Cinque Nazioni 1997

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Cinque Nazioni 1997
Competizione Cinque Nazioni
Sport Rugby a 15
Edizione 103ª
Date dal 18 gennaio 1997
al 15 marzo 1997
Luogo Francia, Galles, Inghilterra, Irlanda e Scozia
Partecipanti 5
Formula girone unico
Risultati
Vincitore Bandiera della Francia Francia
(19º titolo)
Calcutta Cup Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra
Grande Slam Bandiera della Francia Francia
Triple Crown Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra
Cucchiaio di legno Bandiera dell'Irlanda Irlanda
Statistiche
Miglior marcatore Bandiera dell'Inghilterra Paul Grayson (52)
Record mete
  • Bandiera della Francia David Venditti
  • Bandiera della Francia Laurent Leflamand (4)
Incontri disputati 10
Pubblico 590 900
(59 090 per incontro)
Cronologia della competizione
Cinque Nazioni 1996 Cinque Nazioni 1998

Il Cinque Nazioni 1997 (in inglese 1997 Five Nations Championship, in francese Tournoi des Cinq Nations 1997, in gallese Pencampwriaeth y Pum Gwlad 1997) fu la 68ª edizione del torneo annuale di rugby a 15 tra le squadre nazionali di Francia, Galles, Inghilterra, Irlanda e Scozia, nonché la 103ª in assoluto considerando anche le edizioni dell'Home Nations Championship.

Il torneo fu vinto dalla Francia, campione per la sua diciannovesima volta e al primo dei suoi Grandi Slam ottenuto con la vittoria finale in casa propria[1]; alla seconda classificata, l'Inghilterra, andò la Triple Crown dopo aver terminato, con la vittoria contro il Galles nell'ultima giornata, la serie contro le altre tre avversarie delle Isole britanniche[2].

Ultima uscita ufficiale in due storici stadi per Francia e Galles: i Bleus abbandonarono dopo 50 incontri il Parco dei Principi, ininterrottamente usato per 25 edizioni di torneo e in procinto di migrare al nuovo Stade de France nel 1998[1], mentre i Dragoni lasciarono temporaneamente Cardiff a causa del cantiere aperto nel recinto dell'Arms Park dove era in corso di demolizione il National Stadium per ricostruirvi quello che divenne Millennium Stadium[2]: per le successive due edizioni i gallesi emigrarono al vecchio stadio di Wembley a Londra.

Una settimana dopo la conquista dello Slam, la nazionale francese affrontò l'Italia a Grenoble per la finale di Coppa Europa: la vittoria azzurra per 40-32[3] fu decisiva per prendere in esame la richiesta di ammissione al torneo della Federazione Italiana Rugby, che già da due anni intratteneva a tal proposito colloqui informali con le federazioni britanniche[4].

Il valore delle marcature, come stabilito dall’IRFB nel 1992, era: 5 punti per ciascuna meta (7 se trasformata), 3 punti per la realizzazione di ciascun calcio piazzato, idem per il drop[5].

Nazionali partecipanti e sedi[modifica | modifica wikitesto]

Squadra Città Impianto interno
Bandiera della Francia Francia Parigi Parco dei Principi
Bandiera del Galles Galles Cardiff Arms Park
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Londra Twickenham
Bandiera dell'Irlanda Irlanda Dublino Lansdowne Road
Bandiera della Scozia Scozia Edimburgo Murrayfield

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

1ª giornata[modifica | modifica wikitesto]

Dublino
18 gennaio 1997
Irlanda Bandiera dell'Irlanda15 – 32
referto
Bandiera della Francia FranciaLansdowne Road (53000 spett.)
Arbitro: Bandiera del Sudafrica André Watson

Edimburgo
18 gennaio 1997
Scozia Bandiera della Scozia19 – 34
referto
Bandiera del Galles GallesMurrayfield (67500 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Irlanda Bertie Smith

2ª giornata[modifica | modifica wikitesto]

Cardiff
1º febbraio 1997
Galles Bandiera del Galles25 – 26
referto
Bandiera dell'Irlanda IrlandaArms Park (53000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Australia Wayne Erickson

Londra
1º febbraio 1997
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra41 – 13
referto
Bandiera della Scozia ScoziaTwickenham (75000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Nuova Zelanda Paddy O'Brien

3ª giornata[modifica | modifica wikitesto]

Parigi
15 febbraio 1997
Francia Bandiera della Francia27 – 22
referto
Bandiera del Galles GallesParco dei Principi (46000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Australia Peter Marshall

Dublino
15 febbraio 1997
Irlanda Bandiera dell'Irlanda6 – 46
referto
Bandiera dell'Inghilterra InghilterraLansdowne Road (51900 spett.)
Arbitro: Bandiera della Nuova Zelanda Colin Hawke

4ª giornata[modifica | modifica wikitesto]

Londra
1º marzo 1997
Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra20 – 23
referto
Bandiera della Francia FranciaTwickenham (75000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Scozia Jim Fleming

Edimburgo
1º marzo 1997
Scozia Bandiera della Scozia38 – 10
referto
Bandiera dell'Irlanda IrlandaMurrayfield (67500 spett.)
Arbitro: Bandiera del Galles Gareth Simmonds

5ª giornata[modifica | modifica wikitesto]

Parigi
15 marzo 1997
Francia Bandiera della Francia47 – 20
referto
Bandiera della Scozia ScoziaParco dei Principi (49000 spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Inghilterra Ed Morrison

Cardiff
15 marzo 1997
Galles Bandiera del Galles13 – 34
referto
Bandiera dell'Inghilterra InghilterraArms Park (53000 spett.)
Arbitro: Bandiera della Francia Joël Dumé

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Pos Squadra G V N P PF PS DP Pt
1 Bandiera della Francia Francia 4 4 0 0 129 77 +52 8
2 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 4 3 0 1 141 55 +86 6
3 Bandiera del Galles Galles 4 1 0 3 94 106 −12 2
4 Bandiera della Scozia Scozia 4 1 0 3 90 132 −42 2
5 Bandiera dell'Irlanda Irlanda 4 1 0 3 57 141 −84 2

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Ian Mallin, France Kings of the North, in The Observer, 16 marzo 1997, p. 55.
  2. ^ a b (EN) Mick Cleary, Wales lay down their Arms and suffer triple bypass, in The Observer, 16 marzo 1997, p. 49.
  3. ^ (FR) Rémy Fiere, L'Italie toute jeu, la France toute flemme. Les rugbymen transalpins ont créé la sensation samedi à Grenoble, in Libération, 24 marzo 1997. URL consultato il 27 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2016).
  4. ^ Michele Ruggiero, Il tempio del rugby apre le porte all’Italia: Azzurri accettati tra i grandi dell’ovale (PDF), in l'Unità, 17 gennaio 1998, p. 16. URL consultato il 19 settembre 2021.
  5. ^ (EN) Rugby Rules Changed for Faster Game, in The Canberra Times, 17 aprile 1992, p. 18. URL consultato il 15 dicembre 2021. Ospitato su Biblioteca nazionale australiana.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


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