COVID-19, la Lazio avvia il progetto "Tu non sarai mai sola", un’iniziativa a sostegno delle tante attività poste in essere dalla Croce Rossa Italiana, relative all’emergenza ‘Fase 2’ COVID-19, per le fasce di popolazioni più vulnerabili. Tale iniziativa consiste nell'inviare una foto e con l’acquisto da parte della Lazio di una sagoma, posta su un seggiolino a scelta per tutte le partite delle Aquile che si disputeranno a porte chiuse allo Stadio Olimpico di Roma. Il club laziale devolverà alla CRI una parte del ricavato dalla vendita delle sagome.[102] A dicembre dello stesso anno, il club capitolino contribuisce al progetto "Stop the Waste" promosso dal World Food Programme, agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare, con lo scopo di fronteggiare lo spreco alimentare e lenire le sofferenze di chi è malnutrito.[103]

Settore giovanile

Il logo della scuola calcio con al centro Skeggia, la mascotte laziale.
File:Lazio Primavera 1976.jpg
La Primavera biancoceleste della stagione 1975-76, per la prima volta Campione d'Italia.

Il settore giovanile della Lazio vede a capo dell'organigramma direttivo Mauro Bianchessi, uomo di provata esperienza e dal curriculum di primo livello in ambito di giovanili.[104] Bianchessi è coadiuvato nel suo lavoro dai collaboratori Giovanni Ghedini, Francesco Panzerini e Stefano Pasquinelli nella gestione della scuola calcio e delle squadre agonistiche sino alla categoria Under-17, mentre la formazione Primavera è sotto la supervisione del direttore sportivo biancoceleste Igli Tare.

Nel corso dei decenni il vivaio laziale ha da sempre cresciuto numerosi giocatori che hanno contribuito notevolmente all'accrescimento tecnico della prima squadra, dai primi anni di attività del club fino a oggi: negli anni settanta la Lazio è formata da elementi usciti dalle squadre giovanili (da D'Amico a Giordano, fino a Manfredonia e Agostinelli), e negli anni ottanta il vivaio laziale ha formato giocatori come Mauro Tassotti, Paolo Di Canio, Luigi Di Biagio e Valerio Fiori, fino ad arrivare alla metà degli anni novanta, quando dalla formazione Primavera sono arrivati in prima squadra Marco Di Vaio, Daniele Franceschini, Alessandro Iannuzzi, Flavio Roma ma soprattutto Alessandro Nesta, divenuto uno dei simboli della società romana nonché il capitano biancoceleste più vincente della storia. Negli anni duemila, si sono imposti tra i professionisti Giampiero Pinzi, Marco Pisano e Lorenzo De Silvestri, mentre nel decennio seguente si fanno notare Danilo Cataldi e Alessandro Murgia.

La Lazio ha al suo attivo cinque vittorie nel Campionato Primavera (1975-76, 1986-87, 1994-95, 2000-01, 2012-13)[105], tre in Coppa Italia Primavera (1978-79, 2013-14, 2014-15).[106] e una in Supercoppa Primavera (2014).[107] Tuttavia gli Aquilotti non sono mai riusciti nell'impresa di aggiudicarsi il prestigioso Torneo di Viareggio, pur arrivando a disputare la finale in quattro occasioni.

Nella stagione 2017-18 la squadra arriva ultima in classifica, divenendo la prima squadra a retrocedere nel Campionato Primavera 2 con la nuova formula dei campionati Primavera,[108] per poi far pronto ritorno in massima serie nell'annata successiva.

Diffusione nella cultura di massa

Francobollo delle Poste italiane celebrativo della Lazio laureatasi campione d'Italia nella stagione 1999-00.

La partita di campionato Lazio-Foggia (0-0) del 28 agosto 1993, prima giornata di Serie A 1993-1994, fu il primo posticipo della storia del calcio nazionale a essere trasmesso in televisione.[109]

Nello spettacolo sono stati molti gli artisti che si sono avvicinati ai colori biancocelesti, e uno dei più accesi sostenitori è stato l'indimenticabile Mario Riva, storico presentatore de Il Musichiere, durante il quale lo stesso Riva vantava in più occasioni il suo essere laziale, creando simpatici siparietti con il pubblico e gli ospiti. Alla fine degli anni cinquanta il popolare show-man fu elevato alla dignità di consigliere onorario della Lazio dall'allora presidente Siliato.

Mario Riva, tifoso biancoceleste e consigliere onorario della Lazio.

In ambito cinematografico si trovano vari riferimenti alla Lazio, come ad esempio in Il tifoso, l'arbitro e il calciatore (1982), Ultrà (1991), Tifosi (1999), L'allenatore nel pallone (1984) e L'allenatore nel pallone 2 (2008), nella quale vi è un cameo del presidente Claudio Lotito nel ruolo di se stesso. Altre citazioni nelle commedie quali Mi faccia causa (1984), Vacanze in America (1984) e Anni 90 - Parte II (1993), Caterina va in città di Paolo Virzì (2003), nella cui soundtrack è presente anche l'inno biancoceleste Vola Lazio vola, Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno (2015) e in Nove lune e mezza di Michela Andreozzi (2017).

La Lazio compare in varie fiction televisive, come nella sesta stagione della serie di Un medico in famiglia e nella terza de I Cesaroni; nell'undicesimo episodio di quest'ultima fiction, girato in gran parte all'interno del centro sportivo di Formello.

Importante citazione della squadra romana è presente anche in letteratura, nel libro Mangia, prega, ama - Una donna cerca la felicità (2006), autobiografia della scrittrice statunitense Elizabeth Gilbert, la quale racconta che durante la sua permanenza a Roma viene accompagnata allo stadio dall'amico Luca Spaghetti, commercialista capitolino di fede laziale, ad assistere a due gare delle Aquile, contro Sparta Praga e Bologna e altre partite le ha vissute guardandole in televisione sempre in compagnia del suo amico Luca. Nelle pagine del best seller la Gilbert parla della passione per i colori biancocelesti che le ha trasmesso Spaghetti, anche se per il film Mangia prega ama (2010) la produzione decide che, contrariamente a quanto raccontanto nel romanzo, la scrittrice, interpretata da Julia Roberts, dovesse essere una simpatizzante romanista.[110]

La Lazio è entrata a far parte anche del mondo della musica. Sono state dedicate alla squadra capitolina numerose canzoni come E vola l'aquila e Notti biancazzurre di Toni Malco, La più bella di tutte quante e Quant'è bello esse laziali di Aldo Donati, Caput mundi di Enrico Lenni e Cent'anni insieme, brano composto da vari autori in occasione del centenario della società romana e interpretato tra gli altri da Edoardo Guarnera, Pino Insegno e Mino Reitano, simpatizzante laziale, oltre ai noti "cantori" biancocelesti Donati, Lenni e Malco. Anche la cantautrice e attrice Roberta Faccani, pronipote di Augusto Faccani, calciatore della Lazio nei primi anni del Novecento, dedica alla squadra biancoceleste il singolo Lazio generazione,[111] così come ha fatto Fabio Melis con la sua Nati per vincere. Inoltre, il singolo È già domenica della band italiana degli Statuto è stato dedicato alla memoria di Gabriele Sandri, tifoso laziale scomparso tragicamente l'11 novembre 2007.

Allenatori e presidenti

Allenatori

Lo stesso argomento in dettaglio: Allenatori della Società Sportiva Lazio.
Lo svedese Sven-Göran Eriksson, con 7 trofei in 4 stagioni, è il tecnico più vincente nella storia laziale.

Sono 66 gli allenatori ad avere avuto a tutt'oggi la conduzione tecnica della Lazio, tra cui due hanno ricoperto il ruolo di direttore tecnico e quattro hanno assunto tale incarico dopo esser stati in stagioni precedenti anche sulla panchina biancoceleste.

Fino a tutto il secondo decennio del XX secolo non esisteva un sistema dettagliato di allenamento in preparazione degli incontri di campionato. In pratica i giocatori – atleti, studenti e lavoratori – avevano l'abitudine di ritrovarsi al campo di Piazza d'Armi prima e allo Stadio della Rondinella poi per gli allenamenti, consistenti in partitelle e corse di velocità e/o resistenza, spesso sotto il coordinamento del capitano della squadra. Il primo vero allenatore della storia biancoceleste fu l'italiano Guido Baccani, scelto dal presidente Ballerini nel 1906, al fine di introdurre innovazioni dal punto di vista tattico e strategico nel gioco della squadra. Baccani allenò la squadra quasi per un ventennio fino al 1924, quando entrò a far parte della commissione tecnica della Nazionale azzurra.

A vantare il mandato tecnico più lungo è tuttora proprio Guido Baccani, rimasto alla guida della squadra per 18 stagioni, compresi gli anni in cui le attività erano sospese a causa della prima guerra mondiale, dal 1906-07 al 1923-24. Sia il numero di stagioni consecutive che quello totale sono record per i tecnici del club romano.

Simone Inzaghi vanta il primato complessivo di panchine ufficiali (227), mentre quello di trofei vinti con il club (7 con le Aquile) appartiene al tecnico svedese Sven-Göran Eriksson.

Due personalità che hanno scritto indelebili pagine di Lazio: Umberto Lenzini (a sinistra) e Tommaso Maestrelli (a destra).

Da menzionare anche Tommaso Maestrelli, il principale artefice del primo Scudetto biancoceleste, scomparso nel 1976 poco dopo aver condotto la Lazio a un'insperata salvezza, Fulvio Bernardini, tecnico negli anni cinquanta e sessanta che nel 1958 regalò ai laziali la prima vittoria di un trofeo ufficiale, ossia la Coppa Italia, ed Eugenio Fascetti che, nonostante non abbia vinto alcun titolo, rimarrà nel cuore dei tifosi biancocelesti insieme ai componenti della squadra da lui guidata nella stagione 1986-87, i cosiddetti Eroi del -9, i quali ottennero la salvezza agli spareggi dopo essere partiti con nove punti di penalizzazione.

L'attuale allenatore della prima squadra è Simone Inzaghi, campione d'Italia da calciatore biancoceleste nella stagione 1999-2000, che ricopre ufficialmente l'incarico dall'8 luglio 2016, dopo averla guidata temporaneamente nella parte conclusiva del campionato 2015-16, tra aprile e maggio 2016, ed esser stato poi richiamato sulla panchina laziale alla luce delle dimissioni del tecnico argentino Marcelo Bielsa.

Presidenti

Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Società Sportiva Lazio.

A partire dalla fondazione del club a oggi, alla guida della Lazio si sono avvicendati 35 presidenti, di cui 4 hanno svolto anche il ruolo di commissario straordinario ed uno ad interim. Il primo presidente del club più antico della Capitale fu il Cavalier Giuseppe Pedercini.

Il periodo più lungo in carica è appannaggio di Fortunato Ballerini, alla guida della Lazio per 18 anni dal 1904 al 1922; Sergio Cragnotti, presidente dal 1992 al 1994 e poi dal 1998 al 2003, vanta il palmarès più ampio della storia della società.

Da ricordare è Umberto Lenzini, soprannominato dai tifosi Papà Lenzini, presidente del primo Scudetto biancoceleste (1973-74), e Leonardo Siliato, in carica quando la Lazio conquistò il suo primo trofeo ufficiale: la Coppa Italia del 1958.

Attualmente in carica è l'imprenditore romano Claudio Lotito, divenuto presidente il 19 luglio 2004, quando tramite la sua "Lazio Events S.r.l." acquista il 26,969% del capitale sociale, salvando la gloriosa società capitolina da una situazione che l'avrebbe condotta ad un inevitabile fallimento.

Calciatori

Lo stesso argomento in dettaglio: Calciatori della Società Sportiva Lazio.

A partire dalla fondazione del club a oggi, hanno vestito la maglia della Lazio oltre 800 calciatori, in gran parte italiani; alcuni di questi hanno militato nella Nazionale italiana.

Silvio Piola, con 237 presenze e 149 gol totali, è il miglior marcatore nella storia della Lazio.

Tra i calciatori italiani di rilievo sono annoverati Sante Ancherani, uno dei pionieri della sezione calcio della polisportiva biancoceleste nonché primo capitano e allenatore laziale, Fulvio Bernardini, primo calciatore della Lazio, romano di nascita e proveniente dal Centro-Sud, a essere convocato in Nazionale, i fratelli Saraceni, Fernando e Luigi, pochi tra i tanti giocatori nella storia del calcio italiano ad aver indossato nel corso della loro carriera la maglia di una sola società, quella biancoceleste in tal caso, Ezio Sclavi, Anfilogino Guarisi, detto Filò, campione del mondo nel 1934, oltre a Silvio Piola, vero e proprio giocatore simbolo degli anni trenta e anni quaranta con la maglia della Lazio e della Nazionale azzurra, con la quale ha vinto un mondiale (1938), Enrique Flamini, divenuto anche allenatore e dirigente sia a livello giovanile che di prima squadra, Aldo Puccinelli, record-man di presenze in campionato con la casacca biancoceleste (339 in 13 stagioni), e Leandro Remondini.

Giorgio Chinaglia, capocannoniere nella stagione del primo Scudetto.

Altro celebre calciatore ad aver scritto la storia del club romano, di cui è diventato una vera e propria bandiera, è stato Roberto Lovati, portiere e capitano della squadra tra gli anni cinquanta e anni sessanta, colui che ha raccolto l'eredità di Lucidio Sentimenti IV, e successivamente tecnico e dirigente, sia delle giovanili che della prima squadra. In quegli anni difficili per i colori biancocelesti spiccano le doti tecniche di Paolo Carosi, Francesco Janich, Nello Governato, Diego Zanetti ed Arrigo Dolso, mentre negli anni settanta, con la chiusura della frontiere, nella Lazio militarono giocatori come Giorgio Chinaglia, Vincenzo D'Amico, Mario Frustalupi, Renzo Garlaschelli, Luigi Martini, Franco Nanni, Giancarlo Oddi, Sergio Petrelli, Felice Pulici, Luciano Re Cecconi e Giuseppe Wilson, record-man di presenze con la fascia da capitano al braccio, tutti protagonisti della vittoria dello Scudetto del '74.

Negli anni ottanta si distinsero Bruno Giordano, Lionello Manfredonia, Gabriele Podavini, Domenico Caso, Giuliano Fiorini, Angelo Gregucci, Raimondo Marino e Paolo Di Canio.

Beppe Signori, per tre volte capocannoniere di Serie A con la Lazio.

Durante gli anni novanta svariati calciatori hanno registrato presenze nella Nazionale italiana, tra cui Pierluigi Casiraghi, Luca Marchegiani e Giuseppe Signori, tutti e tre protagonisti al mondiale del 1994, Roberto Cravero, Roberto Di Matteo, Giuseppe Favalli, record-man di presenze con la maglia delle Aquile (401 in 11 stagioni), Roberto Mancini, Paolo Negro, Alessandro Nesta e Giuseppe Pancaro, quest'ultimi cinque campioni d'Italia nella stagione 1999-2000, oltre a Christian Vieri, autore del primo dei due gol che regalarono alla Lazio la vittoria della Coppa delle Coppe 1998-99. Negli anni duemila si distinsero anche Simone Inzaghi, con 9 stagioni all'attivo e miglior bomber in competizioni UEFA con la Lazio (e che dal 2016 è divenuto allenatore della squadra), Massimo Oddo ed Angelo Peruzzi (divenuto club manager nel 2016), entrambi campioni del mondo 2006, oltre a Tommaso Rocchi, che in 9 stagioni riuscì a mettere a segno 105 reti.

Tra i giocatori non italiani ad aver vestito la maglia della Lazio nel corso dei decenni si segnalano Salvador Gualtieri, Arne Selmosson, vice-campione al mondiale del 1958 con la Nazionale svedese, Humberto Tozzi, Juan Carlos Morrone, Batista, mediano della Seleção che prese parte al mondiale del 1982, Michael Laudrup, fantasista danese vincitore con la sua nazionale della Confederations Cup del 1995, e Rubén Sosa, attaccante uruguaiano che con la Celeste ha vinto due edizioni della Copa América (1987 e 1995).

Negli anni novanta furono molti i calciatori stranieri in maglia laziale: fra i tanti da citare sono i tedeschi Karl-Heinz Riedle, vincitore del mondiale del 1990 giocato in Italia, e Thomas Doll, vice-campione continentale all'europeo del 1992, l'inglese Paul Gascoigne, talentuoso centrocampista noto anche per le sue vicende extra-calcistiche, l'olandese Aron Winter, campione continentale all'europeo del 1988, il croato Alen Bokšić, il ceco Pavel Nedvěd, insignito del Pallone d'oro nel 2003, il portoghese Sérgio Conceição, il cileno Marcelo Salas, gli argentini José Chamot, Matías Almeyda, Diego Simeone e Juan Sebastián Verón ed i serbi Siniša Mihajlović e Dejan Stanković. Negli anni duemila si distinsero invece l'argentino Hernán Crespo, ovvero il calciatore più pagato nella storia del club, il brasiliano César e l'olandese Jaap Stam. Agli anni duemiladieci è legato invece il nome del centravanti tedesco Miroslav Klose, campione del mondo con la Germania nel 2014. Il rumeno Ștefan Radu veste la maglia laziale da 13 stagioni a partire dal 2008, e con oltre 370 presenze risulta il calciatore straniero con più gare all'attivo nella storia della Lazio.

Nel massimo campionato vinsero il titolo di capocannoniere Silvio Piola (1936-1937 e 1942-1943), Giorgio Chinaglia (1973-1974), Bruno Giordano (1978-1979), Giuseppe Signori (1992-1993, 1993-1994, 1995-1996), Hernán Crespo (2000-2001) e Ciro Immobile (2017-2018 e 2019-2020).

Capitani

Sono 57 i giocatori che hanno indossato la fascia di capitani della Lazio.

Il periodo più lungo con la fascia di capitano della squadra laziale è stato quello di Ancherani, con dieci stagioni dal 1901 al 1907 e dal 1908 al 1912.[112] L'attuale capitano biancoceleste è il centrocampista bosniaco Senad Lulić.

Maglie ritirate

Vincitori di titoli

Campioni del mondo

La Lazio e le Nazionali di calcio

La Lazio e la Nazionale italiana

Fulvio Bernardini, primo biancoceleste, nonché primo calciatore centromeridionale, a debuttare con la maglia della Nazionale italiana.

Il primo giocatore della Lazio a essere convocato in Nazionale è stato Fulvio Bernardini in occasione dell'incontro amichevole del 22 marzo 1925 contro la Francia, vinto nettamente dagli azzurri per 7-0. Bernardini, nella sua carriera in Nazionale, ha fatto parte anche della spedizione olimpica del 1928, conquistando la medaglia di bronzo.

Successivamente, in occasione della Coppa Internazionale 1931-1932, venne chiamato a vestire la maglia della Nazionale lo storico capitano Ezio Sclavi,[114] uno dei più grandi portieri dell'epoca, e nell'edizione 1933-35 fecero parte della vittoriosa compagine azzurra anche l'oriundo Guarisi e il bomber Piola. Nel 1934, in occasione dei Mondiali, fu ancora convocato Filò Guarisi,[115] mentre la competizione mondiale del 1938, vinta dalla Nazionale italiana, vide come assoluto protagonista Silvio Piola.[116] Due anni prima, in occasione dei Giochi olimpici di Berlino, nella vincente spedizione azzurra erano presenti due calciatori biancocelesti, ovvero i centrocampisti Baldo e Gabriotti.

Gli anni quaranta rappresentarono un periodo difficile nella storia della Lazio, difatti Francesco Antonazzi è stato l'unico ad essere chiamato in Nazionale durante quel decennio in occasione dei Giochi olimpici di Londra. Tuttavia negli anni cinquanta fecero parte della spedizione per i Mondiali brasiliani del 1950 alcuni calciatori biancocelesti, quali Furiassi, Remondini e Sentimenti IV.[117]

Per ben 24 anni nessun biancoceleste ha preso parte alle spedizioni della Nazionale maggiore in occasione di competizioni ufficiali. Spezzarono il digiuno delle convocazioni tre simboli della Lazio fresca vincitrice del primo Scudetto della sua storia nel 1974, quali il bomber Chinaglia, il centrocampista Re Cecconi e il difensore Wilson, chiamati dall'allora commissario tecnico Ferruccio Valcareggi per la spedizione mondiale.[118] Nel 1978, in vista dei Mondiali, Lionello Manfredonia è stato l'unico rappresentante laziale nella compagine azzurra.[119]

Alessandro Nesta, giocatore con più presenze nella Nazionale maggiore durante il periodo di militanza alla Lazio, con 46 partite disputate.

Dopo circa 16 anni dall'ultima presenza di giocatori biancocelesti con la maglia azzurra in competizioni ufficiali, complice un periodo particolarmente difficile per le sorti del club romano come quello vissuto negli anni ottanta, la Lazio diede alla Nazionale tre elementi, come Casiraghi, Marchegiani e Signori, chiamati a far parte della spedizione azzurra ai Mondiali statunitensi del 1994, persi in finale contro il Brasile ai calci di rigore.[120] Due anni dopo le convocazioni (e questa volta per gli Europei del 1996) furono per Di Matteo, Fuser e Nesta, oltre a Casiraghi.[121]

Tra il 1996 e il 2002, a parte il campionato europeo del 2000, quando fu convocato insieme a Negro,[122] Alessandro Nesta, capitano più vincente della storia biancoceleste, è stato l'unico calciatore della Lazio a essere annesso alle spedizioni della Nazionale maggiore,[123][124] così come Roberto Baronio, unico rappresentante laziale alle Olimpiadi di Sydney.

L'Europeo 2004 rappresenta la competizione durante la quale la compagine azzurra presenta il maggior numero di giocatori laziali, ben cinque: Corradi, Favalli, Fiore, Oddo e Peruzzi.[125] Questi ultimi due hanno fatto parte anche della compagine azzurra che nella notte berlinese conquista la Coppa del Mondo 2006.[126]

In occasione delle Olimpiadi di Pechino del 2008 sono stati convocati i due biancocelesti De Silvestri e Rocchi, quest'ultimo come "fuori quota".

Candreva e Marchetti sono stati rappresentanti laziali con la casacca azzurra in occasione della Confederations Cup 2013; mentre per i Mondiali del 2014, è stato convocato il solo Candreva. Quest'ultimi due, insieme a Parolo, sono gli ultimi calciatori della formazione romana ad essere convocati in una spedizione azzurra, in occasione degli Europei del 2016.

Ciro Immobile è stato il capocannoniere azzurro durante la gestione del CT Gian Piero Ventura tra il 2016 e il 2017.

Palmarès

Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès della Società Sportiva Lazio.

Competizioni nazionali

1968-1969

Competizioni internazionali

1971

Competizioni giovanili

A livello giovanile, la squadra Primavera della Lazio è una delle formazioni più importanti e titolate, avendo conquistato 5 Campionati Primavera, essendo così la quarta squadra con più Scudetti giovanili, 3 Coppe Italia Primavera e una Supercoppa Primavera. Anche le squadre di altre categorie hanno ottenuto nel corso degli anni vari successi sia a livello nazionale, soprattutto con le formazioni Berretti (1), Allievi (2), Giovanissimi Nazionali (3), Pulcini (1) e in passato Juniores (1), sia in campo internazionale, con la formazione Primavera trionfante nel Trofeo Internazionale Karol Wojtyla in sei occasioni, detenendo così il record di vittorie del torneo, oltre a quella degli Allievi, vincitrice del Torneo Internazionale Carlin's Boys di Sanremo, del Torneo Internazionale Città di Gradisca - Trofeo Nereo Rocco e della Scirea Cup.

Statistiche e record

Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche e record della Società Sportiva Lazio.

Partecipazione ai campionati

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Prima Categoria[127] 5 1912-1913 1920-1921 91
Prima Divisione[127] 5 1921-1922 1925-1926
Divisione Nazionale 3 1927-1928 1945-1946
Serie A 78 1929-1930 2020-2021
Serie B 11 1961-1962 1987-1988 11

In 103 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale il 3 novembre 1912, inclusi 10 campionati di Prima Categoria Nazionale e 3 di Divisione Nazionale, oltre a 1 di Prima Divisione.

Statistiche di squadra

In 103 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale, risalente al 3 novembre 1912, la Lazio ha disputato 91 campionati di massima serie (78 campionati di Serie A, 10 di Prima Categoria Nazionale e 3 di Divisione Nazionale), mentre per una volta ha partecipato al campionato di Prima Divisione Sud (1926-27) e per 11 volte a quello di Serie B (1961-62, 1962-63, 1967-68, 1968-69, 1971-72, 1980-81, 1981-82, 1982-83, 1985-86, 1986-87, 1987-88). I biancocelesti hanno terminato il campionato a girone unico 2 volte primi, 3 volte secondi e 7 volte terzi. In 78 stagioni sportive disputate dalla Lazio nel massimo campionato a girone unico ha, dunque, terminato il torneo sul podio nel 15% dei casi. Inoltre hanno completato il campionato di massima serie con il miglior attacco del torneo in 5 occasioni, mentre per 4 volte è stata quella laziale la miglior difesa. Dall'avvento del girone unico la Lazio è stata 2 volte Campione d'inverno (1936-37, 1973-74).

La Lazio è la sesta società italiana sia per numero di partecipazioni (78) nel Campionato di Serie A sin dal 1929, anno dell'istituzione del torneo a girone unico, sia nella Classifica perpetua della Serie A dal 1929, dietro a Juventus, Inter, Milan, Roma e Fiorentina. All'agosto 2020, dei 2624 incontri nella massima serie, 997 sono state le vittorie dei biancocelesti, 770 i pareggi e 857 le sconfitte, con 3647 gol segnati e 3262 subiti. Risulta essere al sesto posto per numero di partecipazioni (28) alle competizioni internazionali UEFA. La Lazio è inoltre quarta in Italia, dietro Juventus, Milan e Inter, per numero di trofei ufficiali vinti.

Quella delle Aquile è la formazione italiana ad aver disputato il maggior numero di finalissime nazionali (3 volte, più specificatamente nelle stagioni 1912-13, 1913-14 e 1922-23) ovvero gli incontri che, prima dell'istituzione del campionato a girone unico, mettevano di fronte le compagini campioni del girone Nord e quello Sud per decidere la squadra campione d'Italia.

È stata la quarta squadra italiana, dopo Torino, Juventus e Napoli (e successivamente ai biancocelesti anche l'Inter), ad aver conquistato, nella stagione 1999-00, il Double, ovvero la conquista nello stesso anno di campionato e coppa nazionale.

In base alle partite ufficiali finora disputate, la vittoria della Lazio con il più ampio scarto è il 13-1 inflitto alla Pro Roma il 10 novembre 1912. La sconfitta con il più ampio scarto, invece, è l'8-1 rimediato nella stagione 1933-34 in trasferta contro l'Ambrosiana-Inter.

La Lazio della stagione 1907-08 rimane l'unica formazione ad aver vinto tre partite in un solo giorno.

La squadra biancoceleste detiene il record assoluto di vittorie fatte registrare in una sola giornata, con 3 successi ottenuti in occasione del Campionato Interregionale Centro-sud vinto il 7 giugno 1908, quando sconfisse in mattinata il Lucca FC, nel primo pomeriggio la SPES Livorno e successivamente la Virtus Juventusque in finale.[128]

Statistiche individuali

Giuseppe Favalli, recordman di presenze con la maglia biancoceleste.

A livello individuale, Giuseppe Favalli è il giocatore che detiene il record di presenze in maglia biancoceleste, durante i suoi dodici anni alla Lazio dal 1992 al 2004, ne ha collezionate 401. Seguono Ștefan Radu, nel 2021 ancora in attività, che vanta 395 presenze, e Giuseppe Wilson con 394 partite disputate in 11 stagioni.[129] Il record di presenze per un portiere è di Luca Marchegiani, con i 339 incontri disputati in 10 stagioni, seguito da Idilio Cei con 290 gare in altrettante annate ed Angelo Peruzzi con 226 partite disputate in 7 stagioni.[129]

Il record di maggiori partite giocate esclusivamente in campionato è invece di Aldo Puccinelli, con 339 gettoni di presenza tra il 1940 e il 1955.[129] Seguono Pino Wilson e Ștefan Radu rispettivamente con 324 e 320 presenze.

Il miglior marcatore di tutti tempi della Lazio è Silvio Piola con 149 gol (esclusi quelli segnati nelle coppe internazionali non riconosciute dalla UEFA).[129] Piola, che militò anche nella Pro Vercelli, nel Torino, nella Juventus e infine nel Novara, è anche il miglior marcatore nella storia della Serie A, con 274 reti totali realizzate.[130] Alle sue spalle seguono Ciro Immobile (142 gol ed attualmente ancora in attività con la maglia della Lazio) e Giuseppe Signori (127 gol in 6 stagioni).

Simone Inzaghi è il miglior marcatore nelle competizioni europee, con 20 gol realizzati.[129] È anche uno dei sei giocatori nella storia della Champions League ad aver segnato 4 reti in una singola partita della massima competizione europea.[131] Seguono Ciro Immobile con gli attuali 16 centri, oltre a Pavel Nedvěd con 12 reti messe a segno in 5 stagioni e Tommaso Rocchi, anch'egli a quota 12 gol in 9 anni di militanza laziale.

Il record di segnature realizzate in una sola partita è del bomber tedesco Miroslav Klose, capace di mettere a segno, il 5 maggio 2013, una cinquina ai danni del Bologna, alla trentacinquesima giornata di Serie A, gara terminata poi 6-0 per i romani.[132]

Tifoseria

Lo stesso argomento in dettaglio: Tifoseria della Società Sportiva Lazio.
Il cuore del tifo laziale: la Curva Nord.

Al momento la Lazio è la sesta squadra d'Italia per numero di tifosi (3%), dietro a Juventus, Inter, Milan, Napoli e Roma, secondo i dati di una ricerca del 2014.[133]

Il tifo per la Lazio, tradizionalmente radicato dal punto di vista geografico a Roma e nelle altre province laziali, è presente anche in altre regioni d'Italia, il che garantisce un seguito alla squadra biancoceleste anche durante gli incontri fuori casa.

Per quanto riguarda gli orientamenti politici dei gruppi organizzati della Curva Nord, questi sono schierati su posizioni di destra sociale e talvolta di estrema destra. Spesso intonano l'inno anticomunista Avanti ragazzi di Buda.

I tifosi laziali possono vantare ben due record di presenze: il 12 maggio 1974, in occasione della gara Lazio-Foggia, che sancì la vittoria del primo Scudetto della Lazio, il numero di spettatori era di 78.886, record di presenze allo Stadio Olimpico per una partita di calcio tuttora imbattuto;[134] il 19 dicembre 1982, in occasione del match Lazio-Milan, valevole per la quindicesima giornata del campionato di Serie B 1982-83, gli spettatori paganti erano 65.850, record assoluto per una gara di cadetteria.[135]

Storia

Coreografia della Curva Nord in occasione del Derby Roma-Lazio del 23 aprile 1995.

I prodromi del fenomeno del tifo organizzato in Italia si hanno nel 1932 quando proprio la tifoseria della Lazio va ad annoverare per prima la nascita di un'associazione organizzata e con struttura gerarchica, di sostenitori. In occasione del Derby del 23 ottobre 1932, un gruppo organizzato denominato Paranza Aquilotti inscenò infatti una coreografia allo Stadio del PNF.[136]

Il 28 ottobre 1979, poco prima dell'inizio del derby, viene tolta la vita a Vincenzo Paparelli, supporter laziale raggiunto in Curva Nord da un razzo sparato dalla Sud per mano di un tifoso romanista. Da allora i gruppi organizzati di tifosi biancocelesti, prima riuniti nelle gare casalinghe in Curva Sud, decisero di spostarsi definitivamente nella Nord dell'Olimpico.[137]

L'11 novembre 2007, presso la stazione di servizio di Badia al Pino, viene ucciso da un agente di Polizia il tifoso laziale Gabriele Sandri, a cui è stata intitolata poi la curva. Da allora la sua immagine è posta nella parte bassa della Nord.[138]

Dal marzo 2010, gli Irriducibili lasciano il comando dopo 23 anni per lasciare la gestione della Curva Nord in mano ai membri della ex-Banda Noantri e In Basso a Destra, gruppi sciolti formalmente per le numerose diffide ma comunque presenti sotto il nome di altri striscioni: essi creeranno una collaborazione tra tutti i gruppi storici della Nord per quanto riguarda le decisioni e la gestione di essa, e tutti si riuniranno sotto il nome di Ultras Lazio Curva Nord,[139] coadiuvato da un altro importante gruppo del tifo laziale, ovvero l'Associazione Sodalizio, riunito nel settore della Tribuna Tevere.[140]

Il 27 febbraio 2020 lo storico gruppo degli Irriducibili, dopo più di 32 anni di vita, decide il proprio autoscioglimento, dando vita ad un nuovo gruppo di tifo organizzato con il nome di Ultras Lazio.[141][142]

Gemellaggi e rivalità

Lo stesso argomento in dettaglio: Derby di Roma.
Gemellaggio fra tifosi laziali e interisti il 2 maggio 2009 con la coreografia dei supporters nerazzurri dedicata alla memoria di Gabriele Sandri, tifoso biancoceleste scomparso nel 2007.

Il rapporto tra gli ultras dell'Inter e quelli della Lazio è sicuramente il più saldo e tra i più longevi: esso è nato attorno alla metà degli anni ottanta e si è rinsaldato a cavallo degli anni novanta e i primi del duemila con la finale della Coppa UEFA 1997-98 disputata a Parigi e il 5 maggio 2002, quando allo Stadio Olimpico, all'ultima giornata del campionato 2001-02, molti tifosi laziali auguravano agli "amici" interisti la conquista dello Scudetto.[143] Un altro episodio significativo è riferibile al match Lazio-Inter del 2 maggio 2010, alla terz'ultima giornata del campionato 2009-10, quando la tifoseria della squadra capitolina ha incitato per tutti i novanta minuti la compagine milanese, in piena lotta per il titolo con i cugini romanisti, spingendola così verso il mantenimento della vetta della classifica.[144] Esiste inoltre il gemellaggio, nato già agli inizi degli anni ottanta, con la tifoseria della Triestina.[145]

La più accesa e storica rivalità non può che essere con i tifosi dell'altra squadra della Capitale: la Roma. L'ostilità degli ultras biancocelesti con i tifosi del Napoli nasce dal gemellaggio che legava negli anni ottanta napoletani e romanisti. Nei confronti della tifoseria rossonera è sempre esistita un'accesa rivalità, acuitasi dopo il campionato vinto in rimonta nelle ultime giornate dal Milan nel 1999 a discapito della Lazio. La rivalità nei confronti della Juventus invece deriva principalmente dall'antipatia dei tifosi laziali nei confronti della dirigenza bianconera, oltre che per la rivalità fra gli juventini e i tifosi gemellati dell'Inter.

Organico

Lo stesso argomento in dettaglio: Società Sportiva Lazio 2020-2021.

Rosa 2020-2021

Rosa aggiornata al 3 gennaio 2021.[146]

N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Albania P Thomas Strakosha
Bandiera del Brasile D Luiz Felipe
Bandiera della Spagna D Patric
Bandiera del Brasile C Lucas Leiva
Bandiera del Brasile C Andreas Pereira
Bandiera dei Paesi Bassi C Djavan Anderson
Bandiera della Spagna C Luis Alberto
Bandiera dell'Argentina A Joaquín Correa
Bandiera dell'Italia D Nicolò Armini
Bandiera dei Paesi Bassi D Wesley Hoedt
Bandiera dell'Italia C Marco Parolo (vice-capitano)
Bandiera dell'Italia A Ciro Immobile
Bandiera dell'Argentina C Gonzalo Escalante
Bandiera della Bosnia ed Erzegovina C Senad Lulić (capitano)
N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Ecuador A Felipe Caicedo
Bandiera della Serbia C Sergej Milinković-Savić
Bandiera della Spagna P Pepe Reina
Bandiera della Romania D Ștefan Radu
Bandiera dell'Italia C Manuel Lazzari
Bandiera dell'Italia C Danilo Cataldi
Bandiera dell'Italia D Francesco Acerbi
Bandiera della Polonia C Szymon Czyż
Bandiera dell'Albania P Marco Alia
Bandiera del Montenegro D Adam Marušić
Bandiera della Costa d'Avorio C Jean-Daniel Akpa-Akpro
Bandiera della Slovacchia D Denis Vavro
Bandiera del Kosovo A Vedat Muriqi
Bandiera dell'Algeria C Mohamed Fares

Staff tecnico

Staff aggiornato al 3 gennaio 2021.[147]

Staff dell'area tecnica
Staff tecnico
  • Bandiera dell'Italia Simone Inzaghi - Allenatore
  • Bandiera dell'Italia Massimiliano Farris - Allenatore in seconda
  • Bandiera dell'Italia Enrico Allavena - Analista
  • Bandiera dell'Italia Adalberto Grigioni - Preparatore dei portieri
  • Bandiera dell'Italia Fabio Ripert - Preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Adriano Bianchini - Collaboratore preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Alessandro Fonte - Collaboratore preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Claudio Spicciariello - Collaboratore preparatore atletico
  • Bandiera dei Paesi Bassi Stefan Derkum - Team Manager
  • Bandiera dell'Italia Mario Cecchi - Collaboratore tecnico
  • Bandiera dell'Italia Ferruccio Cerasaro - Collaboratore tecnico
  • Bandiera dell'Italia Riccardo Rocchini - Collaboratore tecnico
  • Bandiera dell'Italia Gianluca Zappalà - Collaboratore preparatore dei portieri
  • Bandiera dell'Italia Mauro Patrizi - Magazziniere
  • Bandiera dell'Italia Stefano Delle Grotti - Magazziniere
  • Bandiera dell'Italia Walter Pela - Magazziniere

Staff sanitario
  • Bandiera dell'Italia Ivo Pulcini - Direttore sanitario
  • Bandiera dell'Italia Fabio Rodia - Coordinatore staff medico e Consulente ortopedico
  • Bandiera dell'Italia Francesco Colautti - Medico sociale
  • Bandiera dell'Italia Maurizio Brecevich - Osteopata
  • Bandiera dell'Italia Marco Di Salvo - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Fabrizio Laugeni - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Christian Marsella - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Silvio Rossi - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Gianni Scappini - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Luca Zampa - Fisioterapista
  • Struttura Sanitaria di riferimento - Paideia

La Polisportiva S.S. Lazio

Lo stesso argomento in dettaglio: Polisportiva S.S. Lazio.

La Società Sportiva Lazio è la società polisportiva più antica e più grande d'Europa,[14] composta da numerose sezioni sportive, in numero di 55, e attività associate, attualmente in numero di 19, con la Lazio Master Calcio a 5 facente parte del sodalizio come socio onorario.[148]

La presidenza generale della Polisportiva S.S. Lazio è attualmente affidata al Dott. Antonio Buccioni, dal 2005 al timone del sodalizio biancoceleste, con il Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele che riveste la figura di Presidente Generale onorario; sono invece tre i vicepresidenti, oltre al Vicepresidente Vicario Federico Eichberg, ovvero: Vincenzo Albini, Massimo Moroli e Gianluca Pollini. Oltre al Segretario Generale Angelo Franzè e ai Tesorieri Giuseppe Sesto e Paolo Marzano, sono stati nominati membri del Comitato di Presidenza: Franco Anzidei, Fabio Bonifazi, Mario Castrucci, Andrea Dalla Ragione, Pierpaolo Maio, Martino Pota, Francesco Rossi e Stefano Tagliaferri.

La sede ufficiale della Polisportiva S.S. Lazio, per decenni all'interno dello Stadio Flaminio, attualmente, in attesa che venga inaugurata la nuova ubicazione che sarà nel centro storico di Roma, può essere considerata nei locali del Circolo Canottieri Lazio, sito in Lungotevere Flaminio, 25.[149]

La polisportiva biancoceleste è membro fondatore dell'EMCA (European Multisport Club Association), varata per iniziativa della S.S. Lazio a Bruxelles il 9 gennaio 2013, anniversario della fondazione del sodalizio capitolino.

In numero totale, la Società Sportiva Lazio conta circa 10 000 atleti iscritti, i quali, nel corso della storia ultracentenaria della società, hanno regalato ai colori biancocelesti numerosi titoli e medaglie. I suddetti atleti possono contare sull'apporto di 400 tecnici e altrettanti dirigenti.[150]

Numerosi sono stati gli atleti di spicco che hanno indossato i colori biancocelesti nelle varie discipline sportive, come il Campionissimo Fausto Coppi nel ciclismo, Giulio Glorioso nel baseball, Abdul Jeelani nel basket e Carlo Pedersoli (in arte Bud Spencer) nel nuoto.

I titoli italiani vinti attualmente sono più di 80, quelli individuali sono oltre 600, mentre quelli in categorie minori e nei settori giovanili sono circa 1000. Le medaglie conquistate dagli atleti della Polisportiva in competizioni ufficiali, quali Campionati del Mondo, d'Europa e Giochi olimpici, sono numerose, e 49 sono le medaglie d'oro vinte nel corso di queste manifestazioni sportive internazionali.

La Società Sportiva Lazio, oltre a essere stata eretta in ente morale il 2 giugno 1921, è stata insignita nel corso della sua storia ultracentenaria d'importanti onorificenze a livello nazionale, quali la Stella d'Oro al Merito Sportivo, ricevuta nel 1967, e il Collare d'oro al Merito Sportivo del 2002.

Note

  1. ^ Stadio e regolamenti, su sslazio.it. URL consultato il 7 luglio 2018.
  2. ^ a b c Pennacchia, Mario, All'inizio era una società di podisti, La Gazzetta dello Sport, 3 gennaio 2000, p. 5. URL consultato il 17 gennaio 2010.
  3. ^ a b Lazio, all'alba furono in quindici: la nuova scoperta sulla storia della società biancoceleste, su lalaziosiamonoi.it. URL consultato il 5 luglio 2018.
  4. ^ a b Azioni della S.S. Lazio [collegamento interrotto], su borsaitaliana.it. URL consultato il 9 luglio 2009.
  5. ^ Le origini, su sslazio.it. URL consultato l'8 giugno 2013.
  6. ^ Polisportiva S.S. Lazio: sorge un astro biancoceleste, su polisportivasslazio.it (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2013).
  7. ^ Vedi Elenco affiliate F.I.F. 1908. L'elenco fu fornito dall'ex-presidente rag. Luigi Bosisio all'AIA che lo pubblicò sulla rivista L'Arbitro nel 1925. La raccolta della rivista fu digitalizzata e messa su 3 cd-rom a cura dello Storiografo dell'AIA Luciano Lupi di Genova nel 2004. Il cofanetto contenente i 3 cd-rom non è in vendita ma è ancora disponibile gratuitamente presso tutte le sedi delle Commissioni Regionali Arbitri (C.R.A.).
  8. ^ a b La data precisa è riportata in un articolo del 29 settembre 1910 sul quotidiano Il Messaggero.
  9. ^ a b Storia del Comitato Regionale Lazio – capitolo I, su crlazio.info. URL consultato l'8 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2014).
  10. ^ a b Storia del Comitato Regionale Lazio – capitolo II, su crlazio.info. URL consultato il 18 giugno 2013 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2013).
  11. ^ a b c Fontanelli, Simoncini, I colori del calcio 1898-1929, GEO Edizioni, pag. 28
  12. ^ About ECA, su ecaeurope.com. URL consultato il 7 dicembre 2018.
  13. ^ ECA Members, su ecaeurope.com. URL consultato il 1º settembre 2017.
  14. ^ a b Storia della Società Sportiva Lazio, su societasportivalazio.it, 9 gennaio 2016. URL consultato il 5 settembre 2015.
  15. ^ Storia, su sslazio.it. URL consultato il 29 settembre 2018.
  16. ^ Elenco affiliate F.I.F. 1908. Va fatto presente che, in tale data, oltre al club biancoceleste, altre polisportive elencate nel documento non risultano aver fondato ufficialmente settori calcistici: l'Unione Ginnastica Vogherese e la Società Ginnastica e Scherma di Novara
  17. ^ a b c Valentini, Sergio, Il duce, dalla Lazio alla Roma, Corriere della Sera, 27 aprile 1997, p. 39. URL consultato il 17 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale in data pre 1/1/2016).
  18. ^ Mitropa Cup 1937, su rsssf.com, Rsssf. URL consultato il 6 settembre 2010.
  19. ^ Albo d'Oro, su lega-calcio.it, Lega Calcio. URL consultato il 17 gennaio 2010.
  20. ^ (EN) Italy 1973/74, su rsssf.com. URL consultato il 17 gennaio 2010.
  21. ^ Campionato 1986-87, su lega-calcio.it, Lega Calcio. URL consultato il 17 gennaio 2010.
  22. ^ Pennacchia Mario, Garinei Lello, Scandali e retrocessioni: poi spunta Cragnotti, La Gazzetta dello Sport, 8 gennaio 2000, p. 11. URL consultato il 17 gennaio 2010.
  23. ^ Colombo, Monica, Lazio, dopo Crespo anche Zenden, Corriere della Sera, 12 luglio 2000, p. 43. URL consultato il 17 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale in data pre 1/1/2016).
  24. ^ L'Inter vince una finale senza storia, UEFA.com, 1º giugno 1998. URL consultato il 17 gennaio 2010.
  25. ^ Lazio, siglato l'accordo col Fisco, su repubblica.it, Repubblica. URL consultato il 6 settembre 2010.
  26. ^ Campionato 2006-2007, su lega-calcio.it, Lega Calcio. URL consultato il 18 gennaio 2010.
  27. ^ Cronistoria, su sslazio.it. URL consultato il 7 luglio 2018.
  28. ^ In seguito alla Carta di Viareggio, la Lazio, essendo tra le squadre non qualificatesi per la fase nazionale, segue il declassamento del torneo nella cadetterìa.
  29. ^ In occasione dell'istituzione del girone unico, da regolamento solo una fra Lazio e Napoli avrebbe dovuto partecipare alla Serie A.
  30. ^ Ritirata per il girone di semifinale.
  31. ^ Esclusa dalla Coppa dei Campioni 1974-75 per la squalifica rimediata l'anno prima per gli incidenti in occasione della partita Lazio-Ipswich Town di Coppa UEFA.
  32. ^ Declassata per delibera della CAF dal 13º posto in quanto ritenuta colpevole di illecito nello scandalo del Totonero, cfr. Lazio in B, in La Stampa, 25 luglio 1980, p. 12. URL consultato il 1º luglio 2012.
  33. ^ Parte con 9 punti di penalizzazione per decisione del Giudice Sportivo perché colpevole di illecito nello scandalo del Totonero-bis e vince gli spareggi salvezza.
  34. ^ Declassata per delibera della CAF dal 6º posto in quanto ritenuta colpevole di illecito nello scandalo di Calciopoli.
  35. ^ Parte con 11 punti di penalizzazione, poi ridotti a 3, per decisione del Giudice Sportivo perché colpevole di illecito nello scandalo di Calciopoli.
  36. ^ Vittorio Finizio, L'incontro Lazio-Virtus del 19602 è storicamente determinante: tutto cominciò quel giorno a Piazza d'Armi, Corriere dello Sport, dicembre 1961.
  37. ^ a b Lazio, la festa con le maglie della storia, su laziofamily.it. URL consultato il 2 giugno 2015.
  38. ^ Maglia S.S. Lazio 1900, su museodellemaglie.it. URL consultato il 30 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2013).
  39. ^ Come la Lupa capitolina (RIC V 329; MIR 36, 993j; RSC 474a), il cinghiale e il toro (CIL III, 6230; RIC, Septimius Severus, IV, 3; BMCRE p. 21; RSC 256), Minerva e l'ariete (Göbl MIR 988r) e così via.
  40. ^ Lazio, due scoperte eccezionali sullo stemma con l’aquila, su sololalazio.it. URL consultato il 25 marzo 2019.
  41. ^ Museo delle maglie della Lazio, su museodellemaglie.it. URL consultato il 6 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2014).
  42. ^ a b Stefano Olivari, L'aquila della Lazio, su guerinsportivo.it, 22 settembre 2020.
  43. ^ Sondaggio on line: vota il nome dell'Aquila, su sslazio.it (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2011).
  44. ^ Alberto Abbate, Il contratto di Olimpia un volo da 125 mila euro, su repubblica.it, 27 ottobre 2010.
  45. ^ L'8 luglio sarà Sant'Aquila, la Lazio ha il suo Santo Patrono, laziostory.it, 27 giugno 2018. URL consultato il 24 luglio 2018.
  46. ^ Domani sarà Sant’Aquila, la festa del Santo Patrono biancoceleste, sslazio.it, 7 luglio 2018. URL consultato il 9 luglio 2018.
  47. ^ Redazione Archistadia.it, Una mappa degli stadi della Lazio in 120 anni di storia - Archistadia, su archistadia.it. URL consultato il 9 gennaio 2021.
  48. ^ Lo Stadio della Rondinella (1914-1957), su sslaziomuseum.com. URL consultato il 6 giugno 2020.
  49. ^ Toschi, Livio, Quando l'Italia si scoprì Mondiale, Il Sole 24 Ore, 28 ottobre 2009. URL consultato il 21 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2010).
  50. ^ Stadio Olimpico — nuove tecniche di safety & security, su vigilfuoco.it. URL consultato il 21 gennaio 2010.
  51. ^ a b Profilo della società, su sslazio.it. URL consultato il 31 luglio 2016.
  52. ^ Bilancio intermedio consolidato 31 marzo 2009, su sslazio.it. URL consultato il 9 luglio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2009).
  53. ^ Guido De Angelis, Le maglie storiche della S.S. Lazio, Roma, Lazialità, 2010.
  54. ^ I segreti mai svelati della maglia del "Meno nove", su sslaziomuseum.com.
  55. ^ 1961/62, su sslaziomuseum.com.
  56. ^ a b Dalla maglia biancazzurra indossata, alla maglia prodotta. (Gradella Sport), su sslaziomuseum.com.
  57. ^ 1963/64, su sslaziomuseum.com.
  58. ^ a b c d e f g La Maglia, su sslaziomuseum.com.
  59. ^ 1978/79, su sslaziomuseum.com.
  60. ^ 1979/80, su sslaziomuseum.com.
  61. ^ 1980/81, su sslaziomuseum.com.
  62. ^ 1981/82, su sslaziomuseum.com.
  63. ^ 1986/87, su sslaziomuseum.com.
  64. ^ In campionato e nelle coppe nazionali.
  65. ^ a b Nelle coppe europee.
  66. ^ In campionato.
  67. ^ Nelle coppe nazionali.
  68. ^ In campionato e nelle coppe europee.
  69. ^ Nella stagione 2002-03, solo in Coppa Italia, è presente come unico sponsor ufficiale Cotonella in Empoli-Lazio del 19 dicembre 2002, Lazio-Bari del 15 gennaio 2003 e Bari-Lazio del 21 gennaio 2003, mentre è presente come unico sponsor ufficiale Compex in Lazio-Roma del 5 febbraio 2003 e Roma-Lazio del 16 aprile 2003.
  70. ^ Dalla 4ª giornata
  71. ^ Nelle coppe nazionali e dalla fase a gironi di Champions League.
  72. ^ In campionato, ad eccezione della finale di Supercoppa italiana Milan-Lazio del 21 agosto 2004, dove è Errebian, e della Coppa Italia e delle coppe europee, dove non è presente nessuno sponsor.
  73. ^ Nella stagione 2005-06, solo nelle coppe europee e dalla 1ª alla 6ª giornata di campionato, nessuno sponsor
  74. ^ In occasione della 2ª, 7ª, 8ª, 10ª e 11ª giornata, poi dalla 15ª alla 19ª, ancora dalla 21ª alla 24ª, ed infine alla 26ª, 28ª e 30ª giornata, e in occasione delle seguenti partite di Coppa Italia: Lazio-Napoli del 19 dicembre 2007, Napoli-Lazio del 17 gennaio 2008, Lazio-Fiorentina del 24 gennaio 2008 e Fiorentina Lazio del 30 gennaio 2008.
  75. ^ In occasione della 25ª, 27ª, 29ª e 31ª giornata, e dalla 34ª alla 38ª giornata, e in occasione della partita di Coppa Italia Inter-Lazio del 16 aprile 2008.
  76. ^ In occasione delle seguenti giornate di campionato: 1ª, dalla 3ª alla 6ª, 9ª, dalla 12ª alla 14ª, 20ª, 32ª e 33ª, e in occasione della partita di Coppa Italia Lazio-Inter del 7 maggio 2008, oltre che nelle coppe europee, nessuno sponsor
  77. ^ Ad eccezione di Lazio-Inter del 6 dicembre 2008, dove è PES 2009, Lazio-Roma dell'11 aprile 2009, dove è Groupama, e Lazio-Udinese del 10 maggio 2009 e Lazio-Reggina del 20 maggio 2009, dove è Cucciolone Algida.
  78. ^ In occasione di Lazio-Juventus del 12 settembre 2009 e Napoli-Lazio del 22 novembre 2009, e dalla 17ª alla 38ª giornata, e in occasione delle partite di Coppa Italia.
  79. ^ Ad eccezione della finale di Supercoppa italiana Inter-Lazio dell'8 agosto 2009, dove è “Roma ti aspetta”, e Catania-Lazio del 20 settembre 2009 e Lazio-Milan dell'8 novembre 2009, dove è Paideia.
  80. ^ In occasione delle seguenti giornate di campionato: 1ª, 2ª, dalla 5ª all'11ª e dalla 14ª alla 16ª, oltre che nelle coppe europee, nessuno sponsor.
  81. ^ Nella stagione 2010-11, ad eccezione di Lazio-Napoli del 14 novembre 2010 e Lazio-Genoa del 14 maggio 2011, dove è Paideia. Nella stagione 2011-12, ad eccezione di Lazio-Roma del 16 ottobre 2011, dove è Paideia, e Lazio-Parma del 6 novembre 2011, dove è Fondazione "Gabriele Sandri". Nella stagione 2012-13, ad eccezione di Lazio-Udinese del 27 novembre 2012, dove è “No Racism”, e Lazio-Inter del 15 dicembre 2012 e Lazio-Sampdoria del 12 maggio 2013, dove è Paideia. Nella stagione 2013-14, ad eccezione di Lazio-Udinese del 25 agosto 2013, dove è “We love football, We fight racism”, Milan-Lazio del 30 ottobre 2013, Bologna-Lazio dell'11 gennaio 2014 e Catania-Lazio del 16 febbraio 2014, dove è Lazio Style Channel, e Lazio-Roma del 9 febbraio 2014, dove è Paideia. Nella stagione 2014-15, ad eccezione di Lazio-Cesena del 14 settembre 2014, Lazio-Torino del 26 ottobre 2014, Lazio-Juventus del 22 novembre 2014 e Lazio-Napoli del 18 gennaio 2015, dove è Paideia, Chievo-Lazio del 29 novembre 2014, dove è AIL, e Roma-Lazio dell'11 gennaio 2015, dove è “Je suis Charlie”. Nella stagione 2015-16, ad eccezione della finale di Supercoppa italiana Juventus-Lazio dell'8 agosto 2015, dove è “La Lazio saluta Shanghai”, di Lazio-Juventus del 4 dicembre 2015, dove è "Giubileo 2015 Anno Santo della Misericordia", e di Inter-Lazio del 20 dicembre 2015, Milan-Lazio del 20 marzo 2016, Juventus-Lazio del 20 aprile 2016 e Lazio-Inter del 1º maggio 2016, dove è Paideia.
  82. ^ Dalla 34ª giornata, ad eccezione di Lazio-Juventus del 27 agosto 2016, dove è "Noi con voi", Palermo-Lazio del 27 novembre 2016, dove è "I love Norcia", Lazio-Roma del 4 dicembre 2016, dove è Paideia, e di Sassuolo-Lazio del 1º aprile 2017, dove è "Libera".
  83. ^ Back jersey sponsor in campionato e nelle coppe nazionali.
  84. ^ Co-sponsor in occasione di Lazio-Fiorentina del 26 novembre e Inter-Lazio del 30 dicembre 2017.
  85. ^ Back jersey sponsor in campionato e nelle coppe nazionali, ad eccezione della finale di Coppa Italia Atalanta-Lazio del 15 maggio 2019, dove è Igea Banca.
  86. ^ Sleeve sponsor in occasione di Lazio-Juventus del 27 gennaio 2019 e Lazio-Roma del 2 marzo 2019 e, in Coppa Italia, in occasione di Lazio-Milan del 26 febbraio 2019 e Milan-Lazio del 24 aprile 2019.
  87. ^ Nella stagione 2019-20, ad eccezione della finale di Supercoppa italiana Juventus-Lazio del 22 dicembre 2019, dove è “Lazio Eternal Wonders”. Nella stagione 2020-21, ad eccezione di Lazio-Napoli del 20 dicembre 2020, dove è World Food Programme.
  88. ^ Sleeve sponsor dalla 27ª giornata del campionato 2019-20, ad eccezione di Lazio-Roma del 1º settembre 2019 e Lazio-Juventus del 7 dicembre 2019, dove è Paideia.
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