Lingue dell'Unione europea
Le lingue dell'Unione europea sono gli idiomi usati dagli abitanti degli Stati membri dell'UE. Attualmente le lingue ufficiali dell'Unione europea sono 24. Sulla pagina iniziale del sito dell'UE[1] si afferma: "Lingue: la ricchezza dell'Europa" titolando una sezione particolare[2] tutta dedicata a questo argomento.
L'UE incoraggia il multilinguismo, cioè incoraggia i propri cittadini a essere in grado di parlare altre lingue oltre la propria lingua madre. Un certo numero di programmi finanziati dall'Unione europea promuovono attivamente l'apprendimento delle lingue e la diversità linguistica (ad esempio la Giornata europea delle lingue), però l'UE non ha molta autorità in quest'area poiché il contenuto dei programmi di formazione rimane compito esclusivo dei singoli Stati membri.
Secondo il sito dell'UE,[3] il costo per mantenere la sua politica multilinguistica è di 1.123 milioni di euro, pari all'1% del bilancio generale annuo dell'Unione europea, o 2,28 € pro capite l'anno.
Lingue ufficiali[modifica | modifica wikitesto]
Attualmente le lingue ufficiali dell'Unione europea sono 24 in rappresentanza di 27 stati membri. Accanto alla lingua sono indicati gli stati dove gode di ufficialità a livello nazionale o territoriale:
- Bulgaro -
Bulgaria (Locutori: 7,8 milioni)
- Ceco -
Rep. Ceca,
Slovacchia (Locutori: 12,5 milioni)
- Croato -
Croazia,
Italia,
Austria (Locutori: 5,5 milioni)
- Danese -
Danimarca,
Germania (Locutori: 5,3 milioni)
- Estone -
Estonia (Locutori: 1,5 milioni)
- Finlandese -
Finlandia (Locutori: 5 milioni)
- Francese -
Francia,
Belgio,
Lussemburgo,
Italia (Locutori: 70 milioni)
- Greco -
Grecia,
Cipro (Locutori: 12 milioni)
- Inglese -
Irlanda,
Malta
Cipro (Locutori: 5 milioni)
- Irlandese (gaelico) -
Irlanda (Locutori: 1,5 milioni)
- Italiano -
Italia,
Slovenia,
Croazia,
Malta,
Grecia,
Francia (Locutori: 65 milioni)
- Lettone -
Lettonia (Locutori: 2 milioni)
- Lituano -
Lituania (Locutori: 3,5 milioni)
- Maltese -
Malta (Locutori: 0,5 milioni)
- Olandese -
Paesi Bassi,
Belgio (Locutori: 23 milioni)
- Polacco -
Polonia (Locutori: 44 milioni)
- Portoghese -
Portogallo (Locutori: 10,5 milioni)
- Romeno -
Romania (Locutori: 22 milioni)
- Slovacco -
Slovacchia,
Rep. Ceca (Locutori: 5 milioni)
- Sloveno -
Slovenia,
Austria,
Italia,
Ungheria (Locutori: 2 milioni)
- Spagnolo -
Spagna (Locutori: 47 milioni)
- Svedese -
Svezia,
Finlandia (Locutori: 8,3 milioni)
- Tedesco -
Germania,
Austria,
Lussemburgo,
Italia,
Belgio (Locutori: 90 milioni)
- Ungherese -
Ungheria,
Austria,
Romania,
Slovenia,
Slovacchia (Locutori: 13,5 milioni)
Il trattato istitutivo dell'Unione europea stabilisce che ogni cittadino dell'Unione possa scrivere alle istituzioni europee in una delle lingue ufficiali e averne una risposta nella medesima lingua e che tutti i documenti ufficiali vengono redatti in tutte le lingue ufficiali dell'Unione, al fine di garantirne la comprensibilità. Le lingue ufficiali vengono definite dagli stati membri e non dalle autorità di Bruxelles. Attualmente il lussemburghese e il turco (che sono rispettivamente le lingue ufficiali in Lussemburgo e Cipro) sono le uniche due lingue nazionali a non essere lingue ufficiali dell'Unione.
La babele di lingue[modifica | modifica wikitesto]
A causa del notevole incremento delle lingue a seguito del processo di allargamento dell'Unione europea e della dispendiosità del sistema di traduzioni reciproche nelle istituzioni europee, è in atto la tendenza a considerare quali lingue di redazione degli atti formali solo quattro principali lingue europee (l'inglese, il francese, il tedesco e l'italiano) pubblicandone poi la traduzione nelle restanti lingue europee.[senza fonte]
Tuttavia alcuni Stati stanno ridimensionando le loro richieste e infatti il gaelico, anche se reso ufficiale, punterà solo alla traduzione dei documenti ufficiali, mentre la traduzione simultanea sarà effettuata solo su specifica richiesta presentata in anticipo. In effetti anche nel parlamento irlandese meno del 2% degli interventi avviene in gaelico.[senza fonte]
Lingue regionali e minoritarie[modifica | modifica wikitesto]
Allo scopo di tutelare il patrimonio culturale delle lingue regionali e minoritarie, l'Unione europea ha istituito una rete di raccolta, analisi e studio della documentazione relativa chiamata Mercator, le cui sedi si trovano in Catalogna, in Frisia e in Galles.
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Michele Gazzola (2006) "La gestione del multilinguismo nell'Unione europea", in Carli, Augusto (a cura di), Le sfide della politica linguistica di oggi. Fra la valorizzazione del multilinguismo migratorio locale e le istanze del plurilinguismo europeo, (p. 17-117). Milano, Franco Angeli.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue
- Centro di traduzione degli organismi dell'Unione europea
- Eurolinguistica
- Lingue dell'Unione africana
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Eurolang, su eurolang.net. URL consultato il 20 febbraio 2006 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2020).
- Euromosaic (fonte ufficiale ma poco aggiornata e mancante di riferimenti corretti)
- Più lingue più affari. Un rapporto della Commissione europea su economia e lingue nell'Unione europea 'Più lingue più affari'
- Rapporto Maalouf. Un rapporto della Commissione europea sul bisogno per gli europei di 'adottare una lingua' 'Una sfida salutare'[collegamento interrotto]
- Speciale Eurobarometro: Gli europei e le lingue. Indagine sulle competenze linguistiche degli europei 'Gli europei e le lingue'
- https://www.europarl.europa.eu/aboutparliament/it/20150201PVL00013/Multilinguismo