Ferruccio Mazzola

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Ferruccio Mazzola
Ferruccio Mazzola con la maglia della Lazio e la fascia di capitano
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 168 cm
Peso 66 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1º dicembre 1977 - giocatore
31 dicembre 1995 - allenatore
Carriera
Giovanili
19??-1963Inter
Squadre di club1
1963-1964Inter0 (0)
1964-1965Marzotto Valdagno22 (6)
1965-1967Venezia50 (13)
1967Inter1 (0)
1967-1968Lecco18 (1)
1968-1971Lazio85 (11)
1971-1972Fiorentina16 (1)
1972-1974Lazio1 (0)
1974-1977Sant'Angelo69 (3)
1975Hartford Bicentennials1 (0)
1976Toronto Italia0 (0)
Carriera da allenatore
19??-19??Bandiera dell'Italia ItaliaFemminile
1981-1982Lazio CF
1981-1983Cynthia
1983-1986Siena
1986-1987SPAL
1987-1988Venezia-Mestre
1988-1989Siena
1989-1990Perugia
1990-1992Spezia
1992-1993Alessandria
1994Modena
1995Aosta
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Ferruccio Mazzola (Torino, 1º febbraio 1945Roma, 7 maggio 2013) è stato un dirigente sportivo, allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

Figlio di Valentino ed Emilia Ranaldi, e fratello minore di Sandro, viene soprannominato Mazzolino.[1]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Ferruccio (a destra), assieme al fratello maggiore Sandro, nell'Inter degli anni sessanta.

Calciatore dalle buone qualità, il suo limite più grande fu costituito dal cognome di famiglia: pur avendo le doti necessarie per giocare a buon livello, erano immancabili i paragoni con i suoi più celebri congiunti, ovvero il padre Valentino, capitano del Grande Torino, e il fratello Sandro, che nell'Inter aveva vinto moltissimo.

Ciononostante, questo non impedì al più giovane e meno noto dei fratelli Mazzola di mettersi in luce. A cavallo tra gli anni sessanta e settanta giocò nel ruolo sia di interno che di mezzala con Inter, Venezia, Lecco, Fiorentina[2] e, soprattutto, Lazio, squadra con la quale vinse lo Scudetto nella stagione 1973-74, anche se non disputò neanche un minuto in campionato.

Mazzola durante un allenamento

Chiuse la carriera in Serie C, con il Sant'Angelo, non prima di aver provato l'esperienza americana con l'Hartford Bicentennials e il Toronto Italia.[3]

In carriera ha totalizzato complessivamente 89 presenze e 12 reti in Serie A e 81 presenze e 15 reti in Serie B[4], campionato che si è aggiudicato due volte (nell'annata 1965-1966 col Venezia e nel 1968-1969 con la Lazio).

Allenatore e dirigente[modifica | modifica wikitesto]

Conclusa l'attività agonistica, intraprese quella di allenatore che, dopo aver guidato per un breve periodo la Nazionale italiana femminile e la Lazio Calcio femminile, lo portò a vincere con il Siena il campionato di Serie C2 1984-1985 e ad ottenere una promozione, sempre militando in Serie C2, con il Venezia nel 1987-1988, primo allenatore avuto dal presidente Maurizio Zamparini.[5] Successivamente fu osservatore per il Treviso.

Impegno nel sociale[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2005 fu presidente dell'associazione "Futursport International", che si occupava, tramite lo sport, del recupero di adolescenti in stato di disagio sociale capaci di distinguersi nell'attività calcistica. Dal 2006 si occupò della "Associazione vittime del doping" fondata dai familiari di Bruno Beatrice.

Allenò per diletto i ragazzi della Borghesiana, la squadra del suo quartiere.

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Morì dopo una lunga malattia la mattina del 7 maggio 2013, a Roma, a 68 anni.[6] Lasciò la moglie Rita e i tre figli Riccardo, Sara e Michele.[7].

Procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]

Acquisizione del marchio della Fiorentina[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2003 Ferruccio Mazzola fu accanto all'imprenditore calabrese Valentino Rizzuto, il quale affermava di essere proprietario del marchio storico dell'ACF Fiorentina (fallita nel 2002), e di essere intenzionato a fondare una nuova squadra chiamata "Fiorentina Football Club", con Mazzola presidente. In realtà l'operazione, a detta dello stesso Rizzuto, aveva solo lo scopo di ottenere soldi da Diego Della Valle per lo sfruttamento del marchio. Il tribunale di Roma però fermò le ambizioni di Rizzuto e Mazzola, dichiarando nulla la loro registrazione del marchio.

Accuse di doping al calcio italiano[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2004 Ferruccio Mazzola rivolse a Helenio Herrera, suo allenatore ai tempi dell'Inter deceduto nel 1997, l'accusa di sottoporre titolari e riserve a doping facendo ricorso ad amfetamine sciolte nel caffè.[8] Nel 2005 la società nerazzurra ha querelato per diffamazione Mazzola, chiedendo 3 milioni di euro per danni morali e patrimoniali da devolvere in beneficenza,[9] ma il giudice ha respinto la richiesta della società.[10] La maggioranza dei giocatori della Grande Inter interpellati negò le accuse: le uniche eccezioni furono quelle di Franco Zaglio, che definì le pratiche dopanti di Herrera come fatto comune nel calcio dell'epoca,[11] e Sandro Mazzola;[12] quest'ultimo, tuttavia, ritrattò in seguito la propria posizione, spiegando che il vero doping del Mago era a conti fatti «psicologico» e che la denuncia di suo fratello era motivata da un desiderio di «rivalsa» nei confronti dell'Inter.[13][14] Luna Herrera, figlia di Helenio, difese la memoria paterna argomentando che il "Mago", convinto salutista, forniva come stimolante ai suoi calciatori delle semplici cialde a base di acido acetilsalicilico associate a caffeina.[15]

La testimonianza di Ferruccio Mazzola attribuiva a farmaci dopanti anche i decessi di numerosi giocatori della Fiorentina degli anni sessanta e settanta, così come a pratiche illecite sarebbero stati sottoposti nello stesso periodo i giocatori della Lazio.[16][17] A tal proposito, la procura di Firenze aprì nel 2005 un'indagine sulla morte del calciatore viola Bruno Beatrice, ipotizzando che questa potesse essere stata determinata dal doping. Il 2 gennaio 2009 la procura ha, tuttavia, chiesto l'archiviazione del caso per prescrizione.[18]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Calciatore[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Venezia: 1965-1966
Lazio: 1968-1969
Lazio: 1973-1974

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Lazio: 1971

Altre competizioni[modifica | modifica wikitesto]

Lazio: 1973-1974

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Buon viaggio, “Mazzolino”, novegennaiomillenovecento.it, 11 giugno 2019.
  2. ^ Ferruccio, Sulfaro e Damiani alla Fiorentina, su emeroteca.coni.it. URL consultato il 13 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2014).
  3. ^ (EN) Tigers, Italia meet tonight, in Ottawa Citizen, 29 giugno 1976, p. 28.
  4. ^ La raccolta completa degli Album Panini, 1973-1974, La Gazzetta dello Sport, p.45
  5. ^ Esclusiva TMW - Zamparini su Mazzola: "Fu il primo allenatore che scelsi" Tuttomercatoweb.com
  6. ^ Addio Ferruccio Mazzola, fratello «contro» del mitico Sandro, in Corriere della Sera, 7 maggio 2013. URL consultato il 7 maggio 2013.
  7. ^ E' SCOMPARSO FERRUCCIO MAZZOLA, TUTTA L'INTER È VICINA ALLA FAMIGLIA, inter.it, 7 maggio 2013. URL consultato il 7 maggio 2013 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2013).
  8. ^ Ferruccio Mazzola e l'Inter di Herrera Ci dava pasticche, in La Repubblica, 7 ottobre 2005. URL consultato il 5 maggio 2011.
  9. ^ L'Inter a Mazzola jr: Ci pensano gli avvocati, in La Repubblica, 7 ottobre 2005. URL consultato il 5 maggio 2011.
  10. ^ Doping Inter, Moratti perde causa con Mazzola, su calcionews24.com. URL consultato il 25 aprile 2013.
  11. ^ Giulio Mola, «Il club mi ha detto di cucirmi la bocca», in Il Giorno, 11 novembre 2015, p. 6.
  12. ^ Massimiliano Castellani, Il caso. La palla avvelenata dei fratelli Mazzola, su avvenire.it, 12 novembre 2015. URL consultato il 20 maggio 2021.
  13. ^ Giuseppe Crescente, Il caffè di Herrera, Mazzola minimizza: “Non influiva più di tanto”, su calcioweb.eu, 11 novembre 2015. URL consultato il 12 novembre 2015.
  14. ^ Aldo Cazzullo, Sandro Mazzola: «Dopo Superga fui rapito dalla compagna di papà. Nei miei sogni gioco con lui», su corriere.it, 25 febbraio 2017. URL consultato il 26 febbraio 2017.
  15. ^ Il caffè di Herrera, su helenioherrera.it. URL consultato il 12 novembre 2015.
  16. ^ Pasticca nerazzurra, in l'Espresso. URL consultato il 5 maggio 2011.
  17. ^ Muore Ferruccio Mazzola, rinnegato dal fratello Sandro dopo le accuse di doping alla grande Inter, su calcioblog.it. URL consultato il 13 maggio 2013.
  18. ^ Il pm: archiviare il caso Beatrice per prescrizione, in La Repubblica, 3 febbraio 2009. URL consultato il 5 maggio 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ferruccio Mazzola e Fabrizio Calzia, Il terzo incomodo - Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola, Bradipolibri, ottobre 2004 ISBN 88-88329-27-7

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]