Giulio Campanati

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Giulio Campanati
Informazioni personali
Arbitro di Calcio
Federazione Bandiera dell'Italia AIA
Sezione Milano
Professione imprenditore
Attività nazionale
Anni Campionato Ruolo
1952-1966 Serie A Arbitro
Attività internazionale
1956-1966 UEFA, FIFA Arbitro
Premi
Anno Premio
1960 Premio Giovanni Mauro

Giulio Campanati (Milano, 15 giugno 1923Milano, 30 ottobre 2011) è stato un arbitro di calcio e imprenditore italiano.

Carriera arbitrale[modifica | modifica wikitesto]

Prese la tessera nel 1940.[1]

Appartenente alla Sezione AIA di Milano, debuttò in Serie A già nel 1952, totalizzando 166 presenze in A fino al 1966 (l'ultima sua partita fu Fiorentina-Juventus 0-1 del 27 marzo 1966), quando decise a sorpresa di abbandonare con vari anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale, per dedicarsi alla carriera dirigenziale.

Direttore di gara di primo piano negli anni cinquanta e sessanta, nel suo palmarès figurano la conquista del "Premio Giovanni Mauro" (massimo riconoscimento arbitrale) nel 1960 e la direzione della finale di Coppa Italia del 1964 (compresa la sfida-ripetizione) Roma - Torino.

All'estero, dopo aver ottenuto il badge FIFA nel 1956, diresse la finale di ritorno di Coppa delle Fiere nel 1962 (Barcellona-Valencia), due semifinali in Coppa delle Coppe (nel 1964 e nel 1966) e venne selezionato come arbitro per il torneo calcistico dell'Olimpiade di Roma nel 1960, dove diresse Danimarca-Tunisia 3-1, giocata a L'Aquila.

Riposa al cimitero Monumentale di Milano[2]; il Comune di Milano inoltre ha iscritto il suo nome tra i cittadini illustri e benemeriti al Famedio dello stesso Monumentale.

Carriera dirigenziale[modifica | modifica wikitesto]

Terminata la carriera arbitrale, si fa apprezzare sin dall'inizio come dirigente a livello nazionale e internazionale. Dietro la scrivania gli impegni si susseguirono numerosi: componente della Commissione Arbitrale della FIFA dal 1968 al 1992, e contemporaneamente anche della Commissione UEFA, fu designatore dei direttori di gara di serie A dal 1968 al 1972 (e poi commissario della stessa CAN nella stagione 1980-1981), e soprattutto Presidente dell'Associazione Italiana Arbitri per diciotto anni, dal 1972 al 1990. Fu ricordato come il "presidentissimo", per essere stato alla guida dell'Associazione Italiana Arbitri più a lungo. Nel 2000 ebbe l'Ordine di merito UEFA e, fino al 2011, anno in cui morì, fu dirigente benemerito della FIGC.

Carriera imprenditoriale[modifica | modifica wikitesto]

Nella sua vita lavorativa, iniziata nel primo dopoguerra, ha fondato e guidato un'impresa artigiana di mosaici che, tra gli anni '60 e '70, ebbe 150 dipendenti. Il lavoro più significativo fu il rifacimento della pavimentazione di mosaici nella Galleria Vittorio Emanuele II negli anni 1966-1967. Altri lavori importanti hanno impegnato Campanati e la sua azienda nelle facciate e nelle pavimentazioni dell'edificio de La Rinascente in Piazza del Duomo (Milano) e nelle facciate in pietra al Centro Svizzero di Piazza Cavour, con i pavimenti in mosaico degli ingressi e delle sale conferenze realizzati su disegni di Aligi Sassu. Dagli Anni Ottanta in poi l'impegno maggiore è stato nel campo edilizio e immobiliare con importanti interventi. Giulio Campanati ha visto riconosciuti i suoi meriti come imprenditore con l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al merito del lavoro dalla Presidenza della Repubblica nel giugno 1958, e successivamente come Commendatore dal giugno 1971, nonché con il conferimento di una "Ape d'oro" per le Benemerenze nell'attività imprenditoriale di mosaicista su decreto del Capo dello Stato nel febbraio 1969.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore Ordine al Merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A.I.A. Milano, p. 83.
  2. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Arbitri a Milano ... ancora in campo 1911  · 2011, Milano, Sezione Umberto Meazza, 2011, pp. 83-90, tutta la sua carriera arbitrale.

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