Mediobanca

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Mediobanca
Logo
Logo
StatoItalia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Borse valoriBorsa Italiana: MB
ISINIT0000062957
Fondazione1946 a Milano
Fondata daEnrico Cuccia
Sede principaleMilano
Persone chiaveRenato Pagliaro (presidente)
Alberto Nagel (amministratore delegato)
SettoreBancario
Prodottiservizi finanziari
Fatturato2,5 Miliardi [1] (30 giugno 2020)
Utile netto600,4 milioni [2][3] (30 giugno 2020)
Dipendenti4.920[4] (30 giugno 2020)
Sito webwww.mediobanca.com/

Mediobanca S.p.A. (per esteso Mediobanca Banca di Credito Finanziario) è un istituto di credito italiano fondato nel 1946 per iniziativa di Raffaele Mattioli (allora presidente della Banca Commerciale Italiana che ne fu promotrice insieme con il Credito Italiano) e di Enrico Cuccia (che ne fu il direttore generale dalla fondazione al 1982).

È presente sui mercati internazionali con le sedi di Milano, Parigi, Madrid, Francoforte sul Meno, Londra, New York e Lussemburgo[5][6][7].

La società è quotata nell'indice FTSE MIB della Borsa di Milano e componente dello Standard Ethics Italian Banks Index.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Mediobanca fu costituita nel 1946 per iniziativa di Raffaele Mattioli, allora Presidente della Banca Commerciale Italiana che ne fu promotrice insieme con il Credito Italiano, e di Enrico Cuccia, per soddisfare le esigenze a media scadenza delle imprese produttrici.

Si voleva stabilire un rapporto diretto tra il mercato del risparmio e il fabbisogno finanziario per il riassetto produttivo delle imprese, reduci dalle devastazioni della seconda guerra mondiale.

Dopo l'emanazione della legge bancaria del 1936, che stabiliva una netta separazione tra credito a breve e a medio/lungo termine, dopo che le banche più importanti avevano optato per la specializzazione sul credito a breve, mancava infatti un ente che potesse favorire il credito finanziario e i collocamenti in Borsa delle imprese in espansione. Accanto alla concessione di crediti consolidati, a fronte di una raccolta costituita da certificati di deposito e libretti vincolati, Mediobanca ha sviluppato sin dall'inizio un'attività di intermediazione consistente nel collocamento sui mercati finanziari di obbligazioni e azioni emesse da imprese italiane.

Il Banco di Roma aveva deliberato di non partecipare alla società; tuttavia il direttore generale della Banca d'Italia Donato Menichella fece pressione sulla banca romana perché ritornasse sulla decisione, al fine di non lasciare il nuovo istituto nelle mani dei soli Mattioli e Brughera (consigliere delegato del Credito Italiano)[8]. A presiedere l'istituto dalla nascita fino al 1958 fu Eugenio Rosasco a cui successe Adolfo Tino fino alla sua morte nel 1977. Enrico Cuccia ha guidato come direttore generale l'istituto per molti anni, anche come amministratore delegato e infine presidente onorario, giungendo a far identificare la sua persona con l'impresa stessa.

A metà anni cinquanta del Novecento furono stretti accordi con importanti partner esteri (Gruppo Lazard, Berliner Handels-Gesellschaft, Lehman Brothers, Sofin) che le consentirono di giocare sulla scena internazionale. Nel 1956 la banca fu quotata in Borsa. Mediobanca è intervenuta sin dalle origini in settori collaterali a quello creditizio, quali le gestioni fiduciarie (1948 con la Spafid) la promozione del commercio internazionale (attraverso trading companies operanti soprattutto tra Italia e Africa a metà anni Cinquanta), il credito al consumo (nel 1960 attraverso la Compass che era stata costituita dieci anni prima per sviluppare nuove iniziative con soci industriali), la revisione contabile (1961 con la Reconta che fu la prima società italiana di revisione), il leasing (1970 con la Selma).

L'era Cuccia[modifica | modifica wikitesto]

Le professionalità dimostrate dalla banca sotto la guida di Enrico Cuccia le hanno consentito di guadagnare presto una posizione di guida nel settore dell'investment banking in Italia. Fu in effetti Cuccia a dare alla banca il carattere di unica banca d'affari italiana. Fra le prime operazioni ci fu il salvataggio della Montecatini che terminerà con la costituzione della Montedison nel 1966[8]. Nel 1963 Mediobanca diresse la formazione del primo gruppo di intervento nel capitale di una società, la Olivetti, cui partecipò con altri enti finanziari e bancari (IMI, FIAT, Pirelli e la Centrale[8]) allo scopo di ridefinirne gli ambiti strategici e risanarne la struttura finanziaria, in seguito al ritiro della famiglia fondatrice.

Nel 1971 l'istituto di via Filodrammatici gestì la scalata alla Montedison[9] di Giorgio Valerio da parte dell'Eni di Eugenio Cefis. Mediobanca è stata per molti anni la banca di fiducia del gruppo FIAT, per il quale ha curato molte operazioni.

In particolare fu l'istituto di Cuccia a trattare con la Libyan Arab Foreign Bank l'ingresso nel 1977 e l'uscita nel 1986 della finanziaria libica dal capitale del gruppo automobilistico torinese, così come è stata Mediobanca a curare il trasferimento della SNIA dalla Montedison alla FIAT nel 1980[8].

Nel 1981 fu di nuovo Mediobanca a gestire la privatizzazione della Montedison, in favore di un consorzio partecipato dai gruppi Agnelli, Pirelli, Bonomi e Orlando, che in particolare acquistarono il controllo della Gemina, nuovo "salotto buono" della finanza italiana[8].

Ugualmente importanti le operazioni con la Pirelli[8] e l'Italcementi. L'attività di collocamento di titoli di società italiane sul mercato nazionale e all'estero ha favorito l'assunzione di piccoli pacchetti azionari che nel corso del tempo sono stati incrementati reimpiegando parte degli utili e venendo a costituire il principale investimento reale a presidio del patrimonio. Quegli stessi pacchetti hanno favorito la fidelizzazione dei maggiori clienti. I più importanti riguardarono le Assicurazioni Generali, la Montedison, la SNIA, la Pirelli e la FIAT. I successivi acquisti, a più riprese, di azioni Generali hanno portato la banca ad esserne il maggiore azionista (oggi la quota è del 13%).

Enrico Cuccia tenne l'istituto al di fuori delle influenze politiche che invece nel corso del tempo presero ad interessare l'Iri, ente pubblico che controllava le tre banche d'interesse nazionale sue socie di maggioranza. Nel 1982 iniziò un periodo di forti frizioni con l'Iri (sotto la presidenza di Romano Prodi) che impose alle sue banche di non rinnovare il mandato a Cuccia. Questi tuttavia, pur dimettendosi dalla direzione generale, mantenne la carica di consigliere di amministrazione su designazione del socio Lazard. Nella direzione della banca gli subentrarono i due collaboratori prediletti, Silvio Salteri, che fu nominato amministratore delegato; Vincenzo Maranghi (designato da tempo come suo delfino) direttore generale.

La privatizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1988, grazie all'intervento di Antonio Maccanico, che assunse la presidenza nel 1987, le posizioni contrastanti furono ricomposte e venne realizzata la privatizzazione della banca attraverso la costituzione di un sindacato di blocco con partecipazione paritetica di gruppi bancari (inizialmente le tre Bin fondatrici) e gruppi privati. In tale occasione la carica di amministratore delegato passò a Vincenzo Maranghi e Cuccia accettò la nomina a Presidente d'Onore mantenendo in banca una presenza simbolica e di alta consulenza. Dopo Antonio Maccanico, chiamato ad incarichi di governo, la presidenza passò a Francesco Cìngano che era stato il successore di Mattioli alla Banca Commerciale Italiana.

Secondo Giorgio La Malfa, il problema di Mediobanca si complicò ulteriormente con l'emanazione della nuova legge bancaria nel 1993, che abolì l'obbligo della specializzazione consentendo agli istituti di credito ordinario di entrare nel mercato del medio/lungo termine, generò una serie di problemi tra Mediobanca e i propri soci bancari che cessarono di essere il canale quasi esclusivo di collocamento dei depositi vincolati e delle obbligazioni: "le banche commerciali furono autorizzate a operare nel credito a medio termine. A partire da quel momento il conflitto di interessi fra le banche azioniste e Mediobanca, che era emerso solo in via sporadica ed eccezionale, diventò un problema quotidiano: Mediobanca divenne il concorrente dei suoi azionisti bancari nelle operazioni per certi aspetti più importanti sia come possibile profittabilità sia come evidenza pubblica.

Dopo la morte di Cuccia fu esattamente un conflitto di questo genere che provocò lo scoppio delle ostilità nei confronti dell'amministratore delegato Vincenzo Maranghi"[10]. Nel mutato contesto dei mercati finanziari a partire dagli anni Novanta, Mediobanca si è evoluta impegnandosi maggiormente nelle operazioni di investment banking, realizzando una diversificazione importante nel private banking ed espandendo l'area del credito al consumo, infine sviluppando una presenza internazionale.

Negli anni Novanta fu tra i principali operatori del programma italiano di privatizzazione delle grandi imprese pubbliche (le maggiori operazioni riguardarono Telecom Italia, Enel, Banca di Roma e Banca Nazionale del Lavoro), contribuendo anche ai programmi esteri nel Regno Unito, in Francia, Germania e Spagna.

Dopo la morte di Cuccia[modifica | modifica wikitesto]

La morte di Enrico Cuccia, nel giugno 2000, fece acuire le tensioni con i soci bancari a causa dei conflitti d'interesse, della competizione sugli stessi mercati e dell'ostilità della banca centrale verso la direzione di Mediobanca. Nell'aprile 2003 Vincenzo Maranghi accettò di dimettersi a patto che venisse conservata l'autonomia della banca. Ciò avvenne promuovendo ai vertici operativi due suoi stretti collaboratori, Alberto Nagel e Renato Pagliaro. Essi svilupparono più intensamente le operazioni di mercato (collocamenti, M&A, negoziazione di strumenti finanziari), riducendo il peso delle partecipazioni storiche (alcune delle quali vennero smobilizzate, come quella sulla Fiat). Realizzarono anche la penetrazione sulle principali piazze estere, dove fu stabilita una presenza attraverso team professionali di origine locale.

Nel 2008 con l'avviamento di CheBanca! l'operatività nel segmento bancario retail è stata ampliata realizzando un modello di distribuzione multicanale (internet, call center, filiali) capace di assicurare importanti flussi di raccolta. Se gli anni immediatamente successivi alle dimissioni di Maranghi comportarono la nomina di una presidenza esterna (Gabriele Galateri di Genola e Cesare Geronzi), gli eventi successivi hanno ristabilito tutte le condizioni che garantiscono l'autonomia dell'istituto la cui guida vede oggi Alberto Nagel amministratore delegato e Renato Pagliaro presidente[11][12][13].

Decade il patto di sindacato[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ottobre 2017 Pirelli esce dal patto di sindacato cedendo il suo 1,79% per 153 milioni di euro[14]. Nel settembre 2018 esce anticipatamente dal patto Italmobiliare, la holding della famiglia Pesenti, svincolando lo 0,98%. Italmobiliare resta comunque indirettamente nel patto attraverso il 14,3% in FinPriv, titolare di una quota dell'1,62% sindacato di Mediobanca. Sempre nel settembre 2018 esce anticipatamente dal patto di sindacato anche il finanziere Vincent Bolloré, con il 7,86% secondo azionista dopo Unicredit.[15] Queste disdette anticipate portano l'intesa sotto quota 25%, facendo di conseguenza decadere l'intero patto parasociale a partire dal 1º gennaio 2019.[16] È la fine di una lunga storia durata 60 anni e basata sull'accordo tra i soci maggiori.

A novembre del 2019, il gruppo Unicredit ha concluso con successo la vendita in modalità accelarated bookbuilding della propria quota azionaria del'8.4%, uscendo dalla proprietà di Mediobanca[17]. L'operazione, di ammontare complessivo pari a 785 milioni di euro, ha dato luogo al trasferimento di 74.5 milioni di azioni al prezzo unitario di 10.53 euro[18], forte di un rialzo determinato dall'ingresso a sorpresa nel capitale dell'imprenditore milanese Leonardo Del Vecchio[19]. Dopo un primo acquisto di azioni avvenuto a settembre del 2019[20], Delfin, la holding di Del Vecchio, è salita ad una quota del 7.52% di Mediobanca[21].

Nel luglio 2022 l'agenzia di rating Moody's ha tagliato l'outlook da stabile a negativo, insieme ad altri 13 istituti finanziari italiani.[22]

I presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Azionisti[modifica | modifica wikitesto]

All'atto della fondazione nel 1946 gli azionisti erano:

Nel 1958:

  • Banca Commerciale Italiana 24%
  • Credito Italiano 24%
  • Banco di Roma 20%
  • Piccoli azionisti 28%
  • Privati 4%

Nel 1982:

ciascuno con una quota del 2% nel 1982; il restante 7% ad altri gruppi di minoranza.

Principali azionisti[modifica | modifica wikitesto]

Da gennaio 2019 è in vigore un Accordo di consultazione che riunisce il 20% circa degli azionisti e non prevede vincoli di blocco o di voto sulle azioni apportate.[23]

Al 29/11/2021 gli azionisti con quote di partecipazione al capitale superiori all’1% sono:[24]

Azionista % su cap.
Investitori istituzionali 50%[25]
Leonardo Del Vecchio 19,4%
Retail e altro 17,82%
Patto di consultazione 10,24%[26]
Gruppo Caltagirone 3,04%

A novembre del 2019, il gruppo Unicredit ha concluso con successo la vendita in modalità accelarated bookbuilding della propria quota azionaria del'8.4%, uscendo dalla proprietà di Mediobanca.[17] L'operazione, di ammontare complessivo pari a 785 milioni di euro, ha dato luogo al trasferimento di 74.5 milioni di azioni al prezzo unitario di 10.53 euro[18], forte di un rialzo determinato dall'ingresso a sorpresa nel capitale dell'imprenditore milanese Leonardo Del Vecchio[19].

Dopo un primo acquisto di azioni avvenuto a settembre del 2019[20], Delfin, la holding controllata al 100% da Luxottica, è salita ad una quota del 7.52% di Mediobanca.[21] A dicembre del 2017, Unicredit aveva sottoscritto l'aumento di capitale sociale di Delfin H, in prospettiva Fondazione Del Vecchio, titolare a vita del 5% degli utili di Delfin. Fondazione Del Vecchio e Unicredit sono soci dell'Istituto Europeo di Oncologia[27].

Partecipazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1982 le principali partecipazioni di Mediobanca erano:

Al gennaio 2022 le principali partecipazioni sono:

Attività[modifica | modifica wikitesto]

La struttura del business di Mediobanca è oggi costituita da tre aree specializzate: l’attività di banca d’affari (corporate & investment banking), il credito al consumo (consumer banking) e il wealth management. I ricavi sono bilanciati tra attività corporate/principal investing (39%) e retail/private (61%). All’interno delle attività “wholesale banking” l’estero conta circa il 40% dei ricavi mentre le attività retail sono concentrate in Italia.

A partire dal 2003 Mediobanca ha semplificato la struttura del gruppo uscendo dalle partecipazioni non strategiche ereditate dalla gestione storica; nel 2019 i ricavi delle partecipazioni si riferiscono prevalentemente alla quota in Assicurazioni Generali. La società è attiva, direttamente e tramite società controllate, nei seguenti ambiti:

  • nei servizi finanziari per le imprese e in particolare nei servizi di M&A, Capital Market, Corporate Lending e Trading;

queste attività sono svolte dalla divisione Corporate & Investment Banking di Mediobanca (39% dei ricavi del gruppo)[30].

L’area Specialty Finance comprende le attività di factoring svolte dalla controllata MBFacta e il credit management che caratterizza MBCredit Solutions

  • nei servizi finanziari per le famiglie tramite la controllata Compass Banca S.p.A. che si occupa di credito al consumo e dei prestiti personali (39% dei ricavi del gruppo)
  • nel wealth management (22% dei ricavi del gruppo), che comprende le aree:
    • Affluent & Premier gestite da CheBanca! (12% dei ricavi),
    • Private Banking & HNWI (10% dei ricavi) gestito da Mediobanca Private Banking, Compagnie Monégasque de Banque e Spafid - Società per Amministrazioni Fiduciarie S.p.A.
    • Asset Management gestito dalle controllate Mediobanca SGR, Compagnie Monégasque de Gestion, Cairn Capital[31], e RAM Active Investiments[32].

CheBanca![modifica | modifica wikitesto]

CheBanca! S.p.A.
Logo
Logo
StatoItalia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
ISINIT0000062957
Fondazione12 maggio 2008 a Milano
Fondata daGruppo Mediobanca
Sede principaleMilano
GruppoMediobanca
Persone chiave
Settorebancario
Prodottiservizi finanziari
Utile netto46,6 milioni € (2022)
Dipendenti1471 (2022)
Note[33]
Sito webwww.chebanca.it

CheBanca! S.p.A. nasce il 12 maggio 2008[34]. Durante il primo anno di apertura raggiunge 5,3 miliardi di depositi e 170.000 conti aperti[35].

Nel 2014, in linea con le indicazioni del piano triennale di gruppo[36], potenzia il modello distributivo associando alla nativa impostazione digitale un forte contenuto consulenziale e include nella sua offerta i servizi di gestione del risparmio. Nel 2015 CheBanca! raggiunge un accordo per l'acquisto delle attività italiane di Barclays, a costo zero. Saranno anzi gli inglesi a corrispondere a CheBanca! 237 milioni di euro, come rimborso per la razionalizzazione e il rilancio del network[37]. In cambio, verrà avviata una collaborazione sullo sviluppo di fondi e mutui in Italia[38]. Per CheBanca!, l'accordo permette di incrementare il portafoglio di 220.000 nuovi clienti (per un totale di 770.000 clienti), 2,9 miliardi di mutui residenziali, 89 filiali, 550 dipendenti dell'area commerciale 70 promotori finanziari. Ma soprattutto consente di aumentare la raccolta a 6,2 miliardi (da 3,1)[39].

In base agli ultimi dati disponibili, CheBanca! si attesta a giugno 2019 su una raccolta di oltre 25 miliardi di euro e oltre 865.000 clienti[40]. Al 31 marzo 2022, la banca si avvale di 1471 dipendenti, di cui 502 gestori premier e 507 consulenti finanziari. Conta 210 punti vendita, suddivisi in 110 Filiali CheBanca! e 100 uffici di consulenti finanziari[33].

Compass[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Compass (azienda).

Compass è una società finanziaria italiana di proprietà del gruppo Mediobanca con oltre 180 filiali specializzata nel credito al consumo (prestiti personali e finalizzati, carte di credito e cessione del quinto). Fondata nel 1951 e avente sede a Milano, è uno dei principali operatori italiani nel proprio settore. Nel corso della propria esistenza ha progressivamente ampliato le proprie attività, occupandosi anche di servizi finanziari per i pagamenti, del settore assicurativo (a seguito dell'autorizzazione rilasciata dalla Banca d’Italia il 9 aprile 2013) dell'emissione di moneta elettronica. Nel 2015 Compass diventa Banca assumendo il nome Compass Banca S.p.A.

Il core business di Compass è rappresentato dai prodotti e servizi di credito al consumo per le famiglie, nelle forme di prestiti personali, prestiti finalizzati, carte di credito e cessione del quinto dello stipendio. Dal 2011, per l'emissione e la gestione delle carte di credito, Compass ha assunto anche la forma di istituto di pagamento, mentre nell'ottobre 2012 ha iniziato anche a distribuire polizze assicurative per la casa, non legate a contratti di credito al consumo. Nel 2013, con l'autorizzazione ad operare come Istituto per l'emissione di Moneta Elettronica (IMEL), Compass ha lanciato Compass Pay, piattaforma per i servizi di pagamento on e off line che integra un conto di base (per effettuare gli usuali servizi di gestione e trasferimento fondi) con altri prodotti quali carte di pagamento, borsellino elettronico per effettuare acquisti on-line e la possibilità di ottenere minicrediti per avere sempre a disposizione una riserva di liquidità per fronteggiare le spese impreviste.

Sedi estere[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2006 Mediobanca ha iniziato un processo di internazionalizzazione con l'obiettivo di ampliare la base di mercato, diversificare i rischi di controparte e assistere i propri clienti anche nelle operazioni all'estero. Nel Corporate Investment Banking Mediobanca è presente in Europa continentale con le sedi di Parigi (2004), Francoforte (2007) e Madrid (2007). In questi paesi la strategia dell'Istituto è quella di fornire attività di Corporate Finance attraverso una vasta gamma di servizi di corporate e leveraged finance, corporate lending, debt capital market e equity capital market. La sede di New York è attiva nel brokeraggio e nell'attività di rappresentanza e in Lussemburgo[5].

La sede di Londra, costituita nel 2008, è invece composta da team specializzati nelle soluzioni per la clientela: Credit, Rates, FX, Alternatives and Equity Derivatives, Corporate Lending and Leveradged Finance, Equity research, Advisory, oltre alla funzione di piattaforma Equity e derivati la sede di Londra è strategica per intensificare i rapporti con fondi Hedge e Private Equity.

A partire dal 2014 la sede londinese ospita il team FIG EMEA.

Organi amministrativi[modifica | modifica wikitesto]

Dal giugno 2007 al settembre 2008 Mediobanca è stata uno dei pochi esempi italiani di banche che ha utilizzato la cosiddetta governance duale.

Dal settembre 2008 Mediobanca ritornò al sistema tradizionale con delle differenze rispetto al modello originario: all'interno del Consiglio di Amministrazione, in maggioranza, del

Comitato Esecutivo sono presenti come membri di diritto i dirigenti del Gruppo Mediobanca (attualmente Renato Pagliaro[41], Francesco Saverio Vinci[42], Alberto Nagel[43],

Maurizia Angelo Comeno, Alberto Pecci, Marie Bolloré, Maurizio Carfagna, Maurizio Costa, Angela Gamba, Valérie Hortefeux, Maximo Ibarra, Alberto Lupoi, Elisabetta Magistretti, Vittorio Pignatti-Morano Campori e Gabriele Villa che hanno lo scopo di garantire autonomia e unità di indirizzo della gestione[44], inoltre anche l'Amministratore Delegato è scelto dal Consiglio di Amministrazione tra questi soggetti.

Piano strategico 2014-2016[modifica | modifica wikitesto]

Il 21 giugno 2013 Mediobanca ha presentato le linee guida del Piano Strategico 2014-2016. Nella presentazione al mercato l'Amministratore Delegato Alberto Nagel ha annunciato l'uscita da tutti i patti di sindacato partecipati dalla banca

la classificazione di tutte le partecipazioni tra gli asset disponibili per la vendita[45]. A settembre 2013 Mediobanca ha ceduto il 3,9% della partecipazione in Telco a Telefonica e nei mesi successivi ha iniziato a cedere gradualmente sul mercato le quote detenute in Rcs e Gemina[46][47][48]. Il piano strategico annunciato dalla banca prevede il rafforzamento delle attività di Corporate & Investment Banking e lo sviluppo della presenza estera[49].

A luglio 2013 la banca è entrata nel mercato turco con l'apertura della controllata MB Advisory che serve l'istituto milanese anche nel business cross-border con i paesi del Mediterraneo[7]. Altre aperture sono previste in Messico e Cina[50]. L'incidenza dei ricavi non domestici sul bilancio 2013 della divisione Corporate & Investment banking è del 30%. La banca prevede una crescita fino al 45% nel 2016[50]. Il piano strategico presentato dalla banca prevede anche, parallelamente al rafforzamento del Corporate & Investment banking, un contributo crescente del polo retail ai ricavi di Gruppo. I target al 2016 prevedono una contribuzione di Compass e CheBanca! pari al 50% dei ricavi totali del Gruppo Mediobanca[50].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio consolidato 2020
  2. ^ Mediobanca - Dati chiave sul titolo
  3. ^ Mediobanca: -27% a 600mln utile 2019-2020, sopra attese (RCO)
  4. ^ Mediobanca - Fact Sheet
  5. ^ a b Le sedi di Mediobanca all'estero Archiviato il 25 settembre 2011 in Internet Archive.(dal sito ufficiale)
  6. ^ Sergio Bocconi, Piazzetta Cuccia. L'internazionale, in Corriere della Sera - Corriere Economia, 31 gennaio 2011, p. 3. URL consultato il 22 febbraio 2011.
  7. ^ a b ultimaora - flash news 24 Corriere della Sera
  8. ^ a b c d e f Napoleone Colajanni, Storia della banca italiana, Roma, Newton Compton, 1995
  9. ^ "Merger, Italian Style." Economist [London, England] 8 Jan. 1966: 115+. The Economist Historical Archive, 1843-2012.
  10. ^ Giorgio La Malfa, Cosa direbbe oggi Cuccia ai nuovi vertici di Mediobanca e Generali, Il Foglio quotidiano, 3 aprile 2010.
  11. ^ Paul Betts, Rome's conquest of Milan, with Europe to follow, Financial times, 14 giugno 2007.
  12. ^ Giovanni Pons, Il banchiere scelto da Cuccia e Maranghi, la Repubblica, 11 maggio 2010
  13. ^ Tracce di dna dell'era Cuccia, Il Sole 24 Ore, 11 maggio 2010
  14. ^ Pirelli esce da Mediobanca e incassa 153 milioni, su repubblica.it, 11 gennaio 2018. URL consultato il 28 settembre 2018.
  15. ^ Mediobanca, Bolloré esce dal patto di sindacato aprendo le danze anche sul futuro delle Generali, su ilfattoquotidiano.it, 27 settembre 2018. URL consultato il 28 settembre 2018.
  16. ^ Sorpresa in Mediobanca, Bolloré esce dal patto di grandi soci, su lastampa.it, 27 settembre 2018. URL consultato il 28 settembre 2018.
  17. ^ a b Gianluca Paolucci, Unicredit mette in vendita l'8,4% di Mediobanca. Addio alla storica alleanza, in La Stampa, Milano, 7 novembre 2019. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato il 7 novembre 2019).
  18. ^ a b Unicredit: "Venduta Mediobanca perché competitor", su adnkronos.com, 7 novembre 2019. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato il 7 novembre 2019).
  19. ^ a b Unicredit, addio a Mediobanca: venduto l'8,4% per quasi 800 milioni, su repubblica.it, Milano, 6 novembre 2019. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato il 30 novembre 2019).
  20. ^ a b Fabrizio Massaro, Mediobanca, il colpo Del Vecchio. Sarà terzo azionista con il 6,94%, in Corriere della Sera, 18 settembre 2019. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato il 7 novembre 2019).
  21. ^ a b Del Vecchio al 7,5% diventa secondo azionista di Mediobanca, scende Bolloré, su Adnkronos, 28 ottobre 2019. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato il 7 novembre 2019).
  22. ^ Moody's taglia l’outlook a 14 banche italiane: ci sono anche Carige e Bper, su ilsecoloxix.it, 9 agosto 2022. URL consultato il 13 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2022).
  23. ^ Accordo di consultazione tra soci Mediobanca S.p.A., su mediobanca.com. URL consultato il 30 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2019).
  24. ^ Azionisti, su mediobanca.com. URL consultato il 16 gennaio 2022.
  25. ^ USA (41%), UK (18%), Italia (14%), Francia (6%), Belgio (4%), 17% resto del mondo
  26. ^ Patto sancito tra Gruppo Mediolanum con il 3,4%, FINPRIV con l’1,7%, Monge & C con l’1,1% e altri con il 4%
  27. ^ Marigia Mangano, UniCredit entra nella Fondazione Del Vecchio, in Il Sole 24 Ore, 22 dicembre 2017. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato il 7 novembre 2019).
  28. ^ Francesco Spini, Generali, la mossa di Caltagirone Addio al Patto con Del Vecchio e Crt, in Il Secolo XIX, 29 gennaio 2022, p. 20.
  29. ^ Azionisti di RCS MediaGroup S.p.A. con quote superiori al 3%
  30. ^ Copia archiviata, su mediobanca.com. URL consultato il 13 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2019).
  31. ^ Mediobanca takes control of London-based Cairn Capital - Financial Times
  32. ^ https://www.ilsole24ore.com/art/mediobanca-muove-svizzera-sull-asset-management-ram--AE8kr6GD
  33. ^ a b Consiglio di amministrazione di CheBanca! Approvazione trimestrale al 31 marzo 2022 (PDF), su chebanca.it, 2 maggio 2022. URL consultato il 2 giugno 2022.
  34. ^ Copia archiviata, su 10anni.chebanca.it. URL consultato il 13 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2019).
  35. ^ CheBanca!: a due mesi dalla chiusura dell'esercizio 2008-2009 "CheBanca! supera gli obiettivi, raddoppiando la raccolta prevista per il primo anno", comunicato stampa dal sito Mediobanca
  36. ^ https://www.chebanca.it/wps/wcm/connect/istituzionale/header/chi-siamo/piano+16-19+mediobanca
  37. ^ ilsole24ore.com
  38. ^ milanofinanza.it
  39. ^ repubblica.it
  40. ^ http://www.affaritaliani.it/economia/che-banca-ricavi-ed-utile-lordo-in-progresso-617848.html
  41. ^ Renato Pagliaro presidente di Mediobanca Archiviato il 7 maggio 2012 in Internet Archive. (dal sito ufficiale)
  42. ^ Francesco Saverio Vinci direttore generale di Mediobanca Archiviato il 10 ottobre 2011 in Internet Archive. (dal sito ufficiale)
  43. ^ Alberto Nagel amministratore delegato di Mediobanca Archiviato il 10 ottobre 2011 in Internet Archive. (dal sito ufficiale)
  44. ^ Governance di Mediobanca (dal sito ufficiale) Archiviato il 25 settembre 2011 in Internet Archive.
  45. ^ Mediobanca rivoluziona le partecipazioni - Il Sole 24 ORE
  46. ^ Telefonica, offerta per salire al 70% di Telco - Il Sole 24 ORE
  47. ^ Mediobanca scende sotto il 10% di Rcs - Il Sole 24 ORE
  48. ^ Mediobanca inizia le dismissioni, venduto il 2,6% di Gemina - Il Sole 24 ORE
  49. ^ Addio patti, la svolta di Mediobanca
  50. ^ a b c Mediobanca guarda a Messico, Cina per Cib, acquisizioni private banking-DG | Reuters, su it.reuters.com. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2017).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN139091711 · ISNI (EN0000 0001 1520 2594 · LCCN (ENn79034824 · J9U (ENHE987007265256605171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79034824