Destra sociale
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La destra sociale rappresenta l'insieme delle dottrine che nell'ambito della destra e dell'estrema destra coniugano la propaganda per la giustizia sociale, la tradizione, la gerarchia e l'organicità, il comunitarismo o il nazionalismo e le altre istanze tipiche della destra tradizionale europea. Esse spaziano dalla nuova economia sociale di mercato alla socializzazione dell'economia, passando per il comunitarismo, il corporativismo, l'economia post-keynesiana e forme ibride del cosidetto socialismo nazionale. Le dottrine riconducibili alla destra sociale vengono comunemente classificate nell'insieme delle ideologie dette "terza via", alternative nelle loro forme radicali al socialismo ed al capitalismo. Sono state criticate da numerosi intellettuali sia liberali sia socialisti o comunisti, i quali definiscono la destra sociale come un demagogismo politico vicino al fascismo se non identificato con esso o un suo sottoinsieme.
Posizioni[modifica | modifica wikitesto]
È alquanto tollerante nei confronti dell'intervento statale nell'economia, finalizzato alla correzione del liberismo puro, in favore delle classi disagiate. Nel suo ramo estremo invece punta all'annullamento del disagio appianando le differenze economiche, realizzabile unicamente mediante la "socializzazione".[1]
Si caratterizza inoltre per una visione comunitaria, nell'ambito della quale si ritiene che per dare slancio alla comunità nazionale sia innanzitutto necessario valorizzare nella sua azione l'identità nazionale (condividendo alcuni valori del conservatorismo nazionale), i valori della famiglia, dei corpi intermedi (quali associazioni, gruppi politici, ordini professionali) e delle comunità locali, compiendo scelte di carattere economico e sociale basate sui principi della partecipazione e della solidarietà. Essa ritiene che l’individuo si formi e si realizzi compiutamente nell'ambito delle relazioni, in particolare in quelle non utilitariste - prima fra tutte la politica - che riesce a intrecciare nei diversi ambiti in cui dispiega la sua esistenza.
La cultura comunitaria ritiene che l'individuo che completi la propria realizzazione da “persona umana”, come “essere che vive con e per gli altri”, nel contesto della cultura del suo popolo e della sua comunità locale e nazionale.
Secondo Marcello Veneziani il comunitarismo è: “il senso del radicamento in un orizzonte sociale e culturale avvertito come orizzonte comune, plurale e significativo. Comunitario è chi assegna valore all'identità, alla provenienza, dunque all'origine; e alle vie che conducono alle radici, come le tradizioni. Comunitario è chi assegna valore al legame sociale, religioso, familiare, nazionale, che non vive come vincolo ma come risorsa. Comunitario è chi ritiene che ogni Io abbia un luogo originario o eletto, che avverte come patria. Il comunitario infine è colui che assegna importanza al comune sentire, ai riti, le usanze e i costumi di un popolo”.
In politica estera si riscontrano due visioni, l'una tradizionalmente antiamericanista e antisionista, e l'altra più recente e antislamista che sembra invece meglio inserita nelle attuali dinamiche geopolitiche occidentali, filo-statunitensi[2][3].
In Italia[modifica | modifica wikitesto]
Le ideologie considerabili provenienti da una matrice di destra sociale sono sorte a partire dal XX secolo in Europa. Tali idee, come il socialismo nazionale e il nazionalismo rivoluzionario, si proposero di trasformare la società in senso più socialmente egualitario e legato al concetto di nazione.
In questo senso, in Italia emersero le esperienze del sansepolcrismo, del fascismo sociale (Carta del Lavoro, sindacalismo fascista, legislazione sociale fascista), legate anche agli aspetti rivoluzionari e anticapitalisti,[4][5] che puntavano ad un cambiamento della società in senso maggiormente spirituale, razionalmente egualitario, e pauperistico, nell'ambito della ricerca della "terza via".
È per la fiscalità monetaria proposta dal poeta Ezra Pound e successivamente dal professor Giacinto Auriti.[6]
Pur avendo un fondamento laico ed annoverando tra le proprie file anche aderenti atei, la destra sociale riconosce i valori solidaristici cattolici nella storia dell'Europa e del suo popolo,[7] con particolare riferimento alle encicliche sociali come la Rerum Novarum e Quadragesimo Anno,[8] li concilia con le tradizioni pre-cristiane locali e rispetta qualunque credo religioso che non contrasti con la cultura nazionale ed accomuni gli uomini nella loro ricerca di una spiritualità trascendente. All'interno delle varie formazioni riconducibili alla destra sociale si riscontrano inoltre tentativi di recupero delle fedi native dei popoli europei nelle loro varianti neo-pagane e neo-gnostiche.
Partiti politici[modifica | modifica wikitesto]
Nella cosiddetta Prima Repubblica le istanze della destra sociale erano prevalentemente rappresentate da alcuni componenti del Movimento Sociale Italiano[9], diviso in varie correnti: quella più filo-borghese e filo-americana rappresentata da Arturo Michelini, quella più a "sinistra" sui temi economici e politici rappresentata da Pino Romualdi e poi anche da Pino Rauti. La sintesi di queste due correnti fu Giorgio Almirante, che trovò nel nazionalismo, nel corporativismo, nel presidenzialismo, nell'anti-regionalismo e nei richiami alla socializzazione, i temi capaci di unire le singole componenti.[10][11][12] Secondo Massimo Scalfati, invece, Almirante portò l'MSI verso una deriva borghese e conservatrice[13] che causò l'abbandono di alcuni esponenti che facevano riferimento alla destra sociale, o la loro espulsione[14]; nonostante ciò, trovarono spazio nel MSI esponenti come Beppe Niccolai e Giano Accame che, nello stesso periodo del revisionismo ideologico del PSI di Bettino Craxi, teorizzarono il cosiddetto socialismo tricolore[15]. La linea del MSI di Almirante fu comunque contraria alla teoria rautiana dello "sfondamento a sinistra", che avrebbe portato ad un abbandono della posizione anticomunista per contendere alla sinistra il suo elettorato su temi come ambientalismo, antiamericanismo, un atteggiamento più aperto alle sfide di un mondo in evoluzione e un maggiore anti-capitalismo, elemento comunque presente nei programmi sociali del MSI, sebbene ancora orientati verso schemi considerati dal mondo giovanile troppo istituzionali o ingessati. E soprattutto uno degli elementi di frizione maggiore fu l'idea dei giovani della Nuova Destra di andare oltre gli schemi di destra e sinistra, di aprire al dialoghi con mondi culturali opposti come quello socialista o comunista.[senza fonte]
In particolar modo, nel 1985 sulla crisi di Sigonella il partito si divise in due fazioni. Un'ala, più legata alla divisione Occidente-Oriente, caratterizzata da un anticomunismo intransigente che considerava l'Oriente filo-sovietico[16], era capeggiata dai moderati Mirko Tremaglia e Filippo Berselli, col segretario Almirante sulla linea "alleati sì, servi mai". La seconda ala, più di "sinistra" e filo-palestinese, era invece guidata da Pino Rauti, Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse e Beppe Niccolai. Quest'ultimo convinse il comitato centrale missino ad emanare un comunicato a sostegno del presidente del Consiglio Bettino Craxi[17][18].
Nel 1990, prima che iniziasse la Guerra del Golfo, Gianfranco Fini andò a portare prima tutto il suo appoggio a Saddam Hussein e poi a Slobodan Milošević, denunciando apertamente l'imperialismo occidentale nell'intento di sottrarre consensi al segretario di allora Pino Rauti, esponente dell'ala più a sinistra del partito.[19][20] In seguito sulla guerra del Golfo la linea dell'opposizione guidata da Fini cambió a favore dell'intervento in Iraq, sino a mettere la segreteria Rauti-Mennitti(del tutto sfavorevole) in minoranza.
Nella cosiddetta Seconda Repubblica il MSI diventa Alleanza Nazionale, cercando di arginare l'antiamericanismo ed incorporando idee sempre più liberali in tema economico, fino a confluire nel partito berlusconiano Il Popolo della Libertà (dopo le esperienze elettorali del Polo del Buon Governo, del Polo per le Libertà e della Casa delle Libertà). All'interno di AN si distinse la corrente destra sociale guidata da Francesco Storace e Gianni Alemanno. Nel frattempo, un tentativo di ricostruire una forza politica più attinente al defunto MSI fu prima il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, fondato da Pino Rauti, nel 1995, in dissenso con la Svolta di Fiuggi, poi dalla lista Alternativa Sociale guidata da Alessandra Mussolini, dopo aver abbandonato Alleanza Nazionale, che includeva Forza Nuova, Fronte Nazionale, Azione sociale e, per un certo periodo, anche il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, ma la coalizione non avrà successo e si scioglierà nel 2006. Sarà poi il turno de La Destra di Francesco Storace, scioltasi anch'essa. Nel 2009 Luca Romagnoli dà vita all'associazione culturale Destra Sociale.
Nel 2012 un gruppo di parlamentari guidati da Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Guido Crosetto fuoriescono dal Popolo delle Libertà per fondare Fratelli d'Italia, movimento politico a cui la fondazione Alleanza Nazionale concederà l'uso del simbolo che fu del partito. Il movimento che adotta come simbolo la fiamma tricolore, storico simbolo dell'M.S.I., si pone come erede diretto di quella tradizione politica. Nel 2019 il Movimento Nazionale per la Sovranità aderisce a FdI e CasaPound annuncia la cessazione della sua attività elettorale non candidandosi più alle future elezioni.
All'interno della coalizione di centro-destra si distinguono: Fratelli d'Italia che si pone alla destra della macroarea, con il sostegno alla economia sociale di mercato, e la Lega che mostra da una parte un'ala liberale, che vede in Giancarlo Giorgetti uno dei suoi principali rappresentanti, e dall'altra parte un'ala più statalista e post-keynesiana ma comunque contraria ad aumenti di tasse (e favorevole alla flat tax) che vede tra i suoi rappresentanti gli economisti Claudio Borghi e Alberto Bagnai. Per quanto concerne la destra extraparlamentare sia Forza Nuova che CasaPound sostengono il corporativismo ma si distinguono in quanto in FN è possibile riscontrare maggiormente istanze provenienti dal socialismo nazionale, mentre in CPI è prevalente la presenza di idee del comunitarismo. Mentre la Lega mostra posizioni più euroscettiche, Fratelli d'Italia, pur criticando la struttura economicistica e anti-sociale o anti-nazionale dell'Unione europea, auspica una svolta in senso confederale della stessa che tenga conto dei valori legati alla tradizione e alle radici greco-romane e cristiane dell'Europa e porti all'approntamento di una politica estera di comune interesse europeo ed indipendente ma sempre tenendo in primo conto la sovranità economica e politica della "Patria", identificata come unico argine alla "globalizzazione senza regole"[21][22]
Non mancano in FdI le critiche alla globalizzazione, considerata lesiva per gli interessi nazionali italiani e per le piccole e medie imprese, data la concorrenza sleale di colossi americani e cinesi, sia del web e social che non, come Amazon, Alibaba, Facebook e Twitter, chiedendo l'introduzione di tasse italiane ed europee[23]
Attualmente la destra sociale è rappresentata da:
- CasaPound Italia
- Forza Nuova
- Fronte Nazionale
- Movimento Idea Sociale
- Movimento Sociale Fiamma Tricolore[24]
A livello giovanile si distinguono:
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ STATO CORPORATIVO E CORPORATIVISMO, su Studio Bugelli Commercialista, 7 giugno 2012. URL consultato il 12 gennaio 2017.
- ^ Studenti di destra aggrediti Il rettore Franzini alza la voce, su ilGiornale.it, 13 dicembre 2019. URL consultato il 14 agosto 2021.
- ^ Jobs Act/ A proposito di destra sociale e destra liberale, su Destra.it, 24 dicembre 2014. URL consultato il 14 agosto 2021.
- ^ La destra sociale da Salò a Tremonti. Intervista a Guido Caldiron, su temi.repubblica.it.
- ^ Quando la Destra voleva cambiare l’Italia. Lo speciale di Nova Historica, su Destra.it, 27 novembre 2019. URL consultato il 14 agosto 2021.
- ^ Auriti, Giacinto, Il paese dell'utopia. La risposta alle cinque domande di Ezra Pound, Tabula Fati, Chieti, 2002. ISBN 88-87220-36-0
- ^ Renato Manusardi, La destra Identitaria dal 1915 al 2007, su laDestraNews.it. URL consultato il 25 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).
- ^ SCONTRO A DESTRA TRA COLLETTI E ACCAME, in la Repubblica, 13 giugno 1996.
- ^ https://www.secoloditalia.it/2019/01/ci-voleva-di-maio-per-ricordare-che-il-msi-ebbe-unanima-sociale/
- ^ La lettera. Il Msi aveva visto giusto votando contro l’istituzione delle Regioni, su Barbadillo, 22 ottobre 2017. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ Cento anni di Giorgio Almirante, su TuttoStoria. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ È l'ora del presidenzialismo, su Destra.it, 21 aprile 2013. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/05/22/la-parabola-della-destra-sociale.html
- ^ https://www.secoloditalia.it/2016/11/tarchi-la-voce-della-fogna-che-scosse-il-msi-ecco-perche-fui-mandato-via/
- ^ IL SOCIALISMO TRICOLORE: ATTUALITA' DI UN PROGETTO MANCATO, su centro-destra.it.
- ^ Il saggio. La questione arabo-israeliana e il Msi filo-occidentalista negli anni 1967-73 – Barbadillo, su www-barbadillo-it.cdn.ampproject.org. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ Beppe Niccolai fascista di sinistra, su beppeniccolai.org. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ TRA NAZIONALISMO E FILOATLANTISMO SCONTRO NEL MSI DI ANIME DIVERSE, in la Repubblica, 30 ottobre 1985. URL consultato il 14 maggio 2021.
- ^ A CASA ALTRI QUATTORDICI ITALIANI, in la Repubblica, 23 novembre 1990. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ ESTATE ' 91: BLITZ MISSINO IN SERBIA, in la Repubblica, 22 aprile 1994. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ Spagna, Meloni: La patria è ultimo argine a deriva mondialista e globalizzazione senza regole, difenderla vuol dire difendere la libertà, su Fratelli d'Italia, 2 ottobre 2017. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ Meloni presidente dell’Ecr: “Non voglio uscita da Ue né prostrarmi in ginocchio, sono la terza via”, su Fanpage, 30 settembre 2020. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ Coronavirus, Meloni: Colossi web paghino tasse in base al numero di accessi nelle loro piattaforme, su Giorgia Meloni, 18 maggio 2020. URL consultato l'11 dicembre 2020.
- ^ Comunicato Stampa, Congresso nazionale 'Fiamma Tricolore': parte dalla Calabria la rifondazione del Movimento Sociale, su CityNow, 11 ottobre 2019. URL consultato il 14 agosto 2021.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Drieu La Rochelle, Socialismo fascista, Roma, EGE, 1973.
- Anthony Galatoli Landi, Mussolini e la rivoluzione sociale, Roma, Istituto studi corporativi, 1986.
- Luca L. Rimbotti, Il fascismo di sinistra, Roma, Settimo Sigillo, 1989.
- Giano Accame, Il fascismo immenso e rosso, Roma, Settimo Sigillo, 1990.
- Giano Accame, La destra sociale, Roma, Settimo Sigillo, 1996.
- Giuseppe Parlato, La sinistra fascista: storia di un progetto mancato, Bologna, Il Mulino, 2000.
- Gianni Alemanno, Intervista sulla destra sociale, Roma, Marsilio editore, 2002.
- Adalberto Baldoni, Destra senza veli 1946-2017. Storia e retroscena dalla nascita del Msi ad oggi, Fergen, 2017.