Ettore Bernabei

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ettore Bernabei

Ettore Bernabei (Firenze, 16 maggio 1921Monte Argentario, 13 agosto 2016) è stato un giornalista, dirigente d'azienda e produttore televisivo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si laureò in Lettere moderne presso l'Università di Firenze. Iniziò l'attività giornalistica nel 1944 ne La Nazione del popolo, organo del Comitato toscano di Liberazione nazionale. Nel 1946 divenne testata indipendente; dopo le elezioni amministrative di novembre divenne il quotidiano del partito di minoranza, la Democrazia cristiana. Nel 1947 cambiò nome ne Il Mattino dell'Italia centrale; Bernabei salì alla direzione nel 1951[1]. Vicino ad Amintore Fanfani, nel 1956 fu chiamato a dirigere Il Popolo, organo di stampa della Democrazia Cristiana, e si trasferì a Roma[2].

Dal 1961 al 1974 fu direttore generale della RAI, allora unica emittente televisiva e radiofonica in Italia. In quegli anni la RAI produsse e trasmise programmi come TV7 e sceneggiati tratti da grandi opere letterarie come l'Odissea, i romanzi di Tolstoj, di Alessandro Manzoni, di A. J. Cronin. Furono realizzate serie tv come: Atti degli apostoli per la regia di Roberto Rossellini; il Mosè; Gesù di Nazareth diretti da Franco Zeffirelli.

Nel 1974 - dopo aver lasciato, il 18 settembre, la direzione generale della RAI - Bernabei fu chiamato a dirigere la società Italstat, una finanziaria a partecipazione statale specializzata nella progettazione e costruzione di grandi infrastrutture ed opere di ingegneria civile. In quell'anno l'Italstat aveva un capitale sociale di 100 miliardi di lire ed un fatturato annuo di 450 miliardi di lire. Quando, nel 1991, Bernabei ne lasciò la presidenza, l'Italstat aveva un capitale sociale di 1.500 miliardi di lire ed un fatturato annuo di 6.000 miliardi di lire.

Nel 1992 fondò a Roma la società di produzione televisiva Lux Vide, di cui fu il primo presidente[3]. La Lux Vide - che si propone di produrre programmi di fiction televisiva, destinati all'ascolto di famiglie - ha realizzato, in coproduzione europea, programmi sceneggiati trasmessi da network in Italia, Germania, Francia e Stati Uniti. Il progetto più impegnativo realizzato dalla Lux è Le storie della Bibbia, la serie televisiva di ventuno film tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento, trasmessi dalla RAI in Italia, e in altri 143 paesi grazie alla collaborazione del produttore tunisino Tarak Ben Ammar che ha consentito le riprese nel suo paese. Concepì l'idea di un ciclo di venti film internazionali sulla Bibbia scrivendo e producendo insieme a cristiani, ebrei e musulmani. L'Oscar della televisione a Hollywood arrivò col film su Giuseppe.

I suoi novant'anni sono stati celebrati con una sua lectio magistralis presso la Pontificia Università Lateranense il 16 maggio 2011[4] e da una puntata di La Storia siamo noi trasmessa il 18[5].

Con Sergio Lepri ha pubblicato nel 2014 il libro (Edizioni ERI) "Permesso, scusi, grazie. Dialogo tra un cattolico fervente ed un laico impenitente", che ricostruisce la storia dell'Italia dagli anni 20 al XXI secolo, attraverso le esperienze personali degli autori, amici e colleghi fino dagli anni 30[6].

Pochi giorni dopo la morte, il ricordo di G. Minoli:

«Bernabei è stato sempre anche l’uomo di raccordo tra Fanfani e Moro, i due cavalli di razza della Dc. Bernabei era “uomo di fiducia” per entrambi e durante il rapimento Moro fu casa di Bernabei il luogo di incontri riservati tra Fanfani, Craxi e Martelli per immaginare strategie di un’impossibile salvezza.[..] Le opinioni diverse, molte, le abbiamo sempre rispettate, confrontate senza che lui invadesse mai la mia vita privata.[..] Della sua televisione hanno parlato tanti e su tutti Furio Colombo in modo mirabile, dei suoi quindici anni all’Iri Romano Prodi mi ha sempre ricordato la sensibilità e l’intelligenza strategica delle scelte. Gli ho sempre dato del lei, per tutta la vita.»

Ebbe un lungo scambio epistolare con Giorgio La Pira, di cui fu allievo, e con Mattei, fondatore dell'Eni.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Bernabei conobbe la futura moglie Elisa Gallucci a Firenze nel 1940, e si sposarono nel 1946. Ha avuto otto figli: Marco (1947, psicologo infantile), Roberto (1952, sposato con l'attrice Sydne Rome), geriatra e medico personale di Papa Francesco[8], Matilde, 1953 (moglie del giornalista Giovanni Minoli), che gli è succeduta alla presidenza di Lux Vide ed è stata in passato assistente di Mario Schimberni (ex amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato), Laura (1955, stilista, moglie dello stilista francese Emanuel Ungaro), Andrea (1956, responsabile delle relazioni istituzionali della società A2A), Paola (1960, giornalista, deceduta nel gennaio 2007 all'età di 46 anni per tumore), Giovanni (1961, dirigente Autogrill) e Luca (1964, produttore cinematografico).[9]

Bernabei era un soprannumerario dell'Opus Dei.[10]

La cerimonia funebre fu concelebrata nella Basilica di Sant'Eugenio da quattro sacerdoti (Mariano Fazio, Nicola Zenoni, Carlos Nannei e mons. Marco Frisina), una messa cantata dal Coro di San Giovanni in Laterano a eseguire lo Shemà Israel. Fu sepolto a Castel Madama, alle porte di Roma.[11]

Intitolazioni[modifica | modifica wikitesto]

Ettore Bernabei era molto legato all'Argentario, in modo particolare a Porto Santo Stefano. Dopo la sua morte l'amministrazione comunale ha reso omaggio all'ex direttore della RAI intitolando a suo nome la piazza della chiesa che ha assunto la denominazione di Largo Ettore Bernabei.[12]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Interviste

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 27 dicembre 1962[14]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nel 1954 la testata cambiò nuovamente diventando Giornale del Mattino.
  2. ^ Risale a quest'epoca la corrispondenza diplomatica statunitense che evidenzia i buoni rapporti con «il commendatore Bernabei della Rai che è anche il segretario privato di Giulio Andreotti»: Ennio Caretto, L'offensiva sugli intellettuali caldeggiata dall'ambasciatrice Luce. Una diplomatica anticomunista. Troppa Cgil per Tolstoj, Corriere della Sera, 17 aprile 2005.
  3. ^ La presidenza della società è poi passata alla figlia Matilde.
  4. ^ Archivio Eventi & News PUL, su pul.it. URL consultato il 16 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2013).
  5. ^ La puntata è scaricabile dal sito Rai [1] Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. - URL consultato il 16 dicembre 2011
  6. ^ [2]
  7. ^ Bernabei, Fanfani, Moro e quell’idea della Bibbia, su ilsole24ore.com, 17 agosto 2016. URL consultato il 17 gennaio 2018.
  8. ^ E' fiorentino il nuovo medico personale del Papa, su la Repubblica, 24 febbraio 2021. URL consultato il 26 febbraio 2021.
  9. ^ Copia archiviata (PDF), su luxvide.it. URL consultato il 14 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2016).
  10. ^ Giusy Arena, Filippo Barone, Gianni Letta: biografia non autorizzata, Editori Riuniti, Roma 2009, p. 19.[collegamento interrotto]
  11. ^ L’addio a Ettore Bernabei, i funerali a Roma, il Sole 24 Ore, su ilsole24ore.com, 16 agosto 2016. URL consultato il 17 gennaio 2018.
  12. ^ Una strada ad Ettore Bernabei: sarà intitolata a Porto Santo Stefano, su ilgiunco.net. URL consultato il 18 giugno 2020.
  13. ^ Cfr. articolo da Il Tempo online del 12 dicembre 2011 [3][collegamento interrotto] - URL consultato il 16 dicembre 2011
  14. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  15. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • La Porta, Gabriele, Gabriele la Porta intervista Ettore Bernabei, Edizioni Eri, Roma 2003

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Direttore del Mattino dell'Italia centrale,
dal 1954 Giornale del Mattino
Successore
Cristiano Ridomi 6 maggio 1951 - 4 luglio 1956 Arturo Chiodi
Predecessore Direttore del quotidiano Il Popolo Successore
Rodolfo Arata 4 luglio 1956 - 7 gennaio 1961 Raniero La Valle
Predecessore Direttore generale della Rai Successore
Rodolfo Arata 5 gennaio 1961 - 18 settembre 1974 Michele Principe
Controllo di autoritàVIAF (EN62851385 · ISNI (EN0000 0001 1066 698X · SBN SBLV229897 · LCCN (ENn80120678 · GND (DE1047431971 · WorldCat Identities (ENlccn-n80120678