Italia: differenze tra le versioni

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{{Avvisounicode}}
{{Nota disambigua}}
{{Nota disambigua||[[Repubblica Italiana (disambigua)]]|Repubblica Italiana}}
{{vaglio|/3|arg=geografia}}
{{Stato
|nomeCorrente=Italia
|nomeCompleto=Repubblica Italiana
|nomeUfficiale=Repubblica Italiana
|linkBandiera=Flag of Italy.svg
|paginaBandiera=Bandiera d'Italia
|linkStemma=Italy-Emblem.svg
|paginaStemma=Emblema della Repubblica Italiana
|linkLocalizzazione=EU-Italy.svg
|linkMappa=Map of Italy-it-2.svg
|lingua=[[Lingua italiana|italiano]] <small>([[bilinguismo]] a livello [[Regioni d'Italia|regionale]] o locale)</small>
|altrelingue=[[Lingue parlate in Italia|varie, vedi lista]]
|capitale=[[Roma]]
|capitaleAbitanti=2.774.625
|capitaleAbitantiAnno=31-7-2011
|governo=[[Repubblica parlamentare]]
|presidente=[[Giorgio Napolitano]]
|elenco capi di stato=[[Presidenti della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]]
|elenco capi di governo=[[Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]]
|primoMinistro=[[Mario Monti]]
|proclamazione=[[Regno d'Italia]]: [[17 marzo]] [[1861]]<ref>Data di proclamazione del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]</ref><br/>
[[Nascita della Repubblica Italiana]]: [[18 giugno]] [[1946]]
|ingressoONU=[[14 dicembre]] [[1955]]
|ingressoUE=[[25 marzo]] [[1957]]<br/><small>(membro fondatore)</small>
|superficieTotale=301.340
|superficieOrdine=72
|superficieAcqua=2,4
|popolazioneTotale=60.742.397
|popolazioneAnno= 31 Luglio 2011
|popolazioneOrdine=23
|popolazioneDensita=201,57
|popolazioneDensitaOrdine=39
|continente=[[Europa]]
|orario=[[UTC+1]] ([[CET]])<br/><small>[[UTC+2]] ([[CEST]]) in [[ora legale]]</small>
|PIL=1.921.576
|PILValuta=$
|PILAnno=2008
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|PILprocapiteValuta=$
|PILprocapiteAnno=2010
|PILprocapiteOrdine=29
|HDI=0,854
|HDIAnno=2010
|HDIOrdine=23
|valuta=[[Euro]]<ref>Eccetto il comune di [[Campione d'Italia]] che adotta anche il [[franco svizzero]].</ref>
|tld=[[.it]], [[.eu]]
|telefono=+39<ref>Eccetto il comune di [[Campione d'Italia]] raggiungibile tramite il prefisso +41.</ref>
|targa=I
|inno=''[[Il Canto degli Italiani]]''
|festa=[[2 giugno]]
|note=<references/>
|stato precedente={{ITA 1861-1946}}
}}


{{quote|''Il Bel Paese ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe''|[[Francesco Petrarca]], ''[[Canzoniere (Petrarca)|Canzoniere]]'', s. CXLVI}}
chiedo asiloItaliana|Parlamento]] [[bicameralismo|bicamerale]] ([[Camera dei deputati]] e [[Senato della Repubblica]]): esercita il [[potere legislativo]]<ref>{{cita|AA.VV. (Compendio di diritto)|p. 394|cidDiri}}.</ref> e vota la fiducia al Governo;
L''''Italia''' ({{Link audio|It-Italia.ogg}}), ufficialmente '''Repubblica Italiana''',<ref>[[Articolo 1 della Costituzione italiana]]: «L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».</ref> è una [[repubblica parlamentare]] situata nell'[[Europa Meridionale]], con una popolazione di 60,7 milioni di abitanti e capitale [[Roma]]. Delimitata dall'[[arco alpino]] confina a nord, da ovest ad est, con [[Francia]], [[Svizzera]], [[Austria]] e [[Slovenia]]; il resto del territorio, circondato dai mari [[Mar_Ligure|Ligure]], [[Tirreno]], [[Ionio]] ed [[Adriatico]], si protende nel [[mar Mediterraneo]], occupando la [[penisola italiana]] e numerose isole (le maggiori sono [[Sicilia]] e [[Sardegna]]), per un totale di 301.340 km².<ref name=CIA>{{en}}{{cita web|https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/it.html|Italy - The World Factbook|20-9-2011}}</ref>

[[Roma antica|Roma]], capitale dell'[[impero romano]], è stata per secoli il centro politico e culturale della [[civiltà occidentale]]. Dopo il [[declino dell'impero romano]], durante il [[Medioevo]] l'Italia fu soggetta ad invasioni e dominazioni di popolazioni straniere, come gli [[Ostrogoti]], i [[Longobardi]] ed i [[Normanni]]. Nel XV secolo, con la diffusione del [[Rinascimento]], tornò ad essere il centro culturale del mondo occidentale. Dal XVII secolo, divisa in vari stati, fu dominata da spagnoli, francesi e austriaci. Durante il [[Risorgimento]] combatté per l'indipendenza e per l'unità finché nel 1861 fu proclamato il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] che cessò di esistere nel 1946, dopo il [[ventennio fascista]] e la sconfitta nella [[seconda guerra mondiale]] quando, a seguito di un [[referendum istituzionale]], lo Stato italiano divenne una [[repubblica]].

L'Italia, settima potenza economica mondiale, è un paese con un alto standard di vita: nel 2010 l'[[indice di sviluppo umano]] è molto alto, 0,854, e la [[speranza di vita]] è di 81,4 anni.<ref>{{en}}{{Cita web|http://hdr.undp.org/en/media/HDR_2010_EN_Complete_reprint.pdf|titolo=Human development report 2010|pagina=143|accesso=28-11-2011}}</ref> È membro fondatore dell'[[Unione europea]], della [[NATO]], del [[Consiglio d'Europa]] e dell'[[OCSE]], aderisce all'[[ONU]] e al [[trattato di Schengen]]. È inoltre membro del [[G7]], [[G8]] e [[G20 (paesi industrializzati)|G20]], partecipa al progetto di [[condivisione nucleare]] della [[NATO]], è una delle [[potenze regionali]] europee e si colloca in nona posizione nel mondo per le spese militari. L'Italia vanta il maggior numero di siti dichiarati [[patrimonio dell'umanità]] dall'[[UNESCO]]<ref name=UNESCO>{{cita web|http://www.sitiunesco.it/citta-e-siti.html|Città e Siti Unesco|13-3-2011}}</ref> ed è il quinto paese più visitato del mondo.
{{TOClimit|2}}

==Etimologia del nome Italia==
{{Vedi anche|Etimologia del nome Italia}}
Il [[nome proprio]] "Italia" nasce come [[toponimo]]. La sua origine, oggetto di studi sia da parte di [[linguisti]] che di [[storici]], è controversa. Non sempre, tuttavia, sono suggerite [[etimologie]] in senso stretto, bensì ipotesi che poggiano su considerazioni estranee alla specifica ricostruzione [[linguistica]] del nome oppure che sono riferite a tradizioni non dimostrate (come l'esistenza del [[Italo (mitologia)|re Italo]]) o poco verosimili (come la correlazione del nome con la [[Vitis|vite]]).

==Storia==
{{Vedi anche|Storia d'Italia}}
===Preistoria===
{{vedi anche|Italia preistorica e protostorica}}
Il popolamento del territorio italiano risale alla [[preistoria]], epoca di cui sono state ritrovate importanti testimonianze [[archeologiche]]. L'Italia è stata abitata a partire dal [[paleolitico]], periodo di cui conserva numerosi siti archeologici come la [[grotta dell'Addaura]], i [[Balzi rossi]], [[Monte Poggiolo]], il [[ponte di Veja]], la [[Grotta Guattari]], [[Gravina in Puglia]], [[uomo di Altamura|Altamura]] e [[Homo cepranensis|Ceprano]].<ref>{{Cita web|http://www.iipp.it|Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria|29-1-2010}}</ref>

Numerosi ritrovamenti documentano anche il periodo [[neolitico in Italia|neolitico]] ([[cultura della ceramica cardiale]] e [[cultura dei vasi a bocca quadrata]]), l'[[età del bronzo]] ([[incisioni rupestri della Val Camonica]], [[cultura dei castellieri]], [[cultura appenninica]], [[cultura protovillanoviana]], cultura delle [[terramare]]) e l'[[età del ferro]], durante la quale alcune popolazioni raggiungono un discreto livello culturale e artistico, come la [[civiltà villanoviana]] o la [[civiltà nuragica]].

===Prime popolazioni===
{{vedi anche|Popoli dell'Italia antica}}
Le informazioni sugli abitanti dell'Italia in epoca preromana sono, in taluni casi, incomplete e soggette a verifica continua. Popoli [[indoeuropei]], trasferitisi in Italia dall'[[Europa Orientale]] e [[Europa Centrale|Centrale]] in varie ondate migratorie ([[veneti]], [[umbri|umbro]]-[[sanniti]], [[latini]], ecc.), si sovrappongono ad etnie pre-indoeuropee già presenti nel territorio, assorbendole, o stabilendo una forma di convivenza pacifica con esse.

[[File:Etruscan civilization italian map.png|thumb|170px|left|Espansione della civiltà etrusca nel corso dei secoli]]
Nell'[[Italia settentrionale]], accanto ai [[Celti]] (comunemente chiamati [[Galli]]), vi sono i [[Liguri]] (originariamente non indoeuropei poi fusisi con i Celti), mentre nell'Italia nord-orientale vivono i [[Paleoveneti]], di probabile origine [[illiri]]ca o, secondo alcune fonti, provenienti dall'[[Asia Minore]].<ref>{{cita|La piccola Treccani vol. VI|p. 221|Trecc95}}.</ref><ref>{{cita|La piccola Treccani vol. XII|p. 703|Trecc95}}.</ref>

Nell'Italia più propriamente peninsulare, accanto agli [[Etruschi]] convivono popoli di origine indoeuropea definiti [[italici]], fra cui [[Umbri]], [[Latini]], [[Sabini]], [[Falisci]], [[Volsci]], [[Equi]], [[Piceni]], [[Sanniti]], [[Apuli]], [[Messapi]], [[Lucani]], [[Bruzi]] e [[Siculi]]. Altri popoli non indoeuropei, autoctoni, erano presenti in Sicilia ([[Elimi]] e [[Sicani]]) ed in [[Sardegna]], abitata fin dal II millennio a.C. dai [[Nuragici]], forse identificabili con il controverso popolo degli [[Shardana]].<ref>{{Cita web|http://www.sardiniapoint.it/5085.html|Shardana, Sardi nuragici: Erano lo stesso popolo?|15-5-2010}}</ref>

===Colonizzazione fenicia e greca===
{{vedi anche|Colonie nell'antichità}}
[[File:Agrigento-Tempio della Concordia01.JPG|thumb|150px|Il [[Tempio della Concordia (Agrigento)|tempio della Concordia]] ad [[Agrigento]]]]
I primi colonizzatori stranieri sono i [[Fenici]] che fondano inizialmente vari [[empori]] sulle coste della [[Sicilia]] e della [[Sardegna]]. Alcuni di questi diventano in breve piccoli centri urbani e si sviluppano parallelamente alle colonie greche; tra i principali centri vi sono le città di [[Mozia]], [[Palermo]] e [[Solunto]] in Sicilia e [[Nora (Italia)|Nora]], [[Sulki]] e [[Tharros]] in Sardegna.<ref>{{Cita|Gras et al.|p. 282|cidGras}}.</ref>

Tra l'VIII ed il VII secolo a.C., coloni provenienti dalla [[Grecia]] si stabiliscono sulle coste del sud Italia e della Sicilia. Le prime componenti sono ioniche e [[Peloponneso|peloponnesiache]]: i [[Focesi]] fondano [[Elea]], gli [[Eubei]] e i [[Rodensi]] fondano [[Cuma]], [[Reggio Calabria]], [[Napoli]], [[Naxos]] e [[Messina]], i [[Corinto|Corinzi]] [[Siracusa]] (i siracusani quindi fonderanno [[Adria]] ed [[Ankon]], l'antica [[Ancona]]), i [[Megara (città)|Megaresi]] [[Leontinoi]], gli [[Spartani]] [[Taranto]], mentre i coloni provenienti dall'[[Lega achea|Acaia]] fondano [[Sibari]] (alcuni esuli sibariti fonderanno [[Paestum]]) e [[Crotone]]. Altre colonie importanti sono [[Metaponto]], fondata anch'essa da coloni [[Achei]], [[Heraclea]] e [[Locri Epizefiri]].

La [[colonizzazione greca]] pone a contatto i popoli italici con forme di governo [[democratiche]] caratterizzate da forti responsabilizzazioni del [[cittadino]], e con espressioni artistiche e culturali elevate.<ref>{{Cita web|http://www.bpp.it/Apulia/html/archivio/1987/II/art/R87II015.html|Uomini e vicende di Magna Grecia|30-1-2010}}</ref>

===L'età romana===
{{vedi anche|Storia romana}}
[[File:RomanEmpire 117 it.svg|thumb|200px|right|Massima espansione dell'Impero romano]]
La [[regione geografica italiana]] viene unita politicamente per la prima volta con la [[Repubblica romana]] (509-27 a.C.), ma il carattere imperiale delle conquiste effettuate nei secoli seguenti da Roma snatura il carattere nazionale che questa regione stava acquisendo sul finire del I secolo a.C.<ref>{{Cita|AA.VV. (Atlante storico...)|pp. 73, 95, 97|cidAtla}}.</ref>

Giunta all'apice dello sviluppo politico, economico e sociale, [[Roma imperiale]], con la sua organizzazione socio-politica, lascia un segno indelebile nella [[storia dell'umanità]]. In tutti i territori dell'impero, i romani costruiscono [[città romane|città]], [[Strade romane|strade]], [[Ponti romani|ponti]], [[acquedotto#Storia|acquedotti]] e [[castra|fortificazioni]], esportando ovunque il loro modello di civiltà e al contempo integrando le popolazioni e civiltà assoggettate, in un processo così profondo che per secoli, ancora dopo la fine dell'impero, queste genti continueranno a definirsi ''romane''. La civiltà nata sulle rive del [[Tevere]], cresciuta in epoca repubblicana ed infine sviluppatasi in età imperiale, è alla base dell'attuale [[civiltà occidentale]].

L'[[Impero romano d'Occidente]] cade nel 476 quando [[Odoacre]], ultimo di una schiera di condottieri germanici che nel periodo di decadenza dell'Impero romano d'Occidente avevano condotto le proprie orde in territorio italico, depone l'ultimo [[imperatore d'Occidente]], [[Romolo Augusto]].<ref>{{cita|Zecchini|cap. IV|Zec_93}}.</ref>

===Il Medioevo===
{{vedi anche|Italia medievale}}
[[File:Iron Crown.JPG|thumb|left|180px|La [[Corona Ferrea]] del Regno d'Italia durante il Medioevo]]
Odoacre governa l'Italia fino al 493, quando viene deposto e ucciso, dopo una [[Conquista dell'Italia di Teodorico|guerra di cinque anni]], dagli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico]]. Inizia allora il [[regno ostrogoto]], un dominio che rappresenta un periodo di pace e stabilità e che s'interrompe nel 535 quando il territorio italiano diventa teatro della [[guerra gotica (535-553)|guerra gotica]], che vede l'imperatore d'Oriente [[Giustiniano I]] contrapporsi al regno ostrogoto. Nel 553, dopo quasi un ventennio, l'[[impero bizantino]] riesce a sconfiggere gli Ostrogoti e ad annettere l'Italia. Il conflitto devasta l'intero territorio, portando ad una grave crisi demografica, economica, politica e sociale.<ref>{{cita|Zecchini|cap. XIII|Zec_93}}.</ref> Centro del potere bizantino in Italia diviene [[Ravenna]]. Gli anni della dominazione bizantina vedono l'aggravarsi delle condizioni di vita dei contadini a causa della forte [[pressione fiscale]] e di una terribile [[pestilenza]] che spopola ulteriormente il territorio tra il 559 e il 562. L'Italia, indebolita e impoverita, non ha la forza di opporsi a una nuova invasione [[germani]]ca, quella dei [[Longobardi]] capeggiati da [[Alboino]].
[[File:Italia 1000 v2.svg|170px|thumb|L'Italia nell'anno 1000]]
Tra il 568 e il 569 la penisola perde l'unità politica: i Longobardi, entrando dal [[Friuli]], conquistano gran parte dell'Italia centro-settentrionale, chiamata [[Langobardia Maior]], e poi dell'Italia meridionale, la [[Langobardia Minor]].<ref name="Volpe">{{cita|Volpe|Cap. IV|cidVolpe}}.</ref> La Langobardia Maior, con capitale [[Pavia]], cade dopo circa due secoli, a seguito della sconfitta subita ad opera di [[Carlo Magno]] nel 774,<ref name="Volpe"/> quella Minor sopravvive fino all'XI secolo, quando viene conquistata dai [[Normanni]]. I successivi tentativi di costituire un [[Regno d'Italia (888-1024)|Regno d'Italia]] autonomo dal [[Sacro Romano Impero]], ad opera in particolare di [[Berengario del Friuli]] e di [[Arduino d'Ivrea]],<ref>{{cita|Mourre|p. 629|cidMourre}}.</ref> non hanno successo.

[[File:Naval Jack of Italy.svg|180px|left|thumb|In senso orario, partendo dall'alto a sinistra, i simboli delle repubbliche di Venezia, Genova, Pisa ed Amalfi]]
I primi secoli dopo il Mille vedono l'affermarsi delle [[repubbliche marinare]] (le più note sono [[Repubblica di Amalfi|Amalfi]], [[Repubblica di Genova|Genova]], [[Repubblica di Pisa|Pisa]] e [[Repubblica di Venezia|Venezia]]), e poi dei liberi [[comuni medievali]], spesso in conflitto tra loro ma accomunati dal ricordo dell'antica grandezza romana, perpetuata idealmente da quella cristiana, nonché da un forte desiderio di autonomia, che li porterà a schierarsi, nella contesa tra Papato e Impero, in due opposte fazioni, rispettivamente [[Guelfi e Ghibellini]].<ref>{{cita|Chittolini et al.||Chit_94}}</ref>

La vittoria nella [[battaglia di Legnano]] ad opera della [[Lega Lombarda]] contro l'imperatore [[Federico Barbarossa]] (1176), e la rivolta dei [[Vespri siciliani]] contro il tentativo del fratello del re di Francia [[Carlo I d'Angiò]] di assoggettare la Sicilia (1282), saranno assunte dalla retorica [[Romanticismo|romantica]] ottocentesca come i simboli del primo ridestarsi di una coscienza di patria.<ref>{{cita|AA.VV. (Atlante storico...)|pp. 150-151|cidAtla}}.</ref> Questi sono i segnali di un cambiamento che, consolidandosi e accompagnato dal risveglio religioso che si ha nel Duecento con [[Gioacchino da Fiore]] e [[Francesco d'Assisi]], portano al [[Rinascimento]].<ref>{{cita|Burdach||Burdach86}}</ref>

Con l'uscita di scena degli [[Hohenstaufen|imperatori di Germania]], il fervore della civiltà comunale raggiunge infine il suo apogeo economico, spirituale, artistico, alimentato dagli ideali di numerosi poeti, tra cui [[Dante Alighieri]], e dall'esigenza, fatta propria da [[Cola di Rienzo]], della rinascita dell'unità d'Italia.<ref>Così il Burdach: {{q|Dall'XI secolo i comuni italici erano giunti al fiore del benessere economico e civile [...] e quando, dopo la morte dell'imperatore [[Federico II]] e il tramonto della casa di [[Svevia]], ebbe termine la terribile lotta fra Impero e Papato per l'egemonia politica universale, quando l'Italia si sentì libera dal dominio tedesco, il suo sentimento nazionale divampò in un grande incendio spirituale, politico-sociale, artistico. Questa fu la fonte spirituale del Rinascimento. L'antico pensiero di Roma, mai scomparso, vi fece affluire nuova e maggiore forza. [[Cola di Rienzo]], ispirato all'idea politica di [[Dante]], ma oltrepassandola, proclamò, profeta di un lontano avvenire, la grande esigenza nazionale della Rinascita di Roma. E su questa base l'esigenza dell'unità d'Italia.|[[Konrad Burdach]], ''Dal Medioevo alla Riforma'', tratto dalla ''Grande Antologia Filosofica'', Marzorati, Milano, 1964, vol. VI, pp. 213-214}}</ref>

===L'età moderna===
{{vedi anche|Italia rinascimentale}}
[[File:Cosimo.jpg|thumb|150px|[[Cosimo de' Medici]], ''Pater Patriae''. ([[Galleria degli Uffizi]])]]
Diversi fattori impediscono tuttavia la nascita di uno [[Stato]] unitario come sta avvenendo nel resto d'Europa: oltre alla suddivisione in tanti piccoli Comuni, che lentamente si tramutano in [[Signorie]], c'è anche il timore del [[Papa]]to di veder sorgere una potenza statale in grado di compromettere la sua autonomia. Per questo ed altri motivi i capi politici italiani devono supplire con l'intelligenza strategica alla superiorità di forze degli stati nazionali europei.
Un esempio è [[Cosimo de' Medici]], detto perciò "Padre della Patria", e considerato uno dei principali artefici del [[Rinascimento fiorentino]]: la sua politica estera, mirata al mantenimento di un costante e sottile equilibrio fra i vari stati italiani, sarà lungimirante nell'individuare nella concordia italiana l'elemento chiave per impedire agli stati stranieri di intervenire in Italia approfittando delle sue divisioni.<ref name="ReferenceA">{{cita|AA.VV. (Atlante storico...)|pp. 223-225|cidAtla}}.</ref>

L'importanza della strategia di Cosimo, proseguita dal suo successore [[Lorenzo il Magnifico]] nella sua continua ricerca di un accordo tra gli stati italiani in grado di sopperire alla loro mancanza di unità politica, non viene compresa dagli altri prìncipi italiani, e si conclude con la morte di Lorenzo nel 1492. Da allora l'Italia diventa il teatro di numerose invasioni straniere: dapprima da parte francese ad opera di [[Carlo VIII]], poi delle truppe spagnole di [[Carlo V]]. L'inizio della dominazione straniera si deve quindi al ritardo del processo politico di unificazione, e anzi fa registrare anche episodi di [[patriottismo]], come il gesto di [[Ettore Fieramosca]] nella [[disfida di Barletta]].<ref>{{cita|Procacci||Proc01}}</ref>

Nella seconda metà del Cinquecento comincia il tramonto della vitalità rinascimentale, indebolita anche dalle nuove tensioni religiose dovute all'avvento della [[riforma protestante]] in Europa, che avevano portato ad episodi luttuosi come il [[sacco di Roma (1527)|sacco di Roma]] del 1527 ad opera dei [[Lanzichenecchi]]. Soltanto la [[repubblica di Venezia]] manterrà una certa prosperità e autonomia politica. Il Seicento è invece un secolo di crisi per tutto il paese: la Chiesa, che ha subìto la perdita dell'unità cristiana dei fedeli, cerca con la [[controriforma]] di rafforzare la sua presenza nei paesi rimasti cattolici, sia con iniziative educative e assistenziali, sia isolandoli dall'influsso degli stati protestanti. L'Italia viene così salvaguardata dai [[guerra dei trent'anni|conflitti religiosi]] che si accendono in Europa, ma è soggetta ugualmente a carestie, spesso seguite da epidemie.<ref>Ne ''[[I promessi sposi]]'' [[Manzoni]] descrive la peste che dimezza la popolazione di Milano e provoca in tutta Italia un milione e mezzo di morti.</ref> Scoppiano perciò numerose rivolte contro la dominazione spagnola, di cui la più nota avviene a Napoli nel 1647 ad opera di [[Masaniello]], ma non portano a nessun cambiamento.

Nel Settecento finisce il periodo di pace e di torpore: a seguito dei [[trattati di Utrecht]] e [[Pace di Rastatt|Rastatt]], gli [[Asburgo d'Austria]] si impossessano di vari domini italiani subentrando agli spagnoli.<ref name="ReferenceA"/> Dalla seconda metà del secolo, la diffusione dell'[[illuminismo]] fa sì che anche l'Italia venga investita da importanti riforme.

===L'Unificazione===
{{vedi anche|Risorgimento}}
[[File:Giuseppe Garibaldi (1866).jpg|thumb|left|150px|[[Giuseppe Garibaldi]]]]
L'arrivo in Italia delle truppe [[età napoleonica|napoleoniche]] risveglia il sentimento nazionale,<ref>{{Cita|Pécout|p. 7 segg.|cidPecout}}</ref> richiamato nel [[proclama di Rimini]],<ref>{{Cita web|url=http://www.immaginidistoria.it/immagine2.php?id=12&id_img=254|titolo=Proclama di Rimini|accesso=6-8-2009}}</ref> con cui [[Gioacchino Murat]], durante la [[guerra austro-napoletana]], si rivolge agli italiani affinché si uniscano per salvare il [[regno di Napoli]]. È l'inizio del [[Risorgimento]], il periodo della [[storia d'Italia]] che porta all'unità politica e all'indipendenza della nazione e che occupa un arco temporale di vari decenni, concludendosi solo nel 1861 con la nascita del Regno d'Italia, sotto la dinastia di [[Casa Savoia]].

Esso vede i primi patrioti aderire inizialmente alla società segreta della [[Carboneria]], cui seguono i [[moti del 1820-1821]], duramente repressi dagli austriaci. All'affermazione della Carboneria segue quella della [[Giovine Italia]] e altri tentativi insurrezionali, tra cui quello dei [[fratelli Bandiera]] (1844).

I [[moti del 1848]] portano alla [[prima guerra d'indipendenza]] contro gli austriaci, che vede coinvolte le popolazioni cittadine, in particolare durante le [[cinque giornate di Milano]], le [[dieci giornate di Brescia]], la [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]] e la spedizione nel 1857 di [[Carlo Pisacane (patriota)|Carlo Pisacane]] nel [[Regno delle Due Sicilie]].<ref>''Eran trecento, eran giovan e forti e sono morti'' è il ritornello de ''[[La spigolatrice di Sapri]]'' di [[Luigi Mercantini]], testimonianza della poesia patriottica risorgimentale, che descrive la sfortunata spedizione di Pisacane.</ref> Né la guerra, né gli altri tentativi sono però coronati da successo.

Nel 1859, con la [[seconda guerra d'indipendenza]] prima e con la [[spedizione dei Mille]] poi, s'innesca il definitivo processo di unificazione, che porta in breve alla conquista e all'annessione di varie regioni e del Regno delle Due Sicilie: pochi mesi dopo, nel 1861, a [[Torino]] viene proclamato il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], che non comprende ancora il [[Veneto]], il [[Lazio]], il [[Trentino-Alto Adige]] e la [[Venezia Giulia]].

Tra i maggiori artefici del processo spiccano [[Mazzini]], fondatore della Giovine Italia e figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed europeo, [[Garibaldi]], repubblicano e di simpatie socialiste, [[Cavour]], statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni, anche finanziari, all'espansione del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|regno di Sardegna]] e [[Vittorio Emanuele II]], abile a concretizzare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d'Italia.<ref>{{cita|AA.VV. (Atlante storico...)|p. 357|cidAtla}}.</ref>

===Il Regno d'Italia===
{{Vedi anche|Regno d'Italia (1861-1946)}}
[[File:Coat of arms of the Kingdom of Italy (1870).svg|150px|thumb|[[Stemma del Regno d'Italia]]]]

Al Regno d'Italia vengono quindi annessi il Veneto, al termine della [[terza guerra d'indipendenza]] e, dopo la [[presa di Roma]], che nel 1871 diviene capitale d'Italia, il Lazio. Già nei primi anni dopo la riunificazione d'Italia le forti disparità socioeconomiche fra il settentrione e il meridione del paese determinano l'insorgere della [[questione meridionale]] legata al [[brigantaggio postunitario|brigantaggio]].<ref>{{cita|Mourre|pp. 140-141|cidMourre}}.</ref>

A Vittorio Emanuele II succedono [[Umberto I]] (1878-1900), ucciso a Monza dall'anarchico [[Gaetano Bresci]], e [[Vittorio Emanuele III]] (1900-1946); gli anni a cavallo del secolo vedono l'Italia impegnata in una serie di guerre di [[colonialismo italiano|espansione coloniale]] in [[Somalia]], [[Eritrea]] e [[Libia]] mentre il [[età giolittiana|periodo prebellico]], dominato dalla figura di [[Giovanni Giolitti]], è caratterizzato dalla modernizzazione economica, industriale e politico-culturale della società italiana.
Durante la [[grande guerra]] l'Italia, [[neutralità italiana (1914-1915)|inizialmente neutrale]], a seguito della stipula di un [[patto di Londra|trattato segreto]] che gli accorda cospicui compensi territoriali, si allea alla [[triplice intesa]] contro gli [[Imperi centrali]]. Dopo due anni di [[guerra di trincea]], il 24 ottobre 1917 l'esercito italiano, subita la [[disfatta di Caporetto]], si riorganizza e [[offensiva del Piave|contrattacca]] sulla linea del [[Piave]] pervenendo, sotto il comando di [[Armando Diaz]] e con l'apporto di [[ragazzi del '99|giovani leve]], alla vittoria finale nella [[battaglia di Vittorio Veneto]] (4 novembre).

Vinta la guerra, l'Italia completa la riunificazione nazionale acquisendo il [[Trentino-Alto Adige]], la [[Venezia Giulia]], l'[[Istria]] ed alcuni territori del [[Friuli]] ancora [[irredentismo|irredenti]], ma non ottenendo la cessione di tutti i territori promessi col [[patto di Londra]], vede diffondersi l'insoddisfazione per la cosiddetta [[vittoria mutilata]].

====Il fascismo====
{{Vedi anche|Storia dell'Italia fascista}}
Nel contesto dei moti popolari del [[Biennio rosso]] nasce lo [[squadrismo]] con lo scopo di reprimere i moti operai e contadini attraverso l'intimidazione e l'attacco alle sedi delle organizzazioni socialiste. Nel 1919 [[Benito Mussolini]] fonda a [[Milano]] il primo [[fascio di combattimento]], confluito poi nel [[Partito Nazionale Fascista]], e il 30 ottobre 1922, dopo la [[marcia su Roma]], sale al potere.

Nelle [[elezioni politiche italiane del 1924]] Mussolini ottiene il 64,9% dei voti<ref name="matteotti">{{cita|Mourre|p. 637|cidMourre}}.</ref> e, come stabilito dalla [[legge Acerbo]], i due terzi dei seggi, assegnati alla lista di maggioranza relativa che abbia raccolto almeno il 25% dei voti.<ref>{{cita|Smith|vol. III, p. 581|cidSmith}}.</ref> La denuncia, da parte di [[Giacomo Matteotti]], dell'irregolarità delle elezioni, è seguita qualche giorno dopo dal suo rapimento ed [[omicidio|uccisione]].<ref name="matteotti"/> Nel 1925, dopo un discorso in Parlamento, Mussolini si dichiara [[dittatore]].

Nel biennio 1925-1926 vengono adottate le cosiddette [[leggi fascistissime]], che iniziano la trasformazione del Regno d'Italia in uno [[stato autoritario]], mediante l'istituzione del [[Tribunale Speciale Fascista]], del [[confino|confino di polizia]] per gli antifascisti e della polizia segreta, l'[[OVRA]]. Nel 1929 vengono firmati i [[Patti Lateranensi]], ponendo fine alla [[questione romana]] e, a partire dal 1938, vengono emanate le [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]], principalmente, ma non solo, nei confronti degli [[ebrei]], seguendo il modello del "Manifesto della razza".

[[File:Benito Mussolini and Adolf Hitler.jpg|thumb|left|150px|[[Mussolini]] con [[Hitler]]]]
A partire dal 1935 Mussolini accentua la sua politica estera aggressiva caratterizzata dalla [[conquista dell'Etiopia]], dalla proclamazione dell'[[Impero coloniale italiano|Impero]], dall'intervento nella [[guerra civile spagnola]], dall'occupazione dell'Albania e dal progressivo avvicinamento alla [[Germania nazista]] di [[Adolf Hitler]], fino alla firma del [[patto d'Acciaio]] nel maggio 1939. Dopo un iniziale periodo di non belligeranza, il 10 giugno 1940 l'Italia entra in [[II guerra mondiale|guerra]] a fianco del [[Terzo Reich]] contro Francia e Regno Unito. Nel 1941 viene dichiarata guerra anche all'[[Unione Sovietica]] e, con l'[[Impero giapponese]], agli Stati Uniti.

Le sconfitte militari su tutti i teatri bellici e soprattutto le disfatte ad [[seconda battaglia di El Alamein|El Alamein]] in Nord Africa e sul [[seconda battaglia difensiva del Don|fiume Don]] sul Fronte russo, indeboliscono [[Mussolini]] che, il 24 luglio 1943, in una riunione del [[Gran Consiglio del Fascismo]], viene sfiduciato. Il giorno seguente viene fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele e sostituito a capo del governo con [[Pietro Badoglio]]; poche settimane dopo viene firmato l'[[armistizio di Cassibile]], resa incondizionata agli alleati, mentre la Germania scatena l'[[operazione Achse]] e occupa militarmente le regioni centro-settentrionali della penisola, Roma compresa. La [[guerra di liberazione italiana|campagna d'Italia]], condotta dagli Alleati con l'apporto della [[Resistenza italiana]], si conclude nell'aprile del 1945 con la liberazione dei territori occupati, la capitolazione delle forze tedesche in Italia e la disgregazione della [[Repubblica Sociale Italiana]], la struttura di governo collaborazionista organizzata da Mussolini dopo l'8 settembre. Il Duce, catturato mentre tenta di fuggire, viene ucciso dai [[partigiani]] il 28 aprile 1945.

A guerra finita l'Italia è in condizioni critiche: i combattimenti ed i bombardamenti aerei hanno raso al suolo molti centri abitati, e le principali vie di comunicazione sono interrotte.<ref>{{cita|Mourre|p. 639|cidMourre}}.</ref> Il numero di [[vittime della seconda guerra mondiale|italiani morti]] è stimato tra 415.000 (330.000 militari e 85.000 civili)<ref>{{cita|De Martino||Dema05}}</ref> e 443.000 unità.

Sul piano geopolitico l'Italia perde tutte le colonie africane, cede il [[Dodecaneso]] alla [[Grecia]] e l'[[Istria]] alla [[Iugoslavia]], mentre l'[[Albania]] entra nell'area d'influenza dell'[[URSS]].

===L'Italia repubblicana===
{{vedi anche|Italia repubblicana}}
[[File:Alcide de Gasperi.jpg|thumb|left|150px|[[Alcide De Gasperi]]]]

Il 2 giugno 1946 un [[referendum]] sancisce la fine della [[monarchia]] e la nascita della Repubblica Italiana. Il 1º luglio Enrico De Nicola viene nominato primo [[presidente della Repubblica Italiana]], [[Alcide De Gasperi]] è il primo [[presidente del consiglio]] e il 1º gennaio 1948 entra in vigore la nuova [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione repubblicana]].<ref>{{Cita web|http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/costituzione_60anniversario/index.html|60º anniversario della Costituzione italiana|8-5-2011}}</ref>
Sono gli anni del [[miracolo economico italiano|boom economico]], favoriti da un'elevata disponibilità di [[manodopera]], dovuta a un forte flusso migratorio dalle campagne alle città e dal sud verso il nord. La crescita media del [[PIL]] del 6,3% tra il 1958 ed il 1963<ref>{{Cita web|http://www.storiaxxisecolo.it/larepubblica/repubblicaboom1.htm|Il miracolo economico italiano|26-6-2010}}</ref> consente la riduzione del divario storico con paesi quali Regno Unito, Germania e Francia.

Negli anni settanta e ottanta attività di gruppi terroristici, sia di [[estrema destra]] che di [[estrema sinistra]], portano prima alla [[strategia della tensione]],<ref>{{cita|Mourre|p. 1193|cidMourre}}.</ref> segnata da numerosi attentati come la [[strage di Piazza Fontana]], la [[strage di Piazza della Loggia]] e la [[strage di Bologna]], e poi agli [[anni di piombo]], connotati da attentati ad esponenti politici (come [[Aldo Moro]] e [[Vittorio Bachelet]]), forze dell'ordine, giornalisti (come [[Walter Tobagi]]), magistrati (come [[Vittorio Occorsio]] e [[Emilio Alessandrini]]) e sindacalisti (come [[Guido Rossa]]).<ref>{{Cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/dossier.aspx?id=11|titolo=Dossier sugli anni di piombo|accesso=9-9-2011}}</ref>
Negli anni novanta i giudici [[Giovanni Falcone]] e [[Paolo Borsellino]], vittime essi stessi per la causa, aiutati da valenti uomini della polizia, riescono a fare arrestare i maggiori membri di [[Cosa nostra]].

Nel 1992 le indagini di [[mani pulite]] sul fenomeno dilagante delle [[Corruzione|tangenti]] coinvolgono esponenti politici, principalmente del [[pentapartito]] guidato da [[Bettino Craxi]]. Subito dopo lo scandalo, nascono nuovi partiti, come [[Forza Italia]], guidata da [[Silvio Berlusconi]]. In questa fase, definita [[Seconda Repubblica (Italia)|seconda Repubblica]], si consolida il principio del [[bipolarismo]], attraverso le figure di Silvio Berlusconi e di [[Romano Prodi]] che danno vita a un'alternanza di governo fino al 2011, quando alla guida del paese s'insedia un [[governo Monti|governo tecnico]] guidato da [[Mario Monti]].

==Geografia==
===Geografia fisica===
{{Vedi anche|Geografia della Repubblica italiana|Rilievi italiani|Pianure italiane|Isole italiane}}
[[File:Italy topographic map-blank.svg|thumb|180px|Mappa topografica dell'Italia.]]
La [[regione geografica italiana]], suddivisa in [[Italia continentale e peninsulare|Italia continentale, peninsulare]] ed [[Italia insulare|insulare]], è unita al [[continente europeo]] dalla catena delle [[Alpi]]. Grazie alla sua posizione, costituisce idealmente un ponte di passaggio verso l'[[Asia]] e l'[[Africa]].<ref>Il Canale di Sicilia, che separa l'omonima regione dall'Africa, è largo 140 km, mentre il Canale d'Otranto, che divide [[Punta Palascìa]] (in Puglia) dall'[[Albania]], è largo appena 70 km.</ref>

L'Italia separa, inoltre, il bacino occidentale del [[Mar Mediterraneo]] da quello centrale, ossia il [[Tirreno]] dallo [[Ionio]]. A nord del [[Salento]] si spinge l'insenatura lunga e stretta del [[mare Adriatico]]. Le isole di [[Sardegna]] e di [[Corsica]] dividono poi il Mar Tirreno dal [[Mar di Sardegna]]; le [[coste italiane]] si sviluppano su 7.456 km e presentano svariate forme ([[falesie]], sabbiose, pietrose, etc.).<ref>{{Cita web|http://www.guardiacostiera.it/notiziario/pdf/gc62005.pdf|Notiziario della guardia costiera|5-5-2010}}</ref>

[[File:Altimetria Italia.svg|left|thumb|200px|Le [[zone altimetriche d'Italia]].]]
Il suolo italiano, fortemente [[antropizzato]], ha varie caratteristiche (vulcanico, endolagunare, calcareo, etc.);<ref>{{Cita web|http://www.apat.gov.it/Media/carta_geologica_italia/default.htm|ISPRA: Carta Geologica d'Italia|5-5-2010}}</ref> le zone collinari sono prevalenti rispetto alle zone montuose e a quelle pianeggianti, l'[[altitudine]] media del territorio è di circa 337 [[metri sul livello del mare]].

Le catene montuose si estendono per buona parte della nazione. Appartiene all'Italia tutto il versante meridionale del sistema alpino, per una lunghezza di circa 1.000&nbsp;km. Le vette più elevate si trovano nelle Alpi Occidentali, dove sono numerose le cime che superano i 4.000 m tra cui il [[Cervino]] (4.478 m), il [[Monte Rosa]] (4.634 m) e il [[Monte Bianco]] (4.810 m), la montagna più alta d'Europa. La catena degli [[Appennini]] percorre tutta la penisola, dalla [[Liguria]] alla [[Sicilia]], concludendosi nelle [[Madonìe]]; il [[Gran Sasso]] (2.912 m), situato in [[Abruzzo]], è la sua vetta più alta.

[[File:MountBlanc04.jpg|thumb|200px|Il [[Monte Bianco]]]]
Solo un quarto della superficie della regione italiana è occupato da [[pianure]].
La [[pianura padana]], una distesa alluvionale formata dal fiume [[Po]] e dai suoi affluenti,<ref>{{Cita web|http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/geologia/canali/iniziative_didattiche/divulgazione/piane_alluvionali.htm|Le pianure alluvionali - Regione Emilia-Romagna|7-5-2010}}</ref> è la più estesa di tutte. Seguono, per dimensioni, il [[Tavoliere delle Puglie]], una pianura di sollevamento, e il [[Campidano]], un'altra [[pianura alluvionale]].<ref>{{Cita web|http://www.regione.emilia-romagna.it/wcm/geologia/canali/iniziative_didattiche/Opuscoli/Le_pianure.htm|Le principali pianure d'Italia|13-9-2011}}</ref> Il punto meno elevato d'Italia è situato nella [[Frazione geografica|frazione]] di [[Contane]], in [[provincia di Ferrara]] (-3,44 m).

Le isole maggiori sono la [[Sicilia]] e la [[Sardegna]]; molte sono le isole minori, in gran parte raccolte in [[arcipelaghi]],<ref>{{Cita|AA.VV. (Geografia; Ita-z)||Garz06}}</ref> come l'[[arcipelago Toscano]], cui appartiene l'[[isola d'Elba]], l'[[arcipelago della Maddalena]], l'[[arcipelago Campano]], comprendente [[Ischia (isola)|Ischia]] e [[Capri]], le [[isole Ponziane]], le [[Pelagie]], le [[Eolie]], le [[Egadi]] e le [[Tremiti]].

====Idrografia====
{{Vedi anche|Fiumi italiani|Laghi italiani|Elenco di cascate italiane}}
[[File:Riva del Garda.jpg|thumb|200px|Il [[lago di Garda]] a [[Riva del Garda]]]]
L'Italia, per la presenza di diversi [[Rilievi italiani|rilievi montuosi]], con [[nevai]] e [[ghiacciai]], di [[lago|laghi]] e di [[acque sorgive]], è ricca di [[corsi d'acqua]]. In genere, data la disposizione e l'altitudine dei rilievi, i fiumi più lunghi e di maggiore portata appartengono alla regione [[alpi]]na mentre i fiumi [[appenninici]], ad eccezione di [[Tevere]] ed [[Arno]], hanno generalmente corso breve e [[regime torrentizio]].

Il fiume più importante è il [[Po]], lungo 652 km, portata media circa 1460 m³/s e [[Bacino idrografico|bacino]] di circa 70.000 km,<ref>{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/italia/#4idrografia-1|Idrografia|10-7-2011}}</ref> (anche se il fiume più lungo che nasce nel paese è la [[Drava]]); il Po attraversa la [[Pianura padana]] sfociando nel [[mare Adriatico]] e il cui [[delta del Po|delta]] è stato dichiarato [[patrimonio dell'umanità]] dall'UNESCO.

I laghi italiani più estesi, nell'ordine il [[lago di Garda]], il [[lago Maggiore]] e il [[lago di Como]], che è anche il più [[profondità (liquidi)|profondo]] (410 m),<ref>{{Cita|AA.VV. (Geografia; Ita-z)|p. 781|Garz06}}.</ref> sono situati nella fascia prealpina. Altri laghi importanti si trovano nella zona peninsulare, il [[lago di Bolsena]], il [[lago di Bracciano]] e il [[lago di Albano]] d'origine vulcanica, il [[lago Trasimeno]], il più esteso dell'Italia peninsulare e i laghi costieri, come il [[lago di Lesina]] e il [[lago di Varano]].

====Clima====
{{Vedi anche|Clima italiano}}
[[File:Italia Clima Pinna.png|thumb|180px|Carta dei climi d'Italia]]
La [[Italia (regione geografica)|regione italiana]] (compresa tra il 47º ed il 35º parallelo nord) si trova quasi al centro della zona temperata dell'[[emisfero boreale]].

Il clima è fortemente influenzato dai mari che la circondano quasi da ogni lato e che costituiscono un benefico serbatoio di calore e di umidità. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata, un clima particolare detto "temperato mediterraneo".<ref>{{cita web|http://www.ilpolline.it/clima-italia|Clima d'Italia|12-7-2009}}</ref>

Secondo la [[classificazione di Köppen]],<ref>{{cita|La piccola Treccani vol. VI|p. 200|Trecc95}}.</ref> l'Italia è suddivisa in tre tipi di [[clima]] (temperato, temperato freddo e freddo), a loro volta suddivisi in microclimi: si passa dal "clima temperato subtropicale" (presente nelle aree costiere della [[Sicilia]], della [[Sardegna]] meridionale e della [[Calabria]] centrale e meridionale) al "clima glaciale" (tipico delle vette più elevate delle Alpi ricoperte da [[nevi]] perenni, a quote generalmente superiori ai 3.500 metri s.l.m.).

===Geografia politica===
{{Vedi anche|Regioni d'Italia|Province d'Italia|Comuni d'Italia}}
L'Italia è uno [[stato membro dell'Unione Europea]] situato nell'[[Europa meridionale]] con capitale [[Roma]]. Delimitata a nord dall'[[arco alpino]], l'Italia confina ad ovest con la [[Francia]], a nord con la [[Svizzera]] e l'[[Austria]] e ad est con la [[Slovenia]]. I [[Microstato (geografia politica)|microstati]] [[San Marino]] e [[Città del Vaticano]] sono [[enclave]], mentre il [[Comuni italiani|comune]] di [[Campione d'Italia]] costituisce una [[exclave]] situata nella regione [[italofona]] del [[Canton Ticino]] in [[Svizzera]].

Gli [[ente territoriale (ordinamento italiano)|enti territoriali]] che, in base all'articolo 114 della Costituzione costituiscono, assieme allo Stato, la Repubblica italiana sono:
*le [[regioni d'Italia|regioni]] (15 a [[statuto ordinario]] e 5 a [[regione a statuto speciale|statuto speciale]]);
*le [[città metropolitane]] (non ancora istituite);
*le [[province d'Italia|province]] e i [[comuni d'Italia|comuni]] (rispettivamente 110 e 8092, dati [[ISTAT]] dell'anno 2011).<ref>{{cita web|http://www.istat.it/it/archivio/6789|Codici comuni, province e regioni|20-10-2011}}</ref>


Nell'elenco che segue, per ciascuna regione è riportato lo stemma ufficiale e il nome del capoluogo.
{| align="center"
| {{Regioni e capoluoghi italiani}}
| {{spazi|11}}
| {{Italia2 - Mappa attiva}}
|}

Di seguito le prime dieci città italiane per abitanti del territorio comunale in base ai dati ISTAT<ref name=BilMens/> al 31 luglio 2011.

{| class="wikitable sortable"
|-
! Pos.|| Comune || Prov. || Regione || Abitanti
|-
|align=right|1||[[File:Comuneroma.png|20px|Roma]] [[Roma]]||{{IT-RM}}||{{IT-LAZ}}|| align=right|
2.774.625
|-
|align=right|2||[[File:CoA Città di Milano.svg|20px|Milano]] [[Milano]]||{{IT-MI}}||{{IT-LOM}}|| align=right|1.336.879
|-
|align=right|3||[[File:CoA Città di Napoli.svg|20px|Napoli]] [[Napoli]]||{{IT-NA}}||{{IT-CAM}}|| align=right|957.465
|-
|align=right|4||[[File:Torino-Stemma.png|20px|Torino]] [[Torino]]||{{IT-TO}}||{{IT-PMN}}|| align=right|908.016
|-
|align=right|5||[[File:Palermo-Stemma uff.png|20px|Palermo]] [[Palermo]]||{{IT-PA}}||{{IT-SIC}}||align=right|655.409
|-
|align=right|6||[[File:Genova-Stemma.png|20px|Genova]] [[Genova]]||{{IT-GE}}||{{IT-LIG}}|| align=right|608.458
|-
|align=right|7||[[File:Bologna-Stemma.png|20px|Bologna]] [[Bologna]]||{{IT-BO}}||{{IT-EMR}}|| align=right|382.825
|-
|align=right|8||[[File:FlorenceCoA.svg|20px|Firenze]] [[Firenze]]||{{IT-FI}}||{{IT-TOS}}|| align=right|373.750
|-
|align=right|9||[[File:CoA Città di Bari.svg|20px|Bari]] [[Bari]]||{{IT-BA}}||{{IT-PUG}}|| align=right|319.860
|-
|align=right|10||[[File:Catania-Stemma.png|20px|Catania]] [[Catania]]||{{IT-CT}}||{{IT-SIC}}|| align=right|292.269
|-
|}

==Geologia==
[[File:Geol.Italie.jpg|thumb|380px|[[Carta geologica]] generale del territorio italiano. Sono visibili i principali elementi e domini strutturali. A nord, la catena [[alpi]]na, suddivisa in senso est-ovest dalla [[Linea Insubrica]] nel dominio alpino propriamente detto e nel [[Dominio Sudalpino]]; la catena [[appenninica]], suddivisa in due parti all'altezza della linea tettonica [[Ancona]]-[[Anzio]]; l'area dell'avampaese [[Puglia|apulo]], relativamente indisturbata; l'arco [[calabro]]-[[peloritano]], di pertinenza alpina; la [[Sicilia]], appartenente prevalentemente al dominio africano e in continuità con esso. Il [[Blocco Sardo Corso]] è invece un elemento distaccatosi dal margine continentale europeo franco-spagnolo e colliso con il margine africano-appenninico. Sono visibili inoltre le estese coperture di depositi vulcanici e i massicci intrusivi la cui messa in posto ha accompagnato i complessi eventi [[geodinamici]] che hanno portato all'attuale assetto geologico dell'Italia.]]
La geologia dell'Italia è molto complessa: l'assetto fisiografico e geologico attuale dell'area comprensiva della penisola italiana, delle sue isole e dei bacini marini adiacenti, è il risultato di numerosi eventi [[geodinamici]] successivi riconducibili, in estrema sintesi, all'interazione tra due [[tettonica delle placche|placche litosferiche]], la [[placca africana]] e [[Placca euroasiatica|quella europea]] a partire dal [[Cretacico superiore]], periodo nel quale iniziò la progressiva chiusura del paleo-oceano della [[Tetide]]. Il margine meridionale africano, frammentandosi durante l'avvicinamento al continente settentrionale europeo, ha originato una serie di microplacche interposte la cui successiva accrezione ha dato luogo nel corso del [[Cenozoico]] all'attuale territorio peninsulare e siciliano.
In questo assetto si riconoscono due domini paleogeografici fondamentali, separati dalla [[linea Insubrica]] ([[Alpi centrali]]):
*un ''dominio europeo'', dato dal margine meridionale della placca europea, che include il [[blocco Sardo Corso]] e parte del mar Tirreno, l'[[Geologia della Calabria#Domini e zone|arco Calabro Peloritano]], il bacino del Mediterraneo occidentale, il sistema di falde alpine a [[vergenza]] europea, costituite principalmente da [[rocce metamorfiche]] e intrusioni di [[batoliti]] che testimoniano il regime di compressione derivato dal movimento della placca africana verso nord e dalla collisione con la placca continentale europea;
*un ''dominio africano'' (in senso lato) costituito dall'insieme del Dominio Sudalpino e dei domini adriatico e apulo, che rappresentano l'insieme di microplacche accrezionate appartenenti al margine del continente meridionale.
Il [[Dominio Sudalpino]] è formato da un sistema di falde a vergenza adriatica, costituite principalmente da sequenze carbonatiche e miste che si prolungano ad est nelle [[Alpi Dinariche#Geologia|Dinaridi]].<ref>{{cita|Scandone, Stucchi||cidScand}}</ref> Nella catena [[appenninica]], la linea tettonica "Ancona - Anzio" separa l'[[Appennino settentrionale (geologia)|Appennino settentrionale]], principalmente costituito da [[flysch]] [[Rocce sedimentarie clastiche|terrigeni]], dall'[[Appennino meridionale (geologia)|Appennino meridionale]] ove le [[formazioni carbonatiche]] sono più frequenti. L'assetto strutturale appenninico è caratterizzato nel suo insieme da un sistema di falde che sovrascorre sull'avampaese apulo. Questo sistema di falde, che costituisce la parte affiorante della [[placca adriatica]], si estende dal [[mar Ionio]] fino all'estremità occidentale della val Padana e rappresentava in origine una sorta di "promontorio" settentrionale della placca africana. L'avampaese apulo (costituito sostanzialmente dal territorio [[pugliese]]), rappresenta un dominio di [[piattaforma carbonatica]] stabile, persistente dal [[Mesozoico]] al [[Miocene]] e successivamente emerso, coinvolto solo marginalmente nell'[[orogenesi]] appenninica. La Sicilia è formata nella parte centro-orientale da rocce carbonatiche e silicoclastiche appartenenti al margine convergente africano deformato ("unità maghrebidi"), mentre nella sua parte nord-orientale ([[Monti Peloritani]]) è di pertinenza europea ("unità peloritane"); le unità "sicilidi" e "numidiche" interposte rappresentano la copertura sedimentaria del dominio oceanico tetideo, in gran parte di natura [[flysch]]oide, scollata dal substrato originario di crosta oceanica (non conosciuto) e sovrascorsa sul margine africano.

Il blocco sardo corso costituisce un elemento [[geologia strutturale|strutturale]] appartenente al continente europeo, originariamente solidale al margine meridionale franco-spagnolo e distaccatosi in età [[Oligocene|oligo]]-[[miocenica]], ruotando in senso antiorario fino a collidere con il margine continentale africano. Nel quadro tardo e post-collisionale dell'area si inserisce il processo di [[Marsili|espansione oceanica]] in corso del [[Mar Tirreno]]. Il mar Tirreno ha una [[crosta oceanica]] neogenica in espansione in due aree: bacino di [[Marsili]] e di [[Vavilov (seamount)|Vavilov]]; si ritiene che una crosta oceanica mesozoica si trovi nello Ionio sotto una massiccia copertura sedimentaria.

Il rilevante [[vulcanismo]] [[neogenico]] e la elevata [[terremoto|sismicità]] della maggior parte del territorio nazionale, testimoniano il complesso assetto [[geodinamico]] ancora attivo.

Dal punto di vista [[Stratigrafia (geologia)|stratigrafico]], le rocce sedimentarie affioranti [[Geocronologia|databili]] con sicurezza in base al contenuto [[paleontologico]] risultano di età compresa tra il [[Cambriano]] e il [[Quaternario]]. [[rocce metamorfiche|Metamorfiti]] di basso grado affioranti nella parte meridionale della Sardegna, costituite da [[Arenaria (roccia)|arenarie]] alternate con [[peliti]], sono datate dubitativamente al [[Precambriano]].<ref>[[APAT]], ''Geological map of Italy'', 2004</ref> La maggior parte della copertura sedimentaria affiorante in territorio italiano è post-[[paleozoica]]. Il Paleozoico Inferiore non metamorfico affiora solamente in Sardegna e in [[Carnia]], mentre il Paleozoico Superiore ([[Permiano|permo]]-[[carbonifero]]) è presente in lembi più o meno estesi nei domini sudalpino e appenninico.

===Vulcanismo e geotermia===
[[File:Pompei und Vesuv.JPG|thumb|200px|Il [[Vesuvio]] visto dagli [[scavi archeologici di Pompei]]]]
In Italia sono presenti numerosi [[vulcani]]: i più noti sono l'[[Etna]] (3.343 m), il vulcano più alto d'Europa, il [[Vesuvio]] e lo [[Isola di Stromboli|Stromboli]]. L'elevata attività vulcanica e magmatica neogenica - quaternaria appenninica, è suddivisibile in province:
*Magmatica toscana ([[Monti Cimini]], [[Tolfa]] e [[Amiata]]);
*Magmatica laziale ([[Apparato Vulsinio|Monti Vulsini]], [[Vico nel Lazio]], [[Colli Albani]], [[Roccamonfina (vulcano)|Roccamonfina]]);
*Distretto ultra-alkalino umbro laziale ([[San Venanzo]], Cupaello e [[Polino]]);
*Vulcanica campana ([[Vesuvio]], [[Campi Flegrei]], [[Ischia (isola)|Ischia]]);
*Arco eolico e bacino tirrenico ([[Isole Eolie]] e [[seamount]] tirrenici);
*Avampaese africano-adriatico ([[canale di Sicilia]], [[isola Ferdinandea]], [[Etna]] e [[Monte Vulture]]).<ref name=Scro>{{cita|Scrocca et al.||cidScro}}</ref>
L'Italia fu il primo ed unico paese, fino agli anni cinquanta, a sfruttare l'[[energia geotermica]] nella zona di [[Larderello]] e poi nell'area del Monte Amiata, per produrre energia elettrica. L'elevato gradiente geotermico che caratterizza parte della penisola rende altre province potenzialmente sfruttabili: ricerche svolte negli anni sessanta-settanta individuarono potenziali campi geotermici nel Lazio ed in Toscana, così pure in gran parte delle isole vulcaniche.<ref>{{cita web|http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/geotermia/inventario/inventario.asp|Inventario delle risorse geotermiche nazionali|14-9-2011}}</ref>

===Attività sismica===
[[File:L'Aquila eathquake prefettura.jpg|thumb|200px|[[L'Aquila]]: la [[Palazzo della Prefettura (L'Aquila)|sede della Prefettura]] dopo il [[terremoto dell'Aquila del 2009|terremoto del 2009]]]]
{{Vedi anche|Terremoti in Italia}}
Per la situazione geodinamica il suo territorio è frequentemente soggetto a [[terremoti]] dando all'Italia il primato in [[Europa]] per questi fenomeni:<ref>{{Cita|AA.VV. (Geografia; Ita-z)|pp. 782-783|Garz06}}.</ref> su 1300 sismi distruttivi avvenuti nel II millennio nel Mediterraneo centrale ben 500 hanno interessato l'Italia;<ref>{{Cita web|http://www.dst.unipi.it/penelope/didattica/GeologiaRegionale.htm|La Geologia regionale|29-8-2010}}</ref> analisi dei movimenti focali indicano che essi sono per lo più distribuiti lungo le aree interessate dalla tettonica alpina e appenninica, ove sono causati rispettivamente da movimenti lungo [[faglie]].<ref name=Scro /> Nel Tirreno meridionale, la distribuzione degli [[ipocentri]], fino ad una profondità di 500 chilometri indicherebbe la presenza di un [[piano di Benioff]] dato dalla [[subduzione]] della litosfera ionica.

==Popolazione==
===Demografia, emigrazione ed immigrazione===
{{Vedi anche|Italiani|Demografia d'Italia|Emigrazione italiana|Immigrazione in Italia}}
{{Galleria
|larghezza = 200
|titolo = Galleria di immagini
|align = right
|File:Italy-demography2006est.png|Crescita demografica dal 1960 al 2006 (numero degli abitanti in migliaia - rielaborazione dati [[FAO]])
|File:Italian resident population.png|Popolazione residente totale (blu) e con cittadinanza italiana (rosso) in Italia tra il 2001 e il 2010 (ISTAT)
|File:Figli per donna ITA.jpg|Tasso di fecondità dal 1946 al 2010.
}}
Con 60.742.397 abitanti<ref name=BilMens>{{cita web|http://www.demo.istat.it/bilmens2011gen/index.html|Bilancio demografico mensile|27-11-2011}}</ref> (al 31 luglio 2011), l'Italia è il quarto paese dell'Unione europea per popolazione (dopo Germania, Francia e Regno Unito); la sua [[densità demografica]] è di 201,57 abitanti per chilometro quadrato, più alta della media dell'Unione.<ref>{{cita|AA.VV. (Noi Italia)|p. 38|cidIstat}}.</ref>

La popolazione, concentrata principalmente nelle zone costiere e pianeggianti del paese,<ref>{{cita|Ortolani||Orto92}}</ref> è caratterizzata da un alto numero di anziani (l'[[indice di vecchiaia]] è pari a 144,5, il 20,3% della popolazione), da un basso [[tasso di natalità]], pari a 9,2 ogni mille abitanti e da una [[speranza di vita]] di 79,1 anni per gli uomini e di 84,3 per le donne.<ref name="IndDem">{{Cita web|http://www.governo.it/backoffice/allegati/61996-6512.pdf|Indicatori demografici per l'anno 2010|11-9-2011}}</ref>

Alla fine del XIX secolo l'Italia è un paese di [[emigrazione]] di massa,<ref>{{cita web|url=http://www.museonazionaleemigrazione.it/museo.php?id=5&percorso=2|titolo=Museo Nazionale Emigrazione Italiana|accesso=4-7-2010}}</ref> fenomeno che si manifesta prima nelle regioni settentrionali e poi in quelle meridionali. Le principali destinazioni sono le [[Americhe]] ([[Stati Uniti]], [[Argentina]], [[Brasile]]) e l'[[Europa Centrale|Europa centro]]-[[Europa settentrionale|settentrionale]] (in modo particolare la [[Germania]]). Nel XX secolo l'emigrazione diviene anche interna, attratta dallo sviluppo industriale di alcune aree settentrionali del Paese.<ref>{{Cita web|http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/e/e034.htm|Emigrazione europea|5-7-2010}}</ref> Il numero di [[Italiani residenti all'estero]] che conservano la [[cittadinanza italiana]] è stimato in circa 4.000.000.<ref>{{cita web|http://www.esteri.it/MAE/IT/Italiani_nel_Mondo/|Italiani nel Mondo|11-9-2011|opera=Ministero degli Esteri}}</ref>

Per quanto riguarda il fenomeno dell'immigrazione, invece, il numero di immigrati o residenti stranieri regolari in Italia è aumentato considerevolmente a partire dagli anni novanta e, secondo i dati [[ISTAT]], al 1º gennaio 2011 contava circa 4.563.000 unità, il 7,5% della popolazione; le comunità più numerose sono quella [[Rumeni|rumena]], circa 1.000.000 di unità, quella [[Albanesi|albanese]], 491.000, e quella [[Marocchini|marocchina]], 457.000.<ref name=IndDem/> A questi dati vanno aggiunti gli stranieri irregolari, circa 560.000 secondo un rapporto del 2010 sull'immigrazione.<ref>{{cita news|url=http://www.affaritaliani.it/sociale/lavoratori_stranieri_italia170610.html|titolo=Censis-Ismu: L'Italia è sempre più multietnica|accesso=19-9-2010|pubblicazione=Affari italiani|data=17-6-2010}}</ref>

===Religione===
{{Vedi anche|Religioni in Italia}}
In Italia vige il principio della [[laicità]] dello Stato e pertanto non vi è una [[religione ufficiale]]. La Costituzione demanda ai [[Patti Lateranensi]], rivisti nel 1984 col [[concordato bis]], i rapporti fra lo Stato e la [[Chiesa cattolica]] e a specifiche [[intese]] quelli con le altre [[confessioni religiose]].<ref>Costituzione della Repubblica italiana, artt. 7-8.</ref>

I cittadini italiani sono in maggioranza cristiani cattolici: nel 2001 il 97,7% di essi risultava [[battezzato]],<ref>{{Cita web|http://www.cesnur.org/2001/enc/aggsoc072001.htm|Le religioni in Italia|16-2-2010}}</ref> nel 2006 l'87,8% si dichiarava cattolico e il 36,6% praticante,<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/01_Gennaio/17/cattolici.shtml|accesso=2-8-2009|titolo=Italia, quasi l'88% si proclama cattolico|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref> percentuale scesa, per effetto di un crescente processo di [[secolarizzazione]], al 24,4% secondo il ''rapporto Eurispes 2010'',<ref>Rapporto Eurispes 2010, p. 132.</ref>
nel quale il 10,7% si dichiara [[agnostico]] e il 7,8% [[ateo]], per un totale del 18,5% della popolazione di non credenti.

La [[Chiesa cattolica in Italia]] è organizzata in 225 [[diocesi]] più un [[ordinariato militare in Italia|ordinariato militare]];<ref>{{en}}{{Cita web|http://www.gcatholic.com/dioceses/country/IT.htm|Elenco delle diocesi italiane|15-9-2011}} Nella fonte è compresa anche la [[prelatura personale]] dell'[[Opus Dei]], che estende la sua giurisdizione a tutto il mondo e, pur avendo sede in Italia, non fa parte della [[Conferenza Episcopale Italiana]].</ref> il [[Papa]], suo [[Primate (ecclesiastico)|Primate]], è anche il [[vescovo di Roma]], dato che il [[Vaticano]] ricade nel suo territorio comunale.

Fra le religioni minoritarie sono presenti diverse altre confessioni cristiane (in modo particolare [[Cristianesimo ortodosso in Italia|ortodossi]] e [[Protestantesimo in Italia|protestanti]], questi ultimi in massima parte [[pentecostali]]), [[Ebraismo in Italia|ebrei]], [[mormoni]] e [[testimoni di Geova]].

L'[[Immigrazione in Italia|immigrazione]] contribuisce ad alimentare alcune tra le minoranze religiose presenti nel paese,<ref>{{Cita web|http://www.cesnur.org/2008/enciclopedia_08_08.htm|Le religioni in Italia|6-6-2011}}</ref> le più numerose delle quali sono gli ortodossi, i [[Islam in Italia|musulmani]], i [[Buddhismo in Italia|buddhisti]] e gli [[Induismo in Italia|induisti]].<ref>{{Cita web|http://www.cesnur.org/religioni_italia/introduzione_01.htm|Le religioni in Italia|10-7-2011}}</ref>

===Lingue===
====Lingua italiana====
[[File:Alessandro Manzoni.jpg|thumb|left|160px|[[Manzoni]]]]
{{vedi anche|Lingua italiana|Varianti regionali della lingua italiana}}
L'[[Lingua italiana|italiano]] è la [[lingua ufficiale]] e più parlata; è inoltre una delle [[lingue ufficiali dell'Unione europea]]. Appartiene al gruppo delle [[lingue romanze]] orientali della famiglia delle [[lingue indoeuropee]] e, in particolare, è la trasformazione dell'antico [[dialetto fiorentino]] del Trecento, idioma diffusosi e affermatosi in tutta Italia grazie anche a grandi scrittori come [[Dante]], [[Boccaccio]] e [[Petrarca]] che ne hanno fatto uso nelle loro opere. Tuttavia, in Italia, esistono un gran numero di [[Lingue parlate in Italia|lingue]] e [[dialetti italiani|dialetti]] che si sono sviluppati autonomamente dall'italiano, evolvendosi dal [[lingua latina|latino]].<ref>{{Cita|AA.VV. (Geografia; Ita-z)|p. 803|Garz06}}.</ref>

====Altre lingue====
{{vedi anche|Lingue parlate in Italia|Bilinguismo amministrativo in Italia|Minoranze linguistiche (Italia)}}
[[File:Italy - Forms of Dialect.jpg|thumb|200px|Raggruppamenti delle lingue e dei dialetti d'Italia.<ref>{{Cita web|http://www.maldura.unipd.it/romanistica/viale/lezione_diatopia|Studio dell'Università di Padova|6-8-2009}}</ref>]]
A livello locale sono riconosciute come ''co-ufficiali'' le seguenti lingue:
*[[lingua francese|francese]]: in [[Val d'Aosta]]
*[[lingua slovena|sloveno]]: nelle province di [[Provincia di Trieste|Trieste]] e [[Provincia di Gorizia|Gorizia]]
*[[lingua tedesca|tedesco]]: in [[provincia di Bolzano]]
*[[lingua ladina|ladino]]: nei comuni ladinofoni del [[Trentino-Alto Adige]]

In queste regioni gli uffici pubblici e la [[segnaletica stradale]] sono [[bilingui]] o trilingui (come i comuni ladini dell'Alto Adige e [[walser]] dell'alta [[valle del Lys]]), i documenti ufficiali possono essere redatti in italiano o nell'altra lingua.

Le minoranze linguistiche ''storiche'' presenti all'interno dei confini della Repubblica italiana sono elencate dalla Legge 15 dicembre 1999, n. 482.<ref>{{cita web|http://www.camera.it/parlam/leggi/99482l.htm|Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche|19-11-2010}}</ref> Essa tutela "le popolazioni [[Arbëreshë|albanesi]], [[Alghero|catalane]], [[Minoranza linguistica tedesca#I tedeschi in Italia|germaniche]], [[Minoranza linguistica greca d'Italia|greche]], [[Comunità slovena in Italia|slovene]] e [[Dialetto croato molisano|croate]] e quelle parlanti il [[lingua francese|francese]], il [[Lingua francoprovenzale|franco-provenzale]], il [[lingua friulana|friulano]], il [[lingua ladina|ladino]], l'[[Lingua occitana|occitano]] e il [[lingua sarda|sardo]]". Vi sono inoltre diverse parlate regionali che, sebbene siano censite dall'UNESCO come lingue minoritarie e dalla comunità linguistica internazionale come lingue non riconducibili all'italiano, non godono di alcun riconoscimento o tutela da parte dello Stato Italiano.<ref>{{cita web|http://www.homolaicus.com/linguaggi/lingue_italiane.htm|Le lingue parlate nel territorio dello Stato italiano|29-6-2010}}</ref>

Il livello di tutela di alcune minoranze è stabilito sia dalla normativa italiana che dai trattati internazionali: è il caso della minoranza germanofona dell'[[Alto Adige]] e dei comuni bilingui della [[Provincia di Trento]], il cui ''status'' è regolato dall'[[Accordo De Gasperi-Gruber]], e di una parte della minoranza slovena della [[Venezia Giulia]], contemplata dal [[Memorandum di Londra]] col quale Italia e Jugoslavia assunsero l'amministrazione civile delle zone A e B del [[Territorio Libero di Trieste]].

La [[lingua dei segni italiana]] (LIS),<ref>{{cita|Volterra||cidVolt}}</ref> ossia la lingua visiva dei cittadini [[Sordità|sordi]], è riconosciuta dalla regione Valle d'Aosta dal 2006.

==Ordinamento dello Stato==
[[File:Firma della Costituzione.jpg|thumb|Firma della Costituzione]]
{{Vedi anche|Sistema politico della Repubblica Italiana}}
La [[Costituzione della Repubblica Italiana]] approvata dall'[[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|Assemblea costituente]] il 22 dicembre 1947, [[promulgata]] il successivo 27 dicembre da [[Enrico De Nicola]], capo provvisorio dello Stato, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948,<ref>{{cita|AA.VV. (Compendio di diritto)|p. 355|cidDiri}}.</ref> è la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano.

Il sistema politico italiano è quello tipico di una [[repubblica parlamentare]], in cui il [[parlamento italiano|parlamento]] è l'unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare.

Le maggiori istituzioni sono:
[[File:Presidente Napolitano.jpg|thumb|left|170px|[[Giorgio Napolitano]], presidente della Repubblica dal 2006]]
*il [[Presidente della Repubblica Italiana]]: è il [[Capo dello Stato]] e rappresenta l'[[unità nazionale]];<ref>{{cita|AA.VV. (Compendio di diritto)|p. 421|cidDiri}}.</ref> viene eletto dal Parlamento; nomina il governo e scioglie le camere.
*il [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento]] [[bicameralismo|bicamerale]] ([[Camera dei deputati]] e [[Senato della Repubblica]]): esercita il [[potere legislativo]]<ref>{{cita|AA.VV. (Compendio di diritto)|p. 394|cidDiri}}.</ref> e vota la fiducia al Governo;
*il [[Governo italiano|Governo]]: costituito dal [[presidente del Consiglio]], i [[Ministro (ordinamento italiano)|ministri]] e il [[Consiglio dei ministri (ordinamento italiano)|consiglio dei ministri]], esercita il [[potere esecutivo]];<ref>{{cita|AA.VV. (Compendio di diritto)|p. 409|cidDiri}}.</ref>
*il [[Governo italiano|Governo]]: costituito dal [[presidente del Consiglio]], i [[Ministro (ordinamento italiano)|ministri]] e il [[Consiglio dei ministri (ordinamento italiano)|consiglio dei ministri]], esercita il [[potere esecutivo]];<ref>{{cita|AA.VV. (Compendio di diritto)|p. 409|cidDiri}}.</ref>
*la [[Magistratura italiana|Magistratura]]: indipendente, esercita il [[potere giudiziario]] (sia quello inquirente che quello giudicante);<ref name="Compendio">{{cita|AA.VV. (Compendio di diritto)|p. 429|cidDiri}}.</ref>
*la [[Magistratura italiana|Magistratura]]: indipendente, esercita il [[potere giudiziario]] (sia quello inquirente che quello giudicante);<ref name="Compendio">{{cita|AA.VV. (Compendio di diritto)|p. 429|cidDiri}}.</ref>

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Italia
Italia - Localizzazione
Italia - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica Italiana
Nome ufficialeRepubblica Italiana
Lingue ufficialiitaliano (bilinguismo a livello regionale o locale)
Altre linguevarie, vedi lista
CapitaleRoma  (2.774.625 ab. / 31-7-2011)
Politica
Forma di governoRepubblica parlamentare
Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano
Presidente del ConsiglioMario Monti
ProclamazioneRegno d'Italia: 17 marzo 1861[1]

Nascita della Repubblica Italiana: 18 giugno 1946

Ingresso nell'ONU14 dicembre 1955
Ingresso nell'UE25 marzo 1957
(membro fondatore)
Superficie
Totale301.340 km² (72º)
% delle acque2,4%
Popolazione
Totale60.742.397 ab. (31 Luglio 2011) (23º)
Densità201,57 ab./km² (39º)
Nome degli abitantiitaliani
Geografia
ContinenteEuropa
Fuso orarioUTC+1 (CET)
UTC+2 (CEST) in ora legale
Economia
ValutaEuro[2]
PIL (nominale)1,921,576 milioni di $ (2008) (10º)
PIL pro capite (nominale)29,392 $ (2010) (29º)
ISU (2010)0,854 (23º)
Varie
Codici ISO 3166IT, ITA, 380
TLD.it, .eu
Prefisso tel.+39[3]
Sigla autom.I
Lato di guidaDestra (↓↑)
Inno nazionaleIl Canto degli Italiani
Festa nazionale2 giugno
Italia - Mappa
Italia - Mappa
  1. ^ Data di proclamazione del Regno d'Italia
  2. ^ Eccetto il comune di Campione d'Italia che adotta anche il franco svizzero.
  3. ^ Eccetto il comune di Campione d'Italia raggiungibile tramite il prefisso +41.
Evoluzione storica
Stato precedenteBandiera dell'Italia Italia
 
Coordinate: 42°30′N 12°30′E / 42.5°N 12.5°E42.5; 12.5

«Il Bel Paese ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe»

L'Italia (ascolta), ufficialmente Repubblica Italiana,[1] è una repubblica parlamentare situata nell'Europa Meridionale, con una popolazione di 60,7 milioni di abitanti e capitale Roma. Delimitata dall'arco alpino confina a nord, da ovest ad est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; il resto del territorio, circondato dai mari Ligure, Tirreno, Ionio ed Adriatico, si protende nel mar Mediterraneo, occupando la penisola italiana e numerose isole (le maggiori sono Sicilia e Sardegna), per un totale di 301.340 km².[2]

Roma, capitale dell'impero romano, è stata per secoli il centro politico e culturale della civiltà occidentale. Dopo il declino dell'impero romano, durante il Medioevo l'Italia fu soggetta ad invasioni e dominazioni di popolazioni straniere, come gli Ostrogoti, i Longobardi ed i Normanni. Nel XV secolo, con la diffusione del Rinascimento, tornò ad essere il centro culturale del mondo occidentale. Dal XVII secolo, divisa in vari stati, fu dominata da spagnoli, francesi e austriaci. Durante il Risorgimento combatté per l'indipendenza e per l'unità finché nel 1861 fu proclamato il Regno d'Italia che cessò di esistere nel 1946, dopo il ventennio fascista e la sconfitta nella seconda guerra mondiale quando, a seguito di un referendum istituzionale, lo Stato italiano divenne una repubblica.

L'Italia, settima potenza economica mondiale, è un paese con un alto standard di vita: nel 2010 l'indice di sviluppo umano è molto alto, 0,854, e la speranza di vita è di 81,4 anni.[3] È membro fondatore dell'Unione europea, della NATO, del Consiglio d'Europa e dell'OCSE, aderisce all'ONU e al trattato di Schengen. È inoltre membro del G7, G8 e G20, partecipa al progetto di condivisione nucleare della NATO, è una delle potenze regionali europee e si colloca in nona posizione nel mondo per le spese militari. L'Italia vanta il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO[4] ed è il quinto paese più visitato del mondo.

Etimologia del nome Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Etimologia del nome Italia.

Il nome proprio "Italia" nasce come toponimo. La sua origine, oggetto di studi sia da parte di linguisti che di storici, è controversa. Non sempre, tuttavia, sono suggerite etimologie in senso stretto, bensì ipotesi che poggiano su considerazioni estranee alla specifica ricostruzione linguistica del nome oppure che sono riferite a tradizioni non dimostrate (come l'esistenza del re Italo) o poco verosimili (come la correlazione del nome con la vite).

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia d'Italia.

Preistoria

Lo stesso argomento in dettaglio: Italia preistorica e protostorica.

Il popolamento del territorio italiano risale alla preistoria, epoca di cui sono state ritrovate importanti testimonianze archeologiche. L'Italia è stata abitata a partire dal paleolitico, periodo di cui conserva numerosi siti archeologici come la grotta dell'Addaura, i Balzi rossi, Monte Poggiolo, il ponte di Veja, la Grotta Guattari, Gravina in Puglia, Altamura e Ceprano.[5]

Numerosi ritrovamenti documentano anche il periodo neolitico (cultura della ceramica cardiale e cultura dei vasi a bocca quadrata), l'età del bronzo (incisioni rupestri della Val Camonica, cultura dei castellieri, cultura appenninica, cultura protovillanoviana, cultura delle terramare) e l'età del ferro, durante la quale alcune popolazioni raggiungono un discreto livello culturale e artistico, come la civiltà villanoviana o la civiltà nuragica.

Prime popolazioni

Lo stesso argomento in dettaglio: Popoli dell'Italia antica.

Le informazioni sugli abitanti dell'Italia in epoca preromana sono, in taluni casi, incomplete e soggette a verifica continua. Popoli indoeuropei, trasferitisi in Italia dall'Europa Orientale e Centrale in varie ondate migratorie (veneti, umbro-sanniti, latini, ecc.), si sovrappongono ad etnie pre-indoeuropee già presenti nel territorio, assorbendole, o stabilendo una forma di convivenza pacifica con esse.

Espansione della civiltà etrusca nel corso dei secoli

Nell'Italia settentrionale, accanto ai Celti (comunemente chiamati Galli), vi sono i Liguri (originariamente non indoeuropei poi fusisi con i Celti), mentre nell'Italia nord-orientale vivono i Paleoveneti, di probabile origine illirica o, secondo alcune fonti, provenienti dall'Asia Minore.[6][7]

Nell'Italia più propriamente peninsulare, accanto agli Etruschi convivono popoli di origine indoeuropea definiti italici, fra cui Umbri, Latini, Sabini, Falisci, Volsci, Equi, Piceni, Sanniti, Apuli, Messapi, Lucani, Bruzi e Siculi. Altri popoli non indoeuropei, autoctoni, erano presenti in Sicilia (Elimi e Sicani) ed in Sardegna, abitata fin dal II millennio a.C. dai Nuragici, forse identificabili con il controverso popolo degli Shardana.[8]

Colonizzazione fenicia e greca

Lo stesso argomento in dettaglio: Colonie nell'antichità.
Il tempio della Concordia ad Agrigento

I primi colonizzatori stranieri sono i Fenici che fondano inizialmente vari empori sulle coste della Sicilia e della Sardegna. Alcuni di questi diventano in breve piccoli centri urbani e si sviluppano parallelamente alle colonie greche; tra i principali centri vi sono le città di Mozia, Palermo e Solunto in Sicilia e Nora, Sulki e Tharros in Sardegna.[9]

Tra l'VIII ed il VII secolo a.C., coloni provenienti dalla Grecia si stabiliscono sulle coste del sud Italia e della Sicilia. Le prime componenti sono ioniche e peloponnesiache: i Focesi fondano Elea, gli Eubei e i Rodensi fondano Cuma, Reggio Calabria, Napoli, Naxos e Messina, i Corinzi Siracusa (i siracusani quindi fonderanno Adria ed Ankon, l'antica Ancona), i Megaresi Leontinoi, gli Spartani Taranto, mentre i coloni provenienti dall'Acaia fondano Sibari (alcuni esuli sibariti fonderanno Paestum) e Crotone. Altre colonie importanti sono Metaponto, fondata anch'essa da coloni Achei, Heraclea e Locri Epizefiri.

La colonizzazione greca pone a contatto i popoli italici con forme di governo democratiche caratterizzate da forti responsabilizzazioni del cittadino, e con espressioni artistiche e culturali elevate.[10]

L'età romana

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia romana.
Massima espansione dell'Impero romano

La regione geografica italiana viene unita politicamente per la prima volta con la Repubblica romana (509-27 a.C.), ma il carattere imperiale delle conquiste effettuate nei secoli seguenti da Roma snatura il carattere nazionale che questa regione stava acquisendo sul finire del I secolo a.C.[11]

Giunta all'apice dello sviluppo politico, economico e sociale, Roma imperiale, con la sua organizzazione socio-politica, lascia un segno indelebile nella storia dell'umanità. In tutti i territori dell'impero, i romani costruiscono città, strade, ponti, acquedotti e fortificazioni, esportando ovunque il loro modello di civiltà e al contempo integrando le popolazioni e civiltà assoggettate, in un processo così profondo che per secoli, ancora dopo la fine dell'impero, queste genti continueranno a definirsi romane. La civiltà nata sulle rive del Tevere, cresciuta in epoca repubblicana ed infine sviluppatasi in età imperiale, è alla base dell'attuale civiltà occidentale.

L'Impero romano d'Occidente cade nel 476 quando Odoacre, ultimo di una schiera di condottieri germanici che nel periodo di decadenza dell'Impero romano d'Occidente avevano condotto le proprie orde in territorio italico, depone l'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augusto.[12]

Il Medioevo

Lo stesso argomento in dettaglio: Italia medievale.
La Corona Ferrea del Regno d'Italia durante il Medioevo

Odoacre governa l'Italia fino al 493, quando viene deposto e ucciso, dopo una guerra di cinque anni, dagli Ostrogoti di Teodorico. Inizia allora il regno ostrogoto, un dominio che rappresenta un periodo di pace e stabilità e che s'interrompe nel 535 quando il territorio italiano diventa teatro della guerra gotica, che vede l'imperatore d'Oriente Giustiniano I contrapporsi al regno ostrogoto. Nel 553, dopo quasi un ventennio, l'impero bizantino riesce a sconfiggere gli Ostrogoti e ad annettere l'Italia. Il conflitto devasta l'intero territorio, portando ad una grave crisi demografica, economica, politica e sociale.[13] Centro del potere bizantino in Italia diviene Ravenna. Gli anni della dominazione bizantina vedono l'aggravarsi delle condizioni di vita dei contadini a causa della forte pressione fiscale e di una terribile pestilenza che spopola ulteriormente il territorio tra il 559 e il 562. L'Italia, indebolita e impoverita, non ha la forza di opporsi a una nuova invasione germanica, quella dei Longobardi capeggiati da Alboino.

L'Italia nell'anno 1000

Tra il 568 e il 569 la penisola perde l'unità politica: i Longobardi, entrando dal Friuli, conquistano gran parte dell'Italia centro-settentrionale, chiamata Langobardia Maior, e poi dell'Italia meridionale, la Langobardia Minor.[14] La Langobardia Maior, con capitale Pavia, cade dopo circa due secoli, a seguito della sconfitta subita ad opera di Carlo Magno nel 774,[14] quella Minor sopravvive fino all'XI secolo, quando viene conquistata dai Normanni. I successivi tentativi di costituire un Regno d'Italia autonomo dal Sacro Romano Impero, ad opera in particolare di Berengario del Friuli e di Arduino d'Ivrea,[15] non hanno successo.

In senso orario, partendo dall'alto a sinistra, i simboli delle repubbliche di Venezia, Genova, Pisa ed Amalfi

I primi secoli dopo il Mille vedono l'affermarsi delle repubbliche marinare (le più note sono Amalfi, Genova, Pisa e Venezia), e poi dei liberi comuni medievali, spesso in conflitto tra loro ma accomunati dal ricordo dell'antica grandezza romana, perpetuata idealmente da quella cristiana, nonché da un forte desiderio di autonomia, che li porterà a schierarsi, nella contesa tra Papato e Impero, in due opposte fazioni, rispettivamente Guelfi e Ghibellini.[16]

La vittoria nella battaglia di Legnano ad opera della Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa (1176), e la rivolta dei Vespri siciliani contro il tentativo del fratello del re di Francia Carlo I d'Angiò di assoggettare la Sicilia (1282), saranno assunte dalla retorica romantica ottocentesca come i simboli del primo ridestarsi di una coscienza di patria.[17] Questi sono i segnali di un cambiamento che, consolidandosi e accompagnato dal risveglio religioso che si ha nel Duecento con Gioacchino da Fiore e Francesco d'Assisi, portano al Rinascimento.[18]

Con l'uscita di scena degli imperatori di Germania, il fervore della civiltà comunale raggiunge infine il suo apogeo economico, spirituale, artistico, alimentato dagli ideali di numerosi poeti, tra cui Dante Alighieri, e dall'esigenza, fatta propria da Cola di Rienzo, della rinascita dell'unità d'Italia.[19]

L'età moderna

Lo stesso argomento in dettaglio: Italia rinascimentale.
Cosimo de' Medici, Pater Patriae. (Galleria degli Uffizi)

Diversi fattori impediscono tuttavia la nascita di uno Stato unitario come sta avvenendo nel resto d'Europa: oltre alla suddivisione in tanti piccoli Comuni, che lentamente si tramutano in Signorie, c'è anche il timore del Papato di veder sorgere una potenza statale in grado di compromettere la sua autonomia. Per questo ed altri motivi i capi politici italiani devono supplire con l'intelligenza strategica alla superiorità di forze degli stati nazionali europei. Un esempio è Cosimo de' Medici, detto perciò "Padre della Patria", e considerato uno dei principali artefici del Rinascimento fiorentino: la sua politica estera, mirata al mantenimento di un costante e sottile equilibrio fra i vari stati italiani, sarà lungimirante nell'individuare nella concordia italiana l'elemento chiave per impedire agli stati stranieri di intervenire in Italia approfittando delle sue divisioni.[20]

L'importanza della strategia di Cosimo, proseguita dal suo successore Lorenzo il Magnifico nella sua continua ricerca di un accordo tra gli stati italiani in grado di sopperire alla loro mancanza di unità politica, non viene compresa dagli altri prìncipi italiani, e si conclude con la morte di Lorenzo nel 1492. Da allora l'Italia diventa il teatro di numerose invasioni straniere: dapprima da parte francese ad opera di Carlo VIII, poi delle truppe spagnole di Carlo V. L'inizio della dominazione straniera si deve quindi al ritardo del processo politico di unificazione, e anzi fa registrare anche episodi di patriottismo, come il gesto di Ettore Fieramosca nella disfida di Barletta.[21]

Nella seconda metà del Cinquecento comincia il tramonto della vitalità rinascimentale, indebolita anche dalle nuove tensioni religiose dovute all'avvento della riforma protestante in Europa, che avevano portato ad episodi luttuosi come il sacco di Roma del 1527 ad opera dei Lanzichenecchi. Soltanto la repubblica di Venezia manterrà una certa prosperità e autonomia politica. Il Seicento è invece un secolo di crisi per tutto il paese: la Chiesa, che ha subìto la perdita dell'unità cristiana dei fedeli, cerca con la controriforma di rafforzare la sua presenza nei paesi rimasti cattolici, sia con iniziative educative e assistenziali, sia isolandoli dall'influsso degli stati protestanti. L'Italia viene così salvaguardata dai conflitti religiosi che si accendono in Europa, ma è soggetta ugualmente a carestie, spesso seguite da epidemie.[22] Scoppiano perciò numerose rivolte contro la dominazione spagnola, di cui la più nota avviene a Napoli nel 1647 ad opera di Masaniello, ma non portano a nessun cambiamento.

Nel Settecento finisce il periodo di pace e di torpore: a seguito dei trattati di Utrecht e Rastatt, gli Asburgo d'Austria si impossessano di vari domini italiani subentrando agli spagnoli.[20] Dalla seconda metà del secolo, la diffusione dell'illuminismo fa sì che anche l'Italia venga investita da importanti riforme.

L'Unificazione

Lo stesso argomento in dettaglio: Risorgimento.
Giuseppe Garibaldi

L'arrivo in Italia delle truppe napoleoniche risveglia il sentimento nazionale,[23] richiamato nel proclama di Rimini,[24] con cui Gioacchino Murat, durante la guerra austro-napoletana, si rivolge agli italiani affinché si uniscano per salvare il regno di Napoli. È l'inizio del Risorgimento, il periodo della storia d'Italia che porta all'unità politica e all'indipendenza della nazione e che occupa un arco temporale di vari decenni, concludendosi solo nel 1861 con la nascita del Regno d'Italia, sotto la dinastia di Casa Savoia.

Esso vede i primi patrioti aderire inizialmente alla società segreta della Carboneria, cui seguono i moti del 1820-1821, duramente repressi dagli austriaci. All'affermazione della Carboneria segue quella della Giovine Italia e altri tentativi insurrezionali, tra cui quello dei fratelli Bandiera (1844).

I moti del 1848 portano alla prima guerra d'indipendenza contro gli austriaci, che vede coinvolte le popolazioni cittadine, in particolare durante le cinque giornate di Milano, le dieci giornate di Brescia, la Repubblica Romana e la spedizione nel 1857 di Carlo Pisacane nel Regno delle Due Sicilie.[25] Né la guerra, né gli altri tentativi sono però coronati da successo.

Nel 1859, con la seconda guerra d'indipendenza prima e con la spedizione dei Mille poi, s'innesca il definitivo processo di unificazione, che porta in breve alla conquista e all'annessione di varie regioni e del Regno delle Due Sicilie: pochi mesi dopo, nel 1861, a Torino viene proclamato il Regno d'Italia, che non comprende ancora il Veneto, il Lazio, il Trentino-Alto Adige e la Venezia Giulia.

Tra i maggiori artefici del processo spiccano Mazzini, fondatore della Giovine Italia e figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed europeo, Garibaldi, repubblicano e di simpatie socialiste, Cavour, statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni, anche finanziari, all'espansione del regno di Sardegna e Vittorio Emanuele II, abile a concretizzare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d'Italia.[26]

Il Regno d'Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Regno d'Italia (1861-1946).
Stemma del Regno d'Italia

Al Regno d'Italia vengono quindi annessi il Veneto, al termine della terza guerra d'indipendenza e, dopo la presa di Roma, che nel 1871 diviene capitale d'Italia, il Lazio. Già nei primi anni dopo la riunificazione d'Italia le forti disparità socioeconomiche fra il settentrione e il meridione del paese determinano l'insorgere della questione meridionale legata al brigantaggio.[27]

A Vittorio Emanuele II succedono Umberto I (1878-1900), ucciso a Monza dall'anarchico Gaetano Bresci, e Vittorio Emanuele III (1900-1946); gli anni a cavallo del secolo vedono l'Italia impegnata in una serie di guerre di espansione coloniale in Somalia, Eritrea e Libia mentre il periodo prebellico, dominato dalla figura di Giovanni Giolitti, è caratterizzato dalla modernizzazione economica, industriale e politico-culturale della società italiana.

Durante la grande guerra l'Italia, inizialmente neutrale, a seguito della stipula di un trattato segreto che gli accorda cospicui compensi territoriali, si allea alla triplice intesa contro gli Imperi centrali. Dopo due anni di guerra di trincea, il 24 ottobre 1917 l'esercito italiano, subita la disfatta di Caporetto, si riorganizza e contrattacca sulla linea del Piave pervenendo, sotto il comando di Armando Diaz e con l'apporto di giovani leve, alla vittoria finale nella battaglia di Vittorio Veneto (4 novembre).

Vinta la guerra, l'Italia completa la riunificazione nazionale acquisendo il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, l'Istria ed alcuni territori del Friuli ancora irredenti, ma non ottenendo la cessione di tutti i territori promessi col patto di Londra, vede diffondersi l'insoddisfazione per la cosiddetta vittoria mutilata.

Il fascismo

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Italia fascista.

Nel contesto dei moti popolari del Biennio rosso nasce lo squadrismo con lo scopo di reprimere i moti operai e contadini attraverso l'intimidazione e l'attacco alle sedi delle organizzazioni socialiste. Nel 1919 Benito Mussolini fonda a Milano il primo fascio di combattimento, confluito poi nel Partito Nazionale Fascista, e il 30 ottobre 1922, dopo la marcia su Roma, sale al potere.

Nelle elezioni politiche italiane del 1924 Mussolini ottiene il 64,9% dei voti[28] e, come stabilito dalla legge Acerbo, i due terzi dei seggi, assegnati alla lista di maggioranza relativa che abbia raccolto almeno il 25% dei voti.[29] La denuncia, da parte di Giacomo Matteotti, dell'irregolarità delle elezioni, è seguita qualche giorno dopo dal suo rapimento ed uccisione.[28] Nel 1925, dopo un discorso in Parlamento, Mussolini si dichiara dittatore.

Nel biennio 1925-1926 vengono adottate le cosiddette leggi fascistissime, che iniziano la trasformazione del Regno d'Italia in uno stato autoritario, mediante l'istituzione del Tribunale Speciale Fascista, del confino di polizia per gli antifascisti e della polizia segreta, l'OVRA. Nel 1929 vengono firmati i Patti Lateranensi, ponendo fine alla questione romana e, a partire dal 1938, vengono emanate le leggi razziali, principalmente, ma non solo, nei confronti degli ebrei, seguendo il modello del "Manifesto della razza".

Mussolini con Hitler

A partire dal 1935 Mussolini accentua la sua politica estera aggressiva caratterizzata dalla conquista dell'Etiopia, dalla proclamazione dell'Impero, dall'intervento nella guerra civile spagnola, dall'occupazione dell'Albania e dal progressivo avvicinamento alla Germania nazista di Adolf Hitler, fino alla firma del patto d'Acciaio nel maggio 1939. Dopo un iniziale periodo di non belligeranza, il 10 giugno 1940 l'Italia entra in guerra a fianco del Terzo Reich contro Francia e Regno Unito. Nel 1941 viene dichiarata guerra anche all'Unione Sovietica e, con l'Impero giapponese, agli Stati Uniti.

Le sconfitte militari su tutti i teatri bellici e soprattutto le disfatte ad El Alamein in Nord Africa e sul fiume Don sul Fronte russo, indeboliscono Mussolini che, il 24 luglio 1943, in una riunione del Gran Consiglio del Fascismo, viene sfiduciato. Il giorno seguente viene fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele e sostituito a capo del governo con Pietro Badoglio; poche settimane dopo viene firmato l'armistizio di Cassibile, resa incondizionata agli alleati, mentre la Germania scatena l'operazione Achse e occupa militarmente le regioni centro-settentrionali della penisola, Roma compresa. La campagna d'Italia, condotta dagli Alleati con l'apporto della Resistenza italiana, si conclude nell'aprile del 1945 con la liberazione dei territori occupati, la capitolazione delle forze tedesche in Italia e la disgregazione della Repubblica Sociale Italiana, la struttura di governo collaborazionista organizzata da Mussolini dopo l'8 settembre. Il Duce, catturato mentre tenta di fuggire, viene ucciso dai partigiani il 28 aprile 1945.

A guerra finita l'Italia è in condizioni critiche: i combattimenti ed i bombardamenti aerei hanno raso al suolo molti centri abitati, e le principali vie di comunicazione sono interrotte.[30] Il numero di italiani morti è stimato tra 415.000 (330.000 militari e 85.000 civili)[31] e 443.000 unità.

Sul piano geopolitico l'Italia perde tutte le colonie africane, cede il Dodecaneso alla Grecia e l'Istria alla Iugoslavia, mentre l'Albania entra nell'area d'influenza dell'URSS.

L'Italia repubblicana

Lo stesso argomento in dettaglio: Italia repubblicana.
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Alcide De Gasperi

Il 2 giugno 1946 un referendum sancisce la fine della monarchia e la nascita della Repubblica Italiana. Il 1º luglio Enrico De Nicola viene nominato primo presidente della Repubblica Italiana, Alcide De Gasperi è il primo presidente del consiglio e il 1º gennaio 1948 entra in vigore la nuova Costituzione repubblicana.[32] Sono gli anni del boom economico, favoriti da un'elevata disponibilità di manodopera, dovuta a un forte flusso migratorio dalle campagne alle città e dal sud verso il nord. La crescita media del PIL del 6,3% tra il 1958 ed il 1963[33] consente la riduzione del divario storico con paesi quali Regno Unito, Germania e Francia.

Negli anni settanta e ottanta attività di gruppi terroristici, sia di estrema destra che di estrema sinistra, portano prima alla strategia della tensione,[34] segnata da numerosi attentati come la strage di Piazza Fontana, la strage di Piazza della Loggia e la strage di Bologna, e poi agli anni di piombo, connotati da attentati ad esponenti politici (come Aldo Moro e Vittorio Bachelet), forze dell'ordine, giornalisti (come Walter Tobagi), magistrati (come Vittorio Occorsio e Emilio Alessandrini) e sindacalisti (come Guido Rossa).[35] Negli anni novanta i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, vittime essi stessi per la causa, aiutati da valenti uomini della polizia, riescono a fare arrestare i maggiori membri di Cosa nostra.

Nel 1992 le indagini di mani pulite sul fenomeno dilagante delle tangenti coinvolgono esponenti politici, principalmente del pentapartito guidato da Bettino Craxi. Subito dopo lo scandalo, nascono nuovi partiti, come Forza Italia, guidata da Silvio Berlusconi. In questa fase, definita seconda Repubblica, si consolida il principio del bipolarismo, attraverso le figure di Silvio Berlusconi e di Romano Prodi che danno vita a un'alternanza di governo fino al 2011, quando alla guida del paese s'insedia un governo tecnico guidato da Mario Monti.

Geografia

Geografia fisica

Mappa topografica dell'Italia.

La regione geografica italiana, suddivisa in Italia continentale, peninsulare ed insulare, è unita al continente europeo dalla catena delle Alpi. Grazie alla sua posizione, costituisce idealmente un ponte di passaggio verso l'Asia e l'Africa.[36]

L'Italia separa, inoltre, il bacino occidentale del Mar Mediterraneo da quello centrale, ossia il Tirreno dallo Ionio. A nord del Salento si spinge l'insenatura lunga e stretta del mare Adriatico. Le isole di Sardegna e di Corsica dividono poi il Mar Tirreno dal Mar di Sardegna; le coste italiane si sviluppano su 7.456 km e presentano svariate forme (falesie, sabbiose, pietrose, etc.).[37]

Le zone altimetriche d'Italia.

Il suolo italiano, fortemente antropizzato, ha varie caratteristiche (vulcanico, endolagunare, calcareo, etc.);[38] le zone collinari sono prevalenti rispetto alle zone montuose e a quelle pianeggianti, l'altitudine media del territorio è di circa 337 metri sul livello del mare.

Le catene montuose si estendono per buona parte della nazione. Appartiene all'Italia tutto il versante meridionale del sistema alpino, per una lunghezza di circa 1.000 km. Le vette più elevate si trovano nelle Alpi Occidentali, dove sono numerose le cime che superano i 4.000 m tra cui il Cervino (4.478 m), il Monte Rosa (4.634 m) e il Monte Bianco (4.810 m), la montagna più alta d'Europa. La catena degli Appennini percorre tutta la penisola, dalla Liguria alla Sicilia, concludendosi nelle Madonìe; il Gran Sasso (2.912 m), situato in Abruzzo, è la sua vetta più alta.

File:MountBlanc04.jpg
Il Monte Bianco

Solo un quarto della superficie della regione italiana è occupato da pianure. La pianura padana, una distesa alluvionale formata dal fiume Po e dai suoi affluenti,[39] è la più estesa di tutte. Seguono, per dimensioni, il Tavoliere delle Puglie, una pianura di sollevamento, e il Campidano, un'altra pianura alluvionale.[40] Il punto meno elevato d'Italia è situato nella frazione di Contane, in provincia di Ferrara (-3,44 m).

Le isole maggiori sono la Sicilia e la Sardegna; molte sono le isole minori, in gran parte raccolte in arcipelaghi,[41] come l'arcipelago Toscano, cui appartiene l'isola d'Elba, l'arcipelago della Maddalena, l'arcipelago Campano, comprendente Ischia e Capri, le isole Ponziane, le Pelagie, le Eolie, le Egadi e le Tremiti.

Idrografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Fiumi italiani, Laghi italiani ed Elenco di cascate italiane.
Il lago di Garda a Riva del Garda

L'Italia, per la presenza di diversi rilievi montuosi, con nevai e ghiacciai, di laghi e di acque sorgive, è ricca di corsi d'acqua. In genere, data la disposizione e l'altitudine dei rilievi, i fiumi più lunghi e di maggiore portata appartengono alla regione alpina mentre i fiumi appenninici, ad eccezione di Tevere ed Arno, hanno generalmente corso breve e regime torrentizio.

Il fiume più importante è il Po, lungo 652 km, portata media circa 1460 m³/s e bacino di circa 70.000 km,[42] (anche se il fiume più lungo che nasce nel paese è la Drava); il Po attraversa la Pianura padana sfociando nel mare Adriatico e il cui delta è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

I laghi italiani più estesi, nell'ordine il lago di Garda, il lago Maggiore e il lago di Como, che è anche il più profondo (410 m),[43] sono situati nella fascia prealpina. Altri laghi importanti si trovano nella zona peninsulare, il lago di Bolsena, il lago di Bracciano e il lago di Albano d'origine vulcanica, il lago Trasimeno, il più esteso dell'Italia peninsulare e i laghi costieri, come il lago di Lesina e il lago di Varano.

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Clima italiano.
Carta dei climi d'Italia

La regione italiana (compresa tra il 47º ed il 35º parallelo nord) si trova quasi al centro della zona temperata dell'emisfero boreale.

Il clima è fortemente influenzato dai mari che la circondano quasi da ogni lato e che costituiscono un benefico serbatoio di calore e di umidità. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata, un clima particolare detto "temperato mediterraneo".[44]

Secondo la classificazione di Köppen,[45] l'Italia è suddivisa in tre tipi di clima (temperato, temperato freddo e freddo), a loro volta suddivisi in microclimi: si passa dal "clima temperato subtropicale" (presente nelle aree costiere della Sicilia, della Sardegna meridionale e della Calabria centrale e meridionale) al "clima glaciale" (tipico delle vette più elevate delle Alpi ricoperte da nevi perenni, a quote generalmente superiori ai 3.500 metri s.l.m.).

Geografia politica

Lo stesso argomento in dettaglio: Regioni d'Italia, Province d'Italia e Comuni d'Italia.

L'Italia è uno stato membro dell'Unione Europea situato nell'Europa meridionale con capitale Roma. Delimitata a nord dall'arco alpino, l'Italia confina ad ovest con la Francia, a nord con la Svizzera e l'Austria e ad est con la Slovenia. I microstati San Marino e Città del Vaticano sono enclave, mentre il comune di Campione d'Italia costituisce una exclave situata nella regione italofona del Canton Ticino in Svizzera.

Gli enti territoriali che, in base all'articolo 114 della Costituzione costituiscono, assieme allo Stato, la Repubblica italiana sono:


Nell'elenco che segue, per ciascuna regione è riportato lo stemma ufficiale e il nome del capoluogo.

Regione Capoluogo
Bandiera della Valle d'Aosta Valle d'Aosta[RSS 1] Aosta
Bandiera del Piemonte Piemonte Torino
Bandiera della Liguria Liguria Genova
Bandiera della Lombardia Lombardia Milano
Bandiera del Trentino-Alto Adige Trentino-Alto Adige[RSS 1] Trento
Bandiera del Veneto Veneto Venezia
Bandiera del Friuli-Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia[RSS 1] Trieste
Bandiera dell'Emilia-Romagna Emilia-Romagna Bologna
Bandiera della Toscana Toscana Firenze
Bandiera dell'Umbria Umbria Perugia
Bandiera delle Marche Marche Ancona
Bandiera del Lazio Lazio Roma
Bandiera dell'Abruzzo Abruzzo L'Aquila
Bandiera del Molise Molise Campobasso
Bandiera della Campania Campania Napoli
Bandiera della Puglia Puglia Bari
Bandiera della Basilicata Basilicata Potenza
Bandiera della Calabria Calabria Catanzaro
Bandiera della Sicilia Sicilia[RSS 1] Palermo
Bandiera della Sardegna Sardegna[RSS 1] Cagliari
  1. ^ a b c d e Regione a statuto speciale
           


Di seguito le prime dieci città italiane per abitanti del territorio comunale in base ai dati ISTAT[47] al 31 luglio 2011.

Pos. Comune Prov. Regione Abitanti
1 Roma Roma   Roma   Lazio

2.774.625

2 Milano Milano   Milano   Lombardia 1.336.879
3 Napoli Napoli   Napoli   Campania 957.465
4 Torino Torino   Torino   Piemonte 908.016
5 Palermo Palermo   Palermo Bandiera della Sicilia Sicilia 655.409
6 Genova Genova   Genova   Liguria 608.458
7 Bologna Bologna   Bologna   Emilia-Romagna 382.825
8 Firenze Firenze   Firenze   Toscana 373.750
9 Bari Bari   Bari   Puglia 319.860
10 Catania Catania   Catania Bandiera della Sicilia Sicilia 292.269

Geologia

File:Geol.Italie.jpg
Carta geologica generale del territorio italiano. Sono visibili i principali elementi e domini strutturali. A nord, la catena alpina, suddivisa in senso est-ovest dalla Linea Insubrica nel dominio alpino propriamente detto e nel Dominio Sudalpino; la catena appenninica, suddivisa in due parti all'altezza della linea tettonica Ancona-Anzio; l'area dell'avampaese apulo, relativamente indisturbata; l'arco calabro-peloritano, di pertinenza alpina; la Sicilia, appartenente prevalentemente al dominio africano e in continuità con esso. Il Blocco Sardo Corso è invece un elemento distaccatosi dal margine continentale europeo franco-spagnolo e colliso con il margine africano-appenninico. Sono visibili inoltre le estese coperture di depositi vulcanici e i massicci intrusivi la cui messa in posto ha accompagnato i complessi eventi geodinamici che hanno portato all'attuale assetto geologico dell'Italia.

La geologia dell'Italia è molto complessa: l'assetto fisiografico e geologico attuale dell'area comprensiva della penisola italiana, delle sue isole e dei bacini marini adiacenti, è il risultato di numerosi eventi geodinamici successivi riconducibili, in estrema sintesi, all'interazione tra due placche litosferiche, la placca africana e quella europea a partire dal Cretacico superiore, periodo nel quale iniziò la progressiva chiusura del paleo-oceano della Tetide. Il margine meridionale africano, frammentandosi durante l'avvicinamento al continente settentrionale europeo, ha originato una serie di microplacche interposte la cui successiva accrezione ha dato luogo nel corso del Cenozoico all'attuale territorio peninsulare e siciliano. In questo assetto si riconoscono due domini paleogeografici fondamentali, separati dalla linea Insubrica (Alpi centrali):

  • un dominio europeo, dato dal margine meridionale della placca europea, che include il blocco Sardo Corso e parte del mar Tirreno, l'arco Calabro Peloritano, il bacino del Mediterraneo occidentale, il sistema di falde alpine a vergenza europea, costituite principalmente da rocce metamorfiche e intrusioni di batoliti che testimoniano il regime di compressione derivato dal movimento della placca africana verso nord e dalla collisione con la placca continentale europea;
  • un dominio africano (in senso lato) costituito dall'insieme del Dominio Sudalpino e dei domini adriatico e apulo, che rappresentano l'insieme di microplacche accrezionate appartenenti al margine del continente meridionale.

Il Dominio Sudalpino è formato da un sistema di falde a vergenza adriatica, costituite principalmente da sequenze carbonatiche e miste che si prolungano ad est nelle Dinaridi.[48] Nella catena appenninica, la linea tettonica "Ancona - Anzio" separa l'Appennino settentrionale, principalmente costituito da flysch terrigeni, dall'Appennino meridionale ove le formazioni carbonatiche sono più frequenti. L'assetto strutturale appenninico è caratterizzato nel suo insieme da un sistema di falde che sovrascorre sull'avampaese apulo. Questo sistema di falde, che costituisce la parte affiorante della placca adriatica, si estende dal mar Ionio fino all'estremità occidentale della val Padana e rappresentava in origine una sorta di "promontorio" settentrionale della placca africana. L'avampaese apulo (costituito sostanzialmente dal territorio pugliese), rappresenta un dominio di piattaforma carbonatica stabile, persistente dal Mesozoico al Miocene e successivamente emerso, coinvolto solo marginalmente nell'orogenesi appenninica. La Sicilia è formata nella parte centro-orientale da rocce carbonatiche e silicoclastiche appartenenti al margine convergente africano deformato ("unità maghrebidi"), mentre nella sua parte nord-orientale (Monti Peloritani) è di pertinenza europea ("unità peloritane"); le unità "sicilidi" e "numidiche" interposte rappresentano la copertura sedimentaria del dominio oceanico tetideo, in gran parte di natura flyschoide, scollata dal substrato originario di crosta oceanica (non conosciuto) e sovrascorsa sul margine africano.

Il blocco sardo corso costituisce un elemento strutturale appartenente al continente europeo, originariamente solidale al margine meridionale franco-spagnolo e distaccatosi in età oligo-miocenica, ruotando in senso antiorario fino a collidere con il margine continentale africano. Nel quadro tardo e post-collisionale dell'area si inserisce il processo di espansione oceanica in corso del Mar Tirreno. Il mar Tirreno ha una crosta oceanica neogenica in espansione in due aree: bacino di Marsili e di Vavilov; si ritiene che una crosta oceanica mesozoica si trovi nello Ionio sotto una massiccia copertura sedimentaria.

Il rilevante vulcanismo neogenico e la elevata sismicità della maggior parte del territorio nazionale, testimoniano il complesso assetto geodinamico ancora attivo.

Dal punto di vista stratigrafico, le rocce sedimentarie affioranti databili con sicurezza in base al contenuto paleontologico risultano di età compresa tra il Cambriano e il Quaternario. Metamorfiti di basso grado affioranti nella parte meridionale della Sardegna, costituite da arenarie alternate con peliti, sono datate dubitativamente al Precambriano.[49] La maggior parte della copertura sedimentaria affiorante in territorio italiano è post-paleozoica. Il Paleozoico Inferiore non metamorfico affiora solamente in Sardegna e in Carnia, mentre il Paleozoico Superiore (permo-carbonifero) è presente in lembi più o meno estesi nei domini sudalpino e appenninico.

Vulcanismo e geotermia

Il Vesuvio visto dagli scavi archeologici di Pompei

In Italia sono presenti numerosi vulcani: i più noti sono l'Etna (3.343 m), il vulcano più alto d'Europa, il Vesuvio e lo Stromboli. L'elevata attività vulcanica e magmatica neogenica - quaternaria appenninica, è suddivisibile in province:

L'Italia fu il primo ed unico paese, fino agli anni cinquanta, a sfruttare l'energia geotermica nella zona di Larderello e poi nell'area del Monte Amiata, per produrre energia elettrica. L'elevato gradiente geotermico che caratterizza parte della penisola rende altre province potenzialmente sfruttabili: ricerche svolte negli anni sessanta-settanta individuarono potenziali campi geotermici nel Lazio ed in Toscana, così pure in gran parte delle isole vulcaniche.[51]

Attività sismica

L'Aquila: la sede della Prefettura dopo il terremoto del 2009
Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoti in Italia.

Per la situazione geodinamica il suo territorio è frequentemente soggetto a terremoti dando all'Italia il primato in Europa per questi fenomeni:[52] su 1300 sismi distruttivi avvenuti nel II millennio nel Mediterraneo centrale ben 500 hanno interessato l'Italia;[53] analisi dei movimenti focali indicano che essi sono per lo più distribuiti lungo le aree interessate dalla tettonica alpina e appenninica, ove sono causati rispettivamente da movimenti lungo faglie.[50] Nel Tirreno meridionale, la distribuzione degli ipocentri, fino ad una profondità di 500 chilometri indicherebbe la presenza di un piano di Benioff dato dalla subduzione della litosfera ionica.

Popolazione

Demografia, emigrazione ed immigrazione

Galleria di immagini
Crescita demografica dal 1960 al 2006 (numero degli abitanti in migliaia - rielaborazione dati FAO)
Popolazione residente totale (blu) e con cittadinanza italiana (rosso) in Italia tra il 2001 e il 2010 (ISTAT)
Tasso di fecondità dal 1946 al 2010.

Con 60.742.397 abitanti[47] (al 31 luglio 2011), l'Italia è il quarto paese dell'Unione europea per popolazione (dopo Germania, Francia e Regno Unito); la sua densità demografica è di 201,57 abitanti per chilometro quadrato, più alta della media dell'Unione.[54]

La popolazione, concentrata principalmente nelle zone costiere e pianeggianti del paese,[55] è caratterizzata da un alto numero di anziani (l'indice di vecchiaia è pari a 144,5, il 20,3% della popolazione), da un basso tasso di natalità, pari a 9,2 ogni mille abitanti e da una speranza di vita di 79,1 anni per gli uomini e di 84,3 per le donne.[56]

Alla fine del XIX secolo l'Italia è un paese di emigrazione di massa,[57] fenomeno che si manifesta prima nelle regioni settentrionali e poi in quelle meridionali. Le principali destinazioni sono le Americhe (Stati Uniti, Argentina, Brasile) e l'Europa centro-settentrionale (in modo particolare la Germania). Nel XX secolo l'emigrazione diviene anche interna, attratta dallo sviluppo industriale di alcune aree settentrionali del Paese.[58] Il numero di Italiani residenti all'estero che conservano la cittadinanza italiana è stimato in circa 4.000.000.[59]

Per quanto riguarda il fenomeno dell'immigrazione, invece, il numero di immigrati o residenti stranieri regolari in Italia è aumentato considerevolmente a partire dagli anni novanta e, secondo i dati ISTAT, al 1º gennaio 2011 contava circa 4.563.000 unità, il 7,5% della popolazione; le comunità più numerose sono quella rumena, circa 1.000.000 di unità, quella albanese, 491.000, e quella marocchina, 457.000.[56] A questi dati vanno aggiunti gli stranieri irregolari, circa 560.000 secondo un rapporto del 2010 sull'immigrazione.[60]

Religione

Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Italia.

In Italia vige il principio della laicità dello Stato e pertanto non vi è una religione ufficiale. La Costituzione demanda ai Patti Lateranensi, rivisti nel 1984 col concordato bis, i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica e a specifiche intese quelli con le altre confessioni religiose.[61]

I cittadini italiani sono in maggioranza cristiani cattolici: nel 2001 il 97,7% di essi risultava battezzato,[62] nel 2006 l'87,8% si dichiarava cattolico e il 36,6% praticante,[63] percentuale scesa, per effetto di un crescente processo di secolarizzazione, al 24,4% secondo il rapporto Eurispes 2010,[64] nel quale il 10,7% si dichiara agnostico e il 7,8% ateo, per un totale del 18,5% della popolazione di non credenti.

La Chiesa cattolica in Italia è organizzata in 225 diocesi più un ordinariato militare;[65] il Papa, suo Primate, è anche il vescovo di Roma, dato che il Vaticano ricade nel suo territorio comunale.

Fra le religioni minoritarie sono presenti diverse altre confessioni cristiane (in modo particolare ortodossi e protestanti, questi ultimi in massima parte pentecostali), ebrei, mormoni e testimoni di Geova.

L'immigrazione contribuisce ad alimentare alcune tra le minoranze religiose presenti nel paese,[66] le più numerose delle quali sono gli ortodossi, i musulmani, i buddhisti e gli induisti.[67]

Lingue

Lingua italiana

Manzoni
Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua italiana e Varianti regionali della lingua italiana.

L'italiano è la lingua ufficiale e più parlata; è inoltre una delle lingue ufficiali dell'Unione europea. Appartiene al gruppo delle lingue romanze orientali della famiglia delle lingue indoeuropee e, in particolare, è la trasformazione dell'antico dialetto fiorentino del Trecento, idioma diffusosi e affermatosi in tutta Italia grazie anche a grandi scrittori come Dante, Boccaccio e Petrarca che ne hanno fatto uso nelle loro opere. Tuttavia, in Italia, esistono un gran numero di lingue e dialetti che si sono sviluppati autonomamente dall'italiano, evolvendosi dal latino.[68]

Altre lingue

Raggruppamenti delle lingue e dei dialetti d'Italia.[69]

A livello locale sono riconosciute come co-ufficiali le seguenti lingue:

In queste regioni gli uffici pubblici e la segnaletica stradale sono bilingui o trilingui (come i comuni ladini dell'Alto Adige e walser dell'alta valle del Lys), i documenti ufficiali possono essere redatti in italiano o nell'altra lingua.

Le minoranze linguistiche storiche presenti all'interno dei confini della Repubblica italiana sono elencate dalla Legge 15 dicembre 1999, n. 482.[70] Essa tutela "le popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo". Vi sono inoltre diverse parlate regionali che, sebbene siano censite dall'UNESCO come lingue minoritarie e dalla comunità linguistica internazionale come lingue non riconducibili all'italiano, non godono di alcun riconoscimento o tutela da parte dello Stato Italiano.[71]

Il livello di tutela di alcune minoranze è stabilito sia dalla normativa italiana che dai trattati internazionali: è il caso della minoranza germanofona dell'Alto Adige e dei comuni bilingui della Provincia di Trento, il cui status è regolato dall'Accordo De Gasperi-Gruber, e di una parte della minoranza slovena della Venezia Giulia, contemplata dal Memorandum di Londra col quale Italia e Jugoslavia assunsero l'amministrazione civile delle zone A e B del Territorio Libero di Trieste.

La lingua dei segni italiana (LIS),[72] ossia la lingua visiva dei cittadini sordi, è riconosciuta dalla regione Valle d'Aosta dal 2006.

Ordinamento dello Stato

Firma della Costituzione
Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema politico della Repubblica Italiana.

La Costituzione della Repubblica Italiana approvata dall'Assemblea costituente il 22 dicembre 1947, promulgata il successivo 27 dicembre da Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948,[73] è la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano.

Il sistema politico italiano è quello tipico di una repubblica parlamentare, in cui il parlamento è l'unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare.

Le maggiori istituzioni sono:

Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica dal 2006

Vi sono due Biblioteche Nazionali Centrali sedi del deposito legale dello Stato, a Firenze e a Roma.

L'Istituto Geografico Militare è l'ente cartografico di stato e si trova a Firenze.

Simboli

Lo stesso argomento in dettaglio: Simboli patri italiani.
Il Vittoriano

I principali simboli che rappresentano l'unità nazionale italiana sono:[79]

Forze armate e pubblica sicurezza

Lo stesso argomento in dettaglio: Forze armate italiane e Forze di polizia in Italia.
Le Frecce Tricolori

La Repubblica italiana, per difendere militarmente il suo territorio e per supportare decisioni di politica interna ed estera si serve di diverse forze armate e di polizia: l'Arma dei Carabinieri, l'Esercito Italiano, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, la Polizia Penitenziaria, l'Aeronautica Militare, la Marina Militare ed infine la Forestale. Esse sfilano nella parata militare per la Festa della Repubblica Italiana assieme ai Corpi dei Vigili del Fuoco e della Polizia Roma Capitale (in rappresentanza delle altre polizie locali che, a seconda della tipologia, dipendono dalla regione, dalla provincia o dal comune), e al personale militare e civile di altre associazioni, come la Croce Rossa Italiana e la Protezione civile.

Secondo il SIPRI, nel 2010 in Italia la spesa militare ha sfiorato i 30 miliardi di euro,[82] collocandola in nona posizione nella classifica mondiale.[83]

Cittadinanza italiana

Lo stesso argomento in dettaglio: Cittadinanza italiana.

La legge del 15 febbraio 1992, numero 91, articolo 1, comma 1, stabilisce che è cittadino per nascita:

  • il figlio di padre o di madre cittadini;
  • chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori, secondo la legge statale di questi.

In accordo a modalità previste dalla legge, si può acquisire la cittadinanza italiana pur appartenendo a tutti gli effetti ad un altro paese.

Ordinamento scolastico

Lo stesso argomento in dettaglio: Istruzione in Italia.

L'istruzione in Italia è regolata con modalità diverse secondo la forma giuridica (scuole pubbliche, scuole paritarie, scuole private). La formazione professionale, comprendente gli istituti professionali, dipende invece dalle regioni.

Palazzo della Carovana, sede storica della Normale di Pisa

L'obbligo scolastico termina a 16 anni.[84]

Il sistema scolastico italiano è strutturato in tre cicli di istruzione:

A questi cicli d'istruzione si affianca la scuola dell'infanzia, un'istituzione prescolastica non obbligatoria, caratterizzata dal gioco e della convivenza con i compagni e dalla preparazione al primo ciclo d'istruzione.

Il ciclo degli studi all'università si articola, dopo la riforma introdotta dal processo di Bologna, in tre fasi:

  1. Laurea (3 anni)
  2. Laurea magistrale (2 anni)
  3. Dottorato di ricerca (3 anni)

Secondo un'analisi ISTAT del 2010, il livello di istruzione e formazione degli studenti italiani è carente, soprattutto se paragonato a quello degli altri paesi europei: il 46,1% della popolazione adulta ha conseguito la sola licenza media, laddove la media europea si attesta al 28,5%. Nelle scuole superiori l'elevato numero di abbandoni scolastici porta l'Italia al primato negativo in Europa per i giovani tra 18 e 24 anni che lasciano la scuola superiore senza aver conseguito il diploma (il 20% nel 2009); anche il numero di laureati è sotto la media europea (solo il 21,6% dei giovani tra i 25 e i 29 anni). A ciò si aggiunge una bassa qualità dell'istruzione: secondo una valutazione condotta nell'ambito del programma per la valutazione internazionale dell'allievo, la competenza dei quindicenni italiani, già inferiore al valore medio nei 30 paesi OCSE, è aggravata dalla carenza nell'utilizzo di nuove tecnologie. L'Italia ha infine il primato europeo dei giovani che non studiano, né lavorano (nel 2009 erano il 21,2% delle persone tra 15 e 29 anni).[85]

Sistema sanitario

Lo stesso argomento in dettaglio: Servizio Sanitario Nazionale.

Il Servizio Sanitario Nazionale italiano è un sistema pubblico di carattere universalistico che, come stabilito dall'art. 32 della Costituzione italiana, garantisce il diritto alla salute e all'assistenza sanitaria a tutti i cittadini, finanziato attraverso la fiscalità generale e le entrate dirette, percepite dalle aziende sanitarie locali, derivanti dai ticket sanitari (cioè le quote con cui l'assistito contribuisce alle spese) e dalle prestazioni a pagamento.

Una ricerca del 2000 dell'organizzazione mondiale della sanità colloca il sistema sanitario italiano al secondo posto nel mondo, dopo la Francia, in termini di efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche per i cittadini.[86] Tuttavia, solo il 35,8% della popolazione si dichiara soddisfatto del sistema sanitario e il 42% dell'assistenza ospedaliera, mentre il 79,4% ritiene intollerabili i tempi di attesa nelle strutture sanitarie.[87]

Criminalità

Lo stesso argomento in dettaglio: Criminalità in Italia.
Tommaso Buscetta durante un processo nel 1983

La mafia e altre organizzazioni di stampo mafioso, come camorra, cosa nostra, 'ndrangheta e sacra corona unita, rappresentano il cancro della società, dell'economia e della politica italiane. Il fenomeno, che ha origine in Sicilia nel corso del XIX secolo,[88] si è poi diffuso a livello mondiale, anche con generazione e caratteristiche autonome.

In un rapporto del Censis del 2009 l'influenza della mafia risulta diffusa nella società italiana e riguarda direttamente il 22% degli italiani e il 14,6% del PIL.[89] Elemento fondamentale del fenomeno mafioso è il legame con la politica, soprattutto locale, e il controllo di sacche dell'economia.[88] L'Italia, non a caso, si distingue per una forte e continua lotta contro la mafia, costata la vita a magistrati, uomini delle forze dell'ordine e delle istituzioni,[90] ma che ha ottenuto notevoli risultati, con l'arresto di numerosi boss malavitosi.

Per quanto riguarda gli omicidi, nel 2006, l'Italia risultava essere il secondo paese più sicuro d'Europa, assieme a Danimarca, Germania e Spagna, dopo la Norvegia.[91] Secondo una ricerca de Il Sole 24 ORE, basata su elaborazioni del Ministero dell'Interno e riferita al primo semestre del 2010, in Italia i reati perpetrati, soprattutto nelle grandi aree urbane e nelle zone che presentano numerose infrastrutture, sono circa 1.292.000. Milano, Torino e Bologna, con circa 30 reati ogni mille abitanti, risultano le città più a rischio mentre Matera, Potenza e Belluno spiccano tra le città più sicure. Per quanto riguarda i reati che impattano sull'economia (usura, riciclaggio e truffe) le città più penalizzate sono Napoli, Bologna, Trieste, La Spezia e Genova.[92]

Grande incidenza ha inoltre la corruzione all'interno della pubblica amministrazione (in modo particolare nel settore sanitario): secondo il Rapporto Eurispes 2010 l'Italia è risultata al 63º posto (su 180 paesi) nella classifica sullo stato della corruzione nel mondo.[93] Le regioni più colpite da questo fenomeno sono Calabria, Sicilia e Puglia. Secondo il SAeT (Servizio Anticorruzione e Trasparenza), la corruzione "scoperta" è solo la punta di un iceberg rispetto ad un'ingente corruzione "coperta" che affligge gran parte della società italiana.[93]

Politica

Partiti

Lo stesso argomento in dettaglio: Partiti politici italiani.
Giulio Andreotti, esponente della Democrazia Cristiana.

Il Partito Socialista Italiano, primo partito italiano moderno, viene fondato nel 1892. Sino a quel momento i principali raggruppamenti politici del paese, la Destra storica e la Sinistra storica, non erano classificabili come partiti, ma semplici "cartelli" di notabili, ciascuno con un proprio feudo elettorale, che si riunivano in gruppi a seconda delle proprie idee.

Nel secondo dopoguerra i partiti di massa sono la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano che, grazie al ruolo svolto nella Resistenza, diviene il maggior rappresentante della classe operaia.

Dopo il declino dei partiti di massa, a causa di scandali giudiziari culminati con l'inchiesta Mani pulite del 1992, che determina la fine della prima Repubblica, incominciano ad affermarsi i partiti di protesta o quelli legati ad un leader, come la Lega Nord guidata da Umberto Bossi e Forza Italia guidata da Silvio Berlusconi.

Dall'inizio della cosiddetta seconda Repubblica si formano diverse coalizioni politiche sia di centrodestra che di centrosinistra, che prendono definitivamente il posto dei vecchi partiti di massa e danno vita ad un sistema parzialmente bipolare.

Dopo la caduta del Governo Prodi II nel 2008, si affermano due grandi partiti nati dalle precedenti coalizioni, il Popolo della Libertà e il Partito Democratico; a questi si affiancano la Lega Nord, l'Italia dei Valori, l'Unione di Centro e il Movimento per le Autonomie e alcuni partiti regionali, il Südtiroler Volkspartei e l'Union Valdôtaine.

Politica estera

File:Farnesina.JPG
Il Palazzo della Farnesina, sede del Ministero degli Esteri

L'Italia è uno dei membri fondatori della Comunità europea, dal 1993 Unione europea. Ammessa alle Nazioni Unite nel 1955, è membro della NATO, dell'OCSE, del GATT, del G8, del WTO e del Consiglio d'Europa e ha ricoperto più volte la presidenza di turno sia del G8 che dell'Unione.

L'Italia sostiene le Nazioni Unite e le sue attività internazionali di sicurezza. Il Paese schiera truppe a sostegno delle missioni di pace in Somalia, Mozambico, Timor Est e Afghanistan (quest'ultima a sostegno dell'Operazione Enduring Freedom)[94] e fornisce supporto alle operazioni della NATO e delle Nazioni Unite in Bosnia, Kosovo, Albania e Libano. Il Paese, inoltre, aveva un contingente militare di circa 3.200 soldati in Iraq, ma ha ritirato le truppe da novembre 2006, mantenendo solo gli operatori umanitari e civili.[95] Nel 2011 partecipa a varie missioni militari all'estero.[96]

Libertà d'informazione

Lo stesso argomento in dettaglio: Censura in Italia.

Secondo il rapporto 2010 di Reporters sans frontières[97] l'Italia si colloca al 49º posto (su 178) nel mondo per la libertà di stampa. Nello stesso anno l'istituto di ricerca Freedom House ha indicato l'Italia come nazione «parzialmente libera», assieme a Romania e Bulgaria.[98]

Economia

Lo stesso argomento in dettaglio: Economia d'Italia.
Palazzo Mezzanotte sede della Borsa di Milano

Membro del G8, secondo la Banca Mondiale nel 2010 l'Italia rappresenta l'ottava potenza economica del pianeta per PIL nominale assoluto, davanti all'India e dietro al Brasile.[99]

Nel 2009 l'Italia occupa la 27ª posizione al mondo per PIL pro capite nominale (12ª nell'Unione europea)[100] e la 25ª per PIL pro capite per potere d'acquisto (12ª nell'Unione europea),[101] ponendosi nel contempo all'ottavo posto per valore delle esportazioni[102] e al settimo per quello delle importazioni.[103]

1 euro italiano

L'economia italiana è fortemente orientata verso il settore dei servizi, che nel 2006 ha rappresentato quasi i 2/3 del PIL prodotto. Il tessuto produttivo dell'economia è formato in prevalenza di piccole e medie imprese: quelle di maggiori dimensioni sono gestite in gran parte dalle famiglie fondatrici e, in taluni casi, da gruppi stranieri. Il modello di public company, impresa a capitale diffuso gestita da un management, è poco diffuso.

Durante gli anni novanta l'Italia ha perseguito una rigida politica fiscale per far fronte alle richieste dell'Unione economica e monetaria, e ha tratto beneficio dai tassi più bassi di inflazione e di interesse. Tuttavia, problemi come l'evasione fiscale, l'elevato debito pubblico (119,1% del PIL)[2] e, nel Mezzogiorno, la malavita organizzata, continuano ad ostacolare lo sviluppo dell'economia nazionale.

Il Paese ha aderito all'euro nel 1999, sostituendo la lira a partire dal 2002.

A causa della dura crisi economica del 2008-2010, nel 2010 il tasso di disoccupazione in Italia ha raggiunto l'8,4%, vicino di nuovo all'8,6% del 2002 ma lontano dai minimi degli ultimi anni del 6,1% del 2007.[104]

Risorse

Il PIL del terzo trimestre 2009 suddiviso tra le principali attività macro-economiche (dati ISTAT)

Di seguito la tabella che riporta il PIL,[105] prodotto in Italia ai prezzi correnti di mercato nel 2010, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali attività macro-economiche:

Attività macro-economica PIL prodotto (mln di Euro)
Agricoltura, silvicoltura e pesca 26.370
Industria in senso stretto 267.323
Costruzioni 82.685
Commercio, alberghiero, trasporti e comunicazioni 307.530
Credito, attività immobiliari e servizi professionali 393.614
Altre attività dei servizi 308.247
Totale valore aggiunto ai prezzi base 1.385.768
PIL Italia ai prezzi di mercato 1.547.643

Risorse minerarie

Lo stesso argomento in dettaglio: Legislazione mineraria italiana.

Il territorio italiano presenta giacimenti minerari di varia tipologia che, fino al termine del XX secolo, hanno consentito una fruttuosa produzione di mercurio, antimonio, piombo, zinco, argento, ferro e di minerali quali pirite, fluorite, amianto e bauxite. Successivamente, tuttavia, i giacimenti con un potenziale sfruttamento economico sono diminuiti, e l'attività mineraria rimasta si è concentrata sui sali evaporitici, le marne cementizie, le argille (principalmente bentonite e montmorillonite) e i feldspati, per l'industria ceramica e i refrattari; sempre attiva l'attività estrattiva, tipica per l'Italia, delle numerose cave di marmo ed altre rocce per l'edilizia, l'estrazione di pomice, ossidiana, pozzolana e talco.[106]

Energia

Lo stesso argomento in dettaglio: Energia elettrica in Italia ed Energia nucleare in Italia.
Ragusano: pompe di estrazione petrolifera a testa pozzo

L'Italia, rispetto ad altri Paesi dell'Unione europea, presenta una maggiore dipendenza dalle importazioni di materie prime e dagli idrocarburi (gas e petrolio).

Negli anni duemila il settore energetico nazionale è stato interessato da numerosi cambiamenti, come la riforma del mercato elettrico e del gas, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la promozione dell'efficienza, del risparmio energetico e della sicurezza degli approvvigionamenti.

Inoltre, alcuni interventi legislativi del Governo Berlusconi IV avevano preparato il riavvio della produzione di energia nucleare abbandonata negli anni ottanta a seguito di referendum abrogativi indetti dopo il disastro di Chernobyl, ma tali norme sono state poi cancellate dal medesimo Governo a seguito dei referendum abrogativi del 2011.

Nel 2009 la disponibilità interna lorda di energia per fonte e risorsa è stata la seguente:[107]

I giacimenti di idrocarburi italiani sono prevalentemente distribuiti secondo tre sistemi tettonico-stratigrafici:

A causa della mancanza di giacimenti consistenti, la maggior parte delle materie prime e il 75% dell'energia devono essere importati. I giacimenti lucani della Val d'Agri, i più grandi dell'Europa continentale,[108] sono stati scoperti nella prima metà del XX secolo, ma sfruttati solo a partire dagli anni ottanta, fornendo circa il 10% del fabbisogno nazionale.[109]

Nel 2009 la produzione annua di petrolio si aggira sui 53,5 milioni di barili (a fronte di un consumo annuo di 561 milioni)[2] ed è stimato che circa 800 milioni di barili di petrolio si trovino in giacimenti ancora da scoprire.[110]

Agricoltura

Oliveti nel Gargano

Nel corso del XX secolo l'Italia si è trasformata da paese prevalentemente agricolo a paese industriale vero e proprio. Di conseguenza, il settore agricolo (comprensivo di selvicoltura e pesca) ha visto l'occupazione calare drasticamente, passando dal 43% al 6% del totale,[111] una percentuale minima nel quadro economico nazionale. Bisogna altresì considerare che pur avendo una conformazione prevalentemente montuosa, non adatta per l'agricoltura, al 2009 l'Italia impiega in questo settore una forza lavoro di circa 1,05 milioni di unità.[2]

L'Italia produce grandi quantitativi di cereali, come frumento (8.951.590 tonnellate), mais (9.789.401 tonnellate) e riso (1.388.927 tonnellate),[112] di soia (353.761 tonnellate) e di barbabietola da zucchero (3.845.791 tonnellate);[113] tutte coltivate principalmente nelle regioni del nord. L'Italia contende alla Francia il primato mondiale della produzione di vino ed è seconda solo alla Spagna per la produzione di olio d'oliva.[114] Il meridione è specializzato nella coltura degli ortaggi (pomodori, insalata, finocchi, peperoni, cavolfiori, sedano), segnatamente la Puglia, che fornisce oltre il 10% della produzione agricola nazionale[114] e il 31,4% della produzione olearia nazionale.[115] Inoltre è la prima nazione al mondo per la produzione di kiwi.[116]

Per quanto concerne gli alberi da frutto il Trentino-Alto Adige è specializzato nella produzione di mele, la Sicilia e la Calabria in agrumi, l'Emilia-Romagna in pere e pesche, la Campania in albicocche e fichi, la Puglia in ciliegie.

L'allevamento, soprattutto suino, ovino e bovino, rispettivamente con 9.252.447, 8.175.196 e 6.179.086 capi,[117] è praticato in tutta Italia, anche se in quantità e modalità differenti da zona a zona. Tuttavia questa attività non riesce a soddisfare il fabbisogno interno.[114]

La produzione complessiva della pesca marittima e lagunare, comprensiva di crostacei e molluschi, si attesta nel 2009 a 242.431 tonnellate. Oltre il 20% del pescato viene dalla Sicilia, seguita da Puglia, Veneto e Marche.[118] Per quanto riguarda l'acquacoltura, nel 2008 la produzione italiana è stata pari a 237.520 tonnellate.[119]

Industria

Il Lingotto di Torino

L'Italia, la cui quota di produzione mondiale nel settore manifatturiero si attesta negli anni duemila attorno al 4%, collocandola al secondo posto in Europa,[120] differisce, rispetto agli altri paesi industrializzati, per una vasta diffusione di piccole e medie imprese di proprietà familiare.[121][122] A partire dal Nord-Est del Paese, si sono affermati i cosiddetti distretti industriali, un modello che ha visto una consistente diffusione lungo la dorsale adriatica, al punto da costituire una delle caratteristiche peculiari dell'economia italiana.[123]

Avanzata e diversificata, l'industria italiana è particolarmente sviluppata nei settori della cantieristica navale, degli elettrodomestici, chimico, farmaceutico, metallurgico, agroalimentare[124][125] e della difesa.[126] Nel settore automobilistico, che assieme al petrolchimico e al siderurgico è stato alla base dell'industrializzazione postbellica del Paese, l'Italia risulta agli ultimi posti in Europa per produzione di automobili[127] (fortemente penalizzata dalla delocalizzazione produttiva)[128] ma mantiene una grande rilevanza a livello europeo e mondiale[129][130] grazie alla presenza del gruppo FIAT, azienda multinazionale che nel 2008 ha prodotto 2.524.325 veicoli in tutto il mondo.[131]

Design e moda

Lo stesso argomento in dettaglio: Design italiano, Moda italiana e Made in Italy.

Lo stile italiano – soprattutto nel disegno industriale, nell'arredo, nell'auto – si contraddistingue per la mescolanza di fantasia e rigore progettuale e si caratterizza per l'uso di materiali considerati scarti, ma al tempo stesso innovativi.[132] Nato alla fine del XIX secolo,[133] diviene Bel Design tra il 1945 e il 1965 quando nascono la Vespa V98 farobasso, la Innocenti Lambretta, la Iso Isetta, la Fiat 600 e la Fiat Nuova 500 nel campo dei trasporti, la macchina da cucire Mirella della Necchi, la macchina da calcolo elettrica Divisumma 24 di Olivetti e alcuni radioricevitori e televisori progettati per RadioMarelli e Brionvega nel campo degli elettrodomestici. Al design italiano, rappresentato da aziende,[132] scuole di specializzazione[134] e artisti come Gio Ponti, Ettore Sottsass e Bruno Munari, sono dedicati musei[135] e riconoscimenti, come il Premio Compasso d'oro, il più antico e prestigioso premio mondiale di design.[136] La Fiera di Milano, il maggiore polo espositivo europeo, ospita annualmente numerose esposizioni di design di livello internazionale.[137]

Negli anni del miracolo economico italiano nasce e si sviluppa la moda italiana. Agli abiti di alta moda le sartorie affiancano il prêt-à-porter, proponendosi sui mercati internazionali e portando, in collaborazione con l'industria, all'affermazione del made in Italy.[138] Numerosi stilisti, come Valentino, Armani e Versace portano l'Italia ai vertici mondiali per i suoi prodotti[139] mentre Milano e Roma sono annoverate tra le capitali della moda.[140]

Settore terziario

Lo stesso argomento in dettaglio: Settore terziario.

In Italia il terziario rappresenta il settore più importante dell'economia, sia per numero di occupati (nel 2009 pari al 67% del totale)[141] che per valore aggiunto (il 73,1%).[142]

Turismo, commercio e servizi sono tra le attività chiave per il sistema-paese: secondo l'ufficio studi Confcommercio nel 2009, nel commercio, si contano 1.574.000 imprese pari al 26% delle imprese italiane e oltre 3.457.000 lavoratori. Nei trasporti, comunicazioni, turismo e consumi fuori casa, si contano oltre 603.000 imprese pari al 10% del totale, con un totale di 3.400.000 lavoratori. Servizi alle imprese: 696.000 imprese pari al 11,4% del totale presentano 2.800.000 di lavoratori.[143] I servizi alle imprese sono maggiormente sviluppati e diffusi nelle grandi città e nelle regioni economicamente più avanzate.

Sul finire degli anni ottanta e nel decennio successivo vari fattori, come deregulation, disintermediazione e nuove tecnologie hanno spinto, in linea con l'andamento internazionale, i settori bancario e assicurativo a processi di concentrazione e a forme d'integrazione[144] normati dalla L. 287/90[145] contro gli abusi da posizione dominante. Questi gruppi bancari ricoprono, attraverso la partecipazione azionaria in importanti industrie o società di servizi o tramite la presenza nei patti parasociali aziendali, un ruolo primario nel sistema economico italiano.[146]

Divario Nord-Sud

Lo stesso argomento in dettaglio: Questione meridionale.

All'indomani dell'Unità d'Italia, il processo d'industrializzazione e di sviluppo economico si concentra al nord, lasciando le aree meridionali in uno stato di arretratezza economica, politica e sociale e portando alla nascita della questione meridionale.[147] Gli squilibri, mai venuti meno, tra le diverse aree del paese, ridottisi tra gli anni sessanta ed ottanta anche attraverso la realizzazione di opere pubbliche, l'attuazione delle riforme agraria e scolastica,[148] l'espansione dell'industrializzazione e le migliorate condizioni di vita della popolazione,[147] sono invece tornati ad ampliarsi dalla fine degli anni novanta; il PIL del Sud è inferiore al 60% di quello del Centro-Nord e la disoccupazione è il triplo.[148]

Tra le ragioni dell'arretratezza economica del Sud, le maggiori difficoltà nel gestire le imprese e creare posti di lavoro, la mancanza di infrastrutture, l'inadeguata amministrazione dei territori e, in alcune regioni, la presenza di criminalità organizzata. Uno studio del Censis stima al 2,5% la perdita annuale di ricchezza nel Mezzogiorno, nel periodo 1981-2003, dovuta alla presenza pervasiva delle organizzazioni criminali, e valuta che senza di essa il PIL pro-capite del Mezzogiorno avrebbe raggiunto quello del Nord.[149]

Trasporti

La rete autostradale italiana
Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti in Italia.

La rete infrastrutturale italiana è costituita da 183.705 km di strade (suddivise in statali, regionali, provinciali e comunali), 6.629 km di autostrade, 16.643 km di ferrovie in esercizio[150] (divisi tra rete estera, rete fondamentale, rete complementare e rete di nodo), 352 porti[151] e 96 aeroporti.[152]

Il trasporto pubblico urbano si serve di tram, filobus, autobus, funicolari, taxi e, nelle maggiori città, di metropolitane. Alcune località, inoltre, data la loro conformazione geografica, si servono anche del trasporto navale.

L'Italia, tuttavia, non brilla per la qualità e quantità di trasporti e infrastrutture, che rappresentano limiti allo sviluppo e alla competitività, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. Vari studi comparativi attestano che il Bel paese sconta un ritardo rispetto a molti paesi europei per dotazione infrastrutturale e trasporti.[153] Le motivazioni si riconducono agli iter particolarmente complessi con cui vengono approvati i progetti, alla criminalità organizzata molto attiva nel settore delle costruzioni e alla corruzione della politica locale.

Turismo

In senso orario, le Dolomiti, Venezia, i Sassi di Matera e i Faraglioni di Capri
Lo stesso argomento in dettaglio: Turismo in Italia.

Un settore di primaria importanza per l'economia italiana, che secondo il Rapporto Eurispes 2011 occupa poco meno di 2.500.000 di addetti e la cui incidenza sul PIL è del 9,5%,[154] continua ad essere il turismo, nonostante il Paese abbia perso da molti anni il primato di visitatori stranieri all'anno (nel 2007 erano 43.700.000).[155] L'Italia, la cui quota mondiale di turismo si attesta al 4,1%,[154] è al quinto posto nel mondo dopo Cina (54.700.000 turisti stranieri annui), Stati Uniti (56.000.000), Spagna (59.200.000) e Francia (81.900.000).[155]

L'Italia è al quarto posto per entrate derivanti dal turismo internazionale, con 42,7 miliardi di dollari nel 2007, contro i 54,2 della Francia, i 57,8 della Spagna ed i 96,7 miliardi di dollari degli Stati Uniti.[155]

Ambiente

In senso orario, i parchi nazionali delle Cinque Terre, d'Abruzzo, dell'Asinara e del Pollino

L'articolo 9 della costituzione italiana fissa i principi atti a salvaguardare il paesaggio e i beni storico-artistici della nostra civiltà.[156] Nonostante questo, l'articolo è rimasto disatteso fino alla fine degli anni settanta,[157] quando, anche in Italia, cominciò ad diffondersi una prima coscienza ambientale. A fronte di questo, con la legge 8 luglio 1986 n. 349, è stato istituito il Ministero dell'Ambiente con il compito di coordinare il risanamento delle aree colpite dal degrado e di tutelare quelle rimaste ancora intatte.

Aree protette

L'elenco ufficiale delle aree protette (EUAP) italiane è quello relativo al 6º Aggiornamento approvato il 27 aprile 2010 e pubblicato nel Supplemento ordinario n. 115 alla Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2010;[158] si tratta di 871 aree naturali protette corrispondenti a circa l'11% del territorio italiano.[159] La Legge quadro sulle aree protette, n. 394 del 6 dicembre 1991, le suddivide in:

Vista delle cascate delle Marmore

Ad esse vanno aggiunte le zone umide italiane, 52 aree per un totale di 60.223 ettari, considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar.[161]

Biodiversità e minacce

Lo stesso argomento in dettaglio: Biodiversità in Italia, Flora italiana e Fauna italiana.

L'Italia è ricchissima di biodiversità ed è il paese europeo con più specie di piante superiori,[162][163] molte delle quali endemiche. Questo è dovuto a una molteplicità di fattori quali l'eterogeneità ambientale, la complessa struttura dell'orografia italiana, le vicissitudini biogeografiche e la storia geologica. L'Italia, assieme alla penisola iberica ed al sud dei Balcani, è stata inoltre un rifugio per molte specie animali e vegetali estintesi nelle zone centrali e settentrionali del continente europeo durante le glaciazioni pleistoceniche. L'ampia estensione latitudinale della penisola, di circa 10°, la pone a cavallo tra le zone climatiche temperate, centroeuropea (Cfa o Cfb secondo Köppen) e calda mediterranea (Csa secondo Köppen) e quindi almeno su due zone di vegetazione molto diverse.[162][164]

Esempi di flora e fauna rappresentativi della biodiversità in Italia

Le aree più ricche di endemismo sono, oltre alle isole (soprattutto la Sardegna), gli alti massicci montuosi isolati tra aree più basse, considerabili come "isole biogeografiche": alcuni esempi sono le Alpi Apuane per le piante e le Prealpi orientali per gli insetti cavernicoli. La fauna d'acqua dolce è spesso differenziata tra i fiumi del nord Italia (bacino del Po) e quelli del centro.[163]

La vegetazione naturale potenziale del territorio italiano è il bosco su tutto il territorio tranne che sulle vette più elevate del piano nivale e nelle zone più aride delle isole circumsiciliane, oltre che nelle aree più prossime al mare. I boschi italiani sono fortemente sfruttati per la selvicoltura che prende la forma di ceduazione per i boschi di querce (che principalmente producono legna da ardere) e di castagno (per la produzione di pali) mentre quelli di faggio e di conifere sono perlopiù trattati a fustaia.[165][163]

I boschi mediterranei di leccio sono quasi sempre degradati dalla ceduazione, dagli incendi e dal pascolo ovicaprino; gli stadi di degradazione sono noti come macchia mediterranea quando si ha un denso ed impenetrabile cespuglieto alto qualche metro e di gariga se il terreno è coperto di vegetazione bassa che lascia scoperto il terreno, spesso ricco di affioramenti rocciosi. Gli stadi di macchia e gariga comunque portano un contributo positivo alla biodiversità italiana in quanto ricche di specie rare e da proteggere, tra cui numerose, splendide, orchidee.[162][165][163] Non è da trascurare l'uso ricreativo che hanno le foreste (soprattutto pinete di pino domestico) prossime ai centri urbani.[165]

La fauna italiana è molto ricca di endemismi, soprattutto negli invertebrati, nei pesci d'acqua dolce,[166][167] negli anfibi e nei rettili. Gli uccelli ed i mammiferi, animali più mobili, sono caratterizzati da un minor tasso di endemismo.[163]

L'elevata densità di popolazione, l'industrializzazione diffusa, l'estesa urbanizzazione delle zone costiere e planiziari, l'inquinamento delle acque, l'introduzione di specie aliene e l'agricoltura intensiva fanno sì che la difesa della biodiversità e degli ambienti naturali siano questioni particolarmente rilevanti.[163]

Arte

Lo stesso argomento in dettaglio: Cultura italiana e Arte italiana.

Nel corso dei secoli l'Italia, secondo tutti gli storici, ha portato un contributo di primo piano alla cultura mondiale. In particolare nei due periodi in cui il territorio italiano fu il centro della civiltà del tempo, ovvero durante l'Impero romano ed il Rinascimento, il ruolo che ebbe nella storia della conoscenza umana fu di grande rilevanza. Dai templi greci ai borghi medievali, dalle terme romane alle ville settecentesche, l'Italia possiede molteplici monumenti nazionali, dichiarati tali da una legge apposita che ne riconosce l'importanza culturale e artistica per la comunità.[168] Sebbene vari istituti si occupino della catalogazione dei beni artistici italiani, non è possibile formulare una stima affidabile del patrimonio artistico nazionale, che peraltro ha subito e subisce una consistente opera di dispersione.[169]

Architettura

Lo stesso argomento in dettaglio: Architettura italiana.
Il Colosseo

Durante l'Impero romano l'architettura sviluppa caratteri omogenei[170] e la sua influenza si protrarrà nelle chiese paleocristiane, costruite sul modello delle basiliche civili romane; pregevoli esempi, con influenze bizantine, nelle basiliche di San Vitale e Sant'Apollinare Nuovo in Ravenna.

Nel VII secolo nascono i complessi abbaziali unitamente alle espressioni dell'architettura longobarda, con significative testimonianze nel tempietto di Cividale del Friuli e nella chiesa di Santa Sofia a Benevento. Della renovatio carolingia e il recupero della classicità attuati da Carlo Magno nel IX secolo permangono importanti complessi architettonici principalmente a Roma (basilica di Santa Prassede), Bardolino, Spoleto e Milano.

Piazza dei Miracoli, Pisa

Il X e l'XI secolo vedono la fioritura delle cattedrali romaniche, come la basilica di San Marco e il duomo di Pisa, mentre nel secolo successivo si diffonde nell'Italia meridionale l'architettura arabo-normanna che ha nel palazzo dei Normanni a Palermo e nel duomo di Monreale alcuni fra gli esempi più caratterizzanti.[4] Contemporaneamente nell'architettura civile fanno la loro comparsa numerose torri gentilizie; celebri quelle di San Gimignano e di Bologna.

L'architettura gotica, introdotta dai cistercensi, spazia dall'originale protogotico della basilica di San Francesco ad Assisi alle chiese di Firenze, Siena, Orvieto, Napoli, Bologna, Venezia e Milano. Fra i castelli disseminati nella penisola spicca il celebre Castel del Monte.[170]

Il primo Rinascimento trova testimonianza a Firenze nella cupola di Santa Maria del Fiore e nello spedale degli Innocenti[171] costruiti dal Brunelleschi e nell'attività di Leon Battista Alberti, mentre il pieno Rinascimento, essenzialmente romano, vede Bramante, Raffaello e Michelangelo attivi nella ricostruzione della basilica di San Pietro. Per le realizzazioni urbanistiche rinascimentali mirabile esempio è l'Addizione Erculea a Ferrara. Il passaggio dal Rinascimento al Manierismo si evidenzia nelle figure di Baldassarre Peruzzi, Giulio Romano e Andrea Palladio (che influenzerà l'architettura europea con l'avvento del neopalladianesimo).[172]

Lo stile barocco, preannunciato da Jacopo Barozzi da Vignola,[173] si sviluppa a Roma, dove si concentrano le principali realizzazioni, influenzando tutto il mondo cattolico. Alle prime opere di Carlo Maderno e Martino Longhi il Giovane seguono i capolavori del Bernini, del Borromini e di Pietro da Cortona.

La Reggia di Caserta vista dai giardini

Alla prima metà del Settecento risale il più significativo esempio tardo barocco e rococò: la palazzina di caccia di Stupinigi, progettata da Filippo Juvara. Invece, nel Regno di Napoli, con Luigi Vanvitelli, viene avviata, dal 1752, la costruzione della reggia di Caserta. Dopo la seconda metà del secolo l'architettura neoclassica produce, anche nella sua variante neogreca, diverse opere di valore come la grande basilica di San Francesco a Napoli.[174] Con l'unità d'Italia prevale lo stile neorinascimentale o, più in generale, l'eclettismo.

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Palazzo della Civiltà Italiana

L'Art Nouveau ha in Giuseppe Sommaruga, Ernesto Basile e Raimondo D'Aronco i principali esponenti, mentre nel 1914 Antonio Sant'Elia pubblica il Manifesto dell'Architettura futurista e le sue tavole della "Città Nuova", proponendo nuovi modelli architettonici che esaltano la funzionalità ed una nuova estetica.

Il razionalismo italiano si manifesta inizialmente con l'attività del Gruppo 7 e MIAR, ove si distingue Giuseppe Terragni, che fra le altre opere realizzerà la Casa del Fascio di Como. Negli anni trenta prende forma ed ha maggiore impulso la tendenza, favorita dal regime, al cosiddetto Neoclassicismo semplificato di cui Marcello Piacentini sarà l'esponente più rappresentativo.[175] Le tendenze razionaliste trovano diversi sviluppi e reazioni nel dopoguerra diversificandosi sempre più; nel tentativo di umanizzare l'International Style, si sviluppa il neorealismo, al quale subentra il neoliberty e, in seguito, il brutalismo.[176]

Il postmoderno, anticipato da Paolo Portoghesi, trova la sua consacrazione nelle opere di Aldo Rossi.

Tra i principali architetti attivi in Italia tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo si ricordano Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Gae Aulenti, lo svizzero Mario Botta e l'irachena Zaha Hadid.

Pittura e scultura

Monna Lisa di Leonardo
Il David di Michelangelo
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Le prime rilevanti produzioni artistiche in Italia risalgono al Neolitico.[177] Nell'evo antico, etruschi e romani costituiscono grandi poli artistici in grado di rivaleggiare con l'arte greca. Con il tardo impero e le invasioni barbariche si avvia quel processo di decentramento che porta a far fiorire più capitali e più centri artistici come Milano, Ravenna e Pavia. Eccezionale e irripetibile è la fioritura di Palermo sotto gli arabi. Dopo l'anno Mille si ha una ripresa della produzione artistica, che culmina nei grandi cantieri architettonici romanici, in cui viene riavviata anche la scultura monumentale, come con Wiligelmo e Benedetto Antelami.

La pittura invece subisce sorti alterne, restando fermamente ancorata ai modelli bizantini fino al XIII secolo. I mercanti delle Repubbliche marinare, soprattutto Pisa e Venezia, portando in patria modelli e spunti da tutto il Mediterraneo, danno impulso alle scuole locali, in cui non mancano di manifestarsi graduali progressi. In Toscana Nicola Pisano, Cimabue e Giotto pongono infatti le basi per una vera e propria rivoluzione figurativa, dove la rappresentazione veritiera dello spazio, della figura umana e dei suoi affetti è alla base di futuri, straordinari sviluppi.[178] L'arte gotica fiorisce con risultati di estrema eleganza in centri come Siena, Milano, Napoli.

Il Rinascimento è un fenomeno culturale di ampia portata, che affonda le radici nell'Umanesimo letterario trecentesco e nel rinnovato interesse per l'arte romana. Agli albori del Quattrocento, a Firenze, Filippo Brunelleschi, Donatello e Masaccio stimolano uno sviluppo delle arti all'insegna di un rinnovato rigore, della rinuncia all'"ornato" superfluo e della costruzione geometrica dello spazio, la prospettiva.[179] La loro lezione viene ripresa da altri artisti, che nei loro viaggi diffondono il nuovo stile contaminandolo con le scuole locali e dando origine al periodo straordinario delle corti, in cui centri come Urbino, Ferrara, Mantova, Padova, Rimini, Napoli e l'Umbria, oltre a Firenze, forniscono nuove idee all'insegna di un panorama estremamente ricco e variegato.

Estasi di santa Teresa d'Avila del Bernini

Il Cinquecento si apre con figure universali come Leonardo, Raffaello e soprattutto Michelangelo, facendo dell'Italia il modello di riferimento per tutta l'arte europea.[180] La straordinaria stagione della Roma papalina fornisce un modello artistico dominante, al quale solo Venezia, con Giorgione e Tiziano, è in grado di fornire un'alternativa altrettanto valida.[181] Eventi tragici come il Sacco del 1527 portano alla dispersione degli artisti, garantendo però una nuova fioritura periferica.

Quando già le bizzarrie del manierismo, estremo sviluppo del Rinascimento romano e fiorentino, fanno presa in tutta Europa, la storiografia artistica vede la sua nascita con l'opera di Giorgio Vasari, il primo, grande, consapevole documentatore dei fatti artistici fin dai tempi della Grecia classica.

Il Seicento si apre con l'invenzione di un nuovo stile, il barocco, a Roma, che domina la scena artistica europea per un secolo e oltre. Artisti come Caravaggio, Bernini e Borromini sono i mattatori di un rinnovamento di grande impatto, che si affranca dai canoni dell'arte classica.[182]

Dopo essere diventata la meta di artisti di tutto il mondo, col Grand Tour, aver espresso la grande scuola dei vedutisti veneziani (Canaletto su tutti)[183] e figure del calibro di Giambattista Tiepolo, nonché aver ricoperto un ruolo importante durante il periodo neoclassico con Antonio Canova,[184] l'Italia dell'arte perde peso culturale al cospetto degli altri paesi europei. Si deve aspettare la fine del XIX secolo per ritrovare esperienze figurative di rilevanza europea con il movimento dei macchiaioli[185] e quello dei divisionisti.[186]

Durante il XX secolo l'Italia partecipa a pieno titolo alle rapide vicissitudini dell'arte moderna, con il futurismo (la prima delle avanguardie storiche), la metafisica, l'arte povera e la transavanguardia, fino agli artisti contemporanei, alcuni vere e proprie celebrities rinomate anche all'estero.[187]

Letteratura

Da in alto a sinistra in senso orario: Dante, Foscolo, Pirandello e Leopardi.
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della letteratura italiana.

La nascita della letteratura italiana si fa canonicamente risalire alla prima metà del XIII secolo con la diffusione, all'interno di circuiti privati, di manoscritti di carattere religioso, laico e giocoso, ad uso della comunità religiosa e laica, ma sempre ad un alto livello della scala sociale (per esempio i notai). Ciò che permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua.[188] Infatti, prima del Duecento la lingua utilizzata per scrivere i documenti era il latino.

Essa nasce in ritardo rispetto ad altre letterature europee perché molto ancorata alla tradizione del latino. Nel XIII secolo si hanno le prime esperienze letterarie, la poesia religiosa in Umbria (il Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi e le Laude di Jacopone da Todi), la scuola siciliana (nata a Palermo alla corte di Federico II) e, alcuni decenni più tardi, la lirica toscana. A cavallo tra XIII e XIV secolo la letteratura italiana possedeva già tre grandi opere letterarie: la Divina Commedia di Dante Alighieri, il Canzoniere di Francesco Petrarca e il Decameron di Giovanni Boccaccio. In questo periodo, inoltre, emergono i poeti Guittone d'Arezzo, Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti, in cui è assente la componente religiosa usata dai suoi predecessori.

Nel XV secolo si distinguono invece personaggi poliedrici come Leon Battista Alberti, Leonardo da Vinci, Lorenzo de' Medici, letterato e mecenate, che promuove la nuova letteratura in volgare, Angelo Poliziano, che traduce dal greco al latino l'Iliade, e Matteo Maria Boiardo, che compone l'Orlando Innamorato. Nel XVI secolo Ludovico Ariosto, compone il poema Orlando Furioso, Niccolò Machiavelli scrive Il Principe, Baldassarre Castiglione scrive Il Cortegiano e Torquato Tasso è autore della Gerusalemme liberata. Nel XVII secolo emergono le figure di Giovan Battista Marino, rappresentante della poesia barocca e di Alessandro Tassoni, ideatore del poema eroicomico.

A cavallo tra XVIII e XIX secolo spiccano il poeta tragico Vittorio Alfieri, Silvio Pellico, autore de Le mie prigioni, Vincenzo Monti, che traduce l'Iliade in lingua italiana, Ugo Foscolo, tra i principali esponenti del neoclassicismo, patriota e sostenitore di Napoleone, Alessandro Manzoni, autore dei Promessi Sposi (una delle maggiori opere della letteratura italiana) e Giacomo Leopardi, uno dei grandi poeti italiani del XIX secolo. Da citare anche la figura di Francesco de Sanctis, critico e storico della letteratura italiana nell'Ottocento. Nel XX secolo si distinguono Giosuè Carducci (premio Nobel per la letteratura nel 1906), Giovanni Verga, esponente del verismo, Grazia Deledda, Nobel nel 1926, Giovanni Pascoli e Gabriele D'Annunzio, esponenti del decadentismo italiano e Luigi Pirandello, Nobel nel 1934. Altri autori importanti del periodo sono stati Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Nobel nel 1959, Italo Svevo, Italo Calvino ed Eugenio Montale, Nobel nel 1975 e Dario Fo nel 1997.

Teatro

Lo stesso argomento in dettaglio: Teatro in Italia.

Il teatro latino, presente sin dai tempi dell'antica Roma, che in alcune farse ripropone il teatro greco rappresentato nella Magna Grecia, vede all'apice della sua espressione Livio Andronico, Plauto, Terenzio (per la commedia) e Seneca (per la tragedia). Dopo un periodo di decadimento generale delle arti successivo alla caduta dell'impero romano, nel Medioevo il teatro riprende nuovo vigore grazie alle sacre rappresentazioni e all'opera buffonesca e satirica dei giullari.

In età moderna emerge la figura di Carlo Goldoni, che supera la tradizione della commedia dell'arte, sviluppatasi tra XVI e XVIII secolo, basata sull'improvvisazione degli attori e sui canovacci, e introduce una nuova forma di teatro, in cui le maschere vengono progressivamente eliminate e si passa dall'improvvisazione ad una recitazione che segue un copione preciso;[189] bisogna inoltre ricordare il melodramma del Metastasio e l'Opera dei Pupi, un teatro delle marionette diffusosi nell'Italia meridionale tra la seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo e inserito dall'UNESCO tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità.[4]

Durante il XX secolo spicca la figura di Luigi Pirandello la cui apparizione costituisce uno degli avvenimenti chiave del teatro europeo contemporaneo.[190] Tra gli altri esponenti del periodo vanno annoverati Eduardo Scarpetta, Eduardo De Filippo, Gilberto Govi e Dario Fo.

Musica

Lo stesso argomento in dettaglio: Opera italiana e Canzone napoletana.
Da in alto a sinistra in senso orario: Verdi, Vivaldi, Pavarotti e Puccini.

La musica italiana comincia a svilupparsi nel Trecento con la diffusione dell'ars nova, che introduce la polifonia nella musica profana. In questo periodo, città come Mantova, Firenze, Ferrara, Venezia, Milano e Roma diventano centri di primo piano nel panorama musicale europeo,[191] mentre nel Quattrocento si ricordano i canti carnascialeschi nati a Firenze nell'epoca di Lorenzo il Magnifico.

Nel Cinquecento si ricordano Costanzo Festa, primo polifonista di fama internazionale,[191] Gioseffo Zarlino, che dà un notevole contributo alla teoria del contrappunto, Pierluigi da Palestrina, Luca Marenzio, Carlo Gesualdo, uno dei principali innovatori del linguaggio musicale[191] e Claudio Monteverdi, grazie al quale nasce e si afferma l'opera lirica e in particolare il melodramma.[191][192]

Nel Seicento l'Italia è sede delle prime grandi scuole di musica strumentale, che influenzeranno i musicisti di tutta Europa soprattutto attraverso le opere degli autori del periodo barocco Giovanni Gabrieli, Girolamo Frescobaldi, Arcangelo Corelli, che dà un notevole contributo allo sviluppo dell'arte violinistica e del concerto grosso,[193] Antonio Vivaldi, che accentua il virtuosismo individualistico e con il quale il concerto assume una sua struttura definitiva,[193] Domenico e Alessandro Scarlatti, che rinnovano le composizioni per clavicembalo[193] e Giovanni Battista Pergolesi.

Nel Settecento, Luigi Boccherini, Luigi Cherubini e Antonio Salieri, compositore ufficiale della corte asburgica, sono i maggiori rappresentanti della musica strumentale e operistica italiana mentre Napoli diviene, grazie ai suoi conservatori, un importante centro di formazione e aggiornamento e un indiscusso riferimento nel mondo musicale e teatrale europeo, ove insegnano Alessandro Scarlatti, Tommaso Traetta, Niccolò Jommelli e Nicola Porpora, alla cui scuola si formano numerosi castrati, tra cui Carlo Broschi, in arte Farinelli, il più celebre sopranista del Settecento[194]. In tale contesto si sviluppa l'opera buffa, genere operistico della musica intesa come divertimento, rappresentato da compositori come Baldassare Galuppi, Niccolò Piccinni, Pietro Alessandro Guglielmi e Domenico Cimarosa e da opere come La serva padrona, La Cecchina e Il matrimonio segreto.

Del periodo romantico si ricordano opere liriche come il Guglielmo Tell e Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, I puritani di Vincenzo Bellini, l'Aida, il Nabucco, La traviata e il Rigoletto di Giuseppe Verdi; sono invece ispirate al verismo la Turandot, Madama Butterfly, la Tosca e La bohème di Giacomo Puccini, I pagliacci di Ruggero Leoncavallo e la Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

Vanno ricordati anche strumentisti come Niccolò Paganini, uno dei maggiori violinisti del XIX secolo,[195] Arturo Benedetti Michelangeli, raffinato interprete di pianoforte del XX secolo, Maurizio Pollini, Salvatore Accardo e Uto Ughi, violinisti di fama internazionale ed infine il violoncellista Mario Brunello. Fra i direttori d'orchestra spiccano Arturo Toscanini, Ferruccio Busoni, Riccardo Muti, Claudio Abbado. Sono italiani molti interpreti della lirica del XIX e del XX secolo: i tenori Luciano Pavarotti ed Enrico Caruso, i soprani Renata Tebaldi e Katia Ricciarelli, il mezzosoprano Cecilia Bartoli, i bassi-baritoni Ruggero Raimondi e Sesto Bruscantini e i contralti Marietta Alboni, Clorinda Corradi e Rosmunda Pisaroni.

Il repertorio che va dagli inizi dell'Ottocento all'immediato secondo dopoguerra, la cui epoca d'oro cade a cavallo tra XIX e XX secolo,[196] costituisce la canzone classica napoletana, nata tradizionalmente nel 1839 con Te voglio bene assaje[197] e che annovera brani celebri come 'O sole mio, 'O surdato 'nnammurato e Torna a Surriento.

Nel XX e nel XXI secolo, in seguito al risveglio musicale in atto nei vari paesi europei, alcuni compositori italiani cercano di proporre un nuovo linguaggio musicale come Ildebrando Pizzetti, Alfredo Casella, Ottorino Respighi, Gian Francesco Malipiero e Goffredo Petrassi durante le due guerre mondiali; Bruno Maderna, Franco Donatoni, Luciano Berio, Luigi Nono, Aldo Clementi dal dopoguerra sino ai nostri giorni.

La musica leggera italiana degli ultimi decenni può contare su rassegne canore di rilevanza internazionale come il Festival di Sanremo e lo Zecchino d'Oro. A partire dal dopoguerra, si sono distinti molti gruppi musicali, cantanti e cantautori tra cui Renato Carosone, Domenico Modugno, Lucio Battisti, Fabrizio de Andrè, Mina, Adriano Celentano, Gianni Morandi, la Premiata Forneria Marconi, Eros Ramazzotti, Renato Zero, Laura Pausini e Andrea Bocelli.

Cinema

Lo stesso argomento in dettaglio: Cinema italiano.
Da in alto a sinistra in senso orario: Loren, Lollobrigida, Sordi e Fellini.

Agli inizi del Novecento, pochi anni dopo l'avvento del cinématographe, il cinema italiano si afferma nel genere muto con pellicole come La presa di Roma, Gli ultimi giorni di Pompei e Cabiria; nello stesso genere Rodolfo Valentino diviene celebre in America.[198]

Gli anni trenta vedono la nascita del festival del cinema di Venezia e, promossa dal regime, di Cinecittà, imponente struttura all'avanguardia in Europa che favorisce lo sviluppo del cinema italiano[199] che propone, accanto ai film di propaganda, le pellicole stucchevoli e piccolo borghesi del cinema dei telefoni bianchi. Nel dopoguerra i registi neorealisti come Vittorio De Sica, Roberto Rossellini e Luchino Visconti ottengono importanti riconoscimenti in patria e all'estero. Alla generazione successiva, quella del cinema d'autore, appartengono Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, ai quali si affianca la figura unica e anticonformista di Pier Paolo Pasolini.

Nella seconda metà degli anni cinquanta si sviluppa la commedia all'italiana, con caratteri di satira di costume, con registi come Pietro Germi, Mario Monicelli, Ettore Scola, Luigi Comencini e Dino Risi; a tale filone appartengono attori affermati come Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anna Magnani, Claudia Cardinale, Totò, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman e Alberto Sordi.

Agli anni sessanta e settanta appartengono il giallo all'italiana, in cui emergono i film di Lucio Fulci e Dario Argento, il cinema politico, con registi come Elio Petri e Francesco Rosi e interpreti come Gian Maria Volontè, protagonista anche dello "spaghetti-western", genere in cui spicca il regista Sergio Leone.[200] A seguire, con l'avvento della televisione commerciale, inizia una crisi del settore che si protrarrà anche negli anni novanta e che nemmeno i 9 premi Oscar vinti da L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (1988) o quelli assegnati a Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore (1990), a Mediterraneo di Gabriele Salvatores (1992) e a La vita è bella di Roberto Benigni (1999) riusciranno a risollevare. Da ricordare anche le figure di Franco Zeffirelli, Ermanno Olmi, Carlo Verdone, Nanni Moretti e Massimo Troisi.

Negli anni duemila ad incassare maggiormente al botteghino sono i cosiddetti film di Natale o cine-panettoni,[201] caratterizzati da comicità grossolana, spesso ambientati in luoghi esotici.

Scienza

Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).
Leonardo

Tra gli scienziati si distinguono Galileo Galilei, il fondatore della scienza moderna[202] e Leonardo da Vinci, uno dei geni dell'umanità.[203] Pittore, scultore, architetto, ingegnere, anatomista, letterato, musicista e inventore,[204] rappresenta, nel Rinascimento italiano, lo spirito universalista che lo porta alle maggiori forme di espressione nei diversi campi dell'arte e della conoscenza.[203]

Scienze matematiche, fisiche e naturali

Matematica

Nel corso del Medioevo e del Rinascimento Leonardo Fibonacci introduce i numeri arabi, Niccolò Tartaglia risolve l'equazione cubica e Girolamo Cardano e Paolo Ruffini contribuiscono allo sviluppo dell'algebra. A partire dal XVIII secolo, diversi matematici italiani contribuiscono alla nuova disciplina dell'analisi matematica, tra questi Giuseppe Luigi Lagrange, fondatore della meccanica analitica, Jacopo Riccati, Ulisse Dini, Vito Volterra, Guido Fubini, Renato Caccioppoli, Ennio De Giorgi ed Enrico Bombieri; a Bruno de Finetti è dovuta la riformulazione dei fondamenti della probabilità e statistica. Nei secoli XIX e XX, si sviluppano la scuola italiana di geometria algebrica e quella di geometria differenziale (i lavori di Luigi Bianchi, Tullio Levi-Civita e Gregorio Ricci-Curbastro forniscono ad Albert Einstein gli strumenti matematici per la formulazione della relatività generale). Gli assiomi di Peano costituiscono tuttora uno dei capitoli fondamentali della logica e dei fondamenti della matematica.

Fisica

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della fisica in Italia.
Da in alto a sinistra in senso orario: Volta, Galilei, Marconi e Fermi

Nel campo della fisica, oltre al già citato Galileo, sostenitore del sistema eliocentrico e della rivoluzione copernicana,[202] che introduce il metodo scientifico e la relatività galileiana, spicca Alessandro Volta per le scoperte relative all'elettricità. Nel Novecento risaltano le figure di Guglielmo Marconi, inventore della radio, Enrico Fermi (e i ragazzi di via Panisperna) per i contributi alla fisica nucleare, Emilio Segrè, scopritore dell'antiprotone, Carlo Rubbia nell'ambito della fisica subnucleare e Riccardo Giacconi per la scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X, tutti vincitori del premio Nobel per la fisica. Nel campo della fisica delle particelle lo studioso Nicola Cabibbo contribuisce alla teoria sulle interazioni deboli.

Chimica

Contributi importanti sono dati da scienziati come Stanislao Cannizzaro inventore della reazione di Cannizzaro, nell'ambito della chimica organica, Ascanio Sobrero, inventore della nitroglicerina, Giacomo Fauser e Luigi Casale, ideatori di un processo di sintesi dell'ammoniaca diffusosi in tutto il mondo. Nell'ambito della chimica industriale si distingue Giulio Natta, premio Nobel per la chimica per i suoi studi sui polimeri.[205]

Medicina

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della medicina in Italia.

La tradizione medica italiana ha origini medievali, con la Scuola medica salernitana, la prima e più importante istituzione medica del Medioevo.[206] Continua attraverso i secoli grazie alle scoperte effettuate da medici come Gabriele Falloppio, che descrive la struttura delle tube di Falloppio, Giovanni Maria Lancisi, il primo medico ad ipotizzare la trasmissione della malaria tramite le zanzare e Lazzaro Spallanzani, che confuta la teoria della generazione spontanea; nel XX secolo si sono distinti medici come Camillo Golgi, Daniel Bovet, Salvador Luria, Renato Dulbecco, Rita Levi-Montalcini e Mario Capecchi, tutti insigniti del premio Nobel per la medicina.

Scienze umane

Economia

In ambito economico nel Settecento e nell'Ottocento vanno ricordate le figure di Pietro Verri, fondatore de Il Caffè, di Gian Rinaldo Carli, di Quintino Sella, ministro delle finanze di tre governi e presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei e di Vilfredo Pareto. Nel Novecento spiccano Francesco Saverio Nitti, che elabora diverse proposte per risolvere la questione meridionale, Luigi Einaudi, intellettuale ed economista di fama nonché Presidente della Repubblica, Piero Sraffa, che in Produzione di merci a mezzo di merci critica il marginalismo, Franco Modigliani, vincitore del premio Nobel per l'economia nel 1985, Paolo Sylos Labini e Tommaso Padoa-Schioppa, ministro delle finanze e dirigente del Fondo Monetario Internazionale.

Geografia

L'interesse alle esplorazioni geografiche, che nel Duecento aveva portato Marco Polo fino in Cina seguendo la Via della seta, raggiunge il culmine nel XV e XVI secolo: in tale periodo si collocano i viaggi di Cristoforo Colombo, a cui si deve la scoperta dell'America, di Giovanni Caboto, che scopre il Canada arrivando in Nuova Scozia, di Amerigo Vespucci, che esplora il Nuovo Mondo che, in suo onore, verrà chiamato America e di Giovanni da Verrazzano, che esplora le coste atlantiche nordamericane. Nel XX secolo Umberto Nobile, a bordo del dirigibile Norge, è il primo a trasvolare il Polo nord.

Storia e filosofia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della filosofia occidentale.

Tra gli storici figurano Landolfo Sagace, che integra la Historia romana di Paolo Diacono con la sua Historia Miscella, Lorenzo Valla, filologo, iniziatore del revisionismo storiografico, Francesco Guicciardini, noto per aver scritto la Storia d'Italia, Ludovico Antonio Muratori, considerato il padre della storiografia italiana e personaggio di primo piano del settecento italiano, Scipione Maffei, punto di riferimento per intellettuali italiani e governanti riformatori durante il Settecento, Gaetano De Sanctis, direttore della Rivista di Filologia e di Istruzione Classica e presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana dal 1947 al 1954, Gioacchino Volpe, Federico Chabod, direttore della Rivista storica italiana, e Renzo De Felice, studioso del fascismo.

Nel campo della filosofia si distinguono in epoca tardo romana e medievale Severino Boezio, le cui opere influenzano la filosofia cristiana del Medioevo, perciò considerato da alcuni fondatore della Scolastica,[207] Tommaso d'Aquino, filosofo scolastico tra i più noti e Bonaventura da Bagnoregio. Tra i filosofi moderni vanno citati Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, esponenti del neoplatonismo, Bernardino Telesio, precursore dell'empirismo moderno,[208] Giordano Bruno, che anticipa per via filosofica le scoperte dell'astronomia e Tommaso Campanella. Durante il XVIII e il XIX secolo spiccano Giambattista Vico, teorico dei "corsi e ricorsi storici" in opposizione alla filosofia cartesiana, l'illuminista Cesare Beccaria, Antonio Rosmini, critico verso l'illuminismo e il sensismo e Vincenzo Gioberti. Tra i filosofi contemporanei vanno ricordati lo storicista Benedetto Croce, ideologo del liberalismo e, come Giovanni Gentile, importante esponente del neoidealismo e Antonio Gramsci, di tradizione marxista.

Altre scienze

Nell'ambito delle scienze politiche vanno citati Niccolò Machiavelli, uno dei padri della scienza politica moderna, Gaetano Mosca, sostenitore dell'elitismo, Augusto Del Noce, politologo di ispirazione cattolica e Norberto Bobbio, influente personalità culturale dell'Italia del ventesimo secolo.

Nel campo antropologico Giustiniano Nicolucci, fondatore della scuola italiana di antropologia e autore di Delle Razze Umane, il primo trattato italiano di antropologia e paletnologia, Paolo Mantegazza, uno dei primi divulgatori in Italia delle teorie darwiniane, Cesare Lombroso, pioniere degli studi sulla criminalità e Ernesto de Martino.

Fra gli psicologi vanno ricordati Roberto Ardigò, promotore di una concezione scientifica della psicologia, Sante De Sanctis, fondatore della neuropsichiatria infantile in Italia, Giulio Cesare Ferrari, pioniere della psicologia sperimentale italiana,[209] Vittorio Benussi, esponente di spicco della Scuola di Graz e maestro di Cesare Musatti, padre della percettologia e della psicoanalisi in Italia.[210]

Per la pedagogia Ferrante Aporti, pioniere dell'educazione scolastica infantile, i già citati Roberto Ardigò e Giovanni Gentile, Maria Montessori, che propone un nuovo metodo educativo, le Sorelle Agazzi, pedagogiste sperimentali e Mario Lodi.

Nel campo della linguistica il poeta Giacomo Leopardi, Luigi Ceci e Antonino Pagliaro, i fondatori della glottologia moderna mentre tra i giuristi, oltre a Vico, si ricordano Baldo degli Ubaldi, Cesare Beccaria, Costantino Mortati, Salvatore Satta e Giuseppe Dossetti.

Da ricordare anche il geologo Giuseppe Mercalli, inventore della Scala Mercalli, che realizza la prima carta sismica del territorio italiano e Antonio Meucci, che contribuisce all'invenzione del telefono.

Sport

Lo stesso argomento in dettaglio: Sport in Italia.
Tifosi italiani a Stoccarda seguono Italia-USA durante i mondiali di calcio del 2006

Nel 2009 le federazioni sportive affiliate al CONI sono 45 con 4.185.843 praticanti, a cui ne vanno aggiunti altri 205.212 di 16 discipline associate. Il calcio è lo sport più praticato, con il 26,9% di tesserati, seguito da pallavolo, col 7,8%, e basket, col 7,7%.[211]

A livello amatoriale, nel 2010 risultano oltre 19 milioni di individui che praticano almeno uno sport, pari al 33% della popolazione, a fronte di oltre 22 milioni, esattamente il 38,3%, che non svolgono alcuna attività fisica.[211] Secondo un rapporto CENSIS-CONI del 2008, le attività ginniche equivalgono al calcio come sport più praticato, seguite dagli sport acquatici, il ciclismo, l'atletica leggera, gli sport invernali e il tennis.[212]

La Serie A del campionato italiano di calcio è uno dei più importanti e seguiti campionati calcistici del mondo,[213] nonché il quarto più competitivo d'Europa secondo il ranking stilato dall'UEFA nel 2011.[214] La nazionale italiana di calcio è una delle più titolate, avendo vinto quattro campionati mondiali di calcio e un europeo.

Ferrari da Formula 1

Tra gli altri sport popolari vi sono il basket, la pallavolo, il rugby, il ciclismo (che conta competizioni internazionali come il Giro d'Italia e la Milano-Sanremo), l'atletica leggera, la scherma e gli sport acquatici, come nuoto, pallanuoto e tuffi; infine, negli sport motoristici (automobilismo e motociclismo), vanno ricordati gli autodromi di Monza, Imola, Misano e del Mugello, le case motociclistiche, come Aprilia, Gilera, MV Agusta e Ducati e automobilistiche, come la Ferrari, che in Formula 1 detiene il record di titoli per piloti e costruttori, di vittorie per singole gare e di presenza ininterrotta dall'istituzione del campionato mondiale di Formula 1.[215]

Per quanto riguarda i Giochi olimpici, Roma ha ospitato i Giochi della XVII Olimpiade, Cortina d'Ampezzo i VII Giochi olimpici invernali e Torino i XX Giochi olimpici invernali.

Nonostante le severe sanzioni delle federazioni sportive, anche lo sport italiano risente di effetti negativi come la diffusione del doping tra gli sportivi, professionisti e amatori (nel 2007 le federazioni hanno eseguito 11.250 controlli, con un tasso di positività dello 0,6%), la corruzione (caso eclatante nel 2006 è stato calciopoli), gli eccessi economici, la violenza negli stadi e le discriminazioni.[212]

Tradizioni

Palio di Siena del 2008

L'Italia annovera numerose tradizioni storiche e folcloristiche di vario genere,[216] famose anche a livello internazionale, come il Palio di Siena.[217] Oltre al Palio, manifestazioni caratteristiche sono il Carnevale di Venezia, quelli di Viareggio, di Ivrea e di Mamoiada (con i caratteristici Mamuthones), i riti della settimana santa di alcuni comuni (specie nel meridione), l'Infiorata di Genzano, la Festa dei Ceri a Gubbio, la Giostra del Saracino ad Arezzo e il trasporto della Macchina di Santa Rosa a Viterbo.

Gastronomia

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina italiana.
Gli spaghetti

La cucina italiana, una delle più note ed apprezzate nel mondo, conta su una vasta gamma di prodotti enogastronomici,[218] molto vari da zona a zona, dovuti sia a fattori storici (numerosi popoli l'hanno abitata nel corso dei secoli)[219] che climatico-territoriali, dal clima montano delle Alpi a quello continentale della pianura Padana al temperato delle zone costiere.[218]

La pizza Margherita

Come in altri paesi europei del mediterraneo, sono presenti tratti distintivi ed elementi che caratterizzano la dieta mediterranea, un modello nutrizionale che usa alimenti naturali come legumi, cereali, carni bianche e pesce azzurro, frutta e verdura e pochi grassi (con utilizzo prevalente dell'olio extravergine di oliva),[220] inserita nel 2010 nella lista dei patrimoni immateriali dell'umanità.[4] Alcuni alimenti, come la pasta e la pizza, sono simboli universalmente riconosciuti della cucina italiana.[218]

I prodotti agroalimentari tradizionali italiani sono inclusi dal Ministero dell'Agricoltura in un apposito elenco[221]; ad essi vanno aggiunti, ai sensi del Regolamento CE 510/2006, i prodotti DOP e IGP italiani ed i vini IGT, DOC e DOCG.[222]

Alcune associazioni, come Slow Food e l'Accademia Italiana della Cucina, si occupano della riscoperta per la gastronomia e l'enologia e della salvaguardia delle tradizioni regionali italiane.

Festività

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  219. ^ Cucina tradizionale delle cento città, su taccuinistorici.it. URL consultato il 12-3-2011.
  220. ^ La dieta mediterranea, su sportmedicina.com. URL consultato il 9-3-2011.
  221. ^ Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali, su politicheagricole.it. URL consultato il 5-8-2011.
  222. ^ Elenchi vini DOP e IGP italiani, su politicheagricole.it. URL consultato il 5-8-2011.

Bibliografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia sull'Italia.

Storia

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  • Konrad Burdach, Riforma, Rinascimento, Umanesimo, tradotto da Delio Cantimori, Firenze, Sansoni, 1986.
  • Giorgio Chittolini, Anthony Molho, Pierangelo Schiera, Origini dello Stato. Processi di formazione statale in Italia fra Medioevo ed età moderna, Bologna, Il Mulino, 1994, ISBN 88-15-04702-6.
  • Giulio De Martino, La mente storica: orientamenti per la didattica geo-storico-sociale, Napoli, Liguori Editore, 2005, ISBN 88-207-3905-4.
  • Michel Gras, Pierre Rouillard, Javier Teixidor, L'universo fenicio, tradotto da Piero Arlorio, Torino, Einaudi, 2000, ISBN 88-06-14958-X.
  • Michel Mourre, Dizionario mondiale di storia, tradotto da AA.VV., Milano, Rizzoli Larousse, 2003, ISBN 88-525-0077-4.
  • Gilles Pécout, Il lungo Risorgimento: la nascita dell'Italia contemporanea (1770-1922), Bruno Mondadori, 1999, ISBN 88-424-9357-0.
  • Giuliano Procacci, La disfida di Barletta. Tra storia e romanzo, Milano, Paravia, 2001, ISBN 88-424-9773-8.
  • Denis Mack Smith, Storia d'Italia (1861-1969), 6ª ed., Laterza, 1972.
  • Gioacchino Volpe, Il Medioevo, Sansoni, 1969.
  • Giuseppe Zecchini, Ricerche di storiografia latina tardoantica, L'Erma di Bretschneider, 1993, ISBN 88-7062-822-1.

Ambiente

  • AA. VV., Zoologia: Evoluzione e adattamento, Monduzzi, 2007, ISBN 88-323-6106-X.
  • Giovanni Bernetti, Atlante di selvicoltura, Edagricole, 2005, ISBN 88-506-4665-8.
  • Carlo Blasi, Luigi Boitani, Sandro La Posta, Stato della biodiversità in Italia - Contributo alla strategia nazionale per la biodiversità, Palombi editori, 2005, ISBN 88-7621-514-X.
  • (EN) Maurice Kottelat, Jörg Freyhof, Handbook of European Freshwater Fishes, OSF, 2007, ISBN 2-8399-0298-2.
  • Sandro Pignatti, Ecologia vegetale, UTET, 2000, ISBN 88-02-04670-0.
  • Sergio Zerunian, Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Edagricole, 2002, ISBN 88-506-4778-6.

Arte

Architettura

Letteratura

  • Giuseppe Petronio, Compendio di storia della letteratura italiana, Firenze, Palumbo, 1968.

Linguistica

  • Tullio De Mauro, Storia linguistica dell'Italia unita, Bari, Laterza, 1976.
  • Giacomo Devoto, Profilo di storia linguistica italiana, Firenze, La Nuova Italia, 1971.

Geografia

  • AA. VV., Geografia; Ita-z, Firenze, Garzanti Libri, 2006.
  • AA. VV., Basilicata: Potenza, Matera, il Pollino, la Magna Grecia, il Vulture, le coste tirrenica e jonica, Milano, Touring Club Italiano, 2007, ISBN 88-365-2951-8.
  • Mario Ortolani, Geografia della popolazione, Milano, Piccin-Nuova Libraria, 1992, ISBN 88-299-0907-6.

Geologia

  • Ardito Desio, Geologia dell'Italia, UTET, 1973, ISBN 88-02-03407-9.
  • R. Fantoni et al., Hydrocarbon occurences in Italy, in Marco Beltrando et al.: The Geology of Italy, Journal of the Virtual Explorer, Electronic Edition, volume 36, paper 32, 2010.
  • Paolo Scandone Massimiliano Stucchi, La zonazione sismogenetica ZS4 come strumento per la valutazione della pericolosità sismica (PDF), 2000.
  • D. Scrocca, C. Doglioni, F. Innocenti, Constraints for an interpretation of the italian geodynamics: a review, in Memorie Descrittive Carta Geologica d'Italia. LXII, pp. 15-46, 16 figg., 2003.
  • Piero Zuffardi, Ressources naturelles, in Italie, Introduction à la géologie général, 26^ Congres Geologique International, Paris, 1980.

Varie

  • AA. VV., Compendio di diritto, Firenze, Le Monnier, 2005.
  • AA. VV., Noi Italia: 100 statistiche per capire il paese in cui viviamo, Roma, ISTAT, 2010, ISBN 88-458-1643-5.
  • Angelo Favata, Dizionario dei termini giuridici, Piacenza, La Tribuna, 2007, ISBN 88-6132-061-9.
  • Battista Mondin, La Trinità mistero d'amore, ESD, 2010, ISBN 88-7094-751-3.
  • Matteo Vercelloni, Breve storia del design italiano, Carocci, 2008, ISBN 88-430-4453-2.
  • Virginia Volterra, La lingua dei segni italiana: la comunicazione visivo-gestuale dei sordi, Bologna, Il Mulino, 2004, ISBN 88-15-09639-6.

Enciclopedie

  • AA. VV., Enciclopedia generale, Novara, Deagostini, 1996.
  • AA. VV., La piccola Treccani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1995.

Voci correlate

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