Juventus Football Club: differenze tra le versioni

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==Collegamenti esterni==
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* «[http://www.juworld.net/statistiche-tutti-i-piazzamenti-della-juventus-stagione-per-stagione.asp Tutti i piazzamenti della Juventus stagione per stagione]», da ''Juworld.net''
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Juventus F.C.
Calcio
File:Juventusstemma.png
La vecchia Signora; Madama
La fidanzata d’Italia; Le Zebre
I bianconeri; La Goeba
[La] Signora Omicidi
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
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Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Strisce bianche e nere
SimboliZebra
InnoJuve, storia di un grande amore
Paolo Belli
Dati societari
CittàTorino
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie A
Fondazione1897
PresidenteGiovanni Cobolli Gigli
AllenatoreClaudio Ranieri
StadioStadio Olimpico di Torino
(27.500 posti)
Sito webwww.juventus.com
Palmarès
10 scudetti10 scudettiScudettoScudettoScudettoScudettoScudettoScudettoScudetto Coppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa Italia Supercoppa italianaSupercoppa italianaSupercoppa italianaSupercoppa italiana Coppa dei CampioniCoppa dei Campioni Coppa delle Coppe Coppa UEFACoppa UEFACoppa UEFA Supercoppa europeaSupercoppa europea Coppa Intertoto
Scudetti27
Trofei nazionali9 Coppe Italia
4 Supercoppe italiane
Trofei internazionali2 Coppe dei Campioni/Champions League
1 Coppe delle Coppe
3 Coppe UEFA/Europa League
2 Supercoppe UEFA
1 Coppa Intertoto UEFA
2 Coppe Intercontinentali
Si invita a seguire il modello di voce

«[…] Perché la Juventus, dopo già un secolo di storia, è diventata una leggenda. Una leggenda che esorta il cielo di Torino e che ha finito per conquistare nove, dieci milioni di tifosi in Italia e, certo, altrettanti all’estero con un nome, una maglia di colori conosciuti in tutto il mondo»

La Juventus Football Club S.p.A. (dal lat. iuventus, gioventù[2]), nota anche come Juventus o, più semplicemente, Juve, è una società calcistica italiana per azioni con sede a Torino. Fondata nel 1897 come Sport Club Juventus da giovani studenti liceali torinesi[3], ha sempre militato nella massima categoria del campionato italiano di calcio (dal 1929 denominata Serie A) sin dalla sua fondazione, eccezion fatta per la stagione 2006/07. La Juventus è uno dei due club che rappresentano nel calcio ad alto livello il capoluogo piemontese, l’altro essendo il Torino, fondato nel 1906 da soci dissidenti della formazione bianconera.

Le origini della Juventus non sono ben documentate, in ragione del fatto che al termine del XIX secolo lo sport in Italia non era talmente diffuso da giustificarne l’interesse da parte della stampa. L’unico scritto con caratteristiche di “ufficialità” attestante con sufficiente certezza la nascita della Juventus fu redatto da uno dei suoi fondatori, Enrico Canfari, e pubblicato sulla rivista istituzionale del club sul finire del 1915[3].

Terzo club calcistico italiano per anzianità tra quelli tuttora attivi - dopo Genoa (1893) e Udinese (1896)[4] - la Juventus, vincitrice del suo primo campionato nel 1905, vanta 27 titoli di campione d’Italia (record nazionale), 9 Coppe Italia (anch’esso record nazionale, condiviso con la Roma) e 4 Supercoppe d’Italia, per un totale di 40 vittorie in competizioni nazionali, cui vanno sommate 11 vittorie in tornei internazionali, tra le quali due titoli di campione d’Europa (1985 e 1996) e due di campione del mondo per club (idem)[5], che ne fanno complessivamente il club italiano con il maggior numero di titoli ufficiali vinti, 51[6]; limitatamente ai titoli internazionali, inoltre, è il secondo club italiano per vittorie alle spalle del Milan (18), il terzo in Europa insieme al Liverpool e alle spalle del citato Milan e del Real Madrid (15), e il sesto nel mondo ex æquo con il citato Liverpool e il San Paolo e alle spalle, oltre ai già citati, di Boca Juniors (18), Independiente (15) e gli egiziani dell’Al-Ahly (14).

Vincitrice del suo primo trofeo internazionale ufficiale nel 1977 (Coppa UEFA, nella circostanza vinta per la prima volta da un club italiano), nel 1987 la Juventus fu insignita della Targa UEFA come prima squadra ad avere vinto tutte e tre le maggiori competizioni europee dell’epoca, la Coppa dei Campioni (oggi Champions’ League), la Coppa delle Coppe (soppressa dal 1999) e la Coppa UEFA[7], traguardo in seguito eguagliato solo dall'Ajax nel 1992 e dal Bayern Monaco nel 1996. Con la vittoria nella Coppa Intercontinentale 1985, infine, la Juventus divenne il primo - e rimane tuttora l’unico - club al mondo ad avere conquistato almeno una volta tutti i titoli ufficiali a livello internazionale[5].

In base a quanto emerge da un sondaggio della società Demos (agosto 2008), la Juventus risulta essere la squadra con il più alto numero di sostenitori in Italia, avendo riscosso la preferenza del 32,5% del campione[8], a fronte di un 14% di sostenitori dell’Internazionale e del 13,6% del Milan, rispettivamente seconda e terza nella graduatoria di preferenze. Da un’indagine del 2002 risulta che, analogamente a quelli dell’Internazionale, i sostenitori della Juventus sono distribuiti in maniera pressoché uniforme su tutto il territorio nazionale. In 12 regioni su 20 la Juventus è il club con il più grosso seguito di sostenitori. Nelle altre 8, in 7 di esse è il secondo club per seguito, e in una, la Liguria, è il terzo club dopo Genoa e Sampdoria[9]. A livello internazionale, inoltre, la società dichiara di vantare un seguito di circa 170 milioni di sostenitori, di cui circa 43 in Europa e 100 in Asia (al riguardo non sono stati tuttavia resi noti i criteri di indagine[10]).

Legata fin dagli anni venti alla famiglia Agnelli, la Juventus è anche uno dei membri fondatori dell’ECA - Associazione dei Club Europei, organizzazione internazionale che ha preso il posto del soppresso G-14, e composta dai principali club calcistici riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA.

Il centro di allenamento delle squadre di ogni categoria del club è lo Juventus Center di Vinovo, località poco distante da Torino[11].


Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Juventus Football Club.
I fondatori-giocatori juventini con la prima maglia societaria nel 1898

Il 1º novembre 1897 vide la luce a Torino lo Sport Club Juventus per iniziativa di un gruppo di studenti del liceo classicoMassimo d’Azeglio”, che erano soliti ritrovarsi in corso Re Umberto su una panchina oggi custodita nell’attuale sede del club[12]. La prima maglia della squadra fu rosa, con cravatta o papillon nero. Nel 1903 divenne bianconera[13].

I primi anni del XX secolo

Nel 1900, con il nome di Foot-Ball Club Juventus[14], la società si iscrisse al suo primo campionato nazionale, ma fu eliminata dal Foot-Ball Club Torinese[15]. Il primo titolo nazionale arrivò nel 1905, all’epoca in cui la squadra giocava allo Stadio Velodromo Umberto I[3]. Il presidente della società era l’imprenditore svizzero Alfred Dick il quale, a seguito di accese discussioni di spogliatoio, decise di lasciare la Juventus e di fondare, assieme a un gruppo di soci dissidenti, il Foot-Ball Club Torino[16], segnando così l’origine della più antica rivalità del calcio italiano e l’inizio di una serie di problemi finanziari e sportivi che condussero la squadra bianconera alle soglie della retrocessione in Promozione nel 1913[17].

La Juventus tra le due guerre

Dopo la Grande Guerra la Juventus, risollevatasi con la presidenza di Giuseppe Hess e Corrado Corradini, riuscì a migliorare il suo piazzamento in campionato e a fornire alcuni giocatori, tra cui il portiere Giovanni Giacone[18], alla Nazionale.

Edoardo Agnelli, presidente della Juventus dal 1923 al 1935

Il proprietario della FIAT Edoardo Agnelli assunse il controllo della società nel 1923; nello stesso anno fece costruire un nuovo stadio, in Corso Marsiglia, primo impianto sportivo italiano realizzato interamente in cemento armato[3]. L’arrivo del primo allenatore della storia del club, l’ungherese Jenő Károly, e di giocatori come Férénc Hirzer e Carlo Bigatto I – il primo capitano della storia bianconera – coincise con la vittoria del secondo tricolore nella stagione 1925/26[3]. Poco dopo l’istituzione del campionato a girone unico, la squadra, già rinforzata dagli innesti di giocatori come Giovanni Ferrari e gli oriundi Raimundo Orsi e Luisito Monti, e del celebre trio difensivo Combi - Rosetta - Caligaris[19], vinse cinque scudetti consecutivi (primato nazionale) tra il 1930/31 e il 1934/35. Contemporaneamente raggiunse le semifinali della Coppa dell'Europa Centrale per quattro anni consecutivi. Allenatore della squadra in quattro delle cinque vittoriose stagioni fu Carlo Carcano[20], uno dei precursori del Metodo[3], mentre molti giocatori di quella compagine andarono a formare il nucleo della Nazionale italiana che si aggiudicò le vittorie nella Coppa Internazionale, progenitrice dell’attuale campionato d’Europa[21] e, soprattutto, nel campionato del mondo 1934 (cui la Juventus contribuì con 9 giocatori[22]). Nel pieno di tale periodo d’oro la Juventus inaugurò nel 1933 lo Stadio Comunale (oggi Stadio Olimpico)[23]. Fu il 29 giugno, in occasione di un quarto di finale di Coppa dell’Europa centrale contro gli ungheresi dell’Újpest, battuti 6-2.

La prematura morte di Edoardo Agnelli, avvenuta nel 1935, coincise con la fine del c.d. “Quinquennio d'Oro”. Per il resto del decennio e per la maggior parte degli anni quaranta – anche dopo il secondo conflitto mondiale – la squadra bianconera non riuscì più a riconquistare lo scudetto nonostante il contributo di calciatori come Alfredo Foni e Pietro Rava (olimpionici del calcio a Berlino nel 1936), dell’albanese Riza Lushta, di Pietro Magni e di Teobaldo Depetrini, atleti che comunque contribuirono a dare alla Juventus nel 1937/38 e nel 1941/42 le prime due delle sue attuali 9 Coppe Italia.

Tra il 1943 e il 1945 la società, che già aveva dovuto rinunciare alla ragione sociale Football Club a seguito dell’italianizzazione imposta dal fascismo, assunse il nome di Juventus-Cisitalia, in abbinamento con la Casa automobilistica omonima, la Cisitalia appunto, il cui proprietario era Pietro Dusio, all’epoca presidente del club bianconero.

Singolarmente il marchio FIAT, di proprietà della famiglia Agnelli, fu abbinato al Torino che, infatti, negli stessi anni, si chiamava Torino-FIAT[24].

Verso il primato nazionale

File:Sivori-Charles-Boniperti.jpg
Sivori, Charles e Boniperti, il tridente d’attacco della Juventus di fine anni cinquanta, anche detto il Trio Magico

Alla fine della guerra il club tornò al nome originario di Juventus Football Club. Nel 1947 l’allora ventiseienne Gianni Agnelli ne divenne presidente e, dopo una serie di riforme interne, la squadra, guidata in campo da giocatori come Carlo Parola e Giampiero Boniperti, aggiunse altri due scudetti al suo palmarès (1949/50 e 1951/52), il secondo dei quali sotto la guida dell’inglese Jesse Carver.

A Gianni Agnelli successe nel 1955 suo fratello Umberto, salito alla massima carica del club poco più che ventenne (essendo nato nel 1934). Tra le operazioni di mercato più importanti del nuovo presidente vi furono gli acquisti dal River Plate dell’argentino Omar Sivori e dal Leeds Utd. del gallese John Charles che, insieme al talento casalingo, e capitano della squadra, Giampiero Boniperti, formarono quello che la stampa non tardò a denominare “Trio magico”[25][26]: grazie a tali innesti, nella stagione 1957/58 la Juventus vinse il suo 10° scudetto e divenne in tal modo il primo club italiano a poter esporre sulle maglie la Stella d’Oro al Merito Sportivo, a simboleggiare la conquista di dieci campionati nazionali[27]. Altri due titoli giunsero al termine dei campionati 1959/60 e 1960/61, cui si aggiunsero anche due Coppe Italia consecutive (1958/59 e 1959/60). Omar Sivori divenne nel 1961 il primo calciatore proveniente dalla Serie A a vincere il Pallone d'oro.

Nel resto del decennio, dopo il ritiro (Boniperti) e la cessione (Sivori, Charles) dei migliori giocatori, la Juventus vinse solo un altro scudetto, nel 1966/67, superando all’ultima giornata l’Internazionale sconfitta sul campo del Mantova, e un’altra Coppa Italia, nel 1964/65, sotto la guida tecnica del paraguaiano Heriberto Herrera, uno dei precursori in Italia del Movimiento, schema tattico predecessore del calcio totale olandese, che applicò nella cosidetta Juve Operaia[3].

L’era Boniperti e le affermazioni internazionali

Festeggiamenti per il 15° scudetto allo Stadio Olimpico di Roma il 20 maggio 1973

Il 13 luglio 1971 Giampiero Boniperti diventò presidente del club. Sotto la conduzione tecnica dell’ex giocatore cecoslovacco Čestmír Vycpálek la Juventus, grazie all’apporto di alcuni consolidati elementi come Sandro Salvadore e la valorizzazione di giovani calciatori come Franco Causio (proveniente dal Lecce), Giuseppe Furino (dal Palermo), Fabio Capello (dalla Roma e, prima ancora, dalla SPAL) e soprattutto di Roberto Bettega, torinese prodotto del vivaio bianconero, conquistò nelle stagioni 1971/72 e 1972/73 due scudetti consecutivi, rispettivamente il 14° e il 15°, quest’ultimo in maniera rocambolesca: seconda in classifica a 43 punti a pari merito della Lazio e un punto dietro al Milan capolista all’inizio dell'ultima giornata di campionato, la Juventus riuscì a vincere fuori casa negli ultimi minuti per 2-1 un incontro che stava perdendo allo Stadio Olimpico contro la Roma, mentre la Lazio fu sconfitta 0-1 a Napoli e il Milan, già sotto 1-3 alla fine del primo tempo, uscì battuto per 3-5 dal campo del Verona. Sempre nel 1973 la Juventus giunse al suo primo appuntamento internazionale di rilievo, la finale di Coppa dei Campioni, da disputarsi a Belgrado contro la squadra probabilmente più spettacolare del decennio, l’Ajax, guidata dalla panchina dal rumeno-ungherese Ştefan Kovács e in campo da talenti come Ruud Krol, Johan Neeskens e soprattutto Johan Cruijff. Gli olandesi vinsero 1-0 con un goal di Johnny Rep.

La squadra, passata nel frattempo all’ex giocatore Carlo Parola, vinse il campionato 1974/75; l’anno seguente, dopo essere giunto secondo alle spalle dei rivali cittadini del Torino, Parola fu sostituito dall’emergente Giovanni Trapattoni, all’epoca trentasettenne e con alle spalle solo un biennio di conduzione tecnica, nel Milan nel quale, da giocatore, aveva vinto sia in Italia che in Europa.

File:19770504-UEFA-Bettega-Juve-Bilbao.jpg
Bettega in una fase di Juventus - Athletic Bilbao a Torino, finale di andata della Coppa UEFA 1976/77

Al primo anno di Trapattoni alla Juventus è legato uno degli scudetti probabilmente più combattuti e spettacolari del calcio italiano, quello del 1976/77, conteso ai campioni uscenti del Torino fino all’ultima giornata: le due squadre, appaiate in cima alla classifica alla fine del girone d’andata con una media-punti insostenibile per le altre contendenti, continuarono il testa-a-testa per tutto il girone di ritorno. La Juventus prevalse alla fine con 51 punti, frutto di 23 vittorie, 5 pareggi e 2 sole sconfitte (record per la serie A a 16 squadre), contro i 50 del Torino, e la Gazzetta parlò di «lungo e affascinante duello»[28]. Per avere un’idea del ritmo impresso dalle due compagini torinesi a quell’edizione del campionato, basti notare che la terza classificata, la Fiorentina, si fermò a 35 punti. Quattro giorni prima di vincere il suo 17° scudetto la Juventus si aggiudicò anche la sua prima competizione internazionale, la Coppa UEFA, al termine di una durissima doppia finale disputata contro gli spagnoli dell’Athletic di Bilbao. All’andata la Juventus vinse 1-0 con un goal di Marco Tardelli, al ritorno passò subito in vantaggio con un goal di Roberto Bettega e, pur perdendo alla fine per 1-2, riuscì a vincere il doppio confronto contro i baschi e a portare a casa la Coppa. Fu, quella, l’unica affermazione internazionale che la Juventus, e più in generale una qualsiasi squadra di club, conseguì con un organico composto esclusivamente da giocatori italiani[29]: di essi, quelli schierati in campo nella circostanza furono Zoff, Cuccureddu, Gentile; Furino, F. Morini, Scirea; Causio, Tardelli, Boninsegna (sostituito al 59’ dell’incontro da Spinosi), Benetti e Bettega.

Giovanni Trapattoni, 13 stagioni complessive sulla panchina bianconera

Tra il 1977 e il 1986 la Juventus vinse sei scudetti; nel 1980 la squadra giunse fino alla semifinale di Coppa delle Coppe, sconfitta nel doppio confronto dai londinesi dell’Arsenal (1-1 e 0-1); nella squadra inglese si mise in luce un giovane calciatore irlandese, Liam Brady, che nel mercato estivo di quell'anno, il primo aperto dopo molti anni ai calciatori stranieri, fu acquistato proprio dal club bianconero e divenne, nel biennio successivo, tra i protagonisti dei due scudetti consecutivi vinti dalla Juventus, quello del 1980/81, il 19°, e quello del 1981/82, il 20°, che diede alla squadra il diritto a fregiarsi della seconda Stella d’Oro.

Nella primavera del 1982 fu acquistato Michel Platini, all’epoca in scadenza di contratto presso il suo club in Francia, il Saint-Étienne; dall’estate del 1982 fu possibile acquistare due stranieri per club, e la Juventus ingaggiò, dal Widzew Łódź (altra squadra incontrata dalla Juventus, durante la Coppa UEFA 1980/81), il polacco Zbigniew Boniek: entrambi furono fondamentali per il salto di qualità internazionale del club. Nel 1983 la Juventus giunse alla sua seconda finale di Coppa dei Campioni da favorita, avversario l’Amburgo: ma un goal di Felix Magath fu sufficiente a far svanire il sogno di laurearsi campione d’Europa per la prima volta; dopo tale incontro Magath rimase a lungo nell’immaginario dei sostenitori juventini come una c.d. “bestia nera”[30].

Dopo un interregno della Roma (campione d’Italia 1982/83), la Juventus vinse nel 1984 il suo 21° scudetto e colse la sua seconda affermazione internazionale ufficiale: a Basilea, nella finale di Coppa delle Coppe, i bianconeri sconfissero il Porto per 2-1 con goal di Beniamino Vignola e Zbigniew Boniek; la vittoria in tale competizione diede alla Juventus il diritto di sfidare il Liverpool vincitore della Coppa dei Campioni nella Supercoppa UEFA, che fu disputata in gara unica a Torino nel gennaio 1985, e che vide i bianconeri prevalere per 2-0; a Bruxelles, il 29 maggio 1985, infine, la Juventus si laureò campione d’Europa, ancora di fronte al Liverpool, al termine di un incontro vinto per 1-0 (Platini su rigore) ma che fu preceduto da gravissimi incidenti causati da scontri tra la tifoseria italiana e quella inglese, e che portarono alla morte di 39 spettatori.

Lo stesso argomento in dettaglio: Strage dell'Heysel.

Con la vittoria in Coppa dei Campioni, la Juventus divenne il primo club europeo a vincere tutte le tre maggiori manifestazioni dell’UEFA, più la Supercoppa; nel dicembre successivo, a Tokyo, vinse la Coppa Intercontinentale battendo ai calci di rigore i campioni sudamericani dell’Argentinos Juniors, divenendo così il primo - e, a tutt’oggi, l’unico - club a vincere tutte le competizioni ufficiali internazionali organizzate dall’UEFA e dalla [[FIFA]. In ragione del primato conseguito in campo continentale, la confederazione calcistica europea insignì nel 1987 la Juventus della Targa UEFA[7].

Lo scudetto vinto nel 1986 chiuse il decennio di Trapattoni: durante la sua gestione, complessivamente 9 elementi della Juventus giocarono nella Nazionale italiana al Campionato del mondo 1978 in Argentina (dove gli Azzurri giunsero quarti) e 6 in quella che si laureò campione del mondo 1982 in Spagna. I 5 juventini agli ordini del C.T. Enzo Bearzot in entrambe le edizioni furono Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea e Tardelli; a essi si aggiunsero, nell’edizione 1978, Benetti, Causio (presente anche nel 1982 ma nel frattempo trasferito all’Udinese), Cuccureddu e Bettega (indisponibile nel 1982 in quanto infortunatosi nel novembre 1981 al ginocchio in un incontro di Coppa dei Campioni a Torino contro l’Anderlecht); nel 1982 si aggiunse ai 5 citati anche Paolo Rossi, già presente nel 1978 ma all’epoca nelle file del Lanerossi Vicenza. Inoltre Antonio Cabrini, Gaetano Scirea e Marco Tardelli divennero i primi giocatori al mondo ad avere vinto sia tutte le competizioni per club cui presero parte sia la Coppa FIFA.

L’ultimo anno di attività di Michel Platini coincise anche con il tramonto della generazione di giocatori che avevano costituito l’asse portante della squadra: con Rino Marchesi alla guida la Juventus giunse seconda alle spalle del Napoli di Maradona e non bastò l’anno successivo l'arrivo del gallese Ian Rush dal Liverpool a far fare alla squadra il salto di qualità: la Juventus nel campionato 1987-88 dovette affrontare uno spareggio contro il Torino, poi vinto ai calci di rigore, per l'accesso all’ultimo posto disponibile di Coppa UEFA. Giunse poi un biennio con l’ex Dino Zoff alla guida, nel quale la squadra si classificò rispettivamente quarta e terza; tuttavia nel 1990 Zoff riuscì a far conquistare alla Juventus la Coppa Italia battendo nella doppia finale il Milan con un 1-0 complessivo, realizzato da Roberto Galia al “Meazza”, e la Coppa UEFA, al termine di una doppia finale tutta italiana contro la Fiorentina, vinta con un 3-1 complessivo, interamente maturato nella finale d’andata al Comunale, per l'ultima volta teatro di una vittoria bianconera, stante l'imminente passaggio al “delle Alpi”.

La stagione successiva la Juventus vide un deciso cambio di dirigenza: alla presidenza andò Luca Cordero di Montezemolo, arrivarono dalla Fiorentina Roberto Baggio e dalla Lazio Paolo Di Canio; dall’estero giunse il brasiliano Júlio César e sulla panchina fu chiamato il tecnico emergente Luigi Maifredi, che nella stagione precedente aveva portato il Bologna in Coppa UEFA; nonostante le premesse, la Juventus a inizio stagione perse la Supercoppa italiana 1-5 contro il Napoli e, a dispetto del buon girone d’andata che aveva portato la squadra a chiudere a metà campionato seconda a due punti dalla Sampdoria capolista, nel girone di ritorno emersero tutti i limiti di squadra che fecero cadere la Juventus fino al settimo posto e fuori da qualsiasi competizione europea (ufficiale o meno) per la prima volta dal 1962[3].

Alla fine della stagione tornò Giovanni Trapattoni, con il quale la Juventus, grazie ai rinforzi provenienti dalla Germania di Andreas Möller e di Jürgen Kohler, chiuse al secondo posto nel 1992 e vinse la Coppa UEFA l’anno successivo[31]. Dopo un altro anno senza vittorie, comunque chiuso di nuovo al secondo posto, Trapattoni lasciò il posto a un altro promettente tecnico, l’allora quarantaseienne Marcello Lippi, in carriera difensore della Sampdoria, di cui era divenuto capitano, e che da allenatore aveva gestito il Napoli post-Maradona riuscendo a qualificarlo per la Coppa UEFA.

La gestione Lippi e il ritorno ai vertici

Marcello Lippi, tecnico della Juventus dal 1994 al 1999 e dal 2001 al 2004

L’arrivo di Lippi coincise con il ritorno allo scudetto, mancante da nove stagioni: all’impianto di squadra, che già poteva vantare giocatori di spessore come Antonio Conte, Giancarlo Marocchi, Angelo Peruzzi tra i pali e i citati Baggio e Kohler, si aggiunsero i nuovi arrivi Ciro Ferrara (portato da Napoli dallo stesso Lippi), Alessio Tacchinardi, il portoghese Paulo Sousa, il francese Didier Deschamps e il giovane talento Alessandro Del Piero, già da un anno alla Juventus ed esordiente nel finale della stagione precedente con Trapattoni, ma che con Lippi fu utilizzato in maniera sempre più costante. In tale stagione, di fatto la squadra ebbe come unico contendente il Parma, che giunse secondo in campionato (e che fu battuto in entrambi gli incontri diretti, 1-3 e 0-4) e affrontò la Juventus nella finale di Coppa UEFA (vittoria degli emiliani 1-0, 1-1) e di Coppa Italia (vittoria bianconera 1-0 e 2-0).

All’inizio della stagione successiva giunse la prima Supercoppa d’Italia, vinta ancora una volta sul Parma, e, 11 anni dopo Bruxelles, anche la vittoria in Champions’ League, conquistata allo Stadio Olimpico di Roma battendo i campioni uscenti dell’Ajax; nell’estate del 1996 fu acquistato dal Bordeaux un giovane talento francese, Zinédine Zidane, determinante nei futuri successi della squadra. Più tardi nel corso del 1996 arrivò la seconda Coppa Intercontinentale, vinta battendo gli argentini del River Plate con un goal di Del Piero a pochi minuti dal termine dei tempi regolamentari; poche settimane dopo giunse anche la vittoria in Supercoppa UEFA con un perentorio 9-2 complessivo sul Paris Saint-Germain, frutto di un 6-1 realizzato a Parigi e un 3-1 nella gara di ritorno alla “Favorita” di Palermo, scelto come stadio di casa per tale competizione.

Tra il 1996 e il 1998 la Juventus vinse due ulteriori scudetti e raggiunse altrettante finali di Champions’ League. La stagione 1998-99 non fu all’altezza delle precedenti e Lippi lasciò l'incarico a febbraio 1999, dopo una sconfitta interna (2-4) contro il Parma. La panchina fu affidata a Carlo Ancelotti in corso d’opera, e il tecnico emiliano portò la squadra allo spareggio per la Coppa UEFA, perso contro l’Udinese; in estate vinse la Coppa Intertoto e si qualificò per la successiva Coppa UEFA; nelle due stagioni successive si piazzò per due volte consecutive al secondo posto, la prima volta dietro la Lazio cui cedette il primato proprio all’ultima giornata, e la seconda dietro la Roma.

Nell’estate del 2001 Lippi fece ritorno al club; grazie alla cessione di Zidane al Real Madrid fu possibile acquistare alcuni elementi fondamentali per la difesa e il centrocampo della squadra quali il portiere Gianluigi Buffon e il difensore Lilian Thuram dal Parma e il centrocampista ceco Pavel Nedvěd dalla Lazio; alla prima stagione con Lippi la Juventus tornò allo scudetto, bissandolo l’anno successivo, e arricchendolo di due Supercoppe italiane consecutive e una finale di Champions’ League raggiunta eliminando dapprima il Barcellona nei quarti di finale e poi il Real Madrid in semifinale, e persa ai calci di rigore contro il Milan per quella che fu la prima e - a tutt’oggi - unica finale tra due squadre italiane a contendersi il titolo di campione d’Europa. Nella stagione successiva, l’ultima di Lippi prima che questi assumesse la conduzione della Nazionale, la Juventus concluse al terzo posto senza mai entrare in lizza per il titolo, e giunse fino alla finale di Coppa Italia, perdendo contro la Lazio.

Fabio Capello, la serie B e il ritorno in Europa

Claudio Ranieri guida dal 2007 la Juventus

A Lippi seguì Fabio Capello, fino a quella stagione allenatore della Roma: nei due anni di gestione del tecnico friulano, grazie anche agli arrivi di giocatori come il difensore napoletano Fabio Cannavaro (dall’Inter), il centrocampista brasiliano Emerson, già uomo di fiducia alla Roma dello stesso Capello, e lo svedese Zlatan Ibrahimović dall’Ajax, la Juventus vinse due campionati consecutivi, nel 2004-05 e 2005-06, che nel computo generale del club sarebbero stati rispettivamente il 28° e il 29°; tuttavia, a causa del caso giudiziario giornalisticamente definito Calciopoli a seguito del quale alcuni club di serie A vennero penalizzati, lo scudetto del 2005 fu revocato e non assegnato; quanto a quello del 2006, la Juventus fu retrocessa per illeciti sportivi all’ultimo posto della classifica e, stante la contemporanea penalizzazione in punti del Milan giunto secondo alle sue spalle, il titolo fu assegnato all'Internazionale, terza prima delle sentenze della magistratura sportiva.

Vi fu un cambio di dirigenza al vertice del club la proprietà nominò presidente Giovanni Cobolli Gigli e amministratore delegato Jean-Claude Blanc; al posto di Capello, dimessosi per andare in Spagna ad allenare il Real Madrid, fu chiamato l’ex giocatore bianconero Didier Deschamps, che dovette guidare in serie B la squadra per la stagione 2006-07 con 17 punti aggiuntivi di penalizzazione; appoggiandosi ad alcuni punti fermi della squadra, in primis il capitano e fresco campione del mondo Del Piero insieme ai suoi compagni di Nazionale Buffon e Camoranesi, il ceco Nedvěd e l’innesto di giocatori di esperienza (Cristiano Zanetti) e di alcuni giovani del vivaio (Raffaele Palladino, Matteo Paro e, più avanti nella stagione, Sebastian Giovinco), la Juventus riuscì a circa metà torneo a portarsi nelle posizioni di testa; la penalizzazione fu nel frattempo, in appello, ridotta a 9 punti[32] e a fine stagione, con 28 vittorie e 10 pareggi su 42 incontri (pari a 85 punti al netto delle penalità), la Juventus risultò prima con largo margine sulle altre due promosse in serie A, Napoli e Genoa. Deschamps si dimise prima della fine del campionato, dopo la promozione matematica, e nell’estate del 2007 fu scelto di affidare la squadra al tecnico romano Claudio Ranieri.

Nella stagione 2007-08 la Juventus si è classificata al terzo posto finale in campionato guadagnando così l’accesso al terzo turno preliminare di Champions’ League, vinto contro il club slovacco dell’Artmedia. A tutto febbraio 2009 la squadra è seconda in campionato e in procinto di disputare gli ottavi di finale di Champions’ League (contro il Chelsea) nonché la semifinale di Coppa Italia (contro la Lazio).

Cronistoria

Cronistoria della Juventus Football Club
  • 1897 Fondazione dello Sport Club Juventus il 1º novembre a Torino. Adotta come divisa una maglia rosa con cravatta nera e calzoncini neri.
  • 1898 Non prende parte al campionato nazionale.
  • 1899 Cambia denominazione in Foot-Ball Club Juventus[14]. Non prende parte al campionato nazionale.
  • 1900 Partecipa al III Campionato Federale di Prima Categoria. Non supera il Girone Eliminatorio Piemontese. Vince la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione.

  • 1901 Arriva fino alla Semifinale del Campionato Federale. Vince la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione, ricevendo il Gonfalone e la Medaglia del Municipio dalla Città di Torino.
  • 1902 2ª nel Girone Eliminatorio Piemontese dopo spareggio. Vince la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione e la Coppa Città di Torino.
  • 1903 Adotta la attuale divisa composta di una maglia a strisce bianconere e calzoncini bianche. Finalista del Campionato Federale. Vince la Coppa Città di Torino.
  • 1904 Finalista del Campionato Federale. Vince il Torneo di Trino Vercellese e la Coppa Universitaria.
  • 1905 Campione d'Italia. Vince il Campionato di Seconda Categoria e la Coppa Luigi Bozino.
  • 1906 Dimissione societaria e fondazione del Foot-Ball Club Torino[16]. 2ª nel Girone Finale del Campionato Federale per delibera della FIF avendo rinunciato a disputare la finale di spareggio a Milano col Milan Foot-Ball Club. Vince la Coppa Luigi Bozino.
  • 1907 2ª nel Girone Eliminatorio Piemontese.
  • 1908 2ª nel Girone Eliminatorio Piemontese del Campionato Italiano, Coppa Romolo Buni. Vince il Campionato Federale F.I.F. e due volte la Palla d'Argento Henry Dapples.
  • 1909 3ª nel Girone Eliminatorio Piemontese del Campionato Italiano, Coppa Romolo Buni. Vince il Campionato Federale F.I.F..
  • 1909-1910 3ª nel Campionato a Girone Unico.

  • 1910-1911 9ª nel Campionato Ligure-Lombardo-Piemontese.
  • 1911-1912 8ª nel Campionato Ligure-Lombardo-Piemontese.
  • 1912-1913 6ª nel Girone Eliminatorio Piemontese. Ripescata per ammissione nel Girone Lombardo[17].
  • 1913-1914 2ª nel Girone Lombardo; 4ª nel Girone Finale del Campionato del Nord Italia.
  • 1914-1915 2ª nel Gruppo B del Campionato dell'Alta Italia (Girone Piemontese Centrale); 2ª nel Gruppo A del Girone Semifinale Interregionale.
  • 1915-1916 1ª nel Girone Piemontese Occidentale e 2ª nel Girone Finale della Coppa Federale di calcio[33].
    Attività calcistiche sospesa dal 1916 al 1919 per cause belliche.
  • 1919-1920 1ª nel Gruppo A Piemontese; 1ª nel Girone B delle semifinali interregionali e 2ª nel Girone Finale del Campionato del Nord Italia.

  • 1920-1921 4ª nel Gruppo A del Girone Eliminatorio Piemontese.
  • 1921-1922 6ª nel Girone A di Prima Divisione C.C.I. (Confederazione Calcistica Italiana).
  • 1922-1923 Sodalizio del Foot-Ball Club Juventus con la famiglia Agnelli il 24 luglio 1923[3]. 5ª nel Girone B di Prima Divisione.
  • 1923-1924 5ª nel Girone A di Prima Divisione[34].
  • 1924-1925 3ª nel Girone B di Prima Divisione[35].
  • 1925-1926 Campione d'Italia.
  • 1926-1927 3ª nel Girone Finale di Divisione Nazionale. Arriva fino al quarto turno eliminatorio di Coppa Italia[36].
  • 1927-1928 3ª nel Girone Finale di Divisione Nazionale[37].
  • 1928-1929 2ª nel Girone B di Divisione Nazionale[38]. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa dell'Europa Centrale (o Mitropa Cup).
  • 1929-1930 3ª in Serie A.

  • 1930-1931 Campione d'Italia. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa dell'Europa Centrale.
  • 1931-1932 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dell'Europa Centrale[39].
  • 1932-1933 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dell'Europa Centrale.
  • 1933-1934 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dell'Europa Centrale.
  • 1934-1935 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dell'Europa Centrale.
  • 1935-1936 5ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia.
  • 1936-1937 Cambia denominazione in Juventus durante il processo dell'italianizzazione. 5ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
  • 1937-1938 2ª in Serie A. Vince la Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dell'Europa Centrale.
  • 1938-1939 8ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
  • 1939-1940 3ª in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia.

  • 1940-1941 5ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
  • 1941-1942 6ª in Serie A. Vince la Coppa Italia.
  • 1942-1943 Prende il nome di Juventus-Cisitalia[40] 3ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
  • Campionato sospeso dal 1943 al 1945 per la seconda guerra mondiale.
  • 1944 2ª nel Girone Eliminatorio Ligure-Piemontese e 2ª nel Girone Ligure-Lombardo-Piemontese delle semifinali del Campionato di Guerra.
  • 1945-1946 Cambia denominazione e assume l'attuale nome di Juventus Football Club. 2ª nel Girone Finale della Divisione Nazionale.
  • 1946-1947 2ª in Serie A.
  • 1947-1948 3ª in Serie A[35].
  • 1948-1949 4ª in Serie A.
  • 1949-1950 Campione d'Italia.


  • 1960-1961 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia (3° posto). Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa dei Campioni.
  • 1961-1962 12ª in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia (4° posto). Arriva fino ai quarti di finale della Coppa dei Campioni.
  • 1962-1963 2ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Vince la Coppa Delle Alpi.
  • 1963-1964 5ª in Serie A[43]. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa delle Fiere. Vince la Coppa Città di Torino.
  • 1964-1965 4ª in Serie A. Vince la Coppa Italia. Finalista della Coppa delle Fiere. Vince la Coppa della Amicizia Italo-Spagnola.
  • 1965-1966 5ª in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa delle Coppe.
  • 1966-1967 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa delle Fiere. Adotta il rango di società per azioni (S.p.A) il 27 giugno 1967[44].
  • 1967-1968 3ª in Serie A. Eliminata nel 1° turno di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dei Campioni.
  • 1968-1969 5ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa delle Fiere.
  • 1969-1970 3ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa delle Fiere.

  • 1970-1971 4ª in Serie A. Eliminata nel 1° turno di Coppa Italia. Finalista della Coppa delle Fiere.
  • 1971-1972 Campione d'Italia. Raggiunge il Girone Semifinale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale della Coppa UEFA.
  • 1972-1973 Campione d'Italia. Finalista di Coppa Italia. Finalista della Coppa dei Campioni.
  • 1973-1974 2ª in Serie A. Raggiunge il Girone Semifinale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa dei Campioni. Finalista della Coppa Intercontinentale[45].
  • 1974-1975 Campione d'Italia. Raggiunge il Girone Semifinale di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa UEFA.
  • 1975-1976 2ª in Serie A. Non supera le eliminatorie di Coppa Italia. Eliminata negli ottavi di finale della Coppa dei Campioni.
  • 1976-1977 Campione d'Italia. Raggiunge il Girone Semifinale di Coppa Italia. Vince la File:UEFA - UEFA Cup.svg Coppa UEFA.
  • 1977-1978 Campione d'Italia. Raggiunge il Girone Semifinale di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa dei Campioni.
  • 1978-1979 3ª in Serie A. Vince la Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di finale della Coppa dei Campioni.
  • 1979-1980 2ª in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa delle Coppe.

  • 1980-1981 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Eliminata nei sedicesimi di Finale di Coppa UEFA.
  • 1981-1982 Scudetto della stella (10°) Scudetto della stella (20°) Campione d'Italia. Non supera le eliminatorie di Coppa Italia. Eliminata negli ottavi di finale della Coppa dei Campioni.
    Avendo vinto venti scudetti, riceve per la seconda volta la Stella d'Oro al Merito Sportivo della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
  • 1982-1983 2ª in Serie A. Vince la Coppa Italia. Finalista della Coppa dei Campioni.

  • 1990-1991 7ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale della Coppa delle Coppe. Finalista della Supercoppa italiana.
  • 1991-1992 2ª in Serie A. Finalista di Coppa Italia. Vince il Memorial Pierre Cesare Baretti.
  • 1992-1993 4ª in Serie A. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Vince la File:UEFA - UEFA Cup.svg Coppa UEFA. Vince il Memorial Pierre Cesare Baretti.
  • 1993-1994 2ª in Serie A. Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa UEFA.
  • 1994-1995 Campione d'Italia. Vince la Coppa Italia. Finalista di Coppa UEFA.
  • 1995-1996 2ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia. File:UEFA - Champions League.svg Campione d'Europa. Vince la Supercoppa italiana.
  • 1996-1997 Campione d'Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Finalista di Champions League[52]. Vince la File:UEFA - Super Cup.svg Supercoppa europea. File:Coppaintercontinentale.png Campione del Mondo.
    1997: Primo Centenario di fondazione istituzionale della Juventus Football Club (Il Juvecentus).
  • 1997-1998 Campione d'Italia. Arriva fino alla semifinale di Coppa Italia. Finalista di Champions League. Vince la Supercoppa italiana.
  • 1998-1999 7ª in Serie A[53]. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Arriva fino alla semifinale di Champions League. Finalista della Supercoppa italiana.
  • 1999-2000 2ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa UEFA. Vince la File:UEFA - Intertoto.svg Coppa Intertoto[5].

  • 2000-2001 2ª in Serie A. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia. Eliminata nella prima fase a gironi della Champions League.
  • 2001-2002 Campione d'Italia. Finalista di Coppa Italia. Eliminata nella seconda fase a gironi della Champions' League. È quotata sul listino della borsa italiana il 3 dicembre 2001 e iscritta al Segmento STAR il 20 dicembre dello stesso anno[54].
  • 2002-2003 Campione d'Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Finalista di Champions League. Vince la Supercoppa italiana.
  • 2003-2004 3ª in Serie A. Finalista di Coppa Italia. Eliminata negli ottavi di finale di Champions League. Vince la Supercoppa italiana.
  • 2004-2005 1ª in Serie A ma il titolo viene revocato al club per illecito sportivo[55]. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Champions League.
  • 2005-2006 20ª in Serie A su delibera della Commissione di Appello Federale nel luglio 2006 declassandola dal 1° posto ottenuto sul campo e retrocessa in Serie B per illecito sportivo dopo la mancata assegnazione dello scudetto[55]. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia. Arriva fino ai quarti di finale di Champions League. Finalista della Supercoppa italiana.
  • 2006-2007 1ª in Serie B. Promossa in Serie A. Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa Italia.
  • 2007-2008 3ª in Serie A. Arriva fino ai quarti di finale di Coppa Italia.
  • 2008-2009 Stagione in corso.

Colori e simboli

Lo stesso argomento in dettaglio: Colori e simboli della Juventus Football Club.
I calciatori juventini nel 1903, anno dell'istituzione della maglia bianconera.

Colori

È dal 1903 che la Juventus gioca in tenuta a strisce bianconere, con pantaloncini bianchi o talvolta neri[13]. In origine la maglia era di colore rosa con cravatta nera: il rosa era dovuto ad un'errata spedizione di maglie. Il padre di uno dei giocatori aveva prodotto le prime divise, ma i lavaggi causarono uno scolorimento così evidente che in quell'anno la società decise di cambiarle[3].

Secondo la leggenda, la società chiese ad uno dei membri, l'inglese John Savage, se poteva contattare qualcuno in Inghilterra in grado di fornire magliette dai colori più consoni e che resistessero meglio all'usura. Savage aveva un amico a Nottingham, il quale, essendo un tifoso del Notts County, spedì a Torino magliette a strisce bianconere[56].

Simboli

Lo stemma

L'emblema della Juventus ha subito piccoli cambiamenti e modifiche a partire dal secondo decennio del secolo scorso[57], l'ultimo dei quali si è verificato prima della stagione 2004–2005[58]. Attualmente, lo stemma del club raffigura uno scudo bianco e nero di forma ovale suddiviso in sette strisce verticali, quattro bianche (due sottili ai lati) e tre nere[58]. All'interno dello scudo si possono osservare i seguenti elementi: nella parte superiore il nome della società sovraimpresso ad un'area bianca convessa sopra ad una curva color oro, che simboleggia l'onore[58], nella parte inferiore la forma di un toro furioso, simbolo del Comune di Torino, sormontato da una corona turrita, reminiscenza della città in cui la società è stato fondata alla fine del XIX secolo[58].

File:Juventus logo 1980-2.jpg
La zebra con la stella dorata, stemma societario usato durante gli anni 1980.

In passato, la sezione convessa dell'emblema era di colore blu – un altro simbolo della capitale sabauda – ed era invece di forma concava[57]. Il vecchio scudetto triangolare e la corona murale, nella sezione inferiore, erano di dimensioni considerevolmente maggiori rispetto al presente e le due stelle dorate erano collocate sopra le sezioni concava e convessa dell'emblema[57]. Durante gli anni ottanta del secolo scorso il simbolo della squadra era la silhouette nera con righe orizzontali bianche di una zebra rampante sul cui sfondo era affianca una stella d'oro. Questo fino al 1982 – anno dello scudetto della seconda stella –, quando venne aggiunto il nome della società JUVENTUS F.C. scritto in nero su campo bianco a formare un arco sopra l'immagine, con le due stelle ai fianchi.

L'inno societario

L'inno ufficiale della Juventus Football Club è Juve, storia di un grande amore, inciso dal cantautore emiliano Paolo Belli nel 2006. L'inno risuona ogniqualvolta la squadra bianconera disputa una partita allo Stadio Olimpico di Torino[59]. Esistono anche altre canzoni scritte per la squadra, come Il cielo è bianconero, Vecchia Signora, Juve facci sognare e Magica Juve, tutte a cura del compositore Francesco De Felice[60]. Da notare anche Juvecentus, canzone scritta del compositore Pierangelo Bertoli nel 1997, in occasione del centesimo anniversario della fondazione del club[61].

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: [[Stadio Olimpico (Torino)]], [[Stadio delle Alpi, [[[[Stadio Olimpico (Torino)#Il dopoguerra: Lo Stadio Comunale|Stadio Olimpico (Torino) § Il dopoguerra: Lo Stadio Comunale, [[Stadio di Corso Marsiglia]] e [[Stadio Motovelodromo Umberto I]].
Lo Stadio Comunale "Vittorio Pozzo", campo juventino dal 1933 al 1990.

Dopo i primi due anni (1897 e 1898) in cui la Juventus aveva giocato al Parco del Valentino ed al Parco Cittadella, fino al 1908 – eccetto il 1905 ed il 1906, anni in cui si giocò al Velodromo Umberto I, sede del primo campionato italiano – le partite vennero svolte allo Stadio Piazza d'Armi[62].

Successivamente, dal 1909 al 1922, la Juventus giocò le sue gare interne sul Campo di Corso Sebastopoli, per poi spostarsi dall'anno successivo e fino al 1933 al Campo di Corso Marsiglia, dove vinse quattro scudetti, di cui tre consecutivi[62]. Alla fine del 1933 iniziò a giocare nel nuovo stadio "Benito Mussolini" (poi Stadio Comunale "Vittorio Pozzo" e infine Stadio "Olimpico" di Torino), inaugurato in vista del Campionato mondiale del 1934. In tale impianto la squadra giocò 890 partite di campionato per 57 anni, fino al 1990:[23] dal 1990 i bianconeri continuarono ad allenarsi su questo campo, fino a quando, il 18 giugno 2002, il Comune di Torino lo cedette a titolo gratuito al Torino, affidando contemporaneamente il "Delle Alpi", il diritto di superficie del citato scenario e le sue aree adiacenti alla società juventina per 99 anni[63].

File:Stadio delle Alpi 2.JPG
Lo Stadio "Delle Alpi", scenario juventino dal 1990 al 2006.

A partire dal 1990 e fino alla stagione 2005-2006, la compagine torinese disputò così tutte le gare interne allo Stadio Delle Alpi, costruito in occasione del campionato del mondo di Italia '90 (anche se in rarissime circostanze, ha preferito disputare alcuni incontri in altri stadi, quali il Dino Manuzzi di Cesena, il Giuseppe Meazza di Milano ed il Renzo Barbera di Palermo[63]).

Nell'agosto 2006 i bianconeri sono tornati a giocare nel "Comunale", ora denominato con l'appellativo di stadio "Olimpico", dopo la ristrutturazione in occasione dei XX Giochi olimpici invernali. L'impianto può ospitare 27.500 spettatori[23].

Il nuovo stadio

Il 18 marzo 2008 il Consiglio di amministrazione della Juventus Football Club ha approvato il progetto per il nuovo stadio societario, che sorgerà al posto dello Stadio delle Alpi[64] per un investimento complessivo stimato in 105 milioni di euro[65].

Il nuovo stadio è stato progettato dagli studi GAU e Shesa, coordinati per la progettazione dagli architetti Gino Zavanella ed Eloy Suarez e dall'ingegnere Massimo Majowiecki. L'opera, presentata ufficialmente il 20 novembre 2008 al Lingotto[66], sorgerà su un'area totale di 355.000 (di cui 45.000 sono destinati allo stadio, 155.000 ai servizi, 34.000 alle attività commerciali e 30.000 ad aree verdi e piazze)[64] ed avrà una struttura quasi rettangolare, circondata da due semi-ellissi che ospiteranno le attività commerciali, i ristoranti ed i bar: alle tribune si accederà con specifiche passerelle inserite nei diversi settori dello stadio. Guardando invece i disegni in sezione, risaltano i palchi VIP, affacciati direttamente sul prato[64].

Lo stadio, sito nel quartiere Vallette di Torino, è stato concepito con i massimi livelli di sicurezza[64] e potrà ospitare 40.200 spettatori, capienza calcolata sulla base dell'affluenza al Delle Alpi negli ultimi anni, distribuiti in un unico invaso. Non prevede né la pista di atletica né barriere architettoniche,[67] e dovrebbe ispirarsi agli stadi di Amburgo e Berna.

Due significative novità riguardano la struttura esterna e la copertura. La prima sarà avvolta da una rete microforata che le permetterà, attraverso un sistema di proiezioni, di assumere colorazioni diverse a seconda delle ore del giorno e di ospitare scritte, video e immagini per essere «bianca e metallica di giorno, multicolore di notte». La copertura, in teflon trasparente, lascerà filtrare la luce all'interno dello stadio. L'inaugurazione è prevista per luglio 2011, in concomitanza con il 150o anniversario dell'Unità d'Italia[68]. La Juventus comincerà quindi a giocare nel suo nuovo stadio a partire dalla stagione 2011-2012.

La Juventus nella cultura popolare

Francobollo commemorativo della vittoria della UEFA Champions League 1995-1996, a cura dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per conto di Poste italiane.

Nel corso degli anni la Juventus Football Club è riuscita ad imporsi non solo nell'ambito sportivo nazionale ed internazionale, ma anche nella cultura della propria nazione. La compagine bianconera fu la prima squadra italiana, al pari del Genoa, ad avere al seguito un "treno speciale" di tifosi in occasione di una partita di campionato disputata a Milano il 1º aprile 1906[69]. Il ventinovesimo Derby della Mole tra i bianconeri ed i granata del Foot-Ball Club Torino, disputatosi allo Stadio di Corso Marsiglia il 15 maggio 1932, fu il primo evento calcistico ad essere stato trasmesso in diretta nazionale dalla radio attraverso la voce del cronista Nicolò Carosio per l'Ente Italiano Audizioni Radiofoniche[70]. L'incontro di campionato tra la Juventus ed il Milan del 5 febbraio 1950, trasmesso in diretta a livello nazionale e commentato dalla voce del giornalista Carlo Balilla Bacarelli, rappresentò la prima telecronaca sperimentale del calcio italiano[71].

La gara tra la Vecchia Signora e la Roma di Fulvio Bernardini, disputata al Campo Testaccio il 15 marzo 1931, ispirò il primo fonofilm italiano relativo al calcio: Cinque a zero (1932), per la regia di Mario Bonnard[72], ed il romanzo Le due città (1964), di Mario Soldati[73]. Altri film legati al nome della Juventus sono stati Vacanze in America di Carlo Vanzina (1984), nel quale si assiste ad una partita tra studenti juventini e romanisti a Zabriskie Point, nella Valle della Morte (Stati Uniti)[74] e Santa Maradona di Marco Ponti (2001), nel quale c'è anche una scena ambientata allo Stadio delle Alpi durante una gara di campionato tra i bianconeri e l'Atalanta[75].

La poesia intitolata Madama Juve, scritta in lingua piemontese dal romanziere e giornalista Giovanni Arpino in omaggio al club, è stata inclusa nel libro Opere (1992), un racconto della produzione di Arpino a cura dei poeti Giorgio Bàrberi Squarotti e Massimo Romano[76]. Tra altre le pubblicazioni in cui la Juventus è citata e/o ha fatto da sfondo, va ricordato il primo romanzo dello scrittore e poeta Aldo Nove intitolato Puerto Plata Market (1997), nel quale la squadra bianconera rappresenta uno dei punti centrali nella vita del protagonista[77].

Più recentemente, nel 2003, i giornalisti Mario ed Andrea Parodi hanno voluto inserire i campionati 1976-1977 e 1977-1978, vinti della squadra bianconera guidata da Trapattoni, nel contesto storico e sociale della crisi politico-istituzionale dell'Italia di quegli anni nel loro libro In bianco e nero: una grande Juve negli anni del piombo[78].

La Juventus compare anche nel video di presentazione della città di Torino trasmesso a livello internazionale dalla NBC in occasione dei XX Giochi olimpici invernali (2006)[79].

All'estero la società torinese è ritratta con il nome di "F.C. Piemonte" nell'anime giapponese Captain Tsubasa Road to 2002 (2001) e con il suo nome originale per il manga omonimo[80]. È noto anche il coro da stadio It's just like watching Juve (it. "È proprio come vedere la Juve"), cantato dai tifosi del Notts County, club che vanta un legame storico con il sodalizio torinese, ogni volta che la loro squadra realizza una grande prestazione[81].

Tra le attività culturali del capoluogo piemontese legate alla Juventus e svoltesi in tempi recenti, va ricordata la mostra Juventus: 110 anni a opera di arte aperta in occasione dei centodieci anni dalla fondazione della società bianconera[82], presentata a Palazzo Bricherasio dal 26 ottobre al 2 dicembre 2007 ed organizzata dalla fondazione omonima. Tale esposizione, curata dal critico d'arte Luca Beatrice, ha proposto una visione della storia, dei personaggi e dei successi della Juventus ed il suo rapporto con la città di Torino attraverso un'analisi evoluta, artistica e culturale sul calcio[83].

«A Torino, invece, si respira Juventus un po' dovunque: la panchina di corso Re Umberto, il Liceo d'Azeglio, le varie sedi (Galleria San Federico, piazza Crimea e ora corso Galileo Ferraris), gli stadi (da Piazza d'Armi al Comunale, dal Campo Combi al Delle Alpi che in molti cominciamo a rimpiangere), e poi le strade, i quartieri, da Mirafiori alla collina, da San Paolo alla Crocetta, c'è tanta Juve nella storia della capitale sabauda, un percorso che attraversa, decennio dopo decennio, l’arte e la cultura del Novecento.»

L'impegno in campo sociale

La Juventus partecipa attivamente nel campo sociale e degli aiuti umanitari. Con il programma "Fatti e Progetti per i Giovani", la società torinese aiuta a migliorare le condizioni di vita e di studio di giovani extracomunitari minorenni[85] attraverso un "centro di accoglienza" e attraverso la realizzazione – in collaborazione con la Facoltà di Economia dell'Università di Torino – di un corso di formazione allo studio del management sportivo[85]. In collaborazione con l'Azienda Ospedaliera Regina Margherita-Sant'Anna di Torino, partecipa inoltre al progetto "Crescere insieme al Sant'Anna"[86], il programma di ristrutturazione del reparto di Neonatologia Ospedaliera dell'Ospedale Sant'Anna[86]. Dà poi sostegno alle attività della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro[85].

Altro progetto comunitario della società bianconera è il "Centro di accoglienza", dedicato all'imprenditore Edoardo Agnelli e realizzato in collaborazione con l'Associazione Gruppi di Volontariato Vincenziano per ospitare madri in difficoltà[85].

Nel anno 2000 la Juventus si è occupata anche del recupero dell'Abbazia di San Gerolamo dell'Ospedale Gaslini di Genova, attraverso la creazione, nel medesimo anno, dell'associazione "Un Sogno per il Gaslini". L'operazione è stata realizzata con una lunga serie di interventi come la partecipazione al Festival di Sanremo[87] e la realizzazione di libri fotografici e dischi con fini benefici (uno dei quali, presentato nel 2003, presenta una versione della famosa canzone Il mio canto libero del cantautore Lucio Battisti)[88]. Un altro programma importante è stato quello di ristrutturazione del reparto di Neonatologia Ospedaliera dell'Ospedale Sant'Anna[86].

La società ha versato 2 milioni e mezzo di euro, raccolti attraverso varie iniziative, che, sommati ai 2 milioni donati dalla famiglia Gaslini, hanno permesso il raggiungimento di tale obiettivo[85].

Rosa attuale

Lo stesso argomento in dettaglio: Juventus Football Club 2008-2009.

Rosa, numerazione e ruoli sono aggiornati alla chiusura del calciomercato invernale 2009 (4 febbraio 2009)[89].

N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia P Gianluigi Buffon
Bandiera dell'Italia D Giorgio Chiellini
Bandiera della Svezia D Olof Mellberg
Bandiera della Francia D Jonathan Zebina
Bandiera dell'Italia C Cristiano Zanetti
Bandiera della Bosnia ed Erzegovina C Hasan Salihamidžić
Bandiera del Brasile A Amauri
Bandiera dell'Italia A Vincenzo Iaquinta
Bandiera dell'Italia A Alessandro Del Piero (C)
Bandiera della Rep. Ceca C Pavel Nedvěd
Bandiera dell'Italia P Antonio Chimenti
Bandiera dell'Austria P Alexander Manninger
Bandiera del Portogallo D Jorge Andrade
Bandiera della Croazia D Dario Knežević
Bandiera dell'Italia C Mauro Camoranesi
N. Ruolo Calciatore
Bandiera della Francia A David Trézéguet
Bandiera della Danimarca C Christian Poulsen
Bandiera dell'Italia C Claudio Marchisio
Bandiera dell'Italia C Sebastian Giovinco
Bandiera della Rep. Ceca D Zdeněk Grygera
Bandiera del Mali C Mohamed Sissoko
Bandiera della Svezia C Albin Ekdal
Bandiera dell'Italia D Cristian Molinaro
Bandiera dell'Italia D Paolo De Ceglie
Bandiera del Portogallo C Tiago
Bandiera dell'Italia C Marco Marchionni
Bandiera dell'Italia D Nicola Legrottaglie
Bandiera dell'Italia C Simone Esposito[90]
Bandiera dell'Italia C Luca Castiglia[90]
Bandiera dell'Italia D Lorenzo Ariaudo[90]

Staff tecnico

File:Juventusstemma.png
Staff attuale dell'area sportiva[91]
  • Allenatore: Claudio Ranieri.
  • Vice allenatore (allenatore in 2ª): Christian Damiano.
  • Preparatore portieri: Giorgio Pellizzaro.
  • Preparatori atletici: Andrea Scanavino e Riccardo Capanna.
  • Assistente di campo: Paolo Benetti.
  • Responsabile settore medico: dott. Riccardo Agricola.
  • Medici sociali: dott. Michele Gemignani, dott. Bartolomeo Goitre e dott. Luca Stefanini.
  • Fisioterapisti: Aldo Esposito e Luigi Pochettino.
  • Massofisioterapisti: Mauro Caudana, Dario Garbiero e Franco Giacometto.
  • Allenatore Squadra Primavera: Massimiliano Maddaloni.
  • Team manager: Gianluca Pessotto.
  • Responsabile Settore Giovanile: Ciro Ferrara.
  • Area Tecnica Settore giovanile: Michelangelo Rampulla.
  • Responsabile osservatori: Renzo Castagnini.
  • Scoutman: Riccardo Scirea.
  • Responsabile Juventus Soccer Schools: Marco Marchi.


Rose anni precedenti

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Settore giovanile

Il settore giovanile della Juventus Football Club è l'insieme di tutte le squadre giovanili della Juventus, militanti principalmente nelle diverse competizioni giovanili organizzate dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio a livello nazionale e/o regionale, e nelle competizioni di livello internazionale con i propri pari categoria. Le 17 squadre giovanili del club[92] si allenano allo Juventus Center, il centro sportivo di proprietà della società bianconera con sede a Vinovo (TO)[11].

In modo simile a quanto accade nel sistema giovanile dell'Ajax, la Juventus ha alcune scuole calcio sotto forma di squadre-satellite[93] e campi (Summer Camps) in tutta l'Italia (riservati ai ragazzi dagli 8 ai 16 anni) ed all'estero, precisamente in Stati Uniti, Messico ed Inghilterra (tutte riservate a ragazzi dagli 11 ai 16 anni)[94]. Porta inoltre avanti progetti come Juventus University, la prima università del calcio al mondo (con il supporto dall'Università di Torino)[95], e Juventus National Academy, che si rivolge, attraverso la creazione di una rete di scuole calcio bianconere dislocate sul territorio nazionale, ai ragazzi dai 6 ai 12 anni[96].

Il club, che vanta una delle più note e prestigiose sezioni giovanili dell'intera nazione, seleziona i giovani attraverso una rete capillare di osservatori su tutto il territorio nazionale e di segnalatori all'estero[93]. A riprova di ciò, la Nazionale italiana allenata da Enzo Bearzot a partire dalla seconda metà degli anni settanta[97] alla prima metà degli anni ottanta[98] era composta principalmente da calciatori juventini (il cossidetto Blocco-Juve[99]): tra loro figuravano alcuni ex giocatori del vivaio juventino come Roberto Bettega, Giuseppe Furino – due dei cinque giocatori col maggior numero di presenze in bianconero[100] ed anche due dei calciatori italiani col maggior numero di campionati vinti – e Paolo Rossi, campione del mondo nel 1982 e Pallone d'oro nello stesso anno[101].

Altri calciatori di rilievo cresciuti nel vivaio bianconero e che hanno trascorso la loro carriera con la Juventus sono Carlo Bigatto I, Gianpiero Combi, Pietro Rava, Carlo Parola, Giampiero Boniperti, Giovanni Viola e Sergio Brio.

Negli ultimi anni, il settore giovanile della Juventus ha prodotto giocatori come Raffaele Palladino, Antonio Nocerino, Sebastian Giovinco, Claudio Marchisio, Paolo De Ceglie, Antonio Mirante, Domenico Criscito e Matteo Paro, tutti militanti nella massima serie del calcio italiano. Giovinco, Nocerino, Marchisio, De Ceglie e Criscito sono stati membri della Nazionale che ha partecipato ai Giochi olimpici di Pechino 2008[102].

Giocatori celebri

Lo stesso argomento in dettaglio: Giocatori di rilievo della Juventus Football Club.

Da oltre un secolo hanno vestito la maglia della Juventus Football Club più di 700 calciatori, per la maggior parte di origine italiana[103], alcuni dei quali sono anche stati convocati in Nazionale.

Tra i giocatori di rilievo che hanno militato nella formazione della capitale sabauda vanno citati Carlo Bigatto I, considerato il primo calciatore-simbolo della Juventus[104], Giampiero Boniperti, riconosciuto come il calciatore più rappresentativo della storia della società[105], Carlo Parola (considerato, in Italia, l'inventore della rovesciata[106]), Dino Zoff, eletto nel 2004 UEFA Golden Player italiano[107], Gaetano Scirea, uno degli unici cinque calciatori ad aver vinto tutte le competizioni UEFA per club[108], Roberto Baggio, eletto Pallone d'oro nel 1993[109] ed Alessandro Del Piero, attualmente il giocatore simbolo della squadra[110].

Presidenti ed allenatori

Presidenti

Gianni Agnelli, presidente della Juventus F.C. dal 1947 al 1954.
Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Juventus Football Club.

La Juventus ha avuto ventuno presidenti e due comitati di gestione nel corso della sua centenaria storia[111]. Il primo presidente della società bianconera fu Eugenio Canfari, uno dei fondatori della società[3].

Il presidente più longevo nella storia del club fu Giampiero Boniperti, giocatore simbolo della squadra bianconera durante gli anni 1950, che ricoprì l'incarico per diciannove anni, dal 1971 al 1990[111]. Durante la sua gestione la Juventus ha vinto il maggior numero di trofei nella propria storia (a pari merito con il periodo di presidenza dell'avvocato torinese Vittorio Caissotti di Chiusano, dal 1990 al 2003)[112].

L'imprenditore Umberto Agnelli, eletto a soli 20 anni d'età, nel 1955, alla massima carica amministrativa societaria, è stato il presidente più giovane a guidare il club[3]. Da citare anche la presidenza dell'imprenditore svizzero Alfred Dick, l'unico dirigente, insieme al suo connazionale Giuseppe Hess, d'origine non italiana alla presidenza della società bianconera e il primo a portare una cultura manageriale all'interno del club[3]. Con lui la squadra conquistò il titolo di campione d'Italia per la prima volta, nel 1905.

L'attuale presidente è il dirigente d'azienda Giovanni Cobolli Gigli, nominato dall'assemblea degli azionisti del club nel 2006.

Allenatori

Giovanni Trapattoni, l'unico allenatore ad aver vinto tutte le competizioni UEFA per club[113]. Il Trap allenò la compagine bianconera in due periodi, dal 1976 al 1986 e dal 1991 al 1994.
Lo stesso argomento in dettaglio: Allenatori della Juventus Football Club.

La Juventus ha avuto in tutta la sua storia un totale di 39 allenatori, di cui 11 provvisori (ad interim)[114]. Nei primi due decenni del XX secolo non esisteva un sistema particolare di allenamento per tenersi in forma nel calcio italiano. De facto, tutti i giocatori – studenti e lavoratori – si ritrovavano un paio di volte alla settimana al Velodromo di Corso Re Umberto per gli allenamenti, consistenti in partitelle e corse di velocità e/o resistenza, sempre sotto il coordinamento del capitano della squadra[115].

Il primo allenatore della storia bianconera fu l'ungherese Jenő Károly, scelto dal presidente Edoardo Agnelli nel 1923 per portare nuove filosofie nell'ambito tattico e strategico all'interno del club[3]. Károly allenò la squadra per 70 partite fino alla morte, avvenuta nel 1926[3].

Il tecnico più a lungo in carica è stato Giovanni Trapattoni, rimasto alla guida della squadra per quattordici anni, di cui dieci consecutivi – nel calcio italiano, due record per un allenatore sulla panchina di uno stesso club –, dal 1976 al 1986 e dal 1991 al 1994. Il Trap, come è conosciuto in Italia, detiene anche il primato nel numero di partite come allenatore (596) e di trofei vinti con il club (14, record tra gli allenatori italiani)[114]. Da citare anche Carlo Carcano, allenatore del club durante gli anni 1930, l'unico nel calcio italiano a vincere quattro scudetti consecutivi[20].

Palmarès

Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès della Juventus Football Club.
Umberto Agnelli e il capitano della Juventus, Giampiero Boniperti, durante la consegnazione del trofeo della Coppa Italia. Milano, 18 settembre 1960.

Competizioni ufficiali

51 trofei

Competizioni nazionali

40 trofei (record)
1905; 1925-1926; 1930-1931; 1931-1932; 1932-1933; 1933-1934; 1934-1935; 1949-1950; 1951-1952; 1957-1958 Scudetto della stella (10°); 1959-1960; 1960-1961; 1966-1967; 1971-1972; 1972-1973; 1974-1975; 1976-1977; 1977-1978; 1980-1981; 1981-1982 Scudetto della stella (10°) Scudetto della stella (20°); 1983-1984; 1985-1986; 1994-1995; 1996-1997; 1997-1998; 2001-2002; 2002-2003
1937-1938; 1941-1942; 1958-1959; 1959-1960; 1964-1965; 1978-1979; 1982-1983; 1989-1990; 1994-1995
1995; 1997; 2002; 2003

Competizioni internazionali

11 trofei
1985; 1996
1984-1985; 1995-1996
1983-1984
1976-1977; 1989-1990; 1992-1993
1984; 1996
1999

Competizioni minori

  • Campionato Federale F.I.F.: 2
1908; 1909
2006-2007
1963

Competizioni giovanili

Il club vanta una delle più vittoriose sezioni giovanili del paese, con un totale di nove titoli di campione d'Italia a livello giovanile e 59 trofei ufficiali a livello internazionale, tra le quali alcune delle competizioni più importanti al mondo nella categoria. Nell'agosto 2007 la squadra Under-19 della Juventus partecipò all'edizione inaugurale della Champions Youth Cup giocata in Malesia, una sorta di Mondiale per club a livello giovanile organizzata dal G-14, classificandosi al secondo posto finale con la miglior difesa del torneo[116].

Lo stesso argomento in dettaglio: [[[[Palmarès della Juventus Football Club#Settore giovanile|Palmarès della Juventus Football Club § Settore giovanile.

Record e statistiche

Lo stesso argomento in dettaglio: Record e statistiche della Juventus Football Club.
File:Platini and the Golden Ball.jpg
Michel Platini, vincitore del Pallone d'Oro nel 1983, 1984 e 1985 con la Juventus.

In 104 stagioni sportive, a partire dall'esordio nel campionato federale l'11 marzo 1900, la Juventus ha partecipato a 96 campionati di Serie A (compresi undici campionati di Prima Categoria Nazionale, cinque di Prima Divisione, quattro di Divisione Nazionale) e ad uno di Serie B, mentre per sette volte non ha superato le eliminatorie del Comitato Regionale Piemontese. Ha vinto il campionato per 27 volte[55], in 20 casi si è classificata seconda e in 14 terza: in 103 stagioni è arrivata dunque sul podio nel 60,2% dei casi.

La vittoria con la maggior differenza reti in una gara ufficiale è stata il 15-0, fuori casa, contro il Cento nel secondo turno della Coppa Italia 1926-1927[117]. La vittoria con la maggior differenza reti in un campionato è stata ottenuta per due volte con il punteggio di 11-0, contro la Fiorentina e contro la Fiumana[117], rispettivamente nella seconda e nella sesta giornata del Campionato Federale 1928-1929[117]. Le sconfitte con la maggior differenza reti sono state invece contro il Milan, 1-8 nella tredicesima giornata del Campionato Federale 1911-1912[118] e contro il Torino FC 1906, 0-8 nella terza giornata del Campionato Federale 1912-1913[118].

A livello di coppe nazionali ha disputato 13 finali di Coppa Italia (con 9 vittorie, record detenuto insieme alla Roma)[119] e 7 finali di Supercoppa italiana (4 vittorie)[120] per un totale di 20 finali. Solo il Milan ha fatto altrettanto, avendo disputato 12 tra finali e gironi finali di Coppa Italia[119] ed 8 finali di Supercoppa italiana[120], per un totale di 20 finali giocate.

Alessandro Del Piero, giocatore con il maggior numero di reti con la maglia della Juventus e capitano della squadra dal 2004.

La Juventus è il club italiano che ha partecipato alle coppe europee per il maggior numero di stagioni (46)[121] e l'unico in Italia ad aver vinto una manifestazione internazionale con una rosa composta esclusivamente da calciatori provenienti da un solo paese (Coppa UEFA 1976-1977)[122]. Ha disputato un totale di 18 finali in competizioni ufficiali a livello internazionale, sesta al mondo in questa graduatoria, quarta in Europa e seconda tra i club italiani[123]. Delle 18 finali citate, 7 sono state giocate in Coppa dei Campioni-UEFA Champions League (2 vittorie complessive)[124], una in Coppa delle Coppe (una vittoria)[125], 4 in Coppa UEFA (3 vittorie)[126], una in Coppa Intertoto (una vittoria)[127], 2 in Supercoppa UEFA (2 vittorie)[48] e 3 in Coppa Intercontinentale (2 vittorie)[45]. I suoi 11 trofei vinti e riconosciuti dalla FIFA la rendono attualmente la seconda squadra italiana, la terza in Europa e la sesta al mondo con il maggior numero di tornei conquistati in ambito internazionale[128]. La Juventus è l'unico club a livello europeo e mondiale ad avere vinto tutte le competizioni internazionali per club[49]; si tratta inoltre dell'unica società calcistica in Italia ed una delle uniche tre in Europa, insieme all'Ajax nel 1992 ed al Bayern Monaco nel 1996, ad aver vinto le tre principali competizioni UEFA per club (Coppa dei Campioni-Champions League, Coppa delle Coppe e Coppa UEFA): per questo motivo nel 1987 ha ricevuto come riconoscimento la Targa UEFA dall'omonima federazione[7].

A livello individuale, Alessandro Del Piero detiene il record di presenze in partite ufficiali: 588 partite dal 1993 al 15 febbraio 2009[100]. È inoltre il giocatore con il maggior numero di reti realizzate in maglia bianconera con 254 gol – al 15 febbraio 2009 – in gare ufficiali[129]. Giampiero Boniperti è il recordman di presenze con la Juventus in Serie A con 444 gare dal 1946 al 1961[130]; è attualmente anche il secondo giocatore bianconero per numero di reti: 182 in 460 gare considerando 3 reti in Coppa Latina 1952 (primato nel club fino al 2006)[129].

Le 32 reti di Felice Placido Borel II in 34 gare del campionato nazionale 1933-1934 costituiscono il record di reti da parte di uno juventino in un campionato a giorne unico[131]. L'ungherese Férénc Hirzer, insieme a Gunnar Nordahl, è invece il giocatore che ha segnato più reti in una stessa stagione della massima serie del calcio italiano con le sue 35 reti in 26 gare nel Campionato Federale 1925-1926[132]. Omar Sivori è, insieme a Silvio Piola, l'unico calciatore nella storia del campionato a girone unico ad aver segnato 6 reti in una stessa partita (Juventus 9-1 Inter, nella ventottesima giornata del campionato di Serie A 1960-1961).

Campionati nazionali

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione

A

96 1900-1901 2008-2009

B

1 2006-2007 2006-2007

In 97 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale il 14 aprile 1901, inclusi 20 campionati di Prima Categoria Nazionale e Prima Divisione e Divisione Nazionale (A). Sono escluse le stagioni 1899-1900, 1901-1902, 1906-1907, 1907-1908, 1908-1909, 1912-1913 e 1920-1921, nelle quali la Juventus non superò le eliminatorie regionali; la Coppa Federale 1915-1916 e il Campionato Alta Italia 1944.

La Juventus e la Nazionale italiana

Formazione iniziale della nazionale italiana composta da otto giocatori della Juventus[133], prima della gara-debutto contra la Francia nell'undicesimo campionato mondiale dispotato allo Stadio José María Minella di Mar del Plata, Argentina, il 2 giugno 1978.

La Juventus è in assoluto il club che ha fornito il maggior numero di giocatori alla Nazionale italiana[134] e l'unica squadra del paese ad aver fornito giocatori ad ogni rappresentativa partecipante alla seconda edizione della Coppa del Mondo FIFA. I periodi con il maggior numero di juventini convocati in Nazionale hanno coinciso con epoche vincenti della società: le prime edizioni della Coppa Internazionale di calcio[21] tra 1927 e 1932[18][22], il campionato mondiale del 1934 (vedi Nazio-Juve), i campionati mondiali del 1978 e del 1982, i campionati europei del 1980 (vedi Blocco-Juve) e del 2000[135].

Il club torinese ha contribuito in proporzione minore alle nazionali di altri paesi. Zinédine Zidane ed il capitano Didier Deschamps militavano nella Juventus quando vinsero la Coppa del Mondo del 1998 con la Francia, portando a 24 il numero dei giocatori vincitori del campionato mondiale durante la loro militanza nella compagine piemontese, record mondiale[136].

Tre giocatori bianconeri hanno vinto il campionato europeo con altre nazionali: Luis del Sol lo vinse nel 1964 con la Spagna ed i francesi Michel Platini e Zidane lo vinsero rispettivamente nel 1984 e nel 2000. Altri calciatori stranieri di noto prestigio sono stati l'olandese Edgar Davids ed il francese Patrick Vieira, eletti nell'All-Star Team FIFA durante la loro militanza nella Juventus, rispettivamente nel 1998 e nel 2006.

Nel 2006, agli ordini dell'allenatore Marcello Lippi, sono diventati campioni del mondo in Germania gli juventini Buffon, Zambrotta, F. Cannavaro (capitano), Camoranesi e Del Piero[137]. In totale, otto calciatori titolari del club – i cinque prima nominati più i francesi Thuram, Vieira e Trézéguet – hanno giocato la finale del mondiale[138], un record.

Struttura societaria

Dal 27 giugno 1967 la Juventus è una società per azioni (S.p.A)[44]. Posseduta da soli privati, attualmente il sessanta per cento del totale del suo pacchetto azionario è detenuto dalla finanziaria IFIL Investment S.p.A, la holding di proprietà della famiglia Agnelli[139] di cui fa parte la società torinese dal 2003 dopo una riorganizzazione[140]. Tale pacchetto azionario è controllato attraverso la società Giovanni Agnelli e C. S.a.p.a[141], mentre il resto del pacchetto azionario è detenuto dalla società Libyan Arab Foreign Investment Company (LAFICO) per il 7,5% e da altri azionisti per il 32,5%[139]. La società bianconera attualmente controlla il 71.3% del capitale sociale dell'azienda Campi di Vinovo S.p.A[142].

L'organigramma attuale della Juventus Football Club S.p.A si compone di sette settori: Amministrazione e Finanza, Risorse Umane, Informazione Tecnologica, Area Commerciale, Pianificazione, Controllo e Progetti Speciali, Area Comunicazione e Area Sportiva[143]. La società bianconera è amministrata da un Consiglio di Amministrazione, un organo sociale composto da otto membri eletti dalla proprietà (il presidente del club, l'Amministratore Delegato (AD), il Direttore Generale, i sei amministratori) per tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione, con la sola eccesione di quelli riservati all'assemblea degli azionisti[144].

A partire dal 3 dicembre 2001 la società torinese è quotata sul listino della Borsa italiana[54]: attualmente è una delle tre società italiane ad esserlo – insieme alla Lazio e la Roma – e, tra esse, l'unica che fa parte del Segmento STAR, uno dei gruppi azionari di maggior successo in Europa e nel mondo[145].

La Vecchia Signora è anche membro fondatore dell'Associazione dei Club Europei (ECA), organizzazione che ha succeduto il G-14, e composto da alcuni club calcistici europei consorziatisi per ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte all'UEFA e alla FIFA.

Dal 1º luglio 2008 la società bianconera ha implementato un "Sistema di gestione della sicurezza" per i lavoratori e gli atleti in conformità ai requisiti previsti dalla norma internazionale OHSAS 18001:2007[10] ed un "Sistema di gestione della qualità del settore medico" secondo la norma internazionale ISO 9001:2000[146].

Organigramma della società

File:Juventusstemma.png
Staff attuale dell'area amministrativa[147]
  • Proprietà: famiglia Agnelli.
  • Presidente: Giovanni Cobolli Gigli.
  • Presidenti Onorari: Giampiero Boniperti e Franzo Grande Stevens.
  • Amministratore delegato e direttore generale: Jean-Claude Blanc.
  • Comitato sportivo: Gian Paolo Montali.
  • Comitato remunerazioni e nomine: Carlo Barel Di Sant'Albano, Camillo Venesio, Riccardo Montanaro.
  • Controllo interno: Marzio Saà, Riccardo Montanaro.
  • Direttore sportivo: Alessio Secco.
  • Direttore commerciale e marketing: Marco Fassone.
  • Direttore amministrazione e finanza: Michele Bergero.
  • Direttore finanza pianificazione, controllo e progetti speciali: Stefano Bertola.
  • Responsabile risorse umane: Alessandro Sorbone.
  • Responsabile comunicazione e direttore Juventus Channel: Giuseppe Gattino.
  • Responsabile information technology: Claudio Leonardi.
  • Direttore Juventus Center: Vittorio Ferrino.
  • Responsabile Juventus Merchandising: Laurent Boquillet.
  • Addetti stampa senior: Marco Girotto.
  • Addetti stampa e editoria: Fabio Ellena e Gabriella Ravizzotti.
  • Responsabile contenuti editoriali: Enrica Tarchi.
  • Comunicazione corporate: Stefano Coscia.


File:Juventusstemma.png
Cronologia degli sponsor tecnici[148]
  • Dalla stagione 1979-1980 alla 1999-2000: Kappa
  • Stagione 2000-2001: CiaoWeb / Lotto
  • Dalla stagione 2001-2002 alla 2002-2003: Lotto
  • Dalla stagione 2003-2004: Nike
File:Juventusstemma.png
Cronologia degli sponsor ufficiali[149]


Tifosi

Lo stesso argomento in dettaglio: Tifoseria della Juventus Football Club.
Bandiera in omaggio ai 109 anni di fondazione della Juventus F.C. Stadio Olimpico di Torino, 1º novembre 2006.

I tifosi della Juventus Football Club sono circa dodici milioni in Italia[10] (cifra record), numero che rappresenta il 32,5% delle preferenze secondo un sondaggio effettuato nell'agosto del 2008 dell'istituto Demos e pubblicato dal giornale La Repubblica[8]. La squadra torinese, inoltre, è una delle squadre con il maggior numero di sostenitori al mondo contandone più di 170 millioni, di cui più di quarantatré milioni solo in Europa[10]. Il club vanta numerose associazioni di tifosi nei cinque continenti[150], principalmente nei paesi con un importante numero di emigrati italiani[151].

La squadra bianconera, tradizionalmente la più trasversale del paese dal punto di vista territoriale e demografico[8], è anche molto popolare nelle regioni meridionali ed insulari[9], risultando così una delle compagini con il maggior seguito di sostenitori nelle partite in trasferta. La presenza della tifoseria bianconera in ogni regione del paese, sopratutto in Lombardia, Veneto e Sicilia, rende la Juventus una "squadra nazionale"[152]. Molti dei suoi supporters sono soliti attraversare il paese regolarmente per sostenere la squadra nelle sue partite casalinghe[152].

Politicamente, il tifo organizzato della Juventus è schierato su posizioni di destra[153].

Cenni storici

I tifosi juventini festeggiano con la zebra, mascotte del club, il ventesimo scudetto – quello della seconda stella – conquistato dalla società bianconera. Torino, 16 maggio 1982.

All'inizio del secolo scorso, secondo il pensiero popolare dell'epoca, il tifo della Juventus rappresentava la borghesia, mentre i tifosi della squadra concittadina rivale, il Torino, appartenevano alla classe popolare e proletaria[154]. Alcuni anni dopo, in occasione del sodalizio della Vecchia Signora con la famiglia Agnelli nel 1923, la Juventus venne "adottata" anche dagli operai della Fabbrica Italiana Automobili Torino (FIAT), impresa di proprietà degli Agnelli. Essendo gli operai principalmente immigrati dal Meridione[155], la società divenne nel decennio successivo la prima in Italia ad avere una tifoseria dal carattere nazionale e non solamente cittadino o regionale[156]. Durante le decadi del 1960 e del 1970 con il notevole incremento del fenomeno migratorio a Torino, la Juventus sembrò rappresentare, attraverso i suoi tifosi, lo spirito del nuovo lavoratore immigrate piemontese, mentre la società granata rimase legata a quello di origine prettamente torinese[155]. Negli anni recenti le differenze sociali fra i tifosi delle società juventina e granata sono andate via via scomparendo.

Gemellaggi e rivalità

In Italia la tifoseria juventina è gemellata con quella dell'Avellino ed all'estero con quelle dell'ADO Den Haag, squadra olandese, e con quella del Legia Varsavia, squadra polacca[157], mentre le rivalità più accese sono quelle con l'Inter (il cosiddetto Derby d'Italia) e con i cugini del Torino (la stracittadina, il Derby della Mole). Altre rivalità importanti sono quelle con il Milan, con la Fiorentina, con il Napoli e con la Roma.

La Curva Scirea allo Stadio Delle Alpi è sempre stata il settore occupato durante le gare casalinghe dai nuclei più accesi della tifoseria organizzata. Attualmente, allo Stadio Olimpico di Torino, i tifosi occupano la Curva Filadelfia[158].

Note

  1. ^ Grande storia della Juventus, 2007, cit.
  2. ^ Il nome “Juventus” è una licenza letterale in piemontese del sostantivo latino iuventus. Cfr. Casimiro Zalli, Dizionario piemontese-italiano, latino e francese (vol. 1), edizione seconda e di nuovi vocaboli arricchita, Carmagnola, Tipografia di Pietro Barbiè 1830, pag. 403
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Juventus Football Club: La Storia, in juventus.it. URL consultato il 26/9/2008.
  4. ^ Sono tuttora attive in Italia sei società sportive fondate prima del 1897 ma le cui sezioni calcistiche sono nate dopo la fondazione della Juventus oppure, anche qualora nate prima, non sono più esistenti. Esse sono la Ginnastica Torino (fondata nel 1844, sezione calcio esistita dal 1897 al 1902); l’Internazionale Torino (1891-1899), la Ginnastica Sampierdarenese di Genova (fondata nel 1891, sezione calcio nata nel 1911, nel 1946 confluita nella Sampdoria), la Pro Vercelli (nata come società di ginnastica nel 1892 e calcistica nel 1903), il Football Club Torinese (nato nel 1894 e confluito nel 1906 nel Torino) e infine l’Andrea Doria, genovese (fondato come club di ginnastica nel 1895, e la cui sezione calcistica, nata nel 1900, fu un’altra delle squadre che diede origine alla citata Sampdoria).
  5. ^ a b c d Calcio Europa: Juventus FC, su it.uefa.com. URL consultato il 26/9/2008.
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  9. ^ a b Dai dati elaborati da Carat Sport su indagine AC Nielsen del dicembre 2002, le regioni in cui la Juventus è il club più sostenuto sono, oltre al Piemonte, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia, l’Emilia-Romagna, il Trentino-Alto Adige, la Toscana, l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia.
  10. ^ a b c d Juventus Football Club S.p.A: Obiettivi e Strategie, su juventus.com, www.juventus.com. URL consultato il 26/9/2008.
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  17. ^ a b Nel campionato italiano 1912/13, il primo a prevedere la retrocessione, la Juventus si classificò all’ultimo posto del girone piemontese con 3 punti in 10 giornate. Le altre squadre del c.d. Torneo Maggiore piazzatesi ultime e destinate alla retrocessione furono l’Internazionale Napoli, zero punti nel girone meridionale; l’Alba Roma, anch’essa a zero punti, nel girone laziale; il Pisa, 4 punti nel girone toscano; il Racing Libertas, 1 punto nel girone lombardo-ligure; il Modena, 1 punto nel girone veneto-emiliano. A seguito delle proteste di tutti i club citati, Juventus compresa, la FIGC, nel corso dell’assemblea di preparazione del campionato successivo, decise la riforma dei tornei, allargando il numero delle partecipanti e, quindi, ripescando tutte le retrocesse. Fu stabilito di scorporare la Liguria dal girone lombardo-ligure per accorparla a quello piemontese; a seguito della saturazione del nuovo girone così sorto, il Novara, penultimo nel campionato precedente, fu trasferito al girone lombardo; la Juventus seguì le vicende della sua corregionaria, ma in sostituzione di una neo-promossa lombarda, il Brescia, a sua volta spostato nel girone veneto. Per ulteriori informazioni sull’origine del sistema di retrocessione e promozione nel calcio italiano, cfr. anche Davide Rota e Silvio Brognara, Football dal 1902 - la storia della Biellese, ed. Il Biellese, Biella 1996.
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  33. ^ La edizione del Campionato Federale della stagione 1914-1915 è stato sospesa in conseguenza della partecipazione dell'Italia nella prima guerra mondiale.
  34. ^ Posizione raggiunta per quoziente-reti. Appaiata in punti con la squadra classificata nel 5° posto.
  35. ^ a b Posizione raggiunta per quoziente-reti. Appaiata in punti con la squadra classificata nel 2° posto.
  36. ^ La Juventus si classificò al quarto turno eliminatorio della seconda edizione della Coppa Italia dopo avere sconfitto il Parma per 2 a 0 alla città omonima il 27 febbraio 1927. Il torneo è stato interrotto per risoluzione dalla FIGC all'inizio del quarto turno eliminatorio a causa della mancanza di date disponibili per lo svolgimento delle partite tra le squadre classificate a quel turno.
  37. ^ Posizione raggiunta per quoziente-reti. Appaiata in punti con la squadra classificata nel 3° posto.
  38. ^ Le squadre classificate dal primo al nono posto nei Gironi A e B a fine del ventinovesimo Campionato Federale di Calcio nella stagione 1928–1929 furono ammesse al primo campionato di Serie A nella stagione 1929–1930, mentre le squadre classificate dal decimo al ultimo posto nei entrambi gironi furono iscritte nel primo campionato di Serie B nella stagione prima indicata.
  39. ^ La semifinale della Coppa dell'Europa Centrale di 1932 tra la Juventus e lo Slavia Praga fu annullata, e squalificate entrambe le squadre, per delibera degli organizzatori di tale competizione internazionale come conseguenza di azioni irregolari di alcuni giocatori della squadra cecoslovacca nella gara di ritorno a Torino il 10 luglio 1932, assegnando poi la vittoria del campionato, senza giocare mai la finale, alla squadra italiana del Bologna (vedi dettagli della partecipazione della Juventus FC nella edizione della Coppa dell'Europa Centrale nell'articolo Quinquennio d'Oro).
  40. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Juve Cisitalia
  41. ^ (EN) Coppa Rio (edizione di 1951), su rsssf.com, Record Sport Soccer Statistics Foundation. URL consultato il 26-09-2008.
  42. ^ Posizione raggiunta per quoziente-reti. Appaiata in punti con le squadre classificate nel 9° posto del Campionato di Serie A.
  43. ^ Posizione raggiunta per quoziente-reti. Appaiata in punti con la squadra classificata nel 4° posto nel Campionato di Serie A.
  44. ^ a b Juventus Football Club S.p.A: Prospetto informativo, 24maggio 2007, pp. pag.53 (Informazioni sull'Emittente). (disponibili in formato .PDF su www.consob.it).
  45. ^ a b La edizione della Coppa Intercontinentale di 1973 è stato disputata tra l'Independiente, campione della Coppa Libertadores de America di tale anno, e la Juventus, finalista della Coppa dei Campioni 1972–1973, chi giocò la coppa per via della rinuncia dell'Ajax – squadra campione del torneo in quella stagione – ad affrontare le partite in Sudamerica come conseguenza del trattamento poco sportivo che le squadre di tale regione offrivano nelle partite alle squadre europee nel corso degli anni Sessanta e Settanta del passato secolo. Si decise per una finale unica da disputarsi allo Stadio Olimpico di Roma nel dicembre 1973, vinta per 1 rete a 0 dalla squadra argentina.
    Vedi anche (EN) Finali di Coppa Intercontinentale, su rsssf.com, Record Sport Soccer Statistics Foundation. URL consultato il 26-09-2008.
  46. ^ Posizione raggiunta per differenza-reti. Appaiata in punti con la squadra classificata nel 5° posto nel Campionato di Serie A.
  47. ^ La edizione della Supercoppa europea di 1984 è stato giocato in una gara unica perché il Liverpool d'Inghilterra, secondo i bassi dell'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee in qualità di vincitore della Coppa dei Campioni nella stagione 1983–1984, ha potuto trovare una sola data in cui affrontare la Juventus, campione della Coppa delle Coppe nella stessa stagione. Le altre due edizione dove si giocò solo la gara d'andata nella storia di quella competizione furono nel 1986 (Steaua Bucarest 1-0 Dinamo Kiev a Monaco il 24 febbraio 1987) e nel 1991 (Manchester United 1-0 Stella Rossa a Manchester il 19 novembre 1991).
    Vedi anche (EN) Finali di Supercoppa europea, su rsssf.com, Record Sport Soccer Statistics Foundation. URL consultato il 26-09-2008.
  48. ^ a b c Non si giocò la partita di Supercoppa europea di 1985 tra la Juventus, campione della Coppa dei Campioni della stagione 1984–1985 e l'Everton d'Inghilterra, campione della Coppa delle Coppe della citata stagione a causa della sospensione ai club inglesi in conseguenza della Strage dell'Heysel. Vedi anche (EN) Finali di Supercoppa europea, su rsssf.com, Record Sport Soccer Statistics Foundation. URL consultato il 26-09-2008.
  49. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore competizioni europee
  50. ^ Classificata alla Coppa UEFA 1988–1989 dopo spareggio col Torino (0-0; 4-2 ai calci di rigore).
  51. ^ Posizione raggiunta per differenza-reti. Appaiata in punti con la squadra classificata nel 3° posto nel Campionato di Serie A.
  52. ^ La Champions League è il nome assunto dalla Coppa dei Campioni nel 1992, entrambi competizioni organizzate dall'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA).
  53. ^ Posizione raggiunta dopo sconfitta nello spareggio contro l'Udinese. Appaiata in punti con le squadre classificate nel 5° posto nel Campionato di Serie A.
  54. ^ a b Codice ISIN: IT0000336518, Codice Alfanumerico: JUVE, Codice Reuters: JUVE.MI. Vedi anche:
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  55. ^ a b c Sono esclusi da questo conteggio i due scudetti vinti dalla Juventus Football Club nelle stagioni 2004-2005, revocato e 2005-2006, il quale non viene assegnato alla società torinese, in entrambi i casi, per illecito sportivo. Queste risoluzioni sono basate nella sentenza del 25 luglio 2006 del processo sullo scandalo del calcio italiano. Lo scudetto della stagione 2005-2006 fu assegnato dalla FIGC all'Inter, quale prima nella nuova classifica su delibera della Commissione di Appello Federale nell'agosto 2006.
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  123. ^ Milan: 29 finali in competizioni internazionali ufficiali per club; Boca Juniors: 26; Real Madrid: 24; Independiente: 21; Barcellona: 19.
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  133. ^ La formazione dell'Italia nella gara contro la nazionale francese del 2 giugno 1978, per la prima giornata della XI edizione del campionato mondiale di calcio è stato composta da Zoff (C); Gentile, Cabrini; Benetti, Bellugi, Scirea; Causio, Tardelli, Rossi, Antognoni e Bettega. Da notare che tutti i calciatori prima indicati, con la sola eccessione di Mauro Bellugi (chi giocò nel Bologna durante quegli anni), Paolo Rossi (nel Lanerossi Vicenza) e Giancarlo Antognoni (nella Fiorentina), hanno militato all'epoca nella Juventus. Il posto di Bellugi fu occupato da Antonello Cuccureddu in formazione al sesto minuto di gioco contro l'Argentina il 10 giugno, dove furono ben nove gli juventini in azzurro. Inoltre, ben otto calciatori di Madama furono convocati tra gli undici titolari contro l'Ungheria il 6 giugno e 7 sia contro la nazionale austriaca il 18 giugno che contro quella olandese il 21 giugno dello stesso anno. De facto, nessuna altra squadra italiana aveva fornito un maggior numero di giocatori tra gli undici titolari della nazionale italiana in una stessa competizione ufficiale.
  134. ^ Fino al 1º settembre 2008, 122 calciatori della Juventus sono stati convocati dalla Nazionale italiana per incontri ufficiali, più di qualsiasi altra squadra (vedi Club Italia: Nazionali in cifre, su figc.it, www.figc.it. URL consultato il 26-09-2008.). Nella stessa classifica l'Inter è la seconda squadra d'Italia per numero di convocazioni con 100 ed al terzo posto il Milan con 86.
    Vedi anche Nazionali in cifre: i convocati di una società alla Nazionale A (ricerca), su figc.it, www.figc.it. URL consultato il 26-09-2008.
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  136. ^ Sono dunque 24 i calciatori che hanno vinto il campionato mondiale durante la loro militanza nella Juventus, di cui 22 con la Nazionale italiana: è record mondiale in entrambi i casi. La società bianconera precede in tale graduatoria l'Inter (21, di cui 17 con la squadra azzurra), il Bayern Monaco (15, di cui 13 con la Nazionale tedesca), il Santos (12, tutti con la Nazionale brasiliana) ed il São Paulo (12, tutti sempre con la Seleção). Si veda anche (EN) World Cup Champions Squads 1930-2006, su rsssf.com, Record Sport Soccer Statistics Foundation. URL consultato il 07-02-2009.
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  158. ^ La Curva Sud del Delle Alpi, così come diversi tornei giovanili e premi per il fair play, porta il nome di Scirea in omaggio al libero e capitano della Juventus e della Nazionale Gaetano Scirea (1953-1989), morto in un incidente stradale in Polonia mentre era allenatore in seconda della squadra. In passato la tribuna si chiamava Filadelfia al pari della Tribuna Sud dello Stadio Comunale, vicina alla via omonima.

Bibliografia

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  • Renato Tavella, Franco Ossola, Il Romanzo della Grande Juventus, Roma, Newton Compton, 2000, ISBN 88-8289-900-4.
  • Renato Tavella, Dizionario della grande Juventus. Dalle origini ai nostri giorni, Roma, Newton Compton, 2001, ISBN 88-8289-639-0.

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