Provincia di Treviso
Provincia di Treviso provincia | |
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Sede della provincia di Treviso. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Amministrazione | |
Capoluogo | Treviso |
Presidente | Stefano Marcon (Lega Nord) dal 18-9-2016 |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 45°40′20″N 12°14′32″E |
Superficie | 2 479,83 km² |
Abitanti | 878 424[1] (30-4-2024) |
Densità | 354,23 ab./km² |
Comuni | 94 comuni |
Province confinanti | Belluno, Venezia, Padova, Vicenza, Pordenone |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 31100, 31010-31059 |
Prefisso | 041, 0421, 0422, 0423, 0434, 0438 |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | IT-TV |
Codice ISTAT | 026 |
Targa | TV |
Cartografia | |
Posizione della Provincia di Treviso all’interno del Veneto. | |
Sito istituzionale | |
La provincia di Treviso è una provincia italiana di 878 424 abitanti[1] del Veneto.
Confina a nord con la provincia di Belluno, a est con il Friuli-Venezia Giulia (ex provincia di Pordenone), a sud con la città metropolitana di Venezia e la provincia di Padova, a ovest con la provincia di Vicenza. È la 3ª provincia più popolosa della regione Veneto, la 17ª provincia più popolata d'Italia e la 14ª più densamente popolata. Presidente della provincia, eletto con elezioni di secondo grado ai sensi della Legge 56/2014, è Stefano Marcon, sindaco di Castelfranco Veneto, dal 18 settembre 2016. Il Consiglio Provinciale è stato eletto, con elezioni di secondo grado, il 31 ottobre 2018 e resta in carica 2 anni.
Dal 2009, sede della Provincia è l'ex ospedale psichiatrico Sant'Artemio di Treviso; dopo quattro anni di lavoro, un restauro conservativo e un recupero storico, architettonico e ambientale condiviso dalla Sovrintendenza, che ha vinto prestigiosi premi europei e internazionali, il Sant’Artemio raggruppa gli uffici provinciali per facilitare l’accesso ai servizi, a pochi passi dal Parco dello Storga. La nuova sede punta sull’autosufficienza energetica, grazie a un impianto fotovoltaico di circa 200 Kw e una centrale a biomassa per il riscaldamento degli ambienti. La cittadella si estende su un volume complessivo di 128.489 m³, con 18.150 m² di parcheggio pubblico da oltre 530 posti.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Gran parte della provincia è pianeggiante, ma la fascia settentrionale è caratterizzata dalla presenza di rilievi collinari. Lungo il confine con la provincia di Belluno si può parlare addirittura di montagna, con massicci che sovente superano i mille metri (compresi nelle Prealpi Bellunesi). Le cime più elevate sono il Monte Grappa (1775 m, condivisa con le province di Vicenza e Belluno) e il Col Visentin (1764 m, pure questa presso il confine con Belluno). Peculiare è il Montello (371 m), collina isolata che sorge sulla destra del Piave, allungandosi da Montebelluna a Nervesa della Battaglia.
La provincia di Treviso è una zona assai ricca di acque, specialmente l'area medio-bassa, dove sono frequenti le risorgive (localmente dette fontanassi). Tra i fiumi di risorgiva più importanti è da ricordare il Sile che nasce a Casacorba, nel comune di Vedelago, e che caratterizza il centro storico di Treviso. Ma il fiume principale è senza dubbio il Piave caratterizzato, per la maggior parte del suo corso, dal largo letto ghiaioso. Altri corsi d'acqua degni di nota sono il Livenza, il Monticano e il Meschio, provenienti dall'area pedemontana.
Nella zona delle prealpi sono da ricordare anche alcuni specchi d'acqua, in particolare il lago Morto (in Val Lapisina, a nord di Vittorio Veneto), il lago di Lago e il lago di Santa Maria (entrambi nel comune di Revine Lago), a cui si aggiungono il lago del Restello e il lago di Negrisiola, sempre in Val Lapisina e di origine artificiale.
Comuni
[modifica | modifica wikitesto]Appartengono alla provincia di Treviso i seguenti 94 comuni:
Comuni principali
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito sono riportati i primi dieci comuni della provincia per popolazione residente al 30 giugno 2023 (dati Istat):
Pos. | Stemma | Comune di | Popolazione (ab) |
Superficie (km²) |
Densità (ab/km²) |
Altitudine (m s.l.m.) |
---|---|---|---|---|---|---|
1º | Treviso | 84 809 | 55,58 | 1 526,39 | 15 | |
2º | Conegliano | 34 345 | 36,38 | 944,42 | 74 | |
3º | Castelfranco Veneto | 32 936 | 51,61 | 637,92 | 42 | |
4º | Montebelluna | 31 083 | 49,01 | 634,16 | 109 | |
5º | Mogliano Veneto | 27 736 | 46,26 | 599,63 | 8 | |
6º | Vittorio Veneto | 26 976 | 82,80 | 325,95 | 138 | |
7º | Paese | 22 022 | 38,09 | 577,40 | 32 | |
8º | Oderzo | 20 087 | 42,35 | 473,41 | 13 | |
9º | Villorba | 17 447 | 30,53 | 572,13 | 26 | |
10º | Preganziol | 16 705 | 23,10 | 723,12 | 12 |
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti
- Nel 2008 si sono contati 9.365 nati vivi (10,7‰) e 7.460 morti (8,5‰), con un saldo naturale di +1.905 unità (+2,2‰). Mediamente, si hanno 2,5 componenti per famiglia.
- Il tasso di nuzialità vede 3,9 matrimoni ogni mille abitanti (2005); di questi, il 63% si sono svolti con rito religioso.
Etnie e minoranze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Al 31 dicembre 2021 la popolazione straniera residente in provincia contava 89 879 persone[2], pari all'10,2% della popolazione totale. Queste le nazionalità più numerose[2]:[3]
Benché il fenomeno abbia subito una certa contrazione a causa della crisi economica, Treviso risulta ancora una delle province con la maggiore percentuale di stranieri sul totale dei residenti (la seconda in Veneto e la diciassettesima in Italia). Dal punto di vista territoriale si nota come i cittadini stranieri si distribuiscano prevalentemente nella Pedemontana del Grappa (Fonte 19,9%, Possagno 17,1%) e nell'Opitergino (Mansuè 19,7%, San Polo di Piave 18,6%, Cimadolmo 18,6%) con una sorta di "ponte" a collegarle fra loro (Vazzola 16,3%, Susegana 16,1%, Conegliano 15,7%, Pieve di Soligo 17,4%).
La Pedemontana è stata investita per prima dal fenomeno dell'immigrazione, attraendo in particolare persone provenienti da Marocco, Senegal e Albania. Il fenomeno era alimentato dalla richiesta di manodopera da parte delle aziende locali, ma a causa dell'attuale situazione economica la loro crescita si è sostanzialmente interrotta.
Un fenomeno simile si è verificato per l'Opitergino; qui tuttavia gli stranieri sono giunti in tempi più recenti, infatti prevalgono i cittadini della Romania, favoriti dall'ingresso nell'Unione europea nel 2007. Anche in questo caso l'aumento demografico sta subendo una notevole frenata.
Più di recente, i flussi migratori tendono a indirizzarsi verso le aree dove la presenza di stranieri è ancora relativamente bassa; gli immigrati, evidentemente, cercano di inserirsi in contesti in cui potrebbero avere maggiori possibilità lavorative. È il caso della parte meridionale della provincia (Mogliano Veneto, Preganziol) dove si stanno affacciando nazionalità "nuove" come romeni, ucraini e moldavi[4].
Istituzioni, enti e associazioni
[modifica | modifica wikitesto]Sanità
[modifica | modifica wikitesto]La sanità locale nella provincia di Treviso è gestita dall'ULSS (Unità Locale Socio Sanitaria) 2 Marca Trevigiana (ex ULSS 7 Pieve di Soligo, ULSS 8 Asolo e ULSS 9 Treviso).
I maggiori presidi ospedalieri sono:
- Ospedale Regionale "Ca' Foncello" di Treviso
- Ospedale generale "San Camillo" di Treviso
- Ospedale "S. Maria dei Battuti" di Conegliano
- Ospedale di Costa di Vittorio Veneto
- Ospedale "San Valentino" di Montebelluna
- Ospedale "San Giacomo apostolo" di Castelfranco Veneto
- Ospedale di Oderzo
- Ospedale riabilitativo di Motta di Livenza
- Ex ospedale di Pieve di Soligo declassato a distretto sanitario
- Ex ospedale di Asolo declassato a distretto sanitario
- Ex ospedale di Valdobbiadene declassato a distretto sanitario
- Ex ospedale psichiatrico Sant'Artemio di Treviso, riqualificato ora ospita i locali e gli uffici dell'ente della Provincia.
Qualità della vita
[modifica | modifica wikitesto]Anno | Qualità della Vita (Sole 24 Ore) Territorio Provinciale |
Qualità della Vita (Italia Oggi) Territorio Provinciale |
Rapporto Ecosistema Urbano (Legambiente)[5] |
---|---|---|---|
2002 | 25° (+19)[6] | n.d. | n.d. |
2003 | 19° (+6)[7] | 31° | n.d.[8] |
2004 | 15° (+4)[9] | 1° (+30)[10] | 80º[11] |
2005 | 26° (-11)[12] | 16° (-15)[13] | 26° (+54)[14] |
2006 | 26° (=)[15] | 29° (-13)[16] | 53° (-27)[17] |
2007 | 29° (-3)[18] | 21° (+8)[19] | 47° (+6)[20] |
2008 | 33° (-4)[21] | 36° (-15)[22] | 68° (-21)[23] |
2009 | 26° (+7)[24] | 36° (=) | 71° (-3)[25] |
2010 | 38° (-12)[26] | 19° (+17) | 69° (+2)[27] |
2011 | 17° (+21)[28] | 10° (+9) | 30º (Città medie - popolazione compresa tra 80.000 e 200.000 abitanti)[29] |
2012 | 22° (-5)[30] | 9° (+1) | 27º (+3)[31] |
2013 | 26° (-4)[32] | 10° (-1)[33] | 33° (-6)[34] |
2014 | 23° (+3)[35] | 4° (+ 6)[36] | 45° (Classifica nazionale finale Ecosistema Urbano)[37] |
2015 | 49° (-26)[38] | 5° (- 1) | 42° (+3)[39] |
2016 | 37° (+12)[40] | 20° (-15)[41] | 23° (+19)[42] |
2017 | 19° (+18)[43] | 6° (+14)[44] | 9° (+14)[45] |
2018 | 9° (+10)[46] | 9° (-3)[47] | 8° (+1)[48] |
2019 | 8° (+1)[49] | 7° (+2)[50] | 7° (+1)[51] |
2020 | 29° (-21)[52] | 7° (=)[53] | 11° (-4)[54] |
2021 | 10° (+19)[55] | 14° (-7)[56] | 9° (+2)[57] |
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La città di Treviso ebbe un proprio distretto sin dall'epoca romana, quando venne dichiarata municipium. Esso era però molto più ristretto dell'attuale, limitandosi alla zona delimitata a sud dal Sile, a est dal Piave, a ovest dal Muson e a nord dal Montello. L'attuale provincia, infatti, si estende anche sugli antichi territori di altre città romane, ovvero Asolo (pedemontana di destra Piave), Altino (zona a sud del Sile) e Oderzo (sinistra Piave).
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente al potere politico si sovrappose quelle ecclesiastico. Verso il 1000 l'attuale Trevigiano risultava partito in due diocesi, quella di Treviso nella destra Piave e quella di Ceneda nella sinistra. Le due aree, comunque, costituivano una certa unità poiché ricadevano entrambe nella sfera di influenza della città che, nei secoli, si evolse a sede di contea, comune e infine signoria.
Sul finire del Trecento la città entra nell'orbita della Repubblica di Venezia. Il Trevigiano venne smembrato in più reggimenti, a cui si aggiungevano alcune località con amministrazione feudale. Nonostante ciò, esso manteneva la sua integrità, poiché tutti i distretti, dipendevano in ultima dal podestà di Treviso.
Il Trevigiano era allora ben più vasto dell'attuale: oltre ai reggimenti di Treviso, Asolo, Castelfranco, Portobuffolé, Oderzo, Motta, Serravalle, Ceneda e Conegliano e ai feudi di Collalto, Susegana, Valmareno, Cordignano e San Polo, comprendeva anche le podesterie di Mestre e Noale, nonché le contee di Mel, Cesana e San Donà[58].
La Repubblica di Venezia cadeva il 12 maggio 1797 per mano della Francia rivoluzionaria. I nuovi governanti misero subito mano all'organizzazione territoriale: alle podesterie furono sostituite le municipalità ma questo sistema durò poco: il 30 ottobre dello stesso anno Napoleone Bonaparte stipulava il trattato di Campoformio e cedeva il Veneto all'Arciducato d'Austria.
In questo periodo vennero sostanzialmente ripristinati gli antichi organi veneziani: le municipalità (ex podesterie) presero il nome di provveditorie, dipendenti dall'Aulico Governo Centrale di Treviso (detto più tardi Nobile Congregazione Delegata e, infine, Capitanato Provinciale).
Dopo la battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805) e la successiva pace di Presburgo (26 dicembre 1805), l'Austria è costretta a cedere il Veneto all'Impero Francese. Il territorio risultò così organizzato in dipartimenti, distretti cantoni e comuni: Treviso fu così messa a capo del dipartimento del Tagliamento, che si estendeva anche sul Pordenonese. I cantoni di Noale, Asolo e Castelfranco vennero in seguito ceduti al Bacchiglione, mentre quello di Mestre passava all'Adriatico.
L'Austria, ora costituitasi in Impero, rioccupa Treviso il 2 novembre 1813 e l'8 novembre successivo confermava provvisoriamente la struttura amministrativa precedente. Il 19 aprile 1814 viene istituito il Regno Lombardo-Veneto e il 7 aprile 1815 viene decisa una nuova organizzazione territoriale (in vigore dall'8 febbraio 1816): il dipartimento divenne la nuova provincia di Treviso, suddivisa in dieci distretti (Treviso, Oderzo, Motta, Conegliano, Serravalle, Ceneda, Valdobbiadene, Montebelluna, Asolo, Castelfranco; gli ultimi due furono ceduti alla provincia di Vicenza già nel 1818), a loro volta articolati in comuni. Al vertice del governo stava la delegazione provinciale, appoggiata dalla congregazione provinciale, con funzioni consultive. Questa situazione fu interrotta dalla parentesi del 1848, quando fu istituita la Repubblica di San Marco: in quel breve periodo fu istituito un governo centrale provvisorio e, per ogni distretto, un comitato. Nel 1853 vi fu una nuova riorganizzazione del sistema, con l'abolizione dei distretti di Motta e Ceneda.
Questa organizzazione territoriale si è sostanzialmente mantenuta nel XX secolo (ricordando che i distretti, poi mandamenti, sono aboliti).
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]«Stemma: d'azzurro alla fascia in divisa d'argento, caricata della legenda di nero maiuscolo Tarvisium: di sopra, al castello merlato alla guelfa di tre torri, la centrale merlata di cinque pezzi e aperta, affiancata da due torri minori merlate di tre, aperte e accompagnate da due bandiere d'azzurro una in banda e l'altra in sbarra, moventi dalla base, il tutto d'argento; di sotto la città murata, con finestra armata, accompagnata a destra e a sinistra da due torrioni intercalati da due torricelle di vedetta coperte di rosso e cimate da croce, il tutto d'argento. Scudo circondato da anello caricato della scritta Monti Musoni Ponto Dominorque Naoni e timbrato da corona marchionale.»
Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 17 marzo 1938[59] anche se era in uso già da fine Ottocento e deriva dal sigillo del capoluogo, con il nome di Treviso in evidenza e la scritta che lo circonda indica genericamente i confini della Marca Trevisana: il monte Musone a nord-ovest e Pordenone sul Nancello (Naone) a est.
Il gonfalone è stato adottato con delibera n. 370 del Rettorato Provinciale del 10 gennaio 1939.
La bandiera è drappo rettangolare partito di bianco e di azzurro con lo stemma al centro. Un'altra bandiera introdotta nel 2015 è arancio-bianco-arancio a strisce verticali caricata del logo della provincia.
Natura
[modifica | modifica wikitesto]Riserve naturali
[modifica | modifica wikitesto]Viste le ricchezze naturali e paesaggistiche che vanta, nella provincia di Treviso sono presenti molte aree protette di diversa tipologia. Nel complesso, si estendono su circa 49.000 ettari di territorio per quanto riguarda le sole zone S.I.C. e Z.P.S., ma la superficie raggiunge i 91.000 ha contando tutte le aree protette (quasi il 40% dell'intero territorio)[60].
In questo senso, l'istituzione più significativa è il Parco regionale del Sile (4.159 ha) che, comprendendo tutto il corso del fiume sino alla Laguna Veneta, toccando anche le provincie di Padova e di Venezia.
Altre piccole aree protette si trovano sull'altopiano del Cansiglio: sono la Riserva naturale integrale Piaie Longhe-Millifret (129,7 ha condivisi con la provincia di Belluno) e la Riserva statale Campo di Mezzo-Pian di Parrocchia (667 ha). Interessante notare che sono 22.000 gli ettari di foreste protetti, cioè quasi la metà delle risorse boschive della provincia.
Economia
[modifica | modifica wikitesto]Artigianato
[modifica | modifica wikitesto]Nell'artigianato la provincia di Treviso è rinomata per le seguenti produzioni e lavorazioni:
- produzioni di mobili d'arte in stile a Revine Lago, Arcade, San Zenone degli Ezzelini, Cessalto, Castello di Godego, Mosnigo, Loria, Spresiano, Onè di Fonte, Bessica, Montebelluna, Cavaso del Tomba, Ca' Rainati, Cornuda, Borso del Grappa, Falzè di Piave, Poggiana, Fonte.
- produzioni di articoli sportivi in numerose località tra le quali Volpago del Montello, Susegana, Montebelluna, Ponzano Veneto, Arcade, Caerano di San Marco, Nervesa Della Battaglia, Vazzola, San Fior;
- lavorazione del ferro battuto in numerose località come Mogliano Veneto, Paese, Ramera, Villorba, Bigolino, San Martino, Piavon, Zero Branco, Corbanese.[61][62]
Turismo
[modifica | modifica wikitesto]Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Sezione in allestimento. Nel frattempo visitare le pagine qui sotto:
- Molinetto della Croda
- Sacrario del Montello
- Villa Barbaro a Maser
- Tempio Canoviano e museo-gipsoteca a Possagno
- Villa Emo a Fanzolo
- Villa Chiminelli a Sant'Andrea di Castelfranco Veneto
- Asolo
- Villa Zeno a Cessalto
- Piazza dei Signori e Palazzo dei Trecento a Treviso
- Chiesa monumentale e torre campanaria a Castello Roganzuolo
- Abbazia di Santa Maria a Follina
- Abbazia di santa Bona a Vidor
Castelli
[modifica | modifica wikitesto]La provincia di Treviso, almeno in confronto al passato, è assai povera di castelli medievali in quanto, con la conquista da parte della Repubblica di Venezia, quest'ultima decise di distruggere la maggior parte dei fortilizi: essi potevano servire da basi per insorti, ma erano anche l'ultima testimonianza, da cancellare, del vecchio potere feudale; inoltre, i castelli, ormai inutili, potevano divenire "cave" da cui attingere materiale di recupero.
I pochi castelli e ruderi rimasti sono sopravvissuti perché ancora proprietà di famiglie feudatarie dipendenti da Venezia, oppure perché l'opera di "smantellamento" a cui si è appena accennato non fu terminata.
Per quanto riguarda la pianura, restano solo i ruderi di una torre del castello di Rai, in comune di San Polo di Piave (X secolo) e un'altra a Casale sul Sile (quest'ultima, perfettamente conservata, è ora parte di una villa privata). Da ricordare, però, le cittadine fortificate di Castelfranco Veneto e Portobuffolé, nate come fortilizi e infine evolutisi in veri e propri centri abitati. Discorso a parte per quanto riguarda la stessa Treviso, città murata.
Più frequente la presenza nell'area collinare, amministrata per conto dei Veneziani da alcuni feudatari, come i Collalto e i Brandolini.
I primi possedevano due castelli in comune di Susegana: quello detto di San Salvatore, è quello meglio conservato; del secondo, nella frazione Collalto, restano la torre principale e tratti delle mura. Ai Collalto apparteneva anche il complesso delle torri di Credazzo, in comune di Farra di Soligo, più volte saccheggiato e quindi caduto in rovina.
Dei Brandolini era invece il Castello di Cison a Cison di Valmarino il quale, cessate le sue funzioni militari, fu adattato a dimora patrizia secondo lo stile delle ville venete.
Anche Conegliano è sovrastata da una bastia, in parte rimaneggiata se non demolita. Conserva le fattezze originali una delle due torri rimaste, sede di un museo.
A Vittorio Veneto si possono ammirare due fortilizi: a Ceneda si trova il castello di San Martino, da secoli sede vescovile; a Serravalle è ubicato invece una costruzione di origini romane, poi ampliata nel Medioevo e in parte demolita nel Settecento; restano tratti delle mura e altre strutture esterne. Nella vicina Cordignano vi è il Castelat, un castello caminese devastato dai Turchi.
Ad Asolo sono conservate due bastie: la prima, il palazzo del Pretorio è di origini medievali, ma fu radicalmente modificata per divenire residenza della nota Caterina Corner; la seconda è la rocca, imponente costruzione di cui restano quasi intatte le mura.
Infine, in località Sopracastello di San Zenone degli Ezzelini, resta la torre di un antico castello degli Ezzelini.
Sport
[modifica | modifica wikitesto]- Treviso Foot Ball Club 1993: è una società calcistica militante nel campionato di Serie D 2024-2025. Nella sua storia ha disputato un campionato di Serie A (2005-2006), 16 campionati di Serie B e a 47 campionati di Serie C. Nel palmares può vantare una Supercoppa di Lega di Serie C e una Coppa Italia Dilettanti.
- Pallacanestro Treviso: è un'associazione sportiva di pallacanestro.
- Treviso: principale società di pallavolo del capoluogo, durante i venticinque anni di presidenza della famiglia Benetton è stata tra le protagoniste assolute del panorama italiano ed europeo. Come "Sisley Treviso" ha vinto 9 scudetti, 5 Coppe Italia e 7 Supercoppe italiane oltre a 10 titoli europei di cui 4 Champions League. L'uscita di scena della famiglia ha comportato nel 2012 la rinuncia alla Serie A e la ripartenza dalla Serie B2, categoria in cui tuttora (2014-15) milita.
- Benetton Rugby Treviso: è un club di rugby a 15 fondato a Treviso nel 1932 e la cui denominazione attuale risale al 1979, quando la famiglia Benetton legò il suo nome alla società. Militante in Celtic League dal 2010, a tale data ha vinto 15 campionati nazionali (l'ultimo proprio nel 2010) e quattro Coppe Italia, che ne fanno il club più titolato del rugby italiano dopo l'Amatori Milano, che vanta 18 scudetti. Dalla stagione sportiva 2010-11 la squadra ha abbandonato il campionato italiano in quanto ammessa alla Celtic League, competizione interconfederale inizialmente riservata a squadre di club gallesi, irlandesi e scozzesi, e rappresenta l'Italia in Heineken Cup. Disputa le proprie gare interne allo stadio comunale di Monigo, a Treviso.
- Imoco: società pallavolistica femminile di Conegliano.
- Marca Futsal: sciolta nel 2014, è stata una squadra italiana di calcio a 5 con sede a Castelfranco Veneto, campione d'Italia nel 2011 e nel 2013. Disputava le proprie gare interne al PalaMazzalovo di Montebelluna.
Palazzetti
[modifica | modifica wikitesto]- PalaVerde di Villorba-Treviso;
- Zoppas Arena di Conegliano;
- PalaMazzalovo di Montebelluna.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]La sede dell'ente Provincia è situata dal 2007 in via Cal di Breda, 116 a Treviso presso il complesso edilizio del Sant'Artemio, già sede dell'ospedale psichiatrico provinciale.
Presidenti della Provincia dal 1951
[modifica | modifica wikitesto]Sindaco | Partito | Periodo | Elezione | |||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Mario Ferracin | Democrazia Cristiana | 1951-1956 | 1951 | |||||
Bruno Marton | Democrazia Cristiana | 1956-1965 | 1956 | |||||
1960 | ||||||||
Pietro Ferracin | Democrazia Cristiana | 1965-1971 | 1964 | |||||
1970 | ||||||||
Carlo Bernini | Democrazia Cristiana | 1971-1980 | 1970 | |||||
1975 | ||||||||
Luigi Carraro (Vicepresidente) | Democrazia Cristiana | 1980 | 1975 | |||||
Giuseppe Marton | Democrazia Cristiana | 1980-1985 | 1980 | |||||
Lino Innocenti | Democrazia Cristiana | 1985-1990 | 1985 | |||||
Giacomo Dalla Longa | Democrazia Cristiana | 1990-1993 | 1990 | |||||
Domenico Citron | Democrazia Cristiana | 1993-1995 | 1990 | |||||
Presidenti eletti direttamente dai cittadini (dal 1995) | ||||||||
Giovanni Mazzonetto | Grande coalizione (LN-PPI) | 1995-1998 | 1995 | |||||
Francesco Cabrini (Vicepresidente) | Grande coalizione (LN-PPI) | 1998 | 1995 | |||||
Luca Zaia | Lega Nord | 1998-2005 | 1998 | |||||
2002 | ||||||||
Leonardo Muraro (Vicepresidente) | Lega Nord | 2005-2006 | 2002 | |||||
Leonardo Muraro | Lega Nord | 2006-2016 | 2006 | |||||
2011 | ||||||||
Presidenti eletti dai sindaci e consiglieri della provincia (dal 2016) | ||||||||
Stefano Marcon | Lega Nord | 2016-in carica |
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Strade ed autostrade
[modifica | modifica wikitesto]Sezione in allestimento. Nel frattempo visitare le pagine qui sotto:
- A4 Serenissima Torino-Trieste
- A27 Mestre-Belluno
- A28 Conegliano-Portogruaro
- Superstrada Pedemontana Veneta
Strade statali
[modifica | modifica wikitesto]- Pontebbana
- Venezia Giulia
- Alemagna
- Ex Postumia (declassata a Strada Regionale 53 )
- Ex Castellana (declassata a Strada Regionale 245 )
- Ex Schiavonesca Marosticana (declassata a Strada Provinciale 248 )
- Ex Feltrina (declassata a Strada Regionale 348 )
Strade provinciali
[modifica | modifica wikitesto]Linee bus extraurbani
[modifica | modifica wikitesto]Il servizio dei trasporti pubblici su gomma è fornito dalla M.O.M. (Mobilità di Marca), società frutto della fusione del 2011 di La Marca, ACTT, CTM e ATM. Il servizio copre l'intera provincia e le maggiori città con tratte urbane[63].
Rete ferroviaria
[modifica | modifica wikitesto]- Ferrovia Calalzo-Padova
- Ferrovia Belluno-Feltre-Treviso
- Ferrovia Ponte nelle Alpi-Conegliano
- Ferrovia Trento-Venezia
- Ferrovia Treviso-Portogruaro
- Ferrovia Treviso-Montebelluna
- Ferrovia Montebelluna-Padova
- Ferrovia Venezia-Trieste
- Ferrovia Venezia-Udine
- Ferrovia Vicenza-Treviso
- [†] Ex Ferrovia Montebelluna-Susegana (soppressa)
- [†] Ex Ferrovia Treviso-Ostiglia (soppressa)
Aeroporti
[modifica | modifica wikitesto]- Aeroporto di Treviso-Sant'Angelo "Antonio Canova"
- Aeroporto di Istrana, base dell'Aeronautica militare italiana
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Asolo, il castello
-
Castelfranco Veneto, pala del Giorgione
-
Cison di Valmarino, castello e funicolare
-
Conegliano, il castello
-
Follina, facciata dell'abbazia
-
Montebelluna, interno del duomo
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Oderzo, Piazza Grande
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Ponte della Priula, Tempio Votivo
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Piave (fiume)
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Spresiano, il campanile
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Vittorio Veneto, panorama dal Col Visentin
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ a b Statistiche demografiche ISTAT., su demo.istat.it. URL consultato il 4 luglio 2022.
- ^ Cittadini stranieri 2022 tuttitalia.it
- ^ A 5 anni dall'inizio della crisi: stabilità o rinnovata mobilità? (PDF), su cislbellunotreviso.it, Anolf Treviso, 2012. URL consultato il 4 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
- ^ Al fine di «sottolineare l'attualità editoriale della ricerca» dal 2003 Legambiente ha preferito nominare il dossier con l'anno in cui viene pubblicato anziché con l'anno dei dati raccolti. Per praticità, qui sono stati riportati i dati relativi all'anno di ricerca e non all'anno di pubblicazione, pertanto i dati 2002 sono quelli riportati nel rapporto 2003, i dati 2003 sono quelli del rapporto 2004 e via dicendo.
- ^ Qualità della vita 2002 - Treviso, su lab24.ilsole24ore.com.
- ^ Qualità della vita 2003 - Treviso, su lab24.ilsole24ore.com.
- ^ Ecosistema Urbano 2003 di LEGAMBIENTE - Nono Rapporto sulla Qualità Ambientale dei Comuni Capoluogo (PDF), su comune.bologna.it.
- ^ Qualità della vita 2004 - Treviso, su lab24.ilsole24ore.com.
- ^ Ornello Vitali, Rapporto 2004 sulla Qualità della vita in Italia, in Italia Oggi, 10 dicembre 2004.
- ^ Ecosistema Urbano 2004 - Comune di Bologna (PDF), su comune.bologna.it.
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- ^ Rapporto 2005 sulla Qualità della vita in Italia, in Italia Oggi, dicembre 2005.
- ^ Ecosistema Urbano 2005 di Legambiente - Undicesimo rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia (PDF), su legambiente.it.
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- ^ LEGAMBIENTE ECOSISTEMA URBANO – XVII edizione (PDF), su legambiente.it.
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- ^ Ecosistema Urbano XX edizione, su legambiente.it. URL consultato il 15 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
- ^ La Marca guadagna posizioni ma ha pochi cinema e librerie, in La Tribuna di Treviso, 2 dicembre 2014.
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- ^ Qualità della vita, la classifica che traballa, in La Tribuna di Treviso, 22 dicembre 2015.
- ^ ECOSISTEMA URBANO XXII Rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia (PDF), su legambiente.it.
- ^ Qualità della vita Treviso e la Marca salgono di 12 posti, in La Tribuna di Treviso, 14 dicembre 2016.
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- ^ Qualità della vita - La classifica finale - Treviso - 2017, su lab24.ilsole24ore.com.
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- ^ Ecosistema Urbano 2017 (pdf) - Legambiente (PDF), su legambiente.it.
- ^ Le città più vivibili d’Italia - Qualità della vita 2018, su lab24.ilsole24ore.com.
- ^ Silvana Saturno, Bolzano reginetta d’Italia, in Italia Oggi, 19 novembre 2018.
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- ^ Silvana Saturno, Trento, la migliore d’Italia, in Italia Oggi, 18 novembre 2019.
- ^ rapporto-ecosistema-urbano-2019.pdf - Legambiente (PDF), su legambiente.it.
- ^ Giorgia Favero, Qualità della vita 2020: Treviso è 29esima, in Italiani.it - Treviso, 2 marzo 2021.
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- ^ Ecosistema-Urbano-2020.pdf - Legambiente (PDF), su legambiente.it.
- ^ Qualità della vita 2021 - Le classifiche 2021, su lab24.ilsole24ore.com.
- ^ Roxy Tomasicchio, Parma si conquista il primato, in Italia Oggi, 15 novembre 2021.
- ^ Ecosistema Urbano 2021 - Legambiente (PDF), su legambiente.it.
- ^ Andrea Da Mosto, Archivi dell'amministrazione provinciale della Repubblica Veneta, archivi delle rappresentanze diplomatiche e consolari, archivi dei Governi succeduti alla Repubblica Veneta, archivi degli istituti religiosi e archivi minori (PDF), su Archivio di Stato di Venezia. Indice generale, storico, descrittivo ed analitico, II, Biblioteca d'arte editrice, 1940. URL consultato l'8 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Treviso (provincia), su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 3 luglio 2023.
- ^ Ambiente ambiente.provincia.treviso.it
- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 1, Roma, A.C.I., 1985, p. 18.
- ^ L’economia nella provincia di Treviso tb.camcom.gov.it
- ^ Servizio extraurbano M.O.M., su mobilitadimarca.it. URL consultato il 14 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2019).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Armoriale dei comuni della provincia di Treviso
- Dipartimento del Tagliamento
- Marca Trevigiana
- Diocesi di Treviso
- Diocesi di Vittorio Veneto
- Categoria:Frazioni della provincia di Treviso
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su provincia di Treviso
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su provincia di Treviso
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Biblioteca Treviso Biblioteche comunali di Treviso
- Marca Treviso Il sito turistico della Provincia di Treviso
- Il sito della Marca Trevigiana, la provincia di Treviso, su marcatrevigiana.it.
- F.A.S.T. Foto Archivio Storico Trevigiano, su fast.provincia.treviso.it.
- Camera di Commercio di Treviso, su tv.camcom.it.
- Passeggiate Treviso portale che raggruppa diverse camminate nella marca trevigiana
- https://www.provincia.treviso.it/index.php/it/-[collegamento interrotto]Sito istituzionale della Provincia di Treviso
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