Finale del campionato mondiale di calcio 1994
Finale Mondiali 1994 | |
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Il Rose Bowl teatro della finale | |
Dettagli evento | |
Competizione | Campionato mondiale di calcio 1994 |
Data | 17 luglio 1994 |
Città | Pasadena |
Impianto di gioco | Rose Bowl |
Spettatori | 94.194 |
Risultato | |
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3-2 d.c.r. | |
Arbitro | ![]() |
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La finale del campionato mondiale di calcio 1994 è stata una partita di calcio disputata il 17 luglio 1994 al Rose Bowl di Pasadena, valida per l'assegnazione del Campionato mondiale di calcio 1994. La vittoria fu ottenuta dal Brasile, che conquistò il quarto titolo mondiale, battendo l'Italia ai rigori per 3-2, dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari e supplementari.
Fu la prima volta che l'assegnazione della Coppa del mondo di calcio fu decisa dopo i tiri dal dischetto. Inoltre si trattò della seconda finale tra Brasile e Italia, ventiquattro anni dopo la vittoria dei verdeoro a Città del Messico al campionato del mondo 1970.
Indice
Antefatti[modifica | modifica wikitesto]
Il cammino verso la finale[modifica | modifica wikitesto]
L'Italia arrivò al campionato del mondo 1994 tra lo scetticismo generale. Le amichevoli precedenti l'avvio del torneo iridato avevano dato risultati altalenanti (compresa l'inaspettata sconfitta di aprile contro un modesto Pontedera militante in Serie C2[1]), sicché la fase di preparazione all'evento fu segnata da alcune polemiche; in particolare, il C.T. Sacchi finì nel mirino della critica che non gli perdonava l'aver promesso un bel gioco poi raro a vedersi.[2][3][4] Una volta alla fase finale della kermesse, l'Italia continuò a non brillare raggiungendo la fase ad eliminazione diretta solo tramite ripescaggio fra le migliori terze, dopo un cammino nel girone E che la vide inanellare una sconfitta, una vittoria e un pareggio rispettivamente contro Irlanda (0-1), Norvegia (1-0) e Messico (1-1). Già in queste prime tre partite arrivarono i primi problemi per gli uomini di Sacchi: l'infortunio del capitano Franco Baresi,[5] l'espulsione del portiere Pagliuca[6] e l'astinenza da gol di Roberto Baggio. In seguito gli azzurri sconfissero, con l'aiuto di un ritrovato Baggio, agli ottavi la Nigeria (1-2 d.t.s.),[7] ai quarti la Spagna (2-1)[8] e in semifinale la Bulgaria (1-2).[9]
Anche il Brasile si presentò ai Mondiali tra più ombre che luci. Le scottanti sconfitte contro l'Italia al campionato del mondo 1982 e contro l'Argentina al campionato del mondo 1990 avevano convinto i verdeoro a rinunciare al loro storico e spregiudicato atteggiamento offensivo per affidarsi alla più concreta filosofia difensivista del C.T. Parreira.[10] Il Brasile che giunse a mondiali era poco fantasioso, ma poteva contare su un solido pacchetto arretrato e su una fase offensiva comunque capace di finalizzare la mole di gioco prodotta dalla squadra.[11] I verdeoro conquistarono agevolmente il primo posto del gruppo B, frutto di due vittorie e un pareggio contro Russia (2-0), Camerun (3-0) e Svezia (1-1). Nella fase a eliminazione diretta, superarono poi agli ottavi i padroni di casa degli Stati Uniti (1-0), ai quarti i Paesi Bassi (2-3) e in semifinale ancora gli svedesi (0-1).
Brasile | Round | Italia | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Avversario | Risultato | Fase a gruppi | Avversario | Risultato | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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2–0 | Prima gara | ![]() |
0–1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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3–0 | Seconda gara | ![]() |
1–0 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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1–1 | Terza gara | ![]() |
1–1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Classifica |
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Avversario | Risultato | Fase a eliminazione diretta | Avversario | Risultato | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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1–0 | Ottavi di finale | ![]() |
2–1 (d.t.s.) | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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3–2 | Quarti di finale | ![]() |
2–1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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1–0 | Semifinale | ![]() |
2–1 |
La vigilia[modifica | modifica wikitesto]
La vigilia azzurra fu lunga e movimentata per via delle condizioni di Roberto Baggio, afflitto da una contrattura ai flessori della coscia destra ma ugualmente deciso a scendere in campo. Anche Dino Baggio e Albertini lamentarono acciacchi muscolari, mentre Franco Baresi venne recuperato a tempo di record dopo l'infortunio al menisco rimediato contro la Norvegia.[12] Sacchi, inoltre, non poteva contare sullo squalificato Costacurta che ben aveva figurato nel corso del torneo.[13] Non ci furono importanti variazioni nel Brasile che poteva, al contrario degli azzurri, schierare i suoi undici titolari.
Descrizione della partita[modifica | modifica wikitesto]

Allo stadio Rose Bowl di Pasadena si ripeté la finale Brasile-Italia, ventiquattro anni dopo la vittoria dei verdeoro a Città del Messico al campionato del mondo 1970. Per esigenze televisive si giocò alle 12:30, sotto un caldo soffocante (36 gradi, 70% di umidità[14]). Contrariamente alle intenzioni annunciate, Sacchi schierò all'ultimo sia Franco Baresi (recuperato a soli 25 giorni da un infortunio al menisco[14]) sia Roberto Baggio, correndo il massimo dei rischi.[15]
La finale si giocò in un sostanziale equilibrio, con le due nazionali tatticamente molto ben disposte sul campo. All'11' sfumò un'occasione di Massaro per portare in vantaggio gli azzurri, con il portiere brasiliano Taffarel autore di una parata determinante. Al 21' si infortunò il terzino di destra brasiliano Jorginho, il più abile nelle accelerazioni, che lasciò il posto al giovane Cafu. Al 25' una punizione di Branco mise in difficoltà Pagliuca, che respinse. Al 34' uscì Mussi per infortunio, sostituito da Sacchi con Apolloni; l'obbligato rimaneggiamento della difesa italiana (Maldini a sinistra, Benarrivo a destra, e Apolloni centrale con Baresi) favorì le rapide movenze sullo stretto di Romário il quale, al 37', mise paura agli azzurri con un tiro dai diciotto metri che tuttavia non impensierì Pagliuca. Il gioco del Brasile si fece più avvolgente negli ultimi dieci minuti: una punizione ancora di Branco (41') trovò Pagliuca pronto, poi un paio di dribling stretti di Romário crearono il panico al limite dell'area italiana, fruttando ammonizioni ad Apolloni e ad Albertini. Gli azzurri chiusero il primo tempo in affanno.[15]
Meno spettacolare si rivelò il secondo tempo. Alla mezz'ora Pagliuca fu protagonista di un singolare episodio: nel tentativo di bloccare una potente ma centrale conclusione da fuori area di Mauro Silva, il pallone gli sfuggì goffamente di mano stampandosi sul palo, cui il portiere azzurro mandò un simbolico bacio per averlo salvato da un errore che avrebbe potuto condizionarne la carriera. Il Brasile provò a ferire la difesa azzurra, ma fu annullato dalla coppia di centrali Apolloni-Baresi; questo ultimo, soprattutto, nonostante il recente infortunio giocò una gara di assoluto spessore, organizzando la retroguardia e facendo ripartire l'azione agendo quasi da regista avanzato. Nei minuti finali un assist di Donadoni liberò Roberto Baggio davanti a Taffarel, ma l'attaccante azzurro calciò alto.[15]
I tempi supplementari riservarono poche emozioni: Sacchi non tolse Roberto Baggio ma inserì Evani per Dino Baggio. Ciò nonostante il risultato di 0-0 non cambiò nemmeno dopo i 120' sicché, per la prima volta nella storia della competizione, l'assegnazione della Coppa del Mondo venne decisa ai tiri di rigore.[15]
Il primo a presentarsi sul dischetto fu Baresi: il tiro finì alto, con il capitano azzurro a scoppiare in lacrime. Pagliuca respinse il tiro di Márcio Santos, mantenendo la parità. Albertini segnò, così come Romário il cui tiro colpì il palo interno prima di entrare in porta, tra il rammarico dell'estremo difensore italiano; Evani non sbagliò calciando centralmente sotto la traversa, imitato da Branco che mirò all'angolino. La conclusione di Massaro non fu invece irresistibile, e Taffarel non ebbe troppi problemi nel respingerne il tiro centrale, leggermente sulla destra; poco dopo Dunga non sbagliò, spiazzando Pagliuca. A questo punto i verdeoro, a un tiro dalla fine, si ritrovarono in vantaggio per 3 a 2: per vincere, sarebbe bastato che il loro ultimo rigorista facesse gol. Ma non fu necessario arrivare a ciò poiché nel frattempo Roberto Baggio, nonostante fosse uno degli specialisti dagli undici metri, tirò alto il quinto e ultimo penalty degli azzurri.[15] Il Brasile vinse così il mondiale, dedicando la vittoria al campione automobilistico di Formula 1 Ayrton Senna, morto a Imola il 1º maggio di quello stesso anno.[16]
Tabellino[modifica | modifica wikitesto]
Pasadena 17 luglio 1994, ore 12:30 UTC-8 | Brasile ![]() | 0 – 0 (d.t.s.) referto | ![]() | Rose Bowl (94.194 spett.)
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Statistiche[modifica | modifica wikitesto]
- Per la prima volta una finale mondiale si concluse a reti inviolate.
- Per la prima volta l'assegnazione della Coppa del Mondo venne decisa ai tiri di rigore.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Giancarlo Padovan, Realtà romanzesca: Pontedera vs Italia 2 a 1, in Corriere dello Sport, 7 aprile 1994, p. 40 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2012).
- ^ Gianni Mura, La fatica è appena cominciata, in la Repubblica, 19 novembre 1993. URL consultato l'8 dicembre 2015.
- ^ La paura contro l'idea, in la Repubblica, 5 giugno 1994. URL consultato l'8 dicembre 2015.
- ^ Fabrizio Bocca, Sacchi spalle al muro, in la Repubblica, 23 giugno 1994. URL consultato l'8 dicembre 2015.
- ^ Giancarlo Padovan e Luca Valdiserri, Baresi-Pagliuca, doppio errore fatale, in Corriere della Sera, 19 giugno 1994, p. 39 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2015).
- ^ Giancarlo Padovan, Italia forza 10 si scatena, in Corriere della Sera, 24 giugno 1994, p. 39 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2013).
- ^ Luca Valdiserri e Gianfranco Teotino, All'ultimo respiro Baggio trovò se stesso, in Corriere della Sera, 6 luglio 1994, p. 2 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2012).
- ^ Gianfranco Teotino, La resurrezione dell'Arrigo, in Corriere della Sera, 10 luglio 1994, 1–3 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2012).
- ^ Giancarlo Padovan e Luca Valdiserri, Baggio ci porta in paradiso, in Corriere della Sera, 14 luglio 1994, p. 3 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2012).
- ^ Mario Gherarducci, Brasile, la leggenda del calcio samba, in Corriere della Sera, 15 luglio 1994, p. 42 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2012).
- ^ (EN) Brazil football team in the 1994 World Cup, su v-brazil.com. URL consultato l'8 dicembre 2015.
- ^ Fabrizio Bocca, Alzati e corri fratello Baggio, in la Repubblica, 16 luglio 1994. URL consultato l'8 dicembre 2015.
- ^ Fulvio Bianchi, L'amaro bis di Costacurta, in la Repubblica, 15 luglio 1994. URL consultato l'8 dicembre 2015.
- ^ a b Bortolotti, p. 189.
- ^ a b c d e Giancarlo Padovan e Luca Valdiserri, ...e Baggio sbaglia il tiro della sua vita, in Corriere della Sera, 18 luglio 1994, p. 3 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2012).
- ^ AA.VV., Enciclopedia dello Sport - Calcio, Roma, Treccani, 2002, p. 343.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Adalberto Bortolotti, I campionati mondiali, in AA.VV., Enciclopedia dello Sport - Calcio, Roma, Treccani, 2002.
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