Stadio Olimpico (Roma)
Stadio Olimpico | |
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Informazioni generali | |
Stato | ![]() |
Ubicazione | Viale dei Gladiatori, I-00135 Roma |
Inizio lavori | 1937 |
Inaugurazione | 1953 |
Costo | 3 400 000 000 L |
Ristrutturazione | 1989-1990 |
Costi di ricostr. | 212 000 000 000 L |
Proprietario | Comitato olimpico nazionale italiano |
Gestore | Sport e Salute |
Progetto |
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Prog. strutturale |
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Costruttore |
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Informazioni tecniche | |
Posti a sedere | 70 634 |
Classificazione | categoria 4 UEFA |
Struttura | Pianta ovale, struttura in cemento armato |
Copertura | Totale |
Pista d’atletica | 9 corsie |
Mat. del terreno | tappeto erboso |
Dim. del terreno | 105 × 68 m |
Area dell’edificio | 33 500 m² |
Uso e beneficiari | |
Calcio | |
Rugby a 15 | ![]() |
Atletica leggera | Golden Gala |
Mappa di localizzazione | |
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Lo stadio Olimpico è un impianto sportivo polifunzionale italiano di Roma, che sorge presso il complesso del Foro Italico, alle pendici di Monte Mario, nel settore nord-occidentale della città.
Ideato nel 1927 e originariamente noto come stadio dei Cipressi, nacque su progetto di Enrico Del Debbio, per poi essere ripreso nel 1937 da Luigi Moretti e usato come quinta scenica dei giochi del periodo fascista; abbandonato durante la guerra e utilizzato come autoparco dalle truppe alleate, nel 1949 ne fu deciso dal CONI, suo proprietario, il completamento a cura di Annibale Vitellozzi, che lo ultimò nel 1953; all'epoca noto come stadio dei Centomila per via della capienza che si aggirava intorno ai 100.000 posti, fu ribattezzato stadio Olimpico dopo l'assegnazione a Roma dei Giochi olimpici del 1960.
Ospita fin dall'inaugurazione, avvenuta il 17 maggio 1953, gare di calcio, atletica leggera e altri sport, oltre a eventi extrasportivi come concerti e rappresentazioni sceniche. Dal 1953, salvo brevissime interruzioni dovute a lavori di ristrutturazione, ospita gli incontri interni delle due maggiori squadre calcistiche professionistiche della Capitale, la Roma e la Lazio ; ospita regolarmente anche riunioni e competizioni ufficiali di atletica leggera, come il Golden Gala dal 1980, i campionati europei di atletica leggera del 1974 e quelli mondiali del 1987.
Fin dalla sua apertura, inoltre, ha ospitato, sebbene saltuariamente, anche incontri internazionali di rugby a 15, per poi divenire definitivamente impianto interno della Nazionale per le gare del torneo Sei Nazioni[1][2], dopo l'abbandono da parte della FIR dello stadio Flaminio.
È uno dei quattro stadi italiani (assieme all'Olimpico Grande Torino e all'Allianz Stadium, entrambi di Torino, e al Giuseppe Meazza di Milano) a rientrare nella categoria 4 UEFA, cioè quella con maggior livello tecnico.
Nel 2019 la gestione dello stadio è passata a Sport e salute S.p.A., società interamente partecipata dal MEF.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
1932: il Foro Mussolini e lo stadio dei Cipressi[modifica | modifica wikitesto]
Nella sua prima forma lo stadio, all'epoca chiamato stadio dei Cipressi, fu progettato e costruito nell'ambito del più ampio progetto della città dello sport denominata inizialmente Foro Mussolini e poi divenuta, dopo la seconda guerra mondiale, il Foro Italico.
Prima ancora del varo del piano regolatore generale del 1931, a quello allora vigente curato nel 1909 da Edmondo Sanjust di Teulada[3] fu prevista nel 1925-26 una variante generale che prevedeva, nell'area compresa tra Villa Madama e il Tevere, un'area adibita a complesso multisportivo.[3] Le direttive impartite da Benito Mussolini al Governatorato di Roma nel dicembre 1925 prevedevano che lo sviluppo urbanistico e architettonico della Capitale dovesse prevedere larghi spazi intorno ai monumenti, nuovi e preesistenti[4] sia ricorrendo a sventramenti, cioè alla demolizione di edifici del centro storico con conseguente trasferimento degli abitanti nelle neoistituite borgate ufficiali,[5] sia con la costruzione di nuovi edifici con funzione monumentale caratterizzati da grandi volumi e da notevoli distacchi.[5][6]

I lavori incominciarono nel 1927 su progetto dell'architetto Enrico Del Debbio; lo stadio fu inaugurato parzialmente, sino al primo anello, nel 1932. Non era prevista la realizzazione di opere murarie, ma solo la sistemazione del gigantesco invaso e delle tribune costituite da terrazze erbose a somiglianza dell'area di piazza di Siena.
Nel 1932, Del Debbio progettò tre diversi stadi, chiamati "dei Centomila", i quali tuttavia non trovarono attuazione. Di tali progetti rimangono le tavole che illustrano come lo stadio da un lato fosse addossato alla collina di Monte Mario, ove erano ricavate le gradinate, e dall'altro scendesse verso la parte pianeggiante del Foro.
I lavori ripresero nel 1937 per opera degli ingegneri Frisa e Pintonello ma si interruppero nel 1940 a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. L'impianto nel frattempo ospitò manifestazioni ginnico-sportive e parate militari.
1953-1960: dallo stadio dei Centomila allo stadio Olimpico[modifica | modifica wikitesto]

Il cantiere per il completamento dello stadio riaprì nel dicembre del 1950. Il progetto fu affidato all'ingegnere Carlo Roccatelli, membro del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con la consulenza dell'architetto Cesare Valle anch'egli membro dell'alto consesso ministeriale. In un primo momento, si pensò a una struttura più complessa di quella effettivamente realizzata, ma la scarsità di fondi e le caratteristiche ambientali della zona indussero a una versione meno ambiziosa.
Alla morte di Roccatelli nel 1951, la direzione dei lavori fu affidata all'architetto Annibale Vitellozzi. In vista dei XVII Giochi olimpici del 1960, lo stadio raggiunse così la capienza di circa centomila persone già pensata da Del Debbio. I seggiolini, inizialmente costruiti in legno, furono sostituiti in seguito da altri in pietra di colore verde chiaro; non era presente una copertura delle gradinate, con l'eccezione di una piccola struttura aggiunta in seguito che, oltre a coprire una piccola parte della Tribuna Monte Mario, ospitava le sale stampa e i radiocronisti. La struttura fu inaugurata il 17 maggio 1953, con l'arrivo della tappa Napoli-Roma del 36º Giro d'Italia e con la partita di calcio Italia-Ungheria, che terminò 3-0 per i magiari: il primo gol segnato nello stadio fu di Nándor Hidegkuti.

Durante i Giochi della XVII Olimpiade del 1960 lo stadio, ufficialmente ribattezzato «Olimpico» ospitò le cerimonie di apertura e chiusura e le competizioni di atletica leggera: con l'occasione furono eliminati i posti in piedi, con il risultato di portare la capienza effettiva a 65 000 spettatori. In seguito lo stadio ospitò varie edizioni dei campionati italiani di atletica leggera, i Campionati del mondo di atletica leggera 1987 e tuttora ospita annualmente il Golden Gala.
Caratteristica principale dell'Olimpico all'epoca era la sua sorprendentemente bassa elevazione da terra,[7] a dispetto della sua rilevante capienza, così come erano stati previsti gli stadi da Enrico Del Debbio nel suo progetto del Piano regolatore del Foro Italico. Questo risultato fu ottenuto grazie alla parziale sottoelevazione del terreno di gioco, sfruttando la forma naturale a conca del terreno attorno a esso. Grazie a questi accorgimenti l'impianto si integrava perfettamente con l'ambiente circostante, offrendo un impatto visivo gradevole e contenuto. Unica critica mossa negli anni allo stadio fu l'eccessiva lontananza delle curve dal campo di gioco, dovuta alla presenza della pista di atletica e alla necessità di ricalcare il perimetro della struttura preesistente, aspetto che penalizzava notevolmente la visione delle partite di calcio.
1990: rifacimento e copertura[modifica | modifica wikitesto]

In vista del campionato del mondo 1990, dei quali l'Olimpico era lo stadio principale, furono previsti radicali interventi di ristrutturazione. A causa dei lavori, durante il campionato 1989-90 le squadre capitoline della Lazio e della Roma giocarono le loro gare interne allo stadio Flaminio. I lavori furono affidati a un'imponente squadra di progettisti, fra cui lo stesso progettista originario Annibale Vitellozzi, l'architetto Maurizio Clerici, l'ing. Paolo Teresi e l'ing. Antonio Maria Michetti (strutture). Dal 1987 al 1990 il piano di intervento subì numerose modifiche, con conseguente lievitazione dei costi. In definitiva, l'impianto fu quasi interamente demolito e ricostruito in cemento armato, con l'eccezione della Tribuna Tevere, sopraelevata con l'aggiunta di ulteriori gradinate; le curve furono avvicinate al campo di nove metri. Tutti i settori dello stadio furono integralmente coperti con una tensostruttura bianca in fibra di vetro spalmata con PTFE prodotta da Montefluos, progettata dallo studio Zucker dopo che un ricorso al TAR del Lazio aveva fatto bocciare la copertura prevista in origine. Furono installati seggiolini senza schienale in plastica azzurra. Due maxischermi, costruiti nel 1987 per i mondiali di atletica, furono montati all'interno delle curve.


Al termine dei lavori la nuova versione dell'Olimpico superò gli 82 922 posti, divenendo così il 29º stadio al mondo per numero di posti (14º tra quelli usati per il calcio) e il 2º in Italia, di poco inferiore allo stadio Meazza di Milano. I lavori di ristrutturazione, pur con il risultato di un impianto indubbiamente imponente e affascinante, non tennero conto dell'impatto sull'ambiente circostante: l'innalzamento delle gradinate e la copertura stravolsero completamente i principi secondo i quali lo stadio era stato precedentemente pensato e costruito.
L'Olimpico rinnovato ospitò le prime cinque partite dell'Italia nel Mondiale e la finale tra Germania Ovest e Argentina, che consacrò i tedeschi campioni del Mondo. Con la stessa conformazione, il 22 maggio 1996 lo stadio Olimpico ospitò la finale di Champions League tra Juventus e Ajax.
Il 23 gennaio 1994 lo stadio fu obiettivo di un tentato attentato mafioso per mezzo di un'autobomba, che aveva lo scopo di far saltare i furgoni dei Carabinieri in servizio sul posto durante Roma-Udinese. L'attentato fallì per il malfunzionamento del congegno elettronico di azionamento.[8]
2007-2008: restyling interno[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2007 fu avviato un vasto piano di ristrutturazione interna dello stadio, per renderlo conforme alle norme UEFA in vista della finale di Champions League che si disputò il 27 maggio 2009. I lavori, conclusi nel 2008, contemplarono la messa a norma delle strutture, con miglioramenti per la sicurezza, l'adeguamento di spogliatoi e sala stampa, la sostituzione completa dei sedili, l'installazione di nuovi maxischermi digitali ad alta definizione, l'arretramento delle panchine, la parziale rimozione delle barriere in plexiglas tra spalti e terreno di gioco, e una riduzione dei posti fino alla capienza attuale di 70.634 posti.[9] I lavori comportarono anche l'aumento dei punti di ristoro e l'adeguamento dei servizi igienici. Questi interventi permisero allo stadio Olimpico di rientrare in "categoria 4" nella classificazione degli stadi UEFA.
Settori e capienza[modifica | modifica wikitesto]
La capienza dello stadio è così distribuita:
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Eventi ospitati[modifica | modifica wikitesto]
Giochi olimpici[modifica | modifica wikitesto]
Durante i Giochi della XVII Olimpiade, noti anche come Roma 1960 e svolti nella capitale Italiana dal 25 agosto all'11 settembre 1960, lo stadio Olimpico ha ospitato i seguenti eventi:
- Cerimonia di apertura, il 25 agosto;
- Cerimonia di chiusura, l'11 settembre;
- Atletica leggera: allo stadio olimpico sono state disputate 33 delle 34 competizioni della disciplina, con la sola esclusione della maratona. I due titoli della marcia 20 km e della marcia 50 km si sono svolti per le strade cittadine con il traguardo fissato all'interno dello stadio Olimpico;
- Equitazione: nell'impianto si è svolta solo la competizione di salto ostacoli a squadre, l'11 settembre prima della cerimonia di chiusura.
Atletica leggera[modifica | modifica wikitesto]
- Campionati europei di atletica leggera 1974
- Campionati del mondo di atletica leggera 1987
- Campionati europei di atletica leggera 2024
Calcio[modifica | modifica wikitesto]
Campionato italiano[modifica | modifica wikitesto]
In quasi settant'anni di storia, lo stadio Olimpico di Roma ha ospitato incontri dei primi due livelli professionistici del campionato italiano di calcio. Dal finale della stagione 1952-1953 a oggi, l'Olimpico è la sede degli incontri casalinghi dell'Associazione Sportiva Roma e della Società Sportiva Lazio. Fanno eccezione i rari casi di squalifica del campo e di indisponibilità dell'impianto, per lavori di ristrutturazione, nella stagione 1989-90, quando le due società romane giocarono le proprie gare interne allo stadio Flaminio.
Coppa Italia[modifica | modifica wikitesto]
Oltre a essere la sede delle gare casalinghe dell'Associazione Sportiva Roma e della Società Sportiva Lazio nel torneo, lo stadio Olimpico è anche la sede della finale della Coppa Italia. La scelta dell'impianto per lo svolgimento dell'atto conclusivo dell'evento venne effettuata nel 2007, e vi si svolge dall'edizione del 2007-2008, con la sola eccezione dell'edizione del 2020-2021 giocata al Mapei Stadium - Città del Tricolore per l'indisponibilità dell'Olimpico in previsione delle gare giocate a Roma del campionato europeo di calcio del 2021. In precedenza, l'Olimpico è stata sede unica della finale di Coppa Italia nel 1958, 1962, dal 1964 al 1967, dal 1972 al 1976, nel 1978 e nel 1980. Nei periodi in cui la finale veniva svolta in gara doppia negli stadi casalinghi delle formazioni qualificatesi, si disputarono all'Olimpico le finali nelle quali erano presenti la Roma o la Lazio.
Supercoppa italiana[modifica | modifica wikitesto]
Lo stadio Olimpico ha ospitato quattro finali della Supercoppa italiana: le edizioni del 2000, 2001, 2013 e 2017; nelle prime due edizioni la scelta ricadde sull'Olimpico poiché, come da tradizione, era l'impianto casalingo della formazione campione d'Italia (la Lazio nel 2000 e la Roma nel 2001) mentre nelle ultime due in quanto era lo stadio della squadra vincitrice della Coppa Italia (in entrambi i casi la Lazio).
Tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]
Competizione | Data | Incontro | Risultato | Turno | Paganti |
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Campionato europeo di calcio 1968 | 8 giugno 1968 | Inghilterra-Unione Sovietica | 2-0 | Finale 3º posto | 50 000[10] |
8 giugno 1968 | Italia-Jugoslavia | 1-1 | Finale 1º posto | 68 817[10] | |
10 giugno 1968 | Italia-Jugoslavia | 2-0 | Finale 1º posto (ripetizione) | 32 886[10] | |
Campionato europeo di calcio 1980 | 11 giugno 1980 | Cecoslovacchia-Germania Ovest | 0-1 | Girone A | 10 500[11] |
14 giugno 1980 | Cecoslovacchia-Grecia | 3-1 | Girone A | 7 614[12] | |
18 giugno 1980 | Italia-Belgio | 0-0 | Girone B | 42 318 | |
22 giugno 1980 | Germania Ovest-Belgio | 2-1 | Finale 1º posto | 47 864[13] | |
Campionato mondiale di calcio 1990 | 9 giugno 1990 | Italia-Austria | 1-0 | Girone A | 72 303[14] |
14 giugno 1990 | Italia-Stati Uniti | 1-0 | Girone A | 73 423[15] | |
19 giugno 1990 | Italia-Cecoslovacchia | 2-0 | Girone A | 73 303[16] | |
25 giugno 1990 | Italia-Uruguay | 2-0 | Ottavi di finale | 73 303[17] | |
30 giugno 1990 | Italia-Irlanda | 1-0 | Quarti di finale | 73 303[18] | |
8 luglio 1990 | Germania Ovest-Argentina | 1-0 | Finale 1º posto | 73 603[19] | |
Campionato europeo di calcio 2020 | 11 giugno 2021 | Turchia-Italia | 0-3 | Girone A | 12 916[20] |
16 giugno 2021 | Italia-Svizzera | 3-0 | Girone A | 12 445 | |
20 giugno 2021 | Italia-Galles | 1-0 | Girone A | 11 541 | |
3 luglio 2021 | Ucraina - Inghilterra | 0-4 | Quarti di finale | 11 880 |
Finali competizioni UEFA[modifica | modifica wikitesto]
Competizione | Data | Incontro | Risultato | Edizione | Paganti |
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Coppa dei Campioni/UEFA Champions League | 25 maggio 1977 | Liverpool-Borussia Mönchengladbach | 3-1 | 1976-77 | 52 078 |
30 maggio 1984 | Roma-Liverpool | 3-5 d.c.r. | 1983-84 | 69 693[21] | |
22 maggio 1996 | Ajax-Juventus | 2-4 d.c.r. | 1995-96 | 67 000 | |
27 maggio 2009 | Barcellona-Manchester Utd. | 2-0 | 2008-09 | 62 467[22] | |
Coppa UEFA | 22 maggio 1991 | Roma-Inter | 1-0 | 1990-91 | 70 901 |
Coppa Intercontinentale[23] | 28 novembre 1973 | Independiente-Juventus | 1-0 | 1973 | 22 489[24] |
Concerti[modifica | modifica wikitesto]
Pur essendo un impianto sportivo, lo Stadio Olimpico ha accolto diversi spettacoli musicali. Si ricorda il concerto di Claudio Baglioni del 6 giugno 1998, evento che detiene tuttora il record di spettatori (90.000 presenze). Nell'occasione il palco montato al centro del campo di gioco permise al pubblico di poter riempire tutti i posti a sedere.[25][26]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Il Sei Nazioni 2012 allo stadio Olimpico, in Gazzetta dello Sport, 12 luglio 2011. URL consultato il 15 settembre 2011.
- ^ Claudia Voltattorni, Stadio Flaminio addio, il 6 Nazioni trasloca all'Olimpico, 12 luglio 2011. URL consultato il 17 dicembre 2011.
- ^ a b Rossi, pag. 44.
- ^ Rossi, pag. 63.
- ^ a b Rossi, pag. 74.
- ^ Rossi, pag. 45.
- ^ Era abituale, durante le partite, che gruppi di ragazzi si raccogliessero sulle pendici di Monte Mario guardando dentro lo stadio per godersi lo spettacolo senza pagare.
- ^ Svelato attentato all'Olimpico Autobomba non esplode per caso, Corriere della Sera, 25 febbraio 1996. URL consultato il 15 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2010).
- ^ Stadi Serie A 2015-2016 (PDF), su osservatoriosport.interno.gov.it (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2015).
- ^ a b c European Championship 1968 (Details), in Rsssf.
- ^ Bruno Perucca, La Germania e l'Olanda già a un passo dalle finali, in La Stampa, 12 giugno 1980, p. 21. URL consultato il 4 agosto 2014.
- ^ Mario Bianchini, La Cecoslovacchia si riscatta travolgendo (3-1) la Grecia, in La Stampa, 15 giugno 1980, p. 21. URL consultato il 4 agosto 2014.
- ^ Bruno Perucca, Germania con merito campione d'Europa, in Stampa Sera, 23 giugno 1980, p. 13. URL consultato il 4 agosto 2014.
- ^ Mario Sconcerti, Bella e veloce, l'Italia promette, in la Repubblica, 10 giugno 1990. URL consultato il 4 agosto 2014.
- ^ Mario Sconcerti, Lontana dai goal, Italia al minimo, in la Repubblica, 15 giugno 1990. URL consultato il 4 agosto 2014.
- ^ Mario Sconcerti, La coppia del ritmo per andare avanti, in la Repubblica, 20 giugno 1990. URL consultato il 4 agosto 2014.
- ^ Mario Sconcerti, E Schillaci ha trovato il goal della liberazione, in la Repubblica, 26 giugno 1990. URL consultato il 4 agosto 2014.
- ^ Mario Sconcerti, Prima la paura, ora Maradona, in la Repubblica. URL consultato il 4 agosto 2014.
- ^ Bruno Perucca, La Germania toglie la Coppa a Maradona, in Stampa Sera, p. 25. URL consultato il 4 agosto 2014.
- ^ https://www.uefa.com/newsfiles/euro/2020/2024447_fr.pdf.
- ^ (EN) European Champions' Cup 1983-84 - Details, su rsssf.com, Rsssf.
- ^ (EN) Full Time Report (PDF), su it.uefa.com, UEFA, 27 maggio 2009. URL consultato il 4 agosto 2014.
- ^ Organizzata congiuntamente da UEFA e COMNEBOL.
- ^ (EN) FIFA Com, su fifa.com, UEFA (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2008).
- ^ Baglioni stadio Olimpico 1998, su corriere.it.
- ^ Record Olimpico Claudio Baglioni 1998, su vignaclarablog.it.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) International Olympic Committee, The Olympic Venues (PDF), in The XVII Olympiad Rome 1960, Vol. I, 1960. URL consultato il 4 agosto 2014.
- (EN) International Olympic Committee, Olympic Centre of «Foro Italico» (PDF), in Bulletin du Comité International Olympique, n. 62, maggio 1958. URL consultato il 4 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Piero Ostilio Rossi, Ilaria Gatti, Roma. Guida all'architettura moderna 1909-1991, 2ª ed., Bari, Laterza, 1991 [1984], ISBN 88-420-2509-7.
- (EN) Kazuo Ishii, Membrane Designs and Structures in the World, Tokyo, Shinkenchiku-sha Co. Ltd, 1999, ISBN 4-7869-0146-6.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
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