U.S. Sambenedettese: differenze tra le versioni

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Già nel ritiro di luglio-agosto la squadra è definita. Molinari e Pavone lasciano la Samb, il nuovo ds è Maurizio Natali. A fine agosto viene ceduto il bomber [[Daniele Morante]] al Verona; tornano dopo anni i "sambenedettesi" [[Stefano Visi]] e [[Ottavio Palladini]]. Della squadra dell'anno passato rimangono solo Fabio Tinazzi, Michele Santoni, [[Davide Giorgino]] e Nikola Olivieri oltre ai giovani Tulli e Forò; confermato anche l'allenatore [[Guido Ugolotti]]. Tra le nuove "scommesse" spiccano Davis Curiale, [[Michael Cia]] e [[Danilo Soddimo]]. Anche il campionato [[Serie C1 2007-2008|2007-2008]], però, inizia negativamente: la squadra segna poco, gioca male e ottiene solo 8 punti in 12 giornate. Il 4-0 contro il Gallipoli è fatale a Guido Ugolotti che viene esonerato e sostituito da [[Enrico Piccioni]]; viene nominato come nuovo direttore sportivo Enzo Nucifora, con il compito di rinforzare la squadra a gennaio (cede Olivieri al Pescara e acquista tra gli altri Leandro Vitiello e Luis Maria Alfageme). Nonostante i buoni risultati casalinghi, il rendimento in trasferta della squadra resta deficitario, cosicché il 17 marzo Piccioni viene esonerato e torna in panchina [[Guido Ugolotti]]. Con tre vittorie consecutive la Samb esce dalla zona play-out per la prima volta dall'inizio del campionato. I rossoblù conquistano poi la salvezza diretta grazie alla penalizzazione inflitta al [[Società Sportiva Virtus Lanciano 1924|Lanciano]], intanto fallito, che finisce ai play-out e poi retrocede.<ref>{{cita web|url = https://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/2007/03/26/2169-Doppietta_Morante.shtml|titolo = Doppietta di Morante Sambenedettese in festa|editore = [[il Resto del Carlino]]|data = 25 marzo 2007|accesso = 9 ottobre 2018}}</ref>
Già nel ritiro di luglio-agosto la squadra è definita. Molinari e Pavone lasciano la Samb, il nuovo ds è Maurizio Natali. A fine agosto viene ceduto il bomber [[Daniele Morante]] al Verona; tornano dopo anni i "sambenedettesi" [[Stefano Visi]] e [[Ottavio Palladini]]. Della squadra dell'anno passato rimangono solo Fabio Tinazzi, Michele Santoni, [[Davide Giorgino]] e Nikola Olivieri oltre ai giovani Tulli e Forò; confermato anche l'allenatore [[Guido Ugolotti]]. Tra le nuove "scommesse" spiccano Davis Curiale, [[Michael Cia]] e [[Danilo Soddimo]]. Anche il campionato [[Serie C1 2007-2008|2007-2008]], però, inizia negativamente: la squadra segna poco, gioca male e ottiene solo 8 punti in 12 giornate. Il 4-0 contro il Gallipoli è fatale a Guido Ugolotti che viene esonerato e sostituito da [[Enrico Piccioni]]; viene nominato come nuovo direttore sportivo Enzo Nucifora, con il compito di rinforzare la squadra a gennaio (cede Olivieri al Pescara e acquista tra gli altri Leandro Vitiello e Luis Maria Alfageme). Nonostante i buoni risultati casalinghi, il rendimento in trasferta della squadra resta deficitario, cosicché il 17 marzo Piccioni viene esonerato e torna in panchina [[Guido Ugolotti]]. Con tre vittorie consecutive la Samb esce dalla zona play-out per la prima volta dall'inizio del campionato. I rossoblù conquistano poi la salvezza diretta grazie alla penalizzazione inflitta al [[Società Sportiva Virtus Lanciano 1924|Lanciano]], intanto fallito, che finisce ai play-out e poi retrocede.<ref>{{cita web|url = https://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/2007/03/26/2169-Doppietta_Morante.shtml|titolo = Doppietta di Morante Sambenedettese in festa|editore = [[il Resto del Carlino]]|data = 25 marzo 2007|accesso = 9 ottobre 2018}}</ref>


Per la stagione [[Lega Pro Prima Divisione 2008-2009|2008-2009]] l'allenatore [[Guido Ugolotti|Ugolotti]] e il ds Nucifora non vengono riconfermati e tornano al lavoro [[Enrico Piccioni|Piccioni]] e Natali. Viene costruita una rosa piena di giovani, anche a causa delle limitazioni (non obbligatorie ma richieste per ottenere contributi economici) previste dalla neonata Lega Pro (ex Lega di Serie C); tra i giocatori principali e più amati dalla tifoseria, [[Ottavio Palladini]], Francesco Ferrini e Davide Moi, riconfermati dopo la stagione precedente. Dopo un avvio di campionato ancora una volta stentato, la Samb riesce a uscire dalla zona play-out, prima di incappare in una serie negativa di 6 sconfitte consecutive, a cavallo della sosta invernale, che costa la panchina a [[Enrico Piccioni]] e fa ripiombare la società rossoblù al penultimo posto, tra le contestazioni dei tifosi. Il nuovo ds [[Luca Evangelisti]] (che sostituisce Natali, che rimane in società ma con altro incarico) affida a Fulvio D'Adderio il compito di salvare la Samb. Il calciomercato di gennaio vede la Samb attiva, con rinforzi costosi e d'esperienza come i bomber [[Fabrizio Cammarata|Cammarata]] e Califano, il difensore Caccavale e il portiere Marconato. Ma i risultati non cambiano più di tanto, e D'Adderio viene sostituito da Giorgio Rumignani, che torna alla Sambenedettese dopo molti anni. Dopo aver toccato anche l'ultimo posto, la regular season si chiude al 16º posto. Nei play-out contro il {{Calcio Lecco|N}}, la Samb pareggia 0-0 in casa e perde 1-0 in trasferta, venendo così retrocessa per la seconda volta in [[Seconda Divisione]].<ref>{{cita web|url = https://www.rivieraoggi.it/2009/06/07/74393/lecco-samb-1-0-carrara-nel-finale-spegne-le-ultime-speranze|titolo = Lecco-Samb 1-0, Carrara e l’arbitro spengono le speranze|autorte = Giordano novelli|pubblicazione = rivieraoggi.it|data = 7 giugno 2009|accesso = 9 ottobre 2018}}</ref> La squadra, fortemente indebitata, viene messa in vendita dai fratelli Tormenti, in difficoltà economiche, ma l'assenza di acquirenti porta, l'11 luglio, alla cancellazione da tutti i campionati professionistici.<ref>{{cita web|url = https://www.rivieraoggi.it/2009/07/11/76137/la-samb-non-esiste-piu|titolo = La Samb non esiste più|autore = Pier Paolo Flammini|editore = Rivieraoggi.it|data = 11 luglio 2009|accesso= 9 ottobre 2018|}}</ref><ref>{{cita web|url = http://www.ilcentro.it/teramo/dichiarata-fallita-la-samb-dei-fratelli-tormenti-1.1039539?utm_medium=migrazione|titolo = Dichiarata fallita la Samb dei fratelli Tormenti,''La società gestita dagli imprenditori abruzzesi era in liquidazione dal 2009'' |data = 7 aprile 2012|pubblicazione = [[il Centro]]|accesso = 6 aprile 2019}}</ref>
Per la stagione [[Lega Pro Prima Divisione 2008-2009|2008-2009]] l'allenatore [[Guido Ugolotti|Ugolotti]] e il ds Nucifora non vengono riconfermati e tornano al lavoro [[Enrico Piccioni|Piccioni]] e Natali. Viene costruita una rosa piena di giovani, anche a causa delle limitazioni (non obbligatorie ma richieste per ottenere contributi economici) previste dalla neonata Lega Pro (ex Lega di Serie C); tra i giocatori principali e più amati dalla tifoseria, [[Ottavio Palladini]], Francesco Ferrini e Davide Moi, riconfermati dopo la stagione precedente. Dopo un avvio di campionato ancora una volta stentato, la Samb riesce a uscire dalla zona play-out, prima di incappare in una serie negativa di 6 sconfitte consecutive, a cavallo della sosta invernale, che costa la panchina a [[Enrico Piccioni]] e fa ripiombare la società rossoblù al penultimo posto, tra le contestazioni dei tifosi. Il nuovo ds [[Luca Evangelisti]] (che sostituisce Natali, che rimane in società ma con altro incarico) affida a Fulvio D'Adderio il compito di salvare la Samb. Il calciomercato di gennaio vede la Samb attiva, con rinforzi costosi e d'esperienza come i bomber [[Fabrizio Cammarata|Cammarata]] e Califano, il difensore Caccavale e il portiere Marconato. Ma i risultati non cambiano più di tanto, e D'Adderio viene sostituito da Giorgio Rumignani, che torna alla Sambenedettese dopo molti anni. Dopo aver toccato anche l'ultimo posto, la regular season si chiude al 16º posto. Nei play-out contro il {{Calcio Lecco|N}}, la Samb pareggia 0-0 in casa e perde 1-0 in trasferta, venendo così retrocessa per la seconda volta in [[Seconda Divisione]].<ref>{{cita web|url = https://www.rivieraoggi.it/2009/06/07/74393/lecco-samb-1-0-carrara-nel-finale-spegne-le-ultime-speranze|titolo = Lecco-Samb 1-0, Carrara e l’arbitro spengono le speranze|autore = Giordano Novelli|pubblicazione = rivieraoggi.it|data = 7 giugno 2009|accesso = 9 ottobre 2018}}</ref> La squadra, fortemente indebitata, viene messa in vendita dai fratelli Tormenti, in difficoltà economiche, ma l'assenza di acquirenti porta, l'11 luglio, alla cancellazione da tutti i campionati professionistici.<ref>{{cita web|url = https://www.rivieraoggi.it/2009/07/11/76137/la-samb-non-esiste-piu|titolo = La Samb non esiste più|autore = Pier Paolo Flammini|editore = Rivieraoggi.it|data = 11 luglio 2009|accesso= 9 ottobre 2018|}}</ref><ref>{{cita web|url = http://www.ilcentro.it/teramo/dichiarata-fallita-la-samb-dei-fratelli-tormenti-1.1039539?utm_medium=migrazione|titolo = Dichiarata fallita la Samb dei fratelli Tormenti,''La società gestita dagli imprenditori abruzzesi era in liquidazione dal 2009'' |data = 7 aprile 2012|pubblicazione = [[il Centro]]|accesso = 6 aprile 2019}}</ref>


Il sindaco di [[San Benedetto del Tronto]], Giovanni Gaspari, e una cordata capeggiata da Sergio Spina si attivano per ottenere, {{chiarire|in forza dell'art. 52 delle N.O.I.F.}}, l'iscrizione alla Serie D, ma nonostante l'accordo con il presidente della [[Lega Nazionale Dilettanti]] Tavecchio, il presidente della [[F.I.G.C.]] [[Giancarlo Abete|Abete]] decreta l'inserimento della nuova U.S. Sambenedettese nel campionato marchigiano di [[Eccellenza (calcio)|Eccellenza]], {{chiarire|facendo salvo il principio delle "due categorie inferiori" per le nuove società}}.<ref>{{Cita news |nome= |cognome= |autore= |titolo= Ufficiale: Samb in Eccellenza |url= http://www.rivieraoggi.it/2009/08/10/77525/ufficiale-samb-in-eccellenza/ |pubblicazione= |editore= http://www.rivieraoggi.it |città= Italia |data= 10 agosto 2009 }}</ref> Il campionato, eccezionalmente a 20 squadre, alcune delle quali con una solida tradizione sportiva, si rivela subito competitivo e la Samb, vittima di numerosi avvicendamenti nella rosa, ha un inizio di stagione problematico, culminato nell'esonero dell'allenatore Minuti, che viene sostituito dal giocatore-allenatore [[Ottavio Palladini]]. Dopo il girone di ritorno la squadra ottiene la promozione in Serie D.
Il sindaco di [[San Benedetto del Tronto]], Giovanni Gaspari, e una cordata capeggiata da Sergio Spina si attivano per ottenere, {{chiarire|in forza dell'art. 52 delle N.O.I.F.}}, l'iscrizione alla Serie D, ma nonostante l'accordo con il presidente della [[Lega Nazionale Dilettanti]] Tavecchio, il presidente della [[F.I.G.C.]] [[Giancarlo Abete|Abete]] decreta l'inserimento della nuova U.S. Sambenedettese nel campionato marchigiano di [[Eccellenza (calcio)|Eccellenza]], {{chiarire|facendo salvo il principio delle "due categorie inferiori" per le nuove società}}.<ref>{{Cita news |nome= |cognome= |autore= |titolo= Ufficiale: Samb in Eccellenza |url= http://www.rivieraoggi.it/2009/08/10/77525/ufficiale-samb-in-eccellenza/ |pubblicazione= |editore= http://www.rivieraoggi.it |città= Italia |data= 10 agosto 2009 }}</ref> Il campionato, eccezionalmente a 20 squadre, alcune delle quali con una solida tradizione sportiva, si rivela subito competitivo e la Samb, vittima di numerosi avvicendamenti nella rosa, ha un inizio di stagione problematico, culminato nell'esonero dell'allenatore Minuti, che viene sostituito dal giocatore-allenatore [[Ottavio Palladini]]. Dopo il girone di ritorno la squadra ottiene la promozione in Serie D.

Versione delle 20:52, 11 apr 2021

SS Sambenedettese
Calcio
Samb, Samba, Rossoblù
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Rosso, blu
SimboliLancetta, Torrione[1]
InnoVivo di Samba
Domenico Serafino[2]
Dati societari
CittàSan Benedetto del Tronto
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie C
Fondazione1923
Rifondazione1994
Rifondazione2006
Rifondazione2009
Rifondazione2013
PresidenteBandiera dell'Italia Domenico Serafino
AllenatoreBandiera dell'Uruguay Paolo Montero
StadioRiviera delle Palme
(13 683 posti)
Sito webwww.sambenedettesecalcio.eu
Palmarès
Coppa Italia Lega Pro
Trofei nazionali1 Coppe Italia Serie C/Lega Pro
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

La Società Sportiva Sambenedettese s.r.l.,[3] meglio nota come Sambenedettese, o altresì nota con le abbreviazioni usate da media e tifosi Samb e Samba, è una società calcistica italiana con sede nel comune di San Benedetto del Tronto. Milita nel girone B del campionato di Serie C, terzo livello del campionato italiano di calcio.

Fondata il 4 aprile 1923 in seguito alla fusione di 3 squadre locali (Fortitudo, Serenissima, Forza e Coraggio), vanta 67 campionati nell'area del professionismo, di cui 21 partecipazioni al campionato di Serie B; ha trascorso buona parte della propria storia in Serie C e Serie C1.[4] I periodi più vittoriosi della Sambenedettese sono ascrivibili alle presidenze di Domenico Roncarolo, che guidò la società dal 1948 al 1966,[5] e Ferruccio Zoboletti alla guida della società dal 1981 al 1990.[6] Il suo palmarès annovera una Coppa Italia Serie C.[7]

La squadra marchigiana si colloca al 41º posto nella classifica perpetua della Serie B e al 58º posto nella graduatoria della tradizione sportiva italiana secondo i criteri della FIGC.

I colori sociali della Sambenedettese, il rosso e il blu, richiamano i colori indossati dal soldato-martire Benedetto, santo patrono della città, e sono anche i colori dello stemma cittadino.

Storia

Le origini

La formazione della Sambenedettese 1926-1927

Nel 1923, anno di fondazione della Sambenedettese, San Benedetto del Tronto è un piccolo centro di circa quindicimila abitanti che vivono principalmente di pesca. Qui il gioco del calcio viene praticato già da molto tempo (dal 1907) grazie all'attività di squadre locali come la “Fortitudo”, la “Forza e Coraggio” la “Serenissima” ed altre ancora. L'estremo disagio creato dalla prima guerra mondiale non frena l'entusiasmo di ragazzi appassionati di football che si sfidano, scalzi, in epici incontri formando squadre a ranghi ridotti (di sei-sette elementi). Ben presto anche le tre principali squadre cittadine iniziano a disputare partite contro formazioni dei centri vicini come Teramo, Ascoli, Giulianova, Macerata; si prendono contatti e si giocano le sfide; a bordo del taxi di Piero Zamponi si allestiscono le trasferte e si raggiungono i campi sportivi. Alcuni giovani che si cimentano in questo nuovo sport popolare non mostrano particolari qualità atletiche, altri invece iniziano ad emergere perentoriamente. La connotazione “sociale” del calcio, a San Benedetto si manifesta fin dalle origini. Pescatori, artigiani e studenti costituiscono l'ossatura delle formazioni che scendono in campo. Prendendo sd esempio la “Forza e Coraggio”, squadra formata principalmente da “lancettieri” come Giacomo e Guido Spazzafumo, Francesco Liberati; c’è anche un marmista: Giacomo Croci; Alberto Falaschetti fa lu “zautte” o meglio, lo scaricatore di porto. Pasquale Ricci, detto Rapepè, è anch’egli un pescatore di lancetta ed insieme a Silvano Del Zompo si distingue anche nella corsa campestre. Non mancano naturalmente gli studenti come Luigi Mazzoni, Federico Zazzetta e Giovanni Meo detto “Giannì”. Forte di indubbie competenze da selezionatore il barbiere Lucio Palestini mette insieme per la prima volta una sambenedettese rappresentativa, uscita vittoriosa dal noto torneo di Porto San Giorgio.[8]

La formazione della Sambenedettese 1930-1931

Intanto lo scenario socio-politico nazionale cambia profondamente e si registra l'avvento del Fascismo. Il regime intende creare una generazione di uomini prestanti e mette in moto un grande apparato propagandistico che dà impulso alla creazione di squadre di calcio in ogni parte d'Italia, dalle province ai piccoli centri. A San Benedetto il dott. Italo Foschi, nativo di Corropoli e futuro presidente della Roma, contribuisce, per mezzo del cugino Silvio, alla fondazione della squadra cittadina: la US Sambenedettese, creata a seguito della fusione delle 3 compagini pre-esistenti. Ben presto viene assorbita anche la formazione del Torrione (i “boys del castello”). La data di nascita della Samb è il 4 aprile 1923 presso Villa Cerulli, in Via Ugo Bassi a San Benedetto. Per la nuova squadra si scelgono i colori sociali bianco-verde.[8]; non partecipa a nessun campionato F.I.G.C. non disponendo di un campo di gioco; nel 1926 viene inaugurato il campo di piazza San Giovanni Battista, detto "la trappoletta", e la Samb si iscrive al campionato di Terza Divisione Marche. Il presidente è Ludovico Giovannetti; dopo pochi mesi c'è una scissione per liti interne e alcuni calciatori si trasferiscono a un'altra società, il Torrione. Nel 1928 compaiono i colori attuali, rosso e blu, che sono anche i colori dello stemma cittadino; tra i calciatori spicca il bomber Tommaso Marchegiani, detto Massì e il portiere Pietro Cosignani. Tre anni dopo viene inaugurato il campo polisportivo “Littorio”, che nel 1944 viene intitolato a "Massì" Marchegiani, morto in un bombardamento durante la guerra, e infine nel 1949 ai fratelli Ballarin, calciatori del grande Torino, vittime della tragedia di Superga.[8]

Malgrado i colpi durissimi inferti alla società Sambenedettese, gli eventi bellici forgiano una nuova generazione di talenti locali. Essi formeranno un gruppo di calciatori-bandiera che, sostenuti da entusiasmo e caparbietà, in più occasioni, sfioreranno la Serie B. È in questo caso che si può parlare di autentica cultura calcistica perché la squadra di calcio è seguitissima e la passione per questo sport nazionale, a San Benedetto, viene tramandata di padre in figlio. Intere famiglie si rendono partecipi delle sorti della Samb capace di produrre autonomamente i suoi atleti e proprio per questo definita dal Corriere dello Sport la “superprovinciale”. Nella straordinaria stagione 1946-1947 la squadra riesce addirittura a vincere tutte le gare interne registrando un record nazionale. A volte, una panchina “corta” impedisce alla squadra di avere quel pizzico di continuità necessaria per fare il grande salto.

Nella stagione 1946-1947 la Samb sfiora le fasi finali per andare in Serie B, ma perde il proprio girone finendo a un solo punto dalla Maceratese, e l'attaccante Luigi Traini (I) finisce per mettere a segno in quella stagione la bellezza di 32 goal, un record per le 24 gare disputate: il suo apporto mancherà solo in due partite delle 26 effettive del torneo. La stagione 1947-1948 vede una riforma dei campionati che porta molte squadre a retrocedere in Promozione Interregionale, tra cui anche l'Ascoli, retrocesso in Prima Divisione Regionale ma in seguito ripescato; la Sambenedettese del nuovo allenatore-giocatore Alfredo Notti si piazza ancora una volta al secondo posto dietro alla Maceratese e viene iscritta alla Serie C dell'anno successivo.

Dal dopoguerra agli anni settanta

L'era Roncarolo, la prima volta in Serie B

La formazione della Samb vincitrice del campionato di Serie C

Nel 1951-1952, una nuova, drastica riforma dei campionati sta per essere varata dalla FIGC che decide di ridurre per l’anno successivo i gironi della Serie C da 4 ad uno soltanto, il famoso “lodo” Barassi. Per essere promossi quindi al nuovo torneo d’élite di Serie C bisogna classificarsi al secondo o al terzo posto del proprio girone, mentre la quarta piazza dà diritto agli spareggi. Tutte le altre, dal quinto posto in giù, finiranno invece nel campionato di IV Serie.

La Sambenedettese del presidente Domenico Roncarolo è affidata a Valeriano Ottino e dopo la promozione ottenuta nel 1947-1948 stesso campionato di classificazione, anche stavolta riesce ad ottenere la promozione nella nuova Serie C classificandosi al terzo posto in classifica.

La stagione 1951-1952, verrà ricordata a lungo dai tifosi sambenedettesi, visto che la loro squadra ha lottato per quasi tutto il campionato non solo per un piazzamento che potesse garantirgli la partecipazione alla nuova Terza Serie, ma anche per il grande salto di categoria, ottenuto a fine stagione dal Cagliari, anche se la squadra sarda ha dovuto penare non poco per raggiungere l’ambita promozione alla Serie B, e soltanto nella parte finale del girone di ritorno è riuscita a spuntarla sulla forte squadra adriatica.

Coppa Italia 1960-61

Sambenedettese: Patregnani, Alberti, Baston, Mecozzi, Santoni, Buratti, Novali, Rumignani, Campanini, Valentinuzzi, Pennati. Allenatore: Radio.

Juventus: Vavassori, Burgnich, Cervato, Leoncini, Castano, Colombo, Mora, Charles, Nicolè, Sívori, Stacchini. Allenatore: Parola.

  • Arbitro: Jonni (Macerata).
  • Marcatori: Sívori (Juve) al 2'e al 24', Charles (Juve) al 44, Rumignani (Samb) al 63', [9]Santoni autorete al 79'
  • Spettatori: oltre 10.000 paganti.[9]
  • Note:(Molti spettatori, non paganti, erano assiepati in tutte le posizioni sopraelevate circondanti il Ballarin).[9]

Il campionato di Serie C a girone unico 1955-1956 vede la promozione in Serie B della Samb, che totalizza 44 punti a pari merito col Venezia; la Samb mantiene il campo imbattuto, e con 61 reti segnate risulterà anche il miglior attacco del torneo. Il presidente è Domenico Roncarolo (sua l'idea di chiedere aiuto finanziario ai pescatori locali), l'allenatore Bruno Biagini, il capitano Alberto Astraceli.

Nei sette campionati cadetti del primo ciclo (1956/1963) la Sambenedettese affronta squadre blasonate come Torino, Napoli, Lazio, Bari, Alessandria, Triestina, Genoa e Palermo.

Dopo quattro stagioni di bassa classifica, nel campionato cadetto del 1960-1961 la Samb disputa un campionato di alto livello, chiuso al 7º posto. Nello stesso anno sfida i campioni d'Italia della Juventus negli ottavi di finale di Coppa Italia.[10]La gara fu disputata allo stadio Stadio Fratelli Ballarin, era stipato da una folla inverosimile, richiamò tifosi da tutto il centro italia, tanto che in molti assistettero all’incontro dai tetti delle abitazioni adiacenti. Vinse la Juventus per 4 reti ad uno, con una doppietta di Sívori, una rete di Charles e una autorete di Santoni; per la Sambenedettese ha realizzato la rete della bandiera Rumignani.[9]

Nella stagione successiva la Samb ottiene la salvezza nelle ultime giornate, ma non riesce a ripetersi nel campionato 1962-1963 quando, arrivata penultima, viene retrocessa in Serie C. Diversi calciatori messisi in evidenza con la Samb in quegli anni approdano in Serie A: Sattolo al Torino, Menichelli alla Juventus, Garbuglia alla Lazio, Lorenzini al Bologna, Matteucci all'Inter.

Dal 1963 e per un decennio la Sambenedettese milita ininterrottamente in Serie C nei gironi B e C, e in questi anni è rimasta sempre nelle prime posizioni tendendo a risalire in Serie B, ove per tanti anni aveva difeso i colori sociali gareggiando nelle principali città, unica rappresentante nell'Italia centrale. Nel 1965, nel corso di un derby con l'Ascoli, l'attaccante della Samb Alfiero Caposciutti è protagonista di un involontario scontro di gioco che costa la vita al portiere dell'Ascoli Roberto Strulli.

Nel torneo 1965-66 tra le file della Samb c'è un giovanissimo Franco Causio, che poco dopo approderà alla Juventus. In questi anni inizia la tradizione dei grandi portieri della Samb: si trasferiscono in Serie A Roberto Tancredi alla Juventus, Sulfaro alla Lazio, Migliorini alla Ternana.

Il ritorno in Serie B, con Marino Bergamasco

La Sambenedettese nella stagione di Serie B 1975-1976.

Il ritorno in Serie B avviene per la seconda volta nella storia il 16 giugno del 1974. Il presidente è il geometra Nicola D’Isidori, è uno dei costruttori edili emergenti che in passato aveva ricoperto il ruolo di presidente della società di ginnastica dove si erano formati i fratelli Carminucci, olimpionici di Roma ’60. È un autentico trionfo per quella squadra: coglie 22 vittorie e impone 9 punti di distacco al Rimini secondo classificato e guidato in panchina da un ex allenatore rossoblù Natalino Faccenda. La Samb che stravince il campionato è allenata da Marino Bergamasco, per anni l’ombra di Nereo Rocco al Milan e al Torino. Il tecnico triestino, così come Eliani, guida per sei campionati , in anni diversi, la Sambenedettese. Gioca con un libero fisso (Anzuini), un centrocampo stile Olanda formato da Castronaro, Valà e Simonato. Le ali sono Ripa e Basilico e il centravanti è Francesco Chimenti, sarà lui il capocannoniere della squadra con 20 dei 49 gol realizzati per un totale di 54 punti. E pensare che al bomber non vengono assegnati i tre gol, quelli della partita di Sassari contro la Torres vinta a tavolino per 2 a 0 a causa di una invasione di campo.

Nella stagione 1974-1975 D'Isidori viene sostituito dopo poche giornate di campionato da Arduino Caioni che resterà presidente fino al 1980-1981.

Il secondo ciclo della Serie B dura sei anni ('74-'80). È ancora Chimenti la punta di diamante della squadra. È il capitano di tante battaglie. E al ritorno in Serie B i rossoblu colgono, alla 15 di andata, una storica vittoria a Marassi contro il Genoa. Vincono per 3 a 2 con gol di Simonato, Castronaro e Chimenti. Il telecronista del tempo è Marcello Camiscioni che a fine partita non riesce a trattenere le lacrime. A filmare quella partita così come tante altre è Alfredo Giammarini, il primo cineoperatore della storia televisiva sambenedettese.

Nel 1975-1976 si ripete dopo 14 anni la sfida di Coppa Italia con la Juventus: i campioni d'Italia uscenti sono fermati in casa 2-2.[11].

Termina la prima era di Marino Bergamasco sulla panchina della Samb. Approda Eugenio Fantini ma non ha fortuna e viene esonerato subito dopo. È il turno del duo Tribuiani-Traini. In questa formazione giocano Sandro Vanello, Franco Colomba e Otello Catania che hanno giocato in Serie A con Inter, Palermo, Bologna , Cesena e Genoa. Dei giovani spicca Arcadio Spinozzi che va al Verona in Serie A insieme al portiere Pippo Pozzani. La Samb ottiene la salvezza nella gara in terna con il Como e può festeggiare in anticipo. Nel campionato 1977-1978 torna sulla panchina rossoblù Bergamasco. In questa squadra è ancora il bomber Chimenti il mattatore con dieci gol. In evidenza si pone un giovanissimo Francesco Guidolin che colleziona 35 presenze. La Samb in quella stagione sfiora la promozione in Serie A, sfumata al termine di una contestatissima partita interna contro la Sampdoria finita 0 a 0 e che costa la squalifica del “Ballarin”.

In Coppa Italia nel 1977-1978, i rossoblù battono fuori casa il Verona per 3-5. L'anno dopo l'allenatore è Nicola Tribuiani, sostituito da Lauro Toneatto. Nel campionato 1979-1980 torna in panchina Marino Bergamasco per sostituire Pietro Maroso, ma la Samb retrocede in Serie C1: nella rosa ci sono Stefano Tacconi poi alla Juventus e Antonio Sabato.

Gli anni ottanta

L'era Zoboletti e subito il ritorno tra i cadetti

La Sambenedettese scesa in campo il 7 giugno 1981, giorno della promozione in Serie B e della tragedia del Ballarin, prima del fischio d'inizio della gara con il Matera.

Durante il campionato 1980-1981 il presidente Arduino Caioni passa il testimone a Ferruccio Zoboletti, reggiano di nascita ma sambenedettese d'adozione. L'allenatore è l'emergente Nedo Sonetti che conquista l'immediata promozione in Serie B: tra i protagonisti, il giovane portiere Walter Zenga in prestito dall'Inter e Luigi Cagni. Con Zenga si apre di fatto la scuola dei portieri di Piero Persico, già numero uno rossoblù negli anni cinquanta. La Samb conquista 44 punti, a pari merito con la Cavese; l'ultima partita di campionato contro il Matera vede però una tragedia allo stadio Ballarin: scoppia un incendio in curva sud, la curva dei tifosi di casa, che provoca decine di feriti e in cui perdono la vita Maria Teresa Napoleoni e Carla Bisirri; la partita però si gioca lo stesso, e termina 0-0. Si decide così di progettare un nuovo stadio, più grande e adeguato alle moderne norme di sicurezza.[12]

Il campionato di Serie B 1981-1982 si chiude all'8º posto, sempre sotto la guida di Nedo Sonetti. I rossoblù, in questa stagione, conquistano una prestigiosa vittoria 0-1 a Genova contro la Sampdoria promossa in Serie A, goal di Gigi Cagni; al ritorno invece la squadra blucerchiata riesce a pareggiare per 2-2, Samb in doppio vantaggio con Garbuglia, poi la Sampdoria riesce a raddrizzare l'incontro, grazie alle reti di Scanziani e Guerrini.

Coppa Italia 1983-84

Sambenedettese: Coccia, Petrangeli, Catto, Ferrante, Ipsaro Passione, Cagni, Perrotta, Ranieri, Gamberini dal 72' Di Fabio, Colasanto, Faccini dal 86' Bronzini. Allenatore: Clagluna.

Inter: Zenga, Pasinato, Bergomi, Bagni, Collovati, Bini, Coeck, Sabato, Altobelli, Müller, Serena. Allenatore: Radice.

Il campionato 1982-1983 si apre con il 2-2 a Milano contro il Milan, che l'anno prima era stato per la seconda volta retrocesso in Serie B; anche la partita di ritorno finirà con un pareggio.[14] La Samb pareggia anche in casa della Lazio, che insieme al Milan e al Catania sarà promosso in Serie A.

Nel 1983-1984 Nedo Sonetti abbandona la Samb che è allenata da Roberto Clagluna: da segnalare la vittoria per 2-0 in Coppa Italia contro l'Inter, con due reti di Paolo Alberto Faccini.[13] Nel mese di ottobre del 1983, dal Genoa arriva in prestito Giuliano Fiorini, mette a segno 12 reti con la maglia della Sambenedettese. Dopo un campionato difficile la salvezza giunge alla penultima giornata, con il pareggio casalingo contro la Pistoiese, viceversa con quel risultato condannata alla Serie C1. Alcune immagini di quell'incontro, compresa la festa dei tifosi rossoblù per la salvezza, furono poi riutilizzate per il film L'allenatore nel pallone.

il presidente della Samb, Ferruccio Zoboletti (al centro) con Giacinto Facchetti e il sindaco Alberto Cameli, nella primissima inaugurazione dello Stadio Riviera delle Palme nel gennaio 1985.[15]

Il campionato 1984-1985 è l'ultimo disputato al "Ballarin": tra le file dei rossoblù Stefano Borgonovo, Tiziano Manfrin, Maccoppi, Turrini, Di Fabio; il capitano è sempre Gigi Cagni.

Il 13 agosto 1985 vede l'inaugurazione del nuovo Stadio Riviera delle Palme, realizzato per circa 22 000 spettatori ma progettato per un futuro ampliamento. Nel campionato 1985-1986 c'è l'ultimo derby con l'Ascoli, una sfida sempre segnata da grande rivalità.[16]

Nel campionato 1986-1987 la Samb si salva all'ultima giornata vincendo a Bari per 4-3: allenatore è ancora Clagluna, in rosa c'è Franco Selvaggi, proveniente dall'Inter, mette a segno 9 reti con cui contribuisce alla salvezza della Samb. È l'ultima stagione alla Samb per Gigi Cagni, che detiene il record di presenze in Serie B, 496. Nel 1987-1988 l'allenatore è Angelo Domenghini, che conquista l'ennesima salvezza, la porta è difesa da Fabrizio Ferron, e dopo due stagioni in rossoblù, approda in Serie A all'Atalanta; nel 1988-1989 lascia dopo 4 giornate a Enzo Riccomini, che non riesce a evitare la retrocessione in Serie C1: in rosa ci sono Marcato, Valoti e il portiere Bonaiuti.

Il campionato 1989-1990 vede la seconda retrocessione consecutiva della Samb, stavolta in Serie C2, categoria mai affrontata prima.

Gli anni novanta

La presidenza Venturato, la ripresa, il fallimento e il dilettantismo

La Sambendettese stagione 1991-1992.

Nella stagione 1990-1991 la presidenza passa all'imprenditore trevigiano Antonio Venturato; l'allenatore è Giorgio Rumignani. La Samb arriva seconda dietro il Chieti e ottiene così il ritorno in Serie C1. Seguono tre stagioni di C1 tra alti e bassi: tra i giocatori ci sono Moreno Solfrini, Pasqualino Minuti, Gennaro Grillo, Ottavio Palladini, Giuseppe Manari, Tiziano De Patre, i portieri Stefano Visi e Antonio Chimenti.

Nella stagione 1991-1992 la Samb vince la Coppa Italia Serie C 1991-1992 battendo in finale il Siena. La stagione 1992-1993 (in cui per la prima volta la Samb è inserita nel girone A), vede l'alternarsi in panchina di Claudio Tobia, Zibì Boniek e l'esordiente Ivo Iaconi che centra la salvezza.

Le difficoltà economiche della società emergono in tutta la loro drammaticità e l'iscrizione al campionato di Serie C1 1993-1994 avviene a pochi minuti dalla scadenza grazie alla fideiussione prestata dall'allora neosindaco Paolo Perazzoli e dagli imprenditori locali Giancarlo Amante, Nazzareno Torquati e Francesco Ascolani. L'allenatore è Diego Di Feliciantonio, coadiuvato da Ivo Iaconi, e la squadra, nonostante non percepisca lo stipendio, si batte per i primi posti in classifica.

Coppa Italia Serie C 1991-92
Finale Coppa Italia Serie C, andata
7 giugno 1992
Stadio Artemio Franchi
Siena

Siena - Sambenedettese 1 - 1


Arbitro: Fiori di Ravenna

Spettatori: 6.000 (circa)


Finale Coppa Italia Serie C, ritorno
13 giugno 1992
Stadio Riviera delle Palme
San Benedetto del Tronto

Sambenedettese - Siena 2 - 1


Arbitro: Rausa di Cosenza

Spettatori: 10.000 (circa)

Grazie al Sindaco Perazzoli e al gruppo di imprenditori che hanno con lui firmato la fideiussione vengono garantiti alcuni stipendi ma inopinatamente il Presidente Venturato rompe con gli stessi ogni rapporto e il campionato partito bene finisce comunque con la salvezza della squadra. Al momento di iscrivere la squadra al campionato 1994-1995 la L.N.P., in forza della situazione di bilancio disastrata, decide la non iscrizione e la retrocessione nel campionato di Eccellenza Marche. Il presidente Venturato dapprima iscrive la squadra al Campionato di Eccellenza, poi scompare dalla circolazione, rendendosi irreperibile, mettendo in serio pericolo anche lo svolgimento di questo torneo.

Un gruppo di imprenditori locali, dietro l'impulso del Sindaco di San Benedetto del Tronto Paolo Perazzoli, dà vita alla Sportinvest S.p.A. con presidente l'imprenditore ittico Nazzareno Torquati e riesce a vincere il Campionato di Eccellenza Marche 1994-1995; il commissario della squadra è Raniero Iacoponi, l'allenatore è Francesco Chimenti, che dispone di una buona squadra capitanata da Stefano Colantuono.

A seguito della dichiarazione di fallimento della Sambenedettese S.p.A. si forma l'A.S. Sambenedettese Calcio, con presidente Raniero Iacoponi, che a pochi giorni dall'inizio del campionato, grazie all'impegno di Nazzareno Torquati, Giancarlo Amante ed Emilio Scartozzi, che si accollano debiti pregressi della vecchia società, ne acquisisce il titolo sportivo. Questo ritardo non consente una preparazione ottimale e il campionato 1995-1996, il primo nel CND (campionato nazionale dilettanti), vede una faticosa salvezza della Samb ottenuta anche grazie agli sforzi del neopresidente Rocco Sannicandro e dell'allenatore Bruno Piccioni.

Il campionato 1996-1997 inizia con i migliori auspici e viene condotto sempre al vertice della classifica, ma nel finale del campionato la Samb viene raggiunta e superata dall'Astrea; nel novembre 1996 l'A.S. Sambenedettese Calcio si trasforma in Sambenedettese Calcio S.r.l. con presidente Giancarlo Amante e vice Nazzareno Torquati ed Emilio Scartozzi. La società nell'agosto 1997 organizza un grande evento sportivo internazionale, ospitando presso il Riviera delle Palme la partita amichevole precampionato Juventus-Bayern Monaco, con oltre ventitremila spettatori paganti.[17] L'anno seguente altre amichevoli estive di lusso: Milan-Celta Vigo e ancora Juventus, stavolta contro l'Espanyol.[18][19]

Nelle stagioni 1997-1998, 1998-1999 e 1999-2000 la Samb, sotto la presidenza di Giancarlo Amante prima e dei fratelli Caucci poi, disputa campionati in cui non riesce mai ad aggiudicarsi la prima posizione, l'unica utile per la promozione in Serie C2. Tra gli allenatori che si avvicendano sulla panchina della Samb ci sono Aldo Ammazzalorso, Massimo Silva, Ruggero Cannito.

Gli anni duemila

L'era Gaucci, sfiorata la Serie B

Stefano Colantuono

Nell'estate 2000 la svolta: la Sambenedettese viene acquistata da Luciano Gaucci, già proprietario di Perugia e Viterbese (appena ceduta) e neoacquirente anche del Catania. Dopo un'iniziale crisi di risultati la squadra è affidata all'allenatore Giovanni Mei e vince il campionato di Serie D 2000-2001 con grande vantaggio; tra i giocatori il bomber Fabrizio Fermanelli, lo stopper Stefano Colantuono, il portiere Stefano Visi (questi ultimi due ritorni).

Il campionato di Serie C2 girone B 2001-2002 non è facile per la Samb: si alternano in panchina Mei, Paolo Beruatto, Enrico Nicolini e infine Stefano Colantuono, che smette di giocare accomodandosi in panchina. Quando accetta l'incarico la Samb è in bassa classifica a 9 giornate dal termine, ma con una serie di 9 vittorie consecutive riesce ad agguantare il 5º posto, l'ultimo utile per i play-off. La Samb passa la semifinale col Rimini e poi la finale col Brescello davanti a 11.000 spettatori (il ritorno, che si gioca sul campo neutro di Parma, vede l'"esodo" di circa 7.500[20] tifosi rossoblù che raggiungono la città emiliana), conquistando la promozione in Serie C1. Tra i protagonisti della promozione l'attaccante Andrea Soncin, il fantasista Antonio “Totò” Criniti, il centrocampista Gennaro Delvecchio.[21] Colantuono (che non ha ancora il patentino di seconda categoria ed è affiancato da Gabriele Matricciani) rimane alla guida della Samb nel campionato di Serie C1 girone B 2002-2003[22]: la squadra viene rinforzata dal direttore sportivo Guido Angelozzi e dopo alcuni alti e bassi raggiunge il 5º posto utile per il play-off. In semifinale la Samb incontra il favorito Pescara: i rossoblù vincono in casa per 1-0 con gol di Teodorani ma sono sconfitti in Abruzzo per 2-0 (doppietta di Cecchini).[23]

Il campionato di Serie C1 girone B 2003-2004 vede il progressivo defilarsi di Luciano Gaucci: la gestione della società è affidata al figlio Alessandro, impegnato però anche nel Perugia. Il nuovo allenatore è Sauro Trillini, alla prima esperienza tra i professionisti, che ottiene risultati altalenanti. A gennaio vengono ceduti alle altre squadre “di famiglia” gli attaccanti Francesco Zerbini (al Perugia) e Gabriele Scandurra (al Catania), autori di 10 gol a testa in metà campionato; arriva però il bomber Costantino Borneo dalla Vis Pesaro, anche lui autore di 10 gol, che si laureerà poi capocannoniere. La Samb (con Trillini sostituito nel frattempo da Salvatore Vullo) si piazza al 7º posto mancando i play-off e Gaucci, contestato dai tifosi, decide di passare la mano (inoltre si è visto rifiutare dal Comune di San Benedetto del Tronto il progetto per la gestione dello Stadio Riviera delle Palme).

La presidenza Mastellarini

Davide Ballardini

Le trattative si protraggono per tutta l'estate senza esito fino al 29 agosto 2004: la società passa alla cordata capeggiata dall'abruzzese Umberto Mastellarini e dal procuratore Vincenzo D'Ippolito. La rosa, che era composta da appena 5 giocatori dopo le cessioni estive, viene fatta in sole 24 ore (il 31 agosto è l'ultimo giorno della sessione estiva di mercato). L'allenatore del campionato di Serie C1 girone B 2004-05 è l'esordiente Davide Ballardini, proveniente dalle giovanili del Parma; tra i giocatori arrivano i sudamericani Nicolás Amodio e Mariano Bogliacino, il difensore Michele Canini, il centrocampista Luca Cigarini e l'attaccante Marco Martini trasformato da ala a punta. A gennaio arrivano poi il portiere Francesco Mancini e il trequartista Julio Cesar Leon (ex Reggina e Fiorentina). La Sambenedettese si classifica al 4º posto centrando così i play-off. La semifinale la vede opposta al Napoli: in casa è 1-1 con pareggio napoletano negli istanti finali, al "San Paolo" la Sambenedettese perde 2-0.[24]

L'estate 2005 è ancora travagliata: esce dalla società D'Ippolito, Mastellarini cerca nuovi acquirenti senza successo; il nuovo allenatore Ortega, scelto da D'Ippolito, si dimette e viene ingaggiato Giuseppe Galderisi con Giuseppe Dossena direttore sportivo. La società è in difficoltà economiche e la rosa viene indebolita rispetto all'anno passato; la squadra inizia bene il campionato di Serie C1 girone A 2005-06 ma poi entra in crisi e Galderisi viene sostituito da Luciano Zecchini, ex allenatore del Teramo che non migliora le cose. A dicembre Mastellarini e il socio Paterna (proprietario anche del Pescara) raggiungono l'accordo per la cessione della società con il romano Alberto Soldini, in cui è compresa la cessione del bomber Martini al Pescara. A gennaio Soldini cambia lo staff: nuovo allenatore è Giuseppe Giannini, il suo vice è Roberto Pruzzo, il direttore sportivo è Carlo Colacioppo; il mercato vede la partenza di 13 giocatori e l'arrivo di altri 15. Ma la Samb infila una serie negativa senza vittorie da ottobre a febbraio precipitando al penultimo posto. Esonerati anche Giannini, Pruzzo e Colacioppo, la squadra viene affidata alla bandiera rossoblù Francesco Chimenti (quinto allenatore della stagione). Ma non c'è pace nemmeno per lui: infatti, a seguito delle promesse non mantenute dal presidente Soldini, l'allenatore Chimenti, il direttore tecnico Remo Croci, l'allenatore in seconda Luigi Voltattorni e il responsabile della comunicazione Emidio Lattanzi. La Samb si ritrova senza allenatore e senza stipendi; ciononostante, con la guida prima dei giocatori Colonnello e Zanetti e poi degli allenatori delle giovanili Voltattorni e Zaini la squadra ottiene buoni risultati (bella in particolare la vittoria con il Genoa per 2-1), con il sostegno anche economico di molti tifosi rossoblù e dell'imprenditore Sergio Spina. Alla fine della regular season viene però decretato il prevedibile fallimento e in seguito a numerosi deferimenti la Samb subisce 4 punti di penalizzazione che la condannano ai play-out contro il Lumezzane. In panchina torna, a furor di popolo, Francesco Chimenti: all'andata i lombardi vincono in casa 3-1, ma al ritorno una grande prestazione dei giocatori della Samb, sospinti dai tifosi rossoblù, ribalta il risultato con un sonante 4-0.[25] La Samb è salva.[26] A giugno arriva anche la salvezza fuori dal campo: l'asta fallimentare assegna la società ai fratelli Tormenti che ripianano i debiti sportivi e iscrivono la Sambenedettese al campionato di C1 2006-2007.

Confusione societaria e ricaduta fra i dilettanti

La stagione 2006-2007 vede in panchina Alessandro Calori e nello staff il ritorno di Claudio Molinari e l'arrivo di Giuseppe Pavone come direttore sportivo. Calori viene però sollevato dall'incarico dopo 5 giornate (un solo punto per lui e Samb all'ultimo posto solitario). La società affida al "bomber" Francesco Chimenti, idolo della tifoseria, il compito di guidare la squadra nella vittoriosa partita contro il San Marino, in attesa del nuovo allenatore Guido Ugolotti. Il campionato viene chiuso all'ottavo posto, raggiungendo largamente l'obiettivo stagionale della salvezza. Tra i giocatori che si mettono in mostra spiccano Morante (18 gol), Desideri ("pescato" in Serie D e acquistato dal Bari al termine della stagione), e i tanti giovani scelti da Pavone: gli attaccanti Olivieri e Carlini, i centrocampisti Loviso e Iovine, il difensore Zammuto e il portiere Consigli.

Stefano Visi

Già nel ritiro di luglio-agosto la squadra è definita. Molinari e Pavone lasciano la Samb, il nuovo ds è Maurizio Natali. A fine agosto viene ceduto il bomber Daniele Morante al Verona; tornano dopo anni i "sambenedettesi" Stefano Visi e Ottavio Palladini. Della squadra dell'anno passato rimangono solo Fabio Tinazzi, Michele Santoni, Davide Giorgino e Nikola Olivieri oltre ai giovani Tulli e Forò; confermato anche l'allenatore Guido Ugolotti. Tra le nuove "scommesse" spiccano Davis Curiale, Michael Cia e Danilo Soddimo. Anche il campionato 2007-2008, però, inizia negativamente: la squadra segna poco, gioca male e ottiene solo 8 punti in 12 giornate. Il 4-0 contro il Gallipoli è fatale a Guido Ugolotti che viene esonerato e sostituito da Enrico Piccioni; viene nominato come nuovo direttore sportivo Enzo Nucifora, con il compito di rinforzare la squadra a gennaio (cede Olivieri al Pescara e acquista tra gli altri Leandro Vitiello e Luis Maria Alfageme). Nonostante i buoni risultati casalinghi, il rendimento in trasferta della squadra resta deficitario, cosicché il 17 marzo Piccioni viene esonerato e torna in panchina Guido Ugolotti. Con tre vittorie consecutive la Samb esce dalla zona play-out per la prima volta dall'inizio del campionato. I rossoblù conquistano poi la salvezza diretta grazie alla penalizzazione inflitta al Lanciano, intanto fallito, che finisce ai play-out e poi retrocede.[27]

Per la stagione 2008-2009 l'allenatore Ugolotti e il ds Nucifora non vengono riconfermati e tornano al lavoro Piccioni e Natali. Viene costruita una rosa piena di giovani, anche a causa delle limitazioni (non obbligatorie ma richieste per ottenere contributi economici) previste dalla neonata Lega Pro (ex Lega di Serie C); tra i giocatori principali e più amati dalla tifoseria, Ottavio Palladini, Francesco Ferrini e Davide Moi, riconfermati dopo la stagione precedente. Dopo un avvio di campionato ancora una volta stentato, la Samb riesce a uscire dalla zona play-out, prima di incappare in una serie negativa di 6 sconfitte consecutive, a cavallo della sosta invernale, che costa la panchina a Enrico Piccioni e fa ripiombare la società rossoblù al penultimo posto, tra le contestazioni dei tifosi. Il nuovo ds Luca Evangelisti (che sostituisce Natali, che rimane in società ma con altro incarico) affida a Fulvio D'Adderio il compito di salvare la Samb. Il calciomercato di gennaio vede la Samb attiva, con rinforzi costosi e d'esperienza come i bomber Cammarata e Califano, il difensore Caccavale e il portiere Marconato. Ma i risultati non cambiano più di tanto, e D'Adderio viene sostituito da Giorgio Rumignani, che torna alla Sambenedettese dopo molti anni. Dopo aver toccato anche l'ultimo posto, la regular season si chiude al 16º posto. Nei play-out contro il Lecco, la Samb pareggia 0-0 in casa e perde 1-0 in trasferta, venendo così retrocessa per la seconda volta in Seconda Divisione.[28] La squadra, fortemente indebitata, viene messa in vendita dai fratelli Tormenti, in difficoltà economiche, ma l'assenza di acquirenti porta, l'11 luglio, alla cancellazione da tutti i campionati professionistici.[29][30]

Il sindaco di San Benedetto del Tronto, Giovanni Gaspari, e una cordata capeggiata da Sergio Spina si attivano per ottenere, in forza dell'art. 52 delle N.O.I.F.[non chiaro], l'iscrizione alla Serie D, ma nonostante l'accordo con il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Tavecchio, il presidente della F.I.G.C. Abete decreta l'inserimento della nuova U.S. Sambenedettese nel campionato marchigiano di Eccellenza, facendo salvo il principio delle "due categorie inferiori" per le nuove società[non chiaro].[31] Il campionato, eccezionalmente a 20 squadre, alcune delle quali con una solida tradizione sportiva, si rivela subito competitivo e la Samb, vittima di numerosi avvicendamenti nella rosa, ha un inizio di stagione problematico, culminato nell'esonero dell'allenatore Minuti, che viene sostituito dal giocatore-allenatore Ottavio Palladini. Dopo il girone di ritorno la squadra ottiene la promozione in Serie D.

Gli anni duemiladieci

Dalla vittoria del campionato al fallimento

Dopo un campionato di media classifica, contraddistinto da vicissitudini finanziarie e dall'avvicendamento di numerosi allenatori, nella stagione 2011-2012 la Samb conquista il secondo posto in campionato e viene poi eliminata dal Legnago nei play-off nazionali.[32] La promozione arriva nella stagione 2012-2013,[33] quando la squadra conquista il primo posto e consegue così il diritto a tornare tra i professionisti: la FIGC, il 19 luglio 2013, ha deliberato di non accettare l'affiliazione del club neopromosso alla Lega Pro a causa di carenze economico-finanziarie: la società ha avuto tempo per esperire un eventuale ricorso che evitasse la sua cancellazione dai campionati; esso è stato respinto in data 25 luglio 2013, decretando così l'esclusione definitiva dai campionati professionisti della società.[34][35]

La presidenza Moneti, la rifondazione

In seguito a tale sentenza, il 3 agosto 2013 è stata fondata, dopo appena 4 anni dall'ultima volta, una nuova società dall'imprenditore viterbese ex presidente del Perugia Gianni Moneti su incarico ufficiale del Sindaco Giovanni Gaspari: tale compagine è ripartita dall'Eccellenza Marche, mentre il 19 dicembre è giunta la radiazione del vecchio club per intervenuto fallimento.[36]

Il 29 marzo 2014, vincendo per 1-0 sul campo del Grottammare,[37] la Sambenedettese ha vinto il campionato di Eccellenza con 4 giornate di anticipo, conquistando la promozione in Serie D.[38]

Il 28 luglio 2014 entra in società con il 50% Manolo Bucci, ex presidente del Pergocrema nel 2010-2011 e vice presidente del Colleferro nel 2013-2014, che porta con sé Fabio de Lillo, consigliere regionale della regione Lazio, che diventa presidente onorario.[39] Il 30 novembre, dopo la sconfitta per 2-1 a Chieti, l'allenatore Andrea Mosconi, che aveva riportato la compagine rossoblu dall'Eccellenza alla Serie D, viene esonerato dopo aver conquistato 24 punti in 13 partite trovandosi al 3º posto. Il giorno successivo viene scelto come nuovo allenatore Silvio Paolucci con il quale la squadra marchigiana prosegue il cammino incerto in campionato. La squadra chiuderà al 3º posto perdendo la prima partita dei play-off contro il San Nicolò.[40]

Il 17 giugno Manolo Bucci lascia la carica di co-presidente riconsegnando il suo 50% a Moneti che è costretto a cercare nuovi soci per iscrivere la squadra in Serie D.[41]

L'era Fedeli e il ritorno tra i professionisti

L'industriale Cav. Franco Fedeli, presidente della Sambenedettese Calcio dal 4 agosto 2015.[42]

Il 4 agosto 2015 l'industriale Franco Fedeli rileva ufficialmente le quote di Moneti, diventando l'azionista di maggioranza nonché il presidente dell'A.S.D. Sambenedettese Calcio.[42][43] Fedeli porta con sé da Rieti il tecnico Loris Beoni e una ventina di giocatori, cosicché nel ritiro di Norcia ce ne saranno ben quarantasei (gli ex Rieti si aggiungono a quelli della Sambenedettese). Come Direttore Sportivo Fedeli sceglie Fabrizio Alunni, che ha il compito di fare una scrematura del numeroso gruppo, aggiungendo qualche elemento importante come Mario Titone. A una settimana dall'inizio del torneo di serie D non si sa ancora a quale campionato parteciperà la Samb, perché Fedeli chiede invano il ripescaggio in Lega Pro. La Sambenedettese però resta in serie D e nonostante una rosa da perfezionare con qualche "quota", parte benissimo, espugnando gli ostici campi di Campobasso, Pesaro e Fano. La squadra marchigiana nonostante la sconfitta interna con il Matelica si trova in testa alla classifica dopo 8 giornate. Ma questo è un particolare insignificante agli occhi del patron Fedeli che dopo il ko solleva dall'incarico sia il tecnico toscano Beoni che il Ds umbro Alunni. In panchina arriva Ottavio Palladini.[44]

Il 10 aprile 2016, vincendo il girone F del campionato nazionale di Serie D con ben 4 giornate di anticipo, la Sambenedettese è promossa in Lega Pro e torna al calcio professionistico dopo 7 anni.[45][46][47][48]

Nella stagione 2016-2017 la Sambenedettese, da neopromossa e con un allenatore esordiente, è protagonista di un ottimo inizio di stagione, guadagnando il primo posto con la vittoria interna con il Padova. Successivamente, dopo due pareggi consecutivi con AlbinoLeffe e Modena, il direttore sportivo Sandro Federico e l'allenatore Ottavio Palladini entrano in attrito con la società per alcune scelte tecniche. Federico viene sospeso il 27 dicembre[49]. Il 3 gennaio Ottavio Palladini annuncia le dimissioni irrevocabili[50], una decisione presa in seguito al calo di risultati della squadra e una difficile situazione ambientale[51]. A sostituirlo arriva Stefano Sanderra, sotto la cui guida la squadra si piazza settima in campionato, accedendo ai play-off per la promozione in Serie B. Qui elimina il Gubbio battendolo per 3-1 in Umbria, ma poi viene eliminata dal Lecce al secondo turno, dopo due pareggi (1-1 in casa e 0-0 al Via del Mare).

Paolo Montero

Per la stagione 2017-2018 Sanderra è sostituito da Francesco Moriero, che firma un contratto annuale[52]. Dopo una bella partenza in campionato, la squadra incappa in una crisi di risultati che culmina con la sconfitta contro il Südtirol[53] e il concitato esonero del tecnico salentino (dopo le dimissioni iniziali c'è dietrofront e il successivo esonero)[54]. L'allenatore viene sostituito da Ezio Capuano, che qualche giorno prima si era liberato dal Modena, appena radiato dal campionato. In sette partite la compagine rossoblù conquista 15 punti, salendo dall'ottavo al terzo posto. Il tecnico è esonerato a una giornata dal termine del campionato dopo tre sconfitte in quattro partite, con la squadra al secondo posto[55]. Il rientrante Moriero guida i suoi nell'ultima partita del torneo, concluso al terzo posto, e nei play-off per la promozione in Serie B, dove la Sambenedettese elimina il Piacenza, ma è eliminato dal Cosenza ai quarti di finale (Cosenza-Sambenedettese 2-1; Sambenedettese-Cosenza 0-2).[56]

Per la stagione 2018-2019 Moriero è sostituito da Giuseppe Magi, che firma un contratto annuale[57]. Il 1º ottobre 2018, la Società rossoblù comunica di aver sollevato dall'incarico di allenatore della prima squadra Giuseppe Magi; comunica di aver affidato la panchina della prima squadra al tecnico Giorgio Roselli.[58] Il 6 giugno 2019, la Sambenedettese annuncia di aver raggiunto un accordo per la stagione 2019-2020 con l'allenatore uruguaiano Paolo Montero, che firma un contratto annuale.[59] Il 10 giugno 2019, la Sambenedettese Calcio annuncia la nomina dell'ex arbitro internazionale Walter Cinciripini come nuovo direttore generale.[60]

Gli anni duemilaventi

L'era Serafino

Il 10 giugno 2020 l'imprenditore e produttore discografico Domenico Serafino, proprietario del Bangor City Football Club, rileva ufficialmente le quote di Franco Fedeli, diventando l'azionista di maggioranza nonché il presidente della Sambenedettese Calcio.[61][62]

Cronistoria

Cronistoria della Società Sportiva Sambenedettese
  • 4 aprile 1923 - Fondazione dell'Unione Sportiva Sambenedettese in seguito alla fusione delle tre squadre locali: Fortitudo, Serenissima e Forza e Coraggio.
  • 1923-26 - Attività a carattere episodico.
  • 1926 - La squadra prende parte al suo primo Campionato Federale, iscrivendosi al campionato di Terza Divisione.
  • 1926-27 - 2ª nel girone unico della Terza Divisione Marchigiana.
  • 1927 - L'Unione Sportiva Sambenedettese si scinde per liti interne e nello stesso anno, precisamente nel mese di agosto, nasce una nuova società che assume la nuova denominazione di Società Atletica Sambenedettese.
  • 1927-28 - 2ª nel girone B della Terza Divisione Marchigiana. Nell'estate, partecipa al torneo estivo riservato alle squadre federate Abruzzi e Marche indetta dal Fascio Sportivo Rosetano Targa "Giacomo Acerbo" (1927).
  • 1928-29 - 1ª nel girone unico della Terza Divisione Marchigiana. Vince lo spareggio per il titolo regionale, laureandosi campione delle Marche. Promossa in Seconda Divisione, rinuncia alla promozione e all'attività federale per problemi economici.
  • 1929-30 - La società rimane inattiva, ripartendo dalla stagione successiva dal campionato di Terza Divisione.

  • 1930-31 - 3ª nel girone B della Terza Divisione Marchigiana. 1ª nel girone finale. Vince il titolo di campione delle Marche. Promossa in Seconda Divisione.
  • 1931-32 - 2ª nel girone unico della Seconda Divisione.[63] Ammessa in Prima Divisione a completamento organici[64].
  • 1932-33 - 9ª nel girone G della Prima Divisione.
  • 1933-34 - 14ª nel girone G della Prima Divisione. Retrocessa in Seconda Divisione.
  • 1934 - Il 28 ottobre, modifica la denominazione societaria in Dopolavoro Sambenedettese.
  • 1934-35 - 7ª nel girone unico della Seconda Divisione Marchigiana.
  • 1935-36 - La società rimane inattiva per il richiamo alle armi dei giocatori rossoblù alla guerra d’Etiopia che scoppiò nel settembre del 1935. Nell'estate del 1936, poi, il club torna all'attività federale ripartendo dalla stessa categoria che aveva cambiato nome in Prima Divisione pagando quanto previsto.
  • 1936 - Nel mese di dicembre, cambia la denominazione in Società Sportiva Sambenedettese.
  • 1936-37 - 2ª nel girone unico della Prima Divisione Marchigiana.
  • 1937-38 - 7ª nel girone unico della Prima Divisione.[65] Ammessa in Serie C a completamento organici[66].
Perde la finale della Coppa dell'Italia Centrale.
  • 1938-39 - 10ª nel girone F della Serie C.
Turno di qualificazione per il primo turno eliminatorio di Coppa Italia.
  • 1939-40 - 7ª nel girone F della Serie C.
Turno di qualificazione per il primo turno eliminatorio di Coppa Italia.

  • 1940-41 - Partecipa al girone F della Serie C, ma si ritira nel corso del torneo alla 20ª giornata per il richiamo alle armi di molti suoi giocatori, venendo retrocessa in Prima Divisione.
Primo turno eliminatorio di Coppa Italia.
  • 1941 - Il sodalizio con la denominazione di Società Sportiva Sambenedettese riparte dal campionato di Prima Divisione Marche riaffiliandosi alla FIGC.
  • 1941-42 - 6ª nel girone unico della Prima Divisione Marchigiana.
  • 1942-43 - 4ª nel girone B della Prima Divisione Marchigiana.
  • 1943-45 - Attività sospesa per cause belliche.
  • 1945 - Il club viene ammesso di diritto alla Serie C, in quanto fu riconosciuto che il ritiro dal campionato di Serie C del 1941 era dovuto a cause belliche (perdita di quasi tutti i giocatori perché richiamati alle armi) e per il pagamento regolare delle tasse di affiliazione anche per il 1943-44 e 1944-45, condizione indispensabile per mantenere il titolo sportivo.
  • 1945-46 - 9ª nel girone B della Serie C.[67]
  • 1946-47 - 2ª nel girone F della Serie C.[68]
  • 1947-48 - 2ª nel girone Q della Serie C.[68]
  • 1948-49 - 8ª nel girone C della Serie C.[69]
  • 1949-50 - 3ª nel girone C della Serie C.

Terzo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.

Ottavi di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1962-63 - 19ª in Serie B. Retrocessa in Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1963-64 - 3ª nel girone C della Serie C.
  • 1964-65 - 8ª nel girone C della Serie C.
  • 1965-66 - 3ª nel girone C della Serie C.
  • 1966-67 - 9ª nel girone B della Serie C.
  • 1967-68 - 4ª nel girone B della Serie C.
  • 1968-69 - 9ª nel girone B della Serie C.
  • 1969-70 - 3ª nel girone B della Serie C.

  • 1970-71 - 3ª nel girone B della Serie C.
  • 1971-72 - 3ª nel girone B della Serie C.
  • 1972 - Il 18 luglio, assume la denominazione di Sambenedettese Calcio S.p.A..
  • 1972-73 - 4ª nel girone B della Serie C.
Turno di qualificazione per gli ottavi di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
  • 1973-74 - 1ª nel girone B della Serie C. Promossa in Serie B.
Quarti di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1979-80 - 17ª in Serie B. Retrocessa in Serie C1.
Primo turno di Coppa Italia.

  • 1980-81 - 1ª nel girone B della Serie C1. Promossa in Serie B.
Ottavi di finale di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 1988-89 - 18ª in Serie B. Retrocessa in Serie C1.
Secondo turno di Coppa Italia.
  • 1989-90 - 16ª nel girone B della Serie C1. Retrocessa in Serie C2.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia Serie C.

  • 1990-91 - 2ª nel girone C della Serie C2. Promossa in Serie C1.
Fase a gironi di Coppa Italia Serie C.
  • 1991-92 - 9ª nel girone B della Serie C1.
Vince la Coppa Italia Serie C (1º titolo).
  • 1992-93 - 9ª nel girone A della Serie C1.
Primo turno di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa Italia Serie C.
  • 1993-94 - 8ª nel girone B della Serie C1.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 1994 - Al termine della stagione, il club non si iscrive al campionato successivo e fallisce. Nell'estate, in seguito al fallimento, la vecchia società viene sostituita dalla neonata Sambenedettese Calcio 1923 che riparte dall'Eccellenza Marche per tutela della tradizione sportiva cittadina.
  • 1994-95 - 1ª nel girone unico dell'Eccellenza Marche. Promossa nel C.N.D.
  • 1995-96 - 12ª nel girone F del C.N.D.
Trentaduesimi di finale di Coppa Italia Dilettanti.
  • 1996-97 - 3ª nel girone F del C.N.D.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Dilettanti.
  • 1997-98 - 3ª nel girone F del C.N.D.
Primo turno di Coppa Italia Dilettanti.
Trentaduesimi di finale di Coppa Italia Dilettanti.
  • 1999-00 - 8ª nel girone F della Serie D.
Primo turno di Coppa Italia Serie D.
  • 2000-01 - 1ª nel girone F della Serie D. Promossa in Serie C2.

Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie D.
  • 2001-02 - 5ª nel girone B della Serie C2. Promossa in Serie C1 dopo aver vinto i play-off.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Serie C.
  • 2002-03 - 5ª nel girone B della Serie C1. Perde la semifinale dei play-off.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 2003-04 - 7ª nel girone B della Serie C1.
Secondo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 2004-05 - 4ª nel girone B della Serie C1. Perde la semifinale dei play-off.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Serie C.
  • 2005-06 - 15ª nel girone A della Serie C1. Salva dopo aver vinto i play-out.
Primo turno di Coppa Italia.
Turno di qualificazione ai sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 2006 - Alla fine del campionato, la Sambenedettese Calcio 1923 fallisce e nell'estate viene fondato un nuovo sodalizio denominato Società Sportiva Sambenedettese Calcio S.r.l. che ne acquista il complesso aziendale e il titolo sportivo.[70]
  • 2006-07 - 8ª nel girone B della Serie C1.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Serie C.
Quarti di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 2008-09 - 16ª nel girone A della Lega Pro Prima Divisione. Retrocessa e finanziariamente fallita dopo aver perso i play-out.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Lega Pro.
  • 2009 - Al termine della stagione, la Società Sportiva Sambenedettese Calcio fallisce e viene fondato un nuovo sodalizio col nome di Unione Sportiva Sambenedettese 1923 che riparte dall'Eccellenza Marche.
  • 2009-10 - 1ª nel girone unico dell'Eccellenza Marche. Promossa in Serie D.

  • 2010-11 - 11ª nel girone F della Serie D.
Turno preliminare di Coppa Italia Serie D.
  • 2011-12 - 2ª nel girone F della Serie D. Perde la quarta fase dei play-off nazionali.
Turno preliminare di Coppa Italia Serie D.
  • 2012-13 - 1ª nel girone F della Serie D. Al termine del campionato, subisce la revoca della promozione in Lega Pro Seconda Divisione dalla FIGC per problemi finanziari. Nell'estate, viene fondata una nuova società col nome di Associazione Sportiva Dilettantistica Sambenedettese Calcio che riparte dall'Eccellenza Marche.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie D.
  • 2013-14 - 1ª nel girone unico dell'Eccellenza Marche. Promossa in Serie D.
Triangolare di semifinale di Coppa Italia Dilettanti Marche.
  • 2014-15 - 3ª nel girone F della Serie D.
Turno preliminare di Coppa Italia Serie D.
  • 2015 - Il club cambia denominazione in Società Sportiva Dilettantistica Sambenedettese a r.l.
  • 2015-16 - 1ª nel girone F della Serie D. Promossa in Lega Pro.
Primo turno di Coppa Italia Serie D.
  • 2016 - Il sodalizio cambia denominazione in Società Sportiva Sambenedettese S.r.l.
  • 2016-17 - 7ª nel girone B della Lega Pro. Perde il secondo turno dei play-off. Ammessa nella nuova Serie C.
Fase eliminatoria a gironi di Coppa Italia Lega Pro.
  • 2017-18 - 3ª nel girone B della Serie C. Perde i quarti di finale dei play-off.
Secondo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 2018-19 - 9ª nel girone B della Serie C. Perde il primo turno dei play-off.
Secondo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
  • 2019-20 - 10ª nel girone B della Serie C. Perde il primo turno dei play-off.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia Serie C.
  • 2020-21 - nel girone B della Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.

Colori e simboli

Colori sociali

Evoluzione storica
Periodo Colori Denominazione
1926-1927 Unione Sportiva Sambenedettese
1927-1934 Società Atletica Sambenedettese
1934-1936 Dopolavoro Sambenedettese
1936-1972 Società Sportiva Sambenedettese
1972-1994 Sambenedettese Calcio
1994-2006 Sambenedettese Calcio 1923
2006-2009 Società Sportiva Sambenedettese Calcio
2009-2013 Unione Sportiva Sambenedettese 1923
2013-2015 Associazione Sportiva Dilettantistica Sambenedettese Calcio
2015-2016 Società Sportiva Dilettantistica Sambenedettese
2016- Società Sportiva Sambenedettese
La formazione della Samb con la classica divisa da trasferta, qui presso lo stadio Giuseppe Meazza di Milano, impegnata contro il Milan, nel campionato di Serie B.

La prima maglia della U.S Sambenedettese, indossata nelle amichevoli, era di colore verde e bianco. Le maglie e i pantaloncini da gioco venivano confezionati direttamente dalle famiglie dei calciatori. Il passaggio al rossoblù avvenne a seguito di una ricerca del calciatore Francesco Sciocchetti che negli archivi comunali scoprì che i colori indossati dal soldato-martire Benedetto erano il rosso e il blu. Si decise quindi di usarli anche per i colori sociali della squadra, a partire già dal primo incontro ufficiale della storia, disputato contro la Circolo Sportivo Vigor Ascoli. Dal 1928 le tinte istituzionali della Sambenedettese sono il rosso e il blu, mutuati dal gonfalone municipale di San Benedetto del Tronto. Il completo da trasferta è solitamente bianco con dettagli rossoblù.[71] Ecco di seguito una carrellata di alcuni dei template adottati nel corso della storia del club.

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa del primo campionato serie B 1956-57
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Divisa casa campionato serie B 1983-84
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Divisa trasferta 1984-85
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Divisa Adidas 1987-88
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
3ª divisa Lotto 2015-16
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Divisa Erreà 2017-18
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa Ready 2018-19
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Divisa Nike 2020-21

Simboli ufficiali

I simboli iconicamente legati alla squadra sono la lancetta (tipica imbarcazione a vela di piccole dimensioni usata dai pescatori sambenedettesi) e la Torre dei Gualtieri (localmente nota come Torrione, presente altresì nel blasone araldico cittadino)[1].

Stemma

I suddetti simboli sono dunque ricorrenti negli stemmi che la società marchigiana si è attribuita nel corso della propria storia[1].

Inno

L'inno della Sambendettese, con testi, musica, arrangiamenti e produzione del presidente Domenico Serafino, si intitola Vivo di Samba ed è stato pubblicato nell'ottobre 2020[2][72][73]

«Samba fammi sognare ancora
Perché io sono pazzo di te
Samba fammi volare ancora
Io lascio tutto e corro da te»

L'inno è eseguito allo stadio Riviera delle Palme a inizio partita.[74] In precedenza si sono poi succeduti altri due inni. Negli anni ottanta è stata la volta dell'inno Siamo la Samb . Negli anni duemila è stata la volta di Gino prepara lo spino, l'inno prende spunto da un coro degli Ultras Samb, che richiama la tradizione marinara della città di San Benedetto del Tronto e del forte attaccamento alla squadra locale. Un coro per la quale la Curva Nord Massimo Cioffi ha preso in prestito note e melodia del singolo Zum Zum Zum di Mina. L'inno è cantato dagli stessi Ultras.[75]

«Blu è il colore del mare
Rosso è il colore del vino
Gino prepara lo spino
la curva lo vuole fumare.
La voglia di Samba che cresce
dal porto che puzza di pesce!
Di corsa io vado allo stadio
la curva che vuole fumare!»

È stata usata anche Nuttate de lune, una canzone popolare degli anni trenta, riconosciuta come l’inno della Città e dei sambenedettesi, ispirata alla marineria locale.

Strutture

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Fratelli Ballarin e Stadio Riviera delle Palme.
Vista aerea dello stadio Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto

Lo stadio che ospita le partite interne dei rossoblù è lo stadio Riviera delle Palme. Lo stadio fu costruito a metà degli anni ottanta e premiato in Lussemburgo come miglior opera sportiva in acciaio del 1985 dall'Associazione Europea Costruzioni in Acciaio. Fu inaugurato il 10 agosto 1985 con una partita amichevole fra la Lazio e la Sambenedettese, anche se molti considerano l'inaugurazione ufficiosa quella del 13 agosto 1985 con una partita amichevole fra il Milan e la Sambenedettese.

Fino al 1930 la squadra giocava le sue partite presso il Campo Unione, inaugurato nel maggio 1926, situato nell'attuale piazza San Giovanni Battista e denominato la Trappoletta o la Cajenna per l'atmosfera claustrofobica creata dalle mura di recinzione.[76]

Nel 1931 venne inaugurato il campo polisportivo Littorio che divenne la nuova sede per le partite della squadra. Nel 1949 il Littorio, divenuto comunale dopo la caduta del regime fascista, fu intitolato ai "Fratelli Ballarin" in onore dei caduti della Tragedia di Superga. La Sambenedettese ha disputato i suoi campionati presso lo stadio Fratelli Ballarin fino al campionato di Serie B 1984-1985.[76]

«La chiamavano la Fossa dei leoni, perché non c’era praticamente spazio tra la linea del fallo laterale e la recinzione delle tribune. I tifosi ci toccavano eravamo un’unica cosa. Sentivano tutto quello che dicevamo e noi sentivamo loro»

Il Rogo del Ballarin

La Curva sud ormai preda delle fiamme.
Lo stesso argomento in dettaglio: Rogo del Ballarin.

Il 7 giugno 1981, poco prima del calcio d'inizio dell'incontro Sambenedettese-Matera, si sviluppò un incendio nella gradinata sud, settore degli Ultras sambenedettesi, originato da una coreografia di cartoncini che andò a fuoco. La gradinata si trasforma in una trappola. Le oltre 3.500 persone che assiepavano il settore si trovarono nel mezzo di un incendio.

Alcuni si spostarono alla loro destra verso il settore distinti, alcuni verso la tribuna ovest, riuscendo a salvarsi. Altri, instintivamente, si buttarono di sotto nel tentativo di sfollare sul campo. Ma quel giorno, i cancelli di emergenza erano chiusi e gli idranti non funzionano. E i soccorritori non trovarono le chiavi per aprirli.

Diverse decine di persone furono completamente avvolte dalle fiamme, altre rimasero schiacciate dalla folla impazzita. L'incendio causò la morte di due ragazze, Maria Teresa Napoleoni di 23 anni e Carla Bisirri di 21 anni. Vi furono inoltre 64 ustionati di cui 11 in gravi condizioni e un totale di 168 feriti.[78]

A tutt'oggi si deve considerare la più grave e la più grande tragedia accaduta all'interno di uno stadio italiano[79][80].

Centro di allenamento

Nel corso della sua storia la Sambenedettese non ha mai avuto un centro sportivo di sua proprietà. Con l'avvento della nuova proprietà, avvenuta nel giugno 2020, l'azionista di maggioranza e presidente Domenico Serafino, ha trovato un accordo con l'amministrazione comunale di Monsampolo del Tronto. Il centro sportivo "Samba Village" è situato nella frazione di Stella, in provincia di Ascoli Piceno, per quello che sarà il quartier generale e centro per gli allenamenti della prima squadra della Sambenedettese.[81] Il progetto della struttura, in fase di riqualificazione, è quello di costruire un campo a undici e uno da otto in sintetico, per poi dotare il centro di spogliatoi, una sala stampa e alcuni uffici. Il nuovo centro sportivo, è operativo dalla fine della stagione estiva 2020.[82][83]

Società

Organigramma societario

Staff dell'area amministrativa
Consiglio d'amministrazione
  • Bandiera dell'Italia Domenico Serafino — Presidente
  • Bandiera dell'Italia Walter Cinciripini — Direttore generale
  • Bandiera dell'Italia Massino Collina — Responsabile amministrativo

Staff organizzativo
  • Bandiera dell'Italia Gianni Improta — Direttore dell’area tecnica
  • Bandiera dell'Argentina Pedro Pasculli — Consulente area tecnica
  • Bandiera dell'Italia Nazario Pignotti — Team manager
  • Bandiera dell'Italia Federica Rogato — Responsabile Comunicazione
  • Bandiera dell'Italia Matteo Bianchini — Club Manager
  • Bandiera dell'Italia Nazzareno Marchionni — Segretario sportivo
  • Bandiera dell'Italia Simona Piergallini — Segreteria del Presidente
  • Bandiera dell'Italia Emidio Manfroni — Delegato alla sicurezza
  • Bandiera dell'Italia Matteo Traini — Addetto all'arbitro
  • Bandiera dell'Italia Andrea Traini — SLO( Supporters Liaison Officer)
  • Bandiera dell'Italia Michel Maccarone — Responsabile stadio

Area marketing
  • Bandiera dell'Italia Piero Zazzetta — Area commerciale & Marketing
  • Bandiera dell'Italia Wiliam Clementi — Area commerciale & Marketing
  • Bandiera dell'Italia Daniele Credidio — Area merchandising & Store

Settore giovanile
  • Bandiera dell'Italia Giuseppe Gasparrini — Responsabile settore giovanile
  • Bandiera dell'Argentina Sergio Zanetti — Coordinatore tecnico
  • Bandiera dell'Italia Marco Pompa — Responsabile calcio femminile

Cronologia sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali
  • 1981-1982 POP84
  • 1982-1984 Casucci jeans
  • 1984-1985 Pellicce Canali
  • 1985-1986 Blooming
  • 1986-1987 -
  • 1987-1988 Margela
  • 1988-1989 Casucci junior
  • 1989-1990 Martinmobili
  • 1990-1995 Conad
  • 1995-1996 Central Frigo Marconi
  • 1996-1997 PalmBeach Travel
  • 1998-2001 Carisap
  • 2001-2002 Toyota
  • 2002-2004 SEBA eurocornici
  • 2004-2005 Frigomeccanica Industrialesud
  • 2004-2005 Riviera delle Palme
  • 2006-2009 Globo
  • 2008-2009 Maracanà sportstore
  • 2009-2010 Vivimind
  • 2010-2011 CityPoste
  • 2011-2012 Securcod
  • 2013-2104 Sigma
  • 2014-2015 Sciarra
  • 2015-2016 Elite, Sciarra (retro)
  • 2016-2017 Elite, Reale Mutua (retro)
  • 2017-2018 Elite
  • 2018-2019 Elite
  • 2019-2020 Elite, GlobalCristal
  • 2020-oggi Sudaires, Reale Mutua (retro), Netoip (manica)

Settore giovanile

Il settore giovanile della Sambenedettese è formato da squadre che giocano nei campionati Berretti, Allievi Nazionali e Regionali, Giovanissimi Nazionali e Regionali e gli Esordienti Regionali Under-13.[84] Inoltre dispone di una scuola di formazione calcistica, la cui denominazione è Sambenedettese Academy.[85]Il responsabile organizzativo del settore giovanile Giuseppe Gasparrini dal febbraio 2021 è stato affiancato da Sergio Zanetti come coordinatore tecnico.[86]

Nel corso dei decenni il vivaio Sambenedettese ha sempre contribuito all'accrescimento tecnico della prima squadra, dai primi anni di attività del club fino a oggi: negli anni quaranta, durante il periodo della Seconda guerra mondiale, iniziò a giocare nelle giovanili della Sambenedettese Luigi Traini, per poi esordire in prima squadra in Serie C nel dopoguerra, divenuto uno dei simboli della società rivierasca nonché il calciatore ad'aver realizzato più reti nella Sambenedettese.[87] Negli anni cinquanta cresce nel settore giovanile Rinaldo Olivieri, per poi debuttare nella Sambenedettese nel campionato di serie C. Negli anni sessanta, crescono e debuttano nella sambenedettese l'attaccante Nicola Traini e Giuseppe Valà dove diventa una vera e propria bandiera, negli anni settanta debutta Arcadio Spinozzi, difensore cresciuto e lanciato nel calcio professionistico dalla Sambenedettese nel campionato di serie C; sempre in quel decennio è la volta dell'attaccante Marco Romiti e del centrocampista Italo Schiavi, è negli anni ottanta, periodo nel quale il vivaio sambenedettese lancia il maggior numero di calciatori che si sono imposti tra i professionisti: Enrico Piccioni, Pasquale Minuti, Giorgio Lunerti, Luigi Voltattorni, Mariano Coccia, Sebastiano Vecchiola, Massimiliano Fanesi, Stefano Visi, Gianfranco Parlato, Ottavio Palladini e Antonio Chimenti, fino ad arrivare alla metà negli anni novanta, quando il vivaio sambenedettese lancia nel professionismo il difensore Mirko Cudini e l'attaccante Cristian Bucchi.

Nelle competizioni giovanili ha al suo attivo un Campionato Juniores Nazionali (1998-99), due Campionato regionale Giovanissimi (2010-11, 2014-15), due Campionato regionale Allievi (2012-13, 2014-15) e un Coppa Allievi Professionisti (2005-06). Vanta diverse partecipazioni al Torneo di Viareggio.[88][89]

La Sambenedettese nella cultura di massa

Nel film L'allenatore nel pallone, film diretto da Sergio Martino, la prima scena di esultanza del pubblico per la promozione della Longobarda promossa in Serie A, all'inizio del film, è in realtà quella dei tifosi della Sambenedettese per la salvezza ottenuta l'anno prima, tratte dal repertorio di una partita di Serie B del 1983/84 tra la Sambenedettese e la Pistoiese, giocatasi alla penultima giornata di quel campionato allo Stadio Fratelli Ballarin di San Benedetto del Tronto.[90] Nei decenni la Sambenedettese è stata evocata, citata, presa a paragone in termini goliardici, fra le personalità vi sono: il giornalista e radiocronista Sandro Ciotti, Massimo D’Alema, Beppe Severgnini, Giampiero Mughini e Pippo Franco.[91]

Allenatori e presidenti

Allenatori
Presidenti
  • 1926-1929 Bandiera dell'Italia Ludovico Giovannetti
  • 1929-1938 ...
  • 1938-1939 Bandiera dell'Italia Flavio Panfili
  • 1939-1940 Bandiera dell'Italia Emidio Costantini Brancadoro
  • 1940-1941 Bandiera dell'Italia Carlo Giorgini
  • 1941-1943 ...
  • 1945-1948 ...
  • 1948-1965 Bandiera dell'Italia Domenico Roncarolo
  • 1965-1966 Bandiera dell'Italia Domenico Roncarolo
    Bandiera dell'Italia Alberto Gaetani
  • 1966-1968 Bandiera dell'Italia Alberto Gaetani
  • 1968-1972 Bandiera dell'Italia Silvano Di Lorenzo
  • 1972-1973 Bandiera dell'Italia Silvano Di Lorenzo
    Bandiera dell'Italia Pietro Guidi Massi
  • 1973-1974 Bandiera dell'Italia Nicola D'Isidori
  • 1974-1975 Bandiera dell'Italia Nicola D'Isidori
    Bandiera dell'Italia Arduino Caioni
  • 1975-1980 Bandiera dell'Italia Arduino Caioni
  • 1980-1981 Bandiera dell'Italia Arduino Caioni
    Bandiera dell'Italia Ferruccio Zoboletti
  • 1981-1990 Bandiera dell'Italia Ferruccio Zoboletti
  • 1990-1992 Bandiera dell'Italia Antonio Venturato
  • 1992-1994 Bandiera dell'Italia Valentino Venturato
  • 1994-1995 Bandiera dell'Italia Nazzareno Torquati
  • 1995-1996 Bandiera dell'Italia Rocco Sannicandro
  • 1996-1999 Bandiera dell'Italia Giancarlo Amante
  • 1999-2001 Bandiera dell'Italia Riccardo Gaucci
  • 2001-2003 Bandiera dell'Italia Elisabetta Tulliani
  • 2003-2004 Bandiera dell'Italia Mario Bianchi (Amm. unico)
  • 2004-2006 Bandiera dell'Italia Umberto Mastellarini
  • 2006-2009 Bandiera dell'Italia Giovanni Tormenti
  • 2009-2013 Bandiera dell'Italia Sergio Spina
  • 2013-2015 Bandiera dell'Italia Gianni Moneti
  • 2015-2020 Bandiera dell'Italia Franco Fedeli
  • 2020- Bandiera dell'Italia Domenico Serafino

Calciatori

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori della S.S. Sambenedettese.

Palmarès

Una formazione della Sambenedettese nella stagione 1973-1974 promossa in Serie B.
 
La formazione della Sambenedettese (1980-1981) promossa in Serie B.
La formazione della Sambenedettese (1980-1981) promossa in Serie B.
 
La rosa della Sambenedettese vincitrice della Coppa Italia Serie C 1991-1992.
La rosa della Sambenedettese vincitrice della Coppa Italia Serie C 1991-1992.

Competizioni nazionali

Primo posto: 1955-56
e 1973-1974 (girone B)
Primo posto: 1980-1981 (girone B)
1991-1992

Competizioni interregionali

2000-2001 (girone F), 2012-2013 (girone F), 2015-2016 (girone F)

Competizioni giovanili

1998-1999
2010-2011
2014-2015
2012-2013
2014-2015
2005-2006

Altri piazzamenti

Secondo posto: 1946-1947 (girone F), 1947-1948 (girone Q)
Terzo posto: 1949-1950 (girone C), 1951-1952 (girone C), 1963-1964 (girone C), 1965-1966 (girone C), 1969-1970 (girone B), 1970-1971 (girone B), 1971-1972 (girone B), 2017-2018 (girone B)
Secondo posto: 2011-2012 (girone F)
Terzo posto: 2014-2015 (girone F)
Terzo posto: 1996-1997 (girone F), 1997-1998 (girone F)
Semifinalista: 1992-1993
Semifinalista: 2013-2014

Statistiche e record

Partecipazione ai campionati

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Serie B 21 1956-1957 1988-1989 21
Prima Divisione 2 1932-1933 1933-1934 44
Serie C 29 1938-1939 2020-2021
Serie C1 11 1980-1981 2007-2008
Lega Pro Prima Divisione 1 2008-2009
Lega Pro 1 2016-2017
Serie C2 2 1990-1991 2001-2002 4
Serie D 2 2014-2015 2015-2016
Campionato Nazionale Dilettanti 4 1995-1996 1998-1999 9
Serie D 5 1999-2000 2012-2013

La Sambenedettese ha disputato 78 stagioni sportive a livello nazionale a partire dall'esordio in Prima Divisione, escludendo le partecipazioni ai campionati regionali prima della seconda guerra mondiale. E non fu ufficialmente attiva nel 1929-1930 e 1935-1936. Sono anche escluse le annate successive al fallimento del 1994, 2009 e 2013, in cui partecipò ai massimi tornei del Comitato Regionale Marchigiano, cui afferiva anche anteriormente al 1932.

Francesco Chimenti, con la Sambenedettese ha realizzato 97 reti in 286 partite, qui contrastato dallo juventino Morini nel corso di un incontro di Coppa Italia.
Stefano Borgonovo con la maglia della Sambenedettese, disputa un campionato di serie B segnando 13 gol.
Luigi Cagni con la maglia della Sambenedettese.[92] Ha disputato 262 gare ufficiali con 2 reti totali. È stato capitano nella Sambendettese dal 1980 al 1986.
Paolo Beni, il calciatore della Sambenedettese calcio con il più alto numero di presenze sia complessive che da capitano.Ha giocato per la Sambenedettese dal 1960 al 1973 con 415 presenze e realizzando 22 marcature.[93]

Statistiche individuali

I capitani storici
Migliori marcatori in assoluto
Giocatori più presenti in assoluto

Contributo alle nazionali

Italia

Tifoseria

«Mi piace il Boca perché ha uno stadio e dei tifosi che sono straordinari, ma mi piacciono un po tutte quelle che hanno grandi tifoserie: mi piace il Panathīnaïkos, mi piace il Galatasaray, mi piace la Sambenedettese in Serie C, perché hanno tifosi che credono in quello che vedono e questo mi fa effetto»

Storia

La Curva Nord Massimo Cioffi, settore degli Ultras della Sambendettese.
IL TEMPIO DEL TIFO - domina la copertura della Curva Nord Massimo Cioffi dello Stadio Riviera delle Palme, realizzata dagli ultras.
La gradinata sud, settore degli ultras samenedettesei, in esultanza. Una delle ultime gare interne presso lo Stadio Fratelli Ballarin.
  • Diffusione — La Sambenedettese vanta un tifo molto passionale e sfegatato, talvolta anche eccessivamente portando molte volte infatti a innumerevoli daspo in curva. Una squadra mai stata in serie A, ma con un tifo tranquillamente paragonabile alle grandi tifoserie della massima serie, a giudizio anche di molti personaggi nel calcio. I tifosi sono caratterizzati da un particolare attaccamento viscerale alla maglia e al territorio. La maggioranza dei tifosi della Sambenedettese proviene da San Benedetto del Tronto e dai comuni limitrofi. Lungo la costa Adriatica marchigiana notevole è il seguito dei rossoblu: da Grottammare, con cui confina e forma un unico agglomerato urbano, Cupra Marittima, Campofilone, Pedaso, Porto Sant'Elpidio, Civitanova Marche e Porto Potenza Picena; nella provincia di Ascoli Piceno Massignano, Ripatransone e Montefiore. È sostanzioso il seguito dai comuni della Valle del Tronto: dalla confinante Monteprandone e dalla popolosa frazione di Centobuchi risalendo la vallata fino a Castel di Lama.Provengono molti tifosi dalla vicina costa abruzzese, dalla confinante Martinsicuro, Alba Adriatica e Tortoreto. Da considerare i molti tifosi e appassionati che seguono la Sambenedettese da molte zone dell'Italia centro-settentrionale dove risiedono cittadini sambenedettesi.
  • Il tifo organizzato — La storia del tifo sambenedettese ha radici profonde. I primi bagliori di tifo organizzato videro la luce nella prima metà degli anni '70; in quel periodo alcuni ragazzi amavano ritrovarsi al centro del settore distinti del vecchio Stadio Fratelli Ballarin sventolando bandiere e facendo partire cori spontanei di incitamento. Verso la metà del decennio l'organizzazione dei pionieri del tifo rossoblù divenne sempre più costante, fino a quando il gruppo di ragazzi, spostatisi nel frattempo nella nuova gradinata, decisero di dare vita ad un marchio che sarebbe stato popolare tra i gruppi ultras italiani: era il 1977 e nasceva l'Onda d'Urto. Un nome totalmente apolitico, a differenza dei nomi scelti dalla maggior parte dei gruppi ultras nati in quegli anni, che faceva esplicito riferimento alla forza del mare. Nella sua unicità avrebbe identificato negli anni a seguire in maniera esclusiva nel panorama delle "Curve" della penisola i ragazzi della sud di San Benedetto del Tronto. Nel vecchio stadio fratelli Ballarin erano presenti i gruppi Adlers Korps e Red Blue Eagles. Nel 1985 con il trasferimento presso il nuovo stadio Riviera delle Palme, il tifo organizzato si colloca nel settore Curva Nord. Il principale gruppo ultras della tifoseria sambenedettese sono gli Ultras Samb.[97] Altri gruppi, già presenti in curva nord e oggi disciolti, sono l'Onda d'Urto (il gruppo principale per quasi trent'anni)[98], i Baldi Giovani, la Fossa Marinara, I'Inferno Rossoblu, Gente Furiosa,i Fedayn e il Nucleo 1985; nei distinti sono stati invece esposti nel tempo gli striscioni del Vecchio Fronte 88, La Rocca e Distinti e incazzati. I principali gruppi in attività della tifoseria rossoblù attivi presenti oggi nella Curva Nord Massimo Cioffi sono Futili Motivi/Guastafeste, Bandaraia, 12 febbraio 1989 PdA ex Baldi Giovani, Campari&Bastonate, Cupra Libre proveniente da Cupra Marittima, Borgo Marinaro proveniente da Porto Sant'Elpidio, Allegra Brigata e Stoned Again proveniente da Pedaso e i comuni confinanti (Campofilone, Altidona e parte della vallata dell'Aso), gli Irriducibili Samb 1990 proveniente da Centobuchi e la Vecchia Onda nel settore distinti. La formazione locale viene presentata al pubblico di casa sulle note della canzone Go West dei Pet Shop Boys.
  • Eventi tragici — La tifoseria della Sambenedettese, nel corso dei decenni, si è trovata di fronte a eventi tragici. Il 7 giugno 1981, poco prima del calcio d'inizio dell'incontro Sambenedettese-Matera, si sviluppò un incendio nella gradinata sud, tragiche furono le conseguenze: 2 morti e 168 feriti.[78][99] Il 22 novembre 2004 moriva Massimo Bruni, conosciuto come "Cioffi", all'età di 48 anni dopo un lunga agonia durata 568 giorni, a seguito delle gravi conseguenze riportate nella caduta, dalla ringhiera del secondo anello della Curva Nord dello stadio “Riviera delle Palme” di San Benedetto del Tronto, durante la gara Sambenedettese-L'Aquila del 4 maggio 2003. Ai funerali, nella Cattedrale di Santa Maria della Marina presenti tifosi del Rimini, della Civitanovese, dell'Avellino e i tifosi, rivali storici, dell'Ascoli[100], prima della sepoltura al cimitero di Cupra Marittima. In seguito la Curva fu intitolata proprio alla memoria di "Cioffi".[101][102]

Gemellaggi e rivalità

Lo stesso argomento in dettaglio: Derby calcistici nelle Marche.
Il capitano sambenedettese Paolo Beni (a sinistra) e quello ascolano Carlo Mazzone (a destra) prima del derby marchigiano del 3 marzo 1968
Il capitano sambenedettese Paolo Beni (a sinistra) e quello ascolano Carlo Mazzone (a destra) prima del derby marchigiano del 3 marzo 1968
 
L’invasione di campo dei tifosi della Sambenedettese, in contestazione, durante il Derby del Tronto tra Del Duca Ascoli e Sambenedettese del 1º marzo 1970.
L’invasione di campo dei tifosi della Sambenedettese, in contestazione, durante il Derby del Tronto tra Del Duca Ascoli e Sambenedettese del 1º marzo 1970.
 
I due storici presidenti Zoboletti e Rozzi a guardare il derby uno accanto all'altro
I due storici presidenti Zoboletti e Rozzi a guardare il derby uno accanto all'altro

Gemellaggi e rapporti di amicizia

La tifoseria marchigiana sostiene due gemellaggi molto sentiti da ambo le parti con le tifoserie di Civitanovese,[97][103][104] nato a inizio anni ottanta e Rimini.[97][104][105][106] Un importante rapporto di amicizia si ha con i gruppi Romanismo, PGU, Ultras Primavalle, Fedayn e Boys della Roma.[97][104] Altre amicizie degne di nota sono quelle con le tifoserie di Avellino,[104] Taranto,[104] Chieti.In campo internazionale si segnalano ottimi rapporti con i sostenitori tedeschi di Bayern Monaco[97][107][108][109] e Friburgo e con quelli francesi del Montpellier. In passato la tifoseria rossoblù è stata gemellata con quella del Verona.

«Guardi, uno che ha fatto Ascoli-Sambenedettese credo che, sul piano dell'intensità emozionale, abbia provato tutto.»

Derby del Tronto o del Piceno

La maggiore rivalità riguarda la tifoseria dei corregionali ascolani,[97][104] la forte rivalità per motivi campanilistici che esiste da decenni tra le città di San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno, mare contro entroterra si scontrano in questo acceso incontro calcistico, la cui sfida fra le due compagini è denominata il Derby del Tronto o del Piceno. Durante il Derby di Serie C, tra Del Duca Ascoli e Sambenedettese del 1º marzo 1970, disputato presso lo Stadio Cino e Lillo Del Duca (all'epoca denominato Stadio "delle Zeppelle"), al fischio di chiusura, ci fu un'invasione di campo dei tifosi della Sambenedettese, abbattuta la rete di recinzione, numerosi facinorosi hanno tentato di raggiungere il direttore di gara Vito Porcelli di Lodi, in contestazione per un rigore decretato che diede la vittoria alla Del Duca Ascoli.[111] Mentre sul terreno di gioco si riversavano alcuni tifosi ascolani, le forze dell'ordine sono state duramente impegnate per ristabilire la calma. Tra i contusi il maggiore di Pubblica Sicurezza; ci furono dei fermi da parte della Polizia.[112][113] Tuttavia non si scorda lo scontro del 1986 avvenuto fuori da un noto locale in cui un giovane tifoso rossoblù morì accoltellato da un ascolano.[114] La rivalità mai sopita, nonostante negli ultimi decenni, le due compagini non si sono più incontrate, l'ultimo incontro di calcio ufficiale risale al 3 settembre 1986, gara valevole per la qualificazione alla fase finale della Coppa Italia, disputata ad'Ascoli Piceno.[111] Durante gli eventi sismici del Centro Italia del 2016 e 2017, vi fu una forte dimostrazione di fair play e solidarietà da parte di entrambe le tifoserie, sambenedettese e ascolana, dando una mano nelle operazioni di rimozione delle macerie, soccorso e organizzando dei punti di raccolta di beni di prima necessità per le zone più colpite del Piceno.[115]

Rivalità con tifoserie marchigiane

Altre importanti ostilità si hanno verso altre tifoserie marchigiane, quella dell'Ancona,[97][104]ripetuti scontri vi furono nel corso degli anni, da ricordare gli scontri del 5 febbraio 1989 ad Ancona. Nel dopo partita vi fu un agguato da parte dei gruppi organizzati anconetani che bloccarono il transito degli autobus, con a bordo la tifoseria sambendettese, presso viale della Vittoria, centro della città dorica, furono bloccati con dei cassonetti, vi fu una fitta sassaiola e lancio di oggetti contudenti da parte dei tifosi anconetani, i tifosi sambenedettesi scesero in massa dagli autobus, e grazie all'intervento tempestivo delle forze dell'ordine, dopo attimi di tensione tutto torno alla normalità. Gravi scontri vi furono l’8 febbraio 2009 quando i tifosi rossoblu (al rientro dalla trasferta da Cesena) e tifosi biancorossi si scontrarono alla stazione di Ancona e nel corso dei tafferugli ebbe la peggio un tifoso dorico che perse un occhio.[116][117] Altri scontri fra le due fazioni risalgono nell'agosto 2011, presso la stazione di Camerano-Aspio, dove i tifosi della sambenedettese furono accolti da una fitta sassaiola alla quale i tifosi rossoblu risposero anche loro con lancio di pietre e altri oggetti, gli scontri vi furono anche nel dopo partita.[118]Con la tifoseria della Fermana[97][104] non vi è mai stata una forte rivalità, nel corso dei decenni, vista la differenza di categoria di campionati disputati dalle società calcistiche, la Sambenedettese navigava sempre in categorie superiori. Negli anni in cui la Sambenedettese, causa ripetuti fallimenti societari, si sono scontrate sempre in campionati dilettantistici. Negli anni novanta ci sono stati i primi incontri nelle categorie professionistiche, la tifoseria canarina era in rapporti di amicizia con quella del Pescara, a sua volta in forte rivalità con quella rossoblu, e rivali della tifoseria della Civitanovese gemellata con quella sambenedettese. Nella stagione 2002/2003, in occasione della gara fra Sambenedettese e Fermana, lo striscione Brigate Gialloblu, gruppo di spicco della curva fermana, sottratto durante l'estate del 1998, fu ridotto a brandelli e bruciato nel corso della gara dalla curva nord rossoblu.[119]Nel novembre 2009 ci furono scontri tra le tifoserie, in un incontro di coppa italia, un nutrito gruppo di ultras sambenedettesi si presentarono fin sotto la curva Duomo dello Stadio Bruno Recchioni, ritrovo della tifoseria della fermana, ci fu un violento parapiglia, fra i sostenitori locali e rossoblu, ci furono danneggiamenti a due bar, auto danneggiate di cui una incendiata, vi furono molti ultras sambenedettesi arrestati.[120][121]Di minore entità, in ambito regionale,le rivalità con Vis Pesaro e[97][104] Maceratese.[97][104]

Altre rivalità

Rivalità molto accesa con gli abruzzesi del Pescara con la quale ci si scontra nel Derby dell'Adriatico.[97][104] Numerosi gli scontri in passato; in un Pescara-Samb del 2003, per il campionato di Serie C1, con circa 2500 tifosi sambenedettesi al seguito, la città di Pescara rimase otto ore nelle mani degli ultras, per i ripetuti scontri, prima durante e dopo la partita.[122] Degno di nota anche la rivalità con i tifosi della Cavese,[97][104] che in una partita di anni fa (10 aprile 1982), furono rinchiusi in un cinema dai sambenedettesi. Successivamente si liberarono con l'arrivo delle forze dell'ordine. Altra rivalità degna di nota è verso l'altra tifoseria romana, della Lazio.[97][104] Inoltre, non idilliaci sono i rapporti con le tifoserie di L.R. Vicenza, Arezzo,[97][104] Bari, Brescia, Cesena,[97][104] Foggia, Perugia,[97][104] Siena,[97][104] Teramo,[97][104] Ternana,[104]

Organico

Lo stesso argomento in dettaglio: Società Sportiva Sambenedettese 2020-2021.

Rosa 2020-2021

Aggiornata al 24 febbraio 2021.[123]

N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Argentina P Gonzalo Laborda
Bandiera dell'Italia D Giacomo Biondi
Bandiera dell'Italia D Lorenzo Trillò
Bandiera dell'Italia D Dario D'Ambrosio
Bandiera dell'Italia D Patrick Enrici
Bandiera dell'Italia D Davide Di Pasquale
Bandiera dell'Argentina A Agustín Occhiato
Bandiera dell'Argentina C Santiago Chacón
Bandiera dell'Argentina C Rubén Botta
Bandiera dell'Argentina A Maxi López
Bandiera dell'Italia P Lorenzo Fusco
Bandiera della Croazia C Mario Babić
Bandiera dell'Argentina C Iván Rossi
Bandiera dell'Italia D Andrea Cristini
Bandiera dell'Italia C Angelo D'Angelo
N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia A Stefano Padovan
Bandiera dell'Italia C Nicolò Fazzi
Bandiera del Ghana C Shaka Mawuli
Bandiera dell'Italia A Francesco Serafino
Bandiera dell'Albania C Vittorio Mehmetaj
Bandiera dell'Italia P Tommaso Nobile
Bandiera dell'Italia C Federico Angiulli
Bandiera dell'Italia A Antonio Bacio Terracino
Bandiera dell'Italia D Andrea Scrugli
Bandiera dell'Argentina D Esteban Goicoechea
Bandiera dell'Italia D Simone Lavilla
Bandiera dell'Argentina C Rodrigo De Ciancio
Bandiera dell'Italia C Mattia Lombardo
Bandiera dell'Argentina A Facundo Lescano
Bandiera dell'Argentina D Ignacio Liporace

Staff tecnico

Dal sito internet ufficiale della società.[124]

Staff dell'area tecnica
Area tecnica
  • Bandiera dell'Uruguay Paolo Montero — Allenatore
  • Bandiera dell'Italia Mauro Ardizzone — Allenatore in seconda
  • Bandiera dell'Italia Andrea Pierantoni — Collaboratore tecnico
  • Bandiera dell'Italia Oscar Piergallini — Preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Stefano Visi — Preparatore dei portieri
  • Bandiera dell'Italia Paolo Mancini — Preparatore dei portieri
  • Bandiera dell'Italia Andrea Coccia — Accompagnatore

Area medica
  • Bandiera dell'Italia Dott. Mario Capriotti — Responsabile staff Medico
  • Bandiera dell'Italia Prof. Mauro Persico — Medico sociale
  • Bandiera dell'Italia Dott.ssa Eleonora Manfredi — Medico sociale
  • Bandiera dell'Italia Marco Minnucci — Responsabile area fisioterapica
  • Bandiera dell'Italia Simone Ghezzi — Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Marco Michettoni — Collaboratore

Area scouting
  • Bandiera dell'Italia Italo Schiavi — Area scouting
  • Bandiera dell'Italia Alessandro Casaglia — Area scouting

Area logistica
  • Bandiera dell'Italia Antonio Voltattorni — Area logistica
  • Bandiera dell'Italia Egeo Talamonti — Area logistica
  • Bandiera dell'Italia Andrea Tassotti — Area logistica

Note

  1. ^ a b c Nuovo logo: torna la "lancetta", su sambenedettesecalcio.it, 12 agosto 2013. URL consultato il 21 marzo 2018.
  2. ^ a b Serafino lancia il nuovo inno ‘Vivo di Samb’: «Meritavamo almeno sei punti», su picenonews24.it, 9 ottobre 2020. URL consultato il 24 marzo 2021.
  3. ^ Comunicato Ufficiale n° 59 del 13/11/2015 (PDF), su lnd.it, http://www.lnd.it/, 13 novembre 2015. URL consultato il 31 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  4. ^ Benedetto Perotti, Quel lontano 5 aprile 1923, protagonisti e origini del calcio sambenedettese, in ilgraffio.online, 9 dicembre 2017. URL consultato il 6 aprile 2019.
  5. ^ Quando Samb e città erano un'unica famiglia, su lanuovariviera.it, 9 settembre 2013. URL consultato il 10 novembre 2020.
  6. ^ Alessio Perotti, Ferruccio Zoboletti,il presidente di tutti, su gazzettarossoblu.it, 9 luglio 2019. URL consultato il 10 novembre 2020.
  7. ^ 1991-92 La Rosa compleata della Samb vincitrice della Coppa Italia di Serie C, in ilmartino.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
  8. ^ a b c La Storia della Sambendettese Calcio - Dalla fusione di "Fortitudo", "Forza e Coraggio" e "Serenissima" nasce la Sambenedettese Calcio, in sambenedettesecalcio.it. URL consultato il 5 aprile 2019.
  9. ^ a b c d Pier Paolo Flammini, Quando Sivori segnò tre gol alla Samb, su rivieraoggi.it, 18 febbraio 205. URL consultato l'11 novembre 2020.
  10. ^ Coppa Italia 1960/61, Ottavi di finale Sambenedettese - Juventus, su myjuve.it. URL consultato il 10 ottobre 2018.
  11. ^ Luigi Tommolini, Samb Story: Samb-Juventus 2-2 del 21 settembre 1975, su ilmartino.it, 7 ottobre 2016. URL consultato il 10 ottobre 2018.
  12. ^ Francesco Ceniti, Sambenedettese, la curva della morte: la tragedia dei tifosi tra le fiamme, su gazzetta.it, Milano, La Gazzetta dello Sport, 5 marzo 2016. URL consultato l'11 aprile 2016.
  13. ^ a b Luigi Tommolini, Samb, 28 agosto: la Storica vittoria in Coppa contro l’Inter, in ilmartino.it, 28 agosto 2018. URL consultato il 13 novembre 2020.
  14. ^ Campionato di serie B, 12 settembre 1982, Milan vs Sambenedettese 2-2, in magliarossonera.it.
  15. ^ Giovanni Desideri, Ferruccio Zoboletti morto, fu lo storico presidente della Samb, in il Resto del Carlino, cronaca di Ascoli Piceno, 9 luglio 2019. URL consultato il 14 novembre 2019.
  16. ^ Luigi Tommolini, Samb: “5 gennaio !!! Derby sarààà!!!…..!!!”. 32 anni fa l’ultimo e unico Derby giocato al “Riviera”., su ilmartino.it, 5 gennaio 2018. URL consultato il 13 ottobre 2018.
  17. ^ Emanuele Gamba, Che spettacolo ecco la Juventus firmata Inzaghi, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 12 agosto 1997. URL consultato il 13 novembre 2020.
  18. ^ Il gioco non si vede decide Boban su rigore, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 14 agosto 1998. URL consultato il 13 novembre 2020.
  19. ^ Forcolin Paolo, Tosi Andrea, Del Piero e Juve da dimenticare, su archiviostorico.gazzetta.it, La Gazzetta dello Sport, 22 agosto 1998. URL consultato il 13 novembre 2020.
  20. ^ tifonet.it, https://www.tifonet.it/notizie/brescello-samb-per-parma-previsto-un-esodo-rossoblu-3836.
  21. ^ Luigi Tommolini, Samb, 9 giugno 2002: sedici anni fa il Trionfo di Parma, in ilmartino.it, 10 giugno 2018. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  22. ^ D'Urso Alessio, Brivido Samb-Pescara, su archiviostorico.gazzetta.it, La Gazzetta dello Sport, 15 settembre 2002. URL consultato l'8 maggio 2016.
  23. ^ Luca Bassotti, Perde la Samb e il Pescara va in finale, su ilquotidiano.it. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  24. ^ Diego Locoratolo, Napoli-Sambenedettese 2-0 (La cronaca della gara), su tuttonapoli.net, 5 giugno 2005. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  25. ^ Ilenia Virgili, Il tabellino di Samb-Lumezzane 4-0, in rivieraoggi.it, 28 maggio 2006. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  26. ^ Alessandro Cipolla, Una salvezza in autogestione: la Sambenedettese 2005-06, su delinquentidelpallone.it, 19 maggio 2015. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  27. ^ Doppietta di Morante Sambenedettese in festa, su ilrestodelcarlino.it, il Resto del Carlino, 25 marzo 2007. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  28. ^ Giordano Novelli, Lecco-Samb 1-0, Carrara e l’arbitro spengono le speranze, in rivieraoggi.it, 7 giugno 2009. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  29. ^ Pier Paolo Flammini, La Samb non esiste più, su rivieraoggi.it, 11 luglio 2009. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  30. ^ Dichiarata fallita la Samb dei fratelli Tormenti,La società gestita dagli imprenditori abruzzesi era in liquidazione dal 2009, in il Centro, 7 aprile 2012. URL consultato il 6 aprile 2019.
  31. ^ Ufficiale: Samb in Eccellenza, Italia, http://www.rivieraoggi.it, 10 agosto 2009.
  32. ^ Redazione Il Mascalzone Sportivo, Play off, quarta fase: Samb – Legnago 5 a 6 (1- 1), su ilmascalzone.it, 27 maggio 2012. URL consultato il 14 novembre 2020.
  33. ^ Giordano Novelli, Samb promossa in Seconda Divisione. Termoli secondo. Recanatese retrocede, su rivieraoggi.it, 5 maggio 2013. URL consultato il 14 novembre 2020.
  34. ^ Samb, sfuma la Lega Pro: respinto il ricorso del club - il Resto del Carlino - Ascoli.
  35. ^ emmelle, Lega Pro: il Consiglio federale della Figc taglia la Samb, su emmelle.it, 19 luglio 2013. URL consultato il 14 novembre 2020.
  36. ^ FIGC .
  37. ^ Redazione Picenotime, Eccellenza Marche: festa Samb, ma al Grottammare manca un rigore, su picenotime.it, 30 marzo 2014. URL consultato il 14 novembre 2020.
  38. ^ Giordano Novelli, Samb chiude ad 89 punti è record per l’Eccellenza Marche, su rivieraoggi.it, 13 maggio 2014. URL consultato il 14 novembre 2020.
  39. ^ Angelo Andrea Pisani, Samb, ecco Manolo Bucci. “Una grandissima responsabilità”, su rivieraoggi.it, 28 luglio 2014. URL consultato il 14 novembre 2020.
  40. ^ La Samb subito fuori dai playoff, Vince il San Nicolò, arbitro contestato, su corriereadriatico.it, Corriere Adriatico, 20 maggio 2015. URL consultato il 14 novembre 2020.
  41. ^ Bucci lascia la Samb a Moneti che intanto cerca nuovi soci, su corriereadriatico.it, Corriere Adriatico, 17 giugno 2015. URL consultato il 14 novembre 2020.
  42. ^ a b Ora è ufficiale: la Samb nelle mani di Franco Fedeli, in il Resto del Carlino readazione di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, 4 agosto 2015. URL consultato il 28 ottobre 2019.
  43. ^ La società rossoblu passa da Moneti a Fedeli: “La Samb è stata sempre un mio pallino”, su rivieraoggi.it, Riviera Oggi. URL consultato l'11 aprile 2016.
  44. ^ Terremoto Samb: silurati mister e diesse il nuovo allenatore è Ottavio Palladini, su sport.corriereadriatico.it, Corriere Adriatico, 19 ottobre 2015. URL consultato l'11 aprile 2016.
  45. ^ Samb-Jesina 2-1, Samb campione! Rileggi la diretta LIVE | Noi Samb, in Noi Samb, 10 aprile 2016. URL consultato il 18 gennaio 2018.
  46. ^ Sambenedettese, è Lega Pro: le foto della festa promozione, su gianlucadimarzio.com, 10 aprile 2016. URL consultato l'11 aprile 2016.
  47. ^ Federico Gottero, Sambenedettese in festa: dopo 7 anni è di nuovo Lega Pro, tifosi in delirio, su calcioweb.eu, 10 aprile 2016. URL consultato l'11 aprile 2016.
  48. ^ Alfredo Pedullà, Serie D: festa Sambenedettese, la Lega Pro è realtà!, alfredopedulla.com, 10 aprile 2016. URL consultato il 9 ottobre 2018.
  49. ^ Fedeli sospende Federico ed entra in silenzio stampa | Noi Samb, in Noi Samb, 27 dicembre 2016. URL consultato il 18 gennaio 2018.
  50. ^ Mister Ottavio Palladini rassegna le dimissioni, in S.S. Sambenedettese Calcio Sito Ufficiale. URL consultato il 18 gennaio 2018.
  51. ^ Gli alibi sono finiti | Noi Samb, in Noi Samb, 3 gennaio 2017. URL consultato il 18 gennaio 2018.
  52. ^ Samb, Francesco Moriero nuovo allenatore. Nel pomeriggio la presentazione, La Nuova Riviera, 31 maggio 2017.
  53. ^ L'eredità di Francesco Moriero | Noi Samb, in Noi Samb, 9 novembre 2017. URL consultato il 18 gennaio 2018.
  54. ^ Il surreale post-partita di Fedeli e Moriero | Noi Samb, in Noi Samb, 8 novembre 2017. URL consultato il 18 gennaio 2018.
  55. ^ Samb, esonerato Capuano. Torna Moriero, Il Resto del Carlino, 29 aprile 2018.
  56. ^ Serie C, Quarti di finale Sambenedettese - Cosenza,il tabellino, in Sky Sport, 3 giugno 2018. URL consultato il 14 giugno 2018.
  57. ^ La Samb ha fatto le sue scelte panchina a Magi, il ds è Lamazza, in Corriere Adriatico. URL consultato il 27 giugno 2018.
  58. ^ Serie C Sambenedettese, via Magi. Giorgio Roselli nuovo tecnico, in Corriere dello Sport - Stadio. URL consultato il 1º ottobre 2018.
  59. ^ Montero, dalla Juve... alla Serie C. È il nuovo tecnico della Sambenedettese, in La Gazzetta dello Sport, 6 giugno 2019. URL consultato il 7 giugno 2019.
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  63. ^ Gestito dal Direttorio Marchigiano a cui era stata aggregata la squadra dalmata di Zara.
  64. ^ (da 6 a 9 gironi)
  65. ^ Al Direttorio delle Marche era stata demandata l'organizzazione di un girone unico comprendente le squadre marchigiane, abruzzesi e dalmate.
  66. ^ (da 5 a 8 gironi)
  67. ^ Gestito dalla Lega Nazionale Centro-Sud.
  68. ^ a b Gestito dalla Lega Interregionale Centro.
  69. ^ Gestita dalla Lega Nazionale su 4 gironi.
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Bibliografia

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Voci correlate

Collegamenti esterni