Direzione Investigativa Antimafia
D.I.A. Direzione investigativa antimafia | |
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Emblema | |
Descrizione generale | |
Attiva | 1991 - oggi |
Nazione | Italia |
Servizio | Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'interno della Repubblica Italiana |
Tipo | Interforze |
Ruolo | Polizia giudiziaria e sicurezza nazionale nel settore della criminalità mafiosa |
Guarnigione/QG | Roma e 24 uffici periferici |
Motto | vis unita fortior (l'unione delle forze rende ancora più forti) |
Sito internet | direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it |
Parte di | |
Dipartimento della Pubblica Sicurezza | |
Composizione | |
Polizia di Stato Arma dei Carabinieri Guardia di Finanza Polizia Penitenziaria | |
Comandanti | |
Direttore | Generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza Michele Carbone |
Simboli | |
Emblema alternativo | |
Voci su unità militari presenti su Wikipedia |
La direzione investigativa antimafia (in acronimo DIA) è un organismo investigativo interforze, inquadrato nel Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno della Repubblica Italiana, con compiti di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso in Italia.
Contemporaneamente alla sua istituzione fu soppresso l'Alto Commissariato per la lotta alla mafia.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'istituzione della DNA, del PNA e delle DDA è avvenuta con decreto legge 20 novembre 1991 n. 327, convertita nella legge 20 febbraio 1992 n. 8[2] con il decreto-legge 29 ottobre 1991, n. 345, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 1991, n. 410,[3] a seguito dell'intensificarsi della lotta alla mafia in Italia, grazie all'opera di Giovanni Falcone e come organo interforze di polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza).[4] La prima relazione semestrale al Parlamento sull'attività svolta è quella del primo semestre 1992.
Dal 2013 anche la Polizia penitenziaria è entrata a comporre gli organici della DIA. Allo stesso modo, pure il Corpo forestale dello Stato ne fece parte fino alla sua soppressione il 31 dicembre 2016 (art.8 del d.lgs 15 novembre 2012, n. 218).
Nel 2022 si sono celebrati i trent'anni di lavoro della DIA.[5]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Struttura
[modifica | modifica wikitesto]La DIA ha la sua collocazione nell'ambito del Dipartimento della pubblica sicurezza. Ha per il perseguimento dei propri obiettivi istituzionali totale autonomia gestionale e amministrativo-contabile. Il suo assetto organizzativo è definito dal Ministero dell'interno con propri decreti, sentito il Consiglio generale per la lotta alla criminalità organizzata.[6]
Prevede al vertice della struttura un direttore, scelto a rotazione tra dirigenti generali di Pubblica Sicurezza appartenenti alla Polizia di Stato ed ufficiali generali con il grado non inferiore a generale di divisione del Corpo della Guardia di Finanza o dell'Arma dei Carabinieri, che abbiano maturato una specifica competenza nel settore della lotta al crimine di tipo mafioso.
Per l'esercizio delle sue funzioni, il direttore si avvale della collaborazione di due vicedirettori, ad uno dei quali è anche affidata la funzione vicaria, che hanno il compito di sovrintendere rispettivamente alle attività operative ed a quelle amministrative.
L'organizzazione, per un totale di circa 1 300 elementi, è così suddivisa:
- una struttura centrale a Roma
- 3 reparti (”Investigazioni preventive”, ”Investigazioni giudiziarie” e “Relazioni internazionali ai fini investigativi”)
- 5 uffici
- una struttura periferica, costituita da:
Composizione
[modifica | modifica wikitesto]È a composizione interforze; i membri vengono scelti tra gli appartenenti alle forze di polizia italiane e dal personale civile dell'amministrazione dell'interno (purché appartenente alla pubblica sicurezza).[7]
Funzioni
[modifica | modifica wikitesto]È un organismo investigativo di tipo specializzato con il compito esclusivo di assicurare lo svolgimento, in forma coordinata, delle attività di investigazione preventiva attinenti alla criminalità organizzata, nonché di effettuare indagini di polizia giudiziaria relative esclusivamente a delitti imputabili all'associazione di tipo mafioso.[8]
Speciale importanza ha la prerogativa, che ha il direttore della DIA, nel proporre ai tribunali competenti per territorio l'irrogazione di misure di prevenzione, sia a carattere personale (sorveglianza speciale), sia a carattere patrimoniale (sequestro dei beni).
In particolare, la Direzione nazionale antimafia, coordinata dal procuratore nazionale antimafia, e le direzioni distrettuali antimafia si avvalgono della struttura della DIA per le proprie indagini, oltre che del laboratorio centrale del DNA gestito dalla Polizia penitenziaria.
La DIA analizza anche le segnalazioni di operazioni sospette di propria competenza a lei trasmesse dall'Unità di Informazione Finanziaria per l'Italia.[9]
Dati sull'attività
[modifica | modifica wikitesto]Nel campo del sequestro dei beni, dal 1992 al 31 dicembre 2018, sono stati sequestrati beni per oltre 17 miliardi di euro ed eseguite confische per quasi 10 miliardi di euro.[10]
Inoltre, sempre dal 1992 al 2011, sono state arrestate circa 9 400 persone sospettate di associazione mafiosa.[10]
Organi di direzione
[modifica | modifica wikitesto]- Direttore: generale della Guardia di Finanza = Michele Carbone (27 luglio 2023 - in carica)
- Vice direttore tecnico operativo: dirigente superiore di Pubblica sicurezza = Lorena Di Galante
- Vice direttore amministrativo: generale di brigata dei Carabinieri = Antonio Basilicata
Cronotassi dei direttori
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Tavormina (1991-1993), generale di divisione dei Carabinieri
- Gianni De Gennaro (1993-1994), dirigente generale di Pubblica sicurezza
- Giovanni Verdicchio (1994-1997), generale della Guardia di Finanza
- Carlo Alfiero (1997-2001), generale di divisione dei Carabinieri
- Agatino Pappalardo (2001-2002), dirigente generale di Pubblica sicurezza
- Achille Dello Russo (2002-2005), dirigente generale di Pubblica sicurezza
- Cosimo Sasso (2005-2008), generale della Guardia di Finanza
- Antonio Girone (2008-2011), generale di divisione dei Carabinieri
- Alfonso D'Alfonso (2011-2012), dirigente generale di Pubblica sicurezza
- Arturo De Felice (2012-2014), dirigente generale di Pubblica Sicurezza
- Nunzio Antonio Ferla (2014-2017), generale di divisione della Guardia di Finanza[11]
- Giuseppe Governale (2017-2020), generale di divisione dei carabinieri
- Maurizio Vallone (2020-2023), dirigente generale di Pubblica Sicurezza
- Michele Carbone (2023- in carica), generale della Guardia di Finanza
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Direzione Investigativa Antimafia, su direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it. URL consultato il 14 febbraio 2019 (archiviato il 15 febbraio 2019).
- ^ consultabile sul sitoArchiviato il 29 ottobre 2009 in Internet Archive..
- ^ Cfr. il testo del decreto-legge 29 ottobre 1991, n. 345, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 1991, n. 410, Decreto-legge 29 ottobre 1991, n. 345(1), convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 1991, n. 410, su camera.it, Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato, 31 ottobre 1991. URL consultato il 24 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2017).
- ^ Dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, i richiami alle disposizioni contenute negli articoli 1, 3 e 5 del decreto-legge 29 ottobre 1991, n. 345, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 1991, n. 410, ovunque presenti, si intendono riferiti alle corrispondenti disposizioni contenute nel decreto legislativo. Nel D. Lgs. n. 159/2011, l'articolo 108 tratta della DIA.
- ^ [I 30 anni della DIA, https://www.giornaledicalabria.it/?p=218088, 31 gennaio 2022]
- ^ DECRETO LEGISLATIVO 6 settembre 2011, n. 159, su Normattiva. URL consultato il 10 luglio 2019 (archiviato il 23 marzo 2019).«Art. 108, § 9: Il Ministro dell'interno, sentito il Consiglio generale di cui all'articolo 107, determina l'organizzazione della D.I.A. secondo moduli rispondenti alla diversificazione dei settori d'investigazione e alla specificità degli ordinamenti delle forze di polizia interessate [...]»
- ^ Sicurezza Pubblica, su sicurezzapubblica.wikidot.com, 8 agosto 2011. URL consultato il 24 novembre 2018 (archiviato il 5 gennaio 2018).
- ^ Contrasto alla criminalità organizzata di tipo mafioso (PDF), su direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it, Ministero dell'interno - DIA Direzione Investigazione Antimafia. URL consultato il 24 novembre 2018 (archiviato il 24 novembre 2018).
- ^ Direzione Investigativa Antimafia, su direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it. URL consultato il 19 ottobre 2019 (archiviato il 21 settembre 2019).
- ^ a b Rilevazioni statistiche, su Direzione Investigativa Antimafia. URL consultato il 10 luglio 2019 (archiviato il 9 luglio 2019).
- ^ Cambio al vertice della Dia: nominato direttore Nunzio Antonio Ferla, su Liberainformazione, 1º ottobre 2014. URL consultato il 29 gennaio 2015 (archiviato il 15 febbraio 2015).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Iannielli e Michele Rocchegiani, La direzione investigativa antimafia, Giuffrè, 1995.
- Raoul Muhm e Gian Carlo Caselli, Il ruolo del Pubblico Ministero - Esperienze in Europa, Roma, Vecchiarelli Editore Manziana, 2005, ISBN 888247156X.
- Davide Sole, Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, Maggioli, 2011.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Alto Commissariato per la lotta alla Mafia
- Direzione distrettuale antimafia
- Direzione nazionale antimafia
- Gruppo interforze centrale
- Ordinamento giudiziario in Italia
- Procuratore nazionale antimafia
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Direzione Investigativa Antimafia»
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it.
- Sito ufficiale della DIA, su www1.interno.gov.it. URL consultato il 29 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2014).
- L'attività della DIA dal 1992 al 2010, su interno.it.