Tomislav Ivić

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Tomislav Ivić
Nazionalità Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia
Bandiera della Croazia Croazia (dal 1991)
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1963 - giocatore
2004 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1953-1957RNK Spalato125 (?)
1957-1963Hajduk Spalato11 (?)
Carriera da allenatore
1967-1968RNK Spalato
1968-1972Hajduk SpalatoGiovanili
1972Hajduk Spalato
1972-1973Sebenico
1973-1974Bandiera della Jugoslavia JugoslaviaAssistente
1973-1976Hajduk Spalato
1976-1978Ajax
1978-1980Hajduk Spalato
1980-1982Anderlecht
1983-1984Galatasaray
1984-1985Dinamo Zagabria
1985-1986AvellinoDT[1]
1986Panathīnaïkos
1987-1988Porto
1988-1990Paris Saint-Germain
1990-1991Atlético Madrid
1991Olympique Marsiglia
1992Benfica
1993-1994Porto
1994Bandiera della Croazia CroaziaInterim[2]
1994MonacoDT[3]
1995Fenerbahçe
1995-1996Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Emirati Arabi Uniti
1996Al-Wasl
1997Hajduk Spalato
1997-1998Bandiera dell'Iran Iran
1997-1998Persepolis
1998-1999Standard Liegi
2000Standard Liegi
2001Olympique Marsiglia
2001Olympique Marsiglia
2002-2004Al-Ittihād
Palmarès
 Coppa d'Asia
Argento Emirati Arabi Uniti 1996
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 29 gennaio 2016

Tomislav Ivić (Spalato, 30 giugno 1933Spalato, 24 giugno 2011) è stato un calciatore e allenatore di calcio jugoslavo, dal 1991 croato, nonché più vincente allenatore croato di sempre.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Per i primi anni della sua carriera, viene ricordato soprattutto per il grande impatto che ebbe sul calcio della sua nazione, e in particolare della sua città, Spalato. Inaugurò infatti un ciclo vincente con l'Hajduk, la prima squadra della città, intervallato da una vincente esperienza all'Ajax come sostituto di Rinus Michels. Il suo sogno era di portare il club a vincere la Coppa Campioni, e si diceva convinto che col tempo avrebbe potuto farcela, ma ogni tentativo si infranse dopo combattutissimi match nel corso dei 120'[4].

Proprio il "suo" Hajduk stava giocando un sentitissimo incontro contro la Stella Rossa di Belgrado in diretta televisiva nazionale quando venne annunciata agli spettatori, agli spalti e a casa, la morte del Maresciallo Tito, generando un gigantesco momento di commozione comune e totale.[4]

Dalla seconda metà degli anni settanta alla fine degli anni novanta ha girato mezza Europa, vincendo numerosi titoli nazionali, coppe nazionali e coppe intercontinentali.

La prima tappa del suo tour Europeo uscito pressoché definitivamente dalla Jugoslavia, lo vede conquistare il titolo in Belgio nel 1980-81. Segue una serie di avventure meno soddisfacenti in giro per il Meditterranneo (Galatasaray, Panathīnaïkos, Dinamo Zagabria) prima di ritrovare la via della vittoria al Porto, dove rimpiazza con successo Artur Jorge, conquistatore della Coppa Campioni l'anno precedente.[4]

Approda in Francia nel 1988 firmando per il Paris Saint Germain. Nella prima stagione da allenatore a Parigi ottiene buoni risultati, concludendo la carriera a soli tre punti dall'Olympique di Marsiglia. La seconda stagione nella squadra parigina si rivela più deludente, reduce da una rovinosa eliminazione in Coppa Uefa dalla Juventus e da una negativa stagione chiusa in quinta posizione, finita ad allenare l'Atlético Madrid per una stagione con un secondo posto in campionato come piazzamento. Nel 1991 torna in Ligue 1, questa volta sulla panchina dell'Olympique Marsiglia, la quale allenerà solo per quattro mesi per poi venir sostituito a causa dello suo stile difensivo non ritenuto allineato con la squadra.

Il finale di carriera oltre che un duplice ritorno in Belgio, allo Standard Liegi, e all'Olympique, lo vede tentare avventure ancora più esotiche rispetto al passato, sulla panchina degli Emirati Arabi Uniti, dell'Al Wasl, del Persepolis, e dell'Al-Ittihad, arrivando in Finale di Coppa D'Asia coi primi e vincendo la Coppa del Principe della Corona Saudita coi secondi, ultimo trofeo della sua ricca bacheca.

L'unica esperienza italiana è stata ad Avellino nel 1985-86 in serie A da direttore tecnico in cui, con Enzo Robotti come allenatore, guidò la squadra alla salvezza. Nel 1991 stava per accordarsi con la Juventus, salvo poi dovervi rinunciare dal momento che la società bianconera era riuscita a far ritornare Trapattoni dall'Inter. A Coverciano fu docente alla Scuola per allenatori, fondata da Italo Allodi.

È morto il 24 giugno 2011, qualche giorno prima del suo 78º compleanno.[5]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Hajduk Spalato: 1973-1974, 1974-1975, 1978-1979
Hajduk Spalato: 1972, 1974, 1975-1976, 1986-1987
Ajax: 1976-1977
Anderlecht: 1980-1981
Avellino: 1986
Porto: 1987-1988
Porto: 1987-1988
Porto: 1993
Atlético Madrid: 1990-1991

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Porto: 1987
Porto: 1987

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Come direttore tecnico insieme all'allenatore Enzo Robotti.
  2. ^ Sostituisce ad interim Miroslav Blažević, quest'ultimo squalificato per la partita di Qualificazioni al campionato europeo di calcio 1996, contro l'Italia, del 16 novembre 1994.
  3. ^ Come direttore tecnico insieme all'allenatore Jean-Luc Ettori.
  4. ^ a b c Federico Burlando, Il calcio Industriale-Internazionale di Tomislav Ivić, su catenaccioecontropiede.it.
  5. ^ E' morto Tomislav Ivic: allenò l'Avellino nell'85/86 - Irpiniaoggi.it, su irpiniaoggi.it. URL consultato il 21 settembre 2021.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN316737003 · ISNI (EN0000 0004 5095 2050 · BNF (FRcb149012153 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-316737003