Diadora
Diadora | |
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Stato | ![]() |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1948 a Caerano di San Marco |
Fondata da | Marcello Danieli |
Sede principale | Caerano di San Marco |
Gruppo | Geox |
Persone chiave | Enrico Moretti Polegato presidente e amministratore delegato |
Settore | Abbigliamento |
Prodotti |
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Fatturato | 152 milioni di €[1] (2016) |
Dipendenti | 200 (2016) |
Sito web | www.diadora.com/ |
La Diadora S.p.A. è una società di abbigliamento italiana, con sede a Caerano di San Marco in Veneto, che produce calzature, magliette e altri articoli quali zaini e borse. L'azienda è stata sponsor tecnico della Nazionale italiana di calcio dal 1986 al 1994. Dal 2021 Diadora, dopo trent'anni, rilancia una linea di scarpe tecniche da corsa made in Italy, rilanciando così il prestigio del marchio a livello internazionale.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Guida Danieli[modifica | modifica wikitesto]
La zona pedemontana veneta era nota per la produzione di calzature, una tradizione iniziata durante il periodo della Grande guerra, quando nel Trevigiano, ritrovatosi sul fronte, si diffuse la produzione di calzature militari per supportare i soldati. L'industria continuò anche nei decenni successivi, sviluppandosi e specializzandosi ulteriormente.
È in questo contesto che nasce l'azienda Diadora (a Caerano di San Marco, nel 1948[2]), come ditta specializzata in scarponi da montagna: il fondatore Marcello Danieli, chiamato anche Ottavio perché ultimo di otto fratelli,[3] aiutato dalla moglie e da un socio, Rinaldo Menegon, inizia una produzione artigianale. All'inizio scarpe da lavoro nei campi e da boscaiolo. Non c'è ancora il marchio, la pelle è comprata in Toscana; Danieli va in giro a vendere il prodotto: nel giro di pochi anni il calzaturificio sarà noto per la sua qualità, prima nel Veneto e quindi in tutta Italia.
Nel gennaio 1967 i due soci si separano e nasce il Calzaturificio Diadora. Con gli anni Sessanta e il più diffuso benessere che investe l'Italia, Diadora, grazie all'acquisto di nuovi macchinari e brevetti americani di produzione (come ad esempio la pressofusione), si evolve in una vera e propria fabbrica, con produzione di dimensioni e processi industriali, ma riuscendo a mantenere un'ottima qualità, e con essa la fama a livello nazionale. Ma gli anni Sessanta portano anche a una maggiore attenzione degli italiani verso il mondo sportivo, e ciò spinge Diadora ad aggiungere alle pedule e agli scarponi la produzione di scarponi da sci e di Doposcì.
Negli anni Settanta, e in particolare con Montreal 1976, il marchio (all'inizio i cerchi olimpici; dal 1973 assume la forma della freccia alata) si impone nel mondo dello sport attraverso la sponsorizzazione di alcuni celebri campioni del tennis e del calcio, fra i quali Björn Borg, Roberto Bettega, Marco Tardelli, Walter Zenga e Giuseppe Gentile, seguiti dall'atletica leggera, da Gabriella Dorio sino a Ben Johnson. Questa campagna di sponsorizzazione traina Diadora in ambito internazionale: la produzione supera i tre milioni di paia, che vengono distribuiti da oltre 3.500 punti di vendita in 45 paesi di tutto il mondo. Grazie a Diadora (in cui già da tempo lavorano i tre figli di Marcello Danieli, ossia Roberto, Pierluigi, Diego) nasce anche la moda della scarpa da tennis calzata al di fuori del contesto sportivo, usata dai ragazzi come accessorio casual.
Negli anni Ottanta è attuata una diversificazione della gamma di sport sponsorizzati, che ingloba pallacanestro, pallavolo, pugilato, scherma, automobilismo, motociclismo, ciclismo e pentathlon, ma soprattutto la collaborazione con il Centro di Bioingegneria di Milano, che porta a Diadora grandi innovazioni tecniche e materiali d'avanguardia.
Oggi Diadora è uno dei maggiori marchi nel mondo dello sport ed è nota anche attraverso il marchio Utility Diadora, con cui è capofila nella produzione di scarpe antinfortunistiche..
Guida Moretti Polegato[modifica | modifica wikitesto]
L'intenso sviluppo (nel 1997 la società ha ricavi per 550 miliardi delle vecchie lire e 650 dipendenti) desta qualche affanno. Il 30 giugno 1998 l'Invicta, storica azienda torinese specializzata in zaini, acquista l'azienda di Caerano, fondendosi successivamente con essa e spostando nel Trevigiano la propria sede principale. Il sodalizio è però destinato a durare poco: la pessima situazione economica del gruppo costringe nel 2006 alla vendita dell'Invicta alla Seven, mentre tre anni dopo sarà lo stesso marchio Diadora a essere ceduto dal curatore fallimentare alla finanziaria della famiglia Moretti Polegato, azionista di riferimento del gruppo montebellunese Geox. La proprietà sarà così controllata al 100% dalla Lir, la cassaforte della famiglia Moretti Polegato (85% di Mario Moretti Polegato, 15% del figlio Enrico Moretti Polegato).[4] La guida dell'azienda sarà affidata al figlio del fondatore della Geox. L'azienda viene ristrutturata con una diminuzione del numero dei dipendenti e nel 2016 Enrico Moretti Polegato, trentacinquenne e avvocato, dichiara che il risanamento è stato completato.[5] Nel 2016 più del 60% del fatturato (arrivato a quota 152 milioni di euro con un aumento del 18,4%) è ottenuto in Italia.[1]
Made in Italy[modifica | modifica wikitesto]
Diadora ha la sua produzione di scarpe e abbigliamento in Italia e in Oriente.
Nome[modifica | modifica wikitesto]
Il nome venne suggerito a Danieli da un suo rappresentante: Diadora era il nome antico di Zara, la città dalmata in cui era nato e da dove era dovuto fuggire profugo in Italia, a seguito della cessione della città alla Jugoslavia.[3] C'è anche chi sostiene che prese spunto da uno storico sodalizio sportivo fondato nel 1898 a Zara e rifondato poi dagli esuli nel 1962 al Lido di Venezia, il Circolo Canottieri Diadora. Etimologicamente di derivazione greca, Diadora ha comunque un doppio significato: il primo si lega alla zona dalmata di Zara (più precisamente, con Diadora veniva indicato lo zaratino); il secondo significato deriva dall'unione dei termini Dia e Dora, che in italiano si può tradurre con 'condivisione di doni o onori'.
Logo[modifica | modifica wikitesto]
Il logo creato nel 1972, chiamato cinque palle, era composto di cinque cerchi formati delle lettere in minuscolo d, a, do, a, a somiglianza del simbolo delle Olimpiadi; nel 1973 alla scritta, più spessa e con le lettere maggiormente distanziate e piene, si aggiunge un fregio che diverrà il logo dell'azienda, disegnato dall'ex dipendente Sergio Gallina; dal 2018, per festeggiare i 70 anni, è stato rispolverato il logo in uso nel 1973[senza fonte].
Sponsor[modifica | modifica wikitesto]
Diadora è diventata famosa soprattutto grazie alla campagna di sponsorizzazione di squadre e atleti nazionali ed internazionali cominciata negli anni Settanta e proseguita fino a oggi. La Diadora è sponsor e fornitore ufficiale di molti atleti in vari sport, dal tennis al ciclismo fino al calcio. È stata fornitrice ufficiale della nazionale italiana di calcio dal 1986 al 1994 vestendola nei campionati mondiali Messico 1986, Italia 1990 e di USA 1994, oltre a Euro 1988 in Germania Ovest. Famosi tennisti come Gastón Gaudio, David Sánchez, Boris Becker, utilizzano prodotti Diadora. Alcuni calciatori famosi hanno scelto Diadora per il loro abbigliamento tecnico e non solo, come Marco Van Basten, Frank Rijkaard, Francesco Totti, Antonio Cassano, Filippo Inzaghi, Felipe Melo, Giuseppe Signori, Christian Panucci, Kakhaber Kaladze, Christian Vieri, Martin Jørgensen; e specialmente ha avuto come suo maggior testimone Roberto Baggio. Diadora sponsorizza il Viking FK, il Fotballklubben Bodø/Glimt e il Giresunspor. Fino al 2019, è stata inoltre sponsor tecnico dell'Associazione Italiana Arbitri. Nel ciclismo la presenza di Diadora è sempre stata massiccia, supportando diversi atleti, tra cui Cadel Evans, Francesco Moser, Cameron Wurf, Gianni Bugno, Laurent Fignon, Danilo Di Luca e Damiano Cunego. Dal 2021 Diadora riemerge anche in Italia, firmando un nuovo importante accordo di sponsorizzazione con la Ducati Corse che la riporta, dopo anni d'assenza a essere, ancora protagonista nel Motor sport, ed in particolare nella Moto GP ed in Superbike. Dalla stagione 2022 - 2023 diventa il nuovo sponsor tecnico del Giresunspor nella Super Lig turca, sponsorizza il Mağusa Türk Gücü e del Eskişehirspor nella KTFF Süper Lig o Birinci Lig e sarà presente anche in Danimarca sulle maglie Helsingør e del Vendsyssel nella 1. Division. A marzo 2022 la nuova n.10 del circuito WTA, l'italiana Martina Trevisan è diventata la nuova Brand Ambassador. Dal 2023 diventa il nuovo sponsor tecnico del Vélez Sarsfield nella Liga Profesional Argentina.
Critiche[modifica | modifica wikitesto]
Secondo la Guida al vestire critico[6], «Diadora ottiene parte dei suoi prodotti da terzisti localizzati in Cina, Birmania e Vietnam, paesi che vietano ogni libertà sindacale»; la stessa fonte afferma che «nel 2001, nella fabbrica indonesiana PT Istana Garmindo Jaya, che produceva per diverse imprese europee, fra cui [...] Diadora, un sindacalista è stato licenziato.[7] [...] vi sono state proteste dei lavoratori per chiedere il reintegro del sindacalista, ma la dirigenza ha rifiutato. Per giunta ha impedito agli scioperanti il rientro in fabbrica».
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Il Sole 24 Ore, 13 giugno 2017.
- ^ Storia dell'azienda Archiviato l'11 maggio 2015 in Internet Archive. sul sito web ufficiale
- ^ a b Business shoes, novembre-dicembre 2012.
- ^ OggiTreviso.it, 12 luglio 2017.
- ^ NordEst Economia, 22 luglio 2016
- ^ Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Bologna, EMI Editrice Missionaria Italiana, 2006, ISBN 978-88-307-1514-1. (poi pubblicato in Spagna da Editorial Popular nel 2007 col titolo Guía ética de las marcas)
- ^ Help needed for fired union activist in Indonesia Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. sul sito web della Clean Clothes Campaign
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Gian Paolo Ormezzano, Scarpe Diem. Cinquant'anni della Diadora dei Danieli, Montebelluna, Edizioni Zanetti, 2012. ISBN 88-9789-117-9
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Diadora
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (MUL) Sito ufficiale, su diadora.com.