Carlo Osti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Carlo Osti
Osti all'Atalanta a metà degli anni 80
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 181 cm
Peso 78 kg
Calcio
Ruolo Difensore
Termine carriera 1991
Carriera
Giovanili
19??-19??Conegliano
Squadre di club1
1973-1976Conegliano54 (5)
1976-1978Udinese15 (0)
1978-1979Atalanta22 (0)
1979-1980Udinese24 (0)
1980-1982Juventus12 (0)
1982-1984Avellino52 (1)
1984-1988Atalanta72 (1)
1988-1990Piacenza53 (0)
1990-1991Virescit Bergamo27 (0)
Nazionale
1979-1980Bandiera dell'Italia Italia U-216 (0)
1979-1980Bandiera dell'Italia Italia Olimpica6 (0)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Carlo Osti (Vittorio Veneto, 20 gennaio 1958) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, responsabile dell'area tecnica della Sampdoria.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Impiegato come terzino[1] o stopper, era un difensore veloce[2] e abile nella marcatura a uomo[3][4]; si distingueva talvolta per il gioco duro sugli attaccanti[3][5].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Cresciuto nel Conegliano[4][6], dopo un'iniziale gavetta in Serie C nell'Udinese si trasferisce in compartecipazione[2] all'Atalanta di Titta Rota, con cui debutta in Serie A nel campionato 1978-1979.

A fine stagione la Juventus rileva la quota atalantina del cartellino[2], lasciando Osti per una stagione all'Udinese, nel frattempo promossa nella massima serie e allenata da Corrado Orrico[7]. Con i friulani disputa una stagione ad alto livello[4] e nel 1980 si trasferisce definitivamente a Torino: impiegato insieme a Massimo Storgato come rincalzo per la difesa, incontra diverse difficoltà di ambientamento[8], e disputa due campionati come riserva alle spalle di Claudio Gentile, Sergio Brio e Antonello Cuccureddu[6], per un totale di 12 presenze con le quali si laurea per due volte Campione d'Italia (1980-1981 e 1981-1982).

Nell'ottobre 1982 viene ceduto in comproprietà[9] all'Avellino, in cambio dell'opzione per il trasferimento alla Juventus di Stefano Tacconi e Beniamino Vignola[10]. In Irpinia ritrova il posto da titolare, disputando due stagioni culminate con altrettante salvezze nella massima serie. Nel 1984-1985 fa ritorno all'Atalanta, neopromossa in Serie A[11], rimanendovi per quattro stagioni: titolare nelle prime due, perde progressivamente il posto nelle annate successive, l'ultima delle quali in Serie B. Al termine di questa stagione rimane senza contratto[12], pur vincolato all'Atalanta, e nell'autunno 1988 si trasferisce al Piacenza, sempre tra i cadetti, come parziale contropartita per il passaggio di Armando Madonna ai nerazzurri[1][13]; non evita la retrocessione in Serie C1, e viene riconfermato anche per il successivo campionato, con i gradi di capitano[14]. Chiude la carriera in Serie C2, con la Virescit Bergamo.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Ha fatto parte della Nazionale Under-21, con cui ha partecipato all'Europeo 1980; con gli Azzurrini ha disputato 6 partite[15]. Nello stesso periodo ha fatto parte anche della Nazionale Olimpica, con cui ha totalizzato 6 presenze nelle qualificazioni in vista dei Giochi Olimpici del 1980.

Dirigente[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1993 e il 1995 fa ritorno al Piacenza, con l'incarico di responsabile del settore giovanile[16][17]. Successivamente diventa direttore sportivo della Triestina per una stagione[4][17], e quindi dal 1996 al 1999 è alla Ternana[17], dove acquista tra gli altri Fabrizio Miccoli dal Casarano[4], e ottiene una doppia promozione dalla Serie C2 alla Serie B. Nel 1999 torna nel Bergamasco, come direttore generale dell'Alzano Virescit neopromosso in Serie B[18], e vi rimane per due stagioni[19].

Nel 2001 viene assunto dal Treviso[17], dove rimane fino al 2005 contribuendo alla prima promozione in Serie A dei veneti; viene quindi ingaggiato per un anno dalla Lazio in veste di direttore sportivo, dove viene affiancato dal consulente di mercato Walter Sabatini[20]. Dal maggio 2006 ricopre lo stesso ruolo all'Atalanta[21], restando in carica fino alla fine della stagione 2009-2010, terminata con la retrocessione degli orobici.

Il 7 giugno 2011 viene assunto dal Lecce, sempre con compiti di direttore sportivo[22].

Nel dicembre 2012 viene chiamato dalla Sampdoria per sostituire il direttore sportivo Pasquale Sensibile, dimessosi dall'incarico[23]. Il 1º ottobre 2021 viene sospeso in via cautelare a causa del venire meno dei presupposti per la prosecuzione del rapporto di lavoro;[24] il 14 gennaio 2022, chiarite e superate le divergenze che avevano caratterizzato il periodo di sospensione, torna a ricoprire la carica di responsabile delle aree tecniche: avrà la supervisione su prima squadra, settore giovanile e squadra femminile e fungerà da uomo di raccordo tra società, squadra e allenatore.[25]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Juventus: 1980-1981, 1981-1982
Udinese: 1977-1978
Udinese: 1977-1978

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Udinese: 1978
Udinese: 1979-1980

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Rosa 1988-1989 Storiapiacenza1919.it
  2. ^ a b c I bianconeri in arrivo, Stampa Sera, 4 giugno 1979, p. 12.
  3. ^ a b Osti, un mastino per la Juve, Stampa Sera, 13 agosto 1980, p. 9.
  4. ^ a b c d e Dal campo alla panchina. Due scudetti con la Juventus, La Tribuna di Treviso, 29 febbraio 2004, p. 3.
  5. ^ Osti polemizza con Zico: "Pretende tappeti rossi?", La Stampa, 27 settembre 1983, p. 19.
  6. ^ a b Gli eroi in bianconero: Carlo Osti Tuttomercatoweb.com
  7. ^ Udinese, matricola ambiziosa, La Stampa, 24 luglio 1979, p. 15.
  8. ^ Osti, un laureando con l'incubo di Eneas, Stampa Sera, 26 novembre 1980, p. 10.
  9. ^ Osti all'Avellino, forse Turone alla Samp, La Stampa, 22 settembre 1982, p. 17.
  10. ^ Il sogno di Vignola è diventato realtà, La Stampa, 14 giugno 1983, p. 21.
  11. ^ Muller all'Atalanta, la Repubblica, 23 giugno 1984, p. 18.
  12. ^ Mondonico: "Giochiamo per la salvezza, senza vergogna". E intanto aspetta Belanov Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità, 25 luglio 1988, p. 18.
  13. ^ Brevissime Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., l'Unità, 9 novembre 1988, p. 27.
  14. ^ Rosa 1989-1990 Storiapiacenza1919.it
  15. ^ Corbani, Serina, p. 445.
  16. ^ Piacenza, il calcio a metano, Corriere della Sera, 10 maggio 1995, p. 41.
  17. ^ a b c d La scheda di Carlo Osti Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive. Lazio.net
  18. ^ L'Alzano in mezzo alle grandi, una favola che continua, La Gazzetta dello Sport, 2 novembre 1999
  19. ^ Il Giulianova cambia idea: Buffoni resta È divorzio tra l'Avellino e Ammazzalorso, La Gazzetta dello Sport, 12 giugno 2001
  20. ^ Bonazzoli o Corradi per l'attacco. Da Treviso in arrivo Reginaldo, Corriere della Sera, 13 giugno 2005, p. 52.
  21. ^ Lotito indeciso tra Leonardi e Fabiani, Corriere della Sera, 29 maggio 2006, p. 6.
  22. ^ I giallorossi puntano su Osti, la Repubblica, sez. Bari, 8 giugno 2011, p. 16.
  23. ^ Carlo Osti nuovo DS al posto di Sensibile Sampnews24.com
  24. ^ U.C. Sampdoria: comunicato stampa del 1º ottobre 2021, su sampdoria.it, 1º ottobre 2021. URL consultato il 1º ottobre 2021.
  25. ^ U.C. Sampdoria: comunicato stampa del 14 gennaio 2022, su sampdoria.it, 14 gennaio 2022. URL consultato il 15 gennaio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Elio Corbani, Pietro Serina, Cent'anni di Atalanta, vol. 2, Bergamo, SESAAB, 2007, ISBN 978-88-903088-0-2.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]