Mansuè

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Mansuè
comune
Mansuè – Stemma
Mansuè – Bandiera
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Treviso
Amministrazione
SindacoLeonio Milan (lista civica Ascoltare per servire) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate45°49′23.52″N 12°32′08.16″E / 45.8232°N 12.5356°E45.8232; 12.5356 (Mansuè)
Altitudine13 m s.l.m.
Superficie27,1 km²
Abitanti4 917[1] (30-6-2023)
Densità181,44 ab./km²
FrazioniBasalghelle
Comuni confinantiFontanelle, Gaiarine, Gorgo al Monticano, Oderzo, Pasiano di Pordenone (PN), Portobuffolé, Prata di Pordenone (PN)
Altre informazioni
Cod. postale31040
Prefisso0422
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT026037
Cod. catastaleE893
TargaTV
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 359 GG[3]
Nome abitantimansuetani
Patronosan Mansueto
Giorno festivo3 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mansuè
Mansuè
Mansuè – Mappa
Mansuè – Mappa
Il territorio comunale nella provincia di Treviso.
Sito istituzionale

Mansuè (AFI: /mansuˈɛ/[4], Mansuè in veneto[5]) è un comune italiano di 4 917 abitanti[1] della provincia di Treviso in Veneto.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

È facile ricondurre il toponimo al nome del patrono San Mansueto[6], ma alcuni studiosi hanno formulato delle ipotesi alternative. Potrebbe derivare dal latino mansio, una stazione di sosta lungo una strada romana oppure un centro agricolo amministrato dai Cavalieri templari; è molto probabile, infatti, che l'ordine fosse ben presente in zona, trovandosi tra Tempio di Ormelle e San Giovanni del Tempio di Sacile, due importanti centri templari[7].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

I primi reperti riguardano la civiltà dei Paleoveneti. Tra i segni più evidenti, i cosiddetti casteir, delle collinette utilizzate per il controllo del Livenza, corso d'acqua navigabile.

Nel III secolo a.C. il Veneto fu assoggettato ai Romani e la zona fu assegnata al municipium di Opitergium (l'attuale Oderzo). A Portobuffolé, nella frazione Settimo, doveva trovarsi un porto fluviale, dunque anche la zona di Mansuè fu coinvolta nel transito dei traffici.

Dal medioevo a Venezia[modifica | modifica wikitesto]

Caduto l'Impero Romano, il territorio fu devastato dalle invasioni barbariche e, più tardi, degli Ungari. La generale decadenza portò all'abbandono del territorio che poté essere recuperato qualche tempo dopo con l'affermarsi del monachesimo. Nella stessa Basalghelle sorse un monastero benedettino, di cui oggi restano la chiesetta dei Santi Mauro e Macario e l'ex convento delle Baite.

Dopo l'anno Mille, Mansuè dipese dai Caminesi i quali avevano creato una signoria con sede a Portobuffolé. La comunità locale beneficò di questa vicinanza sino al 1339, quando la Serenissima conquistò i possedimenti dei Caminesi.

Anche sotto Venezia il territorio vide confermata la sua importanza come località di transito commerciale. Il porto di Portobuffolé fu ulteriormente ampliato, specie con l'apertura della via dei Sali che dall'Adriatico giungeva al Nordeuropa passando anche per Basalghelle.

Dall'Ottocento ad oggi[modifica | modifica wikitesto]

Caduta la Repubblica di Venezia (1797), dal 1805 il Veneto divenne parte del napoleonico Regno d'Italia. Il dominio francese fece di Mansuè (con Baite di Mansuè, Fossabiuba, Villa Longa e Tessere) e Basalghelle (con Baite di Basalghelle, Cornarè e Rigole) due comuni inclusi nel circondario di Portobuffolé, del dipartimento del Tagliamento.

Nel 1815, come già accordato durante il congresso di Vienna, il Veneto fu ceduto all'Austria e incluso nel Regno Lombardo-Veneto. La dominazione straniera fu molto osteggiata dalla popolazione locale, e in effetti portò ad una grave decadenza economica, provocata anche dalla chiusura del porto di Portobuffolé.

Dal 1866, dopo la terza guerra di indipendenza, anche Mansuè diviene un comune del nuovo Regno d'Italia.

Nel Novecento Mansuè fu uno dei comuni più coinvolti nel fenomeno dell'emigrazione, che indirizzò i flussi verso l'Europa, le Americhe e l'Australia[7].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 16 marzo 1956.[8]

«Di rosso, all'agnello d'argento, tenente con la zampa destra una banderuola bifida d'argento, crociata di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»

L'agnello, simbolo di mansuetudine, ricorda il toponimo che a sua volta deriverebbe dal santo patrono della pieve, san Mansueto di Toul.

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

La parrocchiale[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa parrocchiale, arcipretale della diocesi di Vittorio Veneto, forania Opitergina, è dedicata a San Mansueto.

Se ne ignora la storia più antica; si sa che nel 1550, come decretò il vescovo di Ceneda Dalla Torre, essa fu ampliata e riconsacrata il 27 luglio 1625 dal vescovo di Caorle Benedetto Benedetti. Lo stemma dell'ordine posto sopra il portale centrale fa pensare che l'edificio originale fu eretto dai francescani.

L'attuale costruzione risente di interventi successivi quali l'ampliamento del 1924 su disegno dell'architetto Domenico Rupolo: per l'occasione furono aggiunte due navate laterali cosicché il campanile, risalente ai primi del Seicento, finì per essere inglobato nella costruzione. Sostituì un precedente a torre per ordine del vescovo Mocenigo.

L'altare maggiore, sormontato dal notevole tabernacolo, è ornato da due angeli marmorei del 1754. Come testimoniano gli affreschi, dietro l'altare era posta una pala di Andrea Vicentino (una Madonna con Bambino in gloria con santi), oggi conservata presso il museo diocesano di Vittorio Veneto. Al posto della tela, si trova oggi un grande affresco di Giuseppe Modolo, autore anche dei due affreschi dell'arco che divide il coro dalla navata.

L'altare alla sinistra dell'entrata, dedicato alla Madonna, conserva una statua lignea della Vergine, opera di Valentino Panciera Besarel. Di fronte si trova l'altare di Sant'Antonio. Dietro al santo la scritta Pro fratribus nostris absentibus invoca la protezione sui numerosi mansuetani emigrati[9].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[10]

Alla fine del 2007 si sono contati 49 nati (10,0‰) e 32 morti(6,5‰), con un incremento naturale di 17 unità (3,5‰). Le famiglie (1.745) contano in media 2,8 componenti[11].

Secondo il censimento ISTAT del 2001, la popolazione era così ripartita:

  • centri abitati:
    • Mansuè: 1.905 (sede comunale)
    • Basalghelle: 92 (frazione a nord-ovest del capoluogo)
    • Cornarè: 191 (località a nord-ovest di Basalghelle)
    • Fossabiuba: 167 (località ad est del capoluogo)
    • Rigole: 220 (località a nord-est di Basalghelle)
  • nuclei abitati:
    • Borgo Rigole: 47 (località nei pressi di Rigole)
    • Castella: 18 (località a nord del capoluogo, presso la zona industriale)
    • Tremeacque: 38 (località a nord di Fossabiuba)
  • case sparse: 1.454

Conferma delle peculiarità agricole del territorio, dei 4.132 abitanti di allora ben 1.454 (35,2%) vivevano in case sparse.

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2008 Mansuè era il comune della provincia di Treviso con la più alta percentuale di stranieri sul totale dei residenti.[12].Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune erano 957, ovvero il 18,9% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[13]:

  1. Romania 745
  2. Kosovo 52
  3. India 44

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La gran parte della popolazione professa il cattolicesimo. Nel territorio sono presenti due parrocchie, corrispondenti alle due frazioni del comune, che fanno capo alla diocesi di Vittorio Veneto.

Esiste inoltre una consistente comunità di cristiani pentecostali composta da circa 400 fedeli di cittadinanza rumena.[12].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1985 1995 Ireneo Miotto Democrazia Cristiana Sindaco
1995 1999 Sebastiano Claudio Avelli lista civica Sindaco
1999 2004 Luigino Rancan civiche-centrosinistra Sindaco
2004 2014 Giuseppe Vizzotto Lega Nord Sindaco
2014 in carica Leonio Milan Ascoltare per servire Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Mansuè", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  5. ^ Renzo Ambrogio, Nomi d'Italia: origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Istituto geografico De Agostini, 2004.
  6. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 442.
  7. ^ a b Informazioni dalla sezione La storia del sito istituzionale Archiviato il 20 luglio 2011 in Internet Archive..
  8. ^ Mansuè, decreto 1956-03-16 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 28 settembre 2022.
  9. ^ Informazioni dalla sezione Da visitare... del sito istituzionale Archiviato il 5 ottobre 2009 in Internet Archive..
  10. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  11. ^ Dato Istat al 31/12/2008, su demo.istat.it. URL consultato il 31 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2011).
  12. ^ a b Barbara Battistella, Mansuè è diventata la piccola Bucarest, in la Tribuna di Treviso, 24 agosto 2008, p. 29. URL consultato il 26 ottobre 2011.
  13. ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2017 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 30 luglio 2018.

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