Rai

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Rai (disambigua).
Rai − Radiotelevisione italiana
Logo
Logo
Sede principale della Rai a Roma
StatoItalia (bandiera) Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione27 agosto 1924 a Torino
Fondata daGoverno italiano
Sede principaleRoma
GruppoDipartimento del Tesoro (azionista di controllo)
ControllateRai Pubblicità, Rai Cinema, Rai Way, Rai Com, RaiPlay
Persone chiave
SettoreMezzi di comunicazione di massa
ProdottiCanali radio, canali televisivi, editoria
Fatturato2,516 miliardi [1] (2021)
Utile netto-30,436 milioni [1] (2021)
Dipendenti12 751[1] (2021)
Slogan«Più voci, più talento.»
Sito webwww.rai.it/

Rai − Radiotelevisione italiana S.p.A., conosciuta come Rai, è la società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiofonico e televisivo in Italia. È il primo polo televisivo in Italia e una delle più grandi aziende di comunicazione d'Europa, nonché il quinto gruppo televisivo del continente. Nata nel 1924 con il nome di Unione radiofonica italiana, divenne Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR) nel 1927, poi Radio Audizioni Italiane (RAI) nel 1944 e infine Rai − Radiotelevisione Italiana nel 1954[2].

1924-1927: Unione Radiofonica Italiana

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Unione radiofonica italiana.

L'8 febbraio 1923 venne pubblicato il regio decreto n. 1067,[3] che affidava allo Stato l'esclusiva sulle radioaudizioni circolari da esercitare tramite società concessionarie tra cui la Unione radiofonica italiana di Torino, la Società Italiana Radio Audizioni Circolari (SIRAC), fondata da Riccardo Gualino, e la Società Anonima Radiofono - Società Italiana per le Radiocomunicazioni Circolari (Radiofono), fondata nel settembre 1923 dalla Marconi Company di proprietà di Guglielmo Marconi. Proprio la Radiofono, il 20 marzo 1924, installò a Centocelle una stazione di prova, ma il 25 marzo non riuscì a trasmettere un discorso pronunciato da Benito Mussolini al Teatro Costanzi di Roma, forse a causa di profonde interferenze elettriche interne.[4][5]

Il 3 giugno 1924 il Ministro delle comunicazioni Costanzo Ciano indirizzò una lettera alle società che avevano fatto richiesta per la concessione invitandole a trovare un accordo. Il compromesso raggiunto portò alla nascita dell'URI, Unione Radiofonica Italiana, costituita dalla fusione della Radiofono con la SIRAC, con capitale sociale di 1.400.000 lire (85% della Radiofono e 15% della SIRAC). Presidente della società venne nominato Enrico Marchesi, proveniente dalla FIAT, dove aveva ricoperto per parecchi anni l'incarico di direttore amministrativo. Il Vice presidente era Luigi Solari, persona molto vicina agli interessi di Guglielmo Marconi che, forte dell'invenzione della radio, stava cercando di creare un modello che ricalcasse quello adottato in altri Paesi.

Le trasmissioni iniziarono il 6 ottobre alle ore 21. Il primo, storico, annuncio venne letto dalla violinista Ines Viviani Donarelli nello studio romano di palazzo Corrodi, dove si trovava la prima stazione trasmittente di San Filippo in Roma, prodotta dalla Marconi.

Il messaggio recitava:

«URI (Unione Radiofonica Italiana). 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d'onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto "Opera 7", I e II tempo.[6]»

Il programma, della durata di un'ora e mezza, previde la trasmissione di musica operistica, da camera e da concerto, con un bollettino meteorologico e notizie di borsa.

Il 27 novembre 1924 il governo assegnò alla società privata URI la concessione, in esclusiva, del servizio delle radioauzioni circolari per la durata di sei anni (prorogabili per altri quattro), assegnazione sancita dal Regio decreto 14 ottobre 1924, n. 2191 Concessione dei servizi radioauditivi circolari alla Società Anonima Unione Radiofonica Italiana (U.R.I.) pubblicato in G.U. n. 11 del 15 gennaio 1925 pp. 164–167. In particolare si sancì che l'URI era l'unica emittente radiofonica italiana autorizzata a diffondere notizie di interesse pubblico e che il Governo era il solo a concedere il placet per la trasmissione di notizie di agenzie di stampa diverse dall'Agenzia Stefani.

Nel gennaio 1925 nacque Radiorario, rivista settimanale dell'URI che promuoveva il nuovo mezzo. Vennero aperte altre due stazioni radiofoniche, prima a Milano e poi a Napoli. Nel 1926 La SIRAC e la URI fondarono la Società Italiana Pubblicità Radiofonica Anonima (SIPRA), per gestire la pubblicità radiofonica.

1927-1944: Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche.
Vittorio Veltroni, Lidia Pasqualini e Niccolò Carosio, attivi nelle trasmissioni televisive (dette in radiovisione) prima sperimentali e poi con regolare palinsesto a partire dal 1939, dell'EIAR

Il 17 novembre 1927, con R.D. n. 2207[7], si stabilì la trasformazione dell'URI nell'Ente italiano per le audizioni radiofoniche (EIAR), sotto forma di società anonima (società per azioni dal 1942),[8] la creazione di un comitato di vigilanza sulle radiodiffusioni e una nuova concessione. Sebbene l'azienda fosse privata (tra i soci vi erano la General Electric, la Società idroelettrica piemontese e la FIAT), il decreto imponeva che, insieme alla concessione esclusiva di 25 anni, quattro membri del consiglio di amministrazione dovevano essere rappresentanti del governo e che lo statuto e le sue modifiche dovevano essere approvate dal ministro delle Poste e Telecomunicazioni.[4]

Il fenomeno delle radioaudizioni prese il via a partire dagli anni trenta, agevolato dalle iniziative del regime che dotò ogni casa del Fascio di un apparato ricevente denominato radio popolare e assunse in seguito il motto "Ogni paese deve avere la sua radio", sostenendo la diffusione di apparecchi economici come la radio Rurale e la radio Balilla. Lungo tutta la penisola vennero aperte stazioni radio sia in onde medie, ad esempio a Trieste,[9] Bari,[10] Palermo,[11] sia in onde corte, utilizzate per le trasmissioni verso i paesi del Mediterraneo, dell'America meridionale e dell'Asia. Iniziarono inoltre le sperimentazioni sulla radiovisione.

Nel 1931 l’EIAR acquistò il Teatro di Torino di via Verdi e lo adibì ad Auditorium per ospitare la sede della propria Orchestra Sinfonica Nazionale.[12] Il 23 marzo 1933 la SIP divenne azionista di maggioranza della società. Il 26 settembre 1935 le trasmissioni passarono sotto il controllo del Ministero per la stampa e la propaganda, mentre l'aspetto tecnico rimase controllato dal Ministero delle Comunicazioni.

Nel 1934 iniziò la fase sperimentale delle trasmissioni televisive (dette allora in radiovisione). Nel 1939 terminò la fase sperimentale e iniziò la trasmissione con regolare palinsesto dalle sedi di Milano, Torino e Roma, effettuate a partire dalla XI Mostra della Radio e la XXI Fiera di Milano. L'entrata in guerra dell'Italia fermò le trasmissioni televisive, che sarebbero riprese con regolarità solo nel 1954.

Dopo l'armistizio dell’8 settembre le sedi locali dell'EIAR continuarono a operare autonomamente: le stazioni radio di Palermo, Napoli e Bari, una volta occupate dagli Alleati, furono gestite dal Psychological Warfare Branch; nella Repubblica Sociale Italiana l'EIAR rimase l'organo del regime.

1944-1953: Radio Audizioni Italiane

[modifica | modifica wikitesto]

Il 26 ottobre 1944, tramite decreto legislativo luogotenenziale, l'EIAR fu riaperta nell'Italia liberata. Il commissario straordinario dell'ente Luigi Rusca la rinominò Radio Audizioni Italiane (RAI).[13] Il primo presidente della società, avente come socio di maggioranza la SIP, fu Arturo Carlo Jemolo, il quale rimase in carica meno di un anno, dal 1945 al 1946, quando divenne presidente il democristiano Giuseppe Spataro.[13] Il 25 aprile 1945 la sede bustocca dell'EIAR assunse la denominazione di Radio Busto Libera; il successivo 28-29 aprile annunciò per prima la Caduta della Repubblica Sociale Italiana.[4]

Il dopoguerra

[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine della seconda guerra mondiale, erano rimaste solo dodici stazioni a onde medie e due a onde corte. Le stazioni dell'Italia settentrionale furono poste sotto il controllo del Comitato di Liberazione Nazionale.[14] Nel 1945 il sistema radiofonico italiano fu riunificato sotto la Rai e i trasmettitori superstiti furono organizzati in due reti:[14] le stazioni dell'Italia centromeridionale, già gestite dal PWB e dal governo, vennero costituite nella "rete rossa"; mentre le stazioni dell'Italia settentrionale, prima gestite dal CLN, diventarono la "rete azzurra". La rete azzurra aveva sede a Torino con uffici decentrati a Milano[15] e comprendeva le stazioni di Torino I, Milano I, Genova I, Bologna, Venezia, Verona, Padova, Bolzano, nonché quelle di Roma II, Napoli II e Bari II;[16] mentre la rete rossa aveva sede a Roma con uffici a Firenze[15] e comprendeva le stazioni di Roma I, Napoli I, Bari I, Firenze, Palermo, Catania, Sanremo, nonché Torino II, Milano II e Genova II.[16]

Il 25 giugno 1946, giorno dell'insediamento dell'Assemblea Costituente, iniziarono le trasmissioni di Oggi al Parlamento.[14]

Nel 1948 terminò la ricostruzione dell'infrastruttura radiofonica, danneggiata durante la guerra, con il completamento della nuova rete nazionale di ventotto trasmettitori. Le due reti si espansero fino a coprire tutto il territorio nazionale.[14] Inoltre, nel settembre di quell'anno, si tenne la prima edizione del Premio Italia,[14] dedicato alle opere radiofoniche, istituito grazie anche al direttore generale Salvino Sernesi.

Nel 1949 entrò in funzione il nuovo impianto di Prato Smeraldo[14] per le trasmissioni all'estero in italiano (distinte per l'Europa, per le Americhe, per l'Australia e Nuova Zelanda, per l'Africa Orientale e il Vicino Oriente), in inglese (per l'Europa, per l'Australia e Nuova Zelanda, per il Medio-Estremo Oriente, per il Sudafrica, per il Nordamerica), in francese (per l'Europa, per il Nordafrica e Vicino Oriente, per il Medio-Estremo Oriente, per il Canada), in spagnolo (per l'Europa e per l'America Latina), in portoghese (per l'Europa e per il Brasile), in arabo, persiano, turco, cinese, giapponese, indonesiano, hindi, urdu, bengali, esperanto, tedesco, danese, svedese, fiammingo, polacco, ceco, slovacco, ungherese, romeno, bulgaro, serbo, albanese, ucraina, lituano, russo e greco.[17]

Nell'immediato dopoguerra furono inaugurati anche i programmi in tedesco e ladino di Sender Bozen e quelli in sloveno di Radio Trieste. Il 15 settembre 1949 la Rai creò la propria casa editrice, la Edizioni Radio Italiana (ERI), interamente controllata dalla società madre,[14] che si aggiungeva alle consociate storiche Sipra e Fonit Cetra. Nello stesso anno la Rai riprese, dopo dieci anni, la sperimentazione delle trasmissioni televisive: dapprima a Roma e successivamente a Torino, dove fu costruito anche uno studio di registrazione.[14] L'incontro Juventus-Milan 1-7 del 5 febbraio 1950 fu la prima partita di calcio a venire ripresa dalle telecamere.[18][19] Nello stesso febbraio 1950 fu creata l'Unione europea di radiodiffusione (UER), nella quale la Rai ottenne un posto permanente nel consiglio di amministrazione, per sostituire l'OIRT, dalla quale i paesi occidentali si erano staccati a causa della guerra fredda.[20]

Il 12 febbraio 1950 nasce l'Unione europea di radiodiffusione, di cui la Rai è tra le 23 organizzazioni di broadcasting fondatrici.

Il 10 settembre 1952, dalla sede Rai di Milano, venne avviato in forma sperimentale il primo telegiornale: la prima notizia trasmessa riportava la regata storica di Venezia.

L'espansione radiofonica e la nascita del "canone"

[modifica | modifica wikitesto]

Nello stesso anno viene creato il Terzo Programma radiofonico, il primo tra quelli attivi a essere trasmesso in modulazione di frequenza. Il palinsesto radiofonico fu così ristrutturato intorno a tre diversi programmi nazionali: il Programma Nazionale generalista, il Secondo Programma di intrattenimento leggero e il neonato Terzo Programma culturale.[21][22] Grossomodo, il Programma Nazionale proseguiva la rete rossa, mentre il Secondo Programma era la continuazione della rete azzurra.[23][24]

In questo periodo la Rai aveva vari complessi artistici stabili. Per la musica classica le tre orchestre e cori delle sedi regionali di Torino, Milano e Roma (cui nel 1957 si aggiungerà l'Orchestra da Camera "Alessandro Scarlatti" di Napoli). Per il teatro le compagnie di prosa di Firenze e Torino, nonché la compagnia del teatro comico musicale di Roma e la compagnia di rivista di Milano.[17]

Il 26 gennaio 1952 il Governo firmò una convenzione con cui venne concessa alla Rai l'esclusiva delle radioaudizioni circolari, della televisione e della filodiffusione fino al 15 dicembre 1972. Contestualmente, tutte le azioni della società passarono all'IRI, ponendo la Rai sotto il controllo indiretto del governo italiano.[13] L'anno successivo, le azioni della SIPRA furono spartite tra IRI e RAI. Il 19 novembre si decise l'istituzione del canone televisivo introdotto l'anno successivo.

1954-1970: la RAI diventa Radiotelevisione Italiana

[modifica | modifica wikitesto]

L'avvio delle trasmissioni televisive

[modifica | modifica wikitesto]

«La Rai − Radiotelevisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive.»

Uno studio nel centro televisivo Rai di via Teulada a Roma, foto di Paolo Monti, 1958

Alle ore 11:00 del 3 gennaio 1954, l'annunciatrice Fulvia Colombo diede ufficialmente avvio alle trasmissioni televisive regolari del Programma Nazionale (l'attuale Rai 1),[25][26] leggendo un annuncio speciale in diretta dagli studi di Milano.[26] Alle 14:30 dello stesso giorno,[26] invece, andò in onda il primo programma televisivo in assoluto, Arrivi e partenze, condotto da Mike Bongiorno e Armando Pizzo.[4][26] Alle 20:45, venne trasmessa la prima edizione regolare del telegiornale, diretto da Vittorio Veltroni e condotto da Riccardo Paladini.[26] Infine, alle 23:15, andò in onda la prima puntata de La Domenica Sportiva, il programma più longevo della televisione italiana ancora oggi in onda.[4][26] In quest'ultima trasmissione, condotta da Nicolò Carosio, furono mostrate le prime immagini di una partita, Inter-Palermo, che si era conclusa sul 4-0 per i nerazzurri; Sergio Brighenti, autore di una tripletta durante l'incontro, diventò il primo calciatore ospite del programma.[26]

Come conseguenza dell'estensione della propria attività al settore televisivo, il 10 aprile 1954 la Radio Audizioni Italiane S.p.A. cambiò la denominazione sociale in Rai - Radiotelevisione Italiana S.p.A.[26]

L'avvio delle trasmissioni televisive comportò, durante gli anni cinquanta, la costruzione della rete nazionale dei trasmettitori televisivi: ai già esistenti impianti di Torino-Eremo, Milano-Corso Sempione e Roma-Monte Mario si aggiunsero, nel 1953, i centri di Monte Penice, Portofino Vetta, Monte Peglia e Monte Serra,[4][26] e nel 1954 Monte Venda,[4] cosicché nel 1954 era coperto il 36% circa della popolazione.[4][26] Nel 1955 venne aggiunto Monte Faito, e nel 1956 la rete venne completata con gli impianti di Monte Argentario, Monte Conero, Monte Nerone, Monte Vergine, Monte Caccia, Monte Sambuco, Monte Scuro, Gambarie, Monte Pellegrino, Monte Soro, Monte Limbara e Punta Badde Urbara.[14]

Fra il 28 e il 29 aprile del 1955, si tenne la prima telecronaca di una seduta parlamentare, in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica che assegnarono l'incarico a Giovanni Gronchi.[26] L'anno successivo, i VII Giochi olimpici invernali, disputatisi a Cortina d'Ampezzo, furono i primi a essere trasmessi a un'audience internazionale in Eurovisione. I diritti di trasmissione furono ceduti gratuitamente alla Rai, alla quale fu riconosciuto anche un rimborso spese di 10 milioni di lire per coprire i costi per portare le apparecchiature fino a Cortina.[27]

Nel 1957, con un decennio di anticipo rispetto alla tempistica inizialmente prevista, tutto il territorio italiano fu coperto dal segnale televisivo.[25] Il 3 febbraio la Rai iniziò a trasmettere messaggi pubblicitari in TV con Carosello, mentre il 19 dicembre a Roma venne inaugurato lo storico centro di produzione televisivo di via Teulada 66.

Il 25 novembre 1958, iniziarono le trasmissioni dei corsi di Telescuola, rivolti ai ragazzi impossibilitati a frequentare la scuola obbligatoria. A questo programma, nel 1960, si sarebbe affiancato Non è mai troppo tardi, rivolto invece agli adulti analfabeti e condotto dal maestro e pedagogista Alberto Manzi.[26]

Nel dicembre 1958 prese il via anche il servizio di filodiffusione, in collaborazione con la SIP. Oltre ai tre canali radiofonici trasmetteva due canali di sola musica, uno di musica leggera e uno di musica classica ("Auditorium").

La nascita degli altri canali

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1960 debuttò il programma radiofonico Tutto il calcio minuto per minuto, programma storico tuttora in onda su Rai Radio 1. Il 4 novembre 1961 Rosanna Vaudetti inaugurò la seconda rete televisiva, denominata Secondo Programma, oggi Rai 2. Il 21 aprile 1962 venne promulgata una legge che vietava la diffusione di film e di opere teatrali, attraverso radio e televisione, che non avessero ottenuto il permesso del Ministero del turismo e dello spettacolo.[28] Verso la fine del 1963 iniziarono a Roma le prove di trasmissione della TV a colori con i sistemi NTSC, SÉCAM e PAL. Dal gennaio del 1964 in tutta Italia vennero effettuate prove quotidiane per l'industria.[4]

Nel 1965 si tenne per la prima volta in Italia l’Eurovision Song Contest, ospitato nell'Auditorium Rai di Napoli: l'azienda ne curò anche le trasmissioni. Il 3 maggio 1966, su invito della UER, la Rai organizzò delle dimostrazioni di TV a colori con diversi standard per i rappresentanti di UER e OIRT e delle industrie. Il 15 luglio 1967 la Rai partecipò al primo collegamento televisivo satellitare diretto con tutti i continenti. Nel 1968 andò in onda lo sceneggiato Odissea, prima produzione realizzata a colori. Nel 1965 la Direzionale Generale Rai si sposta nella nuova sede di viale Mazzini nel quartiere Prati di Roma, primo edificio realizzato interamente in acciaio e vetro progettato dall'architetto Francesco Berarducci, è uno degli edifici più rilevanti dell'architettura italiana del dopoguerra, vincitore del premio Inarch 1965, che diventerà l'immagine stessa della Rai trasmessa ogni giorno di apertura dei telegiornali da allora a oggi.

L'espansione territoriale

[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1969 e il 1970 la Rai instaurò vari collegamenti satellitari con diversi paesi nel mondo: Brasile, Messico, Argentina, Australia e Giappone. Nel maggio 1970 Rai, SIPRA e altri costituirono il Comitato Pubblicità Progresso, per campagne pubblicitarie di pubblico interesse. Il 5 maggio 1971 Rai e SIP si impegnarono a diffondere maggiormente la filodiffusione almeno in tutti i capoluoghi di provincia. Il 21 maggio il Ministero della Pubblica Istruzione e la Rai firmarono una convenzione per potenziare le trasmissioni radiotelevisive a carattere formativo, come Telescuola.

Rai CPTV di Roma, via Teulada 66

Nel 1972, i Giochi della XX Olimpiade, tenutisi a Monaco di Baviera, furono trasmessi a colori, dopo parere affermativo del Consiglio Superiore Tecnico delle Telecomunicazioni, con sistemi PAL e SECAM. Il 15 dicembre terminò la concessione dei servizi radiotelevisivi, che venne prorogata di un anno fino all'approvazione della riforma del settore radiotelevisivo. Nella stessa sede si stabilì che il controllo della SIPRA fosse assunto interamente dalla Rai.

Il 20 marzo 1973 ebbero inizio le trasmissioni sperimentali per le persone affette da sordità: queste non erano solo di puro intrattenimento, coprivano anche le informazioni e i problemi di inserimento nella società. Alla fine dell'anno, poiché non era stata ancora varata nessuna legge, venne fatta una proroga della concessione fino all'aprile dell'anno successivo. Arrivati alla scadenza della seconda proroga, tramite decreto legge ratificato successivamente, ne venne emessa un'altra che sarebbe durata fino all'approvazione della riforma del settore e, comunque, non oltre il 30 novembre.[29]

La riforma del 1975

[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 aprile 1975 viene approvata la Legge n. 103 che portò a una prima riforma della Rai: il controllo della società passava dal Governo al Parlamento, attraverso la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, per garantire il pluralismo della società. Venne decisa la realizzazione di una terza rete nazionale da affiancare alle prime due; queste ultime vennero ribattezzate Rete 1 (o TV1) e Rete 2 (o TV2).[30] Si sancì, inoltre, che la concessione dovesse essere data a una società per azioni completamente pubblica, quindi le azioni vennero suddivse tra IRI, con il 99,55%, e la SIAE, con lo 0,45%. Infine si stabilì che il consiglio di amministrazione fosse composto da "16 membri, di cui: sei eletti dall'assemblea dei soci; dieci eletti dalla Commissione parlamentare con la maggioranza di tre quinti dei suoi componenti, dei quali 4 scelti sulla base delle designazioni effettuate dai consigli regionali".[31] L'11 agosto, con la nuova convenzione, il Ministero delle poste e delle telecomunicazioni concesse alla Rai, per sei anni, in esclusiva il servizio radiotelevisivo, mentre il servizio di radiofonia circolare non era in esclusiva.

Per ottemperare agli obblighi di legge, il 30 gennaio 1976 entrarono in funzione le nuove strutture generali. La produzione televisiva venne articolata intorno alle due reti, sulle quali le informazioni erano garantite da TG1 e TG2; i programmi radiofonici furono suddivisi in tre reti con altrettanti giornali radio. Questi erano affiancati dai dipartimenti: trasmissioni scolastiche ed educative per adulti; tribune e accesso; servizi giornalistici e programmi per l'estero.

Il 1º gennaio 1977 si concluse, dopo vent'anni, la rubrica pubblicitaria Carosello. Un mese più tardi iniziarono ufficialmente le trasmissioni televisive a colori, con un ritardo di dieci anni rispetto agli altri paesi europei, e nonostante la Rai tecnicamente fosse già in grado di trasmettere a colori dal 1967[32]. Il 15 dicembre 1979 Fabiana Udenio inaugurò Rete 3 o TV3, rete televisiva inizialmente progettata e realizzata per la diffusione di programmi su base regionale. Nello stesso periodo fu deliberato l'aumento del capitale sociale da 10 a 40 miliardi di lire.

A ottobre 1983 vennero rinominati i canali televisivi: Rete 1, Rete 2 e Rete 3 diventarono Rai Uno, Rai Due e Rai Tre per evitare che Rete 4, canale nato l'anno prima, fosse scambiato per una quarta rete Rai, e vennero realizzate nuove grafiche. Nello stesso periodo venne realizzato Arlecchino, il primo esperimento Rai di programma in HD. Il 6 dicembre 1984, con un decreto legge, venne modificata la composizione del CdA: la Commissione avrebbe eletto tutti i 15 membri del consiglio di amministrazione; il presidente e il direttore generale sarebbero stati scelti dall'assemblea dei soci.[33] Si decise inoltre l'aumento di capitale, che triplicò.

Il 1984 è anche l'anno di esordio de La piovra, serie andata in onda complessivamente in dieci miniserie dal 1984 al 2001. Ancora oggi considerata la serie televisiva italiana più famosa nel mondo, le dieci miniserie hanno ottenuto grandi consensi di pubblico (una media di 10 milioni di spettatori e punte di 15 milioni) e sono state esportate con altrettanto successo in oltre 80 nazioni. La serie venne lodata dallo stesso Giovanni Falcone che si complimentò per l'accuratezza della serie e per il suo dettagliato realismo nel descrivere Cosa Nostra nel suo insieme e infatti generò parecchie polemiche politiche, nonché fortissime pressioni per far concludere la saga, nonostante questa continuasse ad avere un grandissimo successo di pubblico e critica, anche a livello internazionale.

Sempre nel 1984, dopo una fase sperimentale nel marzo 1981, la Rai attivò il Televideo, il primo teletext in Italia.

Nel 1987 Rai Tre venne equiparata alle altre due reti, iniziando a trasmettere a livello nazionale; si profilò così la lottizzazione dei tre canali televisivi pubblici, rimasta in vigore fino alla fine della Prima Repubblica: Rai Uno alla DC, Rai Due al PSI e Rai Tre al PCI. Al Festival del cinema di Venezia di quell'anno venne presentato, fuori concorso, il film Giulia e Giulia, il primo lungometraggio al mondo a essere ripreso con telecamere ad alta definizione. A luglio l'azienda iniziò i test sul tratto autostradale tra Firenze e Bologna di un canale radiofonico a isofrequenza, dedicato agli automobilisti. Alla fine del 1989, finiti i test, partì il canale ufficiale, 24 ore su 24, centrato a 103,3 MHz, con notiziari, musica e messaggi sul traffico curati dalla Società Autostrade.

Anni novanta: nuove tecnologie e nuove aziende del gruppo

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1990 partirono le sperimentazioni delle trasmissioni satellitari, tramite RaiSat, riguardanti la radio ad alta definizione e i programmi televisivi in alta definizione e multilingua. Dal centro tecnico di produzione radiotelevisivo di Saxa Rubra vennero diretti i lavori per la trasmissione dei Mondiali di calcio Italia '90, che rappresentarono la prima comunicazione punto-multipunto di programmi ad alta definizione. Il 6 agosto venne promulgata la Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato, con la quale veniva riorganizzato anche il consiglio di amministrazione Rai, che sarebbe stato rinnovato a ogni inizio di legislatura da parte della Commissione di vigilanza.[34]

Nel 1991 la Rai organizzò per la seconda volta l'Eurovision Song Contest, tenutosi nel Teatro 15 di Cinecittà a Roma. Venne inoltre costituita la RTVRSM - Radiotelevisione della Repubblica di San Marino, della quale la Rai possedeva il 50%. Nel 1995 vennero avviati in Valle d'Aosta i test del DAB-T, la radio digitale. Con il referendum del 1995 venne abrogata la disposizione di legge che riservava esclusivamente alla mano pubblica il possesso delle azioni Rai, tuttavia non si procedette mai alla privatizzazione.[35] Nel 1996 l'azienda inaugurò la trasmissione dei programmi televisivi, in tecnica digitale, via satellite Eutelsat Hotbird 13°est.

A febbraio del 1996 la Rai creò il suo primo sito web, www.rai.it e a fine 1997 lancia i primi canali tematici digitali via satellite: il primo in ordine cronologico fu RaiSat 2, rivolto a un pubblico di ragazzi, che viene lanciato il 29 settembre; RaiSat 1, che si occupa di cultura e spettacolo, viene lanciato il 27 ottobre; ultimo in ordine di tempo, RaiSat 3, dedicato ai programmi di Rai Educational, lanciato 13 ottobre 1997. Un altro canale lanciato in questo arco di tempo è RaiSat Nettuno Lezioni Universitarie (le cui trasmissioni iniziarono il 10 novembre) che trasmetteva 24 ore su 24 lezioni universitarie. Nello stesso anno nacquero Rai Trade S.p.A. (società che, oltre a co-produrre occasionalmente fiction, promuove e commercializza le proprietà intellettuali e diritti Rai incorporando Sacis, Rai Eri e Fonit Cetra risultando quindi anche una casa editrice e un'etichetta discografica) diretta dall'Amministratore Delegato Tino Cennamo [36]e RaiSat, la divisione satellitare della Rai, che l'anno successivo venne scorporata come RaiSat S.p.A.

Nello stesso anno la Direzione Rai Cinemafiction (diretta da Sergio Silva) dedita alla produzione di fiction e film, si scinde in due unità completamente diverse tra loro: Rai Fiction (che, oltre alle serie TV, si dedica - fino al giugno 2017, quando questa attività è confluita in Rai Ragazzi - anche della produzione e coproduzione di cartoni animati indirizzati esclusivamente a un target di pubblico di bambini in età scolare e pre-scolare, con un budget dedicato) e Rai Cinema (quest'ultima destinata a esternalizzazione in controllata della Rai e con il tempo divenuta uno dei motori dell'industria cinematografica italiana).

Nel 1999, dopo aver creato la Divisione Trasmissione e Diffusione, incorporò la NewCo TD.[37] Il 26 aprile venne aperto Rai News 24, il primo canale notiziario italiano a diffusione nazionale a trasmettere in diretta 24 ore al giorno.

2000-oggi: la rivoluzione digitale

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000, a causa della liquidazione della holding pubblica IRI, il 99,5% delle azioni passarono a Rai Holding S.p.A., in mano al Ministero dell'economia.[38] Il 1º marzo Rai Way, grazie all'assorbimento della sezione DTD, divenne operativa.[37] Nel 2004 le trasmissioni televisive e radiofoniche compirono rispettivamente cinquanta e ottant'anni: per festeggiare questa importante ricorrenza, su Rai Uno, Rai Due e Rai Tre andò in onda Buon compleanno TV, uno show celebrativo condotto da Pippo Baudo. Il 1º dicembre dello stesso anno Rai Holding si fuse con Rai S.p.A. costituendo l'attuale società.

Rai CPTV "Biagio Agnes" di Saxa Rubra (Roma)
Rai Teche in via Salaria a Roma

Il 27 settembre 2005 la Rai creò il proprio canale ufficiale su YouTube,[39] attraverso il quale iniziarono a essere pubblicati video tratti dal sito ufficiale Rai.tv (online da dicembre dello stesso anno), poi quasi completamente eliminati a partire dal 1º giugno 2014 (sia i propri sia quelli caricati da altri utenti). Nel 2007 il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni presentò un disegno di legge, poi non approvato, che avrebbe dovuto riformare interamente il settore radiotelevisivo privato e pubblico, prevedendo, tra le altre cose, il passaggio del controllo dell'azienda pubblica a una fondazione e una riformulazione del consiglio di amministrazione.[40] Fu inoltre posto sotto licenza Creative Commons una considerevole parte dell'archivio Rai, resa gratuitamente consultabile e riproducibile dal sito Internet.

Il 1º novembre 2006 debuttò RaiSat YoYo all'interno della piattaforma Sky Italia, nato in seguito alla scissione di RaiSat Ragazzi in due canali differenti, il secondo dei quali era RaiSat Smash (per ragazzi fino ai 19 anni). Il 1º giugno 2007 nasce il canale televisivo Rai Gulp sulle frequenze di Rai Doc e Rai Futura, emittenti chiuse poco prima del suo lancio.

Il 10 maggio 2008 la Rai presenta l'offerta Digitale Terrestre, composta inizialmente da otto canali, due dei quali già esistenti (Rai News 24 e Rai Gulp), visibili sia attraverso la tecnologia DVB-T sia quella DVB-S. Nello stesso giorno, in occasione del 91º Giro d'Italia, partì Rai Sport Più. Il campionato europeo di calcio 2008, svoltosi in Austria e Svizzera, e i Giochi della XXIX Olimpiade tenutisi a Pechino furono trasmessi sul digitale terrestre in 16:9 e, in alcune aree, in alta definizione. Il 14 luglio nacque Rai 4, canale dedicato a un pubblico giovane.

Le nuove strutture

[modifica | modifica wikitesto]

Il 2 febbraio 2009, sul digitale terrestre, fu lanciato il canale tematico gratuito Rai Storia. Il 31 luglio, i canali RaiSat cessarono le proprie trasmissioni su Sky Italia, sbarcando così sul digitale terrestre e sulla nuova piattaforma satellitare Tivùsat, gestita da Tivù, società fondata da Rai, Mediaset, Telecom Italia,[41] Confindustria Radio Televisioni e Aeranti-Corallo. Gli unici canali del bouquet RaiSat a non sbarcare sulle nuove piattaforme furono RaiSat Smash Girls e RaiSat Gambero Rosso, il primo chiuso mentre il secondo passato sotto la diretta gestione di Sky. Il 1º novembre la Rai iniziò a trasmettere gli spot pubblicitari in 16:9.

Nella prima metà del decennio, l'azienda viene riorganizzata con una serie di nuove divisioni e testate dedicate, ognuna delle quali si occupa di una specifica funzione: Rai Sport (che gestisce i canali sportivi Rai Sport 1 e Rai Sport 2, quest'ultimo chiuso nel 2017), Rai Gold (che gestisce i canali tematici dedicati a cinema e serie televisive Rai 4, Rai Premium e Rai Movie) e Rai Ragazzi (che gestisce Rai Gulp e Rai Yoyo oltre alla produzione di programmi per bambini e giovani e, a partire dal 2017, la produzione di cartoni animati) vengono create nel 2010; Rai News (che si occupa dell'informazione Rai e della gestione del canale all-news Rai News 24, del portale on-line Rainews.it e del servizio teletext Televideo) nel 2013 e Rai Cultura (già Rai Educational fino al 2014, al cui bouquet di canali si è aggiunto Rai 5) che si vanno ad affiancare Rai Radio, Rai Teche, Rai Vaticano, Rai Quirinale, Rai Fiction e alla struttura temporanea Rai Expo.

Il 18 maggio 2010, dopo 10 anni, l'azienda rinnovò la propria immagine grafica, realizzata insieme a Frame by Frame, con nuovi loghi e nuove animazioni per i canali generalisti e tematici, e contemporaneamente i canali già RaiSat passarono sotto la gestione diretta della Rai. Il 26 novembre debuttò Rai 5, canale culturale che prese il posto di Rai Extra.[42]

Il 23 febbraio 2011 viene firmato l'Atto di fusione per l'incorporazione di Rai Trade in Rai.[43] Nel novembre dello stesso anno viene trasmesso Il più grande spettacolo dopo il weekend condotto da Fiorello, prima trasmissione dal vivo in studio a essere trasmessa in alta definizione dalla Rai, che nella sua ultima puntata raggiunge 13.401.000 telespettatori con il 50,22% di share arrivando a toccare il 61,55%.

Il 4 luglio 2012, così come le altre emittenti italiane, la Rai spense definitivamente tutti i canali analogici risultando disponibile solo sul digitale terrestre, sul satellite (con alcuni canali e programmi visibili solo con il decoder Tivùsat) oltre che in streaming via web. Il 31 dicembre, il TG2 fu il primo delle tre TV generaliste a essere trasmesso in 16:9. L'anno successivo iniziarono i test dello standard DVB-T2.[44] Nel 2014 le trasmissioni televisive della Rai compirono 60 anni e quelle radiofoniche 90. Su Rai 1 andò in onda una puntata speciale di Techetechetè per festeggiare il sessantenario. Inoltre il TG1 e il TG3 iniziarono a trasmettere in 16:9 e in HD.

Nel 2015 venne lanciato il nuovo portale Rai dedicato ai giovani. Il 23 luglio il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, annunciò il lancio di tre nuove reti radiofoniche, Rai Radio 6 Teca, Radio 7 Live (dal 7 settembre) e Rai Radio 8 Opera (dal 6 agosto), e il cambio di nome di altre due reti: Rai Radio FD4 sarebbe diventata Rai Radio 4 Light e Rai Radio FD5 sarebbe diventata Rai Radio 5 Classica. Le radio vennero rese disponibili sul DAB+, sul satellite (tivùsat) e sul sito web della Rai.[45]

Nel 2016 vengono ristrutturati e ammodernati gli studi radiofonici e le sale di via Asiago 10 e del centro di produzione di Saxa Rubra: regie video, ledwall e apparati tecnologici all'avanguardia danno vita alle nuove dirette “radiotelevisive” sul web.

Il nuovo canone e il digitale terrestre di nuova generazione

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2016 entrò in vigore la nuova riscossione del "canone RAI", accorpato nella bolletta elettrica; il provvedimento governativo era stato introdotto nella legge di stabilità 2016.[46] Dal 1º maggio Rai Yoyo, Rai 5 e Rai Storia furono le prime reti televisive italiane a trasmettere senza interruzioni pubblicitarie. Il 28 maggio venne cancellata, dopo 62 anni, la figura della signorina buonasera. In occasione dei XXXI Giochi olimpici di Rio de Janeiro, la Rai offre una copertura con tre canali televisivi in HD (Rai 2 e i canali Rai Sport) disponibili su DTT, Sky e Tivùsat, un sito internet e un'app che coprono ogni evento prodotto dall'OBS. Il 12 settembre 2016 andò online RaiPlay e vi furono vari cambiamenti grafici, per le prime quattro reti, e ai canali disponibili: partì Rai 5 HD, Rai Sport 2 HD terminò la programmazione e le versioni in HD dei tre canali generalisti arrivarono anche sul digitale terrestre.

Il 1º gennaio 2017 fu abbandonato il segnale orario (solo in TV), in quanto, a causa del nuovo segnale digitale, la cui trasmissione avviene via satellite, l'orario arriverebbe con un ritardo di due secondi, non garantendo dunque una certa precisione nel conteggio dei minuti.[47] Il 4 gennaio si ampliò l'offerta televisiva in HD attraverso la piattaforma Tivùsat: furono attivati Rai News 24 HD, Rai Storia HD, Rai Scuola HD, Rai Gulp HD e Rai Yoyo HD.[48] Il 5 febbraio fu spenta Rai Sport 2 mentre Rai Sport 1 divenne Rai Sport nella versione standard, spostandosi al canale 58. Rai Sport 1 HD, posizionato al canale 557, diventò Rai Sport + HD e passò al canale 57. Inoltre i loghi di tutte le reti vennero spostati nell'angolo superiore sinistro del teleschermo come già in uso da settembre 2016 per le prime quattro reti. Il 10 aprile si completò il restyling delle reti televisive con l'estensione a quelle tematiche ad eccezione di Rai News 24 (che avrebbe subito un restyling solo cinque anni più tardi). Il 12 giugno si inaugurò il decimo canale radio nazionale, Rai Radio Kids — che sostituiva Rai Radio 8 Opera — dedicato ai bambini dai 2 ai 10 anni senza pubblicità[49] e, contestualmente, furono rinominate Rai Radio 4 Light in Rai Radio Tutta Italiana, Rai Radio 5 Classica in Rai Radio Classica (divenuta dal 1º gennaio 2020 Rai Radio 3 Classica), Rai Radio 6 Teca in Rai Radio Techete' e Rai Radio 7 Live in Rai Radio Live (dal 2023 Rai Radio Live Napoli). Il 19 dicembre nacque RaiPlay Radio, la nuova piattaforma internet per ascoltare tramite web e app dedicata i dieci canali radio Rai.[50]

Il 14 giugno 2018, in occasione dei Campionati mondiali di calcio in Russia, nasce Rai Radio 1 Sport con un palinsesto tutto sportivo e il 21 successivo Rai Radio 2 Indie, canale dedicato alla musica rock e alternative, pop italiana e agli eventi live. I canali radiofonici della radiotelevisione pubblica italiana aumentano a 12.[51] Il 13 settembre 2018 Rai 4 esce dalla piattaforma a pagamento Sky, rimanendo visibile via satellite solo su Tivùsat. Il 27 settembre 2018 Marcello Foa viene nominato nuovo presidente della Rai.

Il CdA, con l'approvazione del budget 2019 e del piano industriale 2019/2021,[52] avvia la creazione di due nuovi comparti dell'azienda, ossia Rai Documentari e Rai Sviluppo Nuovi Formati: il primo ha lo scopo di valorizzare il genere documentario, in ottemperanza al contratto di servizio che impone di sostenere e supportare lo sviluppo dell'industria nazionale dell'audiovisivo, mentre il secondo s'inquadra invece in un progetto di stimolo alla creazione di contenuti originali e innovativi sul modello di Rai Fiction attraverso la realizzazione di prototipi e numeri zero. In ottemperanza al contratto di servizio viene anche proposto l'espansione dell'offerta con un canale in inglese (Rai English) e uno di natura istituzionale (Rai Istituzioni). Per quanto concerne la parte relativa all'informazione, il Piano si articola in tre fasi: la prima prevede il rafforzamento di un polo all-news con la creazione di una testata digitale; la seconda contiene il potenziamento della testata digitale con lo sport e l'informazione istituzionale; la terza fase realizzerà l'integrazione dei poli informativi in una newsroom di flusso pur mantenendo i brand di punta dell'informazione Rai rafforzandone la loro storica identità.[53][54] Sarà centrale il ruolo di RaiPlay, che si trasformerà in una piattaforma in grado di produrre contenuti esclusivi e nativi digitali, utilizzando le nuove tecnologie. Al riguardo, il piano prevede la creazione di una nuova struttura interna all’azienda dedicata ai nuovi format contemporaneamente al potenziamento del CRIT (Centro ricerche e innovazione tecnologiche) di Torino.[55][56]

Nel 2020, per far fronte alle difficoltà per la didattica generate dalla pandemia di COVID-19, Rai Cultura in collaborazione con il Ministero dell'istruzione lancia l'offerta didattica multimediale de La scuola non si ferma. Dal 18 dicembre vengono diffusi via satellite Eutelsat Hot Bird 13C, all'interno della piattaforma Tivùsat, tutte le 23 versioni regionali di Rai 3;[57] sempre il 18 dicembre, avviene una massiccia riorganizzazione dei trasponder Rai: dai quattro trasponder in cui la Rai trasmetteva (due in DVB-S e due in DVB-S2) ne rimangono tre (uno in DVB-S e due in DVB-S2).

Il 20 ottobre 2021 comincia la prima fase della transizione alla nuova TV digitale terrestre. I canali tematici (Rai 4, Rai 5, Rai Movie, Rai Premium, Rai Storia, Rai Sport, Rai Scuola, Rai Gulp e Rai Yoyo) vengono convertiti al formato MPEG-4. Inoltre, Il Mux 2 viene dismesso e i servizi vengono trasferiti sui due rimanenti multiplex nazionali.

Il 14 dicembre 2021, in seguito a una riorganizzazione delle frequenze, vengono eliminate da Tivùsat le versioni standard Rai 4, Rai 5, Rai Movie, Rai Premium, Rai Storia, Rai Sport, Rai Scuola, Rai Gulp e Rai Yoyo, che rimangono dunque visibili solo in HD; di conseguenza anche su Sky approdano Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai Gulp, Rai Sport, Rai News 24, Rai Scuola e Rai Storia in alta definizione al posto delle versioni standard.

Nel 2022 la Rai organizzò la 66ª edizione dell'Eurovision Song Contest, tenutosi nel PalaOlimpico di Torino; nello stesso anno il CdA ha deliberato all'unanimità l'attuazione del modello organizzativo per Generi.[58]

Il contratto di servizio del 3 ottobre 2023 prevede che la RAI dal 10 gennaio 2024 dedichi uno dei suoi tre multiplex alle trasmissioni in DVB-T2.[59]

Dal 28 agosto 2024 entra in funzione il digitale terrestre di seconda generazione (DVB-T2) in Italia con la conversione del Mux B.[60][61] I canali Rai Storia, Rai Scuola e Rai Radio 2 Visual diventano visibili esclusivamente in DVB-T2 passando con l'occasione all'alta definizione, mentre i canali Rai 1 HD, Rai 2 HD e Rai 3 HD nazionale, Rai 4 HD, Rai News 24 HD e Rai Premium HD vengono diffusi anch'essi in alta definizione in DVB-T2, rimanendo comunque visibilli anche in DVB-T, con Rai 4, Rai News 24 e Rai Premium sempre in definizione standard[62].

Aree operative

[modifica | modifica wikitesto]

La società presenta sei aree operative principali.[63]

  • Editoriale e Testate si occupa delle attività editoriali e giornalistiche del settore radio televisivo. Inoltre, attraverso Rai Cinema valorizza i diritti commerciali delle proprie produzioni.
  • Tecnologia e Produzione, coordinata dal Chief Technology Officer, studia e sviluppa il comparto delle tecnologie, attraverso il Centro ricerche e innovazione tecnologica, gestisce le frequenze del digitale terrestre e satellitari, ma non gestisce né sviluppa la rete, che è affidata a Rai Way.
  • Finanza e Pianificazione, a capo della quale vi è il Chief Financial Officer, gestisce, attraverso delle direzioni, gli aspetti amministrativi ed economico-finanziari; tra questi ci sono il coordinamento delle sedi regionali ed estere e la gestione del canone e dei beni immobili.
  • Chief Digital Officer dirige le direzioni Digital, Teche e la Struttura Servizi di Pubblica Utilità.
  • Pubblicità e Commerciale supervisiona l'operato delle controllate Rai Pubblicità, per la raccolta pubblicitaria, e Rai Com, per la valorizzazione delle produzioni Rai.
  • Corporate e Supporto racchiude la gestione delle risorse umane e dello staff del Direttore Generale, le direzioni che si occupano delle relazioni esterne, Istituzionali e internazionali, l'ufficio legale e la sezione legata alla sicurezza. Si occupa anche dei diritti sportivi.
Logo Nome Data di lancio LCN Streaming
Digitale terrestre Tivùsat Sky Italia RaiPlay Rai TV+
Rai 1 2 gennaio 1954 1 HD e 501 HD HEVC 1 HD 101 HD Si
Rai 2 3 novembre 1961 2 HD e 502 HD HEVC 2 HD 102 HD
Rai 3 14 dicembre 1979 3 HD/SD
103 HD e 503 HD HEVC
3 HD 103 HD
Rai 4 13 luglio 2008 21 HD HEVC/SD
521 HD (HbbTV)
10 HD No
Rai 5 25 novembre 2010 23 SD
523 HD (HbbTV)
13 HD
Rai Movie 31 giugno 1999 24 HD 524 HD (HbbTV) 14 HD
Rai Premium 30 luglio 2003 25 HD HEVC/SD
525 HD (HbbTV)
15 HD
Rai Gulp 31 maggio 2007 42 SD
542 HD (HbbTV)
42 HD 807 HD
Rai Yoyo 31 ottobre 2006 43 SD
543 HD (HbbTV)
43 HD No
Rai News 24 25 aprile 1999 48 HD HEVC/SD
548 SD
24 HD 508 HD
Rai Storia 1º febbraio 2009 54 HD HEVC
554 HD (HbbTV)
23 HD 805 HD
Rai Sport 31 gennaio 1999 58 HD 558 HD (HbbTV) 21 HD 227 HD
Rai Scuola 18 ottobre 2009 57 HD 146 HD (HbbTV) 26 HD 806 HD
Rai Radio 2 Visual 27 settembre 2020 202 HD HEVC 202 HD No

In ultra alta definizione

[modifica | modifica wikitesto]
Logo Nome Data di lancio LCN Streaming
Digitale terrestre Tivùsat RaiPlay Rai TV+
Rai 4K 29 giugno 2016 101 UHD (HbbTV) 210 UHD Si

Internazionali

[modifica | modifica wikitesto]
Logo Nome Data di lancio Disponibilità Streaming
Satellite RaiPlay Rai TV+
Rai Italia 31 dicembre 1991 Si No
Rai World Premium 5 maggio 2013
Logo Nome LCN Streaming
Digitale terrestre Tivùsat RaiPlay Rai TV+
Rai 3 TGR Abruzzo 3 e 816 HD/SD 316 SD No Si
Rai 3 TGR Alto Adige 3 e 806 HD/SD 306 SD
Rai 3 TGR Basilicata 3 e 820 HD/SD 320 SD
Rai 3 TGR Calabria 3 e 821 HD/SD 321 SD
Rai 3 TGR Campania 3 e 818 HD/SD 318 SD
Rai 3 TGR Emilia-Romagna 3 e 811 HD e HD/SD 311 SD
Rai 3 TGR FVG 3 e 809 HD/SD 309 SD
Rai 3 Bis 3 e 810 HD/SD 310 SD
Rai 3 TGR Lazio 3 e 815 HD e HD/SD 315 SD
Rai 3 TGR Liguria 3 e 803 HD/SD 303 SD
Rai 3 TGR Lombardia 3 e 804 HD e HD/SD 304 SD
Rai 3 TGR Marche 3 e 813 HD/SD 313 SD
Rai 3 TGR Molise 3 e 817 HD/SD 317 SD
Rai 3 TGR Piemonte 3 e 802 HD 302 SD
Rai 3 TGR Puglia 3 e 819 HD/SD 319 SD
Rai 3 TGR Sardegna 3 e 822 e 503 HD/SD 322 SD
Rai 3 TGR Sicilia 3 e 823 HD/SD 323 SD
Rai 3 TGR Toscana 3 e 812 HD/SD 312 SD
Rai 3 Südtirol 3 e 808 HD 308 HD
Rai 3 TGR Trentino 3 e 807 HD/SD 307 SD
Rai 3 TGR Umbria 3 e 814 HD/SD 314 SD
Rai 3 TGR Valle d'Aosta 3 e 801 HD/SD 301 SD
Rai Vd'A
Rai 3 TGR Veneto 3 e 805 HD/SD 305 SD

Dal 18 dicembre 2020 i due canali Rai 3 TGR Südtirol (Rai Südtirol) e Rai 3 TGR Friulanija Julijska Krajina (Rai 3 BIS) sono visibili su tutto il territorio nazionale tramite la piattaforma satellitare Tivùsat, rispettivamente alle numerazioni LCN 308 e 310. Sono trasmesse in definizione standard ma visibili solo con dispositivi abilitati alla ricezione di canali in alta definizione.

Lo stesso argomento in dettaglio: § Le minoranze linguistiche e le regioni autonome.

Sul portale RaiPlay sono disponibili i canali RaiPlay Sport, che vengono attivati in caso di eventi sportivi di particolare importanza.

Partecipazioni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Euronews, partecipa al capitale della società Euronews S.A. editrice del canale televisivo multilingue omonimo, tematico all news, diffuso dai satelliti Astra ed Eutelsat Hot Bird, in streaming sul sito dell'emittente e su quello della Rai nonché all'interno delle piattaforme satellitari Tivùsat e Sky Italia. Rai 1 trasmetteva Euronews in simulcast in una fascia del palinsesto mattutino (tra le 5:00 e le 6:00), ora dedicato a Rai News 24;
  • San Marino RTV, dal 1991 partecipa congiuntamente alla ERAS, con un capitale sociale sottoscritto al 50%, alla realizzazione del canale televisivo nazionale pubblico della piccola repubblica del Titano. Il direttore generale della televisione di Stato sammarinese è solitamente un manager Rai;
  • Camera dei deputati TV, attraverso Rai Way trasmette le sedute della Camera dei deputati, il canale è gestito autonomamente e finanziariamente dalla Camera dei Deputati ed è diffuso via satellite Eutelsat Hot Bird e in streaming sul sito internet del ramo parlamentare;
  • Senato della Repubblica TV, attraverso Rai Way trasmette le sedute del Senato della Repubblica, il canale è gestito autonomamente e finanziariamente dal Senato della Repubblica ed è diffuso via satellite Eutelsat Hot Bird e in streaming sul sito internet del ramo parlamentare.

Orario delle trasmissioni televisive

[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni di trasmissione regolare, i programmi partivano intorno alle 17:30 e si concludevano verso le 23:30 (fino al 1957 vi era una pausa nella fascia oggi definita 'preserale'). Nei giorni festivi l'inizio era anticipato alle 11:00, con un'interruzione dalle 12:00 alle 15:00 circa.

Dal 15 gennaio 1968 le trasmissioni del Programma Nazionale cominciarono verso le 12:30, ad eccezione della domenica, in cui l'orario di inizio era anticipato alle 11:00. I programmi venivano sospesi dalle 14:00 alle 17:00 e proseguivano sino alle 23:30 circa. Nelle estati dal 1961 al 1980 la pausa pomeridiana durava fino alle ore 18:15 (nell'estate 1975 fino alle ore 18:30, a meno che non venissero trasmessi particolari eventi). Durante il periodo dell'austerity (tra dicembre 1973 e buona parte del 1974), indetto dal Governo Italiano, le trasmissioni si concludevano entro le ore 23:00.

Tale orario di chiusura era valido anche per il Secondo Canale, dove i programmi andavano tuttavia in onda dalle 21:00 fino al 1967, quando l'orario di inizio trasmissioni fu anticipato attorno alle ore 18:00, con una pausa tra le ore 19:30 e le 21:00. Dalla primavera del 1971 fino al 1973 le trasmissioni furono posticipate alle ore 21. Dal 1973 all'autunno del 1976 l'orario fu nuovamente anticipato a un orario variabile tra le ore 18:00 e le 19:00. Dal 25 ottobre 1976 l'orario fu anticipato alle ore 12:30, con una pausa dalle ore 14:00 alle 17:00 (tranne nelle estati 1977 - 1980 dove la pausa durava fino alle 18:15).

Durante i primi anni di trasmissione, i programmi della Rete 3 iniziavano intorno alle 18:30 e si concludevano verso le 22:30. Successivamente l'orario si uniformò a quello degli altri due canali.

A cominciare dai primi anni ottanta ci furono diversi cambiamenti. Il primo fu l'eliminazione della pausa fra le 14:00 e le 17:00, avvenuta ufficialmente il 5 ottobre 1980 (eccetto nelle estati del 1981 e del 1982, dove ancora vigeva la pausa pomeridiana, stavolta però fino alle ore 17). L'orario di chiusura fu fissato per l'una di notte (rimanendo sostanzialmente invariato nel corso del tempo), quello di apertura fu inizialmente confermato alle 12:30, salvo la domenica in cui fu anticipato alle 10:00. A partire dal 3 ottobre 1983, l'inizio delle trasmissioni nei giorni lavorativi fu fissato per le 12:00 con l'avvio del programma Pronto Raffaella? condotto da Raffaella Carrà. Il 22 dicembre 1986, con l'introduzione delle fasce mattutine, Rai 1 anticipò l'inizio delle trasmissioni alle 7:00. Questo cambiamento interessò anche Rai 2 che, a partire dal 26 ottobre 1987, anticipò il proprio orario di apertura delle trasmissioni alle 8:00. Rai 3, che inizialmente aveva gli stessi orari del secondo canale, vide variare gli orari di inizio di programmi negli anni successivi. Nel 1991, in occasione della prima guerra del Golfo, venne per la prima volta adottata la programmazione 24 ore su 24, che prese definitivamente il sopravvento il 21 dicembre 1991.

Il primo monoscopio

Durante queste pause veniva trasmesso il monoscopio. Il primo che venne utilizzato era in bianco e nero, ideato da Fulvio Brugia, basato sul monoscopio RCA e rielaborato dal grafico pubblicitario Erberto Carboni, lo stesso che creò il logo Rai anni ‘50 a lettere squadrate, inizialmente solo per la radio, e che poi aggiunse nel 1954 le due lettere TV sovrapposte. Successivamente, con le sperimentazioni televisive a colori, venne sostituito da un monoscopio a colori, il Philips PM5544. Quest'ultimo è stato proposto fino al 23 giugno 2012 nelle pause notturne che la Rai operava una volta alla settimana (il primo martedì del mese su Rai 1, il secondo martedì del mese su Rai 2 e il terzo venerdì del mese su Rai 3). L'immagine era accompagnata da una nota continua: un sol a 384 Hz per il monoscopio RCA, e a 400 Hz per il monoscopio Philips PM5544, che si alternava con una voce di una donna o con della musica. La terza rete televisiva, all'epoca, proponeva anche il monoscopio della sede regionale: si trattava sempre del Philips PM5544, ma che recava nella barra sottostante l'identificazione della sede di trasmissione.

Sequenze di apertura e chiusura delle trasmissioni

[modifica | modifica wikitesto]

L'apertura e la chiusura delle trasmissioni erano annunciate tramite apposite sequenze di sigle, occasionalmente realizzate da grafici e musicisti di fama nazionale e internazionale. Queste sigle, ambientate su un cielo nuvoloso, erano basate sui movimenti di un traliccio costituito dall'incrocio di diverse linee, disegnato dallo scenografo Tito Varisco.

  • Nella sigla di apertura – la più nota nonché la prima a essere stata adottata a partire dagli anni cinquanta –, che utilizzava come accompagnamento musicale una versione orchestrale di Tutto cangia, il ciel s'abbella (dal finale del Guglielmo Tell di Gioachino Rossini), il traliccio scorreva dall'alto verso il basso mentre le nuvole si muovevano in senso opposto. Sovrapposti a quest'animazione apparivano il marchio "TV" (al centro dello schermo) e la scritta in stampatello minuscolo "Rai-radiotelevisione italiana" (in basso) per sparire dopo pochi secondi, mentre il disegno a linee bianche continuava a scorrere diventando sempre più articolato. Durante gli ultimi secondi della sigla, riapparivano il marchio e la scritta già citati. Infine, il disegno a linee bianche cessava di scorrere mostrando la sua parte superiore, ossia la rappresentazione stilizzata di un'antenna televisiva da cui si estendeva una serie di raggi divisi in due gruppi: uno verso destra e l'altro verso sinistra. Al termine della sigla compariva un cartello muto a sfondo nero, che mostrava due gruppi di ovali concentrici disposti a "X", cui davanti erano visibili un altro gruppo di cerchi concentrici e il logo della Rai con in basso, in stampatello maiuscolo, "RADIOTELEVISIONE ITALIANA".
  • Anche nella sigla di chiusura, accompagnata dal brano Armonie del pianeta Saturno di Roberto Lupi, apparivano il logo "TV" e la scritta "Rai-radiotelevisione italiana". Diversamente dalla sequenza di apertura, tuttavia, il traliccio (di disegno differente e assai più corto) scorreva in maniera inversa così come le nuvole presenti sullo sfondo. Durante gli ultimi secondi della sigla, il logo e la scritta di cui sopra venivano sostituiti dalla dicitura in caratteri corsivi "Fine delle Trasmissioni", che rimaneva sullo schermo per alcuni secondi fino alla sparizione del traliccio. Al termine della sigla compariva un cartello muto a sfondo blu, che mostrava la scritta:
    • Le trasmissioni sulla rete del [Nazionale/Secondo] riprenderanno domani alle ore… (fino a febbraio 1976);
    • Le trasmissioni sulla Rete [1/2/3] riprenderanno domani alle ore… (marzo 1976-aprile 1980). Nell'agosto 1979 venne inserito un riquadro nell'orario di rimessa in onda dei programmi;
    • Le trasmissioni riprenderanno domani alle ore… (nella prima metà degli anni ottanta, versione computerizzata)
  • Nei primi anni di trasmissioni, la terza rete adottò una sigla specifica – aggiuntiva a quelle generiche di apertura e chiusura –, accompagnata dal brano Il cielo in una rete di Piero Piccioni.

Per tutte le tre sigle la grafica fu realizzata e curata da Erberto Carboni. Esse vennero sostituite il 27 gennaio 1986 da una nuova grafica computerizzata accompagnata da un frammento di 30 secondi del Canto degli Italiani arrangiato elettronicamente; quest'ultima sigla fu mantenuta in uso fino al 23 giugno 2012, subendo solo due aggiornamenti nel 1988, con l'inserimento del nuovo logo aziendale e del tricolore all'interno di esso, e nel 1990, quando fu cambiato l'orientamento delle strisce del tricolore da orizzontale a verticale. Durante la sospensione, al monoscopio si alternava un messaggio di avviso su sfondo blu con scritto Le trasmissioni riprenderanno/inizieranno alle ore…, seguita dall'orario di ripresa delle trasmissioni.

Modalità e disponibilità delle trasmissioni

[modifica | modifica wikitesto]

I canali Rai vengono diffusi attraverso la televisione digitale terrestre, tramite satelliti, in streaming attraverso una piattaforma dedicata e, all'estero, anche via cavo, attraverso accordi commerciali stipulati con le singole piattaforme televisive. La programmazione completa, tuttavia, è disponibile solo ai cittadini italiani, della Repubblica di San Marino e della Città del Vaticano (se residenti fuori dall'Europa ciò avviene attraverso Rai Italia), in quanto Rai non dispone dei diritti per la diffusione di alcuni programmi all'estero. Tale programmazione, che comprende soprattutto film, serie TV e cartoni animati, viene quindi criptata o resa a pagamento. Per questo motivo, la diffusione in digitale terrestre e in streaming (tramite RaiPlay) è disponibile solo in Italia, San Marino e Vaticano.

La diffusione satellitare avviene principalmente in Europa attraverso la piattaforma Tivùsat (Hot Bird 13° est) e, limitatamente a Italia, Francia, Austria, Svizzera e Slovenia, anche su Eutelsat (5° ovest). Su Tivùsat è presente l’intera offerta Rai in HD, ma solo alcuni canali in HD sono ricevibili anche dagli altri cittadini europei (Rai 1 HD, Rai 2 HD, Rai 3 HD, Rai Gulp HD, Rai News 24 HD, Rai Sport HD, Rai Storia HD e Rai Scuola HD) (alcuni programmi vengono comunque criptati). Su Eutelsat sono invece liberamente ricevibili tutti i canali in SD, con in aggiunta tutte le versioni regionali di Rai 3, e quattro canali in HD. La Rai diffonde anche su altri satelliti fuori dall'Europa, solitamente a pagamento.

La diffusione via cavo avviene principalmente fuori dall'Europa (ad eccezione di Svizzera, Germania e Paesi Bassi), e a differenza delle altre modalità di trasmissione è sempre a pagamento. Inoltre, con questa modalità vengono diffusi solitamente solo i tre canali principali (Rai 1, Rai 2, Rai 3) oppure il bouquet Rai Italia.

Lo stesso argomento in dettaglio: Rai Radio.

Dall'11 settembre 2022 sono stati definitivamente spenti tutti i ripetitori in AM, pertanto, da tale data, non è più possibile ascoltare programmi radiofonici di Rai in quella banda.[64]

Logo Nome Data di lancio Diffusione LCN Streaming
FM DAB+ Via cavo iTunes Digitale terrestre Tivùsat Sky Italia RaiPlay RaiPlay Sound Rai TV+
Rai Radio 1 5 ottobre 1924 Si Si Si 701 601 8820 No Si
Rai Radio 2 20 marzo 1938 202[65], 702 202[65], 602 8822 Si[65]
Rai Radio 3 30 settembre 1950 703 603 8824 No
Rai Gr Parlamento 4 gennaio 1998 No No 704 (HbbTV) 605 8830
Rai Radio 3 Classica 30 novembre 1958 Si[66] Si 706 (HbbTV) 607 8826
Rai Radio Kids 11 giugno 2017 No No 707 (HbbTV) 639 8831
Rai Radio Live Napoli 23 ottobre 2015 708 (HbbTV) 640 8833
Rai Radio Tutta Italiana 30 novembre 1958 Si 710 (HbbTV) 637 8828
Rai Radio Techete' 6 settembre 2015 No 709 (HbbTV) 638 8835
Rai Radio 1 Sport 13 giugno 2018 711 (HbbTV) 606 8825
No Name Radio 15 dicembre 2022 712 (HbbTV) 636 8829
Rai Isoradio 23 dicembre 1989 Si[66] 705 (HbbTV) 604 8834

Il canale Rai Radio Trst A e il programma transfrontaliero L'Ora della Venezia Giulia, dapprima irradiati in onda media rispettivamente sui 981 e 936 kHz, dopo la dismissione della programmazione su questa banda, si possono ascoltare in chiaro dal 10 settembre sul satellite 13.0°E Hot Bird 13C frequenza 11766,00 MHz polarizzazione verticale, SR 29.900 FEC 3/4[67]

Logo Nome Data di lancio Diffusione LCN Streaming
FM DAB+ Via cavo iTunes Digitale terrestre Tivùsat Sky Italia RaiPlay RaiPlay Sound Rai TV+
Rai Radio Südtirol 6 febbraio 1966 Si No No 619 No No(streaming dai relativi siti) Si No
Rai Radio Trst A 4 febbraio 1944 642 Si
Rai Radio 1 L'Ora della Venezia Giulia 1931 641 No

Testate giornalistiche

[modifica | modifica wikitesto]
Logo Nome Data di lancio Descrizione
TG1 14 marzo 1976 Notiziario in onda su Rai 1.
TG2 Notiziario in onda su Rai 2.
TG3 14 dicembre 1979 Notiziario in onda su Rai 3.
TGR Produce notiziari e programmi d'informazione in onda su Rai 3, Rai 3 BIS FJK, Rai Radio 1 e Rai Radio Trst A.
Rai News 30 novembre 2013 Realizza e produce il canale televisivo Rai News 24, il relativo sito internet (in collaborazione con le altre testate Rai) e Televideo.
Rai Sport 3 agosto 1997 Segue gli eventi sportivi con notiziari e programmi diffusi sui tre canali televisivi generalisti, Rai News 24 e sull'omonimo canale tematico.
Rai Parlamento 26 settembre 1993 Realizza programmi di natura parlamentare, sia televisivi sia radiofonici, che vengono trasmessi sui tre canali TV generalisti e su Rai Radio 1.
Rai Giornale Radio 28 ottobre 1929 Cura i notiziari di Rai Radio 1, Rai Radio 2, Rai Radio 3, Rai Isoradio e delle radio specializzate e gestisce il palinsesto di Rai Gr Parlamento.

Rai Mobilità

[modifica | modifica wikitesto]

Il Centro di coordinamento informazioni sulla sicurezza stradale "viaggiare informati" è un servizio di pubblica utilità della Rai nato nel 1990. Realizza notiziari informativi sul traffico sia per la TV, su Rai News 24, sia per la radio, Rai Radio 1, Rai Radio 2, Rai Radio 3, con Onda Verde, e Rai Isoradio. Con l'autoradio dotata dell'RDS-TA e RDS-TP è possibile, mentre si ascolta un altro programma o una registrazione, ottenere il passaggio automatico dei notiziari Onda Verde a condizione che le funzioni RDS TA e TP siano attivate.

Rai Televideo

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Televideo.

Servizio con un numero elevato di informazioni tramite teletext trasmesso su tutte le reti televisive diffuse sul DTT che satellite (sia SD sia HD).

Su Rai 3 alcune pagine del Televideo sono a carattere regionale realizzate dalle rispettive sedi regionali.

Logo Nome Descrizione
Rai Cultura Si occupa dei programmi educativi in onda sulle tre reti televisive generaliste e dei canali tematici Rai 5, Rai Storia e Rai Scuola.
Rai Documentari Produce e acquista documentari per collocazioni di prima e seconda serata su Rai 1, Rai 2 e Rai 3.
Rai Fiction Produce serie televisive, film TV, soap opera e cartoni animati per i canali generalisti e i canali tematici Rai Gulp e Rai Yoyo.
Rai Gold Gestisce i canali Rai 4, Rai Movie, Rai Premium e Rai Italia.
Rai Kids Gestisce Rai Gulp e Rai Yoyo e produce contenuti Rai destinati a bambini e ragazzi.
Rai Meteo Cura e coordina tutti i contenuti informativi legati alla meteorologia, in onda sui canali Rai.
Rai Quirinale Si occupa degli avvenimenti che riguardano e coinvolgono il Quirinale, come il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Italiana.
Rai Radio Gestisce la programmazione dei canali radiofonici dell'azienda pubblica.
RaiPlay e Digital Gestisce la piattaforma multimediale RaiPlay e la produzione di contenuti originali per quest'ultima.
Rai Teche Cura l'archivio audiovisivo Rai.
Rai Vaticano Si occupa di seguire le dirette degli avvenimenti importanti svolti a Roma o nella Città del Vaticano, in collaborazione con Vatican Media.
Rai Vd'A

Con il sito web Rai.it offre una moltitudine di servizi via internet tra i quali news, TV, radio e sport.

Tramite il portale RaiPlay è possibile:

  • seguire in diretta streaming, al netto di alcune restrizioni, i 13 canali TV (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4, Rai 5, Rai News 24, Rai Sport, Rai Movie, Rai Premium, Rai Yoyo, Rai Gulp, Rai Storia, Rai Scuola) e la visual radio di Rai Radio 2.
  • consultare la guida TV con i palinsesti di tutte le reti TV e radio.
  • rivedere i programmi dei giorni precedenti.
  • accedere a una proposta di serie, fiction, film, documentari, concerti andati in onda sui canali Rai.
  • accedere a contenuti inediti.

RaiPlay è fruibile, inoltre, tramite tutti i browser più diffusi sul mercato sia su PC sia su smartphone e tablet iOS, Android e Windows, oltre che sotto forma di applicazione per i dispositivi mobili e le Smart TV. In alcune regioni autonome sono attivi siti internet Rai propri in lingua:

Mediante il portale RaiPlay Sound è possibile, invece, fruire dei medesimi servizi di RaiPlay ma dedicati alle reti di Rai Radio.

Rai.it consente di conoscere, in base ai diversi fusi orari, la programmazione dei quattro canali televisivi di Rai Italia diffusi nei quattro continenti.

Orchestra sinfonica nazionale

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Orchestra sinfonica nazionale della RAI.

L'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai è nata dall'unificazione delle orchestre della Rai di Torino, Milano, Roma e Napoli. L'Orchestra, con sede a Torino presso l'Auditorium Rai di piazza Rossaro, realizza concerti sinfonici trasmessi prevalentemente da Rai Radio 3 e in TV da Rai 5. Si occupa della registrazione di sigle e colonne sonore di programmi televisivi e radiofonici Rai e partecipa a numerosi concerti ed eventi musicali italiani nonché a tournée in Europa (tra le quali in Svizzera e in Russia) e Sud America. Da ottobre 2016 il direttore è il prof. James Conlon.

Lo stesso argomento in dettaglio: Rai Libri.

Rai Libri società attiva nel mercato editoriale con diverse pubblicazioni di riviste e libri. Da qualche anno, con lo stesso marchio vengono pubblicati CD e DVD legati ai programmi televisivi prodotti dall'azienda, in precedenza editi da Rai Trade.

Proprio quest'ultima nacque dalle ceneri delle etichette discografiche ufficiali gestite dalla Rai, mediante le quali venivano stampate e diffuse tutte le opere musicali legate alla TV a partire dal 1957 (prevalentemente colonne sonore e sigle): Cetra, poi fusa con la Fonit in Fonit Cetra, e successivamente in Nuova Fonit Cetra.

Tra i molti artisti che hanno inciso per la Fonit Cetra ricordiamo Narciso Parigi, Claudio Villa, il Quartetto Cetra, Sergio Endrigo, Marisa Sannia, Marco Armani, i New Trolls, i Delirium, Patty Pravo, Milva, Bruno Venturini, Roberto Balocco, Otello Profazio, Gipo Farassino, Amedeo Minghi, Mietta, Mango, Loretta Goggi, Raffaella Carrà, Mia Martini, Ivano Fossati e Fausto Papetti, Luca Barbarossa, Manuel De Peppe, Michele Zarrillo, i Ricchi e Poveri, Gino Paoli, Gigi Finizio, gli Osanna, Renzo Arbore, Gigi D'Alessio, Nancy Cuomo, Anna Loddo, Rosa Balistreri, Maria Carta, Antonietta Laterza, Mimmo Cavallo, l'attrice Dalila Di Lazzaro, e tanti altri.

Radiocorriere TV

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Radiocorriere TV.

È un periodico settimanale edito dalla Rai che si occupa della presentazione dei propri programmi radio-TV e che dal 2014 viene pubblicato solo in edizione digitale sul web aziendale.

Venne pubblicato per la prima volta il 18 gennaio 1925 con il nome di "Radio Orario" quale organo ufficiale della Unione Radiofonica Italiana con sede in Roma[69].

Nel gennaio 1930 il settimanale, che usciva di sabato, veniva pubblicato con il nuovo nome di "Radio Corriere" organo della EIAR[69].

La prima settimana di gennaio del 1959 la testata cambia nome in "Radiocorriere TV"[69].

Il 6 settembre 1999 il Radiocorriere TV torna in edicola dopo quattro anni di assenza[70].

Dal 3 gennaio 2014 lo storico periodico passa dalla carta stampata alla sola pubblicazione, gratuita, sul web. Tutti i numeri pubblicati nel tempo sono presenti in un archivio digitale e possono essere consultati e scaricati in formato PDF[71][72].

Innovazione e ricerca

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Centro ricerche e innovazione tecnologica Rai.

Il centro ricerche e innovazione tecnologica, denominato dal 2018 Rai CRITS (acronimo di Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione), si trova a Torino in Via Cavalli, 6 dopo il trasferimento dalla sede storica di Corso Giambone 68 occupata dal 1961 fino al 2014[73].

Nasce a Torino nel 1930 come “Laboratorio e Officine”, nel 1961 diventa “Laboratorio Ricerche”, nel 1999 assume la denominazione di “Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica” (CRIT) e, dal 2018, quella attuale[74].

Qui vengono studiate e progettate nuove tecniche di broadcasting sia per la TV sia per la radio, concentrandosi in particolare su applicazioni innovative per la trasmissione digitale del segnale TV.

Le tecnologie sviluppate in questa struttura sono brevetti di proprietà del gruppo Rai e possono essere offerti su licenza a privati[75].

Sedi e centri di produzione

[modifica | modifica wikitesto]

La sede legale e amministrativa, la presidenza e la direzione delle reti generaliste sono a Roma in Viale Giuseppe Mazzini 14; la direzione generale è invece divisa tra viale Mazzini e la nuova sede di Via Cavalli 6 a Torino che ha sostituito quella all'interno del grattacielo Rai di Via Cernaia 33.[73] Torino ospita anche il centro ricerche e innovazione tecnologica e l'auditorium di Piazza Rossaro, 1 dove si esibisce l'orchestra sinfonica nazionale.

Centri di produzione televisiva (CPTV)

[modifica | modifica wikitesto]
Città Sede Tipo di struttura
Roma CPTV Raffaella Carrà - via Teulada, 66 9 studi
Centro radiotelevisivo Biagio Agnes (Saxa Rubra) 14 studi
Studi televisivi Fabrizio Frizzi (ex Dear) 7 studi
Teatro delle Vittorie Teatro
Auditorium Rai del Foro Italico Auditorium
Milano CPTV Corso Sempione - Corso Sempione, 27 6 studi
CPTV Mecenate - via Mecenate, 76 6 studi
Napoli CP viale Marconi, 9 7 studi
Auditorium Rai di Napoli "Domenico Scarlatti" Auditorium
Torino Centro di produzione TV Piero Angela - via Verdi, 16 8 studi
Auditorium Rai di Torino "Arturo Toscanini" Auditorium
Centro ricerche Rai Centro ricerche

Centri di produzione radiofonica (CPR)

[modifica | modifica wikitesto]
Città Sede
Roma CPR via Asiago, 10
CP Saxa Rubra
Milano CP Corso Sempione, 27
Napoli CP viale Marconi, 9
Torino CP via Verdi, 31

Sedi regionali - produzione TV e radio

[modifica | modifica wikitesto]

Sedi regionali distaccate

[modifica | modifica wikitesto]
Sede di Rai Calabria in via Giuseppe Raffaelli, 15 a Catanzaro

Sedi all'estero

[modifica | modifica wikitesto]

I precedenti uffici di corrispondenza da Beirut, Buenos Aires, Madrid e Nuova Delhi e San Paolo sono stati chiusi nel 2012 a seguito di una riduzione dei costi aziendali[76][77][78]. Le sedi di Mosca, Istanbul e Nairobi, anch'esse chiuse nel 2012, sono state in seguito ripristinate (la prima nel 2013 e le altre due nel 2015); nel 2016 è stata aperta la sede di Rio de Janeiro (in occasione dei giochi olimpici del 2016) per le corrispondenze dal Brasile e il resto del Sudamerica. Le sedi estere sono ora 12.

Le minoranze linguistiche e le regioni autonome

[modifica | modifica wikitesto]

La Rai, per dovere contrattuale[79], trasmette da alcune sedi regionali una programmazione più vicina alle popolazioni e alle realtà locali.

Trentino-Alto Adige

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Sede Rai di Bolzano e Sede Rai di Trento.

La sede Rai di Bolzano gestisce la programmazione regionale più complessa, trasmettendo per i tre gruppi linguistici italiano, tedesco e ladino.

Oltre alle edizioni quotidiane del TGR e al Settimanale del sabato in lingua italiana, trasmesso per il Trentino-Alto Adige separatamente per le Province autonome di Bolzano e Trento, ogni domenica mattina, nella fascia oraria 09:45-10:55, alternativamente da Bolzano e da Trento, vengono trasmessi programmi riguardanti le due Province (ambiente, economia, tradizioni...): per i cittadini (Puntopiù - a cura del centro consumatori) o riguardanti altre minoranze linguistiche (e realtà culturali simili, in Italia e in Europa), tra cui vi è Alpe Adria (prodotto da Rai Friuli Venezia Giulia di Trieste, ma con la collaborazione di Bolzano e Trento).

La minoranza di lingua tedesca ha un proprio canale generalista dedicato, denominato Rai 3 bis, su cui opera la struttura Rai Südtirol (fino al 2014 Rai Sender Bozen), il cui orario di trasmissione varia quotidianamente (il lunedì le trasmissioni iniziano alle 6:30 e terminano alle 22:30) e che nei tempi morti ripete Rai 3. Sulle frequenze di Rai 3 vengono trasmessi programmi dedicati ai bambini (Karamela, Die Abenteuer der Maus auf dem Mars), agli adolescenti e studenti (Klick-das Jugend Info-Magazin), agli anziani (Regenbogen), all'agricoltura (Landwirtschaft), all'economia e alla società (Trend, Pluspunkt), alla cultura, alla storia, all'attualità (Pro und Kontra) e allo sport (Sport am Sonntag).

La struttura tedesca è anche inserita, in quanto parte della Rai, nel circuito dell'Unione europea di radiodiffusione (Eurovisione) e produce il popolare concorso canoro della "Volksmusik" (musica popolare, Grand Prix der Volksmusik) insieme a tre emittenti pubbliche estere: la tedesca ZDF, l'austriaca ORF e la svizzero-tedesca SRF. La trasmissione viene prodotta ogni anno in un luogo diverso e nel 2002 ha avuto luogo a Merano ed è stata organizzata dal Sender Bozen. Inoltre la rete trasmette in diretta, ogni anno, il concorso pianistico internazionale Ferruccio Busoni e le selezioni per il "Grand Prix der Volksmusik", nonché edizioni speciali a cura della redazione giornalistica in casi di avvenimenti elettorali.

Ogni giorno vengono trasmessi due notiziari della durata di circa 20 minuti, alle 20:00 (Tagesschau) e alle 22:10 (Tagesschau 10 nach 10), che trattano di argomenti locali, nazionali e internazionali.

La struttura Rai Ladinia cura i programmi in lingua ladina, tra cui il notiziario locale, inserito alle 19:55 fra TGR e Tagesschau, della durata di 5 minuti e chiamato TRaiL (Televijion Rai Ladina), nonché un programma settimanale chiamato Paladina, della durata di circa 40 minuti. I programmi della sede vengono trasmessi su tutto il territorio provinciale dell'Alto Adige.

Friuli-Venezia Giulia

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Rai Friuli Venezia Giulia e Sede Rai di Trieste.

Valle d'Aosta

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Rai Vd'A e Sede Rai di Aosta.

Dalla sede regionale per la Valle d'Aosta (in francese, Siège régional pour la Vallée d'Aoste) di Saint-Christophe vengono diffusi quotidianamente programmi regionali in italiano, o in francese, alle ore 20 (la domenica al mattino).

Il TG regionale delle 19:35 contiene notizie in italiano, francese (spesso con servizi dalla redazione di France 3 della regione Rodano-Alpi riguardanti eventi o argomenti relativi ai dipartimenti francesi limitrofi) e talvolta in patois valdostano. La TGR va in onda senza sottotitoli, in virtù del bilinguismo totale che vige in Valle d'Aosta. Si tratta di un caso unico nel panorama delle minoranze linguistiche d'Italia, legato alla politica d'istruzione vigente, atta a non separare la società valdostana in comunità linguistiche. Successivamente alla TGR, prevalentemente in italiano, viene diffusa la trasmissione RAI Vd'A - Programmes, largamente in francese e spesso anche in patois valdostano, anche in questo caso senza sottotitoli per lo stesso motivo.

Lo stesso argomento in dettaglio: Sede Rai di Cagliari.

In Sardegna vi sono due sedi della Rai: la principale a Cagliari e un'altra a Sassari, in entrambe si trovano gli archivi che custodiscono le teche di Rai Sardegna, aperti al pubblico dal 2005, o visionabili on line dal sito della biblioteca digitale della Sardegna[80], dopo un lavoro di recupero e catalogazione del materiale radiofonico e audiovisivo, prodotto in circa 50 anni di attività dalle due sedi Rai.

Lo stesso argomento in dettaglio: Sede Rai di Palermo.

La sede Rai Sicilia ha due dislocazioni, la principale a Palermo e l'altra a Catania. Nella sede di Palermo di viale Strasburgo, nata negli anni '80, vi è un polo produttivo dedicato al Mediterraneo, con un centro di produzione TV e un auditorium, dal 2001 al 2012 produceva il canale in italiano e arabo Rai Med[81]. Quotidianamente si trasmettono TG e GR regionali e si producono le rubriche Mediterraneo, Buongiorno Regione e il Settimanale della TGR.

L'archivio storico di Rai Sicilia è costituito da 886 programmi televisivi realizzati tra il 1979 e il 1993, riversati e digitalizzati, grazie a un accordo con la Regione Siciliana è disponibile on line[82][83].

Governance e dirigenza

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Governance della Rai.

La Rai è soggetta a una particolare disciplina di governance per tutelare la peculiarità delle attività della stessa. Varie modifiche legislative infatti sono state necessarie per le pronunce della Corte costituzionale, che ha riconosciuto il ruolo fondamentale del servizio pubblico per l'attuazione dell'articolo 21 della Costituzione italiana.

Secondo la riforma della Rai del 2015, il consiglio di amministrazione consta di 7 membri, di cui quattro nominati da Camera e Senato, due dal governo e uno dall'assemblea dei dipendenti. I membri del Consiglio d'Amministrazione hanno un termine di mandato di tre anni anche se possono essere nominati di nuovo.

La riforma del 2015 ha modificato anche la nomina del presidente del CdA (scelto ora da quest'ultimo tra i suoi membri) e ha introdotto la figura dell'amministratore delegato.

Il Testo unico della radiotelevisione qualifica la Rai come "società di interesse nazionale", ai sensi dell'articolo 2461 del codice civile italiano[84].

Nome dal al Note
Arturo Carlo Jemolo 20 aprile 1945 9 agosto 1946 Presidenti RAI - Radio Audizioni Italiane
Giuseppe Spataro 9 agosto 1946 17 maggio 1951
Cristiano Ridomi 17 maggio 1951 11 marzo 1954
Antonio Carrelli 3 giugno 1954 4 gennaio 1961
Novello Papafava 4 gennaio 1961 25 marzo 1964
Pietro Quaroni 29 maggio 1964 12 aprile 1969
Aldo Sandulli 23 aprile 1969 18 febbraio 1970
Umberto Delle Fave 24 marzo 1970 22 aprile 1975
Beniamino Finocchiaro 23 maggio 1975 20 gennaio 1977
Paolo Grassi 20 gennaio 1977 12 giugno 1980
Sergio Zavoli 12 giugno 1980 23 ottobre 1986
Enrico Manca 23 ottobre 1986 19 febbraio 1992
Walter Pedullà 19 febbraio 1992 13 luglio 1993
Claudio Dematté 13 luglio 1993 12 luglio 1994
Letizia Moratti 12 luglio 1994 24 aprile 1996
Giuseppe Morello 24 aprile 1996 10 luglio 1996
Vincenzo Siciliano 10 luglio 1996 21 gennaio 1998
Roberto Zaccaria 3 febbraio 1998 16 febbraio 2002
Vittorio Emiliani 16 febbraio 2002 22 febbraio 2002 Consigliere anziano - facente funzioni
Antonio Baldassarre 5 marzo 2002 26 febbraio 2003
Paolo Mieli 7 marzo 2003 13 marzo 2003 Nominato dai presidenti delle Camere ma mai entrato in carica
Lucia Annunziata 13 marzo 2003 4 maggio 2004
Francesco Alberoni 5 maggio 2004 31 maggio 2005 Consiglieri anziani - facenti funzioni
Sandro Curzi 1º giugno 2005 30 luglio 2005
Claudio Petruccioli 31 luglio 2005 25 marzo 2009
Paolo Garimberti 26 marzo 2009 8 giugno 2012
Anna Maria Tarantola 8 giugno 2012 5 agosto 2015
Monica Maggioni 6 agosto 2015 26 luglio 2018 [85]
Marcello Foa 27 luglio 2018 16 luglio 2021 [86]
Marinella Soldi 16 luglio 2021 10 agosto 2024 [87]
Roberto Sergio 10 agosto 2024 1º ottobre 2024 Consiglieri anziani - facenti funzioni
Antonio Marano 1º ottobre 2024 in carica

Amministratori delegati

[modifica | modifica wikitesto]
Nome dal al Note
Filiberto Guala 3 giugno 1954 26 giugno 1956 [88]
Marcello Rodinò di Miglione 27 giugno 1956 28 aprile 1965 [88]
Gianni Granzotto 29 aprile 1965 12 aprile 1969 [88]
Luciano Paolicchi 13 aprile 1969 28 luglio 1971 [88]
Carica non in uso (1971–2018)
Fabrizio Salini 27 luglio 2018 16 luglio 2021 [89]
Carlo Fuortes 16 luglio 2021 14 maggio 2023
Roberto Sergio 15 maggio 2023 1º ottobre 2024 [90]
Giampaolo Rossi 1º ottobre 2024 in carica

Direttori generali

[modifica | modifica wikitesto]
Nome dal al
Salvino Sernesi ottobre 1947 1953
Giovan Battista Vicentini 13 marzo 1954 13 marzo 1955
Rodolfo Arata 13 aprile 1956 30 settembre 1960
Ettore Bernabei 5 gennaio 1961 18 settembre 1974
Michele Principe 23 maggio 1975 25 gennaio 1977
Giuseppe Glisenti 26 gennaio 1977 17 giugno 1977
Pierantonino Berté 12 luglio 1977 18 giugno 1980
Villy de Luca 19 giugno 1980 21 luglio 1982
Biagio Agnes 29 luglio 1982 1º febbraio 1990
Gianni Pasquarelli 5 febbraio 1990 23 luglio 1993
Gianni Locatelli 23 luglio 1993 3 agosto 1994
Gianni Billia 3 agosto 1994 31 dicembre 1994
Raffaele Minicucci 16 gennaio 1995 28 febbraio 1996
Aldo Materia 6 marzo 1996 15 luglio 1996
Franco Iseppi 15 luglio 1996 8 febbraio 1998
Pier Luigi Celli 9 febbraio 1998 9 febbraio 2001
Claudio Cappon 9 febbraio 2001 19 marzo 2002
Agostino Saccà 19 marzo 2002 27 marzo 2003
Flavio Cattaneo 27 marzo 2003 5 agosto 2005
Alfredo Meocci 5 agosto 2005 20 giugno 2006
Claudio Cappon 22 giugno 2006 2 aprile 2009
Mauro Masi 2 aprile 2009 2 maggio 2011
Lorenza Lei 3 maggio 2011 16 luglio 2012
Luigi Gubitosi 17 luglio 2012 5 agosto 2015
Antonio Campo Dall'Orto 6 agosto 2015 2 giugno 2017
Mario Orfeo 9 giugno 2017 26 luglio 2018
Alberto Matassino 27 marzo 2019 15 settembre 2021
Giampaolo Rossi 15 maggio 2023 1º ottobre 2024
Roberto Sergio 1º ottobre 2024 in carica

Struttura organizzativa

[modifica | modifica wikitesto]
Organo/Settore Nome
Presidente del consiglio di amministrazione Antonio Marano (facente funzioni)
Amministratore delegato Giampaolo Rossi
Governance e segreteria societaria/Staff del presidente Nicola Claudio
Area Corporate e supporto
Staff dell'amministratore delegato Paola Marchesini
Risorse umane e organizzazione Felice Ventura
Comunicazione Nicola Rao
Relazioni internazionali e affari europei Simona Martorelli
Relazioni istituzionali Angela Mariella
Rai per la Sostenibilità ESG Roberto Natale
Affari legali e societari Francesco Spadafora
Acquisti Massimo Rosso
Diritti sportivi vacante
Risorse televisive e artistiche Alberto Longatti
Canone, beni artistici e accordi istituzionali Roberto Ferrara

Direttori editoriali

[modifica | modifica wikitesto]
  • Direzione editoriale per l'offerta informativa: Monica Maggioni
  • Direzione creativa: Massimo Maritan
  • Offerta estero: Fabrizio Ferragni
  • Reti e piattaforme: Tonio Di Stefano
  • Rai Pubblica Utilità: Giuseppe Sangiovanni

Consiglio di amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]

Consiglieri designati dalla Commissione parlamentare di vigilanza e dal parlamento

[modifica | modifica wikitesto]

Consigliere designato dai dipendenti Rai

[modifica | modifica wikitesto]
  • Davide Di Pietro (dal 20 novembre 2023)

Consiglieri designati dal Ministero dell'economia e delle finanze

[modifica | modifica wikitesto]
  • Giampaolo Rossi (Amministratore delegato)
  • Simona Agnes

Strutture e direzioni di genere

[modifica | modifica wikitesto]
Nome Direttore In carica dal
Cultura ed Educational Silvia Calandrelli 20 luglio 2011
Documentari Fabrizio Zappi 16 dicembre 2021
Cinema e Serie TV Adriano De Maio 25 maggio 2023
Fiction Maria Pia Ammirati 10 novembre 2020
Approfondimento Paolo Corsini 25 maggio 2023
Intrattenimento Day Time Angelo Mellone
Intrattenimento Prime Time Marcello Ciannamea
Kids Luca Milano 14 aprile 2017
Sport Iacopo Volpi 25 maggio 2023
Rai Radio Roberto Sergio[91] 14 dicembre 2016
Rai Quirinale Andrea Covotta settembre 2019
Rai Teche Andrea Sassano 7 ottobre 2021
Rai Vaticano Stefano Ziantoni 9 ottobre 2022
Rai Italia Fabrizio Ferragni 25 gennaio 2022
Pubblicità e Diritti Radio vacante 15 maggio 2023

Canali radiofonici

[modifica | modifica wikitesto]
Canale Direttore In carica dal
Rai Radio 1 Francesco Pionati 25 maggio 2023
Rai Radio 2 Simona Sala
Rai Radio 3 Andrea Montanari 25 marzo 2021
Rai Radio Tutta Italiana Gianmaurizio Foderaro 12 giugno 2017
Rai Radio 3 Classica Maria Gabriella Ceracchi
Rai Radio Techete' Andrea Borgnino
Rai Radio Live Napoli Fabrizio Casinelli
Rai Radio Kids Gianfranco Onofri
Rai Isoradio Alessandra Ferraro 13 giugno 2023
Rai Gr Parlamento Francesco Pionati 25 maggio 2023
Rai Radio 1 Sport
Rai Radio Trst A Guido Corso 3 giugno 2013
Rai Südtirol Radio Vittorio Longati 1º agosto 2013

Testate giornalistiche

[modifica | modifica wikitesto]
Testata Direttore In carica dal
TG1 Gian Marco Chiocci 25 maggio 2023
TG2 Antonio Preziosi
TG3 Pierluca Terzulli[92] 7 ottobre 2024
Rai News Paolo Petrecca 18 novembre 2021
Rai Sport Iacopo Volpi 25 maggio 2023
Rai Parlamento Giuseppe Carboni
Testata Direttore In carica dal
Giornale Radio Rai Francesco Pionati 25 maggio 2023

Regionale (TV e radio)

[modifica | modifica wikitesto]
Testata Direttore In carica dal
TGR Alessandro Casarin 1º ottobre 2018

Il Gruppo Rai comprende diverse società che operano nel mercato dei media e del broadcasting[94].

RaiWeb è una società creata per tutelare i diritti d'immagine dei propri programmi televisivi che vengono riprodotti su YouTube, Instagram, TikTok e altre piattaforme; dall'11 gennaio 2024 si occupa della tutela dei diritti d'immagine anche per i contenuti e le produzioni di RaiPlay, Rai Cinema e Rai Teche.

Inoltre la Rai è uno dei membri fondatori dell'UER.

La Rai si è specializzata negli ultimi anni anche nelle produzioni cinematografiche Rai Cinema, con la quale è spesso presente in prestigiosi concorsi cinematografici internazionali con altrettanto prestigiose coproduzioni.

Rai Way è la società a cui la Rai ha trasferito la sua rete di trasmissione, mentre Rai Com è la società che si occupa di promuovere l'immagine dell'Italia nel mondo attraverso le migliori produzioni radiotelevisive della capogruppo[95].

  • Con l'Italia
    I rapporti con lo Stato italiano sono regolati da una convenzione triennale[96].
  • Con la Repubblica di San Marino
    La Rai è stata parte attiva nella creazione di San Marino RTV, radiotelevisione pubblica del piccolo stato. L'azienda italiana nomina per essa il direttore generale. A marzo 2008 le due parti hanno rinnovato la convenzione per altri 5 anni.
  • Con Euronews
    La Rai è il secondo tra gli azionisti pubblici di riferimento di Euronews SA, la società che si occupa della gestione del canale all-news Euronews.
Lo stesso argomento in dettaglio: Canone televisivo in Italia.

Per onorare la concessione con lo Stato italiano, la Rai può contare su un'ampia quota devoluta dallo Stato di un'imposta sugli apparecchi televisivi, chiamata canone televisivo dovuta da chiunque detenga apparecchi in grado di ricevere trasmissioni televisive.

In compensazione di questa entrata, la Rai deve rispettare un contratto di servizio con lo Stato italiano, pena un'eventuale revoca della concessione annuale. La concessionaria dal servizio radiotelevisivo pubblico svolge una funzione di servizio universale di pubblica utilità, ed è interessata da una particolare disciplina rispetto alle emittenti commerciali regolato con il Contratto di Servizio.

Nel 2016 i contribuenti hanno versato alla Rai attraverso il canone 2,1 miliardi di euro[97].

Lottizzazione

[modifica | modifica wikitesto]

Taluni osservatori, commentatori e giornalisti, nonché forze politiche minoritarie, accusano la Rai di essere soggetta a un pressante controllo politico da parte del Parlamento e del Governo e di non essere dunque in grado di assicurare un'informazione indipendente, non condizionata da interessi di singoli politici o gruppi di emittenti televisive. Un'altra accusa alla RAI è di mancare di pluralismo e di operare censura verso professionisti di indubbio valore e competenza ma sgraditi agli uomini politici di riferimento. Tale controllo avviene tramite la nomina di persone chiave scelte dai partiti politici, in un'ottica di lottizzazione.[98]

Celebre è la ripartizione avvenuta durante la Prima Repubblica dopo la riforma del 1975, quando Rai 1 era influenzata dalla Democrazia Cristiana, Rai 2 dal Partito Socialista Italiano e Rai 3 dal Partito Comunista Italiano. Stessa cosa avvenne nei canali radiofonici e relativi giornali radio dove Radio 1 esprimeva le istanze del centrosinistra, mentre Radio 2 era più vicina all'area di centrodestra; Radio 3 invece fu destinata ai partiti minori (Partito Liberale Italiano e Partito Repubblicano Italiano).

La proposta principale che viene avanzata per risolvere questo problema è di svincolare almeno parzialmente la Rai dal controllo dei partiti politici adottando norme specifiche per la governance, come avviene in altri paesi europei.

Cattiva amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2008 Denise Pardo in un articolo su L'Espresso accusa la Rai di una cattiva gestione che avrebbe portato continui sprechi e una struttura interna elefantiaca tali da pregiudicare la produzione ottimale dei programmi radiotelevisivi di servizio[99].

A partire dal 2023-2024, la Rai viene spesso accusata di essere troppo di parte e soprannominata quindi TeleMeloni.[100] La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ribatte accusando la sinistra di monopolizzare le televisioni e pensare che gli altri facciano lo stesso.[101] Anche l'amministratore delegato Roberto Sergio contesta l'appellativo TeleMeloni ribattendo Teleopposizioni.[102] Secondo la leader del Partito Democratico Elly Schlein la Rai non sarebbe più un servizio pubblico.[103]

Qui di seguito viene riportato un prospetto delle principali annunciatrici e speaker storici Rai scelti in base all'anzianità di carriera o alla loro popolarità.

Lo stesso argomento in dettaglio: Speaker radiotelevisivo.
Nome
1954-1970 Edilio Tarantino
Gianni Rossi
Luigi Carrai
Marco Raviart
Riccardo Paladini
1970-1980 Alberto Lori
Giuseppe D'Amore
Roberto Di Palma
1980-2006 Adriana Retacchi
Gigi Pirarba
Piero Bernacchi
Pino Berengo Gardin
Teresa Piazza
Dal 2006 Alberto Angrisano
Alessandro Rigotti
Alessandro Rossi
Alessia Patacconi
Antonella Giannini
Augusto Lombardi
Beatrice Margiotti
Nunzia Palermo
Claudia Razzi
Emanuele Ruzza
Francesco Pezzulli
Isabella Pasanisi
Lucio Saccone
Massimo Corvo
Massimiliano Manfredi
Mario Cordova
Mirko Mazzanti
Gianluca Liborio
Paola Mari
Paolo Buglioni
Roberto Draghetti
Rodolfo Bianchi

Annunciatrici

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Signorine buonasera.
Periodo Nome
1954-1970 Aba Cercato
Anna Maria Gambineri
Emma Danieli
Fulvia Colombo
Gabriella Farinon
Maria Grazia Picchetti
Maria Teresa Ruta
Mariolina Cannuli
Marisa Borroni
Nicoletta Orsomando
Nives Zegna
Rosanna Vaudetti
1970-1980 Beatrice Cori
Maria Giovanna Elmi
Marina Morgan
Paola Perissi
Roberta Giusti
1980-2003 Alessandra Canale
Ilaria Moscato
Katia Svizzero
Maria Brivio
Maria Rita Viaggi
Peppi Franzelin
Lo stesso argomento in dettaglio: Eurovisione.

La Rai è membro fondatore dell'Unione europea di radiodiffusione, chiamata anche UER o EBU (dall'inglese European Broadcasting Union), fondata nel 1950 da 22 radio-televisioni europee occidentali che si staccarono dall'OIRT. L'Eurovisione è il circuito dell'UER che si occupa della trasmissione in tutta Europa di alcuni programmi di valenza nazionale e internazionale. La Rai trasmette in Eurovisione il Festival di Sanremo, il Palio di Siena, lo Zecchino d'Oro, le celebrazioni del Papa prodotte da Rai Vaticano tra cui l'Angelus e altri eventi di rilevanza europea. La Rai è stata uno dei primi enti radiotelevisivi a partecipare allo Eurovision Song Contest, al quale ha preso parte quasi ininterrottamente dal 1956 al 1997 e del quale è stata l'organizzatrice nel 1965, 1991 e 2022. Assente dal 1998 al 2010, la Rai ha ripreso a partecipare al concorso nel 2011 rientrando nel novero dei maggiori finanziatori delle attività dell'UER, potendo quindi esprimere il proprio concorrente direttamente nella finale. La Rai ha partecipato inoltre a tutte le edizioni estive di un'altra fortunata produzione UER, Giochi senza frontiere.

I programmi trasmessi in Eurovisione sono preceduti e seguiti da un'apposita sigla (comune a tutte le emittenti affiliate) che, seppure sia variata negli anni per quel che riguarda la grafica, è stata sempre accompagnata dal preludio del Te Deum di Marc-Antoine Charpentier, pure più volte riarrangiato.

L'azienda ha utilizzato vari slogan nel corso della sua storia. Uno dei più storici è «Rai. Di tutto, di più.», utilizzato fino all'11 settembre 2016 (seppur con varie modifiche negli anni, tra cui «Rai. Di tutti, di più.» e «Rai. Di tutti, ancora di più.»). In occasione degli europei di calcio 2012 è stato temporaneamente introdotto «Se è per tutti, è sulla Rai.».

Per Rai.tv (oggi RaiPlay) è stato utilizzato nel 2012 lo slogan «Qualcosa di più di una TV», mentre nel 2013 «Molto di più che una TV.».

Il 12 settembre 2016 con il lancio di RaiPlay è stato adottato lo slogan «Per te. Per tutti.». La piattaforma, invece, viene pubblicizzata con «Molto più di quanto immagini.» dal 2019.

Il 28 giugno 2022 in occasione della Presentazione dell'Offerta 2022/2023 della Rai, è stato adottato lo slogan «Visione italiana».

Il 7 luglio 2023 in occasione della Presentazione dell'Offerta 2023/2024 della Rai, è stato adottato lo slogan «Di tutto, di tutti.».

Il 19 luglio 2024 in occasione della Presentazione dell'Offerta 2024/2025 della Rai, è stato adottato lo slogan «Più voci, più talento.».

Cavalli della Rai

[modifica | modifica wikitesto]

Due importanti scultori italiani hanno realizzato monumenti equestri per le due sedi principali della Rai nella capitale:

  • Francesco Messina, nel 1966, ha realizzato il famoso Cavallo Morente, opera in bronzo posta all'ingresso della sede principale in viale Mazzini, 14 che ospita la presidenza, la direzione generale e quella delle reti televisive;
  • Mario Ceroli, nel 1980, ha realizzato il cosiddetto Cavallo Alato situato nelle pertinenze del Centro radiotelevisivo Biagio Agnes di Saxa Rubra, all'interno della quale si trovano gli studi delle testate giornalistiche nazionali, della sede laziale della TGR, nonché di Rai Italia, di Rai Radio 1, Isoradio e Gr Parlamento.
Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza»
— Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010[104]
  1. ^ a b c Relazione e bilanci al 31 dicembre 2021 (PDF), su rai.it. URL consultato il 7 febbraio 2023.
  2. ^ Ultime notizie su Rai, su argomenti.ilsole24ore.com, 24 febbraio 2016. URL consultato il 20 ottobre 2017 (archiviato il 12 settembre 2017).
  3. ^ Regio decreto 8 febbraio 1923, n. 1067
  4. ^ a b c d e f g h i La vera storia della radiodiffusione in Italia - CRONOLOGIA DAL 1919-2000, su radiomarconi.com. URL consultato il 2 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  5. ^ 80 anni di storia della radio, Dossier delle Teche Rai, settembre 2004, pagina 105.
  6. ^ Audio originale (WAV), su radiomarconi.com. URL consultato l'11 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2016).
  7. ^ Regio decreto 17 novembre 1927, n. 2207
  8. ^ Istituto di pubblicismo - Storia della Radio in Italia, su istitutodipubblicismo.it. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2012).
  9. ^ EIAR: Radio Trieste, in Radiocorriere, anno 7, n. 33, EIAR, 15-22 agosto 1931, p. 12.
  10. ^ G.B., La stazione radiofonica di Bari sarà inaugurata ufficialmente il 6 settembre, in Radiocorriere, anno 8, n. 36, EIAR, 3-10 settembre 1932, p. 5.
  11. ^ Le antenne di Palermo portano da oggi in tutti i lidi mediterranei la voce dell'Italia fascista, in Radiocorriere, anno 7, n. 24, EIAR, 13-20 giugno 1931, p. 5.
  12. ^ MuseoTorino,Comune di Torino,Direzione Musei,Assessorato alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia, Teatro di Torino - MuseoTorino, su museotorino.it. URL consultato il 20 maggio 2018 (archiviato il 16 settembre 2018).
  13. ^ a b c La Radiotelefonia in Italia: dalla SIRAC alla RAI, su cisi.unito.it. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2013).
  14. ^ a b c d e f g h i Annuario RAI 1988-1989, Torino, Nuova ERI, 1989
  15. ^ a b Mimmo Franzinelli, Rai, poltrone di ieri e di oggi. URL consultato il 15 luglio 2018 (archiviato il 15 luglio 2018).
  16. ^ a b Umberto Aondio, Tulipan, Youcanprint, 2016, p. 216.
  17. ^ a b Annuario RAI, giugno 1958
  18. ^ Francesca Fanelli, 1950, Juventus-Milan prima gara ripresa dalla Tv, su corrieredellosport.it, 5 febbraio 2011. URL consultato il 23 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  19. ^ Il segnale raggiunse solo la zona di Torino e dintorni, essendo in funzione un solo trasmettitore, quello di Torino-Eremo. La partita poté essere vista nei bar o nei negozi di elettrodomestici. Il commentatore di quella prima storica trasmissione fu Carlo Bacarelli.
  20. ^ (EN) 50º Anniversario UER (PDF), su ebu.ch. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato il 20 dicembre 2016).
  21. ^ RAI - Radiotelevisione Italiana sul sito Vivit, su viv-it.org. URL consultato il 27 giugno 2018 (archiviato il 27 giugno 2018).
  22. ^ Storia della Radio dal '49 al '61, su radio.rai.it. URL consultato il 4 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2012).
  23. ^ Guido Gola, Tra pubblico e privato. Breve storia della radio in Italia, Effatà, 2003. URL consultato il 22 maggio 2022.
  24. ^ Ruggero Righini, La storia della radio, su storiaradiotv.it. URL consultato il 15 luglio 2018 (archiviato il 12 luglio 2018).
  25. ^ a b Franco Ferrarotti, La Televisione - I cinquant'anni che hanno cambiato gli usi e costumi degli italiani, Newton Compton Editori, ISBN 978-88-541-0273-6, pag 10
  26. ^ a b c d e f g h i j k l Il giorno che la Rai cominciò le trasmissioni in tv, su Il Post, 3 gennaio 2024. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  27. ^ VII GIOCHI OLIMPICI INVERNALI, Rapporto ufficiale (PDF), su library.la84.org, pp. 421, 422. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato il 10 aprile 2008).
  28. ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 22 maggio 2018 (archiviato il 26 maggio 2018).
  29. ^ § 98.1.27482 - D.L. 30 aprile 1974, n. 113. Gestione dei servizi di radiodiffusione circolare, di televisione circolare, di telediffusione su filo e di radiofotografia circolare, su edizionieuropee.it. URL consultato il 22 maggio 2018 (archiviato il 26 maggio 2018).
  30. ^ Storia della Radio dal '70 al '90, su radio.rai.it. URL consultato il 4 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2012).
  31. ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 22 maggio 2018 (archiviato il 26 maggio 2018).
  32. ^ https://www.rai.it/dl/newsletter/direzionecomunicazione/ContentItem-c5389c3c-5778-4eaf-a43d-7b060bc35466-item.html?renderFullPage
  33. ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 22 maggio 2018 (archiviato il 26 maggio 2018).
  34. ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato il 26 maggio 2018).
  35. ^ Quei referendum premiati dal voto e traditi dal Parlamento, su radioradicale.it. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2018).
  36. ^ (EN) David Rooney, Italy’s RAI revamps, melds sales wing, su Variety, 17 novembre 1997. URL consultato il 31 ottobre 2024.
  37. ^ a b Rai Way - La nostra Storia, su raiway.it. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2018).
  38. ^ (EN) End of an IRI, su The Economist. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato il 26 maggio 2018).
  39. ^ Il canale YouTube ufficiale della Rai, su it.youtube.com. URL consultato il 22 maggio 2022.
  40. ^ Sì del Cdm alla riforma della Rai Una fondazione guiderà la tv pubblica, su repubblica.it. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato il 26 maggio 2018).
  41. ^ La storia, su rai.it. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato il 26 maggio 2018).
  42. ^ 13 canali, restyling del logo, alta definizione: ecco la nuova Rai, su sorrisi.com, 22 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2010).
  43. ^ RAI - Bilancio 2010, su rai.it. URL consultato il 14 gennaio 2018.
  44. ^ Ufficio stampa Rai, su ufficiostampa.rai.it (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2015).
  45. ^ La nuova offerta Radio Rai per il Dab+ e il web (PDF), su ufficiostampa.rai.it, Rai, 23 luglio 2015 (archiviato il 25 dicembre 2015).
  46. ^ Canone in bolletta, come si pagherà e chi ne sarà escluso, in Il Sole 24 ORE. URL consultato il 25 maggio 2018 (archiviato il 26 maggio 2018).
  47. ^ Il 31 dicembre la Rai dà l’addio al segnale orario, su lastampa.it. URL consultato il 5 gennaio 2017 (archiviato il 6 gennaio 2017).
  48. ^ RAI HD, nuovi canali su Tivùsat, su eurosat-online.it. URL consultato il 5 gennaio 2017 (archiviato il 6 gennaio 2017).
  49. ^ NASCE RAI RADIO KIDS, su ufficiostampa.rai.it. URL consultato il 7 aprile 2017 (archiviato l'8 aprile 2017).
  50. ^ Nasce RaiPlay Radio: 10 canali radiofonici in un'unica app, su Rainews. URL consultato il 25 dicembre 2017 (archiviato il 25 dicembre 2017).
  51. ^ Radio Rai sempre più digital, arrivano due nuovi canali Radio1 Sport e Radio2 Indie, su digital-news.it. URL consultato l'8 giugno 2018 (archiviato l'8 giugno 2018).
  52. ^ Cda Rai: Approvato il Piano industriale 2019-2021, su RAI Ufficio Stampa. URL consultato il 27 dicembre 2020.
  53. ^ Rai, ecco il piano Salini: nascono Rai Format e Rai Doc; in arrivo canale inglese, testata digitale, news room, struttura format digitali, su Prima Comunicazione, 24 gennaio 2019. URL consultato il 27 dicembre 2020.
  54. ^ Nascono Rai Doc e Rai Format, su MIA, 18 febbraio 2019. URL consultato il 27 dicembre 2020.
  55. ^ davidemaggio.it, https://www.davidemaggio.it/archives/170534/rai-piano-industriale-20192021-arrivano-rai-format-rai-doc-e-il-canale-in-inglese-ecco-i-dettagli. URL consultato il 2 gennaio 2021.
  56. ^ Rai: contenuti e web al centro del nuovo piano industriale 2019-2021, su RAI Ufficio Stampa. URL consultato il 2 gennaio 2021.
  57. ^ La televisione del futuro parte dal satellite: ecco cosa bisogna sapere per vedere i 23 TG Regionali Rai in arrivo il prossimo 18 dicembre, su rai.it.
  58. ^ Cda Rai, via libera a modello organizzativo per Generi, su rainews. URL consultato il 18 giugno 2022.
  59. ^ Rai, alcuni canali tv nel nuovo digitale terrestre. “Ma 19 milioni di persone non li vedranno”, su repubblica.it.
  60. ^ Nuovo digitale terrestre dal 28 agosto 2024, su dday.it.
  61. ^ Nuovo digitale terrestre: cosa cambia, su superguidatv.it.
  62. ^ Le novità tecnologiche della TV, su rai.it. URL consultato il 19 agosto 2024.
  63. ^ Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/2001 Parte Generale (PDF), su rai.it, pp. 14, 15. URL consultato il 6 giugno 2018 (archiviato il 12 giugno 2018).
  64. ^ https://www.italradio.org/portale/index.php?module=News&func=display&sid=4667
  65. ^ a b c In versione Visual.
  66. ^ a b Solo in alcune aree
  67. ^ Hot Bird 13B / Hot Bird 13C / Hot Bird 13E (13°E) - Tutte le trasmissioni kingofsat.net 9 settembre 2022
  68. ^ Rai Valle d'Aosta - Vallée d'Aoste.
  69. ^ a b c Radio Corriere, fascicoli 1925-1934, su radiocorriere.teche.rai.it. URL consultato l'8 luglio 2018 (archiviato l'8 luglio 2018).
  70. ^ TV: torna in edicola il Radiocorriere TV, su www1.adnkronos.com. URL consultato l'8 luglio 2018 (archiviato il 9 luglio 2018).
  71. ^ Il radioorriere TV racconta la storia [collegamento interrotto], su rainews.it.
  72. ^ Il Radiocorriere Tv racconta la storia, su rainews.it, 3 gennaio 2014. URL consultato il 12 maggio 2020 (archiviato il 12 maggio 2020).
  73. ^ a b La Rai cambia casa e va in via Cavalli ma il centro di produzione resta dov’è, su lastampa.it (archiviato il 18 ottobre 2014).
  74. ^ Chi siamo, su crit.rai.it. URL consultato il 30 novembre 2020.
  75. ^ Rai vende brevetti nel mondo. Samsung tra i compratori, su la Repubblica, 21 ottobre 2019. URL consultato il 30 novembre 2020.
  76. ^ Rai: Vernetti-Giulietti, risoluzione su sedi estere, su agenparl.it. URL consultato il 4 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2013).
  77. ^ 'La Rai licenzia, ma non taglia gli sprechi', in Il Fatto Quotidiano, 27 aprile 2012. URL consultato il 24 aprile 2018 (archiviato il 4 marzo 2016).
  78. ^ Assemblea dei Cdr Rai: immobilismo sul fronte dello sviluppo, su primaonline.it. URL consultato il 14 gennaio 2018 (archiviato il 7 giugno 2017).
  79. ^ L.482/99 tutela minoranze linguistiche, Art. 12. punto 1.0 Nella convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e nel conseguente contratto di servizio sono assicurate condizioni per la tutela delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza.
  80. ^ Copia archiviata, su sardegnadigitallibrary.it. URL consultato il 6 giugno 2009 (archiviato il 13 maggio 2009).
  81. ^ Sede Rai di Palermo, su ufficiostampa.rai.it. URL consultato il 4 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2014).
  82. ^ Rai Sicilia, su siciliainonda.rai.it. URL consultato l'11 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  83. ^ PALERMO - La Sicilia in onda: l´archivio Rai è ora on line, in Corriere di Ragusa. URL consultato il 14 gennaio 2018 (archiviato il 30 giugno 2017).
  84. ^ Diritto amministrativo dispensa, su larapedia.com. URL consultato il 14 gennaio 2018 (archiviato il 30 dicembre 2017).
  85. ^ Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi - Comunicato delle Giunte e delle Commissioni - mercoledì 5 agosto 2015, su documenti.camera.it. URL consultato il 27 gennaio 2024.
  86. ^ Marcello Foa è stato indicato come presidente dal ministro dell'Economia e delle Finanze Giovanni Tria il 27 luglio 2018 Nomine Rai, Tria indica Salini come ad. Foa sarà presidente, su tg24.sky.it. URL consultato l'11 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2018).. Il 28 luglio, il Consiglio d'amministrazione della Rai ha approvato la nomina di Foa a presidente Il Consiglio di amministrazione della Rai ha approvato la nomina di Marcello Foa alla presidenza, su ilpost.it.. Tuttavia il 1º agosto, la Commissione parlamentare di vigilanza Rai non ha approvato la nomina con la maggioranza richiesta dei 2/3 Vigilanza boccia Foa presidente Rai. Salvini: Governo lo riproporrà. Di Maio: solo se c’è accordo, su ilsole24ore.com.. In assenza di altre nomine, Foa ha operato in qualità di consigliere anziano facente veci di presidente fino al 25 settembre 2018 Rai, Paragone (M5S): "Foa guiderà comunque il cda: la legge lo consente", su repubblica.it.. Il 26 settembre, una nuova votazione della Commissione di Vigilanza ha espresso parere favorevole alla nomina di Foa come presidente Via libera della Vigilanza a Marcello Foa Presidente della Rai, su rainews.it (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2018).
  87. ^ XVIII LEGISLATURA - BOLLETTINO DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI: Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, su camera.it. URL consultato il 27 gennaio 2024.
  88. ^ a b c d Bruno Maria Somalvico, Amici di Infocivica: Presidenti, Amministratori Delegati e Direttori Generali URI EIAR RAI, su Amici di Infocivica, 13 maggio 2009. URL consultato il 14 gennaio 2018 (archiviato il 6 luglio 2017).
  89. ^ Fabrizio Salini Amministratore Delegato, su TV Blog. URL consultato il 28 luglio 2018 (archiviato il 28 luglio 2018).
  90. ^ Rai: Cda nomina Roberto Sergio nuovo AD, su RAI Ufficio Stampa. URL consultato il 15 maggio 2023.
  91. ^ Ad interim dal 15 maggio 2023
  92. ^ Vicedirettore responsabile ad interim.
  93. ^ Elenco delle partecipazioni dirette del Ministero dell'Economia e delle Finanze, su dt.mef.gov.it. URL consultato il 12 novembre 2020.
  94. ^ Nota integrativa del bilancio della Rai del 2010, su rai.it. URL consultato l'11 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2011).
  95. ^ Rai Com, su raicom.rai.it. URL consultato il 14 gennaio 2018 (archiviato il 3 gennaio 2018).
  96. ^ Illustrazione del testo convenzione, su comunicazioni.it. URL consultato il 18 luglio 2007 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2007).
  97. ^ Rai, versati a titolo di canone TV 2.141 milioni di euro, in Digital-Sat/Digital-News, 10 maggio 2017. URL consultato il 10 maggio 2017 (archiviato il 15 maggio 2017).
  98. ^ Come funziona la politica in Rai, su ilpost.it, Il Post, 3 maggio 2021. URL consultato il 25 maggio 2023.
  99. ^ Denise Pardo, Rai: l'orgia del potere, su espresso.repubblica.it, L'Espresso, 15 maggio 2008. URL consultato il 6 agosto 2008 (archiviato il 22 giugno 2008).
  100. ^ La Rai è davvero diventata TeleMeloni? Sì, e abbiamo le prove, su vanityfair.it.
  101. ^ «Questa è l'unica TeleMeloni». La premier via social ribatte alla sinistra sul «monopolio Rai» e attacca la Ue, su corriere.it.
  102. ^ L’Ad Rai Sergio: «TeleMeloni? Macché, è Teleopposizioni», su ilmanifesto.it.
  103. ^ Rai: Schlein, 'TeleMeloni non è più servizio pubblico, Petrecca si dimetta, su lagazzettadelmezzogiorno.it.
  104. ^ https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2010/11/26/277/sg/pdf
  105. ^ Storia ed evoluzione del logo (PDF), su rai.it.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN137832947 · ISNI (EN0000 0001 0946 5291 · LCCN (ENn79132356 · BNF (FRcb12306404w (data) · J9U (ENHE987007266814605171