U.S. Ancona: differenze tra le versioni

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In occasione della promozione della squadra in [[Serie C1]] del [[1982]] nacquero gli "Ultras Ancona", che presero le redini del tifo organizzato in curva.<ref name=ultras/> Il simbolo del gruppo era il casco e la chiave inglese, chiara indicazione dell'ideologia [[sinistra (politica)|sinistroide]] del gruppo.<ref name=ultras/> Tuttavia negli anni a seguire nacquero diverse fazione di matrice [[destra (politica)|destroide]], a dimostrazione della non vincolanza dell'ideologia politica all'interno del tifo organizzato.<ref name=ultras/>
In occasione della promozione della squadra in [[Serie C1]] del [[1982]] nacquero gli "Ultras Ancona", che presero le redini del tifo organizzato in curva.<ref name=ultras/> Il simbolo del gruppo era il casco e la chiave inglese, chiara indicazione dell'ideologia [[sinistra (politica)|sinistroide]] del gruppo.<ref name=ultras/> Tuttavia negli anni a seguire nacquero diverse fazione di matrice [[destra (politica)|destroide]], a dimostrazione della non vincolanza dell'ideologia politica all'interno del tifo organizzato.<ref name=ultras/>


Il periodo compreso fra il [[1982]] e il [[1988]] coincide con una periodo d'oro per il movimento ultras italiano, ed anche quello dorico ne beneficia.<ref name=ultras/> I gruppi ultras anconetani condividono l'unica curva dell stadio Dorico con le tifoserie ospiti, ed anche a causa di questa deficienza si verificarono scontri più o meno violenti con gli ultras del [[Delfino Pescara 1936|Pescara]], del [[Modena Football Club|Modena]], della [[Associazione Sportiva Dilettantistica Sambenedettese Calcio|Sambenedettese]], della [[Ternana Calcio|Ternana]] e dello [[Spezia Calcio|Spezia]].<ref name=ultras/> In trasferta da segnalare duri confronti con i tifosi [[Parma Football Club|parmensi]], [[Associazione Calcio Reggiana 1919|reggiani]], [[Società Sportiva Dilettantistica Biancoscudati Padova|padovani]] e [[Associazione Calcio Cesena|cesenati]].<ref name=ultras/> Nacquero anche importanti amicizie con gli ultras del [[Cosenza Calcio|Cosenza]], della [[S.P.A.L. 2013|SPAL]] e del [[Bologna Football Club 1909|Bologna]].<ref name=ultras/> Nel [[1987]] si contano oltre dieci gruppi nella curva anconetana, ed ai sopracitati si aggiunsero i "Red Kaos", i "Leoni della pista", "The Warriors", e gli "Hunters Ancona".<ref name=ultras/> La curva a quel punto si coalizzò; nacque il "Collettivo Curva Nord Ancona", che ben presto divenne un gruppo vero e proprio, che prese in mano le redini della curva, e dove defluirono tutti i membri delle precedenti fazioni.<ref name=ultras/> Alcuni gruppi tuttavia decisero di mantenere una propria autonomia, come i Warriors, la Vecchia Guardia ed i Red Kaos.<ref name=ultras/>
Il periodo compreso fra il [[1982]] e il [[1988]] coincide con una periodo d'oro per il movimento ultras italiano, ed anche quello dorico ne beneficia.<ref name=ultras/> I gruppi ultras anconetani condividono l'unica curva dello stadio Dorico con le tifoserie ospiti, ed anche a causa di questa deficienza si verificarono scontri più o meno violenti con gli ultras del [[Delfino Pescara 1936|Pescara]], del [[Modena Football Club|Modena]], della [[Associazione Sportiva Dilettantistica Sambenedettese Calcio|Sambenedettese]], della [[Ternana Calcio|Ternana]] e dello [[Spezia Calcio|Spezia]].<ref name=ultras/> In trasferta da segnalare duri confronti con i tifosi [[Parma Football Club|parmensi]], [[Associazione Calcio Reggiana 1919|reggiani]], [[Società Sportiva Dilettantistica Biancoscudati Padova|padovani]] e [[Associazione Calcio Cesena|cesenati]].<ref name=ultras/> Nacquero anche importanti amicizie con gli ultras del [[Cosenza Calcio|Cosenza]], della [[S.P.A.L. 2013|SPAL]] e del [[Bologna Football Club 1909|Bologna]].<ref name=ultras/> Nel [[1987]] si contano oltre dieci gruppi nella curva anconetana, ed ai sopracitati si aggiunsero i "Red Kaos", i "Leoni della pista", "The Warriors", e gli "Hunters Ancona".<ref name=ultras/> La curva a quel punto si coalizzò; nacque il "Collettivo Curva Nord Ancona", che ben presto divenne un gruppo vero e proprio, che prese in mano le redini della curva, e dove defluirono tutti i membri delle precedenti fazioni.<ref name=ultras/> Alcuni gruppi tuttavia decisero di mantenere una propria autonomia, come i Warriors, la Vecchia Guardia ed i Red Kaos.<ref name=ultras/>


Nella stagione [[Serie C1 1987-1988|1987-1988]] l'Ancona viene promossa in [[Serie B]], e la tifoseria affronta delle oceaniche trasferte; in particolare si ricordano i quattromila tifosi che raggiunsero [[Vicenza]].<ref name=ultras/> Durante tale periodo l'ideologia politica all'interno della curva prende piede, e gli ultras utilizzano spesso la [[Guerrillero Heroico|celebre effige]] di [[Che Guevara]].<ref name=ultras/> Durante la trasferta ad [[Ascoli Piceno]] del campionato [[Serie B 1990-1991|1990-1991]], avvengono violenti scontri con la tifoseria locale, ciò comporta un gran numero di diffide e arresti che provoca un affievolimento dell'indole intemperante della tifoseria dorica.<ref name=ultras/>
Nella stagione [[Serie C1 1987-1988|1987-1988]] l'Ancona viene promossa in [[Serie B]], e la tifoseria affronta delle oceaniche trasferte; in particolare si ricordano i quattromila tifosi che raggiunsero [[Vicenza]].<ref name=ultras/> Durante tale periodo l'ideologia politica all'interno della curva prende piede, e gli ultras utilizzano spesso la [[Guerrillero Heroico|celebre effige]] di [[Che Guevara]].<ref name=ultras/> Durante la trasferta ad [[Ascoli Piceno]] del campionato [[Serie B 1990-1991|1990-1991]], avvengono violenti scontri con la tifoseria locale, ciò comporta un gran numero di diffide e arresti che provoca un affievolimento dell'indole intemperante della tifoseria dorica.<ref name=ultras/>
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Nei primi [[anni 2000|anni duemila]] nasce "Resistenza Ultras", ad opera degli ultras [[Associazione Sportiva Livorno Calcio|livornesi]], un fronte di coordinamento che coinvolge movimenti con marcata matrice di sinistra.<ref name=ultras/> Anche i gruppi organizzati anconetani entrano a farne parte, gettando le basi per un solido rapporto di rispetto con la tifoseria labronica.<ref name=ultras/> A ciò si aggiungono le costanti manifestazioni a favore del sociale sostenute dagli ultras dorici, come ad esempio i Mondiali Antirazzisti di [[Montecchio Emilia]] o la partecipazione ai [[Fatti del G8 di Genova|fatti inerenti al G8 di Genova]].<ref name=ultras/>
Nei primi [[anni 2000|anni duemila]] nasce "Resistenza Ultras", ad opera degli ultras [[Associazione Sportiva Livorno Calcio|livornesi]], un fronte di coordinamento che coinvolge movimenti con marcata matrice di sinistra.<ref name=ultras/> Anche i gruppi organizzati anconetani entrano a farne parte, gettando le basi per un solido rapporto di rispetto con la tifoseria labronica.<ref name=ultras/> A ciò si aggiungono le costanti manifestazioni a favore del sociale sostenute dagli ultras dorici, come ad esempio i Mondiali Antirazzisti di [[Montecchio Emilia]] o la partecipazione ai [[Fatti del G8 di Genova|fatti inerenti al G8 di Genova]].<ref name=ultras/>


Il 7 giungo [[2003]] l'Ancona riconquista la Serie A, davanti ad oltre ottomila tifosi giunti in trasferta al seguito allo [[stadio Armando Picchi]] di [[Livorno]] contro la formazione locale.<ref name=ultras/> Nel [[Serie A 2003-2004|campionato successivo]] nasce la "Brigata Wallace", gruppo di chiara matrice destroide, che getta le basi per una discordanza politica che divide la curva, storicamente di sinistra.<ref name=ultras/> Ciò causa lo scioglimento del collettivo, avvenuto nell'ottobre [[2003]], dopo sedici anni di militanza.<ref name=ultras/> Da una branchia del disciolto gruppo nascono gli "Ultras Ancona".<ref name=ultras/> L'omonimia con lo storico gruppo del passato è puramente omaggiale.<ref name=ultras/> Gli Ultras vengono così affiancati dai The Warriors, compattando l'ambiente, ma lasciando in disparte la Brigata Wallace.<ref name=ultras/> La priorità di unire la curva spingerà in seguito i gruppi a mettere da parte l'ideologia politica.<ref name=ultras/> A fine campionato l'Ancona retrocede e fallisce, essendo costretta a ripartire dalla [[Serie C2]].<ref name=ultras/> Per l'occasione, la Brigata Wallace muta la propria denominazione in "Brigata Ancona", e nascono altri due gruppi che rispondono ai nomi di "Cani Sciolti" e "1905".<ref name=ultras/> Visto il proprio impegno a far scomparire la politica dalla curva, gli ultras anconetani escono dal progetto Resistenza Ultras sposato qualche anno prima.<ref name=ultras/>
Il 7 giugno [[2003]] l'Ancona riconquista la Serie A, davanti ad oltre ottomila tifosi giunti in trasferta al seguito allo [[stadio Armando Picchi]] di [[Livorno]] contro la formazione locale.<ref name=ultras/> Nel [[Serie A 2003-2004|campionato successivo]] nasce la "Brigata Wallace", gruppo di chiara matrice destroide, che getta le basi per una discordanza politica che divide la curva, storicamente di sinistra.<ref name=ultras/> Ciò causa lo scioglimento del collettivo, avvenuto nell'ottobre [[2003]], dopo sedici anni di militanza.<ref name=ultras/> Nascono gli "Ultras Ancona", che prendono questo nome in omaggio allo storico gruppo del passato<ref name=ultras/>. Gli Ultras vengono affiancati dai Warriors, compattando l'ambiente, ma lasciando in disparte la Brigata Wallace.<ref name=ultras/> La priorità di unire la curva spingerà in seguito i gruppi a mettere da parte l'ideologia politica.<ref name=ultras/> A fine campionato l'Ancona retrocede e fallisce, essendo costretta a ripartire dalla [[Serie C2]].<ref name=ultras/> Per l'occasione, la Brigata Wallace muta la propria denominazione in "Brigata Ancona", e nascono altri due gruppi che rispondono ai nomi di "Cani Sciolti" e "1905".<ref name=ultras/> Visto il proprio impegno a far scomparire la politica dalla curva, gli ultras anconetani escono dal progetto Resistenza Ultras sposato qualche anno prima.<ref name=ultras/>


Nel febbraio del [[2007]], in occasione degli [[scontri di Catania]] che precedono il [[derby Palermo-Catania]], perde la vita l'ispettore capo [[Filippo Raciti]].<ref name=ultras/> Ne consegue una dura repressione nei confronti del mondo ultras.<ref name=ultras/> Conseguentemente, i gruppi organizzati anconetani decidono per una presa di posizione consistente della diserzione delle partite casalinghe e nell'organizzazione di manifestazioni in città.<ref name=ultras/> Nel novembre [[2007]] si scioglie il gruppo degli Ultras Ancona dopo soli quattro anni di militanza, ed il giovane gruppo dei Cani Sciolti.<ref name=ultras/> I membri di tali fazioni seguiranno le sorti dell'Ancona individualmente o unendosi a schieramenti già esistenti, come ad esempio la Vecchia Guardia.<ref name=ultras/> Poco tempo dopo nasce il gruppo "Curva Nord Ancona", con l'intenzione di prendere in mano le redini della curva, dalla fusione di The Warriors, Brigata Ancona e 1905, causando dissapori proprio con la Vecchia Guardia.<ref name=ultras/>
Nel febbraio del [[2007]], in occasione degli [[scontri di Catania]] che precedono il [[derby Palermo-Catania]], perde la vita l'ispettore capo [[Filippo Raciti]].<ref name=ultras/> Ne consegue una dura repressione nei confronti del mondo ultras.<ref name=ultras/> Conseguentemente, i gruppi organizzati anconetani decidono per una presa di posizione consistente della diserzione delle partite casalinghe e nell'organizzazione di manifestazioni in città.<ref name=ultras/> Nel novembre [[2007]] si scioglie il gruppo degli Ultras Ancona dopo soli quattro anni di militanza, ed il giovane gruppo dei Cani Sciolti.<ref name=ultras/> I membri di tali fazioni seguiranno le sorti dell'Ancona individualmente o unendosi a schieramenti già esistenti, come ad esempio la Vecchia Guardia.<ref name=ultras/> Poco tempo dopo nasce il gruppo "Curva Nord Ancona", con l'intenzione di prendere in mano le redini della curva, dalla fusione di The Warriors, Brigata Ancona e 1905, causando dissapori proprio con la Vecchia Guardia.<ref name=ultras/>

Versione delle 02:32, 27 feb 2015

US Ancona 1905
Calcio
Dorici, Biancorossi
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Bianco-Rosso
SimboliCavaliere Armato
Dati societari
CittàAncona
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoLega Pro
Fondazione1905
Rifondazione2004
Rifondazione2010
PresidenteBandiera dell'Italia Andrea Marinelli
AllenatoreBandiera dell'Italia Giovanni Cornacchini
StadioStadio Del Conero
(23.976 posti)
Sito webwww.ancona1905.it
Palmarès
Trofei nazionali1 Coppa Italia Dilettanti
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

L'Unione Sportiva Ancona 1905, meglio nota come Ancona, è una società calcistica italiana con sede nella città di Ancona. Milita in Lega Pro, la terza divisione del campionato italiano.

La società nacque in origine nel 1905 con la denominazione di "Unione Sportiva Anconitana", per poi diventare "Ancona Calcio" dal 1982. Fallita nel 2004 a seguito di inadempienze finanziarie, all'epoca della gestione Pieroni, quando la squadra era appena retrocessa dalla Serie A, fu rifondata come "Associazione Calcio Ancona" e ammessa al campionato di Serie C2 usufruendo del Lodo Petrucci.

Al termine della stagione 2009-2010, quando militava in Serie B, la società ha deliberatamente lasciato scadere i termini amministrativi dell'iscrizione provocando la retrocessione della squadra. Tale procedura si è ripetuta in tutte le categorie finché non è stata iscritta in Terza Categoria. Tuttavia, non schierando alcuna formazione nelle prime quattro giornate, è stata radiata da ogni campionato FIGC. Ne ha raccolto l'eredità l'ex Società Sportiva Piano San Lazzaro.

Storia

Dagli albori agli anni quaranta

L'Unione Sportiva Anconitana venne fondata nel marzo del 1905 in un piccolo magazzino del Teatro delle Muse. In quegli anni il calcio ancora non era diffusissimo e furono i marinai inglesi che approdavano al Porto di Ancona a dare il via ad una pratica più convinta di questo gioco, ma la sua diffusione in città è legata anche a un giovane, Pietro Recchi, che un giorno, trovandosi a Liverpool per lavoro, ebbe l'occasione di assistere ad una partita di football e se ne innamorò.

Le prime partite di un certo rilievo furono disputate contro i marinai inglesi presenti in città e il primo incontro reso noto dalle cronache cittadine è datato 19 febbraio 1911, partita disputata tra l'Anconitana e la squadra del piroscafo inglese "Britannia", terminato con un pareggio.

Solo nel 1921-1922 debuttò nel campionato di massima serie, allora denominato Prima Divisione e gestito dalla CCI. La squadra, inserita nel campionato meridionale, vinse il girone marchigiano, ma venne poi eliminata nella fase finale della Lega Sud, la cui vincente poi affrontava la vincente della Lega Nord nella finalissima scudetto.

Nella stagione successiva l'Anconitana, unica iscritta nelle Marche, venne ammessa automaticamente alle semifinali Lega Sud, nelle quali arrivò seconda e sfiorando l'accesso alla finale.

Nella stagione 1923-1924 i marchigiani invece arrivarono quarti e ultimi nel girone delle semifinali. Nel [Prima Divisione 1924-1925|campionato successivo]] invece, gli anconitani vinsero il proprio girone, conquistando così il diritto di giocarsi l'accesso alla finale scudetto contro il Bologna nella finale della Lega Sud contro l'Alba Roma. I romani prevalsero nel doppio confronto, salvo poi soccombere nella disputa per il tricolore contro i bolognesi.

Nella stagione 1925-1926 l'Anconitana rivinse il girone marchigiano a due squadre, contro la Maceratese, qualificandosi alla semifinale di Lega Sud dove arrivò terza. Una riforma dei campionati, la Carta di Viareggio, fece però retrocedere l'Anconitana nel campionato cadetto di Prima Divisione.

Nel campionato successivo l'Anconitana venne inserita nel girone C di Prima Divisione, per la prima volta insieme alle squadre del Nord. I marchigiani non riuscirono ad evitare la retrocessione, salvo poi esser ripescati.

Nel 1927-1928, l'US Anconitana si fuse con la "Stamura", dando vita alla Società Sport Ancona,[1]

Il 12 luglio del 1932 la SS Ancona si fuse con la Socità Sportiva Emilio Bianchi formando così l'Unione Sportiva Anconitana-Bianchi, che nella stagione 1936-1937 raggiunse per la prima volta la promozione in Serie B, dopo aver vinto il campionato di Serie C. Vi rimase per quattro stagioni, sfiorando la promozione in massima serie nel torneo 1939-1940.

Nel frattempo, nella stagione 1938-1939 i marchigiani avevano conquistato la Coppa dell'Italia Centrale.

Nel 1940-1941, la squadra, con l'industriale Frontalini alla presidenza e Giovanni Degni, ex Roma, in panchina, retrocesse in Serie C per poi tornare in cadetteria l'anno dopo, rimanendoci fino all'inizio della seconda guerra mondiale, ed assumendo successivamente la denominazione di "Anconitana".

Durante il conflitto tutti i campionati furono sospesi. L'Ancona riprese l'attività nel 1945 prendendo parte ad un campionato di assestamento, misto tra Serie A e Serie B, con la denominazione "US Anconitana", essendo stata sciolta la fusione con la Emilio Bianchi. Nel 1947 fu provvidenziale il ripescaggio della Triestina, militante in massima serie, che liberò conseguentemente un posto in Serie B, che l'Ancona riuscì a conquistare in uno spareggio fra le migliori retrocesse contro la Biellese.

Nel 1948, durante la partita contro il Pisa, il direttore di gara Vannini di Bologna negò negli ultimi minuti un rigore all'Ancona; fu così raggiunto dai tifosi marchigiani e ridotto in stato di coma. Per due anni il campo dei dorici venne squalificato.

Dagli anni cinquanta agli anni ottanta

Dopo due anni di Serie C, l'Anconitana tornò in Serie B nella stagione 1950-1951, ma l'esperienza fu breve e i dorici retrocessero a fine campionato.

Al termine dell'annata tra i cadetti per i biancorossi iniziarono difficoltà legate particolarmente a questioni di carattere economico–finanziario, tanto che dopo un anno di terza serie, la squadra relegò in IV Serie a causa del rifiuto dei tesserati ad affrontare le trasferte e dello scarso impegno negli allenamenti.

Per quattro anni, i biancorossi arrivarono a metà classifica senza risultati degni di nota, poi, nei primi mesi del 1956 e per tutta la stagione di IV Serie 1956-1957, arrivò sulla panchina dorica l'ex difensore della Juventus, Carlo Parola, che riuscì a vincere il girone E, perdendo tuttavia lo spareggio per la promozione in Serie C contro il Chinotto Neri di Roma. Tuttavia, nonostante il quarto posto conquistato nel campionato seguente, la società venne ammessa d'ufficio in Serie C sulla base di criteri finanziari ed infrastrutturali.

In Serie C, nella stagione 1961-1962, nonostante lottò per conquistare il primo posto nel girone, l'Anconitana arrivò seconda a pari merito con il Pisa e subito dietro al Cagliari, accusò i sardi di illecito sportivo senza alcun risultato e andando solo a sfiorare con un dito il sogno della promozione in Serie B, poi, nel gennaio del 1972, dopo una lunga serie di buoni piazzamenti in Serie C negli anni, il terribile sisma che colpì la città di Ancona provocò danni incalcolabili influirono sul rendimento della squadra biancorossa guidata da Begnamino Di Giacomo e dal fedele Giorgio Arzeni, concludendo al 15º posto in classifica. L'anno dopo, nella stagione post-terremoto, per i biancorossi arrivò anche la retrocessione in Serie D dovuta anche alle difficili condizioni economiche cui versava la società.

Nel 1974, dopo un biennio nei dilettanti, grazie a Natale Faccenda in panchina e a Giorgio Grati alla presidenza, la squadra riuscì a tornare subito in Serie C.

Le successive due stagioni in Serie C, non furono entusiasmanti, poiché nella Serie C 1976-1977 le incomprensioni fra lo staff tecnico e la stampa locale, avversa alla società, i biancorossi retrocessero, per poi ritornare immediatamente nei professionisti al termine di una stagione di Serie D 1977-1978 in cui la squadra finì il torneo al 4º posto, ma per meriti sportivi venne ammessa alla Serie C2.

Nell’annata 1979-1980 l’Anconitana disputò il campionato di Serie C1, dopo una rapida promozione nella stagione passata, poi, nel 1981, il sodalizio cambiò denominazione passando da “Unione Sportiva Anconitana” ad “Ancona Calcio" mantenendo il colore delle maglie sempre bianco-rosso confermando l'immagine di San Giorgio a cavallo sullo sfondo rosso nello stemma.

Nel frattempo, la squadra disputò tornei altalenanti, alternandosi tra Serie C1 e Serie C2 fino al 5 giugno 1988, quando, dopo 38 anni, l’Ancona di Giancarlo Cadè tornò in Serie B.

Gli anni novanta

Nel quadriennio tra i cadetti, il 7 giugno del 1992, grazie al pareggio sul Bologna per 1-1, i biancorossi centrarono per la prima volta nella loro storia la promozione in Serie A grazie all'esperienza di Camillo Florini alla presidenza e di Vincenzo Guerini alla guida della panchina dorica.

Sebastiano Vecchiola con la maglia dell'Ancona nel 1993.

Fu nella stagione 1991-92, sotto la gestione di Vincenzo Guerini, che la squadra marchigiana conquistò la prima storica promozione in Serie A. Infatti, il 7 giugno 1992 l'Ancona, pareggiando 1-1 a Bologna (rete di Franco Ermini al 48') centrò la promozione nella massima serie, per l'apoteosi dei numerosissimi tifosi dorici giunti al Dall'Ara. La città, completamente impazzita fin dalla mattina, invase la Via Emilia con bandiere e striscioni biancorossi, presentandosi in 12.000 allo Stadio, sbalordendo i tifosi bolognesi per numero, tifo e calore e che neanche la pioggia fermò. La militanza in massima serie fu però breve, infatti la squadra fu retrocessa l'anno seguente.

La finale di Coppa Italia del 1994 e il declino

Coppa Italia - Finale di Ritorno
20 aprile 1994 - Stadio Luigi Ferraris, Genova - Finale di Ritorno

Sampdoria - Ancona

6-1

Sampdoria: Pagliuca, Invernizzi, Vierchowod, Sacchetti (87' Mannini), Serena; Lombardo, Platt, Jugović, Evani, Gullit, Bertarelli (87' Salsano). Allenatore: Sven Goran Eriksson

Ancona: Nista, Fontana, Mazzarano, Glonek, Sogliano; Lupo, Pecoraro, Gadda (59' Caccia), De Angelis (68' Bruniera), Agostini, Vecchiola. Allenatore: Vincenzo Guerini.

Marcatori: 50' Gullit (S), 58' e 75' Lombardo (S), 65' Vierchowod (S), 72' Lupo (A), 80' Bertarelli (S) rigore, 85' Evani (S) rigore

Nonostante l'immediata retrocessione, nella stagione seguente l'Ancona arrivò incredibilmente alla sua prima finale di un torneo importante: la Coppa Italia. Il cammino dei dorici nel torneo li vide affrontare e battere nell'ordine, a partire dal primo turno, Giarre, Napoli, Avellino, Venezia e Torino in semifinale.

In finale i biancorossi incontrarono la Sampdoria di Gullit, Mancini e Platt e dopo un onorevole 0-0 conquistato in casa dovettero però poi soccombere per 6-1 a Genova di fronte ad oltre 2.000 anconetani accorsi a Marassi.

L'anno successivo la squadra arrivò fino alla semifinale del Torneo Anglo-Italiano, dove fu eliminata dalla formazione bianconera dell'Ascoli.

Nel 1997-1998 la squadra rischiò il fallimento, quando venne retrocessa in C1. Riguadagnò poi la Serie B nel 1999-2000 al termine di una delle partite più emozionanti della storia biancorossa. L'11 giugno 2000 andò in scena allo Stadio Curi di Perugia la finale play-off tra i dorici e gli "odiati" cugini dell'Ascoli, una partita assolutamente vietata ai deboli di cuore. La partita si concluse a reti inviolate nei 90' regolamentari, quindi si andò ai supplementari. L'Ascoli si portò in vantaggio al minuto 100 (primo tempo supplementare) facendo sprofondare all'inferno i tifosi e la squadra dorica, ma il bello doveva ancora venire.

Infatti, al 118' del secondo tempo supplementare, a soli 2' dalla fine della partita, l'Ancona trovò un incredibile pareggio ad opera di un giovane attaccante, per di più anconetano d.o.c., Mirko Ventura. I tifosi dorici esplosero dalla gioia e al fischio finale iniziò la grande festa biancorossa, visto che l'Ancona fu promossa per miglior piazzamento in classifica ottenuto nell'arco del campionato.

Gli anni duemila

Nel 2002-2003, sotto la guida dell'esperto Luigi Simoni, l'Ancona ottenne la sua seconda promozione in Serie A. Grazie all'esperienza del presidente Ermanno Pieroni e del suo uomo di fiducia il dirigente Gino Montella, all'audacia e alla padronanza del mister e alla validità del suo gruppo, i dorici disputarono un ottimo campionato, raggiungendo la matematica promozione il 7 giugno del 2003 a Livorno dove, pareggiando 1-1 con la squadra di casa, (rete di Daino al 50'), ottenne il lasciapassare per il "Paradiso", mandando in apoteosi gli 8.000 anconetani presenti allo stadio.

In quell'anno l'Ancona arrivò anche agli ottavi di Coppa Italia dove affrontò il Milan e dopo un ottimo 1-1 in casa, si dovette arrendere alla netta superiorità rossonera nel ritorno di Milano perdendo per 5-1. La squadra ricevette la Stella d'oro al merito sportivo 2002 dal CONI[2].

Nella stagione 2003-2004 ha partecipato al Campionato di Serie A, e nonostante una squadra composta da buoni giocatori come Goran Pandev, Dino Baggio, Maurizio Ganz, Dario Hubner, Milan Rapaic, Christian Bucchi, Paolo Poggi e Mario Jardel, retrocedette subito in serie B racimolando appena 13 punti in 34 giornate.

Subito dopo la retrocessione la società, per i grossi sforzi economici sostenuti, fallì e venne sostituita dall'Associazione Calcio Ancona, con a capo la famiglia anconetana degli Schiavoni e a partire da ottobre 2007 dalla società Terzo Tempo S.r.l., che per meriti sportivi, secondo quanto sancito dal Lodo Petrucci, poté ripartire dalla Serie C2.

Per la stagione 2004-2005 la dirigenza del "nuovo" Ancona affidò la squadra al navigato Pierluigi Frosio. In "rosa", tra gli altri, il portiere Mattia Passarini, i milanisti Catilina Aubameyang e Gianpaolo Castorina, Marco Vendrame, Mirco Antenucci. Il 6 marzo 2005 la società festeggiò il centenario con una maglia apposita indossata in occasione di un pareggio per 1-1 contro il San Marino. La squadra, inserita nel Girone B, ottenne l'undicesimo posto.

Seguirono anni travagliati, sia dal punto di vista dei risultati che dal punto di vista organizzativo. Si ricorda, nella stagione successiva, la promozione in Serie C1 ottenuta per ripescaggio e culminata con l'eliminazione dai play-off.

Il campionato di Serie C1 si concluse con la salvezza ottenuta ai play-out con un finale in crescendo dopo un campionato colmo di difficoltà di ogni tipo.

Nel Girone di andata del campionato di Serie C1 2007-2008 sembrarono arrivare momenti migliori per la tifoseria dorica. La squadra, difatti, si insediò al primo posto e lo mantenne fino allo scontro diretto con la Salernitana giocato a fine ottobre e terminato 1-0 per i campani padroni di casa. Nonostante un calciomercato di gennaio di primo livello, la squadra non sembrò riprendersi, inanellando una serie di risultati non positivi che la mantennero comunque nella parte alta della classifica, a causa di un inusuale equilibrio quasi assoluto fra le squadre del campionato. Dopo il cambio della guardia con Terzo Tempo S.r.l. a partire dall'ottobre 2007 con le dichiarazioni della società riguardo alle rinnovate ambizioni di Serie B, la situazione sembrò prendere una piega favorevole nei match successivi. Conquistato l'accesso ai play-off, l'Ancona batté in finale il Taranto e ottenne così l'agognata promozione in Serie B.

Il ritiro pre-campionato 2008-2009 si svolge a Montecopiolo, una piccola cittadina in Provincia di Pesaro e Urbino. Il campionato parte bene, con risultati significativi come la vittoria contro il Brescia e sull'insidioso campo di Empoli. Il Girone di ritorno inizia con la sconfitta nel derby contro l'Ascoli e, in seguito, con l'esaltante vittoria contro il Parma (doppietta del bomber Salvatore Mastronunzio): in tal modo i dorici si proiettano nella parte alta della classifica nonostante si rilevi, durante la sessione invernale del mercato, la cessione di Maurizio Nassi al Brescia.
Il girone prosegue con parecchi risultati negativi e un calo notevole in classifica. Ciononostante, i dorici dimostrano di potersi giocare la salvezza fino alle ultime giornate, anche grazie alla svolta data dall'esonero di Francesco Monaco a quattro giornate dalla fine, in favore del bergamasco Sandro Salvioni. Con il nuovo allenatore la formazione marchigiana riesce a battere il Sassuolo per 2-1 in pieno recupero, anche se la settimana dopo perde contro la Triestina per 1-0 a causa di un singolare autogol di Catinali e ricade in zona retrocessione. Non serve il pareggio alla successiva giornata per 1-1 in casa col Grosseto, che di fatto mantiene i dorici al terz'ultimo posto. Si pensa ormai ad una retrocessione in Prima Divisione, poiché la gara successiva sulla carta è molto insidiosa per l'Ancona: dovrà incontrare l'AlbinoLeffe di Armando Madonna, che vuole tentare un ultimo assalto ai play-off per la promozione in Serie A. Le cose si mettono male per l'Ancona, che a poco più di venti minuti dalla fine della partita sta perdendo per 3-1, ma a sorpresa riesce a segnare due gol in due minuti (70' Mastronunzio, 72' De Falco), riuscendo così a portarsi sul 3-3 e a tenere aperte le speranze di salvezza. Alle notizie del doppio vantaggio del Cittadella sul Rimini e del gol del Modena contro la Triestina, i dorici vedono ormai vicina la retrocessione, che si starebbe per avverare visto anche il pareggio del Pisa contro il Brescia. I risultati sugli altri campi restano in gran parte immutati, ma a segnare al 90º minuto contro ogni aspettattiva sono proprio i dorici di Salvioni, che ottengono l'agognato e importantissimo vantaggio (4-3). La squadra, tuttavia, retrocederebbe comunque poiché il Pisa sta per ottenere un pareggio prezioso contro il Brescia. Al 94º minuto, però, il Brescia trova il gol della vittoria e dunque batte il Pisa 1-0, condannando proprio i toscani alla retrocessione in Prima Divisione. Alla luce di questo risultato l'Ancona riesce nell'impresa di evitare la retrocessione diretta, anche se la sua permanenza in Serie B sarà decisa dai play-out contro il Rimini. Nella gara d'andata l'Ancona pareggia 1-1 all'86º minuto grazie a Mastronunzio, mentre al ritorno espugna il Romeo Neri di Rimini vincendo 0-1 con un'altra rete del bomber. L'Ancona rimane quindi in Serie B.

Nella stagione 2009-2010, dopo aver lottato per la promozione durante il Girone di andata, la squadra si classifica al 17º posto finale.

Gli anni duemiladieci

Durante le iscrizioni alla stagione 2010-2011 del campionato di Serie B la società dorica viene in prima battuta esclusa dalla Co.Vi.Soc, causa inadempienze finanziarie[3], ma nonostante un tentativo di salvataggio da parte del Sindaco di Ancona insieme ad una cordata di imprenditori, la società non riesce a saldare i debiti, venendo esclusa causa mancata fideiussione ed il pagamento degli oneri fiscali e previdenziali arretrati. Fallisce anche il tentativo di iscrizione in Lega Pro Seconda Divisione[4] e in Serie D, finendo quindi per essere esclusa dal calcio professionistico. A quel punto l'amministratore delegato Enrico Petocchi ha voluto fortemente iscrivere la società in Terza Categoria, per tenerla così in vita, con il solo scopo di incamerare i crediti fermi in Lega Calcio che si sbloccheranno solo nella stagione successiva, ottenendo di giocare al campo sportivo San Biagio di Osimo. Tuttavia, il 16 ottobre 2010, non presentandosi per la quarta volta a una partita di campionato, l'A.C. Ancona è stata definitivamente radiata dal Campionato di Terza Categoria Marche e dalla FIGC, con la conseguenza di non poter mai più giocare in nessun campionato di calcio italiano.

Per dare continuità al calcio cittadino, grazie all'intercessione del sindaco di Ancona, Fiorello Gramillano, la "Società Sportiva Piano San Lazzaro", fondata nel 1948, e che prende il nome dall'omonimo quartiere cittadino che si estende fra la Stazione Ferroviaria in Piazza Rosselli e la zona di Piazza d’Armi, militante nel campionato Eccellenza, cambia denominazione il 10 agosto 2010 diventando "S.S.D. Unione Sportiva Ancona 1905"[5] e trasferendo la sede societaria nel capoluogo marchigiano. La modifica avviene grazie ad un accordo storico che vede coinvolti i tifosi biancorossi che si riuniscono in un'associazione denominata Sosteniamolancona e il 6 agosto 2010 sanciscono in un'assemblea pubblica, tenutasi allo Stadio Dorico, di fronte a circa 700 persone, l'effettivo passaggio di consegne ed il riconoscimento del ruolo dei tifosi che verrà garantito dal loro ingresso con la trasformazione in S.r.l.

Nella stagione 2010-11 la società disputa il suo quinto campionato consecutivo di Eccellenza Marche, ma primo come U.S. Ancona 1905. L'allenatore è Marco Lelli[6]. Nella medesima stagione, nelle cui fila spicca il ritorno di Emanuele Pesaresi, anconitano di nascita (anche calcistica), nuovo Capitano, vince la Coppa Italia Regionale Marche, superando in finale il Tolentino dopo supplementari e calci di rigore, sul campo neutro di Civitanova Marche. Accede così alla fase nazionale della Coppa Italia Dilettanti, dove il 6 aprile 2011 vince la finale battendo i laziali del Città di Marino per 3-1, ottenendo così la promozione diretta in Serie D indipendentemente dalla vittoria del campionato, dove lotta duramente con Tolentino e Fermana imponendosi alla fine anche nel massimo campionato regionale e vincendo così tutte le competizioni alle quali ha partecipato nel 2011.

Il 20 maggio 2011 viene ufficializzato l'ingaggio di Massimiliano Favo come nuovo allenatore. Il 25 agosto 2011, presso l'Hotel "La Fonte" di Portonovo, viene formalizzata la trasformazione della Società Sportiva Dilettantistica Unione Sportiva Ancona 1905 in S.r.l. con l'ingresso in società dei tifosi rappresentati da Sosteniamolancona con 2 amministratori votati dall'assemblea dei soci, ai quali vengono attribuiti "poteri particolari" in virtù dello statuto sociale che costituisce un esempio innovativo nel panorama del calcio Italiano.

Il 27 novembre il tecnico Favo viene esonerato dopo aver subito una rimonta di due reti dal Riccione[7]. Due giorni dopo viene nominato suo successore l'anconitano Marco Osio[8], che il 3 febbraio 2012 si dimetterà[9]. A sostituirlo viene chiamato Sauro Trillini, ma nonostante tutti questi cambi tecnici la squadra, arrivata 3ª in campionato dietro a Teramo e Sambenedettese, perde la finale play-off con quest'ultima.

Per la stagione 2012-2013 la società ingaggia come nuovo allenatore Gentilini. L'avventura del tecnico romano termina dopo nemmeno metà campionato a causa delle prestazioni e della distanza di otto punti dalla vetta. A sostituirlo viene richiamato Massimiliano Favo, che però non riuscirà a risollevare le sorti di una stagione fallimentare che vedrà la formazione dorica addirittura concludere al settimo posto ben lontana dalla Samb vincitrice del girone e da un posto nei playoff validi per il ripescaggio in Lega Pro. Al termine del deludente campionato, il 17 maggio 2013 viene ufficializzato Giovanni Cornacchini, come allenatore per la stagione seguente[10].

Dopo una lunga trattativa durata due anni, il 20 maggio 2013 alle ore 15:58, la società si riappropria dello storico marchio del cavaliere armato: il Presidente Marinelli lo acquista ufficialmente dalla Unlimited Sport International, società di diritto lussemburghese che il 7 giugno 2011 lo aveva a sua volta comprato dalla vecchia A.C. Ancona di Petocchi per sessantamila euro. Il costo dell'operazione è stato di circa quarantamila euro, con una clausola che prevede un ulteriore bonus di sessantamila euro da versare in caso di promozione in Serie B entro il 2016.[11].

Il 13 aprile 2014, con il pareggio contro la Recanatese in campionato, i biancorossi ottengono la promozione in Lega Pro. La stagione 2014-2015 parte con svariate conferme in rosa e, dopo le prime partite di assestamento, una posizione pressoché stabile a metà classifica.

Cronistoria

Cronistoria dell'Unione Sportiva Ancona 1905[12]
  • 1905 - Fondazione dell'Unione Sportiva Anconitana, il 5 marzo.
  • 1905-1915 - Attività in ambito regionale[13].
  • 1915-1919 - Attività sospesa per cause belliche.
  • 1919-1920 - Vince il girone unico del campionato marchigiano di Prima Categoria organizzato dall'ULIC.[14]. Perde la semifinale per lo scudetto ULIC per 2-5 contro l'Argentero di Torino.[15]

Terzo turno di Coppa Italia.
  • 1927 - Dalla fusione tra l'Unione Sportiva Anconitana" e la S.E.F. Stamura nasce la Società Sport Ancona.
  • 1927-1928 - 10° nel girone A della Prima Divisione Nord.
  • 1928-1929 - 8° nel girone A della Prima Divisione Nord. Il torneo viene declassato per la riforma dei campionati.
  • 1929 - Viene sciolta la fusione con la Stamura, la società assume la denominazione di Società Sportiva Anconitana.
  • 1929-1930 - 8° nel girone C della Prima Divisione Nord.

Secondo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.

Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.

Secondo turno di Coppa Italia.


Fase eliminatoria di Coppa Italia Semiprofessionisti.
? di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Semiprofessionisti.

Fase eliminatoria di Coppa Italia Semiprofessionisti.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Serie C.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Serie C.
  • 1983 - Assume la denominazione di Ancona Calcio.
  • 1983-1984 - 8° nel girone A di Serie C1.
Finalista di Coppa Italia Serie C.
Semifinalista di Coppa Italia Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
? di Coppa Italia Serie C.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Serie C.
Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.

Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Finalista di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Semifinalista della Coppa Anglo-Italiana.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia Serie C.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Serie C.

Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 2004 - Un nuovo club, denominato Associazione Calcio Ancona, rileva il titolo sportivo anconitano, e riparte dalla Serie C2 grazie al Lodo Petrucci.
  • 2004-2005 - 11° nel girone B di Serie C2.
  • 2005-2006 - 5° nel girone B di Serie C2. Perde le semifinali dei play off contro il Sassuolo. Ammessa in Serie C1 per delibera della FIGC.
Qualificazione ai sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Serie C.
Fase eliminatoria di Coppa Italia Serie C.
Secondo turno di Coppa Italia.
  • 2009-2010 - 17° in Serie B. Viene esclusa dai campionati professionistici per inadempienze finanziarie, sciolta dalla FIGC,[16] e successivamente radiata.
Terzo turno di Coppa Italia.

  • 2010 - Il 10 agosto la società dilettantistica "Unione Sportiva Piano San Lazzaro", partecipante al campionato di Eccellenza, cambia denominazione in Società Sportiva Dilettantistica Unione Sportiva Ancona 1905.
  • 2010-2011 - 1° nel girone unico di Eccellenza. Promossa in Serie D.
Vince la Coppa Italia Regionale.
Vince la Coppa Italia Dilettanti.
Trentaduesimi di finale di Coppa Italia Serie D.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie D.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie D.
Fase a gironi di Coppa Italia Lega Pro.

Colori e simboli

Colori

Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
La divisa dell'U.S. Anconitana-Bianchi (1932-1943)[17][18]

I colori sociali dell'Ancona sono il bianco e il rosso. Tale accostamento è dovuto al fondatore della società, Pietro Recchi, che scelse i colori dopo aver assistito ad una partita del Liverpool Football Club. Ritornato in città, il giovane acquistò per la propria squadra casacche rosse e calzoncini bianchi.

Nel 1927 l'Ancona si fuse con la Stamura, assumendo come nuovo colore sociale l'azzurro. La fusione durò solamente due stagione, ed in seguito la società riprese i propri colori sociali originari.

Nel 1932 una nuova fusione cambiò i colori sociali della società. Nacque l'Unione Sportiva Anconitana Bianchi, in seguito all'accorpamento dell'Emilio Bianchi. Il giallo sostituì così il bianco nell'accostamento al rosso. Dopo circa dieci anni però la società ritornò alla vecchia denominazione, riprendendo il bianco ed il rosso come colori sociali, che perdurano, salvo piccole e sporadiche modifiche, ancora oggi.

Simboli ufficiali

Stemma

Lo stemma dell'Ancona è composto da uno scudo bordato in oro nel quale è raffigurato San Giorgio a cavallo. Tale effige del santo compare anche nello stemma della città dorica, con la differenza che nel logo della squadra regge uno scudo a quarti bianchi e oro. Lo sfondo è rosso mentre in cima allo stemma compare la dicitura ANCONA 1905 in bianco su sfondo oro. Tale stemma è utilizzato dal 1981.

Nel corso degli anni, causa le varie vicende societarie che hanno portato ai vari cambi di denominazione, lo stemma ha subito la sola variazione del nome della società che compare nella parte alta. Unica eccezione ha rappresentato l'inedito stemma utilizzato nella stagione 2010-2011, il quale comprendeva la classica immagine di San Giorgio questa volta su sfondo a scacchi biancorossi.

Strutture

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Dorico e Stadio Del Conero.
Panoramica dello stadio Del Conero.

Dal 1931 fino al 1992 l'Ancona ha disputato i propri incontri casalinghi allo stadio Dorico. L'impianto fu costruito nel 1931 sul sito del vecchio impianto di tiro a segno di cui conserva, debitamente rielaborato, l'avancorpo dell'ex ingresso, ed inserito nel nuovo contesto urbano delimitato dall'asse del Viale della Vittoria; si chiamò "Stadio del Littorio" fino alla caduta del regime fascista. È dotato di, una pista di atletica, una tribuna, una curva ed una tribuna scoperta, detta comunemente gradinata. Recentemente è stato aggiunto un settore, di fianco alla tribuna, costruito con del materiale prefabbricato.

In occasione della promozione in Serie A, la squadra si è spostata nel nuovo stadio Del Conero, dove gioca tuttora, inaugurato il 6 dicembre 1992, con la partita Ancona-Inter del campionato di Serie A 1992-1993. L'impianto è composto dai settori tribuna e distinti, a loro volta divisi in altri settori, e da due curve, una destinata ai supporters ospiti e l'altra al tifo locale, per una totale capienza di 23 976 posti a sedere, attualmente ridotti a 14 295.

I dorici tuttavia, hanno disputato le prime giornate del campionato di Eccellenza Marche 2010-2011, post fallimento, al vecchio Dorico.

Società

Organigramma societario

Dal sito internet ufficiale della società.[19]

Staff dell'area amministrativa
  • Bandiera dell'Italia Andrea Marinelli -
  • Bandiera dell'Italia Francesco Baldini - Vice presidente
  • Bandiera dell'Italia Gilberto Mancini - Amministratore delegato
  • Bandiera dell'Italia Michele Di Bari - Segretario generale
  • Bandiera dell'Italia Remo Raggetti - Segretario sportivo
  • Bandiera dell'Italia Angelo Bonfitto - Segretario amministrativo
  • Bandiera dell'Italia Daniele Mancini - Ufficio amministrativo
  • Bandiera dell'Italia Bruno Fossatelli - Addetto all'arbitro
  • Bandiera dell'Italia David Miani - Rapporti con la tifoseria
  • Bandiera dell'Italia Mauro Anconetani - Responsabile area comunicazione
  • Bandiera dell'Italia Mauro Anconetani - Direttore comunicazione
Cronologia degli sponsor tecnici
  • ...
  • 1992-1993 Umbro
  • 1993-1994 ...
  • 1994-1995 Virma
  • 1995-2002 ...
  • 2002-2003 Devis
  • 2003-2004 Le Coq Sportif
  • 2004-2014 ...
  • 2014-oggi Akifix
Cronologia degli sponsor ufficiali
  • ...
  • 1992-1993 Latte Tre Valli
  • 1993-1994 ...
  • 1994-1995 Giampaoli/Dacoal
  • 1995-2002 ...
  • 2002-2004 Banca Marche
  • 2004-2014 ...
  • 2014-oggi 1905FW


Impegno nel sociale

Il 10 ottobre 2007 al Teatro Pontificio del Vaticano è stata siglata l'unione tra il CSI ed il club biancorosso per il "Progetto Soccer" che sotto l'egida della Conferenza Episcopale Italiana si prefigge di rafforzare i valori etici nel calcio.

Allenatori e presidenti

Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).
Allenatori
Presidenti
  • 1905-1907 Bandiera dell'Italia Luigi Battenti
  • 1908-1911 Bandiera dell'Italia Pietro Recchi
  • 1912-1913 Bandiera dell'Italia Ugo Borghetti
  • 1913-1919 Bandiera dell'Italia Duilio Paoloni
  • 1919-1923 Bandiera dell'Italia Costarelli
  • 1923-1927 Bandiera dell'Italia Benedetto Veneziano
  • 1928-1929 Bandiera dell'Italia Luigi Perotti
  • 1929-1931 Bandiera dell'Italia Giovanni Moroder
  • 1932-1933 Bandiera dell'Italia Benedetto Veneziano
  • 1934-1935 Bandiera dell'Italia Duilio Paoloni
  • 1936-1938 Bandiera dell'Italia Adriano Archibugi
  • 1939-1941 Bandiera dell'Italia Alfredo Frontalini
  • 1941-1943 Bandiera dell'Italia Mario Baldoni
  • 1945-1946 Bandiera dell'Italia Ernesto Esposto
  • 1947-1950 Bandiera dell'Italia Bruno Battistoni
  • 1951-1952 Bandiera dell'Italia Corrado Ascoli
  • 1952-1953 Bandiera dell'Italia Adolfo Brunetti
  • 1953-1954 Bandiera dell'Italia Alberto Mario Burattini
  • 1954-1957 Bandiera dell'Italia Luciano Paoloni
  • 1959-1961 Bandiera dell'Italia Fausto Ascoli
  • 1961-1965 Bandiera dell'Italia Rolando Ricciotti
  • 1965-1970 Bandiera dell'Italia Albertino Castellucci
  • 1970-1971 Bandiera dell'Italia Giorgio Bugaro
  • 1971-1977 Bandiera dell'Italia Giorgio Grati
  • 1977-1984 Bandiera dell'Italia Natale Maiani
  • 1984-1992 Bandiera dell'Italia Camillo Florini
  • 1992-1993 Bandiera dell'Italia Antonio Squillace[20]
  • 1993-1994 Bandiera dell'Italia Corrado Catalani[20]
  • 1994-1995 Bandiera dell'Italia Lamberto Bolognini[20]
  • 1995-1996 Bandiera dell'Italia Francesco Contadini[20]
  • 1996-1997 Bandiera dell'Italia Angelo Deodati
  • 1997-1998 Bandiera dell'Italia Maurizio Zappacosta
  • 1998 Bandiera dell'Italia Carlo Auriemma
  • 1998-1999 Bandiera dell'Italia Giuseppe Polverino
  • 1999-2000 Bandiera dell'Italia Mario Bonsignore
  • 2000-2002 Bandiera dell'Italia Remo Gaetti
  • 2002-2004 Bandiera dell'Italia Ermanno Pieroni
  • 2004-2006 Bandiera dell'Italia Giampiero Schiavoni
  • 2006-2007 Bandiera dell'Italia Franco Fedeli
  • 2007-2008 Bandiera dell'Italia Giampiero Schiavoni
  • 2008 Bandiera dell'Italia Sergio Schiavoni
  • 2008-2010 Bandiera dell'Italia Giorgio Perrotti
  • 2010 Bandiera dell'Italia Flavio Mais
  • 2010-2013 Bandiera dell'Italia Andrea Marinelli
  • 2013-2014 Bandiera dell'Italia Gilberto Mancini
  • 2014-oggi Bandiera dell'Italia Andrea Marinelli


Calciatori

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Palmarès

Competizioni nazionali

2010-2011

Competizioni interregionali

1936-1937 (girone D), 1941-1942 (girone F), 1949-1950 (girone C)
1974-1975 (girone D), 2013-2014 (girone F)
1981-1982 (girone B)
1987-1988 (girone A)
1938-1939

Competizioni regionali

2010-2011
2010-2011

Statistiche e record

Partecipazione ai campionati

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Prima Divisione 5 1921-1922 1925-1926 7
Serie A 2 1992-1993 2003-2004
Prima Divisione 3 1926-1927 1928-1929 25
Mista A-B Centro-Sud 1 1945-1946
Serie B 21 1937-1938 2009-2010
Prima Divisione 6 1929-1930 1934-1935 42
Serie C 23 1935-1936 1976-1977
Serie C1 12 1979-1980 2007-2008
Lega Pro 1 2014-2015
IV Serie 6 1952-1953 1957-1958 11
Serie C2 5 1978-1979 2005-2006
Serie D 6 1973-1974 2013-2014 6

La Divisione Nazionale 1945-1946 è stata disputata in qualità di società di Serie B.

Statistiche di squadra

L'Ancona disputò la finale della Coppa Italia 1993-1994, perdendo contro la Sampdoria per sei reti a una la gara di ritorno dopo aver pareggiato a reti inviolate quella di andata.[21] L'unica rete per l'Ancona fu messa a segno da Claudio Lupo al 72mo minuto sul risultato di tre a zero per i blucerchiati, mentre per i genovesi segnarono, Evani e Bertarelli su rigore, Lombardo con una doppietta, Vierchowod e Gullit.

Nel campionato di Serie A 2003-2004, il secondo in massima serie, i dorici stabilirono una serie di record negativi.[21] In panchina si alternarono quattro allenatori: Simoni, esonerato ancor prima dell'inizio del campionato, Menichini, esordiente, Sonetti e Galeone.[21] Furono utilizzati ben 46 calciatori.[21] La squadra totalizzò tredici punti e furono solo due le vittorie, contro Empoli e Bologna.[21] L'Ancona chiuse la stagione anche con il peggior attacco, 21 reti fatte, e la peggior difesa, 70 reti subite.[21]

Tifoseria

Storia

Il movimento ultras nella città dorica nacque nel 1978.[22] In curva nord, storica sede del tifo organizzato anconetano, viene apposto lo striscione "Fossa biancorossa".[22] Probabilmente, tale dicitura fu scelta per omaggiare la Fossa dei leoni, storico gruppo organizzato al seguito del Milan.[22] Inizialmente, i ragazzi che andarono a formare tale gruppo prendevano posto nella gradinata del vecchio stadio Dorico, dato che la curva veniva destinata al tifo ospite.[22] Si spostarono in curva per differenziarsi degli altri club che nacquero in quegli anni, situati tutti in gradinata.[22] Si ricordano in particolare i "Fedelissimi" e le "Furie Rosse".[22]

Alla fine degli anni settanta, contribuirono in maniera decisiva alla crescita del seguito i numerosi derby che l'Ancona disputò in Serie D contro formazioni minori come Jesina, Civitanovese, Vigor Senigallia e Osimana.[22] All'inizio del decennio successivo, un gruppo di scissionisti della Fossa Biancorossa diede vita alle "Brigate Biancorosse", che furono succedute della nascita del gruppo dei "Fighters Ancona".[22]

La curva nord anconitana negli anni ottanta.

In occasione della promozione della squadra in Serie C1 del 1982 nacquero gli "Ultras Ancona", che presero le redini del tifo organizzato in curva.[22] Il simbolo del gruppo era il casco e la chiave inglese, chiara indicazione dell'ideologia sinistroide del gruppo.[22] Tuttavia negli anni a seguire nacquero diverse fazione di matrice destroide, a dimostrazione della non vincolanza dell'ideologia politica all'interno del tifo organizzato.[22]

Il periodo compreso fra il 1982 e il 1988 coincide con una periodo d'oro per il movimento ultras italiano, ed anche quello dorico ne beneficia.[22] I gruppi ultras anconetani condividono l'unica curva dello stadio Dorico con le tifoserie ospiti, ed anche a causa di questa deficienza si verificarono scontri più o meno violenti con gli ultras del Pescara, del Modena, della Sambenedettese, della Ternana e dello Spezia.[22] In trasferta da segnalare duri confronti con i tifosi parmensi, reggiani, padovani e cesenati.[22] Nacquero anche importanti amicizie con gli ultras del Cosenza, della SPAL e del Bologna.[22] Nel 1987 si contano oltre dieci gruppi nella curva anconetana, ed ai sopracitati si aggiunsero i "Red Kaos", i "Leoni della pista", "The Warriors", e gli "Hunters Ancona".[22] La curva a quel punto si coalizzò; nacque il "Collettivo Curva Nord Ancona", che ben presto divenne un gruppo vero e proprio, che prese in mano le redini della curva, e dove defluirono tutti i membri delle precedenti fazioni.[22] Alcuni gruppi tuttavia decisero di mantenere una propria autonomia, come i Warriors, la Vecchia Guardia ed i Red Kaos.[22]

Nella stagione 1987-1988 l'Ancona viene promossa in Serie B, e la tifoseria affronta delle oceaniche trasferte; in particolare si ricordano i quattromila tifosi che raggiunsero Vicenza.[22] Durante tale periodo l'ideologia politica all'interno della curva prende piede, e gli ultras utilizzano spesso la celebre effige di Che Guevara.[22] Durante la trasferta ad Ascoli Piceno del campionato 1990-1991, avvengono violenti scontri con la tifoseria locale, ciò comporta un gran numero di diffide e arresti che provoca un affievolimento dell'indole intemperante della tifoseria dorica.[22]

Il campionato di Serie B 1991-1992 risulterà storico per la storia della società marchigiana: il 7 giugno 1992, l'Ancona conquista la sua prima promozione in massima serie, davanti a dodicimila tifosi giunti in trasferta.[22] Ciò comporta la rottura del gemellaggio con i bolognesi, in atto da dieci anni.[22] La stagione successiva l'Ancona si trasferisce nel nuovo stadio Del Conero, che tuttavia deficita della curva nord.[22] Ciò costringe gli ultras ad occupare la curva sud.[22] Con l'anno nuovo, nonostante l'immediata retrocessione nella serie cadetta, i dorici conquistano il diritto di partecipare alla finale della Coppa Italia 1993-1994, contro la Sampdoria.[22] La partita di andata, giocata in terra marchigiana, è segnata da duri scontri all'esterno dello stadio fra fazioni.[22]

Gli ultras dorici nei primi anni novanta.

Nel 1996 L'Ancona retrocede dopo anni in terza serie, causando un inevitabile allontanamento di molti tifosi delle sorti della squadra.[22] I gruppi ultras rimasti sono il Collettivo e i The Warriors, che presenziano ad ogni trasferta e si fanno notare per iniziative benefiche, tipiche delle tifoserie sinistroidi.[22] In questo periodo, la tifoseria dorica è protagonista di violenti scontri in un autogrill con gli ultras fermani, apice di una recente rivalità.[22] Nel campionato 1999-2000, i marchigiani conquistano la promozione in Serie B; lo scontro decisivo si gioca al campo neutro di Perugia contro i rivali ascolani.[22] Per l'occasione, oltre quattromila tifosi seguono la squadra, che ritrova parzialmente il discreto seguito perso qualche anno prima.[22] Il campionato successivo è segnato da violenti confronti con fazioni rivali.[22] Da segnalare gli scontri che caratterizzarono la trasferta a Pescara del 2001, dove circa cinquecento anconetani si scontrarono con le forze dell'ordine, e quelli che coinvolsero il gruppo dei "Furiosi Cagliari".[22]

Nei primi anni duemila nasce "Resistenza Ultras", ad opera degli ultras livornesi, un fronte di coordinamento che coinvolge movimenti con marcata matrice di sinistra.[22] Anche i gruppi organizzati anconetani entrano a farne parte, gettando le basi per un solido rapporto di rispetto con la tifoseria labronica.[22] A ciò si aggiungono le costanti manifestazioni a favore del sociale sostenute dagli ultras dorici, come ad esempio i Mondiali Antirazzisti di Montecchio Emilia o la partecipazione ai fatti inerenti al G8 di Genova.[22]

Il 7 giugno 2003 l'Ancona riconquista la Serie A, davanti ad oltre ottomila tifosi giunti in trasferta al seguito allo stadio Armando Picchi di Livorno contro la formazione locale.[22] Nel campionato successivo nasce la "Brigata Wallace", gruppo di chiara matrice destroide, che getta le basi per una discordanza politica che divide la curva, storicamente di sinistra.[22] Ciò causa lo scioglimento del collettivo, avvenuto nell'ottobre 2003, dopo sedici anni di militanza.[22] Nascono gli "Ultras Ancona", che prendono questo nome in omaggio allo storico gruppo del passato[22]. Gli Ultras vengono affiancati dai Warriors, compattando l'ambiente, ma lasciando in disparte la Brigata Wallace.[22] La priorità di unire la curva spingerà in seguito i gruppi a mettere da parte l'ideologia politica.[22] A fine campionato l'Ancona retrocede e fallisce, essendo costretta a ripartire dalla Serie C2.[22] Per l'occasione, la Brigata Wallace muta la propria denominazione in "Brigata Ancona", e nascono altri due gruppi che rispondono ai nomi di "Cani Sciolti" e "1905".[22] Visto il proprio impegno a far scomparire la politica dalla curva, gli ultras anconetani escono dal progetto Resistenza Ultras sposato qualche anno prima.[22]

Nel febbraio del 2007, in occasione degli scontri di Catania che precedono il derby Palermo-Catania, perde la vita l'ispettore capo Filippo Raciti.[22] Ne consegue una dura repressione nei confronti del mondo ultras.[22] Conseguentemente, i gruppi organizzati anconetani decidono per una presa di posizione consistente della diserzione delle partite casalinghe e nell'organizzazione di manifestazioni in città.[22] Nel novembre 2007 si scioglie il gruppo degli Ultras Ancona dopo soli quattro anni di militanza, ed il giovane gruppo dei Cani Sciolti.[22] I membri di tali fazioni seguiranno le sorti dell'Ancona individualmente o unendosi a schieramenti già esistenti, come ad esempio la Vecchia Guardia.[22] Poco tempo dopo nasce il gruppo "Curva Nord Ancona", con l'intenzione di prendere in mano le redini della curva, dalla fusione di The Warriors, Brigata Ancona e 1905, causando dissapori proprio con la Vecchia Guardia.[22]

Nel 2008 l'Ancona torna in Serie B.[22] Tuttavia, dopo una salvezza strappata ai play out, retrocede, fallisce e viene radiata, causando l'impossibilità ad essere iscritta in altri campionati se non in Terza Categoria.[22] Il 10 agosto si riesce comunque a comporre una società da iscrivere al campionato di Eccellenza regionale.[22] La tifoseria organizzata mette in piedi un azionariato popolare che, tramite l'associazione appositamente creata "Sosteniamo l'Ancona", si prefigge l'obiettivo di sostenere economicamente il club dorico grazie a quote versate dai tifosi stessi.[22]

Nella nuova stagione, la tifoseria anconitana viene colpita dal provvedimento del divieto di presenziare in trasferta, a causa degli scontri con le forze dell'ordine avvenuti durante la trasferta di Rimini contro il Real, e quelli avvenuti in occasione della partita contro la Sambenedettese con gli ultras rossoblu.[22] La decisione verrà in seguito revocata, e l'Ancona verrà seguita da oltre millecinquecento tifosi nella trasferta a Fano, decisiva per la promozione in Serie D.[22]

Gemellaggi e rivalità

La tifoseria dorica sostiene degli storici gemellaggi con quelle di Genoa,[22][23][24] SPAL,[22][23][24] e Napoli.[23][24] Ottimi rapporti ci sono con i cosentini, nati nel 1985 in occasione di un raduno ultras organizzato dai tifosi rossoblu nella città calabrese.[22] Le due tifoserie sono legate anche dalla comune ideologia sinistroide.[22] Le rivalità più accese sono soprattutto con i nemici ascolani,[22][24] con i sambenedettesi[22][24] e con i perugini.[24]

Organico

Lo stesso argomento in dettaglio: Unione Sportiva Ancona 1905 2014-2015.

Rosa

Rosa tratta dal sito ufficiale dell'Ancona[25]

N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia P Giuseppe Aprea
Bandiera dell'Italia P Gianclaudio Lori
Bandiera dell'Italia P Giovanni Renzi
Bandiera dell'Italia P Giuseppe Polizzi
Bandiera dell'Italia D Loris Bacchetti
Bandiera dell'Italia D Aurelio Barilaro
Bandiera dell'Italia D Francesco Cangi
Bandiera dell'Italia D Gabriele Cilloni
Bandiera dell'Italia D Alessandro Di Dio
Bandiera dell'Italia D Emilio Dierna
Bandiera dell'Italia D Tommaso D'Orazio
Bandiera dell'Italia D Marco Mallus
Bandiera dell'Italia D Lorenzo Paoli
Bandiera dell'Italia C Dario Salvatore Arcuri
N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia C Lorenzo Bambozzi
Bandiera dell'Italia C Cristiano Camillucci
Bandiera dell'Italia C Leo Di Ceglie
Bandiera dell'Italia C Luca Gelonese
Bandiera dell'Italia C Giancarlo Lisai
Bandiera dell'Italia C Alessandro Morbidelli
Bandiera dell'Italia C Luca Parodi
Bandiera dell'Italia C Gianluca Sampietro
Bandiera del Brasile A Renato Rafael Bondi
Bandiera dell'Italia A Luca Cognigni
Bandiera dell'Italia A Daniele Paponi
Bandiera del Portogallo A Diogo Tavares
Bandiera dell'Italia A Giacomo Tulli

Staff tecnico

Staff dell'area tecnica
  • Bandiera dell'Italia Giovanni Cornacchini - Allenatore
  • Bandiera dell'Italia Renzo Tasso - Allenatore in seconda
  • Bandiera dell'Italia Giammarco Malavenda - Collaboratore tecnico
  • Bandiera dell'Italia Daniele Gianfelici - Team manager
  • Bandiera dell'Italia Giancarlo Tagliati - Preparatore portieri
  • Bandiera dell'Italia Stefano Valentini - Preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Fabio Zecca - Preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Giorgio Ardelli - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Pasquale Palumbo - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Fausto Venatori - Magazziniere
  • Bandiera dell'Italia Marco Osimani - Magazziniere

Note

  1. ^ Lettere Anconitane. All'ombra del Guasco, da «Il Littoriale, 1º giugno 1929, p. 3
  2. ^ Calcio, Coni premia Ancona con Stella d'oro al merito sportivo Repubblica.it, 25-02-2004.
  3. ^ Armando Lorenzetti - Calcio: l'Ancona sull’orlo del baratro VivereAncona.it, 13-07-2010.
  4. ^ Ancona Calcio: salta anche l’iscrizione alla Lega Pro Seconda Divisione AnconaNotizie.it, 20-07-2010.
  5. ^ Il Sindaco annuncia il nome: "Sarà U.S. Ancona 1905" Il Resto del Carlino, 10-08-2010.
  6. ^ Dario Rossi - Ancona, riparte dall'Eccellenza Tuttomercatoweb.com, 23-08-2010.
  7. ^ Doppio esonero: Ancona e Jesina rimuovono Favo e Fenucci RivieraOggi.it, 28-11-2011.
  8. ^ Andrea Fiano - Osio, un nuovo 'Sindaco' per l'Ancona Il Resto del Carlino, 29-11-2011.
  9. ^ Cristina Guerri - Ufficiale: Ancona, dimissioni per il tecnico Osio Tuttomercatoweb.com, 03-02-2012.
  10. ^ Ancona, ora è ufficiale: il nuovo tecnico è Giovanni Cornacchini Anconatoday.it, 17-05-2013.
  11. ^ Ancona. Calcio: il cavaliere torna sulle maglie dell’Ancona. 'Giornale.sm, 21-05-2013.
  12. ^ Dati pubblicati dalla Gazzetta dello Sport (Biblioteche di Milano, Genova, Firenze e CONI Roma dove è conservato microfilmato), Il Littoriale (Biblioteca di Brera, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e Roma, Biblioteca nazionale di Torino, Biblioteca universitaria di Genova, Pavia, Padova e Napoli, rilegato ma non microfilmato).
  13. ^ Sull'Annuario Italiano del Football 1913-1914 (Anno 1 Volume 1), il più vecchio almanacco calcistico conservato presso la Biblioteca estense universitaria di Modena e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, è indicata come affiliata alla FIGC. con indirizzo: "Recchi Pietro, Piazza Stazione, Casa Propria" ed elencati i giocatori: Portiere: Spinelli; Terzi(ni): Fogola III, Fogola I; Secondi (mediani): Alessandrelli II, Giampieri, Rossi; Primi (Attaccanti): Fogola II, Sturari, Panzone, Alessandrelli I, Borghetti I.
  14. ^ Dal Corriere dello Sport, foglio settimanale, organo ufficiale dell'ULIC. L'edizione 1919-1920 fu stampata a Como dove, per competenza, è conservata presso la Biblioteca Comunale cittadina.
  15. ^ Annuario Italiano del Giuoco del Calcio - 1° Volume 1926-27 e presentazione 1927-28, nella parte che contiene la storia dell'U.L.I.C. - Sezione Autonoma di Propaganda (dal 1927) - (Modena, Biblioteca Universitaria Estense).
  16. ^ Il vecchio club tentò di allestire una squadra per la Terza Categoria, ma non scese mai in campo. Stefano Sica - Calcio: Ancona, l'A.C. dice addio anche alla Terza Categoria Tuttomercatoweb.com, 20-10-2010.
  17. ^ Fusione tra Anconitana e E. Bianchi, da «Il Littoriale, 6 luglio 1932, p. 4
  18. ^ Storia. Dalle origini al 1945, da Anconacalcio.it
  19. ^ Organigramma società, su ancona1905.it, 18 agosto 2014.
  20. ^ a b c d Amministratore delegato.
  21. ^ a b c d e f Ancona Calcio, la sua storia. Dai gol del Condor ai record negativi, su maidirecalcio.com, http://www.maidirecalcio.com/, 9 ottobre 2013. URL consultato il 18 febbraio 2015.
  22. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc bd be bf bg bh bi bj bk bl PRIMO PIANO: Ancona, su ultrasontour.altervista.org, http://ultrasontour.altervista.org/, 28 giugno 2013. URL consultato il 21 febbraio 2015.
  23. ^ a b c Quando Genny 'a carogna fece tappa ad Ancona, su ilrestodelcarlino.it, http://www.ilrestodelcarlino.it/. URL consultato il 21 febbraio 2015.
  24. ^ a b c d e f Ultras in ITALIA: Marche, su biangoross.com, http://www.biangoross.com/, 25 luglio 2010. URL consultato il 21 febbraio 2015.
  25. ^ Rosa stagione 2014/2015, su ancona1905.it. URL consultato il 10 febbraio 2015.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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