Giacinto Facchetti
Giacinto Facchetti | ||
---|---|---|
Facchetti con l'Inter nel 1967 | ||
Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 188 cm | |
Peso | 85 kg | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Difensore | |
Ritirato | 1978 | |
Carriera | ||
Giovanili | ||
1956 | ![]() | |
1957-1960 | Trevigliese | |
Squadre di club1 | ||
1960-1978 | Inter | 475 (59)[1] |
Nazionale | ||
1964 | ![]() | 1 (0) |
1963-1977 | ![]() | 94 (3) |
Palmarès | ||
![]() | ||
Argento | Messico 1970 | |
![]() | ||
Oro | Italia 1968 | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
Giacinto Facchetti (Treviglio, 18 luglio 1942 – Milano, 4 settembre 2006) è stato un calciatore e dirigente sportivo italiano, di ruolo difensore, impiegato principalmente come terzino sinistro e occasionalmente come libero.
Legò il proprio nome a quello dell'Inter, della quale fu giocatore dal 1960 al 1978 – collezionando in totale 634 presenze e 75 reti – e presidente dal gennaio 2004 al settembre 2006. Con la maglia nerazzurra ha conquistato nove trofei, vincendo sia a livello nazionale con quattro campionati e una Coppa Italia che internazionale con due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Sotto la sua presidenza, l'Inter ha vinto un campionato, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane.
Capitano della nazionale italiana dal 1966 al 1977, ha partecipato alla vittoriosa edizione del campionato europeo del 1968, che rappresenta il primo e unico successo dell'Italia nella competizione. Con la maglia azzurra ha preso parte anche a tre edizioni del campionato mondiale (1966, 1970, 1974) laureandosi vicecampione nel 1970.
Considerato un innovatore del ruolo per via della sua costante partecipazione al gioco d'attacco,[2][3][4] è ritenuto uno dei migliori giocatori nella storia del calcio italiano.[5] Occupa la 90ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer. Nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi redatta da Pelé e dalla FIFA in occasione del centenario dalla sua fondazione, mentre nel 2006 è stato insignito dalla stessa Federazione del Presidential Award postumo per il contributo offerto al mondo del calcio sia da giocatore che da dirigente.[6] Nel 2018, la rivista France Football lo ha inserito nella lista dei 100 giocatori più importanti nella storia dei Mondiali, ricordando le sue prestazioni nell'edizione 1970.[7]
Indice
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nato a Treviglio (BG), da padre ferroviere e madre casalinga, aveva scelto di vivere a Cassano d'Adda (MI). Era legato a Giovanna, dalla quale ha avuto quattro figli: Barbara, Vera, Gianfelice e Luca.[5] All'inizio della sua militanza nell'Inter fu ribattezzato Cipe, nomignolo che lo accompagnò per tutta la vita:[8] l'opinione più diffusa è che tale soprannome sia nato in seguito a un errore di Helenio Herrera, che storpiò il cognome di Facchetti in Cipelletti; tuttavia, c'è chi ritiene che la sua origine vada attribuita al portiere Lorenzo Buffon, e non all'allenatore argentino.[9]
È deceduto il 4 settembre 2006 dopo una lunga malattia.[5][10] È stato sepolto nel cimitero di Treviglio[11] e il suo nome iscritto nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano, tra quello di altri cittadini milanesi (di nascita o adozione) benemeriti e illustri.[12] Le esequie, celebrate nella basilica di Sant'Ambrogio a Milano dal vescovo di Lodi Giuseppe Merisi, conterraneo di Facchetti, hanno visto la presenza di molte autorità sportive e politiche e di gente comune.
Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Dopo gli esordi da attaccante, sotto la guida di Helenio Herrera Facchetti divenne un terzino sinistro[13] con spiccate propensioni offensive,[14][15] che gli consentirono di realizzare 59 reti in Serie A, record assoluto per un difensore;[13] a detta del giornalista Gianni Mura, uno dei motivi della prolificità di Facchetti era la sua tendenza a convergere verso il centro per cercare la porta, caratteristica insolita anche per i terzini d'attacco.[16]
Ottimo colpitore di testa, era molto abile anche in fase difensiva,[14] al punto da adattarsi, verso la fine della carriera, al ruolo di libero.[17] Dotato di grandi qualità tecniche e fisiche,[2][14] nel 1958 vinse a Bergamo i campionati studenteschi dei 100 metri, con il tempo di 11 secondi.[18]
Il giornalista Gianni Brera lo soprannominò Giacinto Magno, a sottolinearne l'elevata statura e l'autorevolezza conquistata in campo.[9]
Carriera[modifica | modifica wikitesto]
«Calciatore, dirigente, presidente. Una vita dedicata ai nostri colori. Ma Giacinto Facchetti è stato molto di più. Esempio di integrità morale, di onore e lealtà sportiva. Leggenda del calcio nazionale ed internazionale, simbolo dello stile nerazzurro, dentro e fuori dal campo.» |
(F.C. Internazionale, 2015[19]) |
Giocatore[modifica | modifica wikitesto]
Club[modifica | modifica wikitesto]
Dopo aver mosso i primi passi nella squadra di calcio del suo paese natale, la Zanconti, nel 1957 entro nel settore giovanile della Trevigliese, giocando nel ruolo di attaccante. Venne scoperto da Helenio Herrera che lo portò all'Inter per il finale di stagione 1960-1961, trasformandolo in un terzino d'attacco, primo nel suo genere insieme a Vittorio Calvani (anche se quest'ultimo non era un realizzatore di reti); proprio a Calvani è legato il suo destino: il 14 giugno 1961 l'Inter giocò un'amichevole contro il Fluminense, e Facchetti, che ben impressionò, venne schierato al posto di Calvani poiché quest'ultimo era alle prese con un fastidioso callo.[20]
L'esordio in Serie A avvenne il 21 maggio del 1961, in un Roma-Inter conclusosi con la vittoria dei nerazzurri per 2-0.[21] Facchetti rappresentò l'Inter fino al 1978 vincendo la Coppa dei Campioni nel 1964 e nel 1965 e il campionato italiano nel 1963, 1965, 1966 e 1971. Con la squadra nerazzurra vinse anche due Coppe Intercontinentali ed una Coppa Italia. Con l'Inter in 634 partite realizzò 75 gol: fu nel 1965-1966 il primo difensore a segnare 10 reti nel campionato italiano.
Si rivelò fondamentalmente corretto in campo, venendo espulso solo una volta nell'arco di tutta la sua carriera, per un applauso al direttore di gara Vannucchi in Inter-Fiorentina (1-0) del 13 aprile 1975.[22]
Nazionale[modifica | modifica wikitesto]
«Ho vissuto con Facchetti cento e più partite in azzurro, io attaccante lui capitano. Giorni belli e meno belli ma comunque con una costante: Giacinto era una persona straordinaria, pulita, onesta. Per noi tutti era un esempio, un punto di riferimento costante, era il nostro angelo.» |
(Luigi Riva[23]) |

In nazionale Facchetti esordì, insieme a Lido Vieri, il 27 marzo 1963 nell'incontro valido per la qualificazione all'Europeo del 1964 disputato a Istanbul contro la Turchia in cui l'Italia vinse per 1-0.[24] Da allora disputò 94 partite, mettendo a segno tre reti. Vinse da capitano il Campionato d'Europa di calcio del 1968 e arrivò secondo dopo la storica vittoria per 4-3 sulla Germania Ovest alla Coppa del Mondo di calcio del 1970.
Poco prima della Coppa del Mondo di calcio del 1978 in Argentina, era stato convocato dall'allora commissario tecnico della nazionale Enzo Bearzot che lo aveva incluso nella lista dei 22, ma declinò l'invito annunciando il ritiro dal calcio giocato.
Con Tarcisio Burgnich, Facchetti ha formato il duo difensivo più longevo nella storia della nazionale: undici anni, dal 1963 al 1974; insieme disputarono 58 partite.
È stato il primo giocatore degli Azzurri a disputare due Mondiali consecutivi da capitano (Messico 1970 e Germania Ovest 1974).[7]
Dirigente[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso anno in cui diede addio al calcio ebbe l'opportunità di fare il dirigente accompagnatore dell'Italia durante il campionato mondiale di calcio 1978 in Argentina.
Dopo esser divenuto rappresentante all'estero per l'Inter, divenne vicepresidente dell'Atalanta nel 1980, per poi tornare dai nerazzurri di Milano durante la presidenza di Massimo Moratti col il ruolo di direttore generale prima e di direttore sportivo poi. Nel febbraio 2003, venne inibito dal giudice sportivo per essere entrato nello spogliatoio dell'arbitro Racalbuto e dei suoi assistenti rivolgendosi agli stessi in modi "non rispettosi", come recitò il referto.[25] Divenne vicepresidente dopo la morte di Giuseppe Prisco e, infine, presidente il 19 gennaio 2004, dopo le dimissioni di Massimo Moratti.
Da presidente dell'Inter ha vinto uno scudetto, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane.
Controversie[modifica | modifica wikitesto]
Nel luglio 2011, il procuratore federale Stefano Palazzi ha presentato una relazione sull'inchiesta Calciopoli bis in cui, tra gli altri, accusa Facchetti di aver violato l'articolo 6 dell'allora Codice di Giustizia Sportiva (illecito sportivo). Contestualmente, per via della prescrizione degli eventuali illeciti sportivi, lo stesso procuratore ha segnalato l'impossibilità a procedere e dunque a verificare le accuse.[26] Ex compagni, avversari ed esponenti della politica hanno difeso la figura di Facchetti.[23]
Riconoscimenti postumi[modifica | modifica wikitesto]
«Simbolo dello sport italiano, ha saputo dimostrare nel corso della sua lunga carriera non soltanto le doti tecniche di calciatore ma anche la correttezza, la compostezza e la professionalità come dirigente.» |
(Giorgio Napolitano, 2006[27]) |
In seguito alla sua morte, l'Inter ha deciso di ritirare la maglia numero 3.[28] Qualche settimana dopo, Facchetti è stato insignito dalla Federazione Internazionale del Calcio (FIFA) del Presidential Award postumo per il contributo offerto al mondo del calcio sia da giocatore che da dirigente.[6]
Per omaggiare i grandi valori etici e sportivi espressi nel corso di un'intera carriera, la Lega Nazionale Professionisti ha deciso di intitolare a suo nome il Campionato Primavera, mentre la Gazzetta dello Sport ha istituito il premio Premio Internazionale Giacinto Facchetti, per promuovere e premiare i comportamenti all'insegna della correttezza e dei valori.
Tra le numerose vie intitolategli in tutto il Paese, la prima ad essere inaugurata è stata quella del Comune di Monte San Vito (AN), alla presenza della moglie Giovanna e del figlio Gianfelice, di Bedy Moratti in rappresentanza della famiglia, dei genitori di Roberto Mancini e delle più alte autorità locali.[29]
Una piazza gli è stata dedicata a Cesano Maderno mentre a Lettomanoppello gli è stato intestato il Belvedere Facchetti. Altre vie e numerosi impianti sportivi in tutta Italia portano il suo nome; tra essi, oltre al Palazzetto dello Sport "PalaFacchetti", nella sua città natale Treviglio anche a Matera, Cassano d'Adda, Trezzano sul Naviglio, Rosolini, Solaro.
Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]
A Facchetti è ispirato il personaggio di Giacinto in Azzurro tenebra (1977), romanzo di Giovanni Arpino dedicato all'avventura della nazionale italiana al campionato mondiale di calcio 1974. Altro importante riferimento letterario si trova nel Il prete lungo (1971), racconto di Luciano Bianciardi nel quale il giocatore nerazzurro viene citato come esempio di rettitudine morale.
Alla 64ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia del 2007 è stato proiettato Il Capitano, un documentario realizzato da Alberto D'Onofrio per il programma televisivo La Storia siamo noi della Rai.
Il 26 agosto 2011 è stato pubblicato dal gruppo degli Stadio il singolo Gaetano e Giacinto, dedicato a due grandi figure del calcio italiano, come Gaetano Scirea e appunto Giacinto Facchetti.
Statistiche[modifica | modifica wikitesto]
Presenze e reti nel club[modifica | modifica wikitesto]
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1960-1961 | ![]() |
A | 3 | 1 | - | - | - | CdF | 1 | 0 | - | - | - | 4 | 1 |
1961-1962 | A | 15 | 0 | - | - | - | CdF | 6 | 0 | - | - | - | 21 | 0 | |
1962-1963 | A | 31 | 4 | CI | 2 | 0 | - | - | - | - | - | - | 33 | 4 | |
1963-1964 | A | 32+1[30] | 4 | - | - | - | CC | 9 | 0 | - | - | - | 42 | 4 | |
1964-1965 | A | 32 | 2 | CI | 3 | 0 | CC | 6 | 1 | CInt | 3 | 0 | 44 | 3 | |
1965-1966 | A | 32 | 10 | CI | 1 | 0 | CC | 5 | 2 | CInt | 2 | 0 | 40 | 12 | |
1966-1967 | A | 34 | 4 | CI | 2 | 0 | CC | 10 | 2 | - | - | - | 46 | 6 | |
1967-1968 | A | 28 | 7 | CI | 9 | 2 | - | - | - | - | - | - | 37 | 9 | |
1968-1969 | A | 30 | 6 | CI | 3 | 1 | - | - | - | - | - | - | 33 | 7 | |
1969-1970 | A | 28 | 5 | CI | 6 | 1 | CdF | 8 | 0 | - | - | - | 42 | 6 | |
1970-1971 | A | 30 | 5 | CI | 3 | 0 | CdF | 2 | 0 | CAI+TP | 2+3 | 0+1 | 40 | 6 | |
1971-1972 | A | 27 | 4 | CI | 8 | 1 | CC | 9 | 1 | - | - | - | 44 | 6 | |
1972-1973 | A | 29 | 1 | CI | 10 | 3 | CU | 5 | 0 | - | - | - | 44 | 4 | |
1973-1974 | A | 28 | 2 | CI | 7 | 0 | CU | 2 | 0 | - | - | - | 37 | 2 | |
1974-1975 | A | 23 | 0 | CI | 8 | 1 | CU | 3 | 0 | - | - | - | 34 | 1 | |
1975-1976 | A | 28 | 3 | CI | 10 | 0 | - | - | - | - | - | - | 38 | 3 | |
1976-1977 | A | 27 | 1 | CI | 9 | 1 | CU | 1 | 0 | - | - | - | 37 | 2 | |
1977-1978 | A | 18 | 0 | CI | 4 | 0 | CU | 1 | 0 | - | - | - | 23 | 0 | |
Totale carriera | 475+1 | 59 | 85 | 10 | 68 | 6 | 10 | 1 | 639 | 76 |
Cronologia presenze e reti in nazionale[modifica | modifica wikitesto]
Palmarès[modifica | modifica wikitesto]
Giocatore[modifica | modifica wikitesto]
Club[modifica | modifica wikitesto]
Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]
Coppa Italia: 1
- Inter: 1977-1978
Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]
Individuale[modifica | modifica wikitesto]
- Inserito nella FIFA 100
- 2004
- 2006 (postumo)
- Inserito tra le Leggende del calcio del Golden Foot
- 2006 (postumo)
- Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano
- 2015 (riconoscimento alla memoria)
Opere[modifica | modifica wikitesto]
- Giacinto Facchetti, La rabbia del gol, Milano, Edint, 1970.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ 476 (59) se si considera lo spareggio per la vittoria finale del campionato, giocato a Roma il 7 giugno 1964.
- ^ a b Lo Presti, p. 683.
- ^ Gianni Mura, Il gigante buono che amava fare gol, su repubblica.it, 5 settembre 2006. URL consultato il 27 maggio 2016.
- ^ Simeone pronto a entrare in un club esclusivo, su it.uefa.com, 23 maggio 2016.
- ^ a b c Gianluca Oddenino, Il calcio piange Facchetti. Addio bandiera nerazzurra, su gazzetta.it, 4 settembre 2006. URL consultato il 27 maggio 2016.
- ^ a b (EN) Presidential Award (PDF), su fifa.com.
- ^ a b (FR) Joffrey Pointlane, Giacinto Facchetti (Italie), nouvel épisode de nos 100 joueurs qui ont marqué l'histoire de la Coupe du monde, su francefootball.fr, 29 marzo 2018.
- ^ Caro Cipe, con un filo di voce mi parlavi ancora dell'Inter, su repubblica.it, 4 settembre 2006. URL consultato il 21 settembre 2015.
- ^ a b Arcidiacono, p. 139.
- ^ Calcio in lutto: è morto Giacinto Facchetti, su corriere.it, 5 settembre 2006.
- ^ La tomba a Treviglio, paese natale Ma ci vuole il Famedio al Monumentale, in la Repubblica, 7 settembre 2006.
- ^ I 14 milanesi illustri del Famedio, in la Repubblica, 23 ottobre 2006.
- ^ a b Giuseppe Bagnati, I difensori e il vizio del gol. Facchetti il top, poi Matrix, su gazzetta.it, 27 ottobre 2009. URL consultato il 25 settembre 2015.
- ^ a b c Panini, Il personaggio: Giacinto Facchetti (Internazionale), p. 499.
- ^ La sua confidenza col gioco d'attacco era tale che Gianni Brera avrebbe voluto vederlo all'opera nel ruolo di centravanti, cfr. Lo Presti, p. 683.
- ^ La Storia siamo noi, a 18:39.
- ^ In ricordo di Giacinto Facchetti, su inter.it, 4 settembre 2006. URL consultato il 21 settembre 2015.
- ^ Il calcio e il ciclismo illustrato, 10 marzo 1963, p. 10.
- ^ Buon compleanno Giacinto, su inter.it, 18 luglio 2015.
- ^ Bagnati, p. 81.
- ^ Quattro scudetti e due coppe dei campioni, su corriere.it, 4 settembre 2006. URL consultato il 28 maggio 2016.
- ^ Gentleman Facchetti subito espulso: " Volevo calmare i giocatori ", in Corriere della Sera, 27 febbraio 1995. URL consultato il 20 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
- ^ a b Un coro: giù le mani da Facchetti Riva: "Giacinto era un angelo", su corriere.it, 5 luglio 2011.
- ^ La Stampa, 28 marzo 1963, p. 8.
- ^ "Calcio. Facchetti paga l'irruzione negli spogliatoi in Chievo-Inter: inibito fino al 3 marzo [collegamento interrotto], su rainews.it. URL consultato il 18 febbraio 2003.
- ^ "Illecito sportivo dell'Inter". Ecco le carte di Palazzi, su gazzetta.it. URL consultato il 5 luglio 2011.
- ^ Mazzola: "Compagno meraviglioso sempre pronto a lottare", su repubblica.it, 4 settembre 2006.
- ^ Luigi Bolognini, L'Inter ritira la maglia numero 3, 'Nessuno mai come Facchetti', in la Repubblica, 8 settembre 2006.
- ^ Intitolata via a Facchetti, su interscerni.it, 18 marzo 2007. URL consultato il 20 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2007).
- ^ Spareggio per la vittoria finale del campionato, giocato a Roma il 7 giugno 1964, Bologna-Inter 2-0
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Almanacco illustrato del calcio 2005, Modena, Panini, 2004.
- Massimo Arcidiacono, I personaggi: Giacinto Facchetti, in Cento Inter, La Gazzetta dello Sport, 2008, pp. 138-141.
- Giuseppe Bagnati, Vito Maggio e Vincenzo Prestigiacomo, Il Palermo racconta: storie, confessioni e leggende rosanero, Palermo, Grafill, 2004, ISBN 88-8207-144-8.
- Salvatore Lo Presti, FACCHETTI, Giacinto, in Enciclopedia dello sport, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
Videografia[modifica | modifica wikitesto]
- La Storia siamo noi: Il capitano Facchetti - Storia di Giacinto Facchetti, Rai Storia, 2009. URL consultato il 31 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2012).
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Giacinto Facchetti
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giacinto Facchetti
Wikinotizie contiene l'articolo È morto Giacinto Facchetti, 4 settembre 2006
Wikinotizie contiene l'articolo Calciopoli: accuse da De Santis a Meani e Facchetti, 1º maggio 2007
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su giacintofacchetti.org.
- Giacinto Facchetti, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN, DE, FR, ES, AR) Giacinto Facchetti, su FIFA.com, FIFA.
- (EN) Giacinto Facchetti, su national-football-teams.com, National Football Teams.
- Giacinto Facchetti, su calcio.com, HEIM:SPIEL Medien GmbH.
- (EN, RU, CS) Giacinto Facchetti, su eu-football.info.
- (EN) Giacinto Facchetti, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (DE, EN) Giacinto Facchetti, su filmportal.de.
- Convocazioni e presenze in Nazionale di Giacinto Facchetti, su FIGC.it, FIGC.
- Dario Marchetti (a cura di), Giacinto Facchetti, su Enciclopediadelcalcio.it, 2011.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 62708437 · ISNI (EN) 0000 0000 4716 576X · SBN IT\ICCU\RAVV\033489 · LCCN (EN) no2006121068 · GND (DE) 132421143 · WorldCat Identities (EN) no2006-121068 |
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- Calciatori del C.S. Trevigliese
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