Modena Football Club 2018: differenze tra le versioni
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Versione delle 14:38, 7 nov 2015
Modena Football Club 1912 Calcio ![]() | |
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Canarini | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | ![]() |
Inno | Il Braglia Canta |
Dati societari | |
Città | Modena |
Nazione | ![]() |
Confederazione | UEFA |
Federazione | ![]() |
Campionato | Serie B |
Fondazione | 1912 |
Presidente | ![]() |
Allenatore | ![]() |
Stadio | Alberto Braglia (21.507 posti) |
Sito web | www.modenafc.net |
Palmarès | |
Titoli nazionali | 2 campionati di Serie B |
Trofei nazionali | 1 Supercoppa di Serie C1 |
Trofei internazionali | 2 Coppe Anglo-Italiane |
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Si invita a seguire il modello di voce |
Il Modena Football Club, meglio conosciuto come Modena, è una società calcistica italiana con sede nella città di Modena. Fondata nel 1912, milita in Serie B.
La società conta 27 partecipazioni alla massima serie italiana, dove ha conseguito come miglior piazzamento un terzo posto nell'annata 1946-1947. Oltre ai titoli conquistati nelle serie minori nazionali, in campo internazionale il club annovera due Coppe Anglo-Italiane, competizione in cui la squadra modenese vanta il primato di successi.
I suoi giocatori sono soprannominati Canarini per via dei colori sociali del club, una maglia gialla con calzoncini blu. Fin dalla sua nascita, gioca gli incontri casalinghi allo stadio Alberto Braglia.
Storia
Le origini
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/4/49/Audax_Modena_-_1912.jpg/220px-Audax_Modena_-_1912.jpg)
Dopo alcune sporadiche esibizioni a livello scolastico nel primi anni del secolo XX, sotto la spinta degli studenti universitari (tra cui spicca l'impulso di Luigi Ventura) e di quelli dell'Istituto Tecnico, all'inizio del 1910 nacque a Modena l'Associazione Studentesca del Calcio, che partecipò nelle stagioni 1911 e 1912 ai tornei regionali di III e II Categoria, vincendoli. Tra la fine del 1911 e l'inizio del 1912 sorse poi l'Audax Foot Ball Club, in rappresentanza del Liceo San Carlo. Dopo un breve periodo di rivalità cittadina, le due società decisero di fondersi, non senza qualche mugugno, il 5 aprile 1912; la decisione venne pubblicata sugli organi di stampa cittadini, e il giornale Il Panaro pubblicò così la notizia della fusione societaria:
«Era affisso ieri un avviso sul quale si invitavano i nostri giocatori di football a partecipare a una riunione per deliberare circa la fusione delle due società, Associazione Studentesca del Calcio e Audax F.B.C. L'idea di tale connubbio non ci giunge nuova, l'abbiamo sentita circolare da oltre un anno nei capannelli calcistici, ma non abbiamo mai voluto entrare nel merito della questione per non rompere, come si dice, le uova nel paniere a coloro che tale idea propugnavano. Lo facciamo ora che la notizia ufficiale e la fusione fatta e che la nuova società ha già scelto il suo nome e i suoi colori. Si chiamerà Modena F.C. e la sua maglia porterà i colori giallo-blu.[1]»
La sua prima struttura societaria prevedeva Giuseppe Salotti, docente universitario, quale presidente, il tenente Claudio San Donnino, ricco possidente cittadino, quale presidente onorario, e una Commissione Tecnica composta da Silvio Secchi, in qualità di Direttore Tecnico, e da Luca Mariani e Francesco Vaccari.
Gli anni dieci
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/1/1f/Modena_Football_Club_1914-1915.jpg/220px-Modena_Football_Club_1914-1915.jpg)
Dopo aver ottenuto dall'Amministrazione Comunale l'area dell'ex Velodromo per l'ubicazione dello Stadio cittadino (area nella quale la società ha poi giocato tutte le gare interne della propria storia) e l'ammissione al Campionato di Prima Categoria, espressione del massimo livello calcistico, il Modena partecipò alla sua prima stagione (1912-13) nel girone Veneto-Emiliano, dapprima con solo elementi locali (Secchi, Mariani, Zanasi, Minchio, Zanetti - il futuro dirigente federale degli anni venti e trenta), poi, dopo i primi rovesci, pescando alcuni giocatori oltre provincia quali Diaderico Raffaldini, Brassi e Soresina. Quel primo torneo terminò con una sola vittoria, nel derby interno contro il Bologna, e tutte sconfitte.
Approfittando (al pari di Juventus e Racing Libertas) del blocco delle retrocessioni nell'estate del 1913, il Modena ottenne di giocare sempre in Prima categoria anche nella successiva stagione, 1913-14, nella quale la società decise di ingaggiare il primo straniero della sua storia, l'inglese Roberts: grazie alle sue capacità tecniche e alla maturata esperienza dei ranghi della squadra, il Modena si classificò al 3º posto nel girone. Nella stagione 1914-15, il Modena, pur partendo con qualche ambizione, si vide inserito nel girone Lombardo, molto più qualificato tecnicamente. Nonostante l'ingaggio dei due nuovi calciatori Giuseppe Forlivesi e Bernardo Perin, al termine della stagione il Modena risultò ultimo, pagando duramente dazio nel girone, ottenendo un'unica vittoria contro il Como.
Nel novembre del 1914 arrivò a Modena la notizia "sensazionale" dell'ingaggio di Attilio Fresia di ritorno dal Reading, uno dei migliori esponenti del calcio dell'epoca, primo giocatore italiano a essere tesserato per una squadra inglese. Pendendo sul suo capo una squalifica per professionismo, Fresia non poté partecipare alle gare di quel campionato, tuttavia gli vennero affidati incarichi di allenatore della squadra. I suoi metodi innovativi, la sua idea di calcio furono alla base, per molti anni, della scuola calcistica modenese.
Allo scoppio della Grande Guerra gli organi federali decisero di annullare il campionato di calcio, tuttavia la passione di calciatori e pubblico creò una pressione tale che fu ideato un torneo succedaneo, la Coppa Federale, al quale parteciparono le principali formazioni dell'epoca. Il Modena, dopo aver vinto il girone eliminatorio contro Bologna e Audax, contese fino all'ultima gara contro il Genoa (sconfitta per 2-3), la vittoria finale al Milan. In quel periodo la squadra poteva contare sulla presenza a Modena del XX Autoparco, Reggimento automobilistico di retroguardia, nel quale affluirono grandi campioni dell'epoca, quali Ara, Leone, Albertoni, Varese, Gay. Nella stagione 1916-17 il Modena partecipò alla Coppa Emiliana istituita dal Comitato Regionale, aggiudicandosi il trofeo nella finale giocata a Mantova il 25 marzo 1917, sconfiggendo per 5-1 il Bologna, che era terminato a pari punti.
Gli anni venti
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/7/7c/Modena_Football_Club_1919-1920.jpg/220px-Modena_Football_Club_1919-1920.jpg)
Al termine della guerra la società fu ricostituita. Partiti i grandi campioni del periodo bellico, la squadra venne imperniata su Giuseppe Forlivesi, diventato uomo simbolo del Modena, da qualche giocatore del periodo precedente (Minchio, Vandelli, Barbieri) e pescando in profondità calciatori nelle squadre del movimento uliciano che, nel periodo bellico e immediatamente successivo al termine del conflitto, erano proliferate in città, sia sotto la spinta dell'emulazione dell'attività del XX Autoparco, che grazie agli insegnamenti di Attilio Fresia. Nella stagione 1919-20 il Modena vinse il girone regionale e arrivò al 3º posto nel Girone B delle Semifinali Nazionali, dietro a Juventus e US Milanese. Nella successiva stagione il Modena si impose di nuovo nel girone regionale e venne inserito nel Girone B delle Semifinali Nazionali, con Alessandria, Andrea Doria e US Milanese.
I canarini contesero il passaggio del turno ai grigi piemontesi, dai quali vennero sconfitti solo in un incontro di spareggio (0-4) giocatosi a Milano nel luglio del 1921. Nell'estate di quell'anno il Modena, come la maggior parte delle squadre più importanti dell'epoca, decise di fare fronte comune con le società scissioniste che andarono a formare il C.C.I. I canarini furono inseriti nel Girone B della Lega Nord, e riuscirono a ottenere un quarto posto finale, sempre con ranghi formati quasi esclusivamente da elementi cittadini. Rientrata la scissione dell'anno precedente il Modena si classificò al 6° nel Girone B della Lega Nord di Prima Divisione nella stagione 1922-23, nella quale Fresia fece esordire a sorpresa due giovani speranze: Bruno Dugoni e Luciano Vezzani.
Un settimo posto nella stagione 1923-24, con la sempre maggiore maturazione dei calciatori locali, suggerirono alla dirigenza di essere più intraprendente nel compiere passi per la stagione 1924-25. La squadra, composta da elementi locali ormai conosciuti a livello nazionale (Brancolini, Boni, Benassati, Dugoni, Scaltriti, Vezzani, Breviglieri, Forlivesi) venne migliorata con l'acquisto dei due interni ungheresi Robert Winkler e Dezso Tischovski, a rinforzare la linea d'attacco dei gialli. In più, venne assunto il tecnico ungherese Gonda a cui vennero affidate interamente le decisioni tecniche, per la prima volta nella storia della società. Il Modena partì di slancio e per lunghi tratti comandò il Girone A di Lega Nord - Prima Divisione, con il Genoa quale principale antagonista. La morte di Tichovski (sostituito dall'esordio di un giovanissimo Alfredo Mazzoni), l'infortunio (frattura) di Winkler all'inizio del girone di ritorno e alcune contestate decisioni di posticipare 3 gare del Genoa al termine del campionato non consentirono al Modena l'approdo alla finale della Lega Nord contro i cugini felsinei, proprio a vantaggio dei liguri.
Nonostante propositi ambiziosi della società, il Modena terminò al 3º posto nel Girone A di Lega Nord, stagione 1925-26, piuttosto distanziato dalla coppia Bologna-Torino; nella stagione 1926-27 i canarini ottenerono un 6º posto nel Girone A di Divisione Nazionale, alla quale fece seguito un 5º posto nel Girone B della Divisione Nazionale 1927-28, proprio a ridosso delle squadre promosso per il girone finale che avrebbe assegnato il Titolo Italiano. La Divisione Nazionale 1928-29, ancora divisa in due gironi, avrebbe consentito l'accesso alla nuova Serie A, campionato unico per la prima volta nella storia del calcio nazionale, alle prime otto squadre di ogni raggruppamento. Il Modena venne inserito nel Girone A nel quale ottenne un 6º posto finale, sotto la spinta di calciatori come Boni, Dugoni, Mazzoni (capocannoniere della squadra con 15 reti) e Piccaluga.
Gli anni trenta e quaranta
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Il primo campionato di Serie A 1929-30 vide ai nastri di partenza un Modena che già negli anni precedenti aveva manifestato via via una incipiente crisi economica della società, con l'obbiettivo di salvarsi. Dopo una discreta partenza, il Modena ebbe una netta flessione nella parte centrale del campionato che la collocò in piena zona retrocessione per buona parte del girone discendente: solo 7 punti nelle ultime 4 gare consentirono ai canarini di evitare la retrocessione. Nella successiva stagione 1930-31, pur con i medesimi propositi di salvezza, il Modena si dimostrò per lunga parte del torneo come la migliore delle provinciali (venendo poi sopravvanzata dal Brescia), chiudendo con un onorevole 10º posto finale.
I sempre maggiori effetti della crisi societaria convinsero al dirigenza a cedere Alfredo Mazzoni, che era assieme a Bruno Dugoni uno dei due giocatori simbolo della squadra. La stagione 1931-32 vide il Modena retrocedere in Serie B dopo una stagione tribolata, nella quale i canarini non trovarono mai né gioco né risultati. Dopo tre stagioni nella Serie A, da poco istituita, nel 1932 arrivò la prima retrocessione in Serie B, cui il Modena non seppe reagire: due secondi posti consecutivi, poi il 3° nel 1935, sembrava una maledizione. Arrivò intanto l'inaugurazione del nuovo stadio, nel 1936, intitolato a Cesare Marzari (poi rinominato Alberto Braglia), giocatore gialloblù caduto nella Guerra civile spagnola. In quegli anni cambiò anche la denominazione di Modena F.C. in Modena Calcio, in ossequio alle direttive del regime volte all'eliminazione di ogni parola straniera nel lessico sportivo.
Nel campionato 1937-38 vi fu il ritorno in Serie A, mentre l'anno successivo il Modena si salvò per un solo punto. All'inizio della stagione 1939-40 comparvero anche i numeri sulle maglie dei giocatori. La squadra venne rinnovata ma gli acquisti si rivelarono al di sotto delle aspettative e così fu di nuovo serie cadetta. Nel periodo bellico, furono diversi i giocatori che il Modena riuscì a lanciare: Vittorio e Lucidio Sentimenti, Renato Braglia, Maino Neri, Ermando Malinverni e Otello Zironi. Tra gli stenti dovuti alla guerra, il Modena si barcamenò tra la A e la B, in attesa di tempi migliori.
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Tempi migliori che coincisero con la fine della Seconda guerra mondiale: nella stagione 1946-47 il Modena infatti chiuse al terzo posto in Serie A, dietro al Grande Torino e alla Juventus, che lo sopravanzò di sole due lunghezze. Fu sorprendente che quel gruppo fosse riuscito ad arrivare così in alto pur avendo inserito, durante il mercato, ben undici nuovi giocatori. Fu quello il miglior campionato di A dei gialloblù, che in casa ottennero anche risultati clamorosi come il 6-1 inflitto al Napoli, le vittorie su Juve, Inter e Roma nonché le "doppiette" (successi in casa e trasferta) rifilate alla Lazio e alla Fiorentina.
L'anno successivo il Modena chiuse al 5º posto e, con diversi giocatori che ormai facevano parte della Nazionale italiana (come Enzo Menegotti, Francesco Pernigo, Maino Neri e Valerio Cassani, tutti presenti al torneo di calcio della Olimpiadi di Londra del 1948), sembrava destinato a entrare tra le grandi del calcio italiano. Ma le vicissitudini societarie, culminate nelle dimissioni del presidente prima e dell'allenatore poi, portarono la squadra, nel campionato successivo, al penultimo posto e quindi alla retrocessione in Serie B.
Gli anni cinquanta
Il Modena provò subito a ritornare nella massima serie, ma chiuse il campionato solamente al 5º posto. Ci riprovò l'anno dopo, nella stagione 1950-51, ma riuscì solo a sfiorare l'impresa, conquistando un 3º posto finale. Ed ebbe così inizio la grande fuga dei talenti modenesi nelle squadre più blasonate: fu il caso, tra i tanti di Maino Neri, di Sergio Brighenti e di Giorgio Ghezzi. I risultati cominciarono a risentirne: un 8° e due 10° posti consecutivi cominciarano a ridimensionare i progetti modenesi, che solo lievemente tornarono felici quando nella stagione 1954-55 giunse di nuovo 3°.
Intanto, le finanze cominciavano a ristagnare. Il Modena sembrava sul punto di collassare, quando l'azienda Zenit si offrì di abbinare il proprio nome alla squadra (le canoniche sponsorizzazioni erano, infatti, ancora vietate nel calcio italiano).[2] Fu una manna dal cielo: 100 milioni di lire (una cifra colossale all'epoca) per un'ambiziosa campagna acquisti con cui tentare la scalata alla Serie A. Soldi spesi con oculatezza, che diedero risultati immediati nella prima parte della stagione; poi, un girone di ritorno disastroso costrinse lo Zenit Modena ad "accontentarsi" del 7º posto. L'anno dopo andò ancora peggio: 14º posto e retrocessione evitata per pochi punti. La Zenit a questo punto si ritirò, e al Modena (ritornato alla sua classica denominazione) non restò che vendere il vendibile e sperare in qualche giovane promessa: tuttavia, malgrado un'ottima prima metà di campionato, un disastroso girone di ritorno fu la causa della retrocessione per la prima volta nella storia della società in Serie C.
Gli anni sessanta e settanta
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Nonostante il ritiro dei finanziamenti della Zenit e la retrocessione in C, il nuovo organico modenese compì un doppio salto: vincitore della Serie C 1960-61 e 2° nella Serie B 1962, appaiato al Napoli, appena vincitore della Coppa Italia di quell'anno. Nel primo anno in Serie A, che mancava dal 1949, la squadra si salvò grazie anche ai gol della ex mezzala della Nazionale brasiliana Cinesinho, ma nell'anno successivo le cose si complicarono: alla fine del campionato, il Modena era 15° ma a pari punti con la Sampdoria, contro la quale si giocò la permanenza in A. Lo spareggio si giocò il 7 giugno 1964 a Milano, campo neutro: Sampdoria-Modena 2-0 e ritorno in B.
Nei sette anni di B successivi il Modena raggiunse, come massimo traguardo, il 6º posto, lontanissimo dalla lotta per la promozione. In compenso, sfiorò la retrocessione nel campionato 1968-69, quando si salvò solo per miracolo e chiuse 17°. Era l'inizio degli anni più duri: la lunga parentesi della Serie B finì nel campionato 1971-72, quando il Modena chiuse all'ultimo posto e precipitò in Serie C. Inizialmente, si verificò comunque l'ottimismo della prima retrocessione in B, quando si pensava che per il Modena sarebbe stata una passeggiata o poco più. Invece gli ci vollero tre anni difficili per risalire, quando finalmente vinse il campionato 1974-75.
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Due campionati "anonimi" del Modena (un 8° e un 17º posto) sembravano il preludio di un lungo periodo di militanza in cadetteria. Invece, un'ennesima crisi finanziaria portò la squadra sull'orlo del fallimento, e di conseguenza la squadra fu smantellata. Imbottita di giovani di belle speranze ma di poco bagaglio tecnico, il Modena affondò prima in C1 (come si era chiamata in quegli anni la terza divisione) e l'anno successivo addirittura in C2 (prima e unica volta della storia del club canarino).
Gli anni ottanta e novanta
La Serie C2 fu comunque un'esperienza passeggera: la crisi societaria fu risolta con l'ingresso dell'industriale Bergamini e anche grazie alla rivelazione di Stefano Cuoghi, al primo tentativo la vittoria del campionato della stagione 1979-80 fu assicurata, e la C1 riconquistata, dopo un duello con Trento e Padova. La tifoseria però è costretta a subire diverse delusioni: dopo il 12° nel nella stagione 1980-81, l'anno dopo il Modena chiude 3º per un solo punto (i play-off non esistono ancora). La società intanto aveva cambiato proprietà: era entrato Francesco Farina e rimarrà alla direzione per i successivi 15 anni.
Arrivano i primi due trofei: il Modena si aggiudica il Trofeo Anglo-Italiano del 1981 e del 1982, battendo in finale, rispettivamente, gli inglesi del Poole Town e quelli del Sutton United. Ma le vittorie non seguono invece in campionato, dove il Modena giunge nelle deludenti 11ª, 10ª e 8ª posizione nei tre anni a seguire. Nel campionato 1985-86, arriva la promozione in B, ottenuta all'ultima giornata nella partita vinta contro l'Ancona grazie alla rete di Damiano Longhi, davanti a 16.000 spettatori[senza fonte]. Dopo la salvezza nella stagione 1986-1987 (conclusasi con la vittoria nel derby contro il Bologna, successo che mancava da 40 anni esatti), nel campionato 1987-1988 arriva la nuova retrocessione in Serie C.
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Gli anni ottanta si chiudono con la vittoria del campionato di Serie C1 che vale il nuovo ritorno in Serie B, realizzando il record del minor numero di reti subite da una squadra in un campionato professionistico italiano (9)[senza fonte]. Dopo tre salvezze raggiunte faticosamente, nella stagione 1993-94, il Modena chiude al 18º posto e retrocede in C1. Nella stagione successiva 1994-95 la squadra retrocesse in C2, dopo aver perso i play-out con la Massese. I canarini rimasero per poche settimane in quarta serie grazie al Crevalcore che, salvatosi sul campo, rinunciò a iscriversi alla C1 e fu radiato: il Modena (secondo nella graduatoria dei ripescaggi) venne ripescato. La proprietà della squadra passa al Conte Degli Albertini e la presidenza di Mauro Bassinghi.
Gli anni successivi furono caratterizzati da complesse vicende societarie e tecniche, sino all'acquisto della squadra da parte dell'imprenditore Gigi Montagnani nel 1997. Dopo un'annata interlocutoria, nella stagione 1998-99 arriva al 3º posto e poi viene sconfitto nella finale play-off dal Lumezzane, che aveva anch'esso chiuso al 3º posto (era in vantaggio negli scontri diretti). La stagione successiva arriva una salvezza ottenuta con l'arrivo a metà stagione del tecnico Gianni De Biasi.
Gli anni duemila
Nella stagione sportiva 2000-01 mister Gianni De Biasi ottiene la conferma con al suo fianco due collaboratori quali Vinicio Bisioli (preparatore dei portieri) e Paolo Artico (preparatore atletico). Il Direttore Generale è Doriano Tosi, entrato in società a metà della stagione precedente. Il ritiro pre-campionato cambia geograficamente: è Pieve di Cadore la località prescelta. È dello stesso periodo la morte improvvisa del presidente Montagnani, a cui è oggi intitolata la curva dei tifosi modenesi.
In Coppa Italia la squadra vince il proprio girone a punteggio pieno e alla decima giornata di campionato si trova al primo posto solitario con 27 punti, frutto di 9 vittorie e una sconfitta. Il 19 novembre è un'altra data infausta da ricordare: al termine della gara di Como (persa 0-1), mentre percorre il corridoio che porta al pullman, Francesco Bertolotti viene colpito da tergo con un pugno sferratogli dal comasco Massimiliano Ferrigno. Cadendo Bertolotti sbatte violentemente il capo sul pavimento: trasportato d'urgenza all'Ospedale di Lecco gli vengono diagnosticate lesioni cerebrali e alle ore 23.00 è necessario un intervento chirurgico che gli salva la vita: dopo una settimana esce dal coma.
I canarini attraversano un periodo difficile durante il quale il Como li raggiunge a quota 42 punti, poi si riprendono e tutta la stagione sarà caratterizzata dalle varie fasi di questo testa a testa. Alla penultima giornata di campionato il Modena è di scena allo Stadio Morelli di Brescello, seguita da oltre 4500 tifosi[senza fonte] in una gara che viene vinta al 97' con una rete di Ciro Ginestra. È la vittoria che vale virtualmente la Serie B, ufficializzata all'ultima giornata con la vittoria al Braglia sul Lecco per 2-0. Il finale della stagione vede il Modena vincere anche la Supercoppa di Lega di serie C1 battendo il Palermo (2-1 in Sicilia e 3-0 al Braglia).
L'anno dopo, mantenendo sostanzialmente la stessa squadra della stagione precedente, i gialloblù centrano la seconda promozione consecutiva e rivedono la massima serie dopo 38 anni di assenza. Nel frattempo, a febbraio, con la squadra lanciata verso la serie A, la società era stata rilevata dall'imprenditore Romano Amadei. Da ricordare, in questa annata, le vittorie prestigiose sul Napoli 4-1, sul Cagliari 3-0, sulla Reggina 3-1 (con i tre gol messi a segno nei primi 10 minuti di gioco) e sulla Sampdoria 2-0.
Nella stagione 2002-03 la salvezza non è facile e arriva solo all'ultima giornata a Brescia, quando il Modena giunge a quota 38 insieme a Empoli, Reggina e Atalanta. Tuttavia, la classifica avulsa salva gli emiliani e i toscani, lasciando bergamaschi e calabresi a giocarsi lo spareggio (furono poi questi ultimi a salvarsi). La retrocessione è solo rinviata alla stagione 2003-2004, con il Modena che chiude terzultimo a quota 30 punti, avendo di fatto perso la massima serie negli scontri contro le dirette concorrenti alla salvezza. Subisce inoltre un punto di penalizzazione (da scontare l'anno dopo in B) per una combine avvenuta durante una partita dell'anno precedente: l'operazione giudiziaria, che coinvolge diverse squadre, sarà l'anticipo dell'operazione "Calciopoli"[senza fonte]. L'anno successivo è turbolento: il Modena chiude a un punto dalla zona play-off.
Nella stagione 2005-2006, il Modena, con un centravanti come Cristian Bucchi, che segna 30 gol (capocannoniere[senza fonte] e miglior realizzatore stagionale di sempre del Modena), giunge agli spareggi promozione. Nelle semifinali degli spareggi promozione è stato poi eliminato dal Mantova, dopo due pareggi (0 a 0 in casa e 1 a 1 in trasferta) che, a causa delle regole dei play-off di Serie B, hanno sorriso ai virgiliani, i quali, a loro volta, hanno perso la finale contro il Torino.
L'anno dopo, con un organico indebolito dalla cessione di Bucchi e dopo una partenza abbastanza positiva in Coppa Italia (eliminato al terzo turno dal Genoa), il Modena è passato dalla lotta per la A a quella per evitare la C. Tuttavia, l'obiettivo è stato conseguito, grazie anche al cambio di rotta avvenuto con l'arrivo di Bortolo Mutti come allenatore. Per il campionato 2007-08, il Modena, eliminato al primo turno di Coppa Italia dal Bologna, si presenta con un organico in grado di raggiungere la salvezza. Dopo una buona partenza, però, i canarini affondano in un lungo periodo nero di ben 15 partite senza vittorie, durante il girone di ritorno, culminato con l'esonero di Mutti e il ritorno del discusso Daniele Zoratto. La nuova avventura di Zoratto si conclude con la salvezza giunta alla penultima giornata grazie alla vittoria contro l'Ascoli.
La stagione 2008-2009 verrà ricordata a lungo come una delle più difficoltose per il Modena. Un'annata cominciata sotto i cattivi auspici di un'estate dominata dall'incertezza dal punto di vista societario. Si susseguono, infatti, anche durante tutto l'anno, voci su possibili acquirenti della società di Romano Amadei, intenzionato a passare di mano il Modena. Il risultato è una squadra mal costruita che fatica molto nella prima parte di campionato. I soli 16 punti del girone di andata fanno da contraltare ai 35 del girone di ritorno, culminati con la vittoria a Trieste e al quattordicesimo posto finale. Una tale inversione di marcia è la summa di vari fattori tra cui il ritorno di Alex Pinardi da un lungo infortunio[senza fonte] e il cambio in panchina con Luigi Apolloni che subentra a Daniele Zoratto alla 23ª.
Nella stagione successiva i canarini restano a lungo in lotta per i play-off, ma un calo nel finale portò la squadra a giocarsi addirittura la salvezza all'ultima giornata, poi conquistata grazie a un 3-2 (all'inizio del secondo tempo i gialloblù erano sotto per 2 reti a 0) contro il Gallipoli.
Gli anni duemiladieci
Nell'annata successiva viene chiamato in panchina Bergodi, che conduce i canarini al 10º posto finale. A livello societario dal 6 agosto 2009 Romano Amadei viene prima affiancato poi sostituito da Roberto Casari.
Il campionato del Centenario 2011-2012 non inizia nel migliore dei modi, ragion per cui, il 14 novembre 2011 viene nominato Agatino Cuttone allenatore-traghettatore della prima squadra in sostituzione di Cristiano Bergodi con la squadra al quart'ultimo posto in classifica. Il cammino di Cuttone, che ottiene risultati di rilievo contro Torino (2 a 1 casalingo con reti di Giuseppe Greco e Maurizio Ciaramitaro) e Bari (0 a 1 con la prima e unica rete in maglia gialloblù di Ovidiu Petre), non durerà molto sulla panchina dei canarini; il suo esonero era ormai inevitabile dopo una rivolta da parte degli stessi giocatori[senza fonte]. Al suo posto il ritorno di Cristiano Bergodi. La squadra, grazie a una serie di 10 risultati utili consecutivi, si riprende e chiude la stagione al 12º posto.
La rivolta invernale dei giocatori porta il patron Casari ad accelerare la vendita della società che a luglio 2012 passa nelle mani di un imprenditore romano (Stefano Commini) che rileva il 64% delle quote, portando con sé Alessio Secco (direttore generale, ex Juventus), Giuseppe Cannella (direttore sportivo) e il procuratore Antonio Caliendo (consulente) che l'anno dopo acquisisce la società.[3]
L'allenatore è Dario Marcolin; la squadra resta spesso a ridosso della zona play-off, ma nel girone di ritorno accusa un brusco calo e Marcolin viene esonerato il 20 marzo, venendo sostituito da Walter Novellino. Il team chiude il campionato all'8º posto. Da segnalare il grande rendimento di Ardemagni, realizzatore di ben 23 gol, a un solo gol dal capocannoniere Cacia. Il 24 marzo 2013 il Modena Football Club perde Paolo Ponzo, centrocampista che ha militato nella squadra emiliana dal 2000 al 2005, con 134 presenze e un gol contro il Cittadella. Giocatore molto amato dalla tifoseria gialloblù, tanto che il 5 aprile 2013 in occasione del suo 101° anniversario, il Modena Football Club lo ha voluto ricordare con una targa posta nello Stadio Alberto Braglia.
La stagione successiva vede i canarini ottenere il quinto posto finale, qualificandosi per i play-off in cui saranno eliminati in semifinale dal Cesena. All'opposto è l'annata 2014-2015, che vede il Modena lottare per la salvezza e mantenere la categoria solo dopo i vittoriosi play-out con la Virtus Entella.
Cronistoria
Cronistoria del Modena Football Club | |
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Colori e simboli
Colori
Gli storici e principali colori del Modena sono il giallo e il blu, presenti anche nello stemma societario. Le divise della squadra sono tradizionalmente composte da maglia gialla con bordini blu, pantaloncini blu e calzettoni gialli. Per le divise da trasferta, il club ricorre da consuetudine a completi bianchi con dettagli gialloblù.
Simboli ufficiali
Il simbolo principale del club è il canarino, da cui il soprannome di Canarini associato ai calciatori modenesi. Dell'iconografia del club fa parte anche la cosiddetta Ghirlandina, la torre campanaria del duomo cittadino che, a partire dal terzo millennio, è inoltre spesso presente sulle casacche da gioco.[4]
Inno
L'inno ufficiale del Modena è Il Braglia Canta, suonato all'inizio e alla fine di ogni partita casalinga della squadra.
Altri inni del passato sono:
- Canarino va (1964 - Equipe 84, scritta da Francesco Guccini).
- Avanti Canarini (1975 - I Fedelissimi).
- Grande Modena (1989 - Andrea Brambilla, Carlo Pistarino, Massimo Buscemi, Athina Cenci, Dominique Chalbot).
- Magico Modena (2003 - Luca Frigeri).
- Modena!! Modena!! (SentiMoqua...) (2012 - composta da Giorgio Marchini cantante degli Stone Lizards, per il centenario della società)
- Per un pir, un pomm, ed un persegh (inno tifosi del Modena)
Mascotte
La mascotte del club è "Ghirlo", canarino vestito come i giocatori modenesi, e recante il n. 10 sulle spalle. Questi è presente in tutte le partite casalinghe della squadra emiliana.
Strutture
Stadio
Centro d'allenamento
Il principale centro d'allenamento della squadra è a Modena, nel quartiere di Saliceta San Giugliano, chiamato "Modena Football Academy". Come sito di allenamento secondario, la società dispone anche dell'antistadio Zelochi.
Società
Organigramma societario
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Sponsor
Di seguito la cronologia dei fornitori tecnici e degli sponsor ufficiali.[5]
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Il Modena nella cultura di massa
Un riferimento alla squadra di calcio del Modena è contenuto nel celeberrimo film Ladri di biciclette di Vittorio De Sica. I due protagonisti (padre e figlio), alla ricerca in una domenica romana della bicicletta rubata, vengono superati da un camioncino pieno di tifosi dei canarini, che si recano allo stadio Nazionale per assistere alla partita Roma-Modena. Il papà chiede al figlio, per rallegrarlo, «è una buona squadra il Modena?», senza avere risposta. Al termine della pellicola si vedono i due protagonisti nei pressi dello stadio, dove si conclude la partita. È là che il papà si impossessa di una bicicletta isolata e viene per questo inseguito proprio da un gruppo di tifosi in uscita dallo stadio.
Allenatori e presidenti
Calciatori
Palmarès
Competizioni internazionali
Competizioni nazionali
- 2001
Competizioni interregionali
- 1979-1980 (girone B)
Competizioni regionali
- Coppa Emilia: 1
- 1916-1917
Competizioni giovanili
- 1954-1955
- 1969-1970
- 1972, 1976, 1979, 1988, 1992
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
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1º | Prima Categoria | 2 | 1919-1920 | 1920-1921 | 24 |
Prima Divisione | 5 | 1921-1922 | 1925-1926 | ||
Divisione Nazionale | 4 | 1926-1927 | 1945-1946 | ||
Serie A | 13 | 1929-1930 | 2003-2004 | ||
2º | Serie B | 49 | 1932-1933 | 2014-2015 | 49 |
3º | Serie C | 4 | 1960-1961 | 1974-1975 | 20 |
Serie C1 | 16 | 1978-1979 | 2000-2001 | ||
4º | Serie C2 | 1 | 1979-1980 | 1 |
Il Modena è uno dei pochi club italiani a non aver mai abbandonato il settore professionistico della FIGC, definito dalle NOIF come l'insieme dei tornei di A, B e C/C1/C2. Prima della Grande guerra partecipò a 3 campionati regionali di Prima Categoria senza mai ottenere la qualificazione ai gironi nazionali.
Statistiche di squadra
Il Modena, nel corso della sua storia, ha ottenuto cinque promozioni dalla Serie B alla Serie A, nelle stagioni 1937-1938, 1940-1941, 1942-1943, 1961-1962 e 2001-2002. Cinque sono anche le promozioni dalla terza serie nazionale al campionato cadetto; in particolare sono due quelle dalla Serie C alla Serie B, stagioni 1960-1961 e 1974-1975, e tre quelle dalla Serie C1 alla Serie B, nelle stagioni 1985-1986, 1989-1990 e 2000-2001. Un solo salto di categoria invece, dalla Serie C2 alla Serie C1, avvenuto nel campionato 1979-1980.
In totale sono 27 i campionati di massima serie alla quale i canarini hanno preso parte. Essi si dividono in cinque campionati di Prima Categoria e Prima Divisione, quattro campionati di Divisione Nazionale e tredici della moderna Serie A. Il miglior piazzamento in massima serie dei canarini, è il terzo posto ottenuto nel campionato di Serie A 1946-1947.
Tuttavia, il campionato nella quale i modenesi contano più partecipazioni, è quelle di Serie B. Sono infatti ben 49, a partire dalla stagione 1932-1933.
Venti invece le partecipazioni a un campionato di terza serie, esattamente quattro al campionato di Serie C e sedici al campionato di Serie C1. A questi si aggiunge l'unico campionato di quarta serie disputato dal Modena durante la sua storia, quello di Serie C2 1979-1980.
Statistiche individuali
Il miglior marcatore di sempre nella storia del Modena è il modenese purosangue Renato Brighenti. Collezionò 180 presenze in tre periodi diversi: tre fra il 1940 e il 1943, 56 fra il 1945 e il 1947 e 121 fra il 1949 e il 1954. In totale sono 82 le reti in maglia gialloblù.
Il miglior cannoniere stagionale in Serie B è il toscano Remo Galli, nativo di Montecatini Terme. Nella stagione 1933-1934 infatti, mise a segno ben 26 reti che gli garantirono il titolo di capocannoniere di Serie B.
Il primatista di presenze in maglia gialloblù è Renato Braglia. Nativo della Provincia di Modena, durante la sua carriera indossò solo la maglia del Modena. Collezionò 496 presenze a cavallo fra il 1939 e il 1957. Siglò l'unica rete in una partita del campionato di Serie A 1948-1949.
Di seguito le top 5 dei primatisti di presenze e reti in campionato.[7]
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Tifoseria
Storia
Il primo gruppo organizzato fu quello dei "Fedelissimi" nei primi anni settanta, che dal settore gradinata dello stadio Alberto Braglia si spostarono in curva spogliatoio (l'attuale curva Sud). Nel dicembre 1975 nacquero le "Brigate gialloblu", vero fulcro della vita ultras a Modena, da un gruppo di amici che si ritrovava sotto lo striscione di "Brigate gialloblu sezione San Biagio", quartiere del centro di Modena. Dallo stesso gruppo, verso la fine del decennio nacquero gli "Sconvolts", che ebbero vita breve, così come il gruppo "C.u.C.s." nei successivi anni ottanta.
Nel gennaio del 1988, Pippo Baudo annunciò a Domenica In l'interruzione del programma per una edizione speciale del telegiornale: essa riguardava i supporter canarini coinvolti in alcuni scontri per una trasferta nel capoluogo ligure contro il Genoa: ne seguì un processo, che finì a Un giorno in pretura. Successivamente, a cavallo fra gli anni ottanta e novanta, sempre dalle costole delle "Brigate gialloblu" sorsero altri gruppi che volevano avere una loro identità ben precisa, e non si trovavano più in sintonia con le nuove direttive del gruppo d'origine. In quel periodo ci fu il trasferimento di tutta la tifoseria dalla curva Sud alla Nord del Braglia, per motivi di maggiore capienza del settore.
Nacquero così gli "Ultras", le "Vecchie brigate" e il gruppo "Sezione" (primo in Italia a usare quel nome), seguaci di quell'estradizione casual appena nata nel mondo anglosassone. Negli anni duemila, con la completa ristrutturazione dello stadio Braglia, la tifoseria gialloblù fece ritorno in curva Sud (appena intitolata allo scomparso presidente del Modena, Gigi Montagnani). Durante la militanza in Serie A, dopo una breve apparizione del gruppo "I fedelissimi" (primo tentativo fallito di riunificazione dei vari gruppi presenti), si decise di adottare un unico stendardo, ovvero "Curva Sud 1912", eliminando qualsiasi simbolo di appartenenza politica (motivo in passato di lotte intestine), mantenendo solo i simboli cittadini; in risposta a ciò, i reduci delle "Brigate gialloblu" decisero lo spostamento in gradinata laterale, in contrasto con l'unificazione di tutti i gruppi ultras della curva Sud sotto un unico striscione.
Gemellaggi e rivalità
La tifoseria modenese è gemellata principalmente con gli ultras del Messina e, in ambito internazionale, del Siviglia. Tra le maggiori rivalità ci sono invece quelle con varie realtà calcistiche corregionali: il derby della Secchia, così chiamato per il retaggio della storica battaglia di Zappolino, è in assoluto la sfida più sentita fra le tifoserie di Modena e Bologna, cui per importanza segue a ruota quella con la Reggiana; altri derby provinciali sono quelli con il Sassuolo, tuttavia senza particolare pathos, e quello con il Carpi, pur se sentito quasi esclusivamente dalla sponda carpigiana. Da non dimenticare infine il cosiddetto derby della Ghirlandina, stracittadina modenese oggi scomparsa che si svolse, negli anni dieci del Novecento, fra i gialloblù e i dissidenti che rifondarono brevemente l'Audax.
Organico
Rosa
Rosa aggiornata al 31 agosto 2015.[8]
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Staff tecnico
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Note
- ^ La nascita del calcio a Modena, su modenafc.net (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2013).
- ^ Cesare Righi, Il Nome sulla Maglia, su mediastareditore.com.
- ^ Andrea Rughetti, Il Modena sempre più nelle mani di Antonio Caliendo. Alessandra Canale nuovo presidente?, su modenanoi.it, 25 ottobre 2013.
- ^ Niccolò Mailli, Erreà e Modena presentano le maglie 2015-2016: svetta ancora la Ghirlandina, su passionemaglie.it, 29 agosto 2015.
- ^ Modena FC, su oldfootballshirts.com, http://www.oldfootballshirts.com/. URL consultato il 4 ottobre 2015.
- ^ Campionato concluso ex aequo al primo posto con il Novara.
- ^ Cento anni di cuore gialloblu (PDF), Confindustria Modena.
- ^ Prima squadra, su modenafc.net.
Voci correlate
Collegamenti esterni
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- Sito ufficiale
- (DE, EN, IT) Modena Football Club 2018, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.