Travertino
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Travertino | |
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Categoria | roccia sedimentaria |
Sottocategoria | Evaporiti |
Composizione chimica | CaCO3 |
Utilizzo | edilizia |

Il travertino è un tipo di roccia sedimentaria calcarea di colore chiaro, giallognolo di origine chimica. Sono tipiche del travertino le piccole cavità presenti nella struttura semicompatta. Molto resistente agli agenti atmosferici, il travertino è usato sin dall'antichità romana nell'edilizia come materiale da costruzione e ornamentale.
In Italia estesi depositi di travertino si trovano in Toscana, Lazio, Umbria e Marche.
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
La parola "travertino" deriva dal latino lapis tiburtinus, ossia pietra di Tibur, antico nome dell'attuale città di Tivoli, nel Lazio, vicino a cui si trova un'importante cava della roccia.
Morfologia[modifica | modifica wikitesto]
La differenza tra il deposito calcareo di tipo spugnoso e il banco di travertino è data sostanzialmente dalla conformazione geologica del terreno di formazione: il calcare è uno dei depositi più frequenti in natura essendo prodotto dalla precipitazione di carbonato di calcio (CaCO3) disciolto nell'acqua.
Un ambiente continentale subaereo in cui la soluzione calcarea abbia avuto il tempo di ristagnare e sedimentarsi in un territorio pianeggiante, abbastanza vicina alla superficie da poter attraversare cicli di emersione e sommersione, poco disturbata da acque sorgive o correnti, favorisce la formazione del travertino.
Il colore del travertino dipende dagli ossidi che ha incorporato (cosa che accade abbastanza facilmente, essendo di sua natura una pietra abbastanza porosa). La colorazione naturale varia dal bianco latte al noce, attraverso varie sfumature dal giallo al marrone scuro. È frequente incontrarvi impronte fossili di animali e piante.
Merceologia[modifica | modifica wikitesto]
La qualità industriale del banco sedimentario dipende sostanzialmente dalla sua compattezza. In generale, comunque, il travertino è una pietra robusta e docile, utilizzabile dai pavimenti ai rivestimenti sia esterni che interni, e anche, in alcuni casi, per scultura.
La qualità estetica è ormai definita dagli architetti, essendosi molto raffinati, negli ultimi cinquant'anni, i metodi di lavorazione industriale, e moltiplicati i trattamenti possibili.
Nella terminologia commerciale, regolata in Italia dalla normativa UNI-4858, si indica con «travertino» una roccia a struttura vacuolare, talvolta lucidabile, costituita da carbonati di origine sedimentaria, usata sia come materiale da costruzione che da decorazione.
In Italia, i travertini migliori provengono dalla pianura sotto Tivoli (oggi in larga parte afferente al comune di Guidonia). I latini lo chiamarono lapis tiburtinus, e ne fecero una delle principali risorse edilizie della città, quando cominciarono ad arricchirla di pietre diverse dai tufi locali. Così tipico ne fu l'uso, che in italiano fu poi denominato «travertino romano», e largamente usato (o riusato, cavandolo dai monumenti antichi) dalla fine del medioevo in poi.
Esistono però giacimenti di travertino anche in Toscana (come il travertino di Siena), in Umbria e nelle Marche. Il centro storico di Ascoli Piceno è interamente costruito con questa pietra dal colore caldo, utilizzata nella costruzione di chiese, palazzi e piazze.
Altri giacimenti cominciano ad essere sfruttati in nord Africa (Tunisia) e nel sud America (Cile).
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Prima dell'industrializzazione spinta dell'estrazione, avvenuta a partire dal boom edilizio italiano del secondo dopoguerra, lo stato e la localizzazione della produzione erano rimasti pressappoco quelli descritti qui di seguito a metà dell'Ottocento:
«La pietra tiburtina volgarmente detta travertino è composta di sostanza calcare formata per sedimento e prodotta in qualche parte dalle acque del fiume Aniene e molto più dalle acque Albule le quali liberamente scorrevano per quelle pianure prima che il Cardinale Ippolito d'Este le restringesse nel canale che ora chiamasi la "Solfatara". Molte cave di tal pietra sono ne' dintorni di Tivoli e si estendono dalle falde de' monti di quella città fino al fiumicello dell'acqua zolforosa detto comunemente la "Solfatara". |
(Faustino Corsi, Delle pietre antiche trattato di Faustino Corsi romano, Roma 1845, pp. 75-76) |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Oggi "il Barco".
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Francesco Bulgarini, Notizie storiche antiquarie statistiche ed agronomiche intorno all'antichissima città di Tivoli e suo territorio, Roma 1848. Si veda in particolare il cap. VII, Stato geologico del territorio tiburtino. Cave dei travertini. Sorgenti di acque minerali, pagg. 175 e sgg.
- Maria Antonietta Tomei, Roberto Borgia (curatori), "Lapis Tiburtinus". La lunga storia del travertino. Catalogo della Mostra, Tivoli 2020 [1].
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- travertino, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Travertino, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano, su centrotravertinoromano.it. URL consultato il 25 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2011).
- Travertino di Tivoli
- Travertino di Rapolano Terme, su siena-agriturismo.it.
- Il travertino su Tibursuperbum.it, su tibursuperbum.it.
- Materiali nobili: identikit del travertino, su lastampa.it.
- Definizione di Travertino sul dizionario del Corriere della Sera, su dizionari.corriere.it.
- Il Travertino Panoramica generale
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 38775 · LCCN (EN) sh85137186 · GND (DE) 4185967-4 · J9U (EN, HE) 987007546090605171 |
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