Vincenzo D'Amico

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Vincenzo D'Amico
D'Amico capitano della Lazio nella stagione 1985-1986
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 172[1] cm
Peso 70[1] kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista, attaccante)
Termine carriera 1988 - giocatore
Carriera
Giovanili
1964-1969 Cos Latina
1969-1970ALMAS
1970-1971Lazio
Squadre di club1
1971-1980Lazio155 (16)
1980-1981Torino26 (1)
1981-1986Lazio121 (24)
1986-1988Ternana56 (20)
Nazionale
1972-1973Bandiera dell'Italia Italia U-1810 (0)
1973Bandiera dell'Italia Italia U-231 (0)
1974-1975Bandiera dell'Italia Italia B7 (1)
1976Bandiera dell'Italia Italia militare4 (3)
Carriera da allenatore
19??-19??Bandiera non conosciuta Pantheon TravelGiovanili
19??-19??LazioGiovanili
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Vincenzo D'Amico (Latina, 5 novembre 1954Roma, 1º luglio 2023) è stato un calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano, di ruolo centrocampista o attaccante.

Ha vinto uno scudetto nel 1974 con la maglia della Lazio, squadra di cui è considerato una bandiera[2][3][4].

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

D'Amico in allenamento alla Lazio a metà degli anni 1970 con il tecnico Maestrelli.

Centrocampista di spiccate attitudini offensive[5], veniva impiegato in appoggio agli attaccanti, come mezzapunta[5][6] oppure ala[2]. Grazie alle proprie qualità tecniche, era un abile uomo-assist[5] nonché esecutore di calci di punizione[7].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Gli esordi e l'arrivo alla Lazio[modifica | modifica wikitesto]

Dopo gli esordi nel Cos Latina[8] e nelle giovanili dell'Almas Roma[6], nel 1970 passa alla Lazio, portato dall'osservatore Carlo Galli[6]. Utilizzato come mezzala nella Primavera[6], partecipa anche al Campionato De Martino segnalandosi tra i migliori elementi delle giovanili[9]. Nella stessa annata entra saltuariamente nel giro della prima squadra, allenata dall'argentino Juan Carlos Lorenzo[10].

Un giovane D'Amico agli esordi con la Lazio nella stagione 1973-1974

Nella stagione successiva fa il suo esordio con le Aquile, non ancora diciottenne, il 21 maggio 1972 nella vittoria interna sul Modena, giocando come ala sinistra[11]. Il 5 ottobre successivo, nel corso di un'amichevole a Rieti, subisce un infortunio ai legamenti del ginocchio[5][12], che lo costringe a saltare l'intero campionato 1972-1973.

Una volta ristabilito debutta in Serie A il 14 ottobre 1973 in Lazio-Sampdoria (1-0), diventando titolare nella formazione allenata da Tommaso Maestrelli che lo preferisce al più esperto Pierpaolo Manservisi[13], con il compito di assistere il centravanti Giorgio Chinaglia[14]. Nel contesto di una squadra divisa in clan, D'Amico mantiene una posizione neutrale[15], sotto la diretta tutela di Maestrelli e del capitano Giuseppe Wilson[16] dovuta alla giovane età. Alla sua prima stagione completa tra i titolari totalizza 27 presenze con due reti (tra cui una nel derby di ritorno, contro la Roma[5]); vince lo scudetto e viene premiato come miglior giovane del campionato[17].

Nelle annate successive offre un rendimento discontinuo, anche a causa di uno stile di vita poco professionale[5], e perde il posto a favore di Roberto Badiani[2]; nel settembre 1977 subisce un nuovo infortunio, questa volta di tipo muscolare, nella partita di Coppa UEFA contro il Boavista[18], e le presenze in campionato sono in tutto 9. Torna stabilmente titolare a partire dall'anno successivo, sotto la guida di Bob Lovati[2], e sul finire del campionato 1979-1980 diventa capitano della squadra, dopo le vicende legate al calcioscommesse che privano la Lazio di quattro titolari[19]; nel contesto di una formazione composta prevalentemente da giovani del vivaio[19] contribuisce alla salvezza dei biancocelesti, poi vanificata dalla sentenza del giudice sportivo.

La parentesi al Torino[modifica | modifica wikitesto]
D'Amico al Torino nel 1980

Nel giugno 1980 D'Amico viene ceduto dalla Lazio, contro la volontà dello stesso giocatore[20]; l'operazione, avallata dal nuovo allenatore laziale Ilario Castagner[21], era dettata dalle difficoltà finanziarie della società[2][4]. Si trasferisce al Torino, in cambio di 300 milioni e della comproprietà di Giuseppe Greco[22]; nella formazione granata, allenata da Ercole Rabitti, eredita il ruolo di fantasista di fascia appartenuto a Claudio Sala[23].

Disputa un campionato altalenante e inferiore alle attese[24]; dopo la sostituzione di Rabitti con Romano Cazzaniga viene talvolta escluso dalla squadra, a favore di un assetto più coperto[25], e sul finire di stagione chiede di tornare alla Lazio[26]. Con la maglia del Torino totalizza 26 presenze e una rete in campionato, a cui si aggiungono nove presenze e quattro reti in Coppa Italia (competizione nella quale i granata vengono sconfitti in finale dalla Roma) e sei presenze con due reti in Coppa UEFA[27].

Il ritorno alla Lazio, gli ultimi anni alla Ternana[modifica | modifica wikitesto]
D'Amico in azione in maglia biancoceleste nella stagione 1984-1985

Nel 1981 ritorna alla Lazio per 600 milioni di lire[28], accettando di giocare in Serie B. I biancocelesti, partiti con l'obiettivo della promozione, ottengono invece la salvezza solo nelle ultime giornate[5]; D'Amico contribuisce con dieci reti in trenta partite (miglior marcatore della squadra[2]), tra cui la tripletta messa a segno alla penultima giornata, decisiva ai fini della salvezza, che permette di rimontare il Varese[2][5][4].

Nella stagione successiva, grazie anche ai rientri di Bruno Giordano e Lionello Manfredonia, ottiene con la Lazio la promozione in Serie A, cui fa seguito la salvezza nel campionato 1983-1984: a causa dell'infortunio di Giordano, viene utilizzato come finto centravanti formando con il danese Michael Laudrup la coppia d'attacco[5], e segna sette reti, con una doppietta nel derby pareggiato contro la Roma del 26 febbraio 1984[5]. Rimarrà alla Lazio fino al campionato di Serie B 1985-1986, nel quale disputa solo dieci partite, limitato da problemi fisici e dall'impiego del giovane talento Francesco Dell'Anno nel suo ruolo[2][5]; chiude la propria esperienza con i capitolini con 276 presenze e 40 reti in campionato, e 338 presenze complessive tra campionato e coppe, che ne facevano all'epoca il terzo giocatore con più presenze in maglia biancoceleste dopo Pino Wilson e Aldo Puccinelli[2].

Da destra: D'amico capitano della Ternana nel 1988 insieme ai compagni di squadra Coppola e Di Vincenzo.

Nel 1986 passa alla Ternana in Serie C2. Con gli umbri, di cui diventa capitano[7], gioca le sue due ultime stagioni: nella prima, allenato dall'ex compagno di squadra laziale Mario Facco, D'Amico mette a segno 13 gol che non bastano alla formazione rossoverde per ottenere la promozione (nonostante i favori della vigilia[29]); nella seconda, invece, la squadra si salva, nel contesto di una grave crisi societaria[29], e D'Amico realizza altre 7 reti.

In carriera ha totalizzato complessivamente 227 presenze e 26 reti in Serie A e 75 presenze e 15 reti in Serie B.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Convocato nella nazionale Juniores già a partire dal 1971[30], colleziona in seguito una presenza nella nazionale Under-23, nel 1973, e sette nella nazionale B[31].

D'Amico in azione con la nazionale Under-23 nel 1976

Non riuscirà mai a indossare la maglia della nazionale maggiore, anche a causa di incomprensioni di natura tattica con il commissario tecnico Enzo Bearzot[7][32] e per la concorrenza di Franco Causio e Claudio Sala[5]. Viene convocato per la prima e unica volta nel settembre 1980, in vista delle partite contro il Lussemburgo e la Danimarca[8], senza scendere in campo; a causa di ciò, nel dicembre successivo attacca il CT, reo di averlo escluso senza spiegazioni[32].

Allenatore e dirigente[modifica | modifica wikitesto]

Per alcuni anni allena a livello giovanile, nella Pantheon Travel (squadra minore romana)[33] e poi nella Lazio[34], di cui nel 1999 diventa osservatore[35].

Dal 2007 al 2009 guida la rinascita del calcio nella sua città natale ricoprendo l'incarico di presidente della Virtus Latina[36]. Lascia nel 2009, con la fusione delle due compagini latinensi, che portano alla nascita del Latina, per andare a ricoprire l'incarico di direttore generale dell'Adrano, compagine siciliana militante nel campionato di Serie D[37].

Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Parallelamente all'attività di dirigente inizia quella di commentatore sportivo in varie emittenti locali fino a quando, nel 1999, passa alla Rai come commentatore tecnico;[38] partecipa a diverse trasmissioni tra cui Stadio Sprint, La grande giostra del gol su Rai International, 90º minuto[39] e Maxinho do Brazil. Interviene inoltre nel programma televisivo Goal di notte, in onda su T9[40][41], e interviene varie volte nel corso della settimana, come opinionista, nelle programmazioni radiofoniche delle emittenti romane Radiosei e Radio Incontro Olympia; in entrambe le trasmissioni, commenta le prestazioni della Lazio.

Nel maggio 2023 rivela di essere malato di cancro[42]; a distanza di qualche settimana, il 1º luglio, muore a Roma all'età di 68 anni[43]. Nei giorni seguenti, nella Capitale viene allestita una prima camera ardente in Campidoglio, e quindi celebrato un primo funerale nella chiesa della Gran Madre di Dio; una seconda camera ardente viene allestita presso il museo civico Duilio Cambellotti nella natìa Latina, e quindi celebrato un secondo funerale nella locale chiesa parrocchiale di Santa Maria Goretti[44]. Nella stessa Latina trova sepoltura.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Presenze e reti nei club[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1971-1972 Bandiera dell'Italia Lazio B 1 0 CI 6 1 - - - - - - 7 1
1972-1973 A 0 0 CI 0 0 - - - - - - 0 0
1973-1974 A 27 2 CI 6 0 CU 3 0 - - - 36 2
1974-1975 A 26 0 CI 4 1 - - - - - - 30 1
1975-1976 A 22 4 CI 8 2 CU 1 0 - - - 31 6
1976-1977 A 17 2 CI 4 1 - - - - - - 21 3
1977-1978 A 9 2 CI 2 1 CU 3 0 CE 0 0 14 3
1978-1979 A 25 2 CI 3 0 - - - - - - 28 2
1979-1980 A 28 4 CI 5 1 - - - - - - 33 5
1980-1981 Bandiera dell'Italia Torino A 26 1 CI 9 4 CU 6 2 TC 1 0 42 7
1981-1982 Bandiera dell'Italia Lazio B 30 10 CI 3 0 - - - - - - 33 10
1982-1983 B 34 4 CI 4 1 - - - - - - 38 5
1983-1984 A 25 7 CI 5 1 - - - - - - 30 8
1984-1985 A 22 2 CI 3 1 - - - - - - 25 3
1985-1986 B 10 1 CI 2 1 - - - - - - 12 2
Totale Lazio 276 40 55 11 7 0 0 0 338 51
1986-1987 Bandiera dell'Italia Ternana C2 27 13 CI-C 6[45] 3[45] - - - - - - 33 16
1987-1988 C2 29 7 CI-C 4[46] 0[46] - - - - - - 33 7
Totale Ternana 56 20 10 3 - - - - 66 23
Totale carriera 358 61 74 18 13 2 1 0 446 81

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]
Lazio: 1973-1974
Altre competizioni[modifica | modifica wikitesto]
Lazio: 1970-1971
Lazio: 1973-1974

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, Vol. 1 (1984-1985), Panini, 7 maggio 2012, p. 40.
  2. ^ a b c d e f g h i Vincenzo D'Amico Archiviato il 17 dicembre 2012 in Internet Archive. Golcalcio.it
  3. ^ Parla D’Amico, la bandiera di sempre: "Grande Ledesma, Mauri e Candreva da applausi", su lenovae.it, 28 novembre 2012. URL consultato il 1º luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  4. ^ a b c Marco Gaetani, Vincenzo D'Amico, bandiera silenziosa, su ultimouomo.com, 4 luglio 2023.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l I nostri personaggi, la nostra storia: Vincenzo D'Amico Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive. Sslaziofans.it
  6. ^ a b c d 'E io su quei campi mi son fatto le ossa', in la Repubblica, 1º febbraio 1998.
  7. ^ a b c L'ultima incompiuta di Vincenzo D'Amico, su sodaliziolazio.com. URL consultato il 3 luglio 2023.
  8. ^ a b D'Amico e Bruno Conti in anticamera, La Stampa, 8 ottobre 1980, p. 20
  9. ^ Catapano: "Lorenzo farà il miracolo", Corriere dello Sport, 23 gennaio 1971, p. 12
  10. ^ Stellone, D'Amico e Masuzzo stelle laziali al "Nistri", Corriere dello Sport, 19 giugno 1971, p. 9
  11. ^ Due "penalty" di Chinaglia per avere ragione del Modena Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità, 22 maggio 1972, p. 9
  12. ^ D'Amico grave infortunio al ginocchio. Tornerà in campo (forse) tra due mesi, Corriere dello Sport, 6 ottobre 1972, p. 1
  13. ^ Se 8 vittorie vi sembran poche, in la Repubblica, 1º febbraio 1999.
  14. ^ Calcio, morte Chinaglia; D'Amico, in apparenza burbero, era un buono Repubblica.it
  15. ^ Couto, il mal di panchina, in la Repubblica, 27 febbraio 1999.
  16. ^ Vincenzo Di Michele, Pino Wilson Vero capitano d'altri tempi, Fernandel
  17. ^ Marco Sappino, Dizionario del calcio italiano, Baldini&Castoldi, 2000, p. 2086.
  18. ^ Valanga sul Boavista: 5-0 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità, 29 settembre 1977, p. 12
  19. ^ a b Gran gol del «capitano». La Lazio-giovane esulta Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità, 31 marzo 1980, p. 11
  20. ^ D'Amico, tanta classe e qualche dubbio, La Stampa, 30 giugno 1980, p. 11
  21. ^ D'Amico: «Finalmente lotto per lo scudetto», La Stampa, 11 luglio 1980, p. 10
  22. ^ D'Amico al Torino, la Fiorentina punta su Rossi, La Stampa, 29 giugno 1980, p. 20
  23. ^ D'Amico al Torino: Sala ha trovato in me l'erede, La Stampa, 11 luglio 1980, p. 11
  24. ^ D'Amico è l'immagine dei problemi del Torino, La Stampa, 3 aprile 1981, p. 20
  25. ^ Per Torino-Juventus pronto il piano-sicurezza[collegamento interrotto], l'Unità, 12 marzo 1981, p. 16
  26. ^ D'Amico adesso spera di tornare alla Lazio, La Stampa, 21 maggio 1981, p. 21
  27. ^ Statistiche D'Amico Vincenzo, su archiviotoro.it. URL consultato il 1º luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  28. ^ Ultimi colpi: D'Amico alla Lazio e Vierchowod (prestito) in viola Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità, 16 luglio 1981, p. 12
  29. ^ a b L'onta del fallimento Ternanacalcio.com
  30. ^ Ingrassia e D'Amico "spopolano" a Coverciano, Corriere dello Sport, 26 febbraio 1971, p. 10
  31. ^ Almanacco illustrato del calcio 2007, Panini, p. 596
  32. ^ a b «L'azzurro non m'interessa», La Stampa, 17 dicembre 1980, p. 10
  33. ^ Moretti, primi calci a cinque anni per il mancino diventato cavaliere, in la Repubblica, 4 luglio 2009.
  34. ^ Per la quarta volta è derby ma stavolta è favorita la Roma, in la Repubblica, 9 febbraio 1998.
  35. ^ Sogno un gol da Supercoppa, in la Repubblica, 25 agosto 1999.
  36. ^ I Presidenti dell'U.S. Latina Calcio Archiviato il 24 novembre 2012 in Internet Archive. Uslatinacalcio.it
  37. ^ D'Amico direttore generale dell'Adrano Archiviato l'8 marzo 2016 in Internet Archive. Laziofamily.com
  38. ^ Vincenzo D'Amico, su Mobile.international.rai.it. URL consultato il 5 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  39. ^ Parola di ex, Fascetti: «Penso ancora a quel brutto finale...» Archiviato il 14 luglio 2014 in Internet Archive. Corriereirpinia.it
  40. ^ Invito a cena con Ronaldo, la Repubblica, 6 maggio 1998, p. 6 - sez. Roma
  41. ^ Agostinelli da Goal di Notte lancia accuse alla stampa napoletana, su tuttonapoli.net. URL consultato il 3 luglio 2023.
  42. ^ D'Amico, annuncio drammatico: "Ho il cancro, sto provando a lottare", su gazzetta.it, 6 maggio 2023.
  43. ^ È morto Vincenzo D'Amico, il talento della Lazio scudetto '74 era malato di cancro, su gazzetta.it, 1º luglio 2023.
  44. ^ Enrico Sarzanini, D'Amico, camera ardente e funerali sia a Roma sia nella sua Latina, su leggo.it, 3 luglio 2023.
  45. ^ a b Coppa Italia 1986-1987 Databaserossoverde.it
  46. ^ a b Coppa Italia 1987-1988 Databaserossoverde.it

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