Costanzo Ciano
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Costanzo Ciano | |
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Presidente della Camera dei deputati del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 28 aprile 1934 – 2 marzo 1939 |
Predecessore | Giovanni Giuriati |
Successore | carica abolita |
Presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni | |
Durata mandato | 23 marzo 1939 – 26 giugno 1939 |
Predecessore | carica creata |
Successore | Dino Grandi |
Ministro delle Comunicazioni del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 30 aprile 1924 – 30 aprile 1934 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Umberto Puppini |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislature | XXVI, XXVII, XXVIII, XXVIX |
Gruppo parlamentare |
Fascista |
Coalizione | Fascista |
Circoscrizione | Pisa, Livorno, Lucca, Massa Carrara (XXVI legislatura); Toscana (XXVII legislatura); C.U.N. (XXVIII-XXX legislatura). |
Consigliere nazionale del Regno d'Italia | |
Legislature | XXX |
Gruppo parlamentare |
Membri del Gran Consiglio del Fascismo |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
Professione | Ufficiale di marina |
Costanzo Ciano, conte di Cortellazzo e di Buccari (Livorno, 30 agosto 1876 – Ponte a Moriano, Lucca, 26 giugno 1939), è stato un militare e politico italiano, padre di Galeazzo Ciano.
Indice
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
La carriera militare[modifica | modifica wikitesto]
Figlio di Raimondo, di origine napoletana, e di Argia Puppo, di origine genovese,[1] entra nell'Accademia navale all'età di 15 anni (1891), e consegue la nomina a guardiamarina il 16 luglio 1896.
Viene promosso sottotenente di vascello nel 1898 e nel 1901 ottiene il grado di tenente di vascello. Partecipa al conflitto italo-turco del 1911-1912. Nel 1913 riceve un encomio solenne per aver compiuto missioni speciali di polizia coloniale al comando del piroscafo Siracusa, requisito durante le azioni di guerra.
Nel 1915, allo scoppio della Prima guerra mondiale, posto alla direzione del silurificio di Venezia della Regia Marina, nel 1916 sostituì il fratello Arturo al comando dei cacciatorpediniere "Zeffiro".
Fu promosso capitano di fregata dall'agosto 1917 al comando di unità siluranti di superficie (MAS e torpediniere), compiendo numerosissime e rischiose imprese: davanti a Cortellazzo si inserì nel blocco dell'offensiva delle corazzate austriache SMS Wien e SMS Budapest ottenendo la quarta medaglia d'argento al valor militare e nel febbraio 1918 prese parte con D'Annunzio alla Beffa di Buccari, per la quale fu insignito della medaglia d'oro al valor militare.
Promosso capitano di vascello per meriti di guerra il 1º aprile 1918, alla fine della guerra fu collocato nell'ausiliaria su sua richiesta per dirigere la compagnia di navigazione "Il mare", dell'industriale Giovanni Agnelli.
I fatti di Livorno[modifica | modifica wikitesto]
Nell'estate del 1922 Livorno venne occupata da squadre armate di fascisti provenienti da tutta la Toscana. Questi gruppi furono implicati nell'uccisione di alcuni consiglieri comunali, devastarono negozi legati a personalità del mondo politico cittadino, le sedi di partiti di sinistra, i circoli dei lavoratori e la Camera del Lavoro. Il 3 agosto un nutrito squadrone di fascisti, con alla testa Costanzo Ciano e Dino Perrone Compagni, si diresse al Palazzo Comunale: l'amministrazione socialista, guidata dal sindaco Uberto Mondolfi, fu costretta a dare le dimissioni sotto la minaccia di ulteriori gravi ritorsioni.[2]
La carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Precedentemente aderente all'Associazione Nazionalista Italiana, nel 1921 fu eletto deputato per i Fasci di combattimento (di cui era membro del consiglio nazionale) nella lista dei Blocchi Nazionali[3], dimettendosi dalla compagnia di navigazione che dirigeva.
il 31 ottobre 1922 assunse la carica di Sottosegretario di Stato per la Regia Marina del governo Mussolini e di Commissario per la Marina Mercantile. Il 9 novembre 1923 conseguì la promozione a contrammiraglio nella Riserva Navale.
Fu nominato Ministro delle Poste e telegrafi il 3 febbraio 1924, cui vennero aggiunte le comunicazioni, e con lui ci fu l'esordio della radiofonia in Italia, con la trasmissione di un discorso di Mussolini, tenuto a Roma il 25 marzo di quell'anno.[4] Con il fascismo fu rieletto deputato alla Camera dei deputati del Regno nel 1924 e confermato nel 1929, 1934 e, nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni, nel 1939. Nel 1925 fu insignito dal re del titolo nobiliare di conte di Cortellazzo. In quegli anni da ministro riordinò l'amministrazione ferroviaria e potenziò la rete ferroviaria. Nel 1928 costituì l'Ente italiano audizioni radiofoniche.
Restò al ministero fino al 1934, quando fu eletto Presidente della Camera dei deputati del Regno d'Italia, poi Camera dei Fasci e delle Corporazioni per pochi mesi, fino alla morte nel giugno 1939[5].
La dinastia familiare[modifica | modifica wikitesto]
Era fratello di due gerarchi minori dell'epoca fascista, Alessandro e Arturo, e il padre di Galeazzo Ciano. Fu anche padre di Giuseppa Cristiani, nata il 27/06/1937 da una relazione extraconiugale con la sua domestica Ginevra Cristiani, che ha lavorato alle sue dipendenze sino alla sua morte, figlia non riconosciuta e data in balia alla famiglia Sgherri di Crespina (PI).
Il casino di caccia allestito per il figlio, sulla via Appia Nuova alle porte di Roma, fu - con il frontale circolo del golf dell'Acquasanta - il quartier generale della dinastia nella capitale[6]. Alla morte di Costanzo l'area campestre fu intestata in parte al fattore Caroni[7], in parte alla famiglia Gerini[8], salvandosi dalle confische del patrimonio di famiglia[9] dopo l'8 settembre 1943.
Morte[modifica | modifica wikitesto]
Costanzo Ciano muore nel corso di una cena con amici il 26 giugno 1939. Subito dopo venne incominciata la costruzione del Mausoleo di Ciano, un edificio monumentale in località Monteburrone nei pressi di Montenero, e che avrebbe dovuto ospitare la sepoltura del gerarca e dei suoi familiari. Sull'isola Santo Stefano, nell'arcipelago di La Maddalena in Sardegna, nelle cave di granito di Villamarina, è ancora oggi visibile il busto di Costanzo Ciano, realizzato a mano, commissionato quale coronamento del mausoleo.
Costanzo Ciano è anche stato ritratto da un pregevole bronzo di Francesco Messina (1940), attualmente collocato nel Museo tecnico navale della Spezia.
Curiosità[modifica | modifica wikitesto]
- L'ammissione di Costanzo Ciano alla massoneria, data per certa da Rosario F. Esposito[10], sembra non essersi mai verificata, avendo Ciano preteso un grado elevato sin dall'iniziazione[11].
- A causa della sua mascella pronunciata e della sua fama di grande mangiatore, nonché per il suo appetito affaristico, fu soprannominato dal popolo livornese "ganascia".[12][13]
- Dal 1927 al 1939 fu disputata la competizione automobilistica Coppa Ciano, corsa sul Circuito di Montenero, a Livorno.
- Ciano fu abile nel farsi intitolare, ancora in vita, diverse opere pubbliche di Livorno, senza apportare realmente alcun contributo alla loro realizzazione: la terrazza sul lungomare di Livorno e l'ospedale cittadino.[14]
- Sull'Isola Santo Stefano in Sardegna si trova incompiuto il suo busto di pietra. A oggi divisa in tre tronconi, si tratta di una scultura colossale che lo ritrae in tenuta marinaresca, che avrebbe dovuto essere alta più di 9 metri, ma che rimase incompiuta a seguito della caduta del regime fascista. Doveva essere collocata sul mausoleo di famiglia a Livorno.
- Carbonia - Lo Stadio "Costanzo Ciano" in via della Stazione, fu inaugurato il 21 maggio 1940 come Campo Sportivo della Gioventù Italiana del Littorio.
- Manfredonia - Un edificio scolastico elementare costruito in epoca fascista era intitolato a Costanzo Ciano. Alla caduta del regime fascista fu modificato in "Scuola Elementare Francesco De Sanctis"
- Genova - Una statua a lui dedicata venne successivamente riciclata per erigere un busto a Papa Giovanni XXIII[15].
Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
A Costanzo Ciano fu ufficialmente intestata la colonia marina poi nota come Colonia Varese, a Milano Marittima[16].
Inoltre, diversi comuni gli dedicarono delle vie[17]: "in odio al figlio Galeazzo, resosi protagonista del tradimento del 25 luglio 1943, il diffusissimo nome di Costanzo Ciano sarebbe stato totalmente rimosso anche dall'odonimia della parte d'Italia sottoposta alla Repubblica sociale italiana"[18].
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
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Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata |
— 1937 |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro |
— 1937 |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia |
— 1937 |
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Commendatore dell'Ordine militare di Savoia |
— 13 gennaio 1919[19] |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Piano |
— 10 marzo 1932 |
Le decorazioni e i riconoscimenti per merito di guerra:
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Medaglia d'argento al valor militare |
— Alto Adriatico, aprile-maggio 1916 |
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Medaglia d'argento al valor militare |
— Alto Adriatico 1916 |
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Medaglia d'argento al valor militare |
— Alto Adriatico, novembre 1916 |
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Medaglia d'argento al valor militare |
— Venezia, 1917 |
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Medaglia di bronzo al valor militare |
— Alto Adriatico, 1917 |
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Medaglia d'oro al valor militare |
«Al comando di una squadriglia di MAS percorreva novanta miglia entro mari nemici, spingendosi per angusti sinuosi canali, sorpassando strettoie sbarrate e difese da artiglierie, raggiungendo lo scopo di lanciare i sei siluri delle sue tre unità contro le navi rifugiate nella parte più profonda di un munito ancoraggio avversario. Rifaceva quindi lo stesso cammino esponendosi alla reazione del nemico, la quale per mare, per terra, per aria si presentava facilissima, naturale, sicura sulla via del ritorno. Buccari, 10-11 febbraio 1918.» — 31 ottobre 1923[19] |
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Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) |
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Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia |
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Medaglia commemorativa italiana della vittoria |
- Promozione a capitano di vascello (Buccari, 1918);
- Distintivo per ferito di guerra.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ AA.VV. Repertorio biografico dei senatori dell'Italia fascista: C-D Archiviato il 21 giugno 2008 in Internet Archive.. Napoli, Bibliopolis, 2004, p.635. ISBN 88-7088-452-X
- ^ U. Canessa, Livorno 1900-1936. Cronaca e immagini di una città, Livorno 1997, pp. 105-117.
- ^ http://storia.camera.it/deputato/costanzo-ciano-18760830/leg-regno-XXVI#nav
- ^ http://www.treccani.it/enciclopedia/costanzo-ciano_(Dizionario-Biografico)/
- ^ Costanzo Ciano / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico
- ^ ITALIA 1940, I DUBBI DEL DUCE E LA ' STRANA PACE', in Repubblica — 4 maggio 1990.
- ^ "Fu lui a costruire le prime case e poi, appena prima della guerra, ottenuta l'autorizzazione pare grazie all'amicizia con Galeazzo Ciano, a erigere un vero e proprio villaggio fatto di casette basse e popolari abitato da operai e scalpellini": Ugo Riccarelli, L' enclave della Villa dei Quintili, Repubblica — 29 marzo 2006, pagina 9. La successiva urbanizzazione del quartiere Statuario di Roma, opera del medesimo ingegner Italo Caroni, fu oggetto nella IV legislatura delle interrogazioni parlamentari nn. 11021 del senatore Giardina e 16707 del deputato Bavetta, in ordine alla violazione dei limiti edilizi previsti nella convenzione del 1941 con il comune di Roma per l'edificazione della "borgata Caroni"; ancora nel 1973 risultavano manufatti edilizi per i quali a quella proprietà venivano pagati canoni locatizi (v. pag. 3 di https://primaveraromana.files.wordpress.com/2010/06/acquedotto-felice2.pdf).
- ^ Lorenzo Quilici, Viabilità e insediamenti nell'Italia antica, p. 191.
- ^ pagina 168 del Carteggio Bonomi a cura di Daniela Ferrari, Mario Vaini - 2002 con la lettera 2 agosto 1943 di Italo Caroni, ingegnere, a Pietro Badoglio, maresciallo, capo del Governo.
- ^ Rosario F. Esposito, La Massoneria e l'Italia. Dal 1800 ai nostri giorni, Edizioni Paoline, Roma, 1979, p. 362
- ^ Aldo A. Mola, Storia della Massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni, Bompiani, Milano, 1992, p. 564, n.
- ^ A. Santini, Costanzo Ciano, 1993, p. 7.
- ^ Italia contemporanea, Edizione 203, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione, 1996, p. 409.
- ^ D. Matteoni, F. Cagianelli, Livorno. La costruzione di un'immagine. Tradizione e modernità nel Novecento, Cinisello Balsamo, 2003, p. 35.
- ^ Il Papa buono e il busto di Costanzo Ciano, su valbisagno.altervista.org.
- ^ A. Lontani - M. Ricci, La Colonia Varese
- ^ Come ad esempio: Carpineto Romano (RM), Formia (LT), Santa Caterina Villarmosa (CL), Chiaramonte Gulfi (RG)
- ^ Ciammaruconi, Clemente, Nel nome del littorio : l'onomastica delle città di fondazione dell'Agro Pontino (1932-1945), Memoria e ricerca : rivista di storia contemporanea. Fascicolo 28, 2008 , pagina 120, nota 56, ove si ricorda anche la seguente delibera attinente ad una frazione di Sabaudia: «Rilevato che al Borgo creato da questo Comune venne imposto a suo tempo il nome di Costanzo Ciano. Ritenuta l'opportunità di sostituire tale nome che non è più bene accetto alle popolazioni che lo abitano per i sentimenti che oggi animano il popolo italiano. Considerato che a sostituire con piena adesione della cittadinanza vale quello che il Borgo conservava originariamente e cioè Borgo Mezzomonte. Delibera di sostituire il nome del Borgo Costanzo Ciano in quello di Borgo Mezzomonte» (ASCS, RD 1943, delibera n. 84, 12 agosto 1943).
- ^ a b Sito internet del Quirinale: dettaglio decorato.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Gianpasquale Santomassimo, CIANO, Costanzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 25, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1981.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Costanzo Ciano
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Costanzo Ciano
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- dizionario biografico Treccani, su treccani.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 3274860 · ISNI (EN) 0000 0000 8194 3924 · LCCN (EN) n50041384 · BNF (FR) cb12379331p (data) |
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