Costruita fra il 1906 e il 1910, non solo a scopo turistico, ma anche per trasportare passeggeri che si muovono per lavoro o altre necessità e merci,[2] la linea raggiunge con ardite opere di ingegneria ferroviaria un'altitudine massima di 2.253 m, ed è pertanto la più alta ferrovia ad aderenza naturale delle Alpi, oltre che una delle più ripide al mondo (raggiunge una pendenza massima del 7%). Inizialmente aperta solo nei mesi estivi, dall'inverno 1913-1914 la linea è aperta tutto l'anno[3]. La costruzione fu particolarmente impegnativa, anche per le maestranze, confluite in prevalenza da diverse regioni italiane[4], con un elevato numero di incidenti sul lavoro.
È stata una delle prime linee ferroviarie pensate e progettate per la trazione elettrica. La prima domanda di concessione del dicembre 1899 fu presentata dalla società inglese General Water Power Limited. Le centrali idroelettriche ottenute utilizzando le acque del Lago Bianco permettevano la disponibilità in loco della necessaria potenza, in epoche in cui il trasporto dell'energia su lunghe distanze incontrava, ancora, difficoltà quasi insormontabili. Nell'atto di concessione fu espressamente prevista la clausola che l'energia elettrica per la trazione ferroviaria sarebbe stata ceduta a prezzo di favore.
La prima centrale resa produttiva fu quella di Brusio, seguirono le altre in val Poschiavo. Nel frattempo, nel 1902, Tirano fu raggiunta dalla ferrovia e si prospettò la possibilità di creare un collegamento tra Italia e Svizzera. Nel 1905 ci fu un referendum a Brusio, Poschiavo, Pontresina e St. Moritz, che ebbe un esito largamente favorevole alla proposta. Il governo federale svizzero approvò il progetto il 2 marzo 1906 e il successivo 1º maggio iniziarono effettivamente i lavori. Alcuni tratti vennero aperti man mano che proseguivano i lavori: nel luglio 1908 la Pontresina-Morteratsch e la Poschiavo-Tirano, e in agosto la Celerina-Pontresina e la Morteratsch-Bernina Suot. Nel luglio 1909 da St. Moritz si poteva arrivare fino ad Ospizio Bernina. La linea venne inaugurata nella sua completezza il 5 luglio 1910.[5]
Fu gestita inizialmente dalla società Bernina-Bahngesellschaft (BB), per passare nel 1943 alla ferrovia Retica (RhB). Fino al 1950 per aggirare le complicazioni date dalla legge italiana, il breve tratto da Tirano fino al confine, originariamente concesso nel 1902 alla ditta Frotè e Westermann di Zurigo[6], figurava di proprietà di una società di diritto italiano, la Società Anonima Tramvia Tirano-Campocologno (TTC), posseduta interamente dalla società svizzera. Inoltre formalmente era classificata come tramvia.[7]. Con decreto federale del 22 marzo 1945 la ferrovia del Bernina fu inserita nella rete delle RhB; la TTC fu in seguito sciolta, e con decreto ministeriale del 9 marzo 1950 il governo italiano trasferì la concessione del tronco tra Tirano e il confine alla RhB[8].
Le difficoltà finanziarie dell'impresa costruttrice furono superate con l'intervento della Banca Sarasin di Basilea, che aveva investito anche nelle imprese elettriche[9]. Nei primi anni era previsto un esercizio solo nella stagione estiva, ma su pressione degli albergatori, che volevano sfruttare anche la stagione turistica invernale (allora assoluta novità), nel 1912 furono acquistati mezzi spartineve, con diversi problemi a fare cambiare direzione.[10]
La ferrovia del Bernina, insieme alla vicina linea dell'Albula, è stata inserita il 7 luglio 2008 nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, come esempi tecnicamente avanzati di gestione del paesaggio di alta montagna e come ferrovie a scartamento ridotto più spettacolari del mondo[11][12]. Dal 1979 la linea è gemellata con la nipponica Ferrovia Hakone Tozan, costruita secondo lo stesso principio della ferrovia del Bernina: come simbolo del gemellaggio i nomi delle stazioni di St. Moritz, Alp Grüm e Tirano sono scritti anche in giapponese[13].
La ferrovia del Bernina ha la caratteristica, assai rara, di avere tratti in sede promiscua con il traffico veicolare, tipico delle tramvie. Partendo da Tirano si incontra questa peculiarità già davanti al Santuario: la linea attraversa diagonalmente la piazza e prosegue al lato della strada, privo di una vera sede propria, caratteristica essenziale di una linea ferroviaria.[14] Questa particolarità si ripete negli attraversamenti delle località di Le Prese e Li Curt[15],
dove si fa uso delle rotaie scanalate.[16]
^trenino-rosso.com qualche curiosità I dati recenti danno per l'intera rete della Ferrovia Retica un movimento merci per 700.000 tonnellate/chilometro.