Pisa Sporting Club: differenze tra le versioni

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Per quanto riguarda la serie A a girone unico, ha giocato 7 campionati e il massimo risultato raggiunto è l'11º posto nella stagione [[Serie A 1982-1983|1982-1983]], mentre il peggiore è il 17° del [[Serie A 1988-1989|1988-1989]]<ref name="ST">{{Cita|C.Fontanelli|p. 51}}</ref>. Il maggior numero di segnature è di 34 reti e risale alla stagione [[Serie A 1990-1991|1990-1991]], mentre il minore è di 20 nel campionato [[Serie A 1983-1984|1983-1984]], sempre alla stagione 1990-1991 risale anche il primato di reti subite con 60, mentre la stagione 1982-1983 detiene anche il primato del minor numero di reti subite con 27.<ref name="ST" /> Al campionato 1990-1991 appartengono altri due primati, quelli del maggiore numero di vittorie e di sconfitte , rispettivamente di 8 vittorie e 20 sconfitte,<ref name="ST" /> mentre nella stagione 1983-1984 si è avuto anche, sia il minor numero di vittorie con 3, sia il minor numero di sconfitte con 11 in concomitanza con il campionato 1982-1983.<ref name="ST" />
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In serie B invece il miglior risultato, da quando è stata istituita nel [[1929]], sono i 2 primi posti nel [[Serie B 1984-1985|1984-1985]] e [[Serie B 1986-1987|1986-1987]], il peggiore è il 20° del [[Serie B 2008-2009|2008-2009]].<ref name="ST" /> Il maggior numero di segnature (63) risale al campionato [[Serie B 1948-1949|1948-1949]], mentre il minore e di 25 nel [[Serie B 1979-1980|1979-1980]],<ref name="ST" /> alla stagione [[Serie B 1939-1940|1939-1940]] appartiene il primato delle reti subite con 62, mentre nella stagione [[Serie B 1989-1990|1989-1990]] si ha il minor numero di reti subite con 23.<ref name="ST" /> Ai campionati [[Serie B 1940-1941|1940-1941]], [[Serie B 1950-1951|1950-1951]] e [[Serie B 1980-1981|1980-1981]] appartiene il primato del minor numero di vittorie con 10 mentre, la stagione vittoriosa del 1984-1985 detiene il primato del minor numero di sconfitte con 5.<ref name="ST" /> Il maggior numero di vittorie stagionali invece appartiene alla stagione [[Serie B 1947-1948|1947-1948]] con 19 mentre, nella stagione 2008-2009 si ha anche il maggior numero di sconfitte con 18.<ref name="ST" />
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Nelle coppe nazionali giocate, la prima risale all'edizione [[Coppa Italia 1935-1936|1935-1936]], il miglior risultato è la semifinale del [[Coppa Italia 1988-1989|1988-1989]], mentre è riuscito ha conquistare un'edizione della [[Coppa Italia Serie C]] nella stagione [[Coppa Italia Serie C 1999-2000|1999-2000]]. Inoltre ha partecipato a 7 edizioni di competizioni internazionali europee non [[UEFA]] ([[Coppa Mitropa]], [[Coppa Anglo-Italiana]] e [[Supercoppa Mitropa]]) vincendo 2 edizioni della Coppa Mitropa, precisamente quella del [[Coppa Mitropa 1985-1986|1985-1986]] e quella del [[Coppa Mitropa 1987-1988|1987-1988]].<ref name="ST" />
Nelle coppe nazionali giocate, la prima risale all'edizione [[Coppa Italia 1935-1936|1935-1936]], il miglior risultato è la semifinale del [[Coppa Italia 1988-1989|1988-1989]]; inoltre il Pisa è riuscito a conquistare un'edizione della [[Coppa Italia Serie C]] nella stagione [[Coppa Italia Serie C 1999-2000|1999-2000]]. La squadra ha partecipato a 7 edizioni di competizioni internazionali europee non [[UEFA]] ([[Coppa Mitropa]], [[Coppa Anglo-Italiana]] e [[Supercoppa Mitropa]]) vincendo 2 edizioni della Coppa Mitropa, precisamente quella del [[Coppa Mitropa 1985-1986|1985-1986]] e quella del [[Coppa Mitropa 1987-1988|1987-1988]].<ref name="ST" />


=== Statistiche individuali ===
=== Statistiche individuali ===

Versione delle 12:29, 9 giu 2015

AC Pisa 1909
Calcio
Nerazzurri
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali nero-azzurro
InnoPisa come ai vecchi tempi
Funel
Dati societari
CittàPisa
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoLega Pro
Fondazione1909
Rifondazione1994
Rifondazione2009
PresidenteBandiera dell'Italia Carlo Battini
AllenatoreBandiera dell'Italia Giancarlo Favarin
StadioArena Garibaldi-Romeo Anconetani
(14 869 posti)
Sito webwww.pisachannel.tv
Palmarès
Titoli nazionali2 Campionati di Serie B
Trofei nazionali1 Coppa Italia Serie C
Trofei internazionali2 Coppe Mitropa
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

L'Associazione Calcio Pisa 1909, nota semplicemente come Pisa, è una società calcistica italiana con sede nella città di Pisa.

Ha ereditato la tradizione sportiva della defunta società Pisa Calcio, dopo che quest'ultima nel luglio 2009 fu esclusa dai campionati professionistici per inadempienze finanziarie, iscrivendosi al torneo di Serie D; il Pisa Calcio a sua volta, nel luglio 1994 aveva sostituito il Pisa Sporting Club, fallito per dissesto finanziario. Milita in Lega Pro, il terzo livello del campionato italiano.

Fondato nel 1909, il Pisa conta 7 partecipazioni in Serie A e 31 in Serie B a girone unico. Nel 1920-21 ha partecipato alla finale per il titolo nazionale. Ha vinto due Coppe Mitropa, due campionati di Serie B e una Coppa Italia Lega Pro. I colori sociali sono il nero e l'azzurro.

Storia

La nascita del Pisa Sporting Club: le origini e la finalissima

Il calcio a Pisa comparve per la prima volta nell'inverno del 1908, sul prato della piazza di San Paolo a Ripa d'Arno, dove alcuni ragazzi cominciarono a dar calci a una palla di stracci, tra due porte create con giacche e cappotti.[1] Quegli stessi ragazzi fondarono poco dopo la Società Sportiva Etruria, avente per divise alcune camicie biancorosse in onore dei colori del gonfalone cittadino, e iniziarono a usare come campo di gioco il prato del Duomo e la Piazza d'Arme. La prima partita "ufficiale" avvenne proprio in quell'anno contro una compagine livornese, la Libertas: nel campo labronico di Piazza Orlando i padroni di casa si imposero per 5-0.[2]

Giocatori della neonata società nerazzurra nel 1909.

Nell'aprile dell'anno successivo, il 1909, quel gruppo di giovani studenti universitari pisani cambiarono il nome alla società, creando il Pisa Sporting Club.[3] Il nome della nuova società venne proposto da Marino Scotti, uno dei fondatori, mentre i colori sociali, inizialmente biancorossi in omaggio ai colori del gonfalone cittadino, divennero definitivamente nerazzurri l'anno successivo, come omaggio all'Inter vincitrice del titolo nazionale 1909-10[4] e su suggerimento del segretario Ferruccio Giovannini.

I primi giocatori del Pisa Sporting Club furono, quindi, innanzitutto dei giovani studenti che dividevano il proprio tempo fra studio e attività sportiva.[5]. La squadra iniziò a partecipare a competizioni con rappresentative dei capoluoghi vicini, ottenendo il primo successo nel 1911 in un torneo quadrangolare, sconfiggendo la SPES e la Virtus di Livorno e il Lucca F.B.C.. In città esisteva a quel tempo un'altra società calcistica,[6] il Pisa FootBall Club, costituita da alcuni studenti universitari, giocava nel prato del Velodromo Stampace ed è stata la prima squadra cittadina ad affiliarsi alla FIGC, prendendo parte ad alcuni tornei di Terza Categoria toscana dell'epoca. Per evitare confusione con l'altra neonata squadra, il Pisa FootBall Club mutò il proprio nome in Alfea FootBall Club. Nacque subito una forte rivalità tra le due compagini, finché non fu deciso di organizzare uno scontro per scegliere l'unica squadra che avrebbe avuto l'onore di rappresentare la città pisana. Il 28 gennaio 1912 vinse la squadra più giovane, l'Alfea venne sciolta e alcuni dei suoi giocatori andarono a completare l'organico del Pisa Sporting Club.[7][8] Nel 1912 il massimo girone toscano venne riconosciuto come Prima Categoria e la FIGC ammise direttamente, al primo anno di attività ufficiale, i nerazzurri nella massima serie dell'epoca.[9] Nel 1913 fu realizzato un più idoneo campo di allenamento e di gioco, venne realizzato dagli stessi giocatori nei pressi della Cittadella: il campo dell'Abetone,[10] che sarà utilizzato negli anni a venire dalla compagine cittadina femminile.

Una formazione dello Sporting del 1911.

Le stagioni 1912-1913 e 1913-1914 si concludano rispettivamente con un terzo e un sesto posto nel girone di Coppa Toscana[11]. Nel novembre del 1914, sotto la guida del nuovo Presidente Giacomo Picchiotti, arrivano i primi successi, infatti il Pisa Sporting Club si impose sulle altre squadre toscane, vincendo la Coppa Toscana nella stagione 1914-1915 ma, nella seconda fase del torneo, il girone Centro-meridionale, il campionato fu interrotto con i nerazzurri al secondo posto a causa dell'inizio delle attività belliche della Prima Guerra Mondiale.[12] IL Pisa nei quattro anni successivi si cimentò nei tornei federali di guerra, vinse la Coppa federale toscana nel 1916 e arrivò terzo nel 1917.[13] Nei primi mesi del 1919 la guerra era finita ma, la federazione doveva ancora riorganizzarsi (i campionati riprendettero nel novembre del 1919), fu così deciso di indire il terzo torneo toscano di guerra, chiamato Coppa Olivo, che fu vinto nuovamente dal Pisa.[14]

Il Pisa della stagione 1920-1921, che arrivò a giocarsi in finale la vittoria della Prima Categoria.

Nel Campionato Prima Categoria 1919-1920 i nerazzurri vinsero nuovamente la Coppa Toscana inoltre quell'anno, precisamente il 26 ottobre 1919, fu inaugurato il nuovo stadio, l'Arena Garibaldi. Nella stagione seguente il Pisa Sporting Club si presentò con una squadra forte, una società competente, un impianto sportivo moderno e capiente[15] ma, soprattutto con l'ingaggio del grande allenatore József Ging, ex-capitano della nazionale ungherese. Nonostante la squadra favorita per la vittoria del titolo regionale fosse l'U.S. Livorno, che rimase in prima posizione per gran parte del campionato, nella partita decisiva disputata all'Arena Garibaldi, il Pisa superò il Livorno per 3-0 aggiudicandosi così la Coppa Toscana per la quinta volta. Entrambe le squadre passarono alla fase interregionale con il Naples e la Bagnolese e si dimostrarono nettamente più forti delle squadre campane, ritrovandosi in finale per il titolo centro-meridionale. Il 3 luglio 1921 a Bologna La formazione nerazzurra batté i "cugini" amaranto per 1-0. Il Pisa Sporting Club, neocampione Centro-Meridionale disputò la finalissima per il titolo italiano contro la Pro Vercelli, ma il 24 luglio 1921 a Torino non bastò una strepitosa prestazione del portiere nerazzurro Gianni a contrastare i piemontesi: la Pro Vercelli batté il Pisa per 2-1. Inoltre la partita non fu preparata al meglio dagli uomini di Ging ancora storditi dai festeggiamenti avuti all'Arena il giorno precedente, che influirono sulla prestazione globale della squadra. Ad esempio Poggetti, un terzino, si sentì male durante il viaggio in treno. A fronte di un grave fallo di Rampini della Pro Vercelli su Gnerucci, costretto a uscire dal campo con una tibia fratturata, il Pisa sporse reclamo a fine gara, che tuttavia fu respinto.[16] Questa la formazione pisana che sfiorò il titolo nazionale 1920-1921: Gianni, Bartoletti, Giuntoli, Gnerucci, Tornabuoni, Viale, Merciai, Colombari, Corsetti, Sbrana, Pera.

Dagli anni venti agli anni cinquanta

L'allenatore magiaro József Ging, che alla guida dei pisani sfiorò la conquista del titolo nazionale nel 1921.

A partire dalla stagione 1921-1922, a seguito della riforma dei campionati, vi fu l'istituzione della Prima Divisione a due gironi, e il Pisa fu inserito nel girone B. Per quattro anni la squadra guidata da Ging ottenne ottimi risultati, piazzandosi rispettivamente al terzo, quarto, sesto e quinto posto; questo grazie anche agli innesti di giocatori come Giovanni Moscardini o il portiere Dovichi. Sebbene il Pisa di quegli anni fosse una delle squadre più forti d'Italia, non ci fu mai il giusto spunto per vincere il girone. Ciò nonostante, il vivaio nerazzurro fu capace di "sfornare" molti giocatori promettenti, tra cui ricordiamo i futuri nazionali Enrico Colombari, Mario Gianni e Sergio Bertoni, nonché il capocannoniere Danilo Sbrana.[17]

Nel campionato 1925-26, in seguito all'abbandono dell'allenatore Ging e alla cessione avventata di alcuni giocatori, la squadra non si dimostrò all'altezza e retrocesse per la prima volta in Prima Divisione (l'attuale Serie B).[17] Nei primi due anni di Prima Divisione il Pisa si piazzò al 13º posto, riuscendo a salvarsi nelle ultime giornate. Nella stagione 1928-29, in seguito a un'ulteriore riforma dei campionati, la conquista del 5º posto finale non bastò a evitare la retrocessione nella neonata Serie C, in cui la squadra militò per quattro stagioni disputando campionati di centro-classifica.[18]

Nel frattempo l'Arena Garibaldi era stata trasformata in un moderno e razionale campo sportivo in grado di accogliere fino a 7 000 spettatori. Anche a Pisa, come altrove, era infatti la locale federazione fascista a finanziare e sostenere il fenomeno sportivo, quello calcistico in particolare, grazie soprattutto all'attivo impegno dell'allora presidente nerazzurro, il vicefederale Biscioni. Il nuovo stadio venne ribattezzato Campo del Littorio e fu inaugurato dal vescovo Ercoleni Attuori l'8 ottobre 1931 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III (assiduo frequentatore della tenuta di San Rossore);[19] fu realizzato su progetto di due ingegneri pisani, Federigo Severini e Giulio Buoncristiani, che intesero conferire alla nuova struttura una linea architettonica tipicamente toscana, sobria e misurata per evitare inopportuni contrasti con le meraviglie della vicina Piazza dei Miracoli. Oltre alla tribuna coperta e alla gradinata gemella, l'impianto comprendeva la pista di atletica e i campi per il tennis e la pallacanestro.[19]

Una formazione del Pisa nel campionato di Serie B 1942-1943, l'ultimo prima della pausa forzata a causa della Seconda Guerra Mondiale.

Nel campionato 1933-34 la dirigenza costituì una rosa solida e il nuovo allenatore, l'ungherese György Orth, ripagò la fiducia portando il Pisa al 2º posto e conquistando la possibilità di giocarsi la promozione in un quadrangolare di spareggio con Parma, Piacenza e Udinese. Nella finale disputata a Roma i nerazzurri batterono i friulani per 3 a 1 e tornarono in Serie B. Seguirono stagioni con esiti alterni fino alla sospensione, dal 1943 al 1946, dovuta alla seconda guerra mondiale.[20]

Nella stagione 1947-48 la squadra concluse al 2º posto, a un punto dal Palermo, il girone C di Serie B ma, il torneo non fu omologato perché due giocatori della Nocerina affermarono di essere stati pagati dal Palermo per perdere la partita contro i rosanero. L'inchiesta fu comunque archiviata e il Palermo fu promosso in Serie A, proprio ai danni del Pisa. La stagione 1951-52 segnò il ritorno in Serie C dopo 15 anni e, nel giro di due anni, i nerazzurri si ritrovarono nel campionato di IV Serie.

Nella stagione 1954-1955 la squadra si classificò al quinto posto.A metà della seguente stagione, di ritorno dalla trasferta di Fabriano, il pullman che trasportava il Pisa ebbe un incidente nel quale molti giocatori rimasero feriti, quindi impossibilitati a scendere in campo per diverso tempo. La società si vide allora costretta a disputare partite schierando giocatori del settore giovanile, e il campionato si concluse con un'altra retrocessione.[21] I nerazzurri si ritrovarono a giocare in Promozione.

La società si rinnovò ampiamente, il Presidente Enrico Ciaranfi e il Segretario Antonio Bellani crearono uno staff competente, affidando al tecnico Umberto Mannocci una squadra "fatta in casa" ma molto solida che, inanellando una vittoria dopo l'altra, risvegliò l'entusiasmo della tifoseria. Il 2 giugno 1957, nell'ultima giornata di campionato, il Pisa secondo in classifica affrontò il Grosseto capolista.

Il match fu intenso e nervoso ma una rete di Ricoveri permise ai nerazzurri di imporsi per 1 a 0 e di conquistare quindi il meritato ritorno in IV Serie. Il Pisa Sporting Club vinse con largo margine anche il successivo campionato di IV Serie, riconquistando la Serie C.[22]

La scalata fino alla Serie A negli anni sessanta

Tifosi del Pisa dopo la notizia del pareggio tra Perugia e Bari, che diede la matematica promozione in Serie A al termine della stagione 1967-1968.

Nella stagione 1963-64 fu eletto presidente Giuseppe Donati che rifondò completamente la struttura della squadra pisana, reduce da qualche buon anno in C, affidandola a Umberto Pinardi. Così, nella stagione successiva (1964-65) il Pisa vinse il campionato con Cervetto e Cosma capicannonieri del raggruppamento. Ironia della sorte, esattamente come tra quarantatré anni, dopo 13 anni la squadra tornò in Serie B.[23]

Furono disputati due campionati di Serie B, dei quali il secondo (1966-67) fu il più travagliato con una salvezza all'ultima giornata in quel di Reggio Calabria, colta grazie a una doppietta di Mascetti che consentì al Pisa di ottenere un pareggio indispensabile.[24]

Nella stagione successiva, Donati si propose insieme al confermato allenatore Lucchi di portare a termine un campionato senza grosse sofferenze come quello appena trascorso. Con la vendita di pezzi pregiati come Mascetti e De Min, vennero acquistati Joan, Annibale, Manservisi, Mascalaito, Piaceri. Contrariamente a tutte le previsioni, quello del Pisa fu un campionato di vertice che portò i nerazzurri alla penultima giornata a giocarsi la promozione nella trasferta di Venezia ma, arrivò una sconfitta che combinata con risultati non favorevoli degli altri campi, portò la squadra a dover assistere da spettatore all'ultima giornata senza la certezza della promozione. Il campionato, infatti, essendo composto da 21 squadre, prevedeva un turno di sosta per ogni compagine, e al Pisa tale turno era toccato proprio all'ultima giornata. Migliaia di persone si raccolsero in città per ascoltare il finale di un tiratissimo Perugia-Bari, il cui pareggio sancì l'automatica promozione dei nerazzurri in Serie A.[25] La formazione che nel 1967-1968 conquistò la Serie A era composta da Annibale, Ripari, Gasparroni, Barontini, Federici, Gonfiantini, Manservisi, Guglielmoni, Mascalaito, Joan, Piaceri.

Una formazione del Pisa che affrontò il campionato di Serie A nel 1968-1969

Ma la Serie A, tanto sudata e faticosamente acquisita, rimase nella città della torre soltanto un anno. La squadra, non particolarmente rinnovata, non ottenne i risultati sperati e dopo la stagione 1968-1969 caratterizzata da 6 vittorie, 8 pareggi e 16 sconfitte (26 gol fatti e 44 subiti), il Pisa tornò nella serie cadetta. Sul fronte delle statistiche da segnalare che il primo punto del Pisa in Serie A arrivò alla quarta giornata, 1-1 in casa contro il Varese, cui fece immediato seguito la prima vittoria, Pisa-Atalanta 1-0 alla quinta.[26]

Gli anni bui

Il Pisa si presentò ai nastri di partenza del campionato di Serie B del 1969-70 con la dichiarata volontà di tornare subito in Serie A. La squadra, affidata a Lauro Toneatto, esordì vincendo a Taranto per 2-0. Ma in seguito i nerazzurri alternarono belle vittorie a clamorose sconfitte. Toneatto fu costretto a dimettersi e il successore Giuseppe Corradi portò la squadra al 7º posto in classifica. La delusione per la città fu cocente, la società si trovò nuovamente in difficoltà economiche e fu costretta a una serie di cessioni. Così, nel successivo campionato di Serie B la squadra apparve nettamente indebolita e tornò in Serie C. La società era debole e senza grosse disponibilità economiche e i primi due anni di Serie C (1971-72 e 1972-73) furono molto difficili. Una parziale riscossa ci fu nel campionato 1973-74, con la squadra che conquistò un buon 6º posto. Da segnalare, in quel campionato, l'esplosione di Marco Tardelli, poi venduto al Como per un centinaio di milioni. Altri giocatori ebbero la stessa sorte, così la squadra risultò nettamente indebolita e nelle stagioni seguenti lottò per non retrocedere. Così dopo anni anonimi e pieni di difficoltà il presidente Rota decise di mettere la società sul mercato.[27]

L'era Anconetani

La squadra del 1985-1986, retrocessa in Serie B ma vincitrice della Coppa Mitropa.

Nel 1978 si aprì una nuova era per il calcio pisano: la società fu acquistata da Romeo Anconetani[28], o più semplicemente Romeo (detto anche lo Sciamanno) per tutti i pisani, che divenne subito famoso come "ammazza-allenatori" ma anche come grande talent scout. Nel campionato 1978-79, nella neonata Serie C1, Romeo alternò alla guida del Pisa ben tre tecnici: Giampiero Vitali, Gianni Seghedoni e infine Pier Luigi Meciani che portò i nerazzurri, trascinati da Claudio Di Prete e Giorgio Barbana, a conquistare la Serie B dopo sette anni. Da ricordare la trasferta di Pagani, nell'ultima giornata, dove il Pisa fu seguìto da oltre 2 000 tifosi e si impose per 1-0. Anche nella stagione successiva, 1979-80 in Serie B, i tecnici furono tre: iniziò il confermato Meciani, sostituito poi da Sergio Carpanesi e da Beppe Chiappella che portò la squadra al 14º posto, con salvezza raggiunta solamente all'ultima giornata grazie all'1-0 sulla Sambenedettese con gol di Aldo Cantarutti.

Dopo il settimo posto della stagione 1980-81, in quella successiva fu ingaggiato il giovane allenatore Aldo Agroppi: nonostante lo scetticismo degli addetti ai lavori l'obiettivo dichiarato era la promozione nella massima serie. Le vittorie nelle trasferte di Perugia, Reggio Emilia e Pescara dimostrarono che Anconetani ancora una volta aveva visto giusto e la squadra riconquistò la Serie A il 13 giugno 1982 dopo 13 anni di attesa[29].

Il capitano Klaus Berggreen e il presidentissimo Romeo Anconetani con la prima Mitropa Cup vinta dai nerazzurri.

La focosa personalità di Romeo Anconetani divenne in questi anni famosa in tutta Italia, e con essa anche la favola del Pisa, che dal 1982 al 1991 disputò 6 campionati di Serie A alternati a 3 promozioni dalla Serie B. Il miglior piazzamento in Serie A rimane l'11º posto della stagione 1982-83 con Luís Vinício sulla panchina dei nerazzurri: 27 punti frutto di 8 vittorie, 11 pareggi e 11 sconfitte, 27 gol fatti e altrettanti subiti. Purtroppo il Pisa non si ripeté la stagione successiva. Nella storica e decisiva trasferta contro il Milan, nella quale raggiunsero lo stadio di San Siro ben oltre 10 000 tifosi pisani con 5 treni speciali e 30 pullman[30], i rossoneri si imposero per 2-1 con reti di Antonio Criscimanni, Oscar Damiani e Luther Loide Blissett (quest'ultimo autore giusto al Pisa dei suoi unici due gol stagionali e per questo ribattezzato il quinto moro) e per il Pisa fu di nuovo Serie B.

Anconetani non si perse d'animo e creò immediatamente un buon gruppo che, sotto la regia di Gigi Simoni, vinse il campionato cadetto del 1984-85 insieme al Lecce. Seguì un solo anno di Serie A (1985-86): il Pisa, allenato da Vincenzo Guerini, sembrava essere ormai salvo ma nel finale di stagione i nerazzurri ebbero un inspiegabile calo che portò la squadra al 14º posto (decisive le ultime 3 sconfitte consecutive con Roma, Verona e Fiorentina), quindi nuovamente in Serie B. Ma nella stessa stagione il Pisa conquistò la sua prima Coppa Mitropa: nel novembre del 1985, all'Arena Garibaldi i nerazzurri sconfissero gli ungheresi del Debreceni VSC per 2-0, con reti di Wim Kieft e Stefano Colantuono[31], dopo aver superato nella partita di qualificazione i cechi dell'Olomouc per 1-0 (rete di Klaus Berggreen).

Anconetani e Claudio Sclosa sollevano la seconda Coppa Mitropa del club pisano.

Nella stagione 1986-87 la squadra fu di nuovo affidata a Simoni, un idolo della tifoseria, che dopo un campionato avvincente compì il miracolo in una giornata che entrò nella storia della società: la trasferta di Cremona. Ai nerazzurri serviva la vittoria, necessaria per scavalcare i grigiorossi in classifica e conquistare così la promozione. La squadra fu seguita da 5 000 tifosi, che la spinsero a un clamoroso successo per 2-1 grazie anche a una grande prova di Lamberto Piovanelli che siglò il raddoppio dopo il gol iniziale di Claudio Sclosa su rigore.[32]

Il successivo campionato di Serie A (1987-88) si concluse con una bella salvezza conquistata dal gruppo che era stato affidato al tecnico Giuseppe Materazzi. La squadra si classificò al 13º posto grazie anche alla vittoria per 2-0 sul Torino nell'ultima giornata, con una doppietta del difensore Mario Faccenda. Quella stagione sarà anche ricordata per il gol che Carlos Dunga (capitano del Brasile ai Mondiali di Francia '98) segnò da centrocampo nella porta di Walter Zenga nella partita Pisa-Inter vinta per 2 a 1. Fu inoltre conquistata di nuovo la Coppa Mitropa: il 30 maggio 1988 all'Arena Garibaldi, ancora una volta una squadra ungherese, il Váci Izzó uscì sconfitta nella finale finita 3 a 0, regalando così il secondo trofeo internazionale alla bacheca nerazzurra.[33]

Nella stagione 1988-89 la squadra non riuscì a ripetersi, raggiungendo la semifinale di Coppa Italia (miglior risultato della storia nerazzurra in Coppa, semifinale persa con il Napoli[34]) ma, disputando una stagione deludente. Il Pisa però riconquistò subito la Serie A, anche se il campionato successivo (1990-91) fu l'ultimo torneo disputato nella massima serie dalla formazione pisana. Alla guida della squadra fu chiamato il tecnico rumeno Mircea Lucescu. Dopo un buon avvio (alla seconda giornata condivide il primo posto con Inter e Milan) la squadra precipita in classifica; non bastarono ai nerazzurri la vena realizzativa della coppia-gol formata da Michele Padovano e Lamberto Piovanelli (19 reti realizzate delle 34 totali) e la sostituzione di Lucescu[35] con Luca Giannini, ad evitare la retrocessione. In squadra fanno il loro esordio nel calcio italiano Diego Pablo Simeone e Josè Chamot.

Il Pisa della stagione 1989-1990, che conquistò quella che rimane l'ultima promozione in massima serie dei nerazzurri.

I nerazzurri disputarono due campionati in Serie B dai risultati deludenti, nonostante la presenza di giocatori come Christian Vieri, Marco Ferrante, Lorenzo Scarafoni e Roberto Muzzi. Il terzo campionato, stagione 1993-94, perse lo spareggio contro l'Acireale (ai calci di rigore) e ciò determinò la fine del Pisa Sporting Club.[36] La squadra retrocesse e si trovò di colpo in grosse difficoltà economiche. Fu costruita una nuova squadra ma Romeo Anconetani non riuscì a far fronte al deficit finanziario, così nell'agosto del 1994 il Pisa Sporting Club non fu ammesso al campionato.[37]

La caduta e la nascita del Pisa Calcio

Alcuni personaggi locali iscrissero in fretta e furia una nuova società l'A.C. Pisa, al campionato regionale di Eccellenza. La nuova squadra fu approntata in breve tempo e non fu in grado di lottare per la promozione, concludendo all'8º posto, fra mille difficoltà di carattere burocratico e finanziario.

Una nuova pagina dello sport cittadino si aprì quando il gruppo composto da Roberto Posarelli, Enrico Gerbi[38] e Bruno Meliani fondò il Pisa Calcio 1995 che, per le garanzie offerte dalla società, fu ripescato nell'agosto del 1995 al Campionato Nazionale Dilettanti. All'allenatore Luciano Filippi fu affidato un gruppo che annoverava anche due giocatori molto esperti quali Gianluca Signorini e Davide Lucarelli. Il Pisa approdò alla Serie C2 con la vittoria finale contro il Viareggio per 2-0 davanti a oltre 10 000 tifosi.[39]

Il ritorno in Serie B

Coppa Italia di Serie C 1999-2000
Finale di ritorno

Pisa, 27 aprile 2000

Pisa-Avellino 3-0 (1-0, 3-0)

Pisa:Passoni, Deoma, Rossi, Niccolini Ammonizione, Moro, Andreotti, Quaranta (60’ Greco), Femiano Ammonizione, Serra, Grego (67’ Ferrari), Varricchio (53’ Savoldi). All. D'Arrigo.

Reti: Andreotti Gol 21’ Savoldi Gol 86’ Ferrari Gol 90’

Note: 7 000 Spett.

Dopo tre stagioni di serie C2 i nerazzurri tornarono in Serie C1: sotto la guida di Francesco D'Arrigo, la squadra concluse infatti il campionato di Serie C2 1998-1999 in testa con 9 punti di vantaggio sulla seconda classificata (anche se durante la stagione il vantaggio era arrivato a un massimo-record di ben 18 punti).[40] La stagione successiva (1999-2000) poteva essere quella del "grande slam", ma la gioia per la conquista della Coppa Italia Serie C passò in secondo piano dopo la sconfitta ai play-off in semifinale per opera del Brescello.[41] Gli emiliani si dimostrarono più cinici e il gol-vittoria di Massimiliano Vieri all'ultimo minuto della gara di ritorno eliminò i nerazzurri (1-1 all'andata in Emilia) che abbandonarono il sogno della Serie B. Il nuovo millennio segna la fine dell'era Posarelli-Gerbi. Dopo due campionati abbastanza anonimi conclusi entrambi all'11º posto, il 14 maggio del 2002, il Pisa Calcio passa di mano e viene acquistato da Maurizio Mian,[42] il quale si è alternato alla presidenza con la madre Maria Gabriella Gentili fino al 2005. Nonostante un grande dispendio economico, i nerazzurri non sono riusciti a salire di categoria, neanche nella stagione 2002-03: la squadra, allenata da Giovanni Simonelli, nonostante il massiccio esodo di tifosi (oltre 10 000)[43] ha perso la Serie B ai supplementari della finale di ritorno dei play-off nella trasferta di Bergamo contro l'AlbinoLeffe.[44]

Le due stagioni successive (2003-04 e 2004-05) non hanno regalato ai pisani le emozioni sperate e anche la famiglia Gentili-Mian ha deciso di cedere la mano. Il 1º luglio 2005 è ufficialmente avvenuto il passaggio al nuovo proprietario Leonardo Covarelli,[45] imprenditore immobiliare perugino, il quale, affidandosi a uomini di calcio come Giuseppe Accardi e Roberto Onorati, ricostruisce sostanzialmente da zero la squadra, puntando su giovani emergenti di categoria inferiore e su Manuele Domenicali, allenatore che aveva vinto il precedente campionato di Serie C2 con il Gela. I risultati sono disastrosi subito: Accardi e Onorati vengono allontanati dopo poche giornate, così come verranno allontanati ben tre allenatori e alcuni medici sportivi della squadra. Il Pisa concluderà il campionato al 15º posto e riuscirà a mantenere la categoria solo dopo i Play-out e grazie a un gol di Eddy Baggio al 98' della finale di ritorno, in casa contro la Massese.[46]

Serie C1 2006-2007, girone A, play-off
Finale di ritorno

Pisa, 17 giugno 2007

Pisa-Monza 2-0 d.t.s (1-0, 1-0, 1-0, 2-0)

Pisa:Morello, Calori, Bolzan, Raimondi, Passiglia (64' Braiati), Zattarin, D'Anna (114' Buzzegoli), Ferrigno(cap.) Ammonizione, Biancone, De Simone, Ceravolo (63' Ciotola) Ammonizione. All. Braglia.

Reti: Ceravolo Gol 40’ Ciotola Gol 119’

Note: 20 000 Spett. circa

All'inizio della successiva stagione, 2006-07, la società si affida a un allenatore esperto come Piero Braglia e a giocatori esperti di categoria. Il portiere Christian Puggioni (venduto alla Reggina a gennaio) rimane imbattuto per 594 minuti in campionato, e durante l'intero girone d'andata subisce soltanto 5 gol, stabilendo un record stagionale a livello europeo. Dopo un campionato combattuto, il Pisa conclude la stagione regolare al terzo posto, dietro a Grosseto e Sassuolo. In semifinale play-off i pisani affrontano il Venezia, pareggiando 1-1 nella gara di andata in casa dei lagunari. Nella gara di ritorno, il Pisa supera la squadra veneta per 3-1 e guadagna la finale contro il Monza, vittorioso sul Sassuolo. La domenica successiva il Pisa è impegnato nella difficile trasferta di Monza, che si conclude con una sconfitta per 1-0. La partita di ritorno (giocatasi Domenica 17 giugno 2007, giorno di San Ranieri, patrono della città), finisce 1-0 ai tempi regolamentari, costringendo le squadre ai supplementari, che terminano 2-0 per il Pisa il quale torna così in B dopo 13 anni di assenza.[47]

Per la stagione 2007-08 in cadetteria la squadra ingaggia l'allenatore Giampiero Ventura. Il 2007 si chiude con il Pisa a 38 punti, anche grazie all'ottima forma di José Ignacio Castillo e Alessio Cerci, secondo in classifica nel girone di andata di Serie B insieme al Lecce, alla spalle del Bologna capolista con 39 punti, e con l'ingresso in società dell'imprenditore Andrea Bulgarella, che rilevava il 50,2% del pacchetto azionario del Pisa Calcio per ricederla pochi mesi dopo allo stesso Covarelli da cui l'aveva acquistata. Domenica 25 maggio 2008 (con una giornata d'anticipo) il Pisa raggiunge la certezza aritmetica di disputare i Play-off per la promozione in Serie A. I nerazzurri, piazzatisi al sesto posto, affrontano in semifinale il Lecce, terzo classificato. Nella gara di andata il Pisa, allo Stadio Anconetani, esce sconfitto per 1-0 perdendo anche nel ritorno (per 2-1).[48] Il Pisa resta, dunque, in Serie B. Il 18 giugno 2008, esattamente un anno dopo la storica promozione in Serie B ed esattamente dopo tre anni dal suo insediamento alla presidenza della società toscana il presidente Leonardo Covarelli acquista il Perugia Calcio (squadra della sua città di origine), e nemmeno un mese dopo, esattamente il 10 luglio, cede il pacchetto azionario della società nerazzurra all'imprenditore romano Luca Pomponi.[49] La stagione calcistica 2008-09 sarà il 32º campionato di Serie B nella storia del Pisa, nonché quella del centenario. Grazie al buon lavoro e all'entusiasmo del neo-presidente vengono sottoscritti 7 505 abbonamenti battendo il record dell'anno precedente.[50]

La retrocessione e l'esclusione dal professionismo nell'anno del centenario

Il vecchio stemma del Pisa Calcio.

La stagione 2008-2009 è l'anno del centenario. Viene confermato sulla panchina pisana Giampiero Ventura e la squadra parte con l'obiettivo play-off. L'inizio di campionato è, però, deludente, tanto che la squadra perde le prime due partite subendo cinque gol e segnandone soltanto due. La stagione non continua altrettanto bene, la squadra non riesce mai a entrare in zona play-off tranne che nella giornata in cui sconfigge l'Empoli per 3-0 piazzandosi momentaneamente al quarto posto. Anche se durante il campionato ottiene vittorie importanti contro il Parma per 2-1, nel derby con il Livorno 2-1 o con l'Empoli per 2-0, Ventura è esonerato a seguito di cattivi risultati consecutivi e al suo posto è chiamato Bruno Giordano. La squadra non si riprende, anzi è in caduta libera e dopo la sconfitta interna per 1-3 contro il Piacenza, precipita al quart'ultimo posto a due giornate dalla fine. I tifosi rimpiangono Ventura e contestano fortemente i giocatori, rei di guidare la società pisana verso il baratro. All'ultima giornata il Pisa in superiorità numerica per buona parte del match perde, all'ultimo minuto dei tempi di recupero, in casa per 1-0 contro il Brescia e chiude al ventesimo posto, che anche in virtù dei risultati sfavorevoli dagli altri campi, costa ai nerazzurri la retrocessione diretta in Lega Pro.[51]

Azione di gioco durante la partita col Rimini nel campionato di Serie B 2008-2009: rigore di Gaël Genevier.

Dopo pochi giorni da questo epilogo il presidente Luca Pomponi annuncia di non ritenersi in grado di affrontare il prossimo campionato, mettendo a forte rischio addirittura l'iscrizione allo stesso e facendo tornare nei tifosi l'incubo del fallimento del 1994. La società Pisa Calcio SpA è posta ufficialmente in vendita, totalmente o anche per quote, con il sindaco della città disposto a fare da tramite. Entro il 30 giugno 2009 occorreranno per l'iscrizione al campionato 2009/2010 circa 2 750 000,00 euro mentre il presidente attuale può disporre di circa 1 100 000,00-. È corsa contro il tempo e viene aperta la campagna abbonamenti (con garanzia di rimborso in caso di fallimento) per cercare in 5 giorni di introitare circa 1 000 000,00 di euro che abbinati a sperati proventi di cessione giocatori potrebbero essere risolutivi. Intanto dalle pagine del quotidiano Il Tirreno si apprende di un consiglio comunale straordinario (su richiesta dell'opposizione) nel quale verrà discusso il coinvolgimento di realtà imprenditoriali locali (la Piaggio di Colaninno per esempio) nella seguitissima operazione di salvataggio della società calcistica toscana. Il tempo passa senza novità di rilievo e le scadenze per evitare il fallimento si avvicinano sempre di più.

Il 15 giugno 2009 Luca Pomponi in assenza di compratori apre ufficialmente una sottoscrizione popolare per donazioni a fondo perduto e/o abbonamenti nel tentativo di ricevere una forte spinta economica per poter garantire l'iscrizione della società al prossimo campionato. Il garante pisano dell'operazione Avv. Andrea Bottone ha assunto l'impegno pubblico alla restituzione di tutti i soldi ricevuti nel caso in cui il tentativo di iscrizione fallisca. Il 9 luglio la Covisoc esclude il Pisa dal campionato di Lega Pro Prima Divisione[52] per una carenza patrimoniale di 5 milioni e trecentoventinovemila euro e in più 12,4 milioni di debito del bilancio con 3 milioni di crediti. La società ha tempo fino all'11 luglio per presentare il ricorso altrimenti la Covisoc decreterà la seconda bocciatura il 14 luglio ma l'11 luglio si conclude con un nulla di fatto. Il Pisa Calcio, a soli 15 anni dalla sua nascita (avvenuta dalle ceneri del Pisa Sporting Club nel 1994), viene escluso dai campionati per gravi inadempienze finanziarie e gravissime carenze patrimoniali.[53] I suoi giocatori vengono successivamente svincolati d'ufficio. Il 23 luglio il sindaco di Pisa Marco Filippeschi costituisce in comune una nuova società sportiva, chiamata AC Pisa 1909, con l'obiettivo di iscriverla al campionato di Serie D.[54] Il sindaco ha contestualmente avviato contatti con i soggetti imprenditoriali, appartenenti al territorio della provincia e non, che hanno manifestato l'intenzione di acquisire la società.

L'AC Pisa 1909

Il 7 agosto 2009 la neonata società "AC Pisa 1909" viene ceduta dall'amministrazione comunale pisana al gruppo Battini-Aringhieri-Camilli.[55] A Carlo Battini (che sarà presidente e amministratore unico) va il 35%, a sua figlia Carla Battini il 9%, a Umberto Aringhieri (che ricopre anche il ruolo di direttore generale) il 35%, e al presidente del Grosseto, Piero Camilli, il 20%. L'1% lo ha comprato l'avvocato Andrea Bottone in qualità di garante della tifoseria e lo "venderà" a un comitato che sarà creato ad hoc. L'11 agosto il Pisa viene iscritto nel girone D della Serie D 2009-2010, allestendo una squadra, sulla carta, molto competitiva. Gli abbonamenti sottoscritti dalla tifoseria locale supereranno le 3 000 unità. Vengono ingaggiati, tra gli altri, Lucas Maximilian Cantoro, Vitaliano Bonuccelli, Gianluca Porro, Alberto Francesconi, Marco Carparelli e Manuele Guzzo. Il 17 settembre l'assetto societario si evolve: con l'ingresso dell'avvocato Enrico Valentini al quale va il 39%, esce di scena Carla Battini e si riducono al 20% sia la quota del presidente Carlo Battini che la quota del dg Umberto Aringhieri. Invariate le quote di Piero Camilli (20%) e Andrea Bottone (1%). Nella prima assemblea dei soci del 30 settembre, Carlo Battini è confermato presidente, Umberto Aringhieri viene nominato vice presidente, Enrico Valentini e Andrea Bottone vengono nominati consiglieri unitamente ai nuovi arrivati Roberto Cerboni e Fabrizio Berna. Viene inoltre nominato l'amministratore delegato nella figura del dr. Angelo Palmas il quale ricoprirà anche la carica di nuovo direttore generale,

Sul piano sportivo, nonostante abbia iniziato la preparazione in ritardo rispetto alle altre squadre, il Pisa parte bene e nelle prime 8 giornate ottiene 6 vittorie e 2 pareggi che lo conducono alla vetta solitaria del girone D della Serie D. Nelle tre partite successive però qualcosa si rompe e arrivano la sconfitta interna con il Russi, un pareggio esterno 3-3 e un nuovo KO sul campo del Carpi che fa scendere la squadra al quarto posto; quindi la sera del 1º novembre 2009, la dirigenza decide di esonerare mister Paolo Indiani e di sostituirlo con Stefano Cuoghi; già il 22 novembre seguente il Pisa torna da solo in vetta al girone e poi chiude in testa il girone d'andata. L'inizio del girone di ritorno è promettente e, anche grazie alla vittoria a tavolino per 0-3 contro il Riccione nella quale la squadra locale ha schierato un giocatore squalificato, la squadra inizia a tenere un discreto vantaggio sulle dirette inseguitrici. Il 18 aprile 2010 la squadra conquista con largo anticipo la promozione in Lega Pro Seconda Divisione, segnando il rientro della città nel calcio professionistico dopo 9 mesi.[56]

Il 4 agosto il Pisa viene ripescato, dopo aver presentato la domanda con versamento di A/C di 400 000 euro e fideiussioni di 800 000 euro, in Lega Pro Prima Divisione insieme a Gela, Nocerina, Bassano, Paganese, Pavia, Siracusa e Barletta.[57] Le otto società ripescate prendono il posto di sette società fallite di Lega Pro Prima Divisione e della Triestina ripescata in Serie B a causa della mancata iscrizione dell'Ancona. Il 29 novembre seguente, dopo che la squadra si era trovata al penultimo posto in classifica, la società ha deciso di esonerare mister Stefano Cuoghi per sostituirlo con Leonardo Semplici.[58] Ma la guida del tecnico toscano non sortisce gli effetti sperati e il 21 febbraio 2011 il club lo esonera, chiamando al suo posto Dino Pagliari[59]. La squadra si classificherà al decimo posto in classifica.

Il 15 giugno 2011 Piero Camilli dichiara in un primo momento di voler cedere le sue quote e di non volersi interessare più del Pisa, il 30 giugno successivo fa dietrofront e chiede espressamente a Carlo Battini di cedergli le sue quote. Il 9 luglio la CO.VI.SOC. iscrive regolarmente la squadra al campionato di Lega Pro Prima Divisione per la stagione 2011-2012. Nel corso del campionato Battini rileva tutte le quote di Camilli[60] ritrovandosi così come socio di maggioranza della società. A livello sportivo il Pisa nonostante abbia in rosa diversi giovani a dicembre si trova a ridosso della zona play-off, a gennaio però la squadra incappa in varie sconfitte e scende nella seconda metà della classifica. Il 14 febbraio 2012 viene esonerato mister Pagliari e chiamato al suo posto Alessandro Pane[61] che otterrà il settimo posto finale, e porterà la squadra in finale di Coppa Italia Lega Pro dove viene sconfitta dallo Spezia.[62]

Nel corso della stagione 2012-2013 la squadra parte forte e conquista la vetta solitaria all'undicesima e dodicesima giornata del girone di andata. Un progressivo calo di prestazioni e di sconfitte causano l'esonero dell'allenatore Alessandro Pane al quale subentra in panchina il mister Dino Pagliari.[63] Grazie a lui il Pisa torna a scalare la classifica: la squadra vince sei partite di fila e si classifica al 5º posto in classifica, posizione che gli concede di accedere ai play-off già con una giornata di anticipo. Nei play-off il Pisa elimina il Perugia in semifinale grazie al 2-1 casalingo e il 2-2 in trasferta[64]; la finale, contro il Latina, classificato terzo al termine del campionato, vede sconfitta la compagine nerazzurra a fronte del risultato di pareggio per 0-0 in casa e del successivo 1-3 ai supplementari subìto in trasferta.[65]

Nella stagione successiva il Pisa è inserito nel girone B e l'obiettivo sono i play-off. La squadra parte forte e inizia il campionato in vetta alla classifica conseguendo anche risultati importanti come la vittoria a Perugia (che alla fine vincerà il campionato). Anche questa volta dopo un avvio brillante segue un calo di prestazioni e di risultati: è il mister Dino Pagliari a farne le spese.[66] Il Pisa conclude la sua stagione regolare al sesto posto e raggiunge così i play-off. La prima partita è con l'Aquila (classificata quinta): il Pisa sbanca il Tommaso Fattori vincendo per 1-0 e accede alle semifinali. Nel turno successivo però incontra il Frosinone (classificatosi secondo) che eliminerà i nerazzurri grazie allo 0-0 a Pisa e alla vittoria per 2-1 a Frosinone.[67]

Nel 2014-15 il Pisa presenta domanda di ripescaggio in Serie B a seguito del fallimento del Siena, ma il 29 agosto 2014 gli viene preferito il Vicenza; a pesare sulla decisione della FIGC sono state le condizioni dell'Arena Garibaldi, col mancato adeguamento dell'impianto d'illuminazione, e una documentazione incompleta.[68] La squadra nerazzurra riparte dal nuovo campionato di Lega Pro. Dopo un avvio balbettante che comunque lascia la formazione di Braglia in corsa per il primo posto, Il 5 dicembre il DS Pino Vitale si dimette per incomprensioni con il presidente Battini; al suo posto subentra Pietro Tomei.[69] Lunedi 16 marzo 2015 all'indomani della sconfitta interna contro L'Aquila, Piero Braglia viene esonerato insieme al suo vice Marco Piccioni e al preparatore dei portieri Mauro Isetto,[70] al loro posto viene chiamato Giuseppe Pillon come allenatore, suo fratello Albino Pillon come vice e Giuseppe Martino come preparatore dei portieri.[71] Una settimana dopo, dopo le sconfitte con San Marino e Lucchese, Pillon rassegna le dimissioni[72][73] e la società, il 25 marzo 2015, affida la conduzione tecnica a Christian Amoroso[74], ex giocatore e allenatore della Berretti.

Cronistoria

Cronistoria dell'Associazione Calcio Pisa 1909
  • aprile 1909 - Fondazione del Pisa Sporting Club.



Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
  • 1936 - Assume la denominazione di Associazione Calcio Pisa.
  • 1936-1937 - 5º in Serie B.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia
Terzo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.

Terzo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.

Primo turno di Coppa Italia

Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.

Primo turno di Coppa Italia.
Girone eliminatorio di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase a gironi di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase a gironi di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Quarti di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Primo turno di Coppa Italia.
Fase a gironi del Torneo Anglo-Italiano.

Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Vince la Mitropa Cup (1º titolo).
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Vince la Mitropa Cup (2º titolo).
Semifinalista di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Finalista della Supercoppa Mitropa.

Ottavi di finale di Coppa Italia.
Finalista della Coppa Mitropa.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Fase a gironi del Torneo Anglo-Italiano.
  • 1993-1994 - 17º in Serie B dopo aver perso lo spareggio contro l'Acireale. Retrocesso in Serie C1 e successivamente non iscritto.
Secondo turno di Coppa Italia.
Fase a gironi del Torneo Anglo-Italiano.
  • 1994 - Il Pisa Sporting Club viene dichiarato fallito per dissesto finanziario e viene fondata una nuova società che assume la denominazione di Associazione Calcio Pisa affiliata al Comitato Regionale Toscano e iscritta in Eccellenza Toscana.
  • 1994-1995 - 8º nel girone A dell'Eccellenza Toscana. Assume la denominazione di Pisa Calcio. Ammesso al Campionato Nazionale Dilettanti per meriti sportivi.
  • 1995-1996 - 1º nel girone A del Campionato Nazionale Dilettanti. Promosso in Serie C2.
Sedicesimi di finale della fase C.N.D. della Coppa Italia Dilettanti.
Primo turno di Coppa Italia Serie C.
Primo turno di Coppa Italia Serie C.
Primo turno di Coppa Italia Serie C.
Vince la Coppa Italia Serie C (1º titolo).

Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale Coppa Italia Serie C.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Fase a gironi di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Secondo turno di Coppa italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Primo turno di Coppa Italia Serie C.
Secondo turno Coppa italia.
  • 2008-2009 - 20º in Serie B. Retrocesso in Serie C1 e successivamente non iscritto.
Secondo turno di Coppa Italia.
  • 2009 - Il Pisa Calcio viene escluso dai professionisti dalla CO.VI.SOC. per dissesto patrimoniale e viene fondata una nuova società che assume la denominazione di Associazione Calcio Pisa 1909 in soprannumero in Serie D.
  • 2009-2010 - 1º nel girone D della Serie D. Promosso in Lega Pro Seconda Divisione e in seguito ammesso in Lega Pro Prima Divisione a completamento organici.
Primo turno di Coppa Italia Serie D.

Semifinalista di Coppa Italia Lega Pro.
Secondo turno di Coppa Italia.
Finalista di di Coppa Italia Lega Pro.
Secondo turno di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa Italia Lega Pro.
Secondo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia Lega Pro.
Terzo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia Lega Pro.

Colori e simboli

Colori

La squadra del 1982-1983 in campo col secondo completo giallo dell'epoca; il colore riprende lo stemma della provincia pisana.

Alla sua nascita, nel 1909, i colori ufficiali del Pisa erano il bianco e il rosso presi a prestito dal gonfalone cittadino. Questi sopravvissero pochi mesi poiché, in onore della vittoria dell'Inter nel campionato italiano del 1909-1910, lasciarono presto il posto al nero e all'azzurro del club meneghino.[4]

Da allora le due tinte divennero quindi anche quelle della squadra pisana, quasi sempre disposte sulla maglia casalinga secondo delle strisce verticali, la cui ampiezza può variare di stagione in stagione;[75] la società toscana derogò alla tradizione solo sul finire degli anni ottanta quando, seguendo le mode del tempo, adottò una casacca ripartita esattamente a metà con sottili righe nere e blu nella parte sinistra, e azzurre e celestri nella zona destra.[76] Per quanto concerne il resto della divisa, inizialmente alla maglia nerazzurra erano abbinati pantaloncini bianchi,[75] che in seguito divennero neri o blu a seconda delle esigenze, così come i calzettoni.

Nei completi da trasferta, principalmente si sono alternati soprattutto gli storici colori delle origini, ovvero il bianco (con inserti nerazzurri) e il rosso.[75] Nel corso dei decenni non sono tuttavia mancate le più diverse sperimentazioni cromatiche, su tutti il giallo; proprio il rosso e il giallo sono due tinte storicamente legate al territorio pisano – rispettivamente, alla città e alla provincia.[77]

Simboli ufficiali

Stemma

La bandiera con la "Croce Pisana", simbolo della città e sovente utilizzata dalla tifoseria nerazzurra.

Simbolo immediatamente associato al club nerazzurro è la torre pendente cittadina, oggi presente in forma stilizzata anche all'interno dello stemma societario. È inoltre molto sentito dai tifosi l'uso della bandiera rossocrociata, odierno simbolo del comune di Pisa e retaggio dello storico periodo indipendentista della città come repubblica marinara; tale "Croce Pisana" è anch'essa richiamata nello stemma del club, oltre a venire saltuariamente inserita sulle divise della squadra, quale vezzo estetico[78] o come "secondo" stemma in abbinamento a quello ufficiale.[77]

Mascotte

"Vituperio" è la mascotte del Pisa, creata da due studenti dell'Istituto d'Arte della città toscana. È costituito da una personificazione della Torre di Pisa a braccia conserte, dall'aria arrabbiata e minacciosa e con la maglia di colore nerazzurro, i colori sociali del club. Il nome Vituperio è ripreso volutamente dall'invettiva contro Pisa del XXXIII Canto dell'Inferno di Dante Alighieri.[79]

Inno

Lo storico inno della squadra nerazzurra si intitola Pisa come ai vecchi tempi, cantato da Funel e risalente all'inizio degli anni ottanta.[80]

Strutture

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Arena Garibaldi-Romeo Anconetani.
File:Arena garibldi.jpg
L'Arena Garibaldi-Romeo Anconetani.

Dal 1919 il Pisa gioca le sue gare casalinghe all'Arena Garibaldi, impianto sito nel quartiere di Porta a Lucca, alle porte della città. Lo Stadio fu inaugurato nuovamente l’8 novembre del 1931 con il nome di Campo del Littorio[81] alla presenza del Re Vittorio Emanuele III e della Regina Elena.[82] In quella occasione si disputò l’amichevole PisaEmpoli, terminata 3-1 in favore del Pisa.[19] Alla caduta del fascismo, lo stadio riprese il nome di Arena Garibaldi.

Il "cuore" del tifo nerazzurro, la curva Nord, fu costruita alla fine degli anni cinquanta.[83]

Nel 1978 venne chiuso l’anello, col prolungamento delle due curve a ridosso della tribuna e della gradinata. Nell'estate del 1982 l'allora presidentissimo Romeo Anconetani – il cui nome verà affiancato, il 9 dicembre 2001, alla titolazione dello stadio – fece ristrutturare la vecchia tribuna coperta, abbattendo la copertura originaria.[19] Lo stadio è arrivato, tra l'82 e il 1994, a ospitare fino a 35 000 spettatori,[84] mentre oggi è abilitato per circa 12 000 presenze.

Nel 1999, a seguito della scomparsa del tifoso Maurizio Alberti, la curva Nord è stata intitolata alla sua memoria,[85] mentre al calciatore pisano Gianluca Signorini, scomparso il 6 novembre 2002 a causa della SLA, fu intitolata la gradinata il 23 aprile 2005.[86]

La Nazionale Italiana ha giocato quattro partite all'Arena rispettivamente contro: la Jugoslavia il 23 settembre 1987, La Danimarca il 22 febbraio 1989, la Norvegia il 10 febbraio 1999 e L'Irlanda Del Nord il 6 giugno 2009. Ha inoltre ospitato 2 finali di Coppa Mitropa, 1985 e 1988, due finali del Torneo di Viareggio, 1959[87] e 2015[88] e il terzo turno preliminare della UEFA Champions League 1998-1999 tra l'Inter e i Lettoni dello Skonto Riga.[89]

Centro di allenamento

A oggi la società non ha ancora un suo centro di allenamento. Nella stagione 2014-2015 usufruisce del centro sportivo di proprietà della 46ª Aerobrigata Aerea dell'Aeronautica Militare sito all'interno dell'aeroporto militare di Pisa. Il settore giovanile si allena invece a Fornacette, presso il Biancoforno Camp.[90]

Società

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Carlo Battini detiene il 99% delle quote societarie dal 2011, quando Piero Camilli, insieme al quale nel 2009 aveva acquistato la nuova società creatasi dopo la scomparsa del Pisa Calcio, ha deciso di tirarsi indietro e cedergli le sue quote[55][60]. L'1% rimanente appartiene al comitato Vecchio Cuore Nerazzurro composto dal centro coordinamento Pisa clubs, tifosi diversamente abili e ai gruppi organizzati "Curva Nord Maurizio Alberti", rappresentati nelle sedi opportune dall'Avvocato Andrea Bottone.[91]

Organigramma societario

Dal sito internet ufficiale della società.[92]

Staff dell'area amministrativa
Area direttiva
  • Bandiera dell'Italia Carlo Battini - Presidente
  • Bandiera dell'Italia Carla Battini - Dirigente responsabile gestione
  • Bandiera dell'Italia Bruno Sabatini - Segretario sportivo
  • Bandiera dell'Italia Daniele Belli - Segretario amministrativo
  • Bandiera dell'Italia Riccardo Silvestri - Responsabile comunicazione
  • Bandiera dell'Italia Gabriele Minchella - Responsabile marketing
  • Bandiera dell'Italia Renzo Melani – Collaboratore tecnico
  • Bandiera dell'Italia Andrea Orlandini - Collaboratore tecnico
  • Bandiera dell'Italia Roberta Castellini - Delegato sicurezza
  • Bandiera dell'Italia Sergio Agostini - Vice-delegato alla sicurezza
  • Bandiera dell'Italia Claudio Gavina - Responsabile stadio e logistica
  • Bandiera dell'Italia Itania Ricci - Responsabile magazzino-materiali
  • Bandiera dell'Italia Claudio del Guerra - Magazziniere
Settore giovanile
  • Bandiera dell'Italia Christian Amoroso - Allenatore Berretti
  • Bandiera dell'Italia Alessandro Alfani Rossi -Assistente Allenatore Berretti
  • Bandiera dell'Italia Paolo Biso - Dirigente accompagnatore Berretti
  • Bandiera dell'Italia Luca Trotta - Preparatore atletico Berretti
  • Bandiera dell'Italia Matteo Burragato - Massaggiatore Berretti
  • Bandiera dell'Italia Virgilio Di Legge - Medico Berretti
  • Bandiera dell'Italia Roberto Marconcini - Preparatore dei portieri Berretti

Di seguito la cronologia di fornitori tecnici e sponsor del Pisa.

Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali
  • 1987-1990 Saeco
  • 1990-1991 Giocheria
  • 1991-1992 Giochi Preziosi
  • 1992-1993 GT Auto Alarm
  • 1993-1994 Iranian Loom
  • 1994-1995 Non presente
  • 1995-1999 Esanastri
  • 1999-2002 Caripisa
  • 2002-2005 Non presente
  • 2005-2008 Limonta
  • 2008-2009 Abitalia
  • 2009-2010 Transitaly
  • 2010-2011 Edilcentro/Gruppo Bulgarella
  • 2011-2012 Sant'Ermo
  • 2012-2013 Transitaly
  • 2013-2014 Consorzio Gruppo Greco/Edilcentro/Biancoforno
  • 2014-oggi Biancoforno/Geu/NGM

Settore giovanile

File:Marco Tardelli, Pisa.jpg
Un giovane Marco Tardelli con la maglia del Pisa

Il settore giovanile nerazzurro ha ottenuto il suo fin'ora unico titolo italiano vincendo nel 1972 il Campionato nazionale Dante Berretti riservato alle squadre di Serie C. Durante gli anni ha partecipato 4 volte al Torneo di Viareggio: 3 sotto la gestione Anconetani e 1 sotto la gestione Covarelli nel 2008, tutte terminate con l'eliminazione al primo turno. A causa del doppio fallimento in meno di un ventennio è stato rifondato più volte nel corso degli anni. Tra i prodotti del settore giovanile nerazzurro tra gli altri vi furono: Marco Tardelli, lanciato in prima squadra nel campionato di Serie C 1972-1973 e ribattezzato in quel periodo dai veterani col nomignolo di "Puce",[93] futuro Campione del Mondo con la Nazionale a Spagna '82 e vincitore con la Juventus della Coppa dei Campioni 1984-1985, e di 5 Campionati di serie A; Gionatha Spinesi, lanciato in prima squadra nel Campionato Nazionale Dilettanti 1995-1996, capocannoniere con l'Arezzo Calcio del Campionato di Serie B 2004-2005 e autore di 33 reti in Serie A con Bari e Catania.

Dalla stagione 2014-2015 si è instaurata una collaborazione tra l'azienda Biancoforno S.p.A e la società A.C. Pisa 1909 per la gestione del settore giovanile mettendo a disposizione dello staff e dei ragazzi una nuova struttura operativa situata a Fornacette[94] e attuando un progetto di affiliazione di varie piccole società giovanili della Provincia (Pisa Academy).[95]

Per la stagione calcistica in corso il settore giovanile nerazzurro può contare su 6 formazioni: Berretti, Allievi Nazionali, Giovanissimi Nazionali, Giovanissimi Professionisti. Giovanissimi Professionisti B ed Esordienti.[96]

Il Pisa nella cultura di massa

Un fermo immagine della trasmissione televisiva di 50 Canale, Parliamo con Romeo.

Nel 1921, dopo la vittoria del Pisa nella finale del Campionato dell'Italia Centro Meridionale, la squadra si preparava ad affrontare i bianchi della Pro Vercelli nella finale nazionale; in città c'è grande attesa e, tra la varie iniziative prese per attendere il giorno dell'importante partita, ci fu la pubblicazione di un periodico chiamato Nero-azzurro. Da quel giorno fino al 2009 (anno del fallimento del Pisa Calcio), pur se con qualche breve periodo di non pubblicazione e alcuni cambi di grafica e di titolo, accompagnerà gli sportivi pisani ad ogni partita casalinga della squadra.[97]

Nel 1982 il Pisa conquisterà la Serie A ed entrerà anche nelle case dei cittadini grazie all'allora TV locale Canale 55, e successivamente alla nuova televisione nata in quegli anni e tuttora in attività, 50 Canale. Il presidente dell'epoca, Romeo Anconetani, era ospite di una trasmissione a cadenza settimanale incentrata su di lui, Parliamo con Romeo, ma in un certo senso anche co-conduttore della stessa:[98] in un mondo ancora ignaro dei social network si trattò di un unicum del suo genere, dato che un presidente di una società sportiva interagiva settimanalmente con giornalisti e tifosi, i quali gli rivolgevano domande telefoniche in diretta. Grazie a questa nuova interattività l'allora presidentissimo divenne molto popolare anche al di fuori dei confini cittadini, infatti la trasmissione era seguita con simpatia anche dalle provincie vicine.[98] Uno spezzone di intervista del "vulcanico" presidente era presente nella sigla del 1992 del programma satirico-calcistico condotto dalla Gialappa's Band, Mai dire Gol, in cui le provocazioni di Anconetani verso i giornalisti erano spesso umoristicamente prese di mira dai conduttori del programma.

Dalla sua nascita ad oggi diversi libri sono stati scritti sulla storia nerazzurra, alcuni dedicati alle promozioni storiche, altri in occasioni degli anniversari. Per il centenario dalla nascita del club nel 2009, sono usciti quattro volumi, di diversi autori e case editrici, che raccontano la storia dei nerazzurri attraverso immagini ed aneddoti vari sulla secolare attività calcistica cittadina.[99]

Allenatori e presidenti

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Di seguito un elenco comprendente tutti gli Allenatori e tutti i presidenti della storia del Club.[100][101]

Allenatori
Presidenti

Calciatori

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Hall of Fame

Il 10 aprile 2014 presso il Terminal 3 dell'Aeroporto Galilei di Pisa, alla presenza del presidente Battini, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione dell "Arca della gloria" nerazzurra.[102] I primi ingressi nella "Hall of Fame" del Pisa dovrebbero avvenire nel corso della stagione 2015-2016.

File:Diego Simeone (Pisa).jpg
Simeone 55 presenze e 6 reti in maglia nerazzurra

Vincitori di titoli

Bandiera dell'Italia Sergio Bertoni

Berlino 1936
Francia 1938

Bandiera dell'Italia Carlo Biagi

Berlino 1936

Bandiera della Danimarca Henrik Larsen

Svezia 1992
Sergio Bertoni 119 presenze e 41 gol in maglia nerazzurra.

Bandiera dell'Argentina Diego Pablo Simeone

Cile 1991

Il Pisa e le nazionali di calcio

Giovanni Moscardini Oriundo di origine scozzese fu il primo calciatore del Pisa ad essere convocato nella Nazionale azzurra, giocò una sola partita contro la Francia nel 1925 e segnò 2 gol nella vittoria dell'Italia per 7-0.[104] Nel 1936 Sergio Bertoni e Carlo Biagi furono convocati per le Olimpiadi di Berlino, l'Italia portò a casa la medaglia d'oro e i 2 azzurri furono protagonisti: Bertoni colleziono 3 presenze e Biagi 4, segnando anche 4 gol nella partita vinta per 8-0 contro il Giappone.[104] Bertoni 2 anni più tardi fu anche convocato per il Campionato mondiale di calcio 1938 e se pur non scese mai in campo gli azzurri portarono a casa un altro successo.[104]. 69 anni più tardi, nel 2007, Alessio Cerci fece il suo esordio nella Nazionale Under-21 dell'Italia, durante il suo periodo di militanza con la casacca nerazzurra collezionò con gli azzurrini 3 presenze condite da un gol.[104]

Per quanto riguarda i calciatori stranieri, Klaus Berggreen, Wim Kieft, Henrik Larsen e Diego Pablo Simeone hanno fatto parte del giro delle rispettive Nazionali durante il loro periodo di militanza nella squadra toscana. Berggreen partecipò con la sua Nazionale ai campionati europei del 1984 arrivando fino alla semifinale, inoltre nell'estate antecedente al suo passaggio alla Roma, nel 1986, partecipò al campionato mondiale in Messico dove la Danimarca venne eliminata agli ottavi di finale. Miglior sorte toccò a Simeone e Larsen, che vinsero rispettivamente, la Coppa America del 1991 e il campionato europeo del 1992 con le rispettive Nazionali. Anche Kieft vinse un europeo, precisamente quello del 1988, quando però già da diversi anni aveva lasciato la casacca nerazzurra.

Palmarès

Competizioni internazionali

1985-1986, 1987-1988

Competizioni nazionali

1984-1985, 1986-1987[105]
1999-2000

Competizioni interregionali

1920-1921
1933-1934 (girone finale B)
1964-1965 (girone B)
1998-1999 (girone A)
1995-1996 (girone A)
2009-2010 (girone D)
1957-1958 (girone E)

Competizioni regionali

1914-1915, 1919-1920, 1920-1921
1956-1957 (Girone B)

Competizioni giovanili

1971-1972 (torneo Serie C)

Altri piazzamenti

Secondo posto: 1920-1921
Semifinale: 1988-1989
Secondo posto: 1947-1948, 1967-1968, 1989-1990
Secondo posto: 1978-1979 (girone B), 1999-2000 (girone A)
Finale: 1989
Finale: 2011-2012

Statistiche e record

Partecipazione ai campionati

Campionati nazionali
Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Prima Categoria 5 1912-1913 1920-1921 17
Prima Divisione 5 1921-1922 1925-1926
Serie A 7 1968-1969 1990-1991
Prima Divisione 3 1926-1927 1928-1929 34
Serie B 31 1934-1935 2008-2009
Prima Divisione 6 1929-1930 1945-1946 36
Serie C 16 1952-1953 1977-1978
Serie C1 9 1978-1979 2006-2007
Lega Pro Prima Divisione 4 2010-2011 2013-2014
Lega Pro 1 2014-2015
Serie C2 3 1996-1997 1998-1999 6
IV Serie 2 1954-1955 1955-1956
Campionato Interregionale - 2° cat. 1 1957-1958
Campionato Nazionale Dilettanti 1 1995-1996 2
Serie D 1 2009-2010

In 95 stagioni sportive disputate dall'esordio in una competizione ufficiale, sono escluse le annate 1956-1957 e 1994-1995 nelle quali il Pisa militava nel massimo torneo Regionale e i tornei non ufficiali giocati nei periodi Bellici dal 1916 al 1919 e dal 1944 al 1946 .

Statistiche di squadra

La formazione nerazzurra undicesima nella Serie A 1982-1983

Il miglior risultato della storia nerazzurra nelle competizioni nazionali è il 2º posto nel Campionato di Prima Categoria 1920-1921, massima serie dell'epoca. Il Pisa è anche al 18º posto nella speciale classifica perpetua del campionato italiano di calcio pre-serie A a girone unico.[106] Per quanto riguarda la serie A a girone unico, ha giocato 7 campionati e il massimo risultato raggiunto è l'11º posto nella stagione 1982-1983, mentre il peggiore è il 17° del 1988-1989[107]. Il maggior numero di segnature è di 34 reti e risale alla stagione 1990-1991, mentre il minore è di 20 nel campionato 1983-1984, sempre alla stagione 1990-1991 risale anche il primato di reti subite con 60, mentre la stagione 1982-1983 detiene anche il primato del minor numero di reti subite con 27.[107] Al campionato 1990-1991 appartengono altri due primati, quelli del maggiore numero di vittorie e di sconfitte , rispettivamente di 8 vittorie e 20 sconfitte,[107] mentre nella stagione 1983-1984 si è avuto anche, sia il minor numero di vittorie con 3, sia il minor numero di sconfitte con 11 in concomitanza con il campionato 1982-1983.[107]

In serie B invece il miglior risultato, da quando è stata istituita nel 1929, sono i 2 primi posti nel 1984-1985 e 1986-1987, il peggiore è il 20° del 2008-2009.[107] Il maggior numero di segnature (63) risale al campionato 1948-1949, mentre il minore e di 25 nel 1979-1980,[107] alla stagione 1939-1940 appartiene il primato delle reti subite con 62, mentre nella stagione 1989-1990 si ha il minor numero di reti subite con 23.[107] Ai campionati 1940-1941, 1950-1951 e 1980-1981 appartiene il primato del minor numero di vittorie con 10, mentre la stagione vittoriosa del 1984-1985 detiene il primato del minor numero di sconfitte con 5.[107] Il maggior numero di vittorie stagionali appartiene alla stagione 1947-1948 con 19, mentre nella stagione 2008-2009 si ha anche il maggior numero di sconfitte con 18.[107]

Nelle coppe nazionali giocate, la prima risale all'edizione 1935-1936, il miglior risultato è la semifinale del 1988-1989; inoltre il Pisa è riuscito a conquistare un'edizione della Coppa Italia Serie C nella stagione 1999-2000. La squadra ha partecipato a 7 edizioni di competizioni internazionali europee non UEFA (Coppa Mitropa, Coppa Anglo-Italiana e Supercoppa Mitropa) vincendo 2 edizioni della Coppa Mitropa, precisamente quella del 1985-1986 e quella del 1987-1988.[107]

Statistiche individuali

Fabrizio Barontini ed Enzo Loni, i due recordmen nerazzurri, rispettivamente, di presenze e reti.
Alessandro Mannini e Klaus Berggreen, detentori del primato in maglia nerazzurra nella Serie A a girone unico, rispettivamente per presenze e reti.

Enzo Loni è il cannoniere più prolifico della storia nerazzurra, 15 delle sue 78 reti contribuirono alla serie A sfiorata nel campionato di serie B 1947-1948, ha giocato nel Pisa per 10 stagioni suddivise tra serie B, serie C e IV Serie, concludendo la sua carriera con la retrocessione nel campionato di Promozione nella stagione 1955-1956.[108] Fabrizio Barontini detiene il record di presenze, ha indossato la maglia del Pisa per 318 volte in 14 stagioni, divise tra serie B , Serie C e una di serie A nella stagione 1968-1969, che ne fanno una delle più grandi bandiere della società toscana,[109] da segnalare Klaus Berggreen il quale è, con 124 gettoni, lo straniero con più presenze.[110] In Serie A a girone unico Alessandro Mannini detiene il record di presenze con 89 gettoni, mentre il già citato Klaus Berggreen quello delle reti, con 19 segnature.[111] Per quanto riguarda i record in una singola stagione, Enrico Ribechini segnò 32 reti nel campionato di Promozione toscana 1956-1957.[112] In massima serie invece, Danilo Sbrana mise a segno 21 gol in 21 partite nel campionato di Prima Divisione 1921-1922,[113] mentre Michele Padovano con 11 centri nel campionato 1990-1991 è il massimo cannoniere in una singola stagione di serie A.[114]. In Serie B José Ignacio Castillo con 21 reti nella stagione 2007-2008 ha battuto il precedente primato di 18 gol di Lamberto Piovanelli,[115]. Christian Puggioni invece con 594 minuti senza subire reti detiene il record di imbattibilità nerazzurro in un campionato professionistico, precisamente nel campionato di Serie C1 2006-2007.[116]

Di seguito un elenco che tiene conto di presenze e reti registrate nelle gare di campionato.[117]

Record di presenze
Record di reti

Tifoseria

Storia

I 10 000 tifosi pisani che, nel 1984, raggiunsero lo Stadio Giuseppe Meazza di Milano per la decisiva partita-salvezza di fine campionato.

La curva Nord "Maurizio Alberti", intitolata a un tifoso pisano entrato in coma a causa di un arresto cardiaco durante una trasferta a La Spezia e morto due settimane dopo, l'8 febbraio 1999,[118] ospita i gruppi ultras più importanti: gli "Svitati", i "Wanderers", gli "Sconvolts", i "Rangers" e i "Kapovolti", oltre ai gruppi della periferia tra i quali "Pontasserchio", "Sant'Anna" e "Poimabriai".

La curva pisana è sostanzialmente politicizzata con estremismi di sinistra; il gruppo ultras dei Rangers, nati nel 1979[119], hanno come simbolo la celebre effigie di Che Guevara. La gradinata "Gianluca Signorini" ospita un folto gruppo non organizzato, composto soprattutto da vecchi ultras della curva Nord. Il tifo organizzato nerazzurro è inoltre molto impegnato nel sociale, durante diverse partite dell'anno vengono effettuate raccolte fondi per varie iniziative benefiche.[120][121][122]

Gemellaggi e rivalità

Lo stesso argomento in dettaglio: Derby calcistici in Toscana.

La tifoseria organizzata ha rapporti di gemellaggio con la tifoseria del Viareggio, risalente agli anni 80, ha varie radici tra cui la vicinanza delle due città, le rivalità in comune e anche per il fatto che molti viareggini seguivano con simpatia il Pisa in quegli anni.[123] La curva pisana è anche gemellata con gli austriaci dello Sturm Graz, i tedeschi del Karlsruher[124] e con la tifoseria della squadra svizzera di Hockey su ghiaccio dell'Ambrì Piotta[124]. Vi furono anche due forti gemellaggi con le tifoserie organizzate di Carrarese e Reggiana, entrambi molto longevi ma sciolti per divergenze riguardanti le norme anti-violenza instaurate dopo la morte dell'ispettore Filippo Raciti il 2 febbraio 2007[125][126]. Il gemellaggio con la Reggiana ebbe inizio all'ultima giornata del campionato di Serie B 1981-1982, quando un pareggio per 0-0 permise ai nerazzurri di essere promossi in Serie A e ai granata di mantenere la cadetteria.[127] Altro gemellaggio longevo fu quello con il Genoa terminato nel 2004 dopo una partita tra i rossoblu e il Livorno,[128] stesso discorso con gli ultras del Cosenza con i quali intorno agli anni 2000 si interruppe il rapporto di gemellaggio fra le due tifoserie.[129]

Una partita tra Pisa e Livorno del 1979.

Un capitolo a parte merita la rivalità tra Pisa e Livorno: le radici di questa rivalità risalgono addirittura al 1284, quando la flotta pisana fu sconfitta da quella genovese a largo di Livorno, all'epoca porto pisano, fra gli scogli delle melorie sancendo l'inizio della fine della Repubblica Marinara.[130] Nemmeno un secolo dopo il porto livornese diventò, da piccolo scalo sottomesso, uno dei principali porti della Toscana. Arrivando ai giorni nostri questa rivalità non si è mai sopita: girando per il mondo non è raro vedere scritte di scherno tra le due opposte fazioni nei luoghi più disparati.[130] Tra le due tifoserie nel corso degli anni non sono mancati scontri violenti, come nel 1999[131] o come nel 2001,[132]. Anche Romeo Anconetani, che durante la sua presidenza espresse chiaramente l'idea di unire le due città sotto un'unica squadra chiamata Pisorno, si dovette ricredere vedendo le proteste che scaturirono dalle due città.[133] Nel 2012 l'allora presidente del consiglio Mario Monti propose l'accorpamento di varie province italiane e tra queste vi erano proprio Pisa e Livorno, pure in questo caso ne scaturì un pandemonio di proteste e sfottò nelle due città.[134]

La curva "Nord" nel 1994, durante un derby toscano con la Fiorentina.

Anche la rivalità tra il Pisa e la Fiorentina ha radici molto lontane risalenti anch'esse al medioevo, infatti le due città patteggiavano per due opposte fazioni: Pisa per i Ghibellini e Firenze per i Guelfi. Inoltre Firenze, fulcro dell'economia toscana ma senza sbocco marittimo, fu costretta a pagare dazi onerosi ai pisani per effettuare scambi commerciali marittimi fino a quando non decise di puntare tutto su Livorno, scavalcando Pisa ed aumentando l'odio tra le due città.[135] Nel 2015 questa rivalità è tornata in auge con la notizia della fusione tra l'aeroporto pisano e quello fiorentino scatenando le proteste della piazza pisana[136][137] Anche qui come per il derby con il Livorno ci sono stati vari scontri nel corso degli anni, soprattutto, vista la differenza di categoria, all'epoca della Serie A nerazzurra.[138]

Rivalità per motivi campanilistici regionali si hanno con quasi tutte le restanti compagini toscane, escluse le già citate Viareggio e Carrarese, ma la più sentita, sia per la vicinanza, sia per le opposte idee politiche e sia per i numerosi episodi successi nel corso degli anni, è quella con la Lucchese[139]. Fuori dai confini regionali una fra le rivalità più sentite è quella con gli ultras dello Spezia con i quali, a cavallo tra la fine degli anni novanta e primi anni 2000, militando quasi sempre nella stessa categoria vi è stata spesso occasione di contatto.[140] Da segnalare infine le rivalità di tipo politico: essendo la tifoseria pisana principalmente di sinistra, vi è rivalità con quasi tutte le tifoserie di destra presenti nel panorama calcistico nazionale.

Organico

Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Calcio Pisa 1909 2014-2015.

Rosa

Rosa aggiornata al 2 febbraio 2015.[141]

N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia P Alberto Pelagotti
Bandiera dell'Italia P Simone Moschin
Bandiera dell'Italia P Davide Adornato
Bandiera dell'Italia D Filippo Costa
Bandiera dell'Italia D Stefano Dicuonzo
Bandiera dell'Italia D Andrea Lisuzzo
Bandiera dell'Italia D Massimo Paci
Bandiera dell'Italia D Paolo Rozzio
Bandiera dell'Italia D Simone Sini
Bandiera dell'Italia D Eros Pellegrini
Bandiera dell'Italia D Giacomo Benedini
Bandiera dell'Italia C Andrea Caponi
N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia C Manuel Iori
Bandiera dell'Italia C Matteo Mandorlini
Bandiera dell'Italia C Stefano Morrone
Bandiera dell'Italia C Luca Ricciardi
Bandiera dell'Italia C Gianvito Misuraca
Bandiera dell'Italia A Francesco Finocchio
Bandiera dell'Italia A Marco Frediani
Bandiera del Marocco A Rachid Arma
Bandiera dell'Italia A Roberto Floriano (Bandiera della Germania)
Bandiera dell'Italia A Aiman Napoli
Bandiera dell'Italia A Moreno Beretta
Bandiera dell'Italia A Andrea Arrighini

Staff tecnico

Dal sito internet ufficiale della società.[142]

Staff dell'area tecnica
Area tecnica
Area sanitaria
  • Bandiera dell'Italia Ferdinando Franzoni - Responsabile sanitario
  • Bandiera dell'Italia Marco Pallini - Medico addetto 1ª Squadra
  • Bandiera dell'Italia Sergio Precisi - Medico sociale
  • Bandiera dell'Italia Leonardo Tocchini - Medico sociale
  • Bandiera dell'Italia Virgilio Di Legge - Medico sociale
  • Bandiera dell'Italia Simone Casarosa - Recupero infortunati e riatletizzazione
  • Bandiera dell'Italia Giovanni Santarelli - Responsabile fisioterapia
  • Bandiera dell'Italia Alessandro Frosini - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Marco Deri - Massaggiatore
  • Bandiera dell'Italia Ferdinando Rognini - Otorino
  • Bandiera dell'Italia Michele Palla - Oculista
  • Bandiera dell'Italia Antonio Marioni - Chirurgo
  • Bandiera dell'Italia Antonio Magliaro - Dermatologo
  • Bandiera dell'Italia Alessandro Paolicchi - Radiologo
  • Bandiera dell'Italia Marco Ferretti - Podologo
  • Bandiera dell'Italia Massimo Gargani - Endocrinologo e nutrizionista
  • Casa di Cura San Rossore - Centro di riferimento

Note

  1. ^ 100Pisa,  Impararono i primi rudimenti sul gioco leggendo la Stampa sportiva di Torino alla palestra "Forza e Coraggio" frequentata da quegli stessi ragazzi.100 Pisa p. 10-11
  2. ^ Vasarelli, p. 7-13
  3. ^ 100Pisa, Nell'elenco dei fondatori troviamo: Enrico Canti (presidente), Bruno Caprili, Giuseppe Curradi, Antonio Eschini, Gino Fanucci, Fabiano Ferrucci, Gastone Galletti, Alberto Garzella, Vittorio Gazzera, Alfredo Giovannini, Ferruccio Giovannini (segretario), Ernesto Logli, Cafiero Maggini, Aldo Saggini, Mario Salvestroni, Giuseppe Scotti, Leo Scotti, Marino Scotti, Stefano Scotti, Gino Simoni, Igino Tonini, Pergentino Valori (cassiere), Antonio Zoppi.100 Pisa p.10-11
  4. ^ a b Colori sociali, su pisacalcio.it (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2014).
  5. ^ 100Pisa,  p. 12-13
  6. ^ 100Pisa, In realtà vi erano anche altre squadre cittadine, ma rappresentative solo di alcuni rioni; tra queste ricordiamo l'Unione Sportiva Porta a Mare e lAudax. 100 Pisa p.10-11
  7. ^ 100Pisa,  P. 16-17
  8. ^ Le realtà calcistiche cittadine dei primi del '900, su m.tuttopisa.it, Tuttopisa, 9 aprile 2014.
  9. ^ C.Fontanelli, p.60
  10. ^ Vasarelli, p. 15
  11. ^ 100Pisa,  p. 19
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