Atalanta Bergamasca Calcio
Atalanta B.C. Calcio | |
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Orobici, la Dea, Nerazzurri | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Nero e azzurro |
Simboli | dea Atalanta |
Inno | Dea Roby Facchinetti |
Dati societari | |
Città | File:Bergamo-Stemma.png Bergamo |
Nazione | Italia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FIGC |
Campionato | Serie A |
Fondazione | 1907 |
Presidente | Antonio Percassi |
Allenatore | Stefano Colantuono |
Stadio | Atleti Azzurri d'Italia (26.562 posti) |
Sito web | www.atalanta.it |
Palmarès | |
Titoli nazionali | 6 Campionati di Serie B 1 Prima Divisione 1 Campionato di Serie C1 |
Trofei nazionali | 1 Coppe Italia |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
L'Atalanta Bergamasca Calcio è la principale società calcistica della Provincia di Bergamo, con sede a Zingonia.
Con 51 campionati di Serie A "a girone unico" disputati, l'Atalanta è la squadra col maggior numero di partecipazioni alla massima serie fra le rappresentanti di città non capoluogo di regione, ed è perciò considerata la "Regina delle Provinciali". È inoltre la squadra che ha disputato più campionati di massima serie fra quelle che non si sono mai aggiudicate uno scudetto, la squadra con più vittorie all'attivo in un campionato di secondo livello del calcio italiano (6 successi, a pari merito col Genoa) e più promozioni nella massima serie (13 volte)[1].
Raggiungendo la semifinale di Coppa delle Coppe nel 1988, allorquando militava in Serie B, divenne, ed è tuttora, la squadra europea che ha ottenuto il miglior risultato di sempre nelle coppe europee giocando in un campionato cadetto[2][3].
L'Atalanta si trova attualmente all'undicesimo posto su 60 squadre nella classifica perpetua della Serie A.
Storia
Agli albori del calcio
L'Atalanta Bergamasca Calcio, trae le sue origini dalla scissione dalla Giovane Orobia 1901. La prima società di calcio a Bergamo fu comunque il Foot Ball Club Bergamo, fondato da emigranti svizzeri nel 1903, che prese parte a campionati lombardi F. I. F. fino al 1910 (dal 1909-10 campionati FIGC).
Fondata il 17 ottobre 1907 dagli studenti liceali Eugenio Urio, Giulio e Ferruccio Amati, Alessandro Forlini e Giovanni Roberti come Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici "Atalanta", l'Atalanta deriva il suo nome dall'omonima dea della mitologia greca. Nel 1913 la società crea la propria sezione calcio, sodalizio ufficialmente riconosciuto dalla FIGC solo nel 1914, all'atto dell'inaugurazione e collaudo del campo di gioco.
Il primo campo, situato a Bergamo in via Maglio del Lotto, provvisto di una tribuna con 1000 posti a sedere, era a ridosso della ferrovia, tanto che all'inaugurazione nel maggio 1914 un treno in fase di ingresso in stazione rallentò ulteriormente per permettere ai viaggiatori di assistere ad alcune fasi della partita.
Nel 1914-15 partecipa alle eliminatorie del campionato di promozione lombarda, classificandosi seconda nel girone B e riportando un lusinghiero quarto posto nel girone finale.
Dopo la sospensione dell'attività dovuta alla prima guerra mondiale, la società ripartì di slancio impegnandosi alla ristrutturazione di un vecchio ippodromo caduto in disuso, la Clementina, in zona Daste vicino al confine con il comune di Seriate, per affrontare nel migliore dei modi l'ammissione alla Prima Categoria, massima categoria FIGC dell'epoca.
Nel frattempo, nel 1911 la Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma aveva assorbito il Football Club Bergamo e nel marzo 1913 aveva iniziato l'attività ufficiale.
La rivalità tra Bergamasca ed Atalanta crebbe progressivamente fino ad esplodere nel 1919, quando la FIGC impose una sola squadra nel campionato di Prima Categoria alla città di Bergamo: per decidere chi dovesse prendere quel posto, venne organizzato uno spareggio secco in campo neutro tra le due compagini.
Dopo aver battuto per 2-0 i concittadini della Bergamasca nella sfida disputata a Brescia il 5 ottobre 1919, l'Atalanta si guadagna così l'accesso alla Prima Categoria della stagione 1919-20, dove si classifica terza nel girone B Lombardo, dietro a Milan ed Enotria Goliardo.
Nel febbraio 1920, dopo un'assemblea memorabile, la Società per gli Sports Atletici Atalanta e la Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma si fondono assumendo la denominazione di Atalanta e Bergamasca di Ginnastica e Scherma, poi semplificata nell'attuale Atalanta Bergamasca Calcio. Come divisa ufficiale vengono adottati i colori nero (portato in dote dalla precedente maglia dell'Atalanta, che era bianco-nera) ed azzurro (dalla Bergamasca, che aveva una colorazione bianco-blu)[4].
Tuttavia, dissidi tra alcuni componenti dei due gruppi dirigenti si rivelano insanabili, tanto da costringere Umberto Battaglia, dirigente della vecchia Bergamasca, ad operare una scissione per ricostituire, a distanza di qualche mese dalla fusione, la nuova Unione Sportiva Bergamasca, che avrà breve durata in quanto sciolta nel 1923 per problemi economici.
Le prime sfide
Nel primo campionato dopo la fusione, i bergamaschi arrivano al quarto posto nel girone E della Lombardia nel campionato di Prima Divisione; l'anno seguente, invece, riescono ad arrivare al terzo posto nel girone vinto dalla Cremonese, nell'ambito del campionato FIGC (quell'anno infatti a causa della formazione della CCI, scioltasi l'anno seguente, si disputarono infatti due distinti campionati di massima serie); a fine campionato, i bergamaschi affrontano per la prima volta nella loro storia una squadra straniera, pareggiando 2-2 un amichevole giocata contro gli svizzeri dell'Aarau.
L'anno seguente i bergamaschi riescono nell'impresa di vincere il loro girone di Seconda Divisione, senza tuttavia ottenere l'ammissione alla categoria superiore per via di una ristrutturazione dei campionati da parte della Federazione: nonostante questo, l'Atalanta riceve una coppa del Comitato Regionale per la vittoria del suo girone, e viene ammessa alle finali nazionali, perse contro il Carpi a seguito di un pareggio per 0-0 in casa e di una sconfitta per 2-0 in trasferta nella partita di ritorno. Dopo un'ulteriore annata in Seconda Divisione, chiusa con un terzo posto nel suo girone, l'Atalanta rischia la retrocessione nella stagione 1924-1925, quando arriva terzultima alla pari con Trevigliese e Canottieri Lecco, salvandosi solo al termine di un doppio vittorioso spareggio.
Nel 1925 assume Cesare Lovati (ex giocatore del Milan e della Nazionale italiana) come primo vero allenatore professionista della sua storia, ed ingaggia i primi due stranieri della sua storia: si tratta degli ungheresi Gedeon Eugen Lukács e Jeno Hauser, rispettivamente centravanti e mezzala. Lukacs metterà a segno 13 gol in 20 partite risultando il capocannoniere della squadra, mentre Hauser non riuscirà ad ambientarsi, segnando comunque 7 gol in 19 partite; i bergamaschi chiudono al terzo posto in classifica a tre punti dalla Biellese capolista, migliorando quindi sensibilmente il loro piazzamento rispetto a quello dell'anno precedente, mancando però l'accesso alla categoria superiore. A fine stagione la Federazione riduce da due a uno il numero di stranieri tesserabili, e l'Atalanta rimanda in Ungheria Hauser, decidendo di puntare su Lukacs per il nuovo campionato di Prima Divisione (corrispondente in realtà alla vecchia Seconda Divisone a causa della creazione del campionato di Divisione Nazionale come massimo livello), che ripaga la fiducia accordatagli segnando 20 gol in 18 partite, che consentono alla squadra di conquistare 26 punti in 18 gare, arrivando così seconda ad un solo punto dalla Pro Patria vincitrice del girone.
Nel tentativo di ottenere la promozione in Divisione Nazionale, nel 1928 arrivano a Bergamo il primo allenatore straniero della storia neroazzurra (l'ungherese Imre Payer) ed il primo massaggiatore (Leone Sala); deve invece lasciare la squadra Lukacs, a causa del blocco degli stranieri imposto dalla FIGC.
Il 1928 è un anno molto importante per la società e per la città di Bergamo, poiché viene costruito uno stadio molto più grande di quello della Clementina, intitolato all'eroe fascista Mario Brumana. In quei tempi venne considerato uno dei più belli in assoluto in Italia, con due tribune contrapposte, di cui una addirittura coperta. Quello stadio, dopo ampliamenti ed adattamenti è tuttora utilizzato con il nome "Atleti Azzurri d'Italia" anche se, per la verità, dimostra tutti i suoi anni, tant'è che è al centro di un annoso dibattito sull'eventualità di un totale restyling o di un suo pensionamento con conseguente costruzione di un nuovo impianto[5][6]. Nel 1929-30, con l'istituzione del campionato a girone unico, l'Atalanta, fallita l'ammissione alla massima serie durante il campionato di qualificazione 1928-1929, viene ammessa al campionato nazionale di Serie B, organizzato per la prima volta in quella stagione.
Seguono campionati in cui la squadra milita dignitosamente nel campionato cadetto, sfiorando più volte la promozione in massima serie; in questi anni con la maglia neroazzurra si distinguono numerosi giocatori bergamaschi come Vittorio Casati, tuttora recordman di presenze in serie B con la maglia dell'Atalanta con 202 presenze (lascia la squadra nel 1936 per fare il militare nella Guerra di Etiopia), Francesco Simonetti (in seguito anche viceallenatore della squadra negli anni cinquanta), i fratelli Riccardo e Giacomo Cornolti, Francesco Bettoni, Giulio Panzeri e Luigi Tentorio, che negli anni sessanta avrebbe ricoperto varie cariche in società, entrando anche a far parte per diversi anni della Commissione Tecnica della Nazionale.
Un sussulto lo si ha al termine della stagione 1932-1933, quando, per problemi economici, la società rischia di non iscriversi al campionato. Ne seguirà una colletta tra sportivi e la cessione di Carlo Ceresoli, l'elemento più rappresentativo, all'Ambrosiana-Inter. Come vedremo il privarsi dei “pezzi pregiati” per sanare il bilancio, negli anni seguenti diventerà una costante per i neroazzurri.
L'arrivo in massima serie
Dopo diversi altri campionati di B chiusi a metà classifica, finalmente nel 1936-37, con l'allenatore Ottavio Barbieri alla guida di una squadra composta prevalentemente da bergamaschi (sette undicesimi della formazione titolare), raggiunge la Serie A in seguito al secondo posto conquistato nel campionato di serie B. La partita d'esordio nella massima serie vide la Juventus ospite al Brumana, che per l'occasione si riempì al limite della capienza, con più di 15.000 spettatori. La stagione però, nonostante l'entusiasmo iniziale, si concluse con un'immediata retrocessione, con un penultimo posto in classifica, davanti solamente alla Fiorentina. Nell'estate seguente, la dirigenza cedette Giuseppe Bonomi alla Roma per una cifra sbalorditiva per l'epoca: 120.000 lire.
Ma il ritorno nella massima serie non si fece attendere, tant'è che dopo un buon piazzamento nel 1938-39, nel 1939-40 l'allora presidente Nando Bertoncini affidò all'allenatore Ivo Fiorentini un'ottima squadra che centrò nuovamente la promozione in Serie A, a seguito del primo posto conquistato nel campionato di Serie B. L'anno successivo la squadra si toglie grandi soddisfazioni, rifilando tre gol a Juventus e Milan, sconfiggendo il Bologna Campione d'Italia in carica e classificandosi al 5º posto finale. L'Atalanta continua la sua esperienza in serie A, con alla guida l'allenatore ungherese Nehadoma, fino al 1942-1943, quando i campionati vengono sospesi per lo scoppio della seconda guerra mondiale.
I bergamaschi nel 1944 presero parte al Campionato Alta Italia, senza tuttavia riuscire a qualificarsi per la fase finale che avrebbe assegnato il titolo.
Al termine del secondo conflitto mondiale, il presidente Daniele Turani, con una cordata di personalità del tempo, mette mano al portafogli per risanare un buco nel bilancio della società e, alla riapertura delle frontiere, porta a Bergamo gli ungheresi Kincses e Olajkar: solo il primo riuscì a disputare una buona stagione, mentre il secondo non incise in modo significativo sul rendimento della squadra, giocando solo 7 partite senza segnare alcun gol.
In questi anni la squadra staziona stabilmente nella massima serie, acquisendo la nomea di provinciale terribile. Il campionato 1947-48, ha una rilevanza storica: con il quinto posto l'Atalanta ottiene il suo miglior piazzamento di sempre in cent'anni di storia. L'allenatore è ancora Ivo Fiorentini, mentre si rivedono a Bergamo giocatori come Cominelli ed Fabbri che avevano fatto bene negli anni precedenti la guerra. La stagione è ricca di soddisfazioni, come le vittorie contro il Grande Torino, poi vincitore dello scudetto, il Milan, il Bologna e l'Inter (0-3 a San Siro). Trascinatori della squadra sono Cominelli, Vittorio Schiavi e Edmondo Fabbri, con Casari e Mari convocati nella nazionale olimpica a Londra 1948, e Astorri capocannoniere della stagione. L'anno seguente, nonostante le buone premesse legate all'organico della stagione precedente confermato quasi in blocco, si rivela essere piuttosto difficile per la squadra neroazzurra, dato che la salvezza arriva solamente all'ultima giornata con la vittoria dello scontro diretto contro il Livorno; nel frattempo, il 6 marzo, Fiorentini aveva dato le proprie dimissioni, venendo sostituito dal direttore tecnico Carlo Carcano (con in panchina il terzino Alberto Citterio, che nell'1-1 contro il Bologna, arrivato subito dopo le dimissioni di Fiorentini, aveva avuto il doppio ruolo di giocatore e allenatore).
Il 17 giugno 1949 la squadra ragazzi guidata da Giuseppe Ciatto regala all'Atalanta il primo scudetto a livello giovanile della sua storia, vincendo la finale contro la Lazio grazie ad una doppietta dell'ala Antonio Caprioli[7]. In quella squadra sono titolari giocatori come Battista Rota e Livio Roncoli, che qualche anno più tardi saranno protagonisti in prima squadra.
Dopo la deludente stagione precedente, la guida tecnica viene affidata a Giovanni Varglien (che sancirà il definitivo passaggio al "Sistema"). L'apertura al tesseramento fino a 3 stranieri per squadra porta l'Atalanta all'acquisto dei danesi Sørensen (futuro campione d'Italia con il Milan) e Hansen (poi ceduto alla Juventus grazie ad un blitz di Gianni Agnelli e a sua volta vincitore di uno scudetto), che vanno ad aggiungersi a Bertil Nordahl (fratello del più celebre giocatore del Milan Gunnar), in rosa già da una stagione. A sostituire il partente Mari (passato alla Juventus) arriva dai bianconeri Stefano Angeleri, rimasto recordman di presenze con la maglia dell'Atalanta per diversi anni, fino a quando non è stato superato da Gianpaolo Bellini. La squadra convince e diverte, vince 6-2 sul campo del Bologna alla prima giornata e per 3-1 in casa contro la Sampdoria la domenica successiva, trovandosi così in testa alla classifica dopo due giornate; in seguito, strapazza il Milan (5-2) e l'Inter (2-1) a Bergamo, anche se un leggero calo nel finale di stagione compromette una classifica fino a quel momento ottima: la squadra bergamasca chiude tuttavia il campionato all'ottavo posto in classifica, con 40 punti e 66 gol totali realizzati (con tre giocatori in doppia cifra: Hansen (18), Sørensen (17) e Caprile (14)).
Ma ciò che fece scalpore fu l'acquisto, da parte di Achille Lauro, armatore e sindaco di Napoli, dell'attaccante svedese Hasse Jeppson (autore di 22 gol in 27 presenze con l maglia neroazzurra nella stagione 1951-52) per la cifra di 105 milioni di lire. Ci furono addirittura interpellanze parlamentari per via della cifra spesa, giudicata scandalosa e fuori da ogni logica.
Gli anni cinquanta videro stabilmente l'Atalanta in Serie A, e numerosi furono i giocatori rappresentativi: il centravanti danese Rasmussen (autore di 53 reti in 106 partite di massima serie), Nane Bassetto (che vestì in tre diverse occasioni la maglia della Nazionale Italiana durante la sua permanenza all'Atalanta), Angeleri (per oltre mezzo secolo primatista di presenze in maglia neroazzurra, superato in seguito da Gianpaolo Bellini), Longoni (autore anche di una presenza con due reti in Nazionale), Rota e Severo Cominelli, giocatore con il maggior numero di marcature con la maglia dell'Atalanta fino al 2006-07, quando venne superato da Cristiano Doni.
Nel 1955 la squadra orobica fu protagonista della prima diretta televisiva per una partita di calcio: la partita contro la Triestina fu infatti trasmessa dalla RAI. Due anni più tardi, dopo altrettante salvezze, l'Atalanta fu protagonista di un campionato vissuto nei bassifondi della classifica e quando si salvò, all'ultima giornata, espugnando il campo di Padova, fu accusata di combine e quindi retrocessa. Un'onta che venne completamente cancellata solamente un anno più tardi, quando i presunti testimoni ed accusatori, tra cui Giovanni Azzini, difensore del Padova, confessarono di avere inventato tutto, e la società venne completamente riabilitata. Nel frattempo però la squadra, guidata dall'esperto allenatore austriaco Karl Adamek (subentrato a metà della stagione precedente), si era conquistata sul campo l'immediato ritorno in Serie A, grazie alla vittoria del secondo campionato di B della sua storia, davanti al Palermo secondo classificato.
La Coppa Italia
Gli anni sessanta videro l'acquisto di stranieri che diedero importanti contributi, tra i quali spiccano Humberto Maschio, anche titolare ai Mondiali del 1962 in Cile, Flemming Nielsen e Gustavsson, che nel 1958 aveva giocato da titolare la finale dei Mondiali persa dalla sua nazionale contro il Brasile di Pelè, oltre all'udienza concessa da Papa Giovanni XXIII (bergamasco pure lui), e le prime apparizioni in Europa grazie alla Mitropa Cup (con anche una semifinale nella stagione 1961-1962, persa solo a causa della differenza reti sfavorevole contro il Vasas Budapest) e ad altre competizioni minori (Coppa dell'Amicizia e Coppa delle Alpi, nella quale i bergamaschi giocarono anche una finale, il 26 giugno 1963, perdendola però contro la Juventus per 3-2).
Ma l'apice venne raggiunto nella stagione 1962-63 quando la società nerazzurra, reduce dall'ottimo sesto posto della stagione precedente, conquistò per la prima volta nella sua storia la Coppa Italia. Questo trofeo, che tuttora è l'unico trofeo di una certa importanza conquistato a livello di prima squadra, arrivò a Bergamo dopo una lunga cavalcata conclusasi con una vittoria per 3-1 in campo neutro a San Siro contro il Torino, con tripletta dell'attaccante bergamasco Angelo Domenghini, che in seguito avrebbe vestito anche la maglia della Nazionale. La storica formazione era la seguente: Pizzaballa, Pesenti, Nodari, Veneri, Gardoni, Colombo, Domenghini, Nielsen, Calvanese, Mereghetti e Magistrelli. Di questi undici, ben sette erano bergamaschi. L'anno seguente vi fu il debutto in Coppa delle Coppe, dove però l'Atalanta venne subito eliminata dallo Sporting Lisbona dopo uno spareggio in campo neutro a Barcellona, terminato dopo i tempi supplementari sul punteggio di 3-1 e giocato quasi interamente in inferiorità numerica a causa dell'infortunio del portiere Pier Luigi Pizzaballa nelle battute iniziali del match (all'epoca non esistevano infatti le sostituzioni, pertanto in porta finì il centravanti argentino Calvanese).
Gli anni dell'incertezza
Nel 1964 muore il presidente Turani, che viene sostituito alla guida della società da Attilio Vicentini, coadiuvato dall'ing. Luigi Tentorio. La squadra continua il suo cammino nella massima serie fino al 1968-69 quando, complice la cessione al Bologna del bomber Savoldi, retrocede in serie B dopo dieci anni consecutivi in massima serie. Alla presidenza Mino Baracchi subentra a Vicentini, ma dopo un solo anno il nuovo “patron” diventa Achille Bortolotti, che già da alcuni anni possedeva alcune azioni della società bergamasca.
La famiglia Bortolotti
Dopo un anno di purgatorio la squadra ritorna in A grazie all'allenatore Giulio Corsini, capace di amalgamare una squadra di giovani (su tutti Gaetano Scirea, Adelio Moro e Giovanni Vavassori). Dopo una salvezza, nel 1972-73 l'Atalanta incappa in un'altra stagione-no, nella quale subisce la sconfitta più pesante di sempre (9-3 a San Siro contro il Milan) e retrocede per differenza reti, nonostante avesse avuto la possibilità di salvarsi andando a punti nelle ultime tre giornate.
Questa volta la permanenza tra i cadetti dura più del solito, tant'è che per il ritorno nel massimo campionato bisognerà aspettare fino all'anno 1976-1977, promozione ottenuta da Titta Rota soltanto dopo gli spareggi a Marassi contro Cagliari e Pescara. L'anno seguente la squadra ottiene la salvezza, e nel 1978-1979 ritorna in Serie B, ancora una volta a causa della differenza reti sfavorevole. L'anno seguente viene mancata la promozione e nella stagione 1980-1981 l'Atalanta retrocede in Serie C1, per la prima volta nella sua storia.
Il rilancio
È il punto più basso nella storia della società bergamasca, che mai aveva giocato al di sotto della Serie B. Il presidente Achille Bortolotti cede il comando al figlio Cesare, che adotta una politica lungimirante e centra l'immediato ritorno tra i cadetti dopo una marcia trionfale guidata dall'allenatore Ottavio Bianchi, con appena 2 sconfitte nelle 34 gare giocate in campionato e la netta vittoria del girone A di Serie C1. L'anno successivo serve come stagione di assestamento, utile come trampolino di lancio per la squadra che, guidata da Nedo Sonetti, nel 1983-84 vince il campionato di B, con Marco Pacione e Marino Magrin che risultano essere i due migliori marcatori dell'intera categoria, riportando così la città ai livelli di un lustro addietro.
La stagione 1984-1985 vede nella Serie A italiana molti campioni stranieri del calibro di Michel Platini, Diego Armando Maradona, Hans Peter Briegel, Karl-Heinz Rummenigge, Zico e Sócrates, quindi l'Atalanta, per non sfigurare, acquista i nazionali svedesi Lars Larsson e Glenn Peter Strömberg. Se il primo non lascerà il segno (tornerà infatti in patria dopo una sola stagione caratterizzata da 4 presenze senza nessuna rete), il secondo diventa invece un pilastro insostituibile del centrocampo nerazzurro, dove resterà per molti anni, tanto da diventare capitano e simbolo della squadra. Nello stesso anno comincia a farsi notare Roberto Donadoni, che aveva esordito in prima squadra già nell'anno della serie C, destinato a sua volta ad una grande carriera.
La permanenza nella categoria prosegue senza intoppi fino alla stagione 1986-87 quando, complice la sfortuna, l'Atalanta retrocede all'ultima giornata, anche a causa dei 14 pali colpiti nel corso della stagione, all'epoca record del massimo campionato italiano. Ma, nonostante questo, la squadra di Sonetti riesce a raggiungere la finale di Coppa Italia, dove viene sconfitta dal Napoli Campione d'Italia: si qualifica quindi di diritto per la Coppa delle Coppe per la seconda volta nella sua storia dopo il 1964.
Le avventure continentali
Il Trofeo Achille e Cesare Bortolotti è un torneo calcistico amichevole organizzato dalla società Atalanta in memoria dei suoi presidenti Achille Bortolotti e Cesare Bortolotti.
Consiste in una partita di 90 minuti tra la formazione orobica e una ospite che si affrontano a Bergamo.
Introdotto nel 1992, al trofeo hanno preso parte squadre note del panorama calcistico, come le brasiliane Vasco da Gama, San Paolo e Grêmio, nonché Juventus, Olympique Marsiglia, Milan, Real Sociedad, Sampdoria, QPR, IFK Göteborg, Borussia Dortmund, Hull City, Siviglia e Braga.
Proprio la stagione 1987-1988 è quella della svolta, con il giovane ed emergente allenatore Emiliano Mondonico. La stagione è memorabile: promozione in serie A, ma soprattutto una cavalcata entusiasmante in Europa, dove raggiunge la semifinale della coppa delle Coppe. Partita in sordina in quanto squadra partecipante al campionato cadetto, l'Atalanta elimina nell'ordine i gallesi del Merthyr Tydfil, i greci dell'Ofi Creta ed i portoghesi dello Sporting Lisbona, in una sorta di rivincita della sfida di quasi cinque lustri prima, con il gol-qualificazione di Aldo Cantarutti nella città lusitana.
Apertesi le porte della semifinale, l'Atalanta, piccola squadra provinciale, rimane sola a difendere i colori dell'Italia nelle competizioni continentali: il sogno, tuttavia, s'infrange contro i belgi del Malines (in fiammingo Mechelen), futuri vincitori del trofeo, che il 20 aprile 1988 eliminano gli orobici nello stadio di Bergamo (doppio risultato di 2-1 in favore dei giallorossi).
L'anno successivo, vede l'Atalanta ai nastri di partenza del campionato di Serie A con una squadra di tutto rispetto, che annovera il centrocampo probabilmente più forte della propria storia: il capitano della nazionale svedese Stromberg, Fortunato, Nicolini, Bonacina e l'altro svedese Prytz. Le attese vengono mantenute con un ottimo sesto posto finale, che le vale la prima storica qualificazione in Coppa UEFA. L'avventura europea però non è fortunata come la precedente, poiché l'eliminazione arriva al primo turno per mano dei sovietici dello Spartak Mosca, a seguito dello 0-0 casalingo nella gara di andata e della successiva sconfitta per 2-0 a Mosca. Il campionato 1989-190 vede di nuovo tra i protagonisti l'Atalanta, la quale, anche grazie all'acquisto del nazionale argentino Claudio Paul Caniggia, con un 7º posto, riesce a bissare la qualificazione europea dell'anno precedente.
L'annata è caratterizzata dalla morte, avvenuta in un incidente stradale, del presidente Cesare Bortolotti. La presidenza torna per alcuni mesi al padre Achille Bortolotti, che traghetterà la società fino all'acquisto del pacchetto azionario da parte dell'immobiliarista Antonio Percassi, ex difensore del club orobico a metà degli anni settanta.
La squadra nel frattempo ottiene buoni risultati nella Coppa UEFA 1990-1991, dove elimina i croati della Dinamo Zagabria, i turchi del Fenerbahce ed i tedeschi del Colonia, ma non può fare nulla nello scontro “fratricida” contro l'Inter nei quarti di finale, nonostante il buon 0-0 della gara di andata giocata in casa. Il campionato vede un avvicendamento alla guida tecnica tra Frosio e Giorgi, che conclude la stagione in una posizione di centro classifica e ottiene la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia. Negli anni seguenti, in cui si alternano gli allenatori Giorgi e Lippi, la squadra si mantiene nei quartieri alti della classifica di serie A, senza però centrare altre qualificazioni in Coppa UEFA.
L'era Ruggeri
L'anno 1993-1994 doveva essere quello del rilancio, tanto che il presidente Percassi decise di puntare su un tecnico emergente, Guidolin, per portare il cosiddetto "calcio-spettacolo" a Bergamo. Acquistò addirittura Franck Sauzée, centrocampista e capitano dell'Olympique Marsiglia campione d'Europa in carica. Le attese vennero però completamente disattese e la squadra, dopo un campionato passato nei bassifondi della classifica, retrocesse al penultimo posto, nonostante l'avvicendamento tra Guidolin e Prandelli (tecnico della Primavera).
Il presidente decide di cedere la proprietà ad Ivan Ruggeri, che riaffidò la squadra ad Emiliano Mondonico, il quale la riportò subito in serie A dopo una prima parte di campionato alquanto sofferta, con la squadra ai limiti della zona retrocessione, ma con un girone di ritorno in cui la squadra inanella numerosi risultati positivi centrando la promozione all'ultima giornata, dopo una sorta di spareggio con la Salernitana.
Negli anni successivi, nel massimo campionato, la squadra orobica disputa due buone stagioni, nelle quali si classifica a metà graduatoria, lanciando giovani giocatori come Christian Vieri e Filippo Inzaghi: quest'ultimo riesce nel 1996/97, unico giocatore nerazzurro della storia, a vincere il titolo di capocannoniere nel massimo campionato, con ben 24 centri (impresa che non gli riuscirà più in futuro). L'annata viene però funestata dalla tragica fine dell'attaccante Federico Pisani, vittima di un incidente stradale nel febbraio 1997. A lui viene di diritto intitolata la curva Nord dello stadio di Bergamo, quella riservata ai tifosi atalantini; viene inoltre ritirata la sua maglia numero 14. Nella stagione 1995/96, inoltre, l'Atalanta gioca la terza finale di Coppa Italia della sua storia, perdendola contro la Fiorentina.
L'anno successivo, nonostante le ottime premesse ed un discreto inizio di stagione, la squadra non tiene fede alle attese, ritrovandosi quasi subito ad arrancare nei bassifondi della classifica. La retrocessione tuttavia si materializza soltanto all'ultima giornata, ponendo termine al ciclo di Emiliano Mondonico sulla panchina nerazzurra.
Per la stagione 1998-1999 ci si affida a Bortolo Mutti, vecchia gloria degli anni ottanta, per cercare un immediato ritorno nella massima serie, ma la promozione non arriva, soprattutto a causa della sterilità offensiva e dei troppi pareggi nella fase finale del campionato.
Il nuovo millennio
Per l'anno 1999/2000 si punta su Giovanni Vavassori, altra vecchia gloria, che bene aveva fatto come allenatore del settore giovanile neroazzurro. Ed i risultati arrivano, dato che centra la Serie A al primo tentativo, utilizzando numerosi giovani cresciuti nel proprio vivaio. L'entusiasmo è talmente alto che l'anno successivo, il 2000/01, l'Atalanta si ritrova al comando del campionato più bello del mondo dopo il primo mese, giocando un calcio divertente e redditizio. Nel prosieguo della stagione la squadra accusa una leggera flessione, che però non le impedisce di concludere con un onorevole settimo posto ed una salvezza ottenuta con largo anticipo (sette giornate).
Il presidente Ruggeri cerca allora di far fare il salto di qualità alla squadra, cedendo qualche giovane alle squadre economicamente più forti, ma acquistando giocatori di fama tra i quali spicca il nome di Comandini: 30 miliardi di lire per il suo acquisto, il più caro della storia atalantina[8]. Ma i nuovi non si amalgamano e la stagione termina con un nono posto, pur con un punto in più della stagione precedente. Si evita la retrocessione con i gol di uno strepitoso Cristiano Doni, convocato poi per i Mondiali di Corea-Giappone del 2002, nei quali giocherà anche una partita da titolare. Ma l'anno seguente il miracolo non si ripete, e la "banda" allenata da Vavassori retrocede al termine di una stagione difficile, culminata con l'esonero dell'allenatore (a favore di Giancarlo Finardi, tecnico della formazione Primavera) e la sconfitta nello spareggio-salvezza giocato contro la Reggina. Si prova a risalire immediatamente con la guida tecnica di Andrea Mandorlini e l'impresa riesce nuovamente, anche se non senza sofferenze, al termine di un lunghissimo campionato (ben 46 partite) in cui nella prima parte la squadra si mantiene a lungo in testa ed eguaglia il record societario di 24 partite senza sconfitte, mentre nella seconda fase accusa un calo di rendimento che la porta fino al quinto posto, ultimo utile a salire nel massimo campionato.
Ma l'altalena tra le categorie continua, ed una nuova retrocessione colpisce la squadra di Delio Rossi, subentrato a stagione in corso al tecnico artefice della promozione dell'anno prima, nonostante un'incredibile rimonta nel girone di ritorno. Ci si affida quindi al giovane tecnico romano ex Catania e Perugia Stefano Colantuono, che riporta nella categoria superiore la squadra dopo un solo anno di assenza, al termine di una stagione colma di record per la serie cadetta, concludendo al primo posto senza particolari affanni. La direzione della squadra gli viene confermata anche per il 2006/07, stagione in cui l'Atalanta si regala un ottimo ottavo posto, a ridosso della zona-UEFA, ponendosi come una delle rivelazioni della massima serie; nella stessa stagione vine stabilito il record di punti (50) in Serie A della società neroazzurra, che rimarrà imbattuto fino alla stagione 2011-12.
Al termine della stagione, però, mister Colantuono decide di abbandonare Bergamo per trasferirsi al Palermo, e la società per sostituirlo decide di puntare su Luigi Delneri.
Il centenario
Il 17 ottobre 2006, presso la sala Congressi Papa Giovanni XXIII a Bergamo, sono state presentate le iniziative per celebrare i cento anni di storia della cosiddetta "Regina delle Provinciali". Tra i vari eventi si è svolta una notte bianca a Bergamo, denominata Notte NerAzzurra, con spettacoli, apparizioni di ex calciatori atalantini, concerti e fuochi d'artificio.
I festeggiamenti sono terminati il 17 ottobre 2007[9], con un programma di appuntamenti musicali e sportivi, tra cui soprattutto un prestigioso triangolare con Porto e Stella Rossa (vinto dai lusitani con i bergamaschi al secondo posto, grazie alla vittoria sulla Stella Rossa) e la partecipazione al Trofeo Teresa Herrera con Real Madrid, Deportivo La Coruña e Belenenses, cui si aggiungono mostre dedicate alla Dea presso la fiera di Bergamo.
Di padre in figlio
A gennaio 2008 un aneurisma colpisce il presidente Ruggeri che, a causa della persistente criticità delle proprie condizioni, ad aprile dello stesso anno viene affiancato alla presidenza dalla figlia Francesca, in qualità di vicepresidente, e dal figlio Alessandro in qualità di amministratore delegato. Nel frattempo la squadra si mantiene in una posizione di centro classifica, dando talvolta la sensazione di poter addirittura conquistare un posto in Coppa UEFA. La qualificazione europea tuttavia non arriva, lasciando a ricordo di una buona annata la doppia vittoria contro il Milan ed un ottimo nono posto in classifica.
Il 3 settembre 2008 viene nominato presidente il figlio Alessandro[10]. La stagione vede la squadra navigare costantemente nelle zone medio/alte della classifica dando spesso, come nella precedente annata, l'illusione di potersi inserire nel discorso per la qualificazione in Coppa UEFA. Nemmeno questa volta si materializza l'accesso in Europa, ma l'annata è caratterizzata da numerose soddisfazioni quali le larghe sconfitte rifilate all'Inter campione d'Italia (3-1), Roma (3-0), Lazio (3-0), Napoli (3-1), Udinese (3-0), ottenute con un gioco molto spettacolare e spesso con ampio scarto di reti.
Per l'anno successivo il presidente Alessandro Ruggeri ingaggia Angelo Gregucci come nuovo allenatore al posto di Luigi Delneri. La sua avventura sulla panchina neroazzurra però si conclude già il 21 settembre 2009 quando, dopo quattro sconfitte in altrettante partite di campionato, viene esonerato in favore di Antonio Conte, ex tecnico di Arezzo e Bari. Quest'ultimo, però, in seguito alla brutta sconfitta casalinga subìta per mano del Napoli il 7 gennaio 2010, e complice una pesante discussione con la tifoseria atalantina[11], si dimette dopo aver conquistato 13 punti in altrettante partite[12] ed aver ottenuto l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Lumezzane. La società decide allora di affidare temporaneamente la panchina all'allenatore della Primavera Walter Bonacina, vecchia gloria neroazzurr[13], ingaggiando dopo una sola partita Bortolo Mutti, alla sua seconda esperienza alla guida della squadra bergamasca[14]. Il rendimento migliora tra le mura amiche, dove arrivano diversi buoni risultati che tengono la squadra in corsa per la salvezza fino a fine stagione, non supportato però dai risultati ottenuti in trasferta: in tutto il girone di ritorno i bergamaschi riescono infatti a conquistare un solo punto lontano da Bergamo (con un pareggio per 0-0 a Catania). La retrocessione quindi si materializza alla penultima giornata, in seguito alla sconfitta patita a Napoli per 2-0[15].
Il ritorno di Percassi
La stagione 2009-2010, oltre alla retrocessione, porta pure un'irreparabile rottura dei rapporti tra la dirigenza ed il resto del mondo atalantino (in primis tifosi e stampa), dovuta ad una serie di scelte sportive e gestionali rivelatesi errate, nonché ad un'assoluta mancanza di comunicazione tra le parti.[16] Fu così che il 14 maggio 2010 Alessandro e Francesca Ruggeri, detentori del pacchetto azionario di maggioranza della società, annunciano la messa in vendita della proprietà neroazzurra.[17] Seguono settimane di intense trattative svoltesi nel più assoluto riserbo, durante le quali si alternano più nomi tra i papabili alla presidenza[18], fino al 4 giugno 2010, quando Antonio Percassi riesce ad acquisire il 70% delle azioni della società, ritornando alla guida degli orobici dopo sedici anni[19].0 Come allenatore viene scelto Stefano Colantuono che, dopo la mancata promozione in Serie A con il Torino della stagione precedente, torna alla guida degli orobici dopo tre anni[20], mentre come nuovo Direttore generale viene scelto Roberto Spagnolo[21]. Alla fine della stagione l'Atalanta centrerà l'obbiettivo societario, riuscendo sia a ritornare in Serie A con tre giornate di anticipo che a vincere il campionato con 79 punti, secondo miglior risultato di sempre dei neroazzurri dopo gli 81 conquistati sempre da Colantuono nel 2005-2006. Questa promozione, la tredicesima della storia societaria[1] permette all'Atalanta di stabilire il nuovo record di promozioni dalla serie cadetta al massimo campionato ed eguagliare il Genoa come numero di vittorie del campionato (6). Infine il 29 maggio, allo Stadio Atleti Azzurri d'Italia, la squadra riceve dal presidente di Lega Giancarlo Abodi la Coppa Ali della Vittoria che dal 2006 spetta di diritto ai vincitori del campionato di Serie B.
Tuttavia l'estate si rivela essere assai movimentata, in quanto già il 1º giugno 2011 Cristiano Doni viene inserito nella lista degli indagati nell'ambito dell'Operazione Last Bet: un'inchiesta su scommesse illegali nel calcio, basate sulla manipolazione dei risultati delle partite del campionato di Serie A, Serie B e di Lega Pro[22]. La società, coinvolta in base al principio della responsabilità oggettiva, decide di tutelare la sua immagine affidandosi a un team di avvocati[23]. Inizialmente vengono inflitti 6 punti di penalità alla squadra e tre anni e 6 mesi di squalifica a Cristiano Doni e tre anni a Thomas Manfredini. Nei successivi gradi di giudizio Manfredini viene prosciolto da ogni accusa; nonostante ciò, vengono mantenuti i 6 punti di penalizzazione alla società. L'Atalanta, pur continuando le azioni legali a difesa della società, inizia il campionato infilando un pareggio e tre vittorie consecutive che, senza penalizzazione, avrebbero permesso ai bergamaschi di rimanere soli in vetta del campionato dopo 4 giornate con 10 punti conquistati. Nel prosieguo dell'andata la squadra si mantiene costantemente al di sopra della zona retrocessione, terminando la prima parte del campionato con un buon margine sulla terz'ultima. Il 29 aprile 2012 grazie alla vittoria casalinga per 2-0 contro la Fiorentina la squadra conquista matematicamente la salvezza con 3 giornate d'anticipo, stabilendo il proprio record di punti fatti in Serie A (52), nonostante 3 sconfitte nelle ultime 3 giornate di campionato contro Milan, Lazio e Juventus. Luca Cigarini ed Ezequiel Schelotto, reduci da un'ottima annata nelle file nerazzurre, vengono convocati dal CT Cesare Prandelli per il ritiro pre Euro 2012 della Nazionale[24]: i due nerazzurri verranno però esclusi in seguito dalla lista dei 23 convocati. Il 31 maggio l'Atalanta patteggia nella seconda fase dell'inchiesta di Cremona legata al calcioscommesse, iniziata un anno prima, vedendosi infliggere due punti di penalità da scontare nella stagione 2012-2013 oltre a 25.000 Euro di multa per la partita Padova-Atalanta, con la società punita per responsabilità oggettiva. A Cristiano Doni, ormai ex capitano della squadra bergamasca, vengono inflitti altri due anni di squalifica.
Cronistoria
Cronistoria dell'Atalanta Bergamasca Calcio | ||
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Colori e simboli
Colori
Dal 1907, anno della sua fondazione, l'Atalanta indossa la casacca bianconera a strisce verticali sottilissime. I pantaloncini sono normalmente neri. In seguito alla fusione avvenuta nel 1920 con la Bergamasca adotta i colori sociali nerazzurri: viene eliminato il bianco, colore comune delle due squadre, e portato in dote alla nuova divisa sociale l'altro rispettivo colore, nero per l'Atalanta, azzurro per la Bergamasca. Nei primi anni della sua vita, l'Atalanta Bergamasca di ginnastica e scherma indosserà maglie a quarti nerazzurre: le strisce arriveranno alcuni anni più avanti.
Simboli ufficiali
La denominazione della società deriva dalla figura mitologica di Atalanta. Spesso la società bergamasca viene soprannominata la Dea, seppur in maniera erronea. Infatti, la bellissima eroina da cui si era preso spunto non era effettivamente una dea bensì una ninfa.
Il logo ufficiale della squadra è costituito proprio dal viso della ninfa, ritratto di profilo, su sfondo nerazzurro.
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Un logo del passato
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Il logo attuale
Strutture
Stadio
L'Atalanta dal 1928 gioca le sue partite interne allo Stadio Atleti Azzurri d'Italia, da sempre di proprietà del comune di Bergamo.
Lo stadio fu costruito nel 1928 e prese il nome di "Mario Brumana", in onore di Mario Brumana, un martire fascista, morto a Gallarate nel 1922. Prima di allora, la società bergamasca aveva giocato le proprie partite casalinghe dapprima nel campo di via Maglio del Lotto (dal 1914 al 1918) e successivamente al campo della Clementina (dal 1919 al 1928).
La struttura venne inaugurata per ben due volte: la prima, in forma generale, il 1º novembre 1928 in occasione della partita Atalanta-Triestina (4-1). La seconda avvenne in pompa magna il 23 dicembre dove l'Atalanta batté la Dominante di Genova per 2-0 alla presenza di numerose autorità e di un foltissimo pubblico.[26]
Lo stadio, per gli esperti di allora, fu definito come uno dei più belli d'Italia.
Con la caduta del fascismo, lo stadio cambiò nome: prima semplicemente in "Comunale" e successivamente nella dicitura odierna dedicata agli "Atleti Azzurri d'Italia". Durante gli anni lo stadio venne notevolmente modificato fino ad assumere la conformazione attuale.
Centro di allenamento
Gli allenamenti della squadra si svolgono invece a Zingonia, presso il "Centro Bortolotti" che è anche la sede attuale della società neroazzurra; sempre a Zingonia si trovano anche i campi di allenamento e di gioco del settore giovanile.
Società
Organigramma societario
Dal sito ufficiale della società:[27]
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Sponsor
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Settore giovanile
Storia
L'Atalanta ha sempre seguito con particolare attenzione l'attività calcistica a livello giovanile. La prima persona che si impegnò ad allestire delle squadre di giovani fu Giuseppe Ciatto. Ciatto fu un vero e proprio uomo tuttofare: ogni aspetto organizzativo veniva affrontato e risolto da lui, che si occupava anche di allenare le varie squadre.
Nel 1949 l'Atalanta conquista il titolo italiano Ragazzi, cominciando a sfornare giocatori di buon livello.
Sul finire degli anni cinquanta l'ingegner Tentorio (all'epoca commissario straordinario della società) avverte la necessità di cominciare ad investire in modo più sistematico nei giovani: viene deciso di dar vita a un vero settore giovanile, con una sua struttura indipendente da quella della prima squadra. Affida l'incarico a Giuseppe Brolis, che si mette al lavoro attorniandosi di collaboratori di fiducia, crea rapporti con società del Veneto e del Friuli, costruisce una rete di osservatori e assume allenatori giovani e motivati. I ragazzini vengono affidati a Raffaele Bonifaccio che di quei ragazzini diventa lo scopritore, il maestro sul campo, ma anche l'educatore. Arrivano a Bergamo giovani da fuori provincia che si allontanano dalle realtà nelle quali sono cresciuti ma soprattutto dalle loro famiglie: Brolis avverte la necessità di seguirli anche nella loro vita privata stipulando un accordo con la Casa del Giovane che diventa la seconda casa di molti ragazzi del vivaio.
Con il passare degli anni viene ampliato il raggio d'azione del settore, creando vere e proprie società satelliti disposte in tutto il territorio nazionale.
Un passo cruciale nella storia del settore giovanile bergamasco avviene agli inizi degli anni novanta con il presidente Percassi che attua una nuova politica degli investimenti, soprattutto a livello giovanile. Egli riesce a convincere Mino Favini a lasciare Como affidandogli responsabilità con ampia libertà di gestione e assicurandogli tutti i mezzi che ritiene opportuno investire.
Il vivaio non solo continua a incrementare la "produzione" di giocatori per la prima squadra, ma comincia ad ottenere affermazioni di prestigio nelle più importanti manifestazioni nazionali, diventando un esempio per molte società anche più blasonate. L'Atalanta della gestione Favini dal 1991 al 2010 ha conquistato con le varie squadre giovanili ben 16 titoli nazionali.
Nonostante frequentemente si privi dei suoi giovani più promettenti, la società riesce sempre a trovare nuova linfa nel settore giovanile ed a lanciare nuovi promettenti volti nel mondo del calcio, molti dei quali bergamaschi d'origine, cosa assai rara nelle squadre professionistiche[28].
Principali successi del settore giovanile
Molti sono i successi a livello giovanile, essendo il vivaio dell'Atalanta, gestito da Mino Favini, uno dei più stimati d'Europa: secondo una classifica stilata dal Centro studi di Coverciano, la società bergamasca possiede il migliore settore giovanile d'Italia ed il sesto in Europa, dietro a Real Madrid, Barcellona e tre squadre francesi. Il parametro utilizzato è quello dei giocatori di prima divisione prodotti dal vivaio. Nella stagione 2007-2008 22 giocatori provenienti dal vivaio dell'Atalanta hanno giocato nel campionato di serie A, 32 in quello di B e 3 all'estero[29].
Di seguito vengono riportati, in ordine cronologico, i successi delle varie squadre giovanili della società bergamasca:
- 1948-1949: Campione d'Italia cat. Ragazzi
- 1969: Torneo di Viareggio
- 1991-1992: Campione d'Italia cat. Allievi
- 1992-1993: Campione d'Italia cat. Primavera
- 1993: Torneo di Viareggio
- 1994-1995: Campione d'Italia cat. Giovanissimi
- 1997-1998: Campione d'Italia cat. Primavera
- 1999-2000: Coppa Italia cat. Primavera
- 2000-2001: Coppa Italia cat. Primavera
- 2001-2002: Campione d'Italia cat. Allievi
- 2001-2002: Campione d'Italia cat. Giovanissimi
- 2002-2003: Coppa Italia cat. Primavera
- 2003-2004: Campione d'Italia cat. Giovanissimi
- 2004-2005: Campione d'Italia cat. Allievi
- 2004-2005: Campione d'Italia cat. Giovanissimi
- 2005-2006: Campione d'Italia cat. Berretti
- 2007-2008: Campione d'Italia cat. Giovanissimi
- 2009-2010: Campione d'Italia cat. Berretti
L'Atalanta e le Nazionali di calcio
L'Atalanta e la Nazionale italiana
In seguito è riportata la classifica delle presenze e delle reti di giocatori dell'Atalanta che hanno giocato nella Nazionale Maggiore[30].
Di seguito è riportata anche la classifica delle presenze e delle reti dei giocatori dell'Atalanta che hanno giocato nella Nazionale Under-21 (sono conteggiate solamente presenze e gol relativi al loro periodo di permanenza nella società bergamasca)[31].
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Presidenti e allenatori
Presidenti
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Allenatori
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Giocatori
Vincitori di titoli
Campioni d'Europa Under 21
Campioni del Sud America
Vincitori della Confederations Cup
Campioni d'Europa Under-19
Palmarès
Competizioni nazionali
- Coppa Italia: 1
Competizioni giovanili
Nazionali
- 1992-1993; 1997-1998
- 1948-1949
- 1999-2000; 2000-2001; 2002-2003
- 2005-2006; 2009-2010
- 1991-1992; 2001-2002; 2004-2005
- 1994-1995; 2001-2002; 2003-2004; 2004-2005; 2007-2008
Internazionali
- 1969; 1993
- Trofeo Dossena: 6 (record assoluto della manifestazione)
- 1982, 1985, 1987, 1993, 1997 e 1999
Statistiche e record
Partecipazioni ai campionati
Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale | |
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A |
Divisione Nazionale | 2 | 1928-1929 | 1945-1946 | 54 |
Serie A | 52 | 1937-1938 | 2012-2013 | ||
B |
Seconda Divisione | 4 | 1922-1923 | 1925-1926 | 34 |
Prima Divisione | 2 | 1926-1927 | 1927-1928 | ||
Serie B | 28 | 1929-1930 | 2010-2011 | ||
C |
Serie C1 | 1 | 1981-1982 | 1981-1982 | 1 |
In 88 stagioni sportive dall'esordio a livello nazionale nella Lega Nord nel 1922: sono compresi 2 tornei di Divisione Nazionale (A) e 6 tornei relativi al secondo livello del calcio italiano (4 di Seconda Divisione e 2 di Prima Divisione). In precedenza l'Atalanta ha partecipato in ambito FIGC a 4 tornei locali del Comitato Regionale Lombardo. L'Atalanta è rimasta inattiva in competizioni nazionali negli anni dal 1915 al 1919 e dal 1943 al 1945 a causa dei conflitti bellici.
Statistiche di squadra
Partecipazione ai campionati
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Pos = Posizione di classifica; G = Partite giocate; V = Partite vinte; N = Partite pareggiate; P = Partite perse; GF = Gol fatti; GS = Gol subiti; Pt = Punti
Partecipazioni alle coppe nazionali
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione |
---|---|---|---|
Coppa Italia | 61 | 1935-1936 | 2011-2012 |
Coppa Italia di Serie C | 1 | 1981-1982 |
La Coppa Italia 1962-1963
Data | Fase | Avversario | Risultato |
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9 settembre 1962 | Primo turno | Como | 2-4 dts |
5 dicembre 1962 | Ottavi di finale | Catania | 2-1 |
27 marzo 1963 | Quarti di finale | Padova | 2-0 |
1º maggio 1963 | Semifinale | Bari | 1-0 |
2 giugno 1963 | Finale | Torino | 3-1 |
Altre finali di Coppa Italia disputate
Stagione | Avversario | Andata | Ritorno |
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1986-1987 | Napoli | 0-3 | 0-1 |
1995-1996 | Fiorentina | 0-1 | 0-2 |
Atalanta nelle competizioni UEFA
Stagione | Competizione | Fase | Avversario | Andata | Ritorno |
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1963-1964 | Coppa delle Coppe | Primo turno | Sporting Lisbona | 2-0 | 1-3 (spareggio in campo neutro 1-3 dts) |
1987-1988 | Coppa delle Coppe | Sedicesimi di finale | Merthyr Tydfil | 1-2 | 2-0 |
Ottavi di finale | OFI Creta | 0-1 | 2-0 | ||
Quarti di finale | Sporting Lisbona | 2-0 | 1-1 | ||
Semifinale | Malines | 1-2 | 1-2 | ||
1989-1990 | Coppa UEFA | Trentaduesimi di finale | Spartak Mosca | 0-0 | 0-2 |
1990-1991 | Coppa UEFA | Trentaduesimi di finale | Dinamo Zagabria | 0-0 | 1-1 |
Sedicesimi di finale | Fenerbahçe | 1-0 | 4-1 | ||
Ottavi di finale | Colonia | 1-1 | 1-0 | ||
Quarti di finale | Inter | 0-0 | 0-2 |
Partecipazioni alle competizioni europee
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione |
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Coppa delle Coppe | 2 | 1963-1964 | 1987-1988 |
Coppa UEFA | 2 | 1989-1990 | 1990-1991 |
Coppa dell'Amicizia | 3 | 1959-1960 | 1968 |
Coppa Mitropa | 4 | 1962 | 1984-1985 |
Coppa delle Alpi | 2 | 1963 | 1964 |
Coppa Piano Karl Rappan | 2 | 1965-66 | 1978 |
Coppa Anglo-Italiana | 2 | 1972 | 1994-1995 |
Record
- Miglior piazzamento in Serie A: 5 posto (1947-48)
- Peggior piazzamento in Serie A: 20º posto (2004-05)
- Promozioni dalla Serie B: 13 (record)[1][32]
- Record di punti in una sola stagione (assoluto): 81 (Serie B 2005-2006)
- Record di punti in una sola stagione (serie A): 52 effettivi senza la penalizzazione di 6 punti (2011-12), 50 nel 2006-2007
- Record di vittorie in una stagione (assoluto): 24 (Serie B 2005-2006)
- Record di vittorie in una stagione (serie A): 17 (1949-50)
- Record di sconfitte in una stagione (assoluto): 21 (Serie A 2009-2010)
- Record di gol segnati in una stagione: 66 (1949-50)
- Record di gol subiti in una stagione: 69 (1950-51)
- Vittoria più larga (assoluto): 7-0 Atalanta-Udinese (Serie B 1931-1932), Atalanta-Parma (Serie B 1931-1932) e Atalanta-Spezia (Serie B 1931-1932)
- Vittoria più larga (serie A): 7-1 Atalanta-Triestina (1951-52)
- Sconfitta più pesante: 9-1 Torino-Atalanta, (1941-42)
- Partita con più gol: 9-3 Milan-Atalanta (1972-73)
- Record di stagioni consecutive in Serie A: 15 (dal 1940-41 al 1957-58)
- Record di vittorie consecutive in Serie A: 5 (1990-91)
- Giocatore più prolifico in una sola stagione: Giovanni Gaddoni, 25 reti nella Serie B 1939-1940 (in Serie A Filippo Inzaghi, 24 reti nel 1996-97, in Serie C1 Bortolo Mutti, 16 reti nel 1981-1982)
- Giocatore più prolifico in una sola partita: 4 Hasse Jeppson (Atalanta-Triestina, 1951-52) e Poul Aage Rasmussen (Atalanta-Triestina, 1952-53)
Statistiche individuali
Qui di seguito le classifiche dei calciatori con più presenze totali (in gare ufficiali dalla stagione 1914-15 ad oggi) ed in campionato (dalla creazione del girone unico) con la maglia dell'Atalanta, i più prolifici in fatto di gol, gli allenatori con più presenze in campionato:
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N.B.: tra parentesi le stagioni
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Tifoseria
Storia
Secondo un sondaggio del 2003, fatto dal quotidiano la Repubblica, la squadra può contare su circa 119.000 tifosi in Italia,[33] la grande maggioranza dei quali proviene dalla città e dalla provincia di Bergamo.
I primi gruppi di tifo organizzato nacquero verso la metà degli anni sessanta quando si formò il primo centro di coordinamento del tifo orobico, denominato Club Amici dell'Atalanta.[34] Prima di allora il tifo come lo si intende al giorno d'oggi era pressoché inesistente.
Il 12 dicembre 1971 durante una trasferta organizzata dal Club Amici, un gruppo di amici decide di creare il primo gruppo organizzato di tifosi nerazzurri: nascono così gli Atalanta Commandos che si posizionarono dapprima nella curva Sud dello stadio Comunale e successivamente in curva Nord (dal 1997 intitolata a Federico Pisani), luogo in cui si riunisce tutt'oggi il tifo atalantino[35]. Il gruppo, di stampo apolitico, porta ad un'innovazione del tifo a Bergamo, con cori e striscioni e basandosi sul concetto della non-violenza. Di anno in anno, l'organizzazione fa sempre più proseliti, e si distingue anche fuori dallo stadio, organizzando partite di calcio,camminate, pullman propri e distribuendo un giornalino per diffondere la "mentalità" ultras.
Pochi anni più tardi, sull'esempio dei Commandos, nascono nuovi gruppi in curva Nord; tra i più importanti citiamo il gruppo Ultras-Fossa(di stampo meno pacifista del precedente), gli Sbandati e le Brigate Neroazzurre.
Quest'ultime, nacquero da uno costola degli stessi Commandos, nei quali non condividevano l'eccessiva moderatezza, dando un'impronta più trasgressiva. Da qui in avanti, per le Brigate inizia un'ascesa continua che le porterà in breve tempo a diventare uno dei club ultrà più ammirati e rispettati di tutta Italia.
La nuova mentalità favorevole allo scontro trova molti consensi, soprattutto tra gli ultrà più giovani, il che portò ad una profonda divisione all'interno della curva e negli stessi gruppi. Nacquero così le prime tensioni e i primi scontri con gli altri gruppi di tifosi, su tutti quelli del Genoa, del Torino, e delle milanesi. Più avanti, si andranno ad inasprirsi i rapporti anche verso altre tifoserie diffondendo in tutto lo Stivale la fama di tifoseria "calda"[36].
Agli inizi degli anni ottanta il tifo a Bergamo è in una fase cruciale di profondo cambiamento: si sta progressivamente spostando verso la linea più dura ed estrema portata avanti dalle Brigate (che nel frattempo avevano assorbito il gruppo degli Ultras) e che in poco tempo era diventato il gruppo leader della Nord.
Il 14 ottobre 1982, dopo un declino dovuto all'escalation del nuovo modo di tifare, vengono sciolti ufficialmente i Commandos[37].
Nel 1983 nascono nuovi gruppi da una serie di scissioni nelle Brigate e che poco più tardi si uniranno per formare un nuovo gruppo che segnerà, negli anni seguenti, la storia del mondo ultrà italiano: i Wild Kaos. Il motivo della scissione dal gruppo più importante della tifoseria bergamasca era lo stesso che aveva comportato la separazione dai Commandos: troppo poco casino[38].
Per quasi vent'anni, questi due gruppi (Brigate e Kaos) hanno retto le redini della Nord sebbene non ci fossero sempre stati buoni rapporti tra le due compagini. Questi attriti erano dovuti soprattutto alle diverse ideologie politiche (le Brigate erano storicamente di sinistra, mentre i Kaos erano filoleghisti); in parecchie situazioni i due gruppi sono anche venuti alle mani[39][40]. Diventa molto sentito in questo periodo, il derby lombardo contro il Brescia che portò a numerosi episodi di violenza prima, durante e dopo la partita.
Nei primi anni del nuovo millennio questi gruppi organizzati si sciolsero e, complici leggi molto restrittive, il fenomeno-violenza è andato diminuendo sempre più.
Dal 2005 in Curva Nord l'unico gruppo di tifo organizzato rimasto sono i Dell'Atalanta Supporters, ora chiamati semplicemente Curva Nord Bergamo 1907, a sottolineare l'unità del tifo atalantino. Questo gruppo è nato da ex-membri di Bna e Wild Kaos con l'intento di unificare il tifo bergamasco sotto un'unica entità apolitica, in modo da rilanciare la Nord.
Da segnalare, le numerose iniziative che la tifoseria ha portato e porta avanti: oltre alle coreografie, manifesti e giornalini, dal 2002 è diventata d'abitudine tradizionale la Festa della Dea: una festa popolare a base di musica, cucina nostrana con l'intrattenimento di protagonisti nerazzurri contemporanei e non. Oltre a questo la tifoseria da tempo porta avanti iniziative di solidarietà, anche attraverso la raccolta di fondi. Ad esempio, dopo il terremoto dell'Aquila del 2009 la tifoseria atalantina ha sostenuto L'Aquila Rugby con 15.000 euro: l'incasso dell'edizione 2009 della Festa della Dea, più 5.000 euro provenienti da sottoscrizioni libere.
In Curva Sud dal 2006 ex membri delle Bna, insieme ad altri sottogruppi, formano il gruppo Forever Atalanta, tutt'ora attivo.
Gemellaggi e rivalità
Organico
Rosa Attuale
Rosa e numerazione aggiornate al 17 settembre 2012.[42]
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Fuori Rosa
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Maglie ritirate
- 12 - in segno di riconoscimento verso la Curva Pisani considerata il 12º uomo in campo
- 14 - in memoria di Federico Pisani, dopo il suo prematuro decesso[43]
- 80 - in occasione degli ottanta anni del radiocronista Elio Corbani[44]
Staff tecnico
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Note
- ^ a b c Compresa la vittoria della Prima Divisione 1927-1928, secondo livello del calcio italiano dell'epoca
- ^ Filippo Maria Ricci, Millwall, una giornata in paradiso, in Corriere della Sera, 22 maggio 2004, p. 47. URL consultato il 23 maggio 2010.
- ^ Calendari Serie A 2012-13: l'Atalanta specialista in promozioni - Teste di Calcio
- ^ Nel 1907 nasce l'Atalanta, su atalanta.it. URL consultato il 23 maggio 2010.
- ^ Ecco il nuovo stadio, operazione da 250 milioni
- ^ Ecco il nuovo stadio di Bergamo: un «diamante» da 25 mila posti - Cronaca - L'Eco di Bergamo - Notizie di Bergamo e provincia
- ^ "Cent'anni di Atalanta" vol.1, di E. Corbani e P.Serina, ed. SESAAB, 2007
- ^ Comandini, da mister 30 miliardi alla consolle del dj, su tuttoatalanta.com, 18 maggio 2011.
- ^ Cento anni e non sentirli, su it.uefa.com, uefa.com, 19 ottobre 2007.[collegamento interrotto]
- ^ Alessandro Ruggeri nominato presidente, su atalanta.it.[collegamento interrotto]
- ^ Ecco il video di Controcampo dove Conte perde le staffe, su algeri.net, 7 gennaio 2010. URL consultato il 23 maggio 2010.
- ^ Conte si è dimesso, su algeri.net, 7 gennaio 2010. URL consultato il 23 maggio 2010.
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Bibliografia
- "Cent'anni di Atalanta" vol.1 e 2, di E. Corbani e P. Serina, ed. SESAAB, 2007
- Daniele Belotti, Atalanta folle amore nostro - 30 anni di storie della Curva Nord, Bergamo, Studio Lito Clap, 2005.
Voci correlate
- Bergamo
- Provincia di Bergamo
- Serie A
- Coppa Italia
- Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma
- Stadio Atleti Azzurri d'Italia
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Collegamenti esterni
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