Aldo Cantarutti

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Aldo Cantarutti
Cantarutti con la divisa dell'Atalanta nella seconda metà degli anni ottanta
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 189 cm
Peso 82 kg
Calcio
Ruolo Attaccante
Termine carriera 1990
Carriera
Giovanili
1976Torino
Squadre di club1
1976-1977Torino1 (0)
1977-1978Monza18 (2)
1978-1979Lazio9 (1)
1979-1981Pisa59 (18)
1981-1984Catania92 (25)
1984-1985Ascoli27 (5)
1985-1988Atalanta60 (15)
1988Brescia4 (2)
1988-1990Vicenza23 (9)
Nazionale
1977-1979Bandiera dell'Italia Italia U-20? (?)
1979Bandiera dell'Italia Italia U-211 (0)
?-?Bandiera dell'Italia Italia B? (?)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Aldo Cantarutti (Manzano, 17 gennaio 1958) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

È cresciuto nelle giovanili del Torino, con cui ha avuto modo di esordire in Serie A il 10 aprile 1977 in Torino-Catanzaro (3-1). In seguito i granata lo cedono per un biennio in prestito. Nel 1977-1978 gioca nel Monza, segnando 2 reti in 18 partite e giocando come ala sinistra.

Cantarutti (a destra) ed Ennio Mastalli con la maglia del Catania, nella stagione 1982-1983

In seguito passa alla Lazio, ancora in Serie A; n questa stagione gioca 9 gare. Svincolatosi dal Torino, passa al Pisa di Romeo Anconetani, in cui gioca come boa davanti a Giorgio Barbana e Roberto Bergamaschi e mette a segno 6 reti in 24 partite. Nella stagione 1980-1981 segna 12 reti (quinto miglior marcatore del campionato).

Il presidente del Catania Angelo Massimino nell'estate 1981 lo acquista per circa 900 milioni di lire. Segna 10 reti il primo anno (tante quante il suo partner Angelo Crialesi), mentre contribuisce con 11 gol al ritorno in Serie A degli etnei nella successiva stagione.

Dopo un inizio con due reti alla sua ex squadra, il Pisa, si infortuna contro la Roma e rientra quattro partite dopo. Gioca in coppia con il centravanti Andrea Carnevale, e la squadra retrocede all'ultimo posto, con 14 reti segnate, di cui 4 portano la firma di Cantarutti. Ha segnato una rete in rovesciata contro il Milan, annullata dall'arbitro Benedetti e costata al Cibali (a causa dei tumulti che seguirono questa decisione) quattro giornate di squalifica in Serie A e due in Coppa Italia.

In seguito gioca con Ascoli e Atalanta (sempre in Serie A). Ottenuta un'altra retrocessione nelle Marche, a Bergamo, dopo un inizio con 9 reti nel 1985-1986), si infortuna. Non giocherà più in Serie A. Ha segnato il gol dell'1-1 in trasferta contro lo Sporting Lisbona nei quarti di finale della Coppa delle Coppe 1987-1988, rete che vale la qualificazione dell'Atalanta alle semifinali. Nello stesso anno conquista la sua seconda promozione in carriera, rimanendo poi tra i cadetti, nel Brescia.

A ottobre 1988 viene acquistato dal Lanerossi Vicenza. È l'ultimo capitolo della sua carriera da calciatore: con i veneti torna a segnare conquistando la salvezza nel campionato di Serie C1. Poi lascia il calcio giocato.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Cantarutti ha anche avuto una brevissima parentesi azzurra. Il 21 febbraio 1979 Azeglio Vicini lo fece esordire con l'Under-21 nella partita contro la nazionale maggiore dell'Unione Sovietica, dove gli azzurrini persero 1-0. L'attaccante friulano vestì poi la maglia della rappresentativa di Serie B.

Dirigente[modifica | modifica wikitesto]

Ritiratosi, ha lavorato come osservatore e responsabile dell'area tecnica. Ha iniziato con l'Atalanta[1], per proseguire con il Valencia, il Lecce, il Celta Vigo e dal 2004-2005 con il L.R. Vicenza. In seguito ha lavorato come osservatore per il Lecce.[senza fonte]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

A livello mediatico, è noto al grande pubblico, per essere stato protagonista del gol dell'immaginaria vittoria del Catania in casa della Juventus, che permise a Lino, interpretato da Lino Banfi nel film Al bar dello sport, di fare 13 al Totocalcio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elio Corbani e Pietro Serina, op. cit. p. 301

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]