Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi | ||
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Arrigo Sacchi nel 1989 | ||
Nazionalità | ![]() | |
Altezza | 170 cm | |
Calcio ![]() | ||
Ruolo | Allenatore | |
Termine carriera | 2001 - allenatore[1] | |
Carriera | ||
Carriera da allenatore | ||
1973-1976 | ![]() | |
1976-1977 | ![]() | |
1977-1978 | Bellaria | |
1978-1982 | Cesena | Primavera |
1982-1983 | Rimini | |
1983-1984 | Fiorentina | Giovanili |
1984-1985 | Rimini | |
1985-1987 | Parma | |
1987-1991 | Milan | |
1991-1996 | ![]() | |
1996-1997 | Milan | |
1998-1999 | Atlético Madrid | |
2001 | Parma | |
Palmarès | ||
![]() | ||
Argento | Stati Uniti 1994 | |
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||
Statistiche aggiornate al 30 luglio 2014 |
Arrigo Sacchi (Fusignano, 1º aprile 1946) è un ex allenatore di calcio, dirigente sportivo e opinionista italiano.
Commissario tecnico della nazionale italiana vicecampione del mondo a USA 1994, è considerato uno dei migliori allenatori della storia del calcio.[2][3][4]
Soprannominato Il profeta di Fusignano,[5] inizia la propria ascesa nel calcio italiano nel 1987, quando Silvio Berlusconi lo sceglie come nuovo allenatore del Milan. Sacchi compie una vera e propria rivoluzione nel modulo di gioco e nelle tecniche di allenamento, dando un'impronta epocale alla squadra rossonera. Sfruttando a fondo le caratteristiche del gioco a zona, già praticato nel Milan di Nils Liedholm, pone un'assoluta attenzione alla fase difensiva, cui aggiunge il pressing sistematico a centrocampo. Diviene noto per i suoi pesanti e severi allenamenti e applica allo schema tattico vari principi legati al cosiddetto calcio totale della nazionale olandese di Johan Cruijff, che ammirava sin da ragazzo.[6][7] È ritenuto uno dei più validi allenatori di ogni epoca[8] e il suo Milan (1987-1991) una delle squadre migliori di ogni epoca, la quarta migliore tra nazionali e club e la migliore squadra di club di ogni epoca secondo World Soccer[9][10][11][12][13].
I suoi metodi di allenamento e le sue idee e convinzioni sono stati spesso oggetto di discussione. Sacchi ebbe inoltre numerosi screzi con l'opinione pubblica e con alcuni suoi giocatori:[14][15] proprio per questo è stato spesso accusato di ritenere prioritari gli schemi rispetto agli uomini[16]. Nel settembre del 2007 il Times lo ha nominato miglior allenatore italiano di tutti i tempi e 11º a livello mondiale[2]. Nel 2011 è entrato a fare parte della Hall of Fame del calcio italiano[17].
Da allenatore del Milan, squadra che ha guidato dal 1987 al 1991 prima di tornare per una breve esperienza nella stagione 1996-1997, ha vinto uno scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei campioni, due Supercoppe europee e due Coppe Intercontinentali. Durante la sua prima esperienza a Milano Sacchi forma il team soprannominato gli Immortali, una delle squadre di club migliori di tutti i tempi secondo la UEFA,[18] oltre che una delle squadre più vincenti della storia del Milan. Dal 1991 al 1996 ha allenato la nazionale italiana, guidandola al campionato mondiale del 1994 (finalista) e al campionato europeo del 1996 (eliminazione al primo turno).
Dal 4 agosto 2010 al 14 agosto 2014 ha svolto il ruolo di coordinatore tecnico delle nazionali giovanili italiane, dalla Under-21 alla Under-16.
Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]
Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Sacchi propose un rivoluzionario 4-4-2 che si ispirava in parte al calcio totale della nazionale olandese di Johan Cruijff, squadra che prediligeva una difesa in linea (in modo da far cadere gli avversari nella trappola del fuorigioco) e pressing a tutto campo con o senza palla.[6][7] Il modulo offensivo proposto dall'allenatore di Fusignano consisteva in una difesa organizzata con il metodo di una diagonale a quattro, un centrocampo a rombo (dove uno dei mediani si trasformava in trequartista) e due punte centrali molto vicine fra loro.
Nonostante sia conosciuto per il suo calcio offensivo, Sacchi dedicava grande attenzione ai movimenti difensivi, a tal punto che quasi sempre le sue squadre si contraddistinguevano per essere le meno battute a fine campionato: miglior difesa nei campionati 1987-88 (14 gol subiti) e 1990-91 (19 gol subiti) e seconda miglior difesa nel 1988-89 (25 gol subiti) e nel 1989-90 (27 gol subiti). Allenatore rigido e intransigente, si fece conoscere dal pubblico sportivo soprattutto per i suoi metodi di allenamento, considerati pesanti, severi e poco convenzionali rispetto agli approcci classici. Il fusignanese era solito intensificare gli allenamenti della squadra che dirigeva e si distingueva per un'attenzione maniacale nel preparare le partite e gli schemi di gioco.[19] I suoi giocatori dovevano lavorare il doppio per essere pronti in campo a svolgere ruoli sia offensivi che difensivi. Per lui tutti i giocatori erano importanti, ma nessuno era rilevante.[16]
Carriera[modifica | modifica wikitesto]
Allenatore[modifica | modifica wikitesto]
Gli esordi[modifica | modifica wikitesto]

Tifoso interista poi «pentito»,[20] da ragazzo Sacchi gioca come difensore in squadre dilettantistiche, mentre lavora nell'azienda di calzature del padre e successivamente ricopre il ruolo di allenatore del Fusignano (2ª Categoria), dell'Alfonsine (Promozione) e del Bellaria (Serie D). Durante gli anni settanta abbandona per un momento il calcio, dedicandosi al lavoro in azienda.[21] Nel 1982 conquista con la squadra giovanile del Cesena lo scudetto Primavera. Decide di lasciare il lavoro per dedicarsi totalmente al calcio. Alberto Rognoni, fondatore del Cesena, lo presenta a Italo Allodi, ottenendo per il suo pupillo l'iscrizione al corso di Coverciano.
Successivamente Arrigo Sacchi viene chiamato da Dino Cappelli, presidente del Rimini, per guidare la squadra in Serie C1. Dopo un anno va ad allenare le giovanili della Fiorentina. Italo Allodi lo manda ad allenare il Parma (appena retrocesso in Serie C1), per fare qualche anno di esperienza prima di affidargli la squadra gigliata. Sacchi riporta subito i ducali in Serie B[22] e nella stagione 1986-87 sale alla ribalta delle cronache quando elimina dalla Coppa Italia il Milan vincendo a San Siro. Il suo gioco, basato sulla difesa a zona e sul pressing piacque al presidente dei rossoneri Silvio Berlusconi, che lo volle nel suo team a tutti i costi.[19]
Il Milan e gli Immortali di Sacchi[modifica | modifica wikitesto]

Il 3 luglio 1987 firma un contratto annuale con il Milan.[23] Sacchi impone subito il suo metodo di allenamento, all'inizio non apprezzato dai giocatori, in particolare da Franco Baresi e Carlo Ancelotti.[19] A livello tattico decide di schierare i rossoneri con un rivoluzionario 4-4-2.[24] La stampa esprime dubbi su Sacchi, ma Silvio Berlusconi, presidente del Milan, è convinto fortemente della propria scelta.[19]
I primi risultati non sono a favore di Sacchi, che colleziona una vittoria contro il Pisa, una sconfitta contro la Fiorentina e ancora una sconfitta contro gli spagnoli dello Sporting Gijón nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.[19] Le gare successive non migliorano la situazione, soprattutto la sconfitta maturata a Lecce ai sedicesimi di finale di Coppa UEFA contro l'Espanyol, che elimina i rossoneri dalla competizione. In questa occasione Sacchi viene attaccato dai tifosi rossoneri, che chiedono a gran voce le sue dimissioni e il ritorno di Fabio Capello sulla panchina rossonera. Berlusconi, tuttavia, continua a difendere Sacchi e fa presente alla squadra l'intenzione di volerlo tenere sulla panchina almeno fino alla fine della stagione: "Lui resta, voi non so".[19] In campionato, il Milan conclude il girone di andata al secondo posto, ma nel girone di ritorno si impone sul Napoli capolista (vittoria 3-2 nello scontro diretto giocato al San Paolo il 1º maggio 1988[25]) e conquista l'11º scudetto della sua storia, il primo titolo dell'era Berlusconi.
Nel 1988-1989 Sacchi guida il Milan al 3º posto in campionato alle spalle di Inter e Napoli e conduce il club rossonero alla conquista della sua terza Coppa dei Campioni. Nella semifinale di ritorno della massima competizione europea per club sconfigge il Real Madrid a San Siro per 5-0.[26] Nella finale di Barcellona il Diavolo si impone con un clamoroso 4-0 sulla Steaua Bucarest.[27] Il Milan conclude la stagione vincendo in rimonta la prima edizione della Supercoppa italiana contro la Sampdoria.
Nei primi mesi della stagione 1989-1990 il Milan vince la Supercoppa UEFA contro il Barcellona (1-1 a Barcellona e 1-0 a Milano) e la Coppa Intercontinentale battendo a Tokyo i colombiani dell'Atlético Nacional per 1-0 con un gol di Alberico Evani negli ultimi minuti dei tempi supplementari.[28] In questa stagione, dopo essere stata ad un passo dal vincere tutte le competizioni disponibili, cede il campionato al Napoli di Maradona. Alla 33ª giornata, il 22 aprile, mentre il Napoli vinse a Bologna, il Milan, come già nel 1973, viene sconfitto a Verona in un incontro arbitrato da Rosario Lo Bello, autore di quattro espulsioni dei milanisti (Sacchi al 63', Rijkaard all'83', Van Basten all'87' e Costacurta all'89'). A un minuto dal termine dell'incontro il Verona realizza il gol della vittoria, che consegna di fatto lo scudetto al Napoli.[29] Pochi giorni dopo il Milan perde anche la finale di Coppa Italia contro la Juventus conquistando poi la seconda Coppa dei Campioni consecutiva (la quarta nella storia della società milanese), superando a Vienna il Benfica per 1-0.[30][31]
Nel 1990-1991 i rossoneri si mantengono ai vertici del campionato, ottenendo il secondo posto dietro alla Sampdoria, vincitrice quell'anno del suo primo scudetto. Nel febbraio 1991 Arrigo Sacchi manifesta al Presidente Berlusconi la volontà di prendersi un anno sabbatico per una lampante incapacità di gestire il notevole stress a cui era sottoposto da tempo. La sconfitta ai quarti di finale nella Coppa dei Campioni contro l'Olympique Marsiglia ed i contatti con la Nazionale portarono Arrigo Sacchi a non rinnovare il contratto con il Milan. Al suo posto viene scelto Fabio Capello, che aveva già avuto esperienza sulla panchina rossonera nella stagione 1986-87, sostituendo, nelle ultime sei giornate di campionato, l'esonerato Nils Liedholm.
Nel 2006 la rivista internazionale France Football ha nominato il Milan di Arrigo Sacchi migliore squadra del mondo del dopoguerra.[32] L'anno seguente un sondaggio online pubblicato nella rivista inglese World Soccer nominò il Milan di Sacchi (in particolare quello della stagione 1988-1989) la squadra di club più forte di tutti i tempi, nonché la quarta migliore di sempre in assoluto, dietro al Brasile del 1970, all'Ungheria del 1954 e ai Paesi Bassi del 1974.[18]
La nazionale italiana[modifica | modifica wikitesto]
Nell'ottobre del 1991 Sacchi viene assunto alla guida della nazionale italiana.[33] Azeglio Vicini perde il posto dopo la mancata qualificazione al campionato d'Europa del 1992 e Sacchi può quindi utilizzare le ultime partite di qualificazione per il campionato europeo come test. L'allenatore romagnolo guida la nazionale per la prima volta il 13 novembre 1991, debuttando con un pareggio per 1-1 contro la Norvegia a Genova e poi ottenendo una vittoria per 2-0 contro Cipro a Foggia. La sua gestione del gruppo azzurro, nonostante buoni risultati, crea molte polemiche a causa delle diverse esclusioni eccellenti decise nel tempo dal CT - tra cui Roberto Mancini, Walter Zenga, Gianluca Vialli, Giuseppe Bergomi, Giuseppe Giannini, Luigi De Agostini e Salvatore Schillaci - e divide l'opinione pubblica tra i sostenitori della politica di Sacchi e i detrattori che lo accusano di essere un accentratore.[34][35]
La prima competizione a cui Sacchi prende parte con la nazionale azzurra è la U.S. Cup 1992, torneo amichevole che dovrebbe servire alla federcalcio statunitense come prova per il mondiale di Stati Uniti 1994. L'Italia pareggia a reti inviolate con il Portogallo, vince per 2-0 contro l'Irlanda e pareggia per 1-1 con i padroni di casa degli Stati Uniti, consentendo a questi ultimi di vincere il trofeo.[36] Nell'ottobre del 1992 le qualificazioni mondiali iniziano con il 2-2 contro la Svizzera e proseguono con lo 0-0 contro la Scozia, il 2-1 contro Malta, il 3-1 al Portogallo, con una goleada a Palermo contro Malta (6-1), il 2-0 all'Estonia e poi con la sconfitta contro la Svizzera per 0-1. Il 3-0 all'Estonia, seguito dalle vittorie per 3-1 sulla Scozia e per 1-0 sul Portogallo, garantiscono, nel novembre 1993, la qualificazione al campionato del mondo. Nello stesso mese l'Italia raggiunge per la prima volta il primo posto nella ranking mondiale della FIFA, istituito ad agosto dello stesso anno.
Nel luglio seguente l'Italia riesce a qualificarsi per la finale del campionato mondiale di USA '94, dopo aver superato a fatica la fase a gironi, con il terzo posto e il ripescaggio tra le migliori terze, e dopo aver eliminato la Nigeria agli ottavi dopo i tempi supplementari, al termine di una partita molto tesa, giocata sotto un sole cocente e caratterizzata dalla rinascita calcistica di un Roberto Baggio fino a quel momento in difficoltà[37], la Spagna ai quarti, con un altro gol di Baggio allo scadere[38], e la Bulgaria in semifinale, con un'altra doppietta del fuoriclasse della Juventus; tutte e tre le gare furono vinte per 2-1.[39] La finale contro il Brasile, una partita bloccata tatticamente e avara di forti emozioni, si conclude sullo 0-0 dopo 120 minuti di gioco: ai rigori vince il Brasile e celebre rimane l'ultimo rigore tirato da Roberto Baggio che, spedendo la palla sopra la traversa della porta difesa da Cláudio Taffarel, consegna la vittoria alla Seleção.[40][41]
Nei mesi seguenti Sacchi comincia a formare un nuovo gruppo di giocatori. Dopo due anni di discreto livello, gli azzurri si qualificano per il campionato d'Europa del 1996, dove, con una vittoria, una sconfitta e un pari, vengono eliminati nel girone iniziale, finendo terzi nel gruppo con Germania, Rep. Ceca, che alla fine diventeranno le due finaliste del torneo, e Russia.[42] Dopo questa manifestazione, Sacchi rimane CT ancora per qualche mese: il 6 novembre 1996 la sconfitta per 2-1 subìta in amichevole a Sarajevo contro la Bosnia ed Erzegovina pone simbolicamente fine all'esperienza azzurra del fusignanese, che si dimetterà dall'incarico poche settimane più tardi.
Dal 1996 al ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Liberatosi dalla nazionale, il 2 dicembre 1996 Sacchi torna dopo un lustro al Milan, subentrando al posto dell'esonerato Óscar Tabárez.[43] Approdato alla guida di una squadra alla fine di un ciclo, l'allenatore non riuscirà a replicare i successi del passato. La sua seconda esperienza milanista si apre, dopo pochi giorni, con una clamorosa eliminazione dalla Champions League per mano del meno quotato Rosenborg[44] e nel prosieguo dell'annata il tecnico non riesce a invertire la rotta, incappando tra l'altro in pesanti sconfitte come il 6-1 casalingo nella classica contro la Juventus[45] e il 3-1 nel derby contro l'Inter. L'annata si chiude con un deludente undicesimo posto in campionato, che comporta l'esclusione dei rossoneri dalle coppe europee: sarà a posteriori il peggiore piazzamento del club nella cosiddetta era Berlusconi (1986-2017) oltreché tra i peggiori in assoluto dal secondo dopoguerra. Al termine della stagione le strade di Sacchi e del Milan si separano definitivamente.
Dopo un anno sabbatico, il 16 giugno 1998 viene presentato come nuovo allenatore dell'Atlético Madrid, squadra della Liga spagnola;[46][47] dopo sette mesi, il 14 febbraio 1999, viene esonerato senza avere conseguito nel frattempo risultati di rilievo.[48][49]
Due giorni dopo, il 16 febbraio 1999, annuncia l'intento di ritirarsi dalla carriera di allenatore.[50] Ciò nonostante il 9 gennaio 2001 torna sui suoi passi e accetta di subentrare sulla panchina del Parma; tuttavia, in seguito a problemi di salute per l'eccessiva tensione nervosa provocatagli dalla professione, il successivo 31 gennaio si dimette, chiudendo così di fatto la sua carriera sportiva.[51]
Dirigente[modifica | modifica wikitesto]
Dal 21 dicembre 2001 riveste l'incarico di direttore tecnico del Parma[52] (riuscendo ad allestire ottime formazioni anche con ridotti budget economici e scoprendo giovani talenti come Alberto Gilardino). Si dimette il 31 maggio 2003.[53]
Il 21 dicembre 2004 viene nominato dal presidente Florentino Pérez direttore dell'area tecnica e direttore sportivo del Real Madrid.[54][55] Si dimette il 22 dicembre 2005.[56]
Il 4 agosto 2010 viene ufficializzata la sua nomina a Coordinatore tecnico delle nazionali giovanili, dalla Under 21 alla Under 16.[57] Lascia l'incarico il 30 luglio 2014.[58][59]
Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]
Negli anni 2000 è stato commentatore televisivo per le reti Mediaset. È stato opinionista fisso della trasmissione calcistica di Italia 1 Controcampo. Dal 2008 è stato opinionista fisso su Premium Calcio. Nel 2012 è protagonista della campagna pubblicitaria per la nuova stagione calcistica di Mediaset Premium. Nell'estate 2016 è ospite fisso a Il grande match su Rai 1 nei post-partita del campionato europeo.
Statistiche[modifica | modifica wikitesto]
Statistiche da allenatore[modifica | modifica wikitesto]
Club[modifica | modifica wikitesto]
In grassetto le competizioni vinte.
Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Coppe continentali | Altre coppe | Totale | % Vittorie | Piazzamento | |||||||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Comp | G | V | N | P | Comp | G | V | N | P | Comp | G | V | N | P | Comp | G | V | N | P | G | V | N | P | % | |||
1982-1983 | ![]() |
C1 | 34 | 14 | 9 | 11 | CI+CI-C | 5+4 | 0+1 | 2+2 | 3+1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 43 | 15 | 13 | 15 | 34,88 | 4º |
1984-1985 | C1 | 34 | 13 | 14 | 7 | CI-C | 8 | 2 | 5 | 1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 42 | 15 | 19 | 8 | 35,71 | 4º | |
Totale Rimini | 68 | 27 | 23 | 18 | 17 | 3 | 9 | 5 | - | - | - | - | - | - | - | - | 85 | 30 | 32 | 23 | 35,29 | ||||||
1985-1986 | ![]() |
C1 | 34 | 16 | 15 | 3 | CI+CI-C | 5+2 | 2+0 | 2+1 | 1+1 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 41 | 18 | 18 | 5 | 43,90 | 1º (promozione) |
1986-1987 | B | 38 | 11 | 18 | 9 | CI | 9 | 5 | 2 | 2 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | 47 | 16 | 20 | 11 | 34,04 | 7º | |
1987-1988 | ![]() |
A | 30 | 17 | 11 | 2 | CI | 7 | 4 | 2 | 1 | CU | 4 | 1 | 1 | 2 | - | - | - | - | - | 41 | 22 | 14 | 5 | 53,66 | 1º |
1988-1989 | A | 34 | 16 | 14 | 4 | CI | 8 | 5 | 2 | 1 | CC | 9 | 5 | 4 | 0 | SI | 1 | 1 | 0 | 0 | 52 | 27 | 20 | 5 | 51,92 | 3º | |
1989-1990 | A | 34 | 22 | 5 | 7 | CI | 8 | 3 | 4 | 1 | CC | 9 | 6 | 1 | 2 | SU+CInt | 2+1 | 1+1 | 1+0 | 0+0 | 54 | 33 | 11 | 10 | 61,11 | 2º | |
1990-1991 | A | 34 | 18 | 10 | 6 | CI | 8 | 3 | 4 | 1 | CC | 4 | 1 | 2 | 1 | SU+CInt | 2+1 | 1+1 | 1+0 | 0+0 | 49 | 24 | 17 | 8 | 48,98 | 2º | |
dic. 1996-1997 | A | 23 | 7 | 7 | 9 | CI | 0 | 0 | 0 | 0 | UCL | 1 | 0 | 0 | 1 | SI | 0 | 0 | 0 | 0 | 24 | 7 | 7 | 10 | 29,17 | Subentrato, 11º | |
Totale Milan | 155 | 80 | 47 | 28 | 31 | 15 | 12 | 4 | 27 | 13 | 8 | 6 | 7 | 5 | 2 | 0 | 220 | 113 | 69 | 38 | 51,36 | ||||||
1998-feb. 1999[60] | ![]() |
PD | 22 | 9 | 5 | 8 | CR | 2 | 1 | 0 | 1 | CU | 6 | 5 | 0 | 1 | - | - | - | - | - | 30 | 15 | 5 | 10 | 50,00 | Esonerato |
gen. 2001 | ![]() |
A | 3 | 1 | 2 | 0 | CI | 0 | 0 | 0 | 0 | CU | 0 | 0 | 0 | 0 | - | - | - | - | - | 3 | 1 | 2 | 0 | 33,33 | Dimissionario |
Totale Parma | 75 | 28 | 35 | 12 | 16 | 7 | 5 | 4 | - | - | - | - | - | - | - | - | 91 | 35 | 40 | 16 | 38,46 | ||||||
Totale carriera | 320 | 144 | 110 | 66 | 66 | 26 | 26 | 14 | 33 | 18 | 8 | 7 | 7 | 5 | 2 | 0 | 426 | 193 | 146 | 87 | 45,31 |
Nazionale[modifica | modifica wikitesto]
Squadra | Naz | dal | al | Record | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
G | V | N | P | GF | GS | DR | % Vittorie | ||||
Italia | ![]() |
13 novembre 1991 | 6 novembre 1996 | 53 | 34 | 11 | 8 | 90 | 36 | +54 | 64,15 |
Nazionale nel dettaglio[modifica | modifica wikitesto]
Stagione | Squadra | Competizione | Piazzamento | Andamento | Reti | ||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Giocate | Vittorie | Pareggi | Sconfitte | % Vittorie | GF | GS | DR | ||||||
1991-1992 | ![]() |
Qual. Euro 1992 | Non qualificato | 2 | 1 | 1 | 0 | 50,00 | 3 | 1 | +2 | ||
U.S. Cup 1992 | 2º | 3 | 1 | 2 | 0 | 33,33 | 3 | 1 | +2 | ||||
1992-1993 | Qual. Mondiale 1994 | 1º nel Gruppo 1, qualificato | 10 | 7 | 2 | 1 | 70,00 | 22 | 7 | +15 | |||
1994 | Mondiale 1994 | 2º | 7 | 4 | 2 | 1 | 57,14 | 8 | 5 | +3 | |||
1995-1996 | Qual. Euro 1996 | 2º nel Gruppo 4, qualificato | 10 | 7 | 2 | 1 | 70,00 | 20 | 6 | +14 | |||
Centenario delle Federazioni della Svizzera | 2 | 1 | 0 | 1 | 50,00 | 1 | 2 | -1 | |||||
Euro 1996 | Eliminato nella fase a gironi | 3 | 1 | 1 | 1 | 33,33 | 3 | 3 | 0 | ||||
Qual. Mondiale 1998 | Non concluso per fine incarico | 2 | 2 | 0 | 0 | 100,00 | 4 | 1 | +3 | ||||
Dal 1991 al 1996 | Amichevoli | 14 | 10 | 1 | 3 | 71,43 | 26 | 10 | +16 | ||||
Totale Italia | 53 | 34 | 11 | 8 | 64,15 | 90 | 36 | +54 |
Panchine da commissario tecnico della nazionale italiana[modifica | modifica wikitesto]
Palmarès[modifica | modifica wikitesto]
Allenatore[modifica | modifica wikitesto]
Club[modifica | modifica wikitesto]
Competizioni giovanili[modifica | modifica wikitesto]
- Cesena: 1981-1982
Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]
- Parma: 1985-1986 (girone A)
- Milan: 1987-1988
- Milan: 1988
Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]
Individuale[modifica | modifica wikitesto]
- 1987-1988, 1988-1989
- Allenatore dell'anno secondo la rivista World Soccer: 1
- 1989
- Inserito nella Hall of fame del calcio italiano nella categoria Allenatore italiano (2011)
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
![]() |
Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana |
— Roma 2 giugno 2012. Su proposta della presidenza del consiglio dei ministri. |
Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2005, l'Università di Urbino ha conferito a Sacchi la laurea honoris causa in Scienze e Tecniche dell'Attività Sportiva. Nel settembre 2007, il Comune di Fusignano ha allestito presso il Museo Civico San Rocco una mostra su Arrigo Sacchi per celebrare il suo illustre concittadino attraverso una straordinaria esposizione di ricordi inediti, trofei, filmati delle partite più significative, foto degli esordi nei campi polverosi di Fusignano e della Bassa Romagna ed istantanee dei grandi trionfi delle squadre da lui allenate o dirette.[62]
Opere[modifica | modifica wikitesto]
- Arrigo Sacchi, Calcio totale. La mia vita raccontata a Guido Conti, Milano, Mondadori, 2015.
- Arrigo Sacchi, Luigi Garlando, La coppa degli immortali. Milan 1989: la leggenda della squadra più forte di tutti i tempi raccontata da chi la inventò, Milano, Baldini&Castoldi, 2019.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Ha proseguito la carriera come direttore tecnico e come consulente per diverse squadre.
- ^ a b Gianni Marcon, Arrigo Sacchi: re tra gli allenatori, su ftbpro.com, 12 gennaio 2014. URL consultato il 17 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
- ^ Simona Marchetti, Una classifica per i tecnici Il migliore è Rinus Michels, su gazzetta.it, 13 settembre 2007. URL consultato il 17 gennaio 2015.
- ^ Oscar Buonamano, Arrigo Sacchi, il migliore allenatore italiano di tutti i tempi, su calciototale.eu, 24 settembre 2013. URL consultato il 17 gennaio 2015.
- ^ Gianni Mura, Alle radici dell'Arrigo, in la Repubblica, 13 maggio 1988. URL consultato il 17 gennaio 2015.
- ^ a b Francesca Fanelli, 1986, Berlusconi salva il Milan, su corrieredellosport.it, 20 febbraio 2011. URL consultato il 17 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2014).
- ^ a b Franco Melli, L'Italia di Sacchi come l'Olanda di Cruyff, in Corriere della Sera, 15 gennaio 1992. URL consultato il 17 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
- ^ (EN) Greatest Managers, No. 6: Arrigo Sacchi, ESPN FC.
- ^ C'è solo il Milan di Sacchi tra i 10 top team di sempre, La Gazzetta dello Sport, 11 luglio 2007.
- ^ Il Milan di Sacchi quarta squadra di sempre, Corriere della Sera, 11 luglio 2007.
- ^ (EN) The greatest teams of all time, The Telegraph, 4 luglio 2007.
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- ^ Arrigo Sacchi lascia incarico giovanili: "Troppo stress, mi dispiace", su repubblica.it, 30 luglio 2014.
- ^ (ES) Entrenador:Arrigo Sacchi, su lfp.es (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2008).
- ^ Sacchi, che ha vinto il trofeo per due volte, condivide questo primato con Nils Liedholm, Tommaso Maestrelli, Giovanni Trapattoni e Ferruccio Valcareggi; a differenza degli altri, però, Arrigo Sacchi è stato l'unico ad aver vinto il premio Seminatore per due edizioni consecutive.
- ^ Gabriele Zompi, Arrigo Sacchi in “Mostra” a Fusignano (RA), su ilcomuneinforma.it, 4 settembre 2007. URL consultato il 17 gennaio 2015.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Calcio totale
- Associazione Calcio Milan
- Parma
- Nazionale di calcio dell'Italia
- Mondiali di calcio Stati Uniti 1994
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Arrigo Sacchi, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Sacchi,+Arrigo.html Arrigo Sacchi, su sapere.it, De Agostini.
- Registrazioni di Arrigo Sacchi, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- (DE, EN, IT) Arrigo Sacchi, su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- Arrigo Sacchi, su calcio.com, HEIM:SPIEL Medien GmbH.
- (EN) Arrigo Sacchi, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- Statistiche da CT della nazionale italiana, su figc.it. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2018).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 315944484 · ISNI (EN) 0000 0004 4880 9239 · SBN IT\ICCU\SBLV\179472 · LCCN (EN) no2015059005 · BNE (ES) XX5603082 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-no2015059005 |
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