Nazionale di calcio del Portogallo

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Bandiera del Portogallo Portogallo
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Sport Calcio
Federazione FPF
Federação Portuguesa de Futebol
Confederazione UEFA
Codice FIFA POR
Soprannome A Seleção das Quinas (La Selezione dei Cinque)
Selezionatore Bandiera della Spagna Roberto Martínez
Record presenze Cristiano Ronaldo (205)
Capocannoniere Cristiano Ronaldo (128)
Ranking FIFA (30 novembre 2023)[1]
Sponsor tecnico Nike
Esordio internazionale
Bandiera della Spagna Spagna 3 - 1 Portogallo Bandiera del Portogallo
Madrid, Spagna; 18 novembre 1921
Migliore vittoria
Bandiera del Portogallo Portogallo 9 - 0 Lussemburgo Bandiera del Lussemburgo
Faro, Portogallo; 11 settembre 2023
Peggiore sconfitta
Bandiera del Portogallo Portogallo 0 - 10 Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra
Lisbona, Portogallo; 25 maggio 1947
Campionato del mondo
Partecipazioni 8 (esordio: 1966)
Miglior risultato Bronzo Terzo posto nel 1966
Campionato d'Europa
Partecipazioni 8 (esordio: 1984)
Miglior risultato Oro Campioni nel 2016
Confederations Cup
Partecipazioni 1 (esordio: 2017)
Miglior risultato Bronzo Terzo posto nel 2017
Torneo Olimpico
Partecipazioni 1 (esordio: 1928)
Miglior risultato Quarti di finale nel 1928
UEFA Nations League
Partecipazioni 2 (esordio: 2018-2019)
Miglior risultato Oro Campioni nel 2018-2019

La nazionale di calcio del Portogallo (in portoghese Seleção Portuguesa de Futebol) è la rappresentativa calcistica del Portogallo ed è gestita dalla Federação Portuguesa de Futebol.

Nella sua bacheca figurano un campionato europeo (2016) e l'edizione inaugurale della UEFA Nations League (2018-2019).

Esordì nella fase finale del campionato del mondo nell'edizione del 1966, conclusa al terzo posto, che è a tutt'oggi il miglior piazzamento della nazionale nella competizione; tornò in semifinale quarant'anni dopo, a Germania 2006, edizione in cui si classificò quarta. Al campionato d'Europa, su otto partecipazioni, per sette volte è arrivata almeno ai quarti di finale, e per cinque volte è arrivata nei primi quattro posti (nel 1984, 2000, 2004, 2012 e 2016). Conta inoltre una partecipazione alla Confederations Cup, a Russia 2017, torneo concluso al terzo posto. Dagli anni 2000 la nazionale portoghese si è affermata come una tra le più forti a livello europeo e mondiale.

Nella graduatoria FIFA, in vigore da agosto 1993, la migliore posizione che ha occupato il Portogallo è il 3º posto, raggiunto per la prima volta nel maggio 2010, mentre il peggior posizionamento è il 43º posto, occupato nell'agosto 1998. Attualmente occupa il 7º posto della graduatoria.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli esordi: anni venti[modifica | modifica wikitesto]

Il primo avversario della nazionale portoghese fu l'unico Paese confinante con il Portogallo, cioè la Spagna, con cui nascerà una rivalità storica tanto da far definire tale incontro il "derby iberico"[2]. Un'altra sentita rivalità è con il Brasile[3][4], in quanto i due paesi condividono la lingua ufficiale: il portoghese.

Il Portogallo esordì il 18 novembre 1921 contro la Spagna, vittoriosa per 3-1. Ottenne la prima vittoria battendo l'Italia per 1-0 il 18 giugno 1925.

Dagli anni trenta agli anni cinquanta[modifica | modifica wikitesto]

Dopo alcuni anni in cui disputò solo partite amichevoli, fu invitato a partecipare alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928, a cui presero parte le migliori nazionali di calcio del mondo. Il torneo è considerato l'antesignano della prima edizione della coppa del mondo di calcio, la cui prima edizione si tenne due anni più tardi. Nel turno preliminare contro il Cile il Portogallo passò in svantaggio di due reti, ma vinse l'incontro con il punteggio di 4-2 e guadagnò l'accesso al primo turno, dove batté per 2-1 la Jugoslavia. Nei quarti di finale fu sconfitto dall'Egitto per 2-1 ed eliminato.

La squadra lusitana non fu invitata a partecipare al mondiale del 1930, per il quale non erano previsti turni di qualificazione. Fece il suo esordio nella rassegna mondiale nelle qualificazioni al mondiale del 1934, ma l'11 marzo 1934 perse contro la Spagna per 9-0 allo stadio Chamartín di Madrid e una settimana dopo per 2-1 nel ritorno allo stadio do Lumiar di Lisbona. Stessa sorte toccò ai portoghesi nelle qualificazioni al mondiale del 1938: il 1º maggio 1938 una sconfitta per 2-1 contro la Svizzera in campo neutro, a Milano, condannò i lusitani all'eliminazione.

Fino al 1950 non si disputarono altre edizioni della coppa del mondo e durante gli anni '40 la Seleção portoghese disputò poche partite; in particolare, il 25 maggio 1947, allo stadio nazionale di Jamor di Lisbona, il Portogallo uscì sconfitto per 10-0 dall'Inghilterra. Il Portogallo fallì la qualificazione al mondiale del 1950: messo ancora una volta di fronte alla Spagna, perse per 5-1 a Madrid e pareggiò per 2-2 nel ritorno a Lisbona. Mancò l'accesso anche al mondiale del 1954: contro l'Austria perse per 9-1 in trasferta e pareggiò a reti bianche a Lisbona. Non si qualificò neppure per il mondiale del 1958: inserita in un girone con Irlanda del Nord e Italia, pareggiò per 1-1 a Lisbona contro i nordirlandesi, perse a Belfast per 3-0, vinse per 3-0 in casa contro l'Italia contro la quale di seguito perse a Milano per 3-0; con tre punti in classifica, si piazzò terza, a due punti di distanza dall'Irlanda del Nord vittoriosa nel girone.

Anni sessanta[modifica | modifica wikitesto]

Eusébio indossa la fascia di capitano del Portogallo contro l'Argentina nel 1972

Nel campionato europeo del 1960, la prima edizione dell'europeo, il Portogallo fu eliminato prima della fase finale. Dopo aver eliminato la Germania Est (battuta per 2-0 in trasferta e per 3-2 a Porto), ebbe la peggio nei quarti di finale contro la Jugoslavia, battuta per 2-1 in Portogallo ma vittoriosa per 5-1 a Belgrado.

Nei primi anni '60 il calcio portoghese era in forte crescita. L'ossatura della nazionale lusitana era formata da Mário Coluna, dal fuoriclasse di origine mozambicana Eusébio, da José Augusto e da António Simões, che rappresentavano i quattro quinti dell'attacco del Benfica campione d'Europa nel 1962.

Il secondo posto nel girone di qualificazione al mondiale del 1962 con Inghilterra e Lussemburgo condannò i lusitani all'eliminazione: vinta la prima partita contro il Lussemburgo (6-0), il Portogallo pareggiò per 1-1 contro gli inglesi, perse poi per 4-2 contro il Lussemburgo e per 2-0 contro gli inglesi.

Il campionato europeo del 1964 aveva la medesima formula dell'edizione precedente. Nel turno preliminare il Portogallo se la vide con la Bulgaria: persa per 3-1 la partita di andata a Sofia, i lusitani vinsero per 3-1 a Lisbona. Nella "bella", giocata in campo neutro a Roma, il Portogallo fu sconfitto per 1-0 a causa di un gol subito nei minuti finali.

Nel 1964 il Portogallo fu invitato a partecipare alla Taça das Nações, competizione organizzata dalla Confederação Brasileira de Desportos per celebrare il cinquantennio della sua fondazione. Al torneo presero parte le quattro nazionali che avevano le migliori probabilità di vincere l'imminente mondiale del 1966: Brasile, Argentina, Inghilterra e Portogallo. Il torneo, strutturato secondo un girone all'italiana, si svolse a Rio de Janeiro e San Paolo tra la fine di maggio e l'inizio di giugno. Il 31 maggio il Portogallo perse per 2-0 contro l'Argentina al Maracanã di Rio de Janeiro, il 4 giugno pareggiò per 1-1 contro l'Inghilterra al Pacaembu di San Paolo e il 7 giugno fu travolto per 4-1 dal Brasile al Maracanã. Concluse il torneo al terzo posto, a pari punti con gli inglesi e con la stessa differenza reti.

Il Portogallo vinse il girone di qualificazione al mondiale del 1966 con quattro vittorie, un pareggio e una sconfitta, precedendo in classifica Cecoslovacchia, Romania e Turchia e qualificandosi per la prima volta nella sua storia per la fase finale di un mondiale: i lusitani ottennero risultati di rilievo, tra cui le vittorie per 1-0 in Cecoslovacchia e in Turchia e una vittoria per 5-1 in casa contro i turchi.

L'avvio del mondiale in Inghilterra fu convincente. Con tre vittorie nella fase a gironi, contro Ungheria (3-1), Bulgaria (3-0) e Brasile (3-1) la squadra guidata dalla stella Eusébio vinse il proprio raggruppamento e si qualificò per i quarti di finale, dove vinse contro la Corea del Nord per 5-3, con quaterna di Eusébio, dopo essersi trovata in svantaggio per 3-0. In semifinale il Portogallo capitolò contro l'Inghilterra padrona di casa e poi campione, che si impose per 2-1 a Wembley, dove la partita fu spostata inaspettatamente (era inizialmente prevista a Liverpool). Nella finale per il terzo posto i lusitani sconfissero l'Unione Sovietica per 2-1, guadagnando la medaglia di bronzo. Eusébio, con 9 centri in 6 partite, fu il miglior marcatore del torneo[5][6].

Inserita in un girone di qualificazione al campionato europeo del 1968 comprendente anche Bulgaria, Norvegia e Svezia, il Portogallo non riuscì a qualificarsi, piazzandosi secondo con sei punti, quattro in meno della Bulgaria, con un bilancio di 2 vittorie (entrambe per 2-1 contro la Norvegia), 2 pareggi e 2 sconfitte.

Anni settanta[modifica | modifica wikitesto]

Il Portogallo non si risollevò neanche nelle qualificazioni al mondiale del 1970. Grecia, Romania e Svizzera precedettero nel girone i lusitani, capaci di conquistare quattro punti (1 vittoria, 2 pareggi e 3 sconfitte), quattro in meno della Romania capolista.

Nel girone di qualificazione all'europeo del 1972 la squadra portoghese si piazzò seconda alle spalle del Belgio e davanti a Danimarca e Scozia, con 7 punti (due in meno dei belgi) e 3 vittorie ottenute contro Danimarca (1-0 in trasferta e 5-0 in casa) e Scozia (2-0 in casa). Non si qualificò per la fase finale della competizione.

Nel 1972 il Portogallo prese parte alla Coppa d'Indipendenza Brasiliana, organizzata in occasione del 150º anniversario dell'indipendenza del Brasile dal Portogallo. Con quattro vittorie i lusitani vinsero uno dei tre gironi di prima fase precedendo Cile (battuto per 4-1), Irlanda (2-1), Ecuador (3-0) e Iran (3-0). Vinsero anche uno dei due gironi di seconda fase precedendo Argentina (battuta per 3-1), Unione Sovietica (2-1) e Uruguay (1-1), con due vittorie e un pareggio. Nella finale contro il Brasile, disputata al Maracanã di Rio de Janeiro, il Portogallo perse per 1-0, con un gol subito a un minuto dalla fine della partita.

In vista del mondiale del 1974 il Portogallo fu sorteggiato in un girone non complicato, ma non riuscì a sconfiggere la Bulgaria (2-2) nella partita decisiva e fallì dunque la qualificazione. In sei partite ottenne sette punti, frutto di 2 vittorie, entrambe contro Cipro (4-0 in casa e 1-0 a Nicosia), 3 pareggi e una sconfitta. Si piazzò secondo, dietro la Bulgaria e davanti a Irlanda del Nord e Cipro.

Il Portogallo fu assente anche alla fase finale del mondiale del 1978. La squadra si classificò seconda a due punti da una forte Polonia, precedendo Danimarca e Cipro nel girone di qualificazione.

Anni ottanta[modifica | modifica wikitesto]

Inserito nel girone con Austria, Belgio, Norvegia e Scozia nelle qualificazioni a Euro 1980, il Portogallo si piazzò terzo con 9 punti, tre in meno rispetto al Belgio capolista. Le quattro vittorie ottenute, tra cui il 2-1 in terra austriaca e l'1-0 in casa contro la Scozia, non furono sufficienti a qualificarsi per la fase finale dell'europeo, in programma in Italia.

Messo di fronte a Israele, Irlanda del Nord, Scozia e Svezia nel girone di qualificazione al mondiale del 1982, il Portogallo concluse quarto con sette punti, quattro in meno della capolista. Le vittorie contro Scozia (2-1), Irlanda del Nord (1-0) e Israele (3-0), tutte ottenute in casa, non bastarono per qualificarsi al mondiale.

Dopo un lungo periodo senza gloria, il Portogallo si ripresentò alla fase finale dell'europeo del 1984 dopo aver vinto il girone di qualificazione con Finlandia, Polonia e la favorita Unione Sovietica. Nella decisiva gara disputata in casa all'ultima giornata i lusitani prevalsero per 1-0 con un gol realizzato nei minuti finali. Con 10 punti e 5 vittorie si qualificarono per la fase finale a spese dei sovietici, sopravanzandoli di un punto in classifica. Il Portogallo finì poi nel gruppo B con Spagna, Germania Ovest e Romania. Dopo il pareggio a reti bianche contro i tedeschi occidentali e l'1-1 contro la Spagna, si assicurò il passaggio alla fase a eliminazione diretta battendo per 1-0 i rumeni con un gol di Tamagnini Nené. Nella semifinale contro la Francia (nazione ospitante) i portoghesi andarono in svantaggio, ma riequilibrarono l'incontro dopo un'ora di gioco. Ai supplementari il Portogallo si portò in vantaggio, ma la Francia lo raggiunse al 114º minuto e segnò il gol della vittoria al 119º minuto[7].

Nelle qualificazioni al campionato mondiale del 1986 il Portogallo se la vide con Cecoslovacchia, Malta, Svezia e Germania Ovest. Nell'ultima partita, contro la Germania Ovest a Stoccarda, aveva bisogno di una vittoria e la conseguì, diventando la prima nazionale capace di battere i tedeschi occidentali in casa loro in un match ufficiale. La compagine lusitana non superò, però, il primo turno del mondiale messicano poiché quarta e ultima classificata nel girone. Vinta la prima partita contro l'Inghilterra (1-0), fu poi sconfitta da Polonia (1-0) e Marocco (3-1). Ad essere ripescata fu la Polonia (giunta terza). La partecipazione della nazionale al torneo fu segnata dal cosiddetto "caso Saltillo", dal nome della città messicana dove la nazionale lusitana alloggiava. Alcuni calciatori si rifiutarono di allenarsi tra la prima e la seconda partita in polemica con la federcalcio portoghese, a cui avevano chiesto premi di maggiore entità in caso di vittoria.

Il Portogallo mancò poi la qualificazione al campionato d'Europa 1988, piazzandosi terzo in un girone di qualificazione comprendente anche Italia, Malta, Svezia e Svizzera.

Anni novanta[modifica | modifica wikitesto]

Luís Figo, qui con la fascia di capitano del Portogallo in una partita del campionato del mondo 2006, è quarto nella classifica di presenze con la maglia della nazionale portoghese

A gettare le basi per il rilancio furono le affermazioni delle squadre giovanili negli anni novanta. Nel 1989 la panchina della nazionale maggiore fu affidata a Carlos Queiroz, reduce dagli importanti successi ottenuti con l'Under-21, un'edizione del mondiale Under-20 e tre europei Under-17. I protagonisti dei successi giunsero alla ribalta anche con la nazionale maggiore. I principali nomi erano quelli di Rui Costa, Fernando Couto, João Pinto e Luís Figo[8].

Le qualificazioni al campionato del mondo 1990 misero il Portogallo di fronte a Belgio, Cecoslovacchia, Lussemburgo e Svizzera. I portoghesi cercarono di conquistare il primo o il secondo posto, validi per l'accesso alla fase finale del torneo, in programma in Italia, ma nell'ultima partita non andarono oltre lo 0-0 in casa contro la Cecoslovacchia, che così si qualificò come seconda classificata a spese dei lusitani.

Olanda, Grecia, Finlandia e Malta furono le avversarie del Portogallo sul cammino verso il campionato d'Europa 1992 in programma in Svezia. I portoghesi, che pure riuscirono a battere per 1-0 i forti olandesi allo stadio das Antas di Porto nella seconda partita del girone, nell'ottobre del 1990, alla fine si classificarono secondi proprio dietro l'Olanda, che nell'ottobre del 1991 aveva vendicato la sconfitta dell'andata prevalendo per 1-0 al De Kuip di Rotterdam. Per i portoghesi fatale si rivelò, a conti fatti, la sconfitta patita in Grecia (3-2) nel gennaio 1991. Il Portogallo concluse il girone con undici punti, due in meno della capolista, con un bilancio di 5 vittorie, un pareggio e 2 sconfitte.

Nonostante i successi conseguiti con le giovanili, Queiroz non riuscì a traghettare la nazionale maggiore verso la fase finale del campionato del mondo 1994. Sorteggiato in un gruppo con Estonia, Italia, Malta, Scozia e Svizzera, il Portogallo si piazzò terzo dietro italiani e svizzeri. Al termine della fallimentare campagna di qualificazione a USA '94, conclusa il 17 novembre 1993 con una sconfitta per 1-0 a San Siro contro l'Italia, Queiroz si dimise in polemica con la federazione, invitata a "fare pulizia delle porcherie che ha al suo interno".

La nazionale fu temporaneamente affidata a Nelo Vingada, che rimase in carica dal 14 dicembre 1993 al 30 giugno 1994. Con lui in panchina la squadra giocò in trasferta due amichevoli contro Spagna (2-2, 19 gennaio 1994) e Norvegia (0-0, 20 aprile 1994).

Nel settembre 1994 fece il suo esordio sulla panchina lusitana António Oliveira.

Nel gennaio 1995 il Portogallo fu invitato a partecipare alla SkyDome Cup con i padroni di casa del Canada e i campioni d'Europa in carica della Danimarca, che in realtà scendevano in campo con una selezione dei migliori calciatori danesi militanti nella massima serie del campionato nazionale. La competizione amichevole, che prevedeva un girone all'italiana, si disputò al Rogers Centre di Toronto, noto come SkyDome. Nella prima partita i portoghesi pareggiarono per 1-1 contro i canadesi, poi vinsero per 1-0 contro i danesi, aggiudicandosi così il torneo.

Al campionato d'Europa 1996 il Portogallo arrivò in modo autorevole, vincendo il girone di qualificazione comprendente anche Austria, Lettonia, Liechtenstein, Irlanda del Nord e Irlanda. In Inghilterra, dopo il pareggio per 1-1 contro la Danimarca, vinse per 1-0 contro la Turchia e batté per 3-0 la Croazia, guadagnando l'accesso ai quarti di finale da prima classificata. Ai quarti di finale il Portogallo fu sconfitto (1-0) ed eliminato dalla Rep. Ceca.

Il CT Oliveira lasciò il posto al rientrante Artur Jorge.

Con 5 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta il Portogallo si piazzò terzo nel suo girone e fallì la qualificazione al campionato del mondo 1998. I lusitani si classificarono dietro Germania (distante tre punti) e Ucraina (distante un solo punto) e davanti ad Armenia, Irlanda del Nord e Albania. Il secondo posto avrebbe portato la squadra ai play-off di qualificazione.

Nel dicembre 1997 il ruolo di CT fu assunto da Humberto Coelho.

Anni 2000[modifica | modifica wikitesto]

Angelos Charisteas mette a segno il gol che decide in favore della Grecia la finale del campionato d'Europa 2004 contro il Portogallo padrone di casa

La compagine lusitana si qualificò all'europeo 2000 in qualità di miglior seconda classificata dei gruppi, avendo terminato il proprio raggruppamento con un punto di ritardo dalla Romania[9].

Nella fase finale ritrovò proprio i romeni e vinse il girone sconfiggendo l'Inghilterra (3-2), la Romania (1-0) e la Germania (3-0), chiudendo così il proprio girone a punteggio pieno[10][11]. Rimase negli annali il 3-0 contro i tedeschi, campioni in carica, firmato da una tripletta di Sérgio Conceição[12]. Ai quarti di finale ebbe la meglio sulla Turchia, battuta per 2-0 con una doppietta di Nuno Gomes[13]. In semifinale il Portogallo passò in vantaggio, ma fu raggiunto e cedette alla Francia, che lo eliminò dopo tempi supplementari grazie ad un golden goal su calcio di rigore di Zinédine Zidane (2-1), a tre minuti dai tiri di rigore[14][15]. Il fallo di mano di Abel Xavier sanzionato dall'arbitro suscitò le vibranti proteste dello stesso Xavier, di Nuno Gomes, autore del gol del momentaneo vantaggio, e di Paulo Jorge Gomes Bento. I tre furono squalificati rispettivamente per nove, otto e sei mesi dalla UEFA per aver spintonato l'arbitro austriaco Günter Benkö e alla federcalcio portoghese fu irrogata una multa di 70.000 sterline[16].

Nell'autunno 1999 l'UEFA aveva assegnato allo stesso Portogallo l'organizzazione della successiva rassegna continentale.[14][17]

Dopo l'europeo di Belgio e Olanda, António Oliveira fece ritorno in panchina, conducendo i rossoverdi a qualificarsi per il mondiale 2002[18]. Il Portogallo vinse il girone di qualificazione al mondiale nippo-coreano con Irlanda, Olanda, Estonia, Cipro e Andorra. Chiuse a 24 punti (7 vittorie, 3 pareggi e nessuna sconfitta) come gli irlandesi, ma con una migliore differenza reti.

L'esordio nella fase finale della Coppa del mondo riservò un'inattesa sconfitta contro gli Stati Uniti (2-3)[19][20], seguita dalla netta vittoria per 4-0 contro la Polonia[21]. Una sconfitta di misura con la Corea del Sud (1-0) in una partita segnata da polemiche arbitrali e conclusa in nove uomini a causa di due espulsioni[22] precluse ai lusitani (cui sarebbe stato sufficiente un pareggio) la qualificazione agli ottavi, turno cui ebbero invece accesso gli stessi asiatici[23]. A seguito del fallimento la federazione affidò la panchina a Luiz Felipe Scolari, laureatosi pochi mesi prima campione del mondo con il Brasile.[24]

Il campionato europeo casalingo del 2004 rappresentava un'occasione di grande spessore per i lusitani, che però, qualificati d'ufficio alla manifestazione, al debutto persero inopinatamente contro la Grecia[25] di Otto Rehhagel. Gli ellenici, in vantaggio di due gol fino ai minuti di recupero, si imposero per 2-1, subendo solo nel finale il gol dei portoghesi, realizzato dal diciannovenne Cristiano Ronaldo, astro nascente che mise a segno la sua prima marcatura in una nazionale in cui aveva esordito l'anno prima[26]. Il passaggio del turno fu comunque ottenuto grazie alle vittorie contro Russia e Spagna, rispettivamente per 2-0 e 1-0, che consentirono ai lusitani di chiudere il girone al primo posto[27][28]. Nella fase a eliminazione diretta i padroni di casa ebbero la meglio sull'Inghilterra ai tiri di rigore (2-2 dopo i tempi supplementari) ai quarti di finale e sull'Olanda per 2-1 in semifinale[29], conseguendo una storica qualificazione[30] alla finale dello stadio da Luz di Lisbona, dove si presentarono come favoriti. Un'ulteriore sconfitta di misura (1-0) contro i greci, autentica rivelazione del torneo, impedì tuttavia ai portoghesi di sollevare il trofeo[31][32].

A testimonianza dell'ottimo stato di forma del calcio portoghese, emersero comunque vari talenti, come il già citato Ronaldo, Deco, Ricardo Carvalho, Paulo Ferreira e Simão[33]. Alla fine del torneo molti dei giocatori della generazione d'oro portoghese si ritirarono, compreso Luís Figo, che poco dopo tornò, però, sui propri passi. Il contratto di Scolari fu prolungato per altri due anni e la squadra fu affidata al talento di Cristiano Ronaldo, destinato a diventare uno dei migliori calciatori del mondo.

I lusitani presero parte anche al campionato del mondo del 2006, distinguendosi per il 7-1 inflitto alla Russia nelle eliminatorie[34]. Con una squadra di discreta caratura tecnica[35][36] Scolari vinse a punteggio pieno il girone battendo Angola per 1-0, Iran per 2-0 e Messico per 2-1[37][38][39]. Agli ottavi di finale, a Norimberga, superò i Paesi Bassi per 1-0 (in una gara contraddistinta dalle numerose ammonizioni[40]) e ai quarti di finale l'Inghilterra, sconfitta nuovamente ai tiri di rigore (3-1 dopo lo 0-0 dei tempi supplementari)[41]. Riapprodata in semifinale a 40 anni dall'ultima volta, la squadra lusitana si arrese (come già capitato all'europeo 2000) alla Francia: un rigore di Zidane assicurò ai transalpini la finalissima, costringendo i portoghesi a competere con la Germania per la piazza d'onore[42]. Come nel 1966, fu ottenuto il quarto posto: i tedeschi vinsero infatti per 3-1[43]. Il contratto del CT Scolari fu ancora una volta prolungato per altri due anni.

Il secondo posto nel gruppo di qualificazione dietro la Polonia (con 7 vittorie, 6 pareggi e una sconfitta e un punto in meno dei polacchi) valse ai portoghesi la qualificazione al campionato d'Europa 2008 in Austria e Svizzera. Nel girone di prima fase, battute Turchia (2-0) e Rep. Ceca (3-1), la squadra di Scolari perse l'ultima partita contro la Svizzera per 2-0 e nei quarti di finale fu costretta a vedersela con la Germania. Vinsero i tedeschi per 3-2, lasciando ancora una volta ai portoghesi l'amaro in bocca[44][45]. A luglio Scolari annunciò le proprie dimissioni dopo cinque anni alla guida della nazionale e al suo posto fu chiamato nuovamente Carlos Queiroz[46][47].

Anni 2010: i primi trofei[modifica | modifica wikitesto]

Concluso il girone di qualificazione al campionato del mondo 2010 dietro la Danimarca e davanti a Svezia, Ungheria, Albania e Malta con un bilancio di 5 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta, il Portogallo affrontò la Bosnia ed Erzegovina nei play-off. Vinse con lo stesso punteggio (1-0) sia in casa sia in trasferta e staccò il biglietto per il Sudafrica, coronando un decennio di qualificazioni consecutive ai maggiori tornei internazionali[48][49].

Sorteggiato nel girone con Brasile, Costa d'Avorio e Corea del Nord[50], il Portogallo pareggiò a reti bianche contro gli ivoriani, sconfisse per 7-0 i nordcoreani[51] e pareggiò a reti bianche contro il Brasile in un match che qualificò ambedue le squadre alla fase successiva[52]. Agli ottavi di finale il Portogallo, reduce da 19 partite consecutive senza sconfitte, con soli 3 gol concessi, perse contro la Spagna per 1-0 e fu eliminato[53]. Il CT Queiroz fu criticato per l'atteggiamento tattico, giudicato dalla stampa portoghese troppo cauto.

Alla fine del Mondiale si ritirarono dalla nazionale Simão, Paulo Ferreira, Miguel e Tiago. A Queiroz fu comminata una squalifica di sei mesi[54], poi annullata dal TAS di Losanna[55], per aver ostacolato un controllo anti-doping a sorpresa di alcuni addetti UEFA, insultati dal tecnico il 16 maggio 2010 quando si erano presentati a sorpresa nel ritiro della nazionale lusitana prima del mondiale in Sudafrica[56][57]. Il coinvolgimento nella vicenda e l'avvio difficile nelle prime due partite di qualificazione al campionato d'Europa 2012 furono tra i motivi che, il 9 settembre 2010, indussero la federazione a sollevare Queiroz dall'incarico. Al suo posto venne chiamato Paulo Bento, ex centrocampista della nazionale[58].

Cristiano Ronaldo, primatista di presenze e reti con il Portogallo

Bento condusse la nazionale lusitana alla qualificazione al campionato europeo 2012 tramite i play-off. Giunto secondo dietro la Danimarca e davanti a Norvegia (a pari punti e risultati negli scontri diretti con i portoghesi, ma con una peggiore differenza reti), Islanda e Cipro con 5 vittorie, un pareggio e 2 sconfitte in otto partite, il Portogallo ebbe accesso all'Europeo eliminando ancora una volta la Bosnia ed Erzegovina: gli slavi, dopo un pareggio a reti bianche all'andata, vennero battuti per 6-2 nel ritorno a Lisbona[59].

Nella fase finale del campionato europeo, in Polonia e Ucraina, il Portogallo affrontò la Germania (che vinse per 1-0), la Danimarca (sconfitta in rimonta per 3-2) e l'Olanda (sconfitta in rimonta per 2-1) e si qualificò ai quarti di finale come seconda nel girone[60][61]. Dopo aver sconfitto la Repubblica Ceca (1-0) ai quarti[62], in semifinale si trovò nuovamente di fronte alla Spagna, che ancora una volta ebbe la meglio sui portoghesi, stavolta dopo i tiri di rigore (0-0 dopo i tempi supplementari), e li eliminò dal torneo[63].

Classificatosi secondo ad un punto dalla Russia nel girone con Israele, Azerbaigian, Irlanda del Nord e Lussemburgo (6 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta), il Portogallo si qualificò per il campionato del mondo 2014 battendo la Svezia ai play-off (vittorie per 1-0 in casa e 3-2 in trasferta)[64]. In Brasile la compagine lusitana rimediò una cocente eliminazione al primo turno. Come all'Europeo di due anni prima, la formazione esordì capitolando di fronte ai tedeschi: il 4-0 rappresenta il peggior passivo mai registrato dalla squadra nella storia del torneo[65]. La disfatta compromise il percorso, poiché il 2-2 con gli Stati Uniti e la vittoria sul Ghana (2-1, con le speranze di superamento del turno ridotte ormai al lumicino) non furono sufficienti per qualificarsi agli ottavi[66][67]. I portoghesi, per passare, avevano infatti bisogno che l'altra partita del girone non finisse in parità. Malgrado la sconfitta contro la Germania per 1-0, furono però gli Stati Uniti a superare il turno a scapito dei portoghesi, a pari punti ma con una peggiore differenza reti rispetto alla nazionale a stelle e strisce. Nonostante il fallimento, Bento non fu esonerato.

Il CT si dimise, tuttavia, l'11 settembre, quattro giorni dopo la sconfitta interna contro l'Albania nella partita di debutto nelle qualificazioni al campionato d'Europa 2016, dove il Portogallo affrontò Danimarca, Serbia, Albania e Armenia.[68] Il 23 settembre fu sostituito da Fernando Santos[69][70], che condusse i lusitani a vincere il girone proprio davanti agli albanesi, grazie a sette vittorie nelle altrettante partite rimanenti[71].

La fase finale del torneo vide il Portogallo ottenere dapprima tre pareggi, contro Islanda (1-1), Austria (0-0) e Ungheria (3-3), comunque sufficienti a garantire il passaggio del turno[72] come una delle migliori terze, come previsto dal nuovo regolamento dell'Europeo allargato a 24 squadre. Sconfiggendo la Croazia per 1-0 dopo i tempi supplementari agli ottavi di finale[73] e la Polonia ai tiri di rigore (1-1 dopo 120 minuti di gioco) ai quarti[74], il Portogallo approdò in semifinale: mai era successo, dall'edizione 1996, che una formazione entrasse tra le prime quattro del campionato d'Europa senza aver battuto alcuna avversaria nei tempi regolamentari[75]. L'unica vittoria dei lusitani maturata nei 90 minuti fu contro il Galles in semifinale (2-0)[76]. Il 10 luglio 2016 il Portogallo, anche se privo della sua stella Ronaldo, uscito dopo 25 minuti di gioco per infortunio, vinse il suo primo trofeo internazionale, piegando in finale i padroni di casa della Francia con un gol di Éder nei supplementari[77].

La nazionale portoghese che affrontò l'Uruguay al campionato mondiale 2018

Il successo qualificò i portoghesi per la Confederations Cup 2017 in Russia, dove i lusitani fecero il proprio esordio nella competizione[78]. Vinto il girone di prima fase grazie ad un pareggio (2-2 al debutto contro il Messico) e due vittorie (1-0 contro la Russia e 4-0 contro la Nuova Zelanda)[79], la squadra di Santos perse la semifinale contro il Cile (0-0 dopo i tempi supplementari, 3-0 dopo i tiri di rigore, con i portoghesi che fallirono tutti e tre i tiri)[80]. Nella finale di consolazione la nazionale portoghese vinse per 2-1 dopo i tempi supplementari contro il Messico, concludendo così il torneo al terzo posto[81].

Gli allora campioni d'Europa presero parte anche al campionato mondiale del 2018, qualificandosi direttamente grazie al primo posto, ottenuto per una migliore differenza reti rispetto alla Svizzera[82], nel girone che comprendeva anche Ungheria, Fær Øer, Lettonia e Andorra, con un bilancio di 9 vittorie e una sconfitta in 10 partite. Nella fase finale del Mondiale, in Russia, i portoghesi debuttarono nel derby iberico, in cui una tripletta di Ronaldo consentì di cogliere un pari (3-3) contro la Spagna[83]. Un altro gol dell'attaccante (del quale, in quella stessa estate, ebbe luogo lo storico trasferimento dalla società spagnola del Real Madrid a quella italiana della Juventus) eliminò il Marocco (1-0)[84], mentre il pareggio contro l'Iran (1-1) assicurò gli ottavi di finale[85]. I lusitani furono poi eliminati agli ottavi di finale dall'Uruguay, perdendo per 2-1[86].

Nell'autunno 2018 la compagine lusitana disputò l'edizione inaugurale della UEFA Nations League[87], in cui chiuse al primo posto il girone con Italia e Polonia.[88][89] L'accesso alle finali fu assicurato da un pareggio al Meazza contro gli azzurri, che nutrivano residue speranze di qualificazione.[90] La semifinale dello stadio do Dragão oppose i portoghesi alla Svizzera, battuta per 3-1 con una tripletta di Cristiano Ronaldo.[91] Nella finale, disputata il 9 giugno 2019 allo stadio do Dragão, il Portogallo sconfisse i Paesi Bassi per 1-0 (rete di Gonçalo Guedes), vincendo così l'edizione inaugurale della UEFA Nations League.

Anni 2020[modifica | modifica wikitesto]

In seguito il Portogallo fu impegnato nelle qualificazioni al campionato d'Europa 2020, cui ebbe accesso classificandosi secondo nel girone, vinto dall'Ucraina, che chiuse da imbattuta e inflisse ai portoghesi la loro unica sconfitta nel raggruppamento. Per la fase finale del torneo, tenutasi nel 2021, il Portogallo fu sorteggiato in un complicato girone con Germania, Ungheria e Francia e terminò terzo in classifica, a pari punti con i tedeschi, avvantaggiati dallo scontro diretto. Risultando tra le quattro migliori terze, la squadra lusitana si qualificò agli ottavi di finale, dove fu eliminata dal Belgio (1-0).

La seconda edizione della UEFA Nations League vide i lusitani, campioni in carica nel torneo, eliminati dopo la prima fase, a causa della decisiva sconfitta patita alla penultima giornata del girone in casa contro la Francia, che ottenne la prima posizione a scapito proprio del Portogallo.[92]

Nelle qualificazioni al campionato del mondo 2022 il Portogallo si piazzò secondo nel girone vinto dalla Serbia, perdendo il primato a causa dell'unica sconfitta subita, quella casalinga con i serbi all'ultima giornata. Approdò così agli spareggi, dove eliminò la Turchia in semifinale e la Macedonia del Nord in finale, accedendo a Qatar 2022. La fase a gironi della UEFA Nations League 2022-2023 riservò, invece, un epilogo amaro: i lusitani, perdendo l'ultimo decisivo incontro in casa contro la Spagna (0-1) pur avendo due risultati su tre a disposizione, chiusero al secondo posto il proprio girone e mancarono l'accesso alla final four del torneo. Nella fase finale del mondiale qatariota, tra novembre e dicembre 2022, la squadra superò la fase a gironi come prima classificata nel proprio raggruppamento, battendo Ghana (3-2) e Uruguay (2-0) e perdendo, a qualificazione già ottenuta, contro la Corea del Sud (1-2); superata agevolmente la Svizzera agli ottavi di finale (6-1), i lusitani capitolarono contro la sorpresa Marocco ai quarti di finale (0-1), patendo l'eliminazione, a seguito della quale il CT Santos venne sollevato dall'incarico e sostituito dallo spagnolo Roberto Martínez.[93]

L'11 settembre 2023 il Portogallo vince per 9-0 contro il Lussemburgo, stabilendo la sua vittoria più larga di sempre.

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

La divisa di gioco riprende i colori della bandiera locale, ovvero il rosso e il verde cui occasionalmente viene aggiunto il giallo. Lo sponsor ufficiale è la Nike, succeduta nel 1997 all'Olympic: quest'ultima azienda, nel 1994, era a sua volta subentrata all'Adidas.[94]

Sopra lo stemma della Federazione campeggiano cinque cerchi, in riferimento agli altrettanti regni conquistati dal re Alfonso I (1109-1185).[95] In ragione di tale fatto, la Nazionale è soprannominata "Seleção das Quinas" ("la squadra dei cinque").[95]

Divise storiche[modifica | modifica wikitesto]

Mondiali 1966
Casa Trasferta
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Manica sinistra
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Maglietta
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Pantaloncini
Calzettoni
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Pantaloncini
Calzettoni
Nessun fornitore
Europei 1984
Casa Trasferta
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Maglietta
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Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
adidas
Mondiali 1986
Casa Trasferta
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
adidas
Europei 1996
Casa Trasferta
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Olympic


1998
Casa Trasferta
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Pantaloncini
Pantaloncini
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Pantaloncini
Pantaloncini
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Nike
Europei 2000
Casa Trasferta
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Pantaloncini
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Mondiali 2002
Casa Trasferta
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Pantaloncini
Pantaloncini
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Europei 2004
Casa Trasferta
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Mondiali 2006
Casa Trasferta
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Europei 2008
Casa Trasferta
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Mondiali 2010
Casa Trasferta
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Pantaloncini
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Europei 2012
Casa Trasferta
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2013
Casa Trasferta
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Pantaloncini
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Mondiali 2014
Casa Trasferta
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2015
Casa Trasferta
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Pantaloncini
Pantaloncini
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Europei 2016
Casa Trasferta
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Pantaloncini
Pantaloncini
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Pantaloncini
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Mondiali 2018
Casa Trasferta
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Pantaloncini
Pantaloncini
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Pantaloncini
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Europei 2020
Casa Trasferta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
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Pantaloncini
Pantaloncini
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Nike

Allenatori[modifica | modifica wikitesto]

Fernando Santos, primo allenatore a vincere un trofeo internazionale con la nazionale portoghese.

Confronti con le altre nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i confronti[modifica | modifica wikitesto]

Legenda
Bilancio positivo (maggior numero di vittorie)
Bilancio neutro (numero di vittorie = numero di sconfitte)
Bilancio negativo (maggior numero di sconfitte)

Dati aggiornati al 16 ottobre 2023.

Nazionale G V N P RF RS DR
Bandiera dell'Albania Albania 7 5 1 1 13 5 +8
Bandiera dell'Algeria Algeria 1 1 0 0 3 0 +3
Bandiera di Andorra Andorra 6 6 0 0 29 1 +28
Bandiera dell'Angola Angola 3 3 0 0 12 1 +11
Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita 2 2 0 0 6 0 +6
Bandiera dell'Argentina Argentina 8 2 1 5 7 13 −6
Bandiera dell'Armenia Armenia 6 4 2 0 9 4 +5
Bandiera dell'Austria Austria 11 2 6 3 11 19 −8
Bandiera dell'Azerbaigian Azerbaigian 8 7 1 0 22 1 +21
Bandiera del Belgio Belgio 19 6 7 6 21 22 −1
Bandiera della Bolivia Bolivia 1 1 0 0 4 0 +4
Bandiera della Bosnia ed Erzegovina Bosnia ed Erzegovina 6 5 1 0 16 2 +14
Bandiera del Brasile Brasile 20 4 3 13 16 38 −22
Bandiera della Bulgaria Bulgaria 13 4 3 6 16 18 −2
Bandiera del Camerun Camerun 2 2 0 0 8 2 +6
Bandiera del Canada Canada 2 1 1 0 5 2 +3
Bandiera di Capo Verde Capo Verde 3 1 1 1 4 3 +1
Bandiera del Cile Cile 4 2 2 0 9 4 +5
Bandiera della Cina Cina 2 2 0 0 4 0 +4
Bandiera di Cipro Cipro 11 10 1 0 35 6 +29
Bandiera della Corea del Nord Corea del Nord 2 2 0 0 12 3 +9
Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud 2 0 0 2 1 3 −2
Bandiera della Costa d'Avorio Costa d'Avorio 1 0 1 0 0 0 0
Bandiera della Croazia Croazia 7 6 1 0 15 4 +11
Bandiera della Danimarca Danimarca 16 11 2 3 32 18 +14
Bandiera dell'Ecuador Ecuador 2 1 0 1 5 3 +2
Bandiera dell'Egitto Egitto 4 3 0 1 9 3 +6
Bandiera dell'Estonia Estonia 8 7 1 0 25 1 +24
Bandiera delle Fær Øer Fær Øer 3 3 0 0 16 1 +15
Bandiera della Finlandia Finlandia 10 5 4 1 14 6 +8
Bandiera della Francia Francia 28 6 3 19 31 52 −21
Bandiera del Gabon Gabon 1 0 1 0 2 2 0
Bandiera del Galles Galles 4 3 0 1 9 4 +5
Bandiera della Georgia Georgia 1 1 0 0 2 0 +2
Bandiera della Germania Germania 19 3 5 11 18 33 −15
Bandiera del Ghana Ghana 2 2 0 0 5 3 +2
Bandiera di Gibilterra Gibilterra 1 1 0 0 5 0 +5
Bandiera della Grecia Grecia 14 4 5 5 16 18 −2
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 23 3 10 10 25 46 −21
Bandiera dell'Iran Iran 3 2 1 0 6 1 +5
Bandiera dell'Irlanda Irlanda 15 8 3 4 22 11 +11
Bandiera dell'Irlanda del Nord Irlanda del Nord 13 4 7 2 14 13 +1
Bandiera dell'Islanda Islanda 4 3 1 0 10 5 +5
Bandiera d'Israele Israele 7 4 2 1 16 9 +7
Bandiera dell'Italia Italia 28 6 4 18 23 51 −28
Bandiera del Kazakistan Kazakistan 3 3 0 0 6 1 +5
Bandiera del Kuwait Kuwait 2 1 1 0 9 1 +8
Bandiera della Lettonia Lettonia 6 6 0 0 18 4 +14
Bandiera del Liechtenstein Liechtenstein 8 7 1 0 39 3 +36
Bandiera della Lituania Lituania 4 4 0 0 20 3 +17
Bandiera del Lussemburgo Lussemburgo 21 19 1 1 74 8 +66
Bandiera della Macedonia del Nord Macedonia del Nord 3 2 1 0 3 0 +3
Bandiera di Malta Malta 10 9 1 0 28 5 +23
Bandiera del Marocco Marocco 3 1 0 2 2 4 -2
Bandiera del Messico Messico 5 3 2 0 7 4 +3
Bandiera della Moldavia Moldavia 1 1 0 0 3 0 +3
Bandiera del Mozambico Mozambico 2 2 0 0 5 1 +4
Bandiera della Nigeria Nigeria 1 1 0 0 4 0 +4
Bandiera della Norvegia Norvegia 11 8 2 1 18 5 +16
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda 1 1 0 0 4 0 +4
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi 14 8 4 2 16 10 +6
Bandiera di Panama Panama 1 1 0 0 2 0 +2
Bandiera del Paraguay Paraguay 1 0 1 0 0 0 0
Bandiera della Polonia Polonia 13 5 5 3 18 13 +5
Bandiera del Qatar Qatar 2 2 0 0 6 1 +5
Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca 5 4 0 1 10 2 +8
Bandiera della Romania Romania 11 5 2 4 11 9 +2
Bandiera della Russia Russia 7 4 1 2 11 3 +8
Bandiera della Scozia Scozia 15 8 3 4 21 14 +7
Bandiera della Serbia Serbia 8 3 4 1 14 11 +3
Bandiera della Slovacchia Slovacchia 6 5 1 0 11 3 +8
Bandiera della Spagna Spagna 40 6 17 17 45 77 −32
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 7 2 3 2 8 8 0
Bandiera del Sudafrica Sudafrica 2 2 0 0 5 1 +4
Bandiera della Svezia Svezia 20 7 6 7 25 29 −4
Bandiera della Svizzera Svizzera 26 10 5 11 40 35 +5
Bandiera della Tunisia Tunisia 2 0 2 0 3 3 0
Bandiera della Turchia Turchia 9 7 0 2 19 9 +10
Bandiera dell'Ucraina Ucraina 4 1 1 2 3 4 -1
Bandiera dell'Ungheria Ungheria 14 10 4 0 33 10 +23
Bandiera dell'Uruguay Uruguay 4 2 1 1 7 3 +4
Nazionali scomparse
Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia 9 3 3 3 7 10 −3
Bandiera della Germania Est Germania Est 3 2 0 1 6 5 +1
Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia 5 3 0 2 10 12 −2
Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica 4 3 0 1 4 6 −2

Confronti più frequenti[modifica | modifica wikitesto]

Questi sono i saldi del Portogallo nei confronti delle nazionali con cui sono stati disputati almeno 10 incontri.

  • Nota bene: come previsto dai regolamenti FIFA, le partite terminate ai rigori dopo i tempi supplementari sono considerate pareggi.

Saldo positivo[modifica | modifica wikitesto]

Nazionale Giocate Vinte Nulle Perse Reti Fatte Reti Subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
Bandiera del Lussemburgo Lussemburgo 21 19 1 1 74 8 +66 11 settembre 2023 26 ottobre 1991 8 ottobre 1961
Bandiera della Danimarca Danimarca 16 11 2 3 32 18 +14 8 ottobre 2015 5 settembre 2009 11 ottobre 2011
Bandiera della Scozia Scozia 15 8 3 4 21 14 +7 14 ottobre 2018 14 ottobre 1992 26 marzo 1980
Bandiera dell'Irlanda Irlanda 15 8 3 4 22 11 +11 1 settembre 2021 11 novembre 2021 9 febbraio 2005
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi 14 8 4 2 16 10 +6 9 giugno 2019 14 agosto 2013 26 marzo 2018
Bandiera dell'Ungheria Ungheria 14 10 4 0 33 10 +23 15 giugno 2021 22 giugno 2016
Bandiera della Polonia Polonia 13 5 5 3 18 13 +5 11 ottobre 2018 20 novembre 2018 11 ottobre 2006
Bandiera dell'Irlanda del Nord Irlanda del Nord 13 4 7 2 14 13 +1 6 settembre 2013 16 ottobre 2012 29 aprile 1981
Bandiera di Cipro Cipro 11 10 1 0 35 6 +29 3 giugno 2017 3 settembre 2010
Bandiera della Norvegia Norvegia 11 8 2 1 18 5 +13 29 maggio 2016 20 aprile 1994 7 settembre 2010
Bandiera della Romania Romania 11 5 2 4 11 9 +2 17 giugno 2000 8 settembre 1999 10 ottobre 1991
Bandiera di Malta Malta 10 9 1 0 28 5 +23 14 ottobre 2009 29 marzo 1987
Bandiera della Finlandia Finlandia 10 5 4 1 14 6 +8 29 marzo 2011 21 novembre 2007 27 marzo 2002

Saldo neutro[modifica | modifica wikitesto]

Nazionale Giocate Vinte Nulle Perse Reti Fatte Reti Subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
Bandiera della Svezia Svezia 20 7 6 7 25 29 –4 14 ottobre 2020 28 marzo 2009 27 marzo 2017
Bandiera del Belgio Belgio 19 6 7 6 21 22 –1 29 marzo 2016 2 giugno 2018 27 giugno 2021

Saldo negativo[modifica | modifica wikitesto]

Nazionale Giocate Vinte Nulle Perse Reti Fatte Reti Subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
Bandiera della Spagna Spagna 40 6 17 17 45 77 –31 17 novembre 2010 2 giugno 2022 27 settembre 2022
Bandiera dell'Italia Italia 28 6 4 18 23 51 –28 10 settembre 2018 17 novembre 2018 6 febbraio 2008
Bandiera della Francia Francia 28 6 3 19 31 52 –21 10 luglio 2016 23 giugno 2021 14 novembre 2020
Bandiera della Svizzera Svizzera 26 10 5 11 40 35 +5 6 dicembre 2022 31 marzo 1993 12 giugno 2022
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 23 3 10 10 25 46 –21 12 giugno 2000 1º luglio 2006 2 giugno 2016
Bandiera del Brasile Brasile 20 4 3 13 16 38 –22 6 febbraio 2007 25 giugno 2010 19 novembre 2008
Bandiera della Germania Germania 19 3 5 11 18 33 –15 20 giugno 2000 6 settembre 1997 19 giugno 2021
Bandiera della Grecia Grecia 14 4 5 5 16 18 –2 27 marzo 1996 31 maggio 2014 26 marzo 2008
Bandiera della Bulgaria Bulgaria 13 4 3 6 16 18 –2 11 novembre 1992 15 aprile 1981 25 marzo 2016
Bandiera dell'Austria Austria 11 2 6 3 11 19 –8 13 novembre 1994 18 giugno 2016 21 novembre 1979

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Francia 2016
2018-2019

Partecipazioni ai tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Campionato del mondo
Edizione Risultato
1930 Non partecipante
1934 Non qualificata
1938 Non qualificata
1950 Non qualificata[96]
1954 Non qualificata
1958 Non qualificata
1962 Non qualificata
1966 Terzo posto Bronzo
1970 Non qualificata
1974 Non qualificata
1978 Non qualificata
1982 Non qualificata
1986 Primo turno
1990 Non qualificata
1994 Non qualificata
1998 Non qualificata
2002 Primo turno
2006 Quarto posto
2010 Ottavi di finale
2014 Primo turno
2018 Ottavi di finale
2022 Quarti di finale
Campionato europeo
Edizione Risultato
1960 Non qualificata
1964 Non qualificata
1968 Non qualificata
1972 Non qualificata
1976 Non qualificata
1980 Non qualificata
1984 Semifinali
1988 Non qualificata
1992 Non qualificata
1996 Quarti di finale
2000 Semifinali
2004 Secondo posto Argento
2008 Quarti di finale
2012 Semifinali
2016 Campione
2020 Ottavi di finale
Giochi olimpici[97]
Edizione Risultato
1924 Non partecipante
1928 Quarti di finale
1936 Non partecipante
1948 Non partecipante
Confederations Cup
Edizione Risultato
1992 Non invitata
1995 Non invitata
1997 Non qualificata
1999 Non qualificata
2001 Non qualificata
2003 Non qualificata
2005 Non qualificata
2009 Non qualificata
2013 Non qualificata
2017 Terzo posto Bronzo


Legenda: Grassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni


Statistiche dettagliate sui tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Campionato del mondo[modifica | modifica wikitesto]

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1930 Bandiera dell'Uruguay Uruguay Non partecipante - - - -
1934 Bandiera dell'Italia Italia Non qualificata - - - -
1938 Bandiera della Francia Francia Non qualificata - - - -
1950 Bandiera del Brasile Brasile Non qualificata - - - -
1954 Bandiera della Svizzera Svizzera Non qualificata - - - -
1958 Bandiera della Svezia Svezia Non qualificata - - - -
1962 Bandiera del Cile Cile Non qualificata - - - -
1966 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Terzo posto Bronzo 5 0 1 17:8
1970 Bandiera del Messico Messico Non qualificata - - - -
1974 bandiera Germania Ovest Non qualificata - - - -
1978 Bandiera dell'Argentina Argentina Non qualificata - - - -
1982 Bandiera della Spagna Spagna Non qualificata - - - -
1986 Bandiera del Messico Messico Primo turno 1 0 2 2:4
1990 Bandiera dell'Italia Italia Non qualificata - - - -
1994 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Non qualificata - - - -
1998 Bandiera della Francia Francia Non qualificata - - - -
2002 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud / Bandiera del Giappone Giappone Primo turno 1 0 2 6:4
2006 Bandiera della Germania Germania Quarto posto 4 1 2 7:5
2010 Bandiera del Sudafrica Sudafrica Ottavi di finale 1 2 1 7:1
2014 Bandiera del Brasile Brasile Primo turno 1 1 1 4:7
2018 Bandiera della Russia Russia Ottavi di finale 1 2 1 6:6
2022 Bandiera del Qatar Qatar Quarti di finale 3 0 2 12:6

Campionato europeo[modifica | modifica wikitesto]

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1960 Bandiera della Francia Francia Non qualificata - - - -
1964 Bandiera della Spagna Spagna Non qualificata - - - -
1968 Bandiera dell'Italia Italia Non qualificata - - - -
1972 Bandiera del Belgio Belgio Non qualificata - - - -
1976 Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia Non qualificata - - - -
1980 Bandiera dell'Italia Italia Non qualificata - - - -
1984 Bandiera della Francia Francia Semifinali 1 2 1 4:4
1988 bandiera Germania Ovest Non qualificata - - - -
1992 Bandiera della Svezia Svezia Non qualificata - - - -
1996 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Quarti di finale 2 1 1 5:2
2000 Bandiera del Belgio Belgio / Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Semifinali 4 0 1 10:3
2004 Bandiera del Portogallo Portogallo Secondo posto Argento 3 1 2 8:6
2008 Bandiera dell'Austria Austria / Bandiera della Svizzera Svizzera Quarti di finale 2 0 2 7:6
2012 Bandiera della Polonia Polonia / Bandiera dell'Ucraina Ucraina Semifinali 3 1 1 6:4
2016 Bandiera della Francia Francia Campione 3 4 0 9:5
2020[98] Bandiera dell'Europa Europa Ottavi di finale 1 1 2 7:7
2024 Bandiera della Germania Germania Qualificata

Confederations Cup[modifica | modifica wikitesto]

Anno Luogo Piazzamento V N P Reti
1992 Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita Non invitata - - - -
1995 Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita Non invitata - - - -
1997 Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita Non qualificata - - - -
1999 Bandiera del Messico Messico Non qualificata - - - -
2001 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud / Bandiera del Giappone Giappone Non qualificata - - - -
2003 Bandiera della Francia Francia Non qualificata - - - -
2005 Bandiera della Germania Germania Non qualificata - - - -
2009 Bandiera del Sudafrica Sudafrica Non qualificata - - - -
2013 Bandiera del Brasile Brasile Non qualificata - - - -
2017 Bandiera della Russia Russia Terzo posto Bronzo 3 2 0 9:3

Nations League[modifica | modifica wikitesto]

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
2018-2019 Bandiera del Portogallo Portogallo Campione Oro 4 2 0 9:4
2020-2021 Bandiera dell'Italia Italia 5° in Lega A 4 1 1 12:4
2022-2023 Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi 6° in Lega A 3 1 2 11:3

Giochi olimpici[modifica | modifica wikitesto]

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1924 Parigi Non partecipante - - - -
1928 Amsterdam Quarti di finale 2 0 1 7:5
1936 Berlino Non partecipante - - - -
1948 Londra Non partecipante - - - -

Nota: per le informazioni sui risultati ai Giochi olimpici nelle edizioni successive al 1948 visionare la pagina della Nazionale olimpica.

Tutte le rose[modifica | modifica wikitesto]

Mondiali[modifica | modifica wikitesto]

Coppa del Mondo FIFA 1966
Américo, 2 Carvalho, 3 Pereira, 4 Vicente, 5 Germano, 6 Peres, 7 Figueiredo, 8 Lourenço, 9 Hilário, 10 Coluna, 11 Simões, 12 J. Augusto, 13 Eusébio, 14 Cruz, 15 Duarte, 16 Graça, 17 Morais, 18 Torres, 19 Pinto, 20 Baptista, 21 J. Carlos, 22 Festa, CT: Glória
Coppa del Mondo FIFA 1986
Bento, 2 J.D. Pinto, 3 Sousa, 4 Ribeiro, 5 Álvaro, 6 C. Manuel, 7 Pacheco, 8 Frederico, 9 F. Gomes, 10 Futre, 11 Bandeirinha, 12 J. Martins, 13 Morato, 14 Magalhães, 15 A. Oliveira, 16 J. Antonio, 17 Diamantino, 18 Sobrinho, 19 Águas, 20 Inácio, 21 André, 22 Damas, CT: Torres
Coppa del Mondo FIFA 2002
Baía, 2 J. Costa, 3 Xavier, 4 Caneira, 5 Couto, 6 Sousa, 7 Figo, 8 Pinto, 9 Pauleta, 10 Rui Costa, 11 Conceição, 12 Viana, 13 Andrade, 14 Barbosa, 15 Nélson, 16 Ricardo, 17 Bento, 18 Frechaut, 19 Capucho, 20 Petit, 21 Nuno Gomes, 22 Beto, 23 Rui Jorge, CT: Oliveira
Coppa del Mondo FIFA 2006
Ricardo, 2 Ferreira, 3 Caneira, 4 Costa, 5 Meira, 6 Costinha, 7 Figo, 8 Petit, 9 Pauleta, 10 Viana, 11 Simão, 12 Quim, 13 Miguel, 14 Valente, 15 Boa Morte, 16 Carvalho, 17 Ronaldo, 18 Maniche, 19 Tiago, 20 Deco, 21 Nuno Gomes, 22 Paulo Santos, 23 Postiga, CT: Scolari
Coppa del Mondo FIFA 2010
Eduardo, 2 Alves, 3 Ferreira, 4 Rolando, 5 Duda, 6 Carvalho, 7 Ronaldo, 8 Mendes, 9 Liédson, 10 Danny, 11 Simão, 12 Beto, 13 Miguel, 14 Veloso, 15 Pepe, 16 Meireles, 17 Amorim, 18 Almeida, 19 Tiago, 20 Deco, 21 Costa, 22 Fernandes, 23 Coentrão, CT: Queiroz
Coppa del Mondo FIFA 2014
Eduardo, 2 Alves, 3 Pepe, 4 Veloso, 5 Coentrão, 6 William, 7 Ronaldo, 8 Moutinho, 9 H. Almeida, 10 Vieirinha, 11 Éder, 12 Rui Patrício, 13 Costa, 14 Neto, 15 Rafa, 16 Meireles, 17 Nani, 18 Varela, 19 A. Almeida, 20 Amorim, 21 Pereira, 22 Beto, 23 Postiga, CT: Bento
Coppa del Mondo FIFA 2018
R. Patrício, 2 Alves, 3 Pepe, 4 M. Fernandes, 5 Guerreiro, 6 Fonte, 7 Ronaldo, 8 Moutinho, 9 André Silva, 10 João Mário, 11 B. Silva, 12 Lopes, 13 Dias, 14 William, 15 Ricardo, 16 B. Fernandes, 17 Guedes, 18 Gelson M., 19 Mário Rui, 20 Quaresma, 21 Cédric, 22 Beto, 23 Adrien S., CT: Santos
Coppa del Mondo FIFA 2022
Rui Patrício, 2 Dalot, 3 Pepe, 4 Dias, 5 Guerreiro, 6 Palhinha, 7 Ronaldo, 8 Fernandes, 9 André Silva, 10 Bernardo Silva, 11 João Félix, 12 , 13 Danilo, 14 William, 15 Leão, 16 Vitinha, 17 João Mário, 18 Neves, 19 Nuno Mendes, 20 Cancelo, 21 Horta, 22 Costa, 23 Nunes, 24 António Silva, 25 Otávio, 26 Ramos, CT: Santos

Europei[modifica | modifica wikitesto]

Campionato d'Europa UEFA 1984
Bento, 2 Nené, 3 Jordão, 4 Chalana, 5 Vermelhinho, 6 F. Gomes, 7 C. Manuel, 8 Veloso, 9 J.D. Pinto, 10 Lima Pereira, 11 Eurico, 12 J. Martins, 13 A. Sousa, 14 Frasco, 15 Pacheco, 16 Bastos Lopes, 17 Álvaro, 18 E. Luís, 19 Diamantino, 20 Damas, CT: Cabrita
Campionato d’Europa UEFA 1996
Baía, 2 Secretário, 3 Paulinho Santos, 4 Oceano, 5 F. Couto, 6 J. Tavares, 7 Paneira, 8 João Pinto, 9 Sá Pinto, 10 Rui Costa, 11 Cadete, 12 Castro, 13 Dimas, 14 P. Barbosa, 15 Domingos, 16 Hélder, 17 Porfírio, 18 Folha, 19 Paulo Sousa, 20 Figo, 21 Paulo Madeira, 22 Rui Correia, CT: Oliveira
Campionato d'Europa UEFA 2000
Baía, 2 J. Costa, 3 Rui Jorge, 4 Vidigal, 5 F. Couto, 6 Paulo Sousa, 7 Figo, 8 João Pinto, 9 Sá Pinto, 10 Rui Costa, 11 S. Conceição, 12 P. Espinha, 13 Dimas, 14 Abel Xavier, 15 Costinha, 16 Beto, 17 P. Bento, 18 Pauleta, 19 Capucho, 20 Secretário, 21 Nuno Gomes, 22 Quim, CT: Humberto Coelho
Campionato d'Europa UEFA 2004
Ricardo, 2 Ferreira, 3 Rui Jorge, 4 Andrade, 5 Couto, 6 Costinha, 7 Figo, 8 Petit, 9 Pauleta, 10 Rui Costa, 11 Simão, 12 Quim, 13 Miguel, 14 Nuno Valente, 15 Beto, 16 Carvalho, 17 Ronaldo, 18 Maniche, 19 Tiago, 20 Deco, 21 Nuno Gomes, 22 Moreira, 23 Postiga, CT: Scolari
Campionato d'Europa UEFA 2008
Ricardo, 2 Ferreira, 3 Alves, 4 Bosingwa, 5 Meira, 6 Meireles, 7 Ronaldo, 8 Petit, 9 Almeida, 10 Moutinho, 11 Simão, 12 Nuno, 13 Miguel, 14 Ribeiro, 15 Pepe, 16 Carvalho, 17 Quaresma, 18 Veloso, 19 Nani, 20 Deco, 21 Nuno Gomes, 22 Rui Patrício, 23 Postiga, CT: Scolari
Campionato d'Europa UEFA 2012
Eduardo, 2 Alves, 3 Pepe, 4 Veloso, 5 Coentrão, 6 Custódio, 7 Ronaldo, 8 Moutinho, 9 Almeida, 10 Quaresma, 11 Nélson Oliveira, 12 Rui Patrício, 13 Costa, 14 Rolando, 15 Micael, 16 Meireles, 17 Nani, 18 Varela, 19 Lopes, 20 Viana, 21 Pereira, 22 Beto, 23 Postiga, CT: Bento
Campionato d'Europa UEFA 2016
Rui Patrício, 2 Alves, 3 Pepe, 4 Fonte, 5 Guerreiro, 6 Carvalho, 7 Ronaldo, 8 Moutinho, 9 Éder, 10 João Mário, 11 Vieirinha, 12 Lopes, 13 Danilo, 14 William, 15 Gomes, 16 Sanches, 17 Nani, 18 R. Silva, 19 Eliseu, 20 Quaresma, 21 Cédric, 22 Eduardo, 23 A. Silva, CT: Santos
Campionato d'Europa UEFA 2020
Rui Patrício, 2 Semedo, 3 Pepe, 4 Dias, 5 Guerreiro, 6 Fonte, 7 Ronaldo, 8 Moutinho, 9 André Silva, 10 B. Silva, 11 B. Fernandes, 12 Lopes, 13 Pereira, 14 William, 15 Rafa Silva, 16 Sanches, 17 Guedes, 18 Neves, 19 Pedro G., 20 Dalot, 21 Diogo J., 22 Rui Silva, 23 João Félix, 24 Sérgio, 25 Mendes, 26 Palhinha, CT: Santos

Nations League[modifica | modifica wikitesto]

Fase finale UEFA Nations League 2018-2019
R. Patrício, 2 Cancelo, 3 Pepe, 4 Dias, 5 Guerreiro, 6 Fonte, 7 Ronaldo, 8 Moutinho, 9 Dyego, 10 B. Silva, 11 Jota, 12 , 13 Danilo, 14 William, 15 R. Silva, 16 B. Fernandes, 17 Guedes, 18 Neves, 19 Mário Rui, 20 Semedo, 21 Pizzi, 22 Beto, 23 João Félix, CT: Santos

Confederations Cup[modifica | modifica wikitesto]

FIFA Confederations Cup 2017
Rui Patrício, 2 Alves, 3 Pepe, 4 Neto, 5 Guerreiro, 6 Fonte, 7 Ronaldo, 8 Moutinho, 9 André Silva, 10 B. Silva, 11 Semedo, 12 , 13 Danilo, 14 William, 15 Gomes, 16 Pizzi, 17 Nani, 18 Martins, 19 Eliseu, 20 Quaresma, 21 Cédric, 22 Beto, 23 Adrien S., CT: Santos

Giochi olimpici[modifica | modifica wikitesto]

Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1928
Cipriano, P Roquete, D Alves, D Carvalho, D José, D Vieira, C Matos, C L. Santos, C A. Silva, C Tamanqueiro, A A. Martins, A J. Martins, A Mota, A Ornelas, A Pepe, A Ramos, A J. Santos, A V. Silva, A Tavares, CT: de Oliveira

Nota: per le informazioni sui risultati ai Giochi olimpici nelle edizioni successive al 1948 visionare la pagina della Nazionale olimpica.

Rosa attuale[modifica | modifica wikitesto]

Lista dei giocatori convocati da Roberto Martínez per le partite contro la Slovacchia e la Bosnia ed Erzegovina del 13 e 16 ottobre 2023, valide per le qualificazioni al campionato europeo di calcio 2024.

Presenze e reti aggiornate al 16 ottobre 2023.

N. Pos. Giocatore Data nascita (età) Pres. Reti Squadra
P Rui Patrício 15 febbraio 1988 (36 anni) 107 -87
P Diogo Costa 19 settembre 1999 (24 anni) 18 -11
P José Sá 17 gennaio 1993 (31 anni) 0 0
D Rúben Dias 14 maggio 1997 (26 anni) 52 2
D João Cancelo 27 maggio 1994 (29 anni) 48 9
D Nélson Semedo 16 novembre 1993 (30 anni) 27 0
D Diogo Dalot 18 marzo 1999 (25 anni) 16 2
D António Silva 30 ottobre 2003 (20 anni) 6 0
D Gonçalo Inácio 25 agosto 2001 (22 anni) 5 2
D Tote Gomes 16 gennaio 1999 (25 anni) 0 0
C Danilo Pereira 9 settembre 1991 (32 anni) 70 2
C Bruno Fernandes 8 settembre 1994 (29 anni) 61 18
C Rúben Neves 13 marzo 1997 (27 anni) 44 0
C João Palhinha 9 luglio 1995 (28 anni) 23 2
C Otávio 9 febbraio 1995 (29 anni) 18 3
C Vitinha 13 febbraio 2000 (24 anni) 12 0
C João Neves 27 settembre 2004 (19 anni) 1 0
A Cristiano Ronaldo 5 febbraio 1985 (39 anni) 203 127
A Bernardo Silva 10 agosto 1994 (29 anni) 85 11
A Diogo Jota 4 dicembre 1996 (27 anni) 35 12
A João Félix 20 novembre 1999 (24 anni) 34 7
A Rafael Leão 10 giugno 1999 (24 anni) 23 3
A Gonçalo Ramos 20 giugno 2001 (22 anni) 9 7
A Pedro Neto 9 marzo 2000 (24 anni) 5 1

Primati individuali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Calciatori della Nazionale portoghese.
Cristiano Ronaldo, detentore dei primati di presenze e di reti con la nazionale portoghese

Dati aggiornati al 18 novembre 2023.

Il grassetto indica giocatori ancora in attività in nazionale.

Record presenze[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Giocatore Presenze Reti Periodo
1 Cristiano Ronaldo 205 128 2003-
2 João Moutinho 146 7 2005-2022
3 Pepe 134 8 2007-
4 Luís Figo 127 32 1991-2006
5 Nani 112 24 2006-2017
6 Fernando Couto 110 8 1990-2004
7 Rui Patrício 107 0 2010-
8 Bruno Alves 96 11 2007-2018
9 Rui Costa 94 26 1993-2004
10 Ricardo Carvalho 89 5 2003-2016

Record reti[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Giocatore Reti Presenze Periodo
1 Cristiano Ronaldo 128 205 2003-
2 Pauleta 47 88 1997-2006
3 Eusébio 41 64 1961-1973
4 Luís Figo 32 127 1991-2006
5 Nuno Gomes 29 79 1996-2011
6 Hélder Postiga 27 71 2003-2014
7 Rui Costa 26 94 1993-2004
8 Nani 24 112 2006-2017
9 João Pinto 23 81 1991-2002
10 Nené 22 66 1971-1984

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Men's Ranking, su fifa.com. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  2. ^ Elisabetta Rosaspina, Il derby tra due popoli uniti dalla «zattera» ma separati dalle ambizioni, Corriere della Sera, 27 giugno 2012, pp. 56-57.
  3. ^ Elisabetta Rosaspina, Il derby tra due popoli uniti dalla «zattera» ma separati dalle ambizioni, Corriere della Sera, 27 giugno 2012, pp. 56-57 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  4. ^ Mauricio Cannone, Brasile, capolavoro Neymar Portogallo affondato 3-1, La Gazzetta dello Sport, 11 settembre 2013.
  5. ^ Eusebio, la pantera nera che fece sognare il Portogallo, Gazzetta.it.
  6. ^ Mauricio Cannone, Eusebio, triste Pantera Nera, La Gazzetta dello Sport, 4 maggio 2009.
  7. ^ Gianni Mura, E santo Platini salvò la Francia, la Repubblica, 24 giugno 1984.
  8. ^ (PT) Figo, Rui Costa e Fernando Couto apadrinham livro da selecção, Record, 26 aprile 2004.
  9. ^ Le ultime qualificate, su www2.raisport.rai.it, 17 novembre 1999. URL consultato il 21 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2004).
  10. ^ (EN) England crush in five-goal classic, su news.bbc.co.uk, 13 giugno 2000.
  11. ^ Portogallo-Romania 1-0, su www2.raisport.rai.it, 17 giugno 2000. URL consultato il 21 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  12. ^ Gianni Piva, Germania umiliata, è sempre più crisi, in la Repubblica, 21 giugno 2000, p. 66.
  13. ^ Fabio Bianchi, Nuno Gomes, l'eroe per caso, in La Gazzetta dello Sport, 26 giugno 2000.
  14. ^ a b (EN) Portugal shame?, su news.bbc.co.uk, 3 luglio 2000.
  15. ^ Corrado Sannucci, Il Portogallo fa rigore al 116' Francia in finale col golden gol, 29 giugno 2000.
  16. ^ (EN) Uefa suspends Portuguese trio, BBC Sport, 2 luglio 2000.
  17. ^ Portogallo 2004, su www2.raisport.rai.it, 12 ottobre 1999. URL consultato il 21 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2011).
  18. ^ (EN) Portugal find form after falling behind, su irishtimes.com, 6 settembre 2001.
  19. ^ Giancarlo Mola, Portogallo, esordio da incubo gli Usa umiliano Figo & compagni, su repubblica.it, 5 giugno 2002.
  20. ^ (EN) USA stun Portugal, su news.bbc.co.uk, 5 giugno 2002.
  21. ^ Maurizio Crosetti, Pauleta, fenomeno del gol lontano dal suo Portogallo, in la Repubblica, 11 giugno 2002, p. 54.
  22. ^ Matteo Tonelli, Gruppo D: Portogallo-Corea del Sud 0-1, in la Repubblica, 14 giugno 2002.
  23. ^ Matteo Tonelli, Gruppo D: Portogallo-Corea del Sud 0-1, su repubblica.it, 14 giugno 2002.
  24. ^ Enrico Currò, "Da voi vengo di corsa e costo anche poco", su repubblica.it, 25 ottobre 2002.
  25. ^ Euro '04: Portogallo-Grecia 1-2, su inter.it, 12 giugno 2004. URL consultato il 21 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2018).
  26. ^ Audace colpo della Grecia Gelo sulla festa portoghese, su repubblica.it, 12 giugno 2004.
  27. ^ (EN) Russia 0-2 Portugal, su news.bbc.co.uk, 16 giugno 2004.
  28. ^ (EN) Spain 0-1 Portugal, su news.bbc.co.uk, 20 giugno 2004.
  29. ^ Portogallo in semifinale battuta l'Inghilterra ai rigori, su repubblica.it, 24 giugno 2004.
  30. ^ Il Portogallo porta a casa la finale, su it.eurosport.com, 30 giugno 2004.
  31. ^ Diego Antonelli, Grecia mito d'Europa, su gazzetta.it, 4 luglio 2004.
  32. ^ Giorgio Tosatti, La Grecia nel mito del calcio. Con il catenaccio, Corriere della Sera, 5 luglio 2004, p. 29 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2015).
  33. ^ Portogallo, fantasisti al potere, Il Piccolo, 1º giugno 2006.
  34. ^ (EN) Carlos Alberto Pontes, Portugal crush Russia 7-1, su rediff.com, 14 ottobre 2004.
  35. ^ Mondiali: Portogallo, la scheda, su inter.it, 31 maggio 2006. URL consultato il 21 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2018).
  36. ^ Portogallo, fantasisti al potere, in Il Piccolo, 1º giugno 2006, p. 37.
  37. ^ Portogallo, basta un lampo L'Angola è battuta al debutto, su repubblica.it, 11 giugno 2006.
  38. ^ (EN) Portugal 2-0 Iran, su news.bbc.co.uk, 17 giugno 2006.
  39. ^ Il Portogallo vince per 2-1 ma passa anche il Messico, su repubblica.it, 21 giugno 2006.
  40. ^ Gianluca Oddenino, Portogallo, un gol e venti cartellini, su gazzetta.it, 25 giugno 2006.
  41. ^ (EN) England 0-0 Portugal, su news.bbc.co.uk, 1º luglio 2006.
  42. ^ Rigore Zidane, Francia in finale sfiderà l'Italia per il Mondiale, su repubblica.it, 9 luglio 2006.
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  96. ^ Al posto della Turchia, qualificata ma ritiratasi, la FIFA offrì il posto al Portogallo, secondo classificato nel gruppo 6, che però rifiutò, allora la FIFA decise di non offrire quel posto a nessun altro, lasciando la fase finale della Coppa del Mondo con due squadre in meno. Cfr. RSSSF - RSSSF - Qualificazioni alla Coppa del Mondo 1950 su rsssf.com.
  97. ^ Come da regolamento FIFA vengono considerate le sole edizioni comprese tra il 1908 ed il 1948 in quanto sono le uniche ad essere state disputate dalle Nazionali maggiori. Per maggiori informazioni si invita a visionare questa pagina.
  98. ^ Originariamente previsto per il 2020, fu posticipato al 2021 in seguito alla pandemia di COVID-19 del 2019-2021

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