Delfino Pescara 1936
Delfino Pescara 1936 Calcio | |
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Biancazzurri, Delfini | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Bianco, azzurro |
Simboli | Delfino |
Inno | Evviva Pescara Luciano Brancone[1] |
Dati societari | |
Città | Pescara |
Nazione | Italia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FIGC |
Campionato | Serie B |
Fondazione | 1936 |
Rifondazione | 2009 |
Presidente | Daniele Sebastiani |
Allenatore | Massimo Oddo |
Stadio | Adriatico-Giovanni Cornacchia (20 515 posti) |
Sito web | www.pescaracalcio.com |
Palmarès | |
Titoli nazionali | 2 Campionati di Serie B |
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Delfino Pescara 1936, meglio conosciuto semplicemente come Pescara, è una società calcistica italiana con sede nella città di Pescara. Milita in Serie B.
Fondata nel 1936 con la denominazione Società Sportiva Pescara, la squadra ha disputato 7 campionati di Serie A, un campionato di Divisione Nazionale e 38 campionati di Serie B, risultando l'unica squadra di calcio dell'Abruzzo ad aver raggiunto la massima serie del campionato italiano. Nei suoi 83 anni di storia il club ha vinto, classificandosi al primo posto, cinque campionati: due di Serie B (1986-1987, 2011-2012), uno di Serie C (1973-1974), uno di Serie D (1972-1973) e uno di Promozione (1951-1952).
La squadra abruzzese vanta la 39ª miglior tradizione sportiva fra i club che hanno militato in Serie A, e occupa il 52º posto nella classifica perpetua dal 1929. Inoltre il club abruzzese figura al 6º posto nella classifica perpetua della Serie B.
Il club è stato dichiarato fallito il 19 dicembre 2008;[2] il 20 gennaio 2009 fu rilevato all'asta fallimentare da un nuovo assetto societario che fa capo all'imprenditore della pasta Giuseppe De Cecco e all'imprenditrice edile Deborah Caldora, figlia di Armando, storico presidente della squadra ai tempi della prima promozione in Serie A. La società ha mantenuto lo stemma, i risultati e i piazzamenti del Pescara Calcio nato nel 1936. Nel 2011 la presidenza fu assunta da Daniele Sebastiani, precedentemente amministratore delegato del club, che tutt'oggi ne detiene la carica.
La squadra disputa le partite interne nello Stadio Adriatico-Giovanni Cornacchia di Pescara e ha come colori sociali il bianco e l'azzurro.
Storia
Gli albori del calcio a Pescara (1910-1940)
Nel 1927, su proposta di Gabriele D'Annunzio, il governo istituì la Provincia di Pescara unendo i due centri di Pescara e Castellamare in un'unica città. In questo contesto di spirito unitario si unirono le società calcistiche formando la società Tito Acerbo, dalla vita effimera. Nel 1930 venne invece a formarsi il primo embrione del Pescara Calcio grazie alla fondazione della Società Sportiva Abruzzo, allenata da un allenatore professionista. La squadra, nella stagione 1931-32, partecipò al Campionato di Seconda Divisione Regionale vincendolo. La compagine, guidata da Pietro Piselli, assunse nel 1932-33 il nome di Associazione Sportiva Pescara, ma dopo due anni fu sciolta per problemi economici. Nel 1936, grazie all'interesse di Angelo Vetta, la squadra risorse sempre col nome di Associazione Sportiva Pescara. Il nuovo club, che adottò quali colori sociali il bianco e l'azzurro, ebbe come primo allenatore Edmondo De Amicis ed esordì nel 1937-38 nel girone D di Prima Divisione Abruzzese, ottenendo subito la promozione in Serie C. Nei due anni successivi la squadra disputò due buoni campionati in Serie C, classificandosi ottavo, con alla guida Pietro Piselli, e poi sesto, allenato da Armando Bonino.
La prima promozione in Serie B (1940-1941)
Al termine della stagione 1940-41 arrivò per il Pescara la prima promozione in Serie B. La squadra, allenata dal campione del mondo Mario Pizziolo e forte di elementi come Mario Tontodonati (che di lì a poco esordirà in Serie A), vinse il proprio girone totalizzando 44 punti e arrivò seconda nel girone finale dietro alla Fiumana. L'anno successivo la squadra, esordiente in seconda categoria, sfiorò la promozione venendo superato dal Vicenza alle ultime giornate.
Durante la seconda guerra mondiale la squadra disputò un torneo locale chiamato campionato abruzzese, vincendolo. Alla fine delle ostilità, nella stagione 1945-46, il Pescara fu iscritto ad un campionato misto di A e B diviso in due gironi istituiti secondo criteri geografici. Il Pescara terminò il primo anno al sesto posto nel girone del Sud Italia, poi, dopo un terzo e un ottavo posto, la squadra fu inserita nel girone meridionale della Serie B. A partire dalla stagione 1948-49, il Pescara conobbe un periodo di crisi con due retrocessioni consecutive che lo fecero sprofondare in Promozione.
Gli anni della Serie C (1950-1970)
Al termine della stagione 1951-52 i biancazzurri, guidati da Del Grosso, raggiunsero la promozione in IV Serie vincendo il girone L. Per gran parte degli anni cinquanta la squadra, con Umberto De Angelis in panchina, non riuscì a centrare l'obiettivo della promozione in Serie C, sfiorandola durante la stagione 1955-56 (prima stagione in cui la squadra giocò nello Stadio Adriatico, inaugurato il 29 dicembre 1955), perdendo in casa lo spareggio contro la Reggina. La promozione in terza divisione avvenne due anni dopo, al termine della stagione 1957-58. Nel corso degli anni sessanta la compagine adriatica disputò stagioni anonime in serie C (con picchi nella stagione 1962-63, terminata al quarto posto, e la stagione 1967-68 al sesto posto), caratterizzate dall'avvicendamento di vari allenatori alla panchina della squadra.
Il ritorno in Serie B e l'approdo in Serie A con Armando Caldora (1970-1977)
Al termine della stagione 1971-72 la compagine adriatica, partita con l'obiettivo della promozione, sprofondò in Serie D. Il Pescara si riscattò ottenendo una doppia promozione: nella 1972-73 la squadra vinse il girone H tornando così in Serie C, mentre nella stagione seguente, sotto la guida di Tom Rosati, il Pescara tornò in Serie B dopo un testa a testa con il Lecce da cui gli adriatici uscirono vincitori, favoriti tra l'altro da un punto di penalizzazione inferto ai salentini che si erano rifiutati di scendere in campo nella partita contro il Marsala per la mancanza dell'arbitro designato.
Nelle due stagioni successive il Pescara (divenuto società per azioni nel 1974) ottenne due salvezze mentre andavano a formarsi i primi gruppi di tifoseria organizzata. Nella stagione 1976-1977, con alla guida Giancarlo Cadè, chiamato dal nuovo presidente Armando Caldora, il Pescara concluse il campionato al secondo posto con 49 punti, alla pari col Cagliari e con l'Atalanta rendendo quindi necessari gli spareggi per decretare le due promosse: grazie a due pareggi a reti inviolate con Cagliari e Atalanta, il Pescara si classificò secondo nella graduatoria ottenendo così la promozione, la prima in Serie A per il club adriatico.
Alti e bassi (1977-1982)
Per la stagione 1977-78 il Pescara, al suo esordio in massima serie, vide un altro cambio ai vertici della società con Attilio Taraborrelli che divenne presidente. Con una formazione in sostanza simile a quella dell'anno precedente e con Giancarlo Cadè alla guida, la squadra retrocesse in Serie B al termine della stagione piazzandosi all'ultimo posto con 17 punti (frutto di 4 vittorie, 9 pareggi e 17 sconfitte con 21 reti segnate e 44 subite), stabilendo tra l'altro alcuni record negativi. Unica soddisfazione fu la vittoria per 2-1 contro l'Inter che veleggiava nelle prime posizioni di classifica.
Il ritorno in massima serie degli abruzzesi fu immediato: nella stagione 1978-79, che vide un ennesimo cambio alla presidenza con l'arrivo di Gianni Capacchietti, il Pescara, allenato da Antonio Angelillo, raggiunse alla penultima giornata il Monza e lo sconfisse nello spareggio di Bologna per 2-0 (con un goal di Pavone al 40' e un autogoal di Giusto su tiro di Nobili al 61'). Per l'occasione fu forte l'affluenza dei tifosi biancazzurri che giunsero da Pescara in circa 40 000 unità (tuttora una delle trasferte più massicce nella storia del calcio italiano). Il campionato 1979-80 fu però anche in questo caso avaro di soddisfazioni: la squadra rimase infatti tutta la stagione a fondo classifica e a nulla valse l'avvicendamento di Gustavo Giagnoni in panchina per risollevare le sorti del campionato.
Dopo una stagione in cui la squadra terminò (con Aldo Agroppi in panchina) a ridosso della zona promozione, al sesto posto, il Pescara nella stagione 1981-82 retrocesse in Serie C1 in una stagione caratterizzata dall'avvicendamento di tre allenatori (Saul Malatrasi, Mario Tiddia e Giuseppe Chiappella) alla guida della squadra.
La riconquista della Serie B (1982-1986)
All'inizio del campionato 1982-83 il presidente Vincenzo Marinelli (coadiuvato dal general manager Franco Manni, ex direttore sportivo dell'Inter), richiamò in panchina Tom Rosati che al termine della stagione riporterà la squadra in Serie B. Rosati rimase sulla panchina del Pescara anche nella stagione 1983-84, mettendo in evidenza giovani attaccanti come Sandro Tovalieri e Stefano Rebonato.
Nel campionato 1984-1985 fu assunto sulla panchina Enrico Catuzzi, tecnico dalle idee innovative e inventore del gioco a zona praticato con successo negli anni precedenti a Bari; a Pescara arrivano dal Bari elementi importanti richiesti ed avuti proprio da Catuzzi nel suo trascorso in Puglia: Gigi De Rosa, Acerbis e Franco Baldini. Si misero in mostra anche i nuovi giovani Cristiano Bergodi e Andrea Camplone. Si ricordano le gare in Coppa Italia contro il forte Napoli di Maradona, Ciro Ferrara e Daniel Bertoni, vittorioso all'Adriatico per 3 a 0, e la sconfitta casalinga (3-0) contro la temibile Fiorentina di Giancarlo De Sisti, Claudio Gentile, Daniel Passarella, Oriali, Daniele Massaro, Paolo Pulici, Giancarlo Antognoni e Sócrates; il girone di Coppa-Italia da sei squadre lo terminò al quarto posto con 4 punti, frutto della vittoria a Perugia (3-0) e dei pareggi contro Arezzo (1-1) e Casertana (0-0).
In campionato la squadra gioca coi nuovi schemi a "zona" di Catuzzi. Il Pescara vince le prime 3 gare casalinghe: all'esordio dinanzi al proprio pubblico, il Pescara batte 2-1 la Triestina per poi vincere 2-0 contro l'Empoli di Sebastiano Rossi e Walter Mazzarri, e 3-0 contro il Varese di Angelo Orlando. I "delfini abruzzesi" sconfiggono anche 2-0 il Cagliari di Renzo Ulivieri, Julio César Uribe e Marco Branca, vincono 3-0 contro il Parma di Nicola Berti e Gabriele Pin, e battono il Monza col largo risultato di 4-0.
Il Pescara chiude la stagione allo Stadio Adriatico regalando ai propri tifosi la bella vittoria contro il forte Genoa di Tarcisio Burgnich, Stefano Eranio ed Elói, battendo i "grifoni" 3-0 con reti di Giorgio Roselli, De Martino e Gigi De Rosa. La squadra concluse il campionato al settimo posto in classifica esprimendo ottimo gioco e molte vittorie. Il Pescara in casa si rivela una garanzia, ottenendo il record di 33 gol fatti e la seconda miglior difesa con soli 8 gol subiti; perse una sola volta contro il Campobasso.
Nella stagione successiva, sempre con Catuzzi alla guida, arrivarono Onofrio Loseto, Rebonato, Pagano, Carrera, Gasperini e Bosco. La squadra iniziò la nuova stagione ottenendo un pareggio (0-0) nella la gara di Coppa-Italia affrontando nuovamente il Napoli spinto da Maradona, Bruno Giordano e Salvatore Bagni. In campionato si parte con buoni propositi, infatti i biancazzurri all'esordio sconfiggono 2-1 il Bologna per poi dare seguito ad alti e bassi; si ricordano le vittorie più significative contro squadre blasonate come Genoa (3-0) e Lazio (2-0).
Memorabile in quell'annata il gol da record segnato di testa da quasi centrocampo da Gigi De Rosa nell'acceso derby contro la Sambenedettese vinto per 1-0, proprio nell'ultimo minuto di recupero.
Questa stagione, travagliata per lo scandalo del calcio-scommesse in cui venne coinvolto e successivamente radiato il portiere biancazzurro Maurizio Rossi, la squadra non riuscì a ripetere la positiva stagione precedente e, seppur mostrando un calcio piacevole, al termine della stagione 1985-86 retrocesse all'ultima giornata perdendo la gara interna contro la Triestina (1-2), che fino alla fine del campionato era rimasta in lotta per la promozione.[3] Nel biennio di Catuzzi i giocatori simbolo di quel Pescara erano Giorgio Roselli, Luigi De Rosa e Acerbis.
La promozione in Serie A con Galeone (1986-1988)
Nell'estate del 1986, a causa della radiazione per fallimento del Palermo, la squadra fu ripescata in Serie B. Al posto di Catuzzi fu assunto Giovanni Galeone, allenatore emergente proveniente dalla SPAL. La squadra, allestita per affrontare la Serie C1, si trova, contro tutti i pronostici, a giocare un campionato di vertice pur avendo una rosa non molto ampia e piuttosto giovane. Il modulo adottato da Galeone è un 4-3-3 a zona. Il Pescara di Galeone sorprese tutto il calcio italiano, per qualità di gioco offensivo e divertente, basato sull'innovatività, aggiudicandosi il soprannome "calcio-champagne". Durante la stagione la squadra agguanta tante vittorie, da ricordare quelle contro Cagliari (3-2), Genoa (2-1), Taranto (3-0), Vicenza (3-1 in trasferta e 2-0 in casa), Cremonese (2-0), Parma (2-1 in trasferta), Pisa (3-1) e Bologna (1-0 sia in casa che in trasferta).
Il 21 giugno 1987 il Pescara conquistò la serie A classificandosi al primo posto alla pari con il Pisa. La formazione che conquistò la massima serie, sconfiggendo in un gremito Stadio Adriatico il Parma di Arrigo Sacchi era così composta: Gatta, Benini, Camplone, Bosco, Bergodi, Dicara, Pagano, Gasperini, Rebonato, Marchegiani, De Rosa.[4] La squadra ottenne anche il maggior numero di vittorie di tutta la Serie B ed il miglior attacco della categoria con 43 reti realizzate. Il centravanti Rebonato diventerà capocannoniere del campionato di Serie B 1986-1987 con 21 gol di cui nessuno realizzato su rigore. Altri calciatori utilizzati in quella stagione erano Gianluca Gaudenzi, Primo Berlinghieri, Onofrio Loseto, Luigi Ciarlantini e Luigi Marchionne.
L'inizio del campionato 1987-88 vedrà l'ingresso in società dell'imprenditore Pietro Scibilia, patron dell'industria alimentare Gis già partner pubblicitario del Pescara e sponsor della squadra ciclistica GIS-TUC-LU guidata da Francesco Moser. Dopo la cessione alla Fiorentina del centravanti goleador Rebonato, il Pescara prenderà Nicola Zanone per sostituirlo; lasciò il Pescara anche la mezza punta Gigi De Rosa passato al Cosenza e fu ingaggiato il talentuoso ed esperto centrocampista brasiliano Júnior dal Torino. Come mezzala sinistra la società, guidata da Scibilia prenderà il geniale anche se un po' discontinuo Blaž Slišković. Inizialmente sembrò che Gasperini fosse destinato a lasciare la maglia bianco azzurra perché chiuso dalla presenza del giocatore slavo ma, a causa di un infortunio che terrà Zanone lontano dai campi per parecchio tempo, Galeone sarà costretto a ridisegnare l'assetto tattico della squadra spostando la mezzala Slišković nel ruolo di centravanti e reinserendo Gasperini, che nel frattempo ha ceduto la fascia da capitano a Júnior, nel suo ruolo di mezz'ala sinistra. Al termine della stagione la squadra si salvò grazie alla riduzione del numero delle squadre che sarebbero retrocesse e alla penalizzazione dell'Empoli, partito da -5.
Nella stagione successiva la squadra acquisterà altri due calciatori brasiliani, il centravanti Edmar e la mezza punta Tita, e lascerà andare Slišković. Il Pescara raggiungerà anche il centro classifica alla fine del girone di andata, retrocedendo dopo un girone di ritorno nel quale riuscì a vincere per 3 a 1 solo la prima giornata in casa della Roma mentre pareggiò e perse le restanti partite. Durante questi due anni nella squadra militarono alcuni volti noti. Oltre ai già citati brasiliani Júnior, Edmar e Tita, e Blaž Slišković vi furono anche i difensori Romano Galvani, Roberto Bruno, il centrocampista Paolo Miano e il portiere Giuseppe Zinetti.[3]
Il lento declino (1988-2001)
Dopo due stagioni, il Pescara tornò in Serie A con Galeone in panchina al termine del campionato 1991-1992, classificandosi secondo dietro al Brescia. La squadra partecipa al campionato 1992 - 1993 di serie A e retrocederà al termine della stagione. L'ultima vittoria fu il 5-1 sulla Juventus alla penultima giornata del campionato; nella squadra pescarese militava Massimiliano Allegri che nell'incontro all'Adriatico con la Juventus, terminato con uno storico 5 - 1, segnò il secondo gol su rigore portando il Pescara in vantaggio.
Negli anni successivi il Pescara disputò alcune stagioni in Serie B: nella stagione successiva alla retrocessione, con Giorgio Rumignani in panchina, la squadra, penalizzata di 3 punti per illecito sportivo relativo a due stagioni prima, si salvò dalla retrocessione. Con Francesco Oddo, in panchina tra il 1994 e il 1996 salvo un breve periodo con Luigi Maifredi la squadra si salvò il primo anno, mentre nel secondo anno si classificò a metà tabellone dopo aver concluso il girone di andata in vetta alla classifica. Dopo un periodo interlocutorio che vide prima Delio Rossi e poi Adriano Buffoni, nella stagione 1998-99 la squadra, guidata inizialmente da Giorgini poi da Luigi De Canio, sfiorò la promozione perdendola definitivamente all'ultima giornata a causa delle vittorie di Reggina e Lecce, rispettivamente contro Torino, già promosso, e Chievo, già salvo. Dopo una stagione conclusa al tredicesimo posto, il campionato 2000-01 si rivelò disastroso per la squadra che al termine della stagione retrocederà nonostante l'avvicendamento di quattro allenatori (Delio Rossi, Giovanni Galeone, Tarcisio Burgnich e di nuovo Delio Rossi). Da segnalare, durante questo periodo, l'affermazione di alcuni giovani provenienti dal vivaio come Mauro Esposito, Massimo Margiotta e Morgan De Sanctis.[5]
Anni 2000
Cambi ai vertici (2001-2007)
Ritrovatasi dopo diciotto anni in terza divisione, per la stagione 2001-02 la squadra fu rifondata con elementi provenienti dalla Serie C1 ed affidata al fratello del direttore sportivo della squadra, Ivo Iaconi. Tali scelte della dirigenza suscitarono il malcontento della tifoseria che chiese a gran voce le dimissioni dello staff tecnico e dirigenziale. Nonostante la contestazione la squadra in campionato si trovò subito nei piani alti della classifica, qualificandosi infine per i play-off all'ultima giornata, battendo il Giulianova per 2-0. Tuttavia gli spareggi non saranno favorevoli al Pescara che fu eliminato dal Catania in semifinale dopo aver perso la partita di ritorno a causa di un clamoroso errore da parte del direttore di gara Bergonzi, che convalidò il goal-vittoria del Catania nonostante un evidente fuorigioco del marcatore Cicconi. Nella stagione successiva, con una formazione rinnovata, la squadra concluse al primo posto con 69 punti ex aequo con Avellino ma dovette disputare i play-off per classifica avulsa (scontri diretti: 1-0 ad Avellino e 1-2 a Pescara), vincendoli contro il Martina dopo aver eliminato in semifinale la Sambenedettese.
Tornato in Serie B, nella stagione 2003-2004 il Pescara disputò un buon girone di andata, ma un calo di rendimento nel girone di ritorno (favorito anche dagli infortuni dei titolari Saul Santarelli e Carlo Luisi) portò alla retrocessione in Serie C1 nonostante i 21 goal di Emanuele Calaiò e l'avvicendamento in panchina di Cetteo Di Mascio al posto di Ivo Iaconi. Nell'estate del 2004 il gruppo Scibilia-Oliveri passò la proprietà della squadra all'imprenditore Dante Paterna con cui iniziò un lungo periodo di crisi, nonostante il quale la società fu ripescata in Serie B a causa della mancata iscrizione del Napoli e dell'Ancona. La squadra, affidata a Giovanni Simonelli, allora esordiente in Serie B, il primo anno venne ripescata dopo aver concluso il campionato al terzultimo posto, mentre il campionato successivo lo concluse a centro classifica (con Maurizio Sarri in panchina).
La stagione 2006-2007 fu molto travagliata sia a livello societario che tecnico. La squadra parte male con Ballardini alla guida perdendo le prime 3 gare di campionato a cui fanno seguito 2 pareggi e un'altra sconfitta a Modena che costa la panchina al tecnico che viene esonerato dopo appena 6 giornate e un magro bottino di 2 punti. Al suo posto subentra Aldo Ammazzalorso ma la musica non cambia, in quanto i biancazzurri non riescono a conquistare nemmeno una vittoria e collezionano in 9 gare solo 3 pareggi e 6 sconfitte, tra cui il ko interno contro il Rimini (0-5).
Al posto di Ammazzalorso arriva sulla panchina pescarese Luigi De Rosa, ex glorioso centrocampista biancazzurro della storica promozione in A del Pescara "champagne" di Galeone, che guiderà il Pescara per tutto il girone di ritorno. All'esordio casalingo il Pescara di De Rosa batte 2-1 il forte Lecce di Papadopulo, Osvaldo, Valdés e Tiribocchi, in corsa per la Serie A. Segue la bella vittoria per 2-1 in trasferta a Bari, dove i biancazzurri rimontarono 2 gol grazie alla doppietta di Daniele Vantaggiato, e la gara vinta in casa contro il Cesena di Lazzari e Papa Waigo che navigava nelle zone alte della classifica. La squadra con De Rosa cambia pelle e conquista subito 10 punti in 4 partite, una media da promozione, risollevandosi subito in classifica balzando dall'ultimo posto alla zona play-out. La tifoseria inizia a sperare nella salvezza. Seguirono, poi, alti e bassi tra risultati positivi e sconfitte.
Contemporaneamente ci fu l'avvicendamento ai vertici della società del nuovo presidente Angelo Renzetti al posto di Dante Paterna, che durò però poco tempo, infatti la società viene ridata nelle mani di Paterna per poi essere acquistata da Massimiliano Pincione. In 2 mesi ci furono 4 presidenti. I problemi societari, portati avanti per tutto il girone di ritorno, si fanno sempre più gravi tanto da prospettarsi il fallimento e influiscono negativamente sulla squadra. La squadra dopo un buon periodo di ripresa retrocesse all'ultimo posto con 24 punti.[6]
Dal Pescara al "Delfino Pescara 1936": fallimento e rifondazione (2007-2009)
Il 5 ottobre 2007 la società, in ormai carenti condizione economiche (era stata penalizzata di un punto a causa di un ritardo nel pagamento dei versamenti IRPEF), procedette ad una ricapitalizzazione, aperta anche a soggetti esterni, mediante cui la proprietà venne trasferita all'imprenditore immobiliare Gerardo Soglia che, dopo una stagione in cui il club concluse al settimo posto, rassegnò le proprie dimissioni il 9 ottobre 2008[7], mettendo in vendita la società.
La squadra passò dapprima alla CIT Travel, quindi alla società anonima svizzera Eurocat SA. Dopo una serie di manifestazioni dei tifosi contro la società inadempiente, il Pescara è ancora in vendita, ma il 19 dicembre 2008 a causa di pesanti debiti societari la società Pescara Calcio S.p.A. è stata dichiarata fallita dal tribunale civile cittadino. In seguito, dopo l'affidamento al curatore fallimentare Dott. Saverio Mancinelli, sarà egli stesso a fissare per il 20 gennaio 2009 presso il medesimo Tribunale Civile una base d'asta di vendita aziendale di 600.000 euro per l'acquisizione del club.
Ed in quella sede, tra l'entusiasmo di una foltissima rappresentanza della tifoseria organizzata (il cui ruolo si è rivelato determinante nell'opera di ricostruzione), aggiudicataria dell'asta si rivela essere la Delfino Pescara 1936. Il nuovo sodalizio, tutto pescarese, è presieduto da Deborah Caldora, figlia dell'ex presidente della prima Serie A e dall'industriale dell'omonima pasta Giuseppe De Cecco. Dopo l'esonero di Giuseppe Galderisi al culmine di una perdurante crisi tecnica, la guida della squadra è affidata ad Antonello Cuccureddu. L'ex bandiera della Juventus riuscirà a condurre il Delfino biancazzurro alla salvezza.[8]
Anni 2010
Il ritorno in Serie B (2009-2010)
L'obiettivo per la neonata società pescarese per la stagione 2009-2010 è il ritorno in serie B. I risultati iniziali portano gli abruzzesi nelle primissime posizioni. Alla decima giornata il Pescara e il Verona (partito con lo stesso prestigioso obiettivo) si ritrovano al primo posto in classifica, inseguite dal Portogruaro. Le tre squadre si inseguono per tutto il campionato, ma nessuna riesce a piazzare l'allungo decisivo. I veronesi vincono il girone di andata e ad un certo punto si ritrovarono con ben sette punti di vantaggio, che però poi furono tutti sciupati a causa di un calo di prestazioni. Gli abruzzesi invece stentano nella prima metà di campionato ma da gennaio la sostituzione di Cuccureddu con Eusebio Di Francesco restituisce nuova linfa alla squadra riportandola a ridosso della vetta della classifica.
A sorpresa, fra queste due squadre a trionfare è l'outsider Portogruaro, con una vittoria all'ultima giornata sul Verona, venendo direttamente promosso in B. Pescara (secondo) e Verona (terzo) finiscono alle semifinali play-off: da un lato il Verona elimina con facilità il Rimini, nell'altra semifinale i biancazzurri eliminano la Reggiana con uno 0-0 nel match di Reggio Emilia ed un 2-0 allo Stadio Adriatico. Nella finale di ritorno a Pescara, dopo un 2-2 nella gara di andata al Bentegodi di Verona, sono i padroni di casa a imporsi con una rete di Ganci e a poter così festeggiare la promozione, mentre gli scaligeri sono costretti a disputare amaramente un quarto campionato di fila in Lega Pro. La stagione del ritorno in serie B è caratterizzata da un inizio difficoltoso con 3 soli punti ottenuti nelle prime 5 gare.
Successivamente la squadra offre ottime prestazioni in casa alternate ad altre meno convincenti in trasferta ma vede la squadra abruzzese conquistare la salvezza dopo aver lottato per lunghi tratti per un posto ai play-off, sempre sotto la guida di mister Eusebio Di Francesco.
Zeman e la promozione in Serie A dopo 20 anni (2011-2012)
Per la stagione di Serie B 2011-2012, visto il passaggio al Lecce del tecnico Di Francesco, la guida della squadra viene affidata a Zdeněk Zeman, fortemente voluto dal presidente Giuseppe De Cecco. La prima di campionato vede i biancazzurri ospiti di un Verona voglioso di riscattare quanto successo due anni prima ai play-off, che avevano sancito il ritorno in cadetteria degli abruzzesi, ma ancora una volta a imporsi il Pescara, che vince al Bentegodi per la prima volta nella propria storia. Nella prima parte di stagione la squadra veleggia stabilmente nelle prime quattro posizioni della classifica. Il 28 novembre 2011 viene nominato presidente Daniele Sebastiani al posto di De Cecco, a causa di attriti in seno alla società. Il Pescara accusa un brusco calo a metà del girone di ritorno, totalizzando solo un punto tra la 10ª e la 14ª giornata: questo periodo di flessione è segnato anche da due lutti, quello del preparatore dei portieri Francesco Mancini, ex portiere del Pescara, e quello di Piermario Morosini, calciatore del Livorno, deceduto sul terreno dell'Adriatico di Pescara durante la partita tra biancazzurri e labronici dell'aprile 2012. Il Pescara trova la svolta nella partita col Padova vincendo per 6-0 in trasferta e comincia una vera e propria marcia trionfale, che lo porterà il 20 maggio, a seguito della vittoria per 1-3 allo Stadio Luigi Ferraris di Genova contro la Sampdoria, a festeggiare il ritorno in Serie A dopo 19 anni, con una giornata di anticipo,[9] per l'entusiasmo dei tifosi.[10] Nell'ultima giornata, giocata davanti a uno Stadio Adriatico gremito in ogni ordine di posto, gli abruzzesi sono premiati con la Coppa Ali della Vittoria, conferita alla squadra vincitrice del torneo cadetto: la vittoria contro la Nocerina per 1-0 e il pareggio per 0-0 del Torino contro l'AlbinoLeffe sanciscono l'arrivo a pari punti (83) di abruzzesi e piemontesi, tuttavia è il Pescara a classificarsi al primo posto grazie a una migliore differenza reti (+35 dei biancazzurri a fronte del +29 dei granata), essendoci parità negli scontri diretti (4-2 a Torino e 2-0 a Pescara). In questo campionato la squadra pescarese segna ben 90 gol in 42 partite (più di 2 a incontro), portandosi a sole 5 reti dal record assoluto per la categoria, appartenente alla SPAL e risalente al campionato di Serie B 1949-1950. Il tridente d'attacco titolare, formato da Ciro Immobile (capocannoniere con 28 gol), Lorenzo Insigne (18) e il capitano Marco Sansovini (16) risulta essere uno dei più prolifici di sempre in Serie B, con ben 57 reti totali. Neanche le reti subite sono poche, ben 55. La differenza reti (+35) è comunque la migliore del campionato cadetto appena trascorso. Il tecnico Zeman lascia a fine stagione per andare alla Roma e durante la conferenza stampa di saluto dirà di non aver mai visto nulla di simile dal bus scoperto che aveva fatto il giro della città, in occasione dei festeggiamenti per la promozione in Serie A.
L'anno successivo il club biancazzurro si affida a Giovanni Stroppa, allenatore emergente reduce da un buon campionato in Lega Pro Prima Divisione con il Südtirol. Danno l'addio alla squadra i maggiori artefici della promozione in Serie A, tra cui Ciro Immobile, Lorenzo Insigne, il capitano Marco Sansovini e Marco Verratti. Il girone d'andata, nonostante le dimissioni di Stroppa, sostituito con Cristiano Bergodi[11], è comunque positivo: dopo 19 partite il Pescara si trova appaiato a Torino e Sampdoria, le altre due neopromosse, a quota 20 punti, al quindicesimo posto. Nel girone di ritorno, complici i tanti infortuni e un mercato invernale insufficiente, la squadra accusa una gravissima crisi. Nemmeno l'esonero di Bergodi, al posto del quale viene promosso ad allenare la prima squadra il tecnico della Primavera Cristian Bucchi[12], riesce a dare la scossa sperata. Il 5 maggio 2013, nello stesso stadio che l'anno prima aveva sancito la promozione in Serie A (ma contro la Sampdoria), gli abruzzesi perdono per 4-1 contro il Genoa e retrocedono aritmeticamente in Serie B con quattro giornate di anticipo.[13] Il Pescara torna in serie cadetta dopo aver inanellato una serie di record negativi per la Serie A, come il peggior attacco (appena 27 i gol segnati), la peggior difesa (84 reti subite, più di 2 a partita), la peggior differenza reti (-57) e infine le 28 sconfitte su 38 partite giocate, 17 delle quali nel disastroso girone di ritorno).
Ritorno in Serie B
Nell'annata del ritorno in B, il 2013-2014, i biancazzurri, guidati prima da Pasquale Marino e poi da Serse Cosmi[14], disputano un campionato sofferto, chiuso al quindicesimo posto, nonostante un girone d'andata che aveva visto la squadra raggiungere le zone altissime della classifica.
Nel 2014-2015, con il nuovo allenatore Marco Baroni, le ambizioni sono ben altre, ma alla quarantunesima e penultima giornata il tecnico toscano viene esonerato. Questo avviene dopo una clamorosa sconfitta in trasferta contro il Varese, che da tempo era già aritmeticamente retrocesso. La squadra, nona in classifica ad appena due punti dagli spareggi promozione, viene affidata al tecnico della primavera Massimo Oddo[15], campione del mondo nel 2006, che eredita la panchina su cui anche il padre Francesco si era seduto negli anni '90. La qualificazione ai play-off dipendeva comunque solo dalla squadra biancazzurra, che se fosse riuscita a sconfiggere il Livorno all'Adriatico si sarebbe qualificata. La vittoria contro i toscani per 3-0 consente di concludere il campionato in settima posizione e centrare la qualificazione ai play-off, dove il Pescara elimina dapprima il Perugia e poi il Vicenza. Nella doppia finale contro il Bologna non va oltre due pareggi (0-0 e 1-1) e i felsinei guadagnano la promozione per il miglior piazzamento in classifica[16]. Nella finale di ritorno, al Dall'Ara, il Pescara colpisce una clamorosa traversa a portiere battuto.
Ritorno in Serie A con Oddo e nuova retrocessione con Zeman
Nella stagione 2015-2016 il pescarese Massimo Oddo viene riconfermato alla guida della squadra. Alla fine del girone di andata il Pescara è al terzo posto dietro a Cagliari e Crotone, ma nel girone di ritorno i biancoazzurri totalizzano soltanto 3 punti in 9 partite, che ne frenano la corsa verso la promozione diretta. Dopo una ripresa finale, la squadra riesce a chiudere in quarta posizione e a qualificarsi per i play-off. Eliminato il Novara, i biancazzurri ottengono la promozione in Serie A con una vittoria interna e un pareggio esterno nella finale contro il Trapani[17].
Nel 2016-2017, in massima serie, il Pescara non riesce a evitare la retrocessione, dopo un'altra brutta stagione, nella quale il club abruzzese replica alcuni dei record negativi di quattro anni prima. L'unico guizzo degno di nota del campionato è la vittoria per 5-0 contro il Genoa, con Zdeněk Zeman tornato alla guida della squadra[18]. Dopo la retrocessione, la società conferma Zeman come guida tecnica.
Nel 2017-2018, dopo un buon avvio in Serie B, la squadra accusa una flessione che porta il presidente Sebastiani a sostituire Zeman prima con l'allenatore della primavera Massimiliano Epifani[19] e poi con il tecnico veneto Giuseppe Pillon[20], il quale riesce a salvare gli adriatici senza passare dai play-out.
Tra alti e bassi
La salvezza nella stagione precedente vale a Pillon la conferma per il campionato 2018-2019: i biancazzurri hanno un inizio di stagione sfavillante, occupando il primo posto in classifica e rimanendo imbattuti fino alla 9ª giornata, turno in cui la striscia positiva si interrompe con lo 0-1 casalingo subito per mano del Cittadella. Terminato il girone di andata a 32 punti e in piena corsa per le prime 2 posizioni, la seconda fase del campionato vede gli adriatici rallentare (solo 5 vittorie su 18 partite), portando la squadra del tecnico di Preganziol ad abbandonare le velleità di promozione diretta e a doversi accontentare dei play-off promozione. In forza della sentenza del Tribunale Federale FIGC che condanna il Palermo alla retrocessione in ultima posizione per illecito amministativo[21], i biancazzurri avanzano di una posizione in classifica, passando dal 5º posto ottenuto nella regular season al 4° e accedendo direttamente alle semifinali, senza passare per il turno preliminare. Avversario nella doppia sfida valevole la finale è l'Hellas Verona: a seguito dello 0-0 della partita di andata giocata al Stadio Marcantonio Bentegodi, i biancazzurri perdono la gara di ritorno per 1-0 (rigore di Samuel Di Carmine), uscendo dagli spareggi per la promozione. Al termine della semifinale di ritorno, Pillon annuncia il termine della propria esperienza in riva all'Adriatico: il tecnico veneto lascia con una media punti di 1,47 (66 punti in 45 partite).
Il posto di Pillon è assunto da Luciano Zauri, tecnico della Primavera[22], che si è però dimesso dall'incarico il 20 gennaio 2020. La guida della panchina è stata affidata il 22 gennaio a Nicola Legrottaglie, che già lo aveva avvicendato alla guida della Primavera[23][24], il tecnico pugliese sarà però esonerato il 6 luglio e sostituito da Andrea Sottil[25]. Il tecnico veneto riesce a salvare la squadra solo dopo aver vinto ai rigori i play-out contro il Perugia, al termine di una stagione difficile per la compagine abruzzese[26].
Cronistoria
Cronistoria del Delfino Pescara 1936 |
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Colori e simboli
Colori
Fin dalla sua fondazione nel 1936, i colori sociali della squadra sono il bianco e l'azzurro, gli stessi dello stemma comunale di Pescara.[30]
La classica prima divisa degli abruzzesi prevede una maglia palata biancazzurra, abbinata a pantaloncini e calzettoni bianchi — e con le sole significative varianti, da stagione a stagione, dell'ampiezza dei pali o della gradazione di azzurro —;[30] ciò nonostante, nel corso della sua storia il Pescara ha anche proposto divise casalinghe che molto si discostarono dalla tradizione, su tutte la maglia fasciata degli esordi,[30] la muta bianca con palo laterale azzurro che contrassegnò nella stagione 1976-1977 la prima promozione abruzzese in Serie A,[31] e la casacca troncata dei primi anni 1990.[32]
Per quanto riguarda le mute di cortesia, tra i colori più utilizzati ci sono il blu, il rosso e il giallo, spesso accompagnati da dettagli o bordature che richiamano i colori sociali biancazzurri.[30]
Strutture
Stadio
Nei primi anni dopo la fondazione, il Pescara Calcio utilizzava come stadio l'attuale Piazza 1º maggio. A partire dagli anni trenta invece, utilizza il campo "Rampigna". Poi, fino all'inaugurazione del nuovo stadio stabilisce i suoi incontri nella cosiddetta "Fossa dei Leoni". Il 29 dicembre 1955 viene inaugurato l'attuale Stadio Adriatico con un'amichevole contro il Como.[33]
Società
Organigramma societario
Aggiornato al 5 maggio 2020.[34]
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Sponsor
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Settore giovanile
Il settore giovanile biancazzurro, si compone di otto formazioni: una formazione Primavera, un'Under-17, un'Under-16, un'Under-15, due di Esordienti e due di Pulcini.[35] La società abruzzese ha sfornato diversi talenti nel corso degli anni come Marco Verratti, Lucas Torreira, Morgan De Sanctis, Cristiano Bergodi, Giacomo Dicara, Andrea Camplone, Massimo Margiotta e molti altri.
Sezione femminile
La società a partire dall'estate del 2018 ha costituito la propria sezione femminile, dopo aver rilevato il titolo sportivo dall'Associazione Sportiva Dilettantistica La Saponeria partendo dal campionato di Serie C 2018-2019.[36]
Allenatori e presidenti
Di seguito la lista degli allenatori del Pescara.[37]
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Di seguito la lista dei presidenti del Pescara.[38]
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Calciatori
Palmarès
Competizioni nazionali
Competizioni interregionali
- 1973-1974 (girone C)
- Promozione: 1
- 1951-1952 (girone L)
- 1972-1973 (girone H)
Competizioni giovanili
- 2018-2019 (girone B)
Altri piazzamenti
- Secondo posto: 2009-2010 (girone B)
- Terzo posto: 1957-1958 (girone B)
- Semifinalista: 1993-1994
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati nazionali
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1° | Serie A | 7 | 1977-1978 | 2016-2017 | 7 |
2° | Serie A-B | 1 | 1945-1946 | 40 | |
Serie B | 39 | 1941-1942 | 2020-2021 | ||
3° | Serie C | 19 | 1938-1939 | 1973-1974 | 25 |
Serie C1 | 6 | 1982-1983 | 2009-2010 | ||
4° | Prima Divisione | 1 | 1937-1938 | 10 | |
Promozione | 2 | 1950-1951 | 1951-1952 | ||
IV Serie | 5 | 1952-1953 | 1956-1957 | ||
Campionato Interregionale - Prima Categoria | 1 | 1957-1958 | |||
Serie D | 1 | 1972-1973 |
Partecipazione ai campionati regionali
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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5° | Seconda Divisione | 1 | 1936-1937 | 1 |
Partecipazione alle coppe nazionali
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|
Coppa Italia | 50 | 1938-1939 | 2019-2020 | 57 |
Coppa Italia Semiprofessionisti/Serie C | 7 | 1973-1974 | 2009-2010 |
Partecipazione alle coppe internazionali
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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Coppa Mitropa | 1 | 1987-1988 | 2 | |
Coppa Anglo-Italiana | 1 | 1993-1994 |
Il Pescara ha disputato 81 campionati dalla sua fondazione nel 1936.
Statistiche individuali
In grassetto i calciatori attualmente in attività nel Pescara.
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Tifoseria
Storia
Il tifo organizzato a Pescara ebbe origine già nei primi anni '70, in concomitanza con l'inizio della diffusione del movimento ultras in Italia. Nel 1976 venne fondato il gruppo dei Rangers, ancor oggi il più importante della tifoseria pescarese.[42] Fra gli altri gruppi storici vanno menzionati i Bad Boys, nati nel 1985 e scioltisi durante il campionato di Serie B 2003-2004[43], e i Cherokee, nati nel 1987 e confluiti nei Rangers nel 1999 assieme ad altri gruppi minori. Nel 2002 si è formata una sezione dei Rangers con sede a Silvi, mentre nel 2012 è sorto un nuovo gruppo ultras, A Difesa di una Fede, posizionato in Curva Sud o, nel caso in cui il settore venga assegnato ai tifosi ospiti, in Tribuna Adriatica.[44]
Durante le partite casalinghe, la gran parte della tifoseria organizzata è posizionata in Curva Nord, intitolata allo storico capo ultras Marco Mazza (detto Bubù), prematuramente deceduto nel 2006.
La maggior parte dei tifosi proviene dalla città e dai dintorni: la squadra è molto popolare in tutto l'Abruzzo e anche tra gli abruzzesi residenti nel resto dell'Italia e tra le famiglie degli emigranti abruzzesi all'estero. L'unico club ufficiale di tifosi con sede al di fuori dei confini nazionali è in Francia, ma sono molti i tifosi in Germania, Svizzera, Canada e Belgio.
Gemellaggi e rivalità
La tifoseria del Pescara è gemellata con quella del Vicenza sin dal 9 gennaio 1977. Si tratta del primo gemellaggio tra due tifoserie calcistiche al mondo, tuttora molto sentito da ambo le parti nonostante lo scioglimento dei "Vigilantes", gruppo principale della tifoseria vicentina, avvenuto nel 2012.[45]
Con la tifoseria del Livorno c'è stato in passato un gemellaggio, successivamente sciolto. Le due tifoserie hanno comunque mantenuto ottimi rapporti e si sono particolarmente riavvicinate fra loro in seguito alla morte in campo di Piermario Morosini, calciatore del Livorno, avvenuta il 14 aprile 2012 allo Stadio Adriatico, durante un incontro valido per il campionato di Serie B. La partita, interrotta al 31º minuto del primo tempo sul punteggio di 2-0 per i labronici, è stata poi proseguita e conclusa col medesimo risultato il successivo 16 maggio.[46]
Importante è anche la rivalità con i gruppi organizzati del Verona, nata per motivi campanilistici e territoriali e per la forte amicizia che lega i tifosi scaligeri a quelli laziali. Quasi tutte le rivalità più o meno sentite sono con le tifoserie di squadre centro-meridionali, soprattutto con Ascoli, Bari, Salernitana e Foggia, ma anche con Avellino, Cosenza, Reggina, Catania, Napoli, Lecce e Perugia. Le principali rivalità con squadre settentrionali sono con le tifoserie di Cesena, Fiorentina, Sampdoria, Torino[47] e Brescia.
Organico
Rosa 2020-2021
Rosa aggiornata all'8 settembre 2020.[48]
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Staff tecnico
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Note
- ^ EVVIVA PESCARA - L'inno torna in una nuova veste, su forzapescara.com, 4 giugno 2016. URL consultato il 31 agosto 2020.
- ^ FALLIMENTO PESCARA CALCIO, su pescaracalcio.com, 19 dicembre 2008.
- ^ a b COMUNICATO STAMPA: Il Pescara in ritiro invernale ad Affi
- ^ Pescara-Parma 1-0 Archiviato il 21 settembre 2013 in Internet Archive. legaserieb.it
- ^ COMUNICATO STAMPA: il Presidente Soglia invita i tifosi alla correttezza
- ^ COMUNICATO STAMPA: accrediti stampa Pescara-Juve Stabia
- ^ Pescara, si dimette il presidente Soglia[collegamento interrotto], dal sito corrieredellosport.it
- ^ COMUNICATO STAMPA: accrediti stampa Pescara-Taranto
- ^ Pescara, 20:29 - Sport - Repubblica.it
- ^ Pescara in Serie A: firmato Zeman. Trionfo a casa Samp: 3-1, è promozione
- ^ Il Pescara ha scelto: dopo Stroppa arriva Bergodi, in Sky Sport, 20 novembre 2012. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ Pescara, esonerato Bergodi: squadra a Bucchi, in La Repubblica, 3 marzo 2013. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ Genoa-Pescara 4-1. Doppio Borriello trascina i rossoblù. Il Pescara retrocede in B
- ^ Serie B, il Pescara sceglie Cosmi: è l'erede di Marino, in La Gazzetta dello Sport, 24 febbraio 2014. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ Esonerato Baroni, Pescara a Massimo Oddo, in ANSA, 16 maggio 2016. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ L. Aquino, Serie B, Bologna-Pescara 1-1: dopo un anno, i rossoblù tornano in A, in La Gazzetta dello Sport, 9 giugno 2016. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ J. Manfredi, Trapani-Pescara 1-1, Verre porta i biancazzurri in A con un gol da 40 metri, in La Repubblica, 9 giugno 2016. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ C. Cito, Pescara-Genoa 5-0: Zeman trasforma gli abruzzesi. Prima vittoria sul campo, in La Repubblica, 19 febbraio 2017. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ Pescara, esonerato Zeman: squadra affidata a Epifani, in Sky Sport, 4 marzo 2018. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ Pescara, via Epifani: panchina a Pillon, in Corriere dello Sport - Stadio, 31 marzo 2018. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ [1]
- ^ Zauri sarà il nuovo allenatore del Pescara, in Corriere dello Sport - Stadio, 1º giugno 2019. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ Pescara, Legrottaglie il nuovo allenatore, su Lega B, 22 gennaio 2020. URL consultato il 22 gennaio 2020.
- ^ Il Pescara ha deciso: sarà Nicola Legrottaglie il nuovo allenatore, su IlPescara. URL consultato il 22 gennaio 2020.
- ^ Serie B, Pescara: esonerato Legrottaglie, in arrivo Sottil, su la Repubblica, 6 luglio 2020. URL consultato il 6 luglio 2020.
- ^ Perugia-Pescara 2-4 dopo i calci di rigore: abruzzesi salvi, su Sky Sport, 15 agosto 2020. URL consultato il 15 agosto 2020.
- ^ quoziente reti 1 contro l'1,75 della Fiumana
- ^ Annuario F.I.G.C. 1974-75, pag.34, perché obbligata dalla Lega Nazionale Professionisti alla trasformazione in S.p.a. essendo stata promossa in Serie B..
- ^ COMUNICATO UFFICIALE N. 111/A (PDF), su figc.it, http://www.figc.it/, 12 marzo 2009. URL consultato il 14 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ a b c d Welter, p. 146.
- ^ Matteo Perri, 80 anni per il Pescara Calcio, svelata la maglia celebrativa di Erreà, su soccerstyle24.it, 15 aprile 2016.
- ^ Welter, p. 147.
- ^ Stadio Adriatico - Storia, su solopescara.com, http://www.solopescara.com/. URL consultato il 25 gennaio 2016.
- ^ Organigramma Delfino Pescara 1936, su pescaracalcio.com. URL consultato il 5 maggio 2020.
- ^ https://www.pescaracalcio.com/scuola-calcio-pescara-2019-2020/
- ^ http://www.pescarasport24.it/news/469075660294/il-pescara-come-la-juve-ed-altre-big-c-039-egrave-la-squadra-femminile
- ^ Allenatori, su solopescara.com, http://www.solopescara.com/. URL consultato il 25 gennaio 2016.
- ^ Presidenti, su solopescara.com, http://www.solopescara.com/. URL consultato il 25 gennaio 2016.
- ^ a b Commissario.
- ^ Curatore fallimentare.
- ^ Ex aequo con il Pisa.
- ^ Pescara Calcio Tifosi - Pescara Rangers - Storia, su solopescara.com, http://www.solopescara.com/. URL consultato il 25 gennaio 2016.
- ^ Pescara Calcio Tifosi - Bad Boys - Storia, su solopescara.com, http://www.solopescara.com/. URL consultato il 25 gennaio 2016.
- ^ Pescara Calcio Tifosi - Cherokee - Storia, su solopescara.com, http://www.solopescara.com/. URL consultato il 25 gennaio 2016.
- ^ Pescara Calcio Tifosi - Gemellaggio Pescara - Vicenza, su solopescara.com, http://www.solopescara.com/. URL consultato il 25 gennaio 2016.
- ^ Pescara Calcio Tifosi - Amicizie, su solopescara.com, http://www.solopescara.com/. URL consultato il 25 gennaio 2016.
- ^ Rissa tra tifosi di Juve, Toro e Pescara: arrestato un 22enne di Pescara, su IlPescara. URL consultato l'8 febbraio 2019.
- ^ Rosa 2018-2019, su pescaracalcio.com. URL consultato il 31 agosto 2018.
Bibliografia
- Annuario FIGC, Roma, Federazione Italiana Giuoco Calcio, vari.
- Almanacco illustrato del calcio, Milano, Rizzoli Editore, varie edizioni.
- Almanacco illustrato del calcio, Milano, Edizioni Carcano, varie edizioni.
- Almanacco illustrato del calcio, Modena, Edizioni Panini, varie edizioni.
- Giorgio Welter, Pescara, in Le maglie della Serie A, Milano, Codice Atlantico, 2013, pp. 146-147, ISBN 978-88-905512-9-1.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Delfino Pescara 1936
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su pescaracalcio.com.
- Delfino Pescara 1936, su LegaSerieA.it, Lega Nazionale Professionisti Serie A.
- Delfino Pescara 1936, su int.soccerway.com, Perform Group.
- (DE, EN, IT) Delfino Pescara 1936, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.