Bologna Football Club 1909: differenze tra le versioni

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Versione delle 21:10, 15 mag 2016

«In campo si può vincere o perdere, ma l'importante è mai dimenticare chi siamo: il Bologna ha fatto la storia del calcio»

Bologna FC 1909
Calcio
File:Bolognafcstemma.png
Felsinei, Rossoblù, Veltri, Petroniani
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Rosso e blu
InnoLe tue ali Bologna
Luca Carboni, Gianni Morandi, Andrea Mingardi e Lucio Dalla
Dati societari
CittàBologna
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie A
Fondazione1909
Rifondazione1993
PresidenteBandiera del Canada Joey Saputo
AllenatoreBandiera dell'Italia Roberto Donadoni
StadioRenato Dall'Ara
(38.279 posti)
Sito webwww.bolognafc.it
Palmarès
ScudettoScudettoScudettoScudettoScudettoScudettoScudetto Coppa ItaliaCoppa Italia Coppa Intertoto
Scudetti7
Titoli nazionali2 Campionati di Serie B
Trofei nazionali2 Coppe Italia
Trofei internazionali1 Coppa Intertoto UEFA
3 Mitropa Cup
1 Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937
1 Coppa di Lega Italo-Inglese
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Il Bologna Football Club 1909, comunemente noto come Bologna, è una società calcistica italiana, fondata nel 1909 nell'omonimo capoluogo emiliano. La squadra milita in Serie A. Ha partecipato a 69 campionati di Serie A su 84, piazzandosi al nono posto nella classifica del maggior numero di presenze delle formazioni nella massima categoria italiana. Occupa il 53º posto del ranking delle migliori squadre del XX secolo, ottava italiana, dell'IFFHS.[1]

Tra i club più blasonati d'Italia, vanta 7 titoli di campione d'Italia, due Coppe Italia e una Coppa Alta Italia. In ambito internazionale, il Bologna fu la prima squadra italiana a vincere un trofeo continentale, nel 1932: la Coppa dell'Europa Centrale, la più antica manifestazione europea per squadre di club, poi riconquistata dai felsinei in altre due occasioni;[2] tra gli altri successi fuori dai confini nazionali, i rossoblù annoverano una Coppa Intertoto, una Coppa di Lega Italo-Inglese e il Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937.

Presente in 15 campionati della massima serie pre girone unico, suddivisi tra Prima Categoria, Prima Divisione e Divisione Nazionale, e in 69 campionati di Serie A, vanta in totale 84 presenze nella massima divisione nazionale, dal campionato 1910-1911 al 2015-2016. Il Bologna detiene il singolare record di due scudetti vinti allo spareggio, uno dei quali prima dell'introduzione del girone unico, nel 1929 contro il Torino, e uno nell'era del girone unico, nel 1963-1964 contro l'Inter.

Nato come Bologna Football Club, fallì nel 1993 e fu ricostituito societariamente con il nome attuale dopo aver riacquisito i diritti ed il titolo sportivo del vecchio sodalizio. La maglia di gioco è a strisce verticali alternate di colore rosso e blu. Dal 1927 la squadra disputa le proprie gare interne nello Stadio Renato Dall'Ara (nato come Stadio del Littoriale e chiamato, dal dopoguerra fino al 1983, Stadio Comunale), il quale può ospitare circa 38.000 spettatori.

Storia

Gli albori

Louis Rauch, odontoiatra svizzero, fu il primo presidente del Bologna F.C.

Il Bologna Football Club fu fondato domenica 3 ottobre 1909 presso la birreria Ronzani in Via Spaderie, come "sezione per le esercitazioni di sport in campo aperto" del Circolo Turistico Bolognese. Così riportava Il Resto del Carlino del 4 ottobre 1909.[3][4] Venne eletto presidente Louis Rauch, un odontoiatra svizzero, mentre vicepresidente fu Guido Della Valle e capitano Arrigo Gradi. L'iniziativa determinante era però stata quella di un giovane di origine boema, Emilio Arnstein, che aveva già fondato a Trieste il Black Star Football Club. Arnstein, appena arrivato in città, aveva subito cercato giovani che avessero la sua stessa grande passione per il calcio, e, saputo che nella Piazza d'Armi ai Prati di Caprara giocavano dei giovanotti, per lo più studenti, conosciuti dagli abitanti della zona come "quei matti che corrono dietro a una palla", si era recato sul posto per incontrarli e convincerli a fondare anche a Bologna un football club. Tra i ragazzi che giocavano ai Prati di Caprara, fuori Porta Saffi, c'erano i fratelli Gradi, lo stesso Rauch e gli studenti del Collegio di Spagna, tra cui Antonio Bernabéu, fratello di Santiago, leggendario giocatore e presidente del Real Madrid. Arrigo Gradi andava agli allenamenti con la maglia a quarti rosso e blu del collegio svizzero Schönberg di Rossbach nel quale aveva studiato, e presto questi colori divennero quelli della divisa sociale.[3] Nell'inverno del 1910 il Bologna Football Club si rese autonomo separandosi dal Circolo Turistico. Il disegno delle maglie fu modificato – dai quarti si passò alle strisce verticali – ma rimasero gli originari rosso e blu.

Prima formazione del Bologna F.C. con Arrigo Gradi e Antonio Bernabéu, due tra i fondatori del club.

Dopo la vittoria nel Campionato Emiliano, ottenuta in due partite giocate nello stesso pomeriggio contro la Sempre Avanti e la Virtus, e vinte 10-0 e 9-1, nel maggio del 1910 fu organizzata un'amichevole con l'Internazionale Campione d'Italia in carica, e i milanesi vinsero 1-0 davanti ad un pubblico numeroso; la buona prestazione diede comunque il permesso alla squadra bolognese di iscriversi alla Prima Categoria 1910-1911, il campionato di massima serie.[3] Nei primi due anni il Bologna giocò nel Girone Veneto-Emiliano non riuscendo mai ad accedere alla finalissima per lo scudetto contro la vincente del Girone Ligure-Lombardo-Piemontese; contemporaneamente la società trasferì il campo di gioco prima alla Cesoia il 26 febbraio 1911, poi allo Sterlino: il campo fu inaugurato il 30 novembre 1913 con l'incontro Bologna-Brescia terminato 1-1.[3] Anche nei campionati 1912-1913, 1913-1914 e 1914-1915 la squadra emiliana non riuscì a qualificarsi alla Fase Nazionale del Nord Italia. La prima guerra mondiale interruppe l'attività ufficiale del calcio, e si giocarono praticamente solo amichevoli e piccoli tornei. Alla ripresa, iniziò per il Bologna un periodo ricco di successi.

Gli anni venti

Il 1920 fu una svolta storica per il Bologna: il consiglio rossoblù decise che era il caso di provvedere all'ingaggio di un allenatore professionista. Non v'era stato il minimo dubbio che il campo di ricerca dovesse circoscriversi ai paesi danubiani, in particolar modo a Praga e Vienna. Si optò per quest'ultima, la capitale del calcio tecnicamente più raffinato, quello del Wunderteam che deliziava le folle di tutta Europa. Il presidente del Bologna, Cesare Medica, mise una inserzione su un popolare quotidiano viennese, tra gli annunci economici. Risposero in diversi e allora Arrigo Gradi, primo capitano e socio fondatore del Bologna, venne mandato in missione a Vienna. La scelta dello storico fondatore del Bologna cadde proprio su Hermann Felsner: ex calciatore del Wiener Sportklub, laureato in giurisprudenza, istruttore di ginnastica, aveva frequentato due corsi in Inghilterra per specializzarsi nello sport che amava e nel quale voleva affermarsi come allenatore. Uomo di spiccata personalità, molto sicuro di sé, pretese un adeguato e lauto ingaggio. L'allenatore austriaco si rivelò un autentico maestro e la squadra, ricca di nuovi giovani talenti, fece il salto di qualità che la portò ad essere una protagonista assoluta del campionato italiano. Dopo la sconfitta nella finale del Prima Categoria 1920-1921 con la Pro Vercelli, nel 1922 ci fu l'esordio in squadra di Angelo Schiavio.

La formazione del Bologna Campione d'Italia nel 1924-1925.

Dopo un'altra finale di Lega Nord persa nel 1924 con il Genoa, nella stagione 1924-1925 arrivò il primo scudetto della storia del Bologna, quello che fu definito lo Scudetto delle pistole[5][6]. L'avversario in finale di Lega Nord, ancora il Genoa, venne sconfitto solo al quinto incontro (2-0), disputato a Milano a porte chiuse per evitare nuovi incidenti tra le tifoserie. In quel match la squadra giocò per la prima volta in tenute dalla maglia verde con colletto nero: a segnare furono Pozzi e Perin. Come quasi sempre accadeva la finalissima con l'Alba Roma, vincitrice della Lega Sud, fu solo una formalità, causa il divario tecnico tra squadre settentrionali e meridionali: due vittorie, 4-0 a Bologna e 2-0 a Roma, portarono per la prima volta il titolo italiano nella città felsinea. Nello stesso periodo iniziò la costruzione del nuovo Stadio del Littoriale, atto ad ospitare un maggior numero di spettatori. Il 29 maggio 1927 l'impianto venne inaugurato con l'incontro tra le Nazionali di Italia e Spagna (2-0), mentre il 6 giugno venne disputata la prima partita in campionato, una vittoria del Bologna sul Genoa per 1-0 con rete di Martelli.

A metà degli anni venti il Bologna era una delle più forti in Italia; arrivò ancora in finale di Lega Nord, nel 1925-1926, sconfitto in tre partite dalla Juventus, e si classificò al secondo posto nel 1926-1927. Lo scudetto, vinto dal Torino, venne revocato per illecito (in seguito al Caso Allemandi) ma non assegnato al secondo classificato, appunto il Bologna. Tuttavia, nel 1929, lo scudetto tornò in Emilia dopo soli quattro anni: la finale a Roma contro il Torino si chiuse sull'1-0 con gol di Muzzioli su passaggio di Schiavio, giocatore simbolo del Bologna e miglior marcatore nella storia del club. Altri giocatori di quella grande squadra erano il portiere Mario Gianni, il terzino sinistro Felice Gasperi, la mezz'ala Bernardo Perin e l'attaccante Giuseppe Della Valle.

Gli anni trenta

Angelo Schiavio, quarto realizzatore di tutti i tempi nella storia del campionato italiano (pre e post girone unico).

Nel 1929-1930 il Bologna poté inaugurare l'era dei campionati a girone unico con lo scudetto sulla maglia. Arrivarono nuovi giocatori dal Sud America, tre grandi campioni provenienti dall'Uruguay: Francesco Fedullo, Raffaele Sansone, e Michele Andreolo; assieme a loro gli italiani Carlo Reguzzoni, grande ala sinistra, Eraldo Monzeglio e Mario Montesanto. Guidata in panchina dall'ungherese Lelovich, subentrato a Felsner nel gennaio 1931, la squadra conquistò la Coppa Europa Centrale 1932, ripetendo l'impresa nel 1934 con la vittoria in finale sull'Admira Vienna. In questo periodo, secondo gli addetti ai lavori viennesi, è una delle squadre migliori al mondo.[7] Erano tempi di cambiamento a livello societario: nel 1934 arrivò la nomina prima a commissario straordinario e poi a presidente di Renato Dall'Ara, industriale reggiano che otterrà grandi risultati nella sua trentennale presidenza del club.

Nel 1934 intanto la Nazionale italiana si laureò campione del mondo grazie ad un gol di Angelo Schiavio in finale; con il campionato 1935-1936 iniziò un periodo d'oro per i bolognesi: ben tre scudetti 1935-1936, 1936-1937, 1938-1939, ed un Trofeo dell'Esposizione vinto a Parigi nel 1937 con un 4-1 sul Chelsea in finale, il Bologna divenne così la prima squadra italiana a sconfiggere una squadra inglese in un torneo internazionale. Quel gruppo, guidato da Árpád Weisz prima e di nuovo da Felsner poi, divenne noto come "lo squadrone che tremare il mondo fa".[8]

Nel 1938, gli azzurri di Vittorio Pozzo vinsero il secondo titolo mondiale della storia. In quella nazionale anche tre rossoblù: Amedeo Biavati, Michele Andreolo, e Carlo Ceresoli. Il club continuò ad essere protagonista a livello europeo: dopo due eliminazioni consecutive agli ottavi di finale nella Coppa dell'Europa Centrale del 1936 e 1937, per mano dell'Austria Vienna di Matthias Sindelar, nel 1939 venne eliminato solo in semifinale dal Ferencváros di György Sárosi, in seguito allenatore del Bologna a metà degli anni cinquanta. A nulla servirono le prodezze del centravanti uruguagio Héctor Puricelli, dal 1938-1939 nuovo centravanti e cannoniere della squadra, degno erede di Angelo Schiavio.

Gli anni trenta si chiusero con uno scudetto sfumato all'ultima giornata contro l'Ambrosiana-Inter di Annibale Frossi, nel campionato 1939-1940.

Gli anni quaranta

Gino Cappello, stella del Bologna anni quaranta e cinquanta.

Dopo le grandi vittorie degli anni trenta, la nuova decade iniziò nei migliore dei modi: il campionato 1940-1941 si svolse ancora nel segno del duello tra Bologna e Ambrosiana-Inter, ma questa volta la spuntarono i rossoblù guidati ancora dal "mago" Felsner. Fu il sesto scudetto del Bologna.

Terminata la seconda guerra mondiale, un centinaio di appassionati promosse un'assemblea dei soci al cinema "Modernissimo", in pieno centro storico, si ricostituì la società tornando alla vecchia denominazione sociale di Bologna Football Club, e l'elezione del presidente fu un plebiscito per l'uomo che aveva vinto quattro scudetti in sei stagioni: Renato Dall'Ara. Seguirono campionati meno positivi: il Bologna si piazzò quasi sempre dietro le squadre dell'asse Milano-Torino e in una occasione andò anche vicino alla Serie B. In squadra, comunque, trovarono posto grandi giocatori come Gino Cappello, autentico artista del calcio - per lui Dall'Ara arrivò a sacrificare "testina d'oro" Puricelli, ceduto al Milan -, István Mike Mayer, poderoso attaccante della nazionale ungherese dal tiro al fulmicotone, e il giovane Cesarino Cervellati, ala destra tutto dribbling e fantasia, futura bandiera del club.

Nel 1945-1946, il Bologna allenato da József Viola vinse la Coppa Alta Italia, battendo in finale il Novara nelle cui fila militava Riccardo Carapellese. Fu il secondo trofeo vinto negli anni quaranta, che si chiusero con l'acquisto di un giocatore che avrebbe fatto la storia del club negli anni successivi: il nazionale danese Ivan Jensen.

Gli anni cinquanta

File:Gino Pivatelli.jpg
Gino Pivatelli, 105 reti in maglia rossoblù dal 1953 al 1960.

Gli acquisti dei danesi Ivan Jensen e Axel Pilmark furono uno dei pilastri della ricostruzione di un Bologna competitivo, nel difficile passaggio dal metodo al sistema (il Bologna fu una delle ultime squadre ad abbandonare il metodo). La decade cominciò con un buon settimo posto nel 1950-1951, ma l'annata successiva, 1951-1952, fu tragica, il campionato della "grande paura": il Bologna arrivò sedicesimo, un solo punto in più della retrocessa Lucchese, peggiore piazzamento nella storia del Bologna Football Club. Dall'Ara cambiò tutto: ingaggiò l'allenatore Giuseppe Viani, il portiere Anselmo Giorcelli, la mezzala Giancarlo Bacci. Fu subito riscatto, con un quinto posto in classifica al termine della stagione. Della squadra che aveva sfiorato la retrocessione rimasero solo l'uruguagio José García, il roccioso difensore Dino Ballacci, i due danesi Jensen e Pilmark, Cesarino Cervellati e Cappello.

Nel 1953, il Bologna acquistò due giocatori dal Verona: Gino Pivatelli, centravanti, e Ugo Pozzan, giovane centrocampista dai "piedi buoni". Il "Piva" si rivelò un autentico asso: grande tecnica, tiro potentissimo, fiuto del gol di prim'ordine. Con lui in squadra e con l'immarcescibile Cappello, il Bologna tornò in posizioni di classifica più consone al suo rango: un quarto posto nel 1954-1955, un quinto nel 1955-1956 (Pivatelli capocannoniere con 29 reti in 30 partite, unico calciatore italiano ad aggiudicarsi il titolo negli anni cinquanta). È di quell'anno l'arrivo in rossoblù di un giovanissimo attaccante friulano che scriverà pagine indelebili nella storia del club: Ezio Pascutti, che al suo esordio segnò subito un gol a Vicenza.

Dopo un sesto posto nel campionato 1956-1957, il presidente Dall'Ara provò a fare il salto di qualità definitivo per riportare lo scudetto a Bologna: ingaggiò per il campionato 1957-1958 autentici campioni: il croato dell'Hajduk Spalato Bernard Vukas, la stella del Racing Club de Avellaneda, l'argentino Humberto Maschio - uno dei tre "Los Angeles Carasucias" (angeli dalla faccia sporca) della nazionale argentina: Maschio, Omar Sívori, e Antonio Angelillo -, Giovanni Mialich dal Palermo e Luigi Bodi dal Torino. Il risultato fu ancora sesto posto. Fu una grande delusione per Dall'Ara[9] che subito, però, pensò al rilancio.

Il decennio si chiuse con il quinto posto nel 1959-1960, ma soprattutto si affacciò in prima squadra colui destinato a diventare il simbolo e la bandiera del Bologna: Giacomo Bulgarelli.

Gli anni sessanta e il settimo scudetto

Agli inizi degli anni sessanta, con l'arrivo di Fulvio Bernardini, già allenatore della Fiorentina campione d'Italia 1955-1956, agli affermati Ezio Pascutti, Francesco Janich e Mirko Pavinato si aggiunsero i giovani Giacomo Bulgarelli e Romano Fogli, più il ventitreenne Paride Tumburus. Il regista tedesco occidentale Helmut Haller e il giovane centravanti danese Harald Nielsen completavano la rosa della squadra. La stagione Serie A 1962-1963 cominciò all'insegna del bel gioco, al punto da far esclamare all'allenatore rossoblù, al termine della partita vinta 7-1 sul Modena (quinta giornata): «Così si gioca solo in Paradiso!». Nello stesso torneo Ezio Pascutti stabilì un record segnando consecutivamente per le prime 10 giornate (12 gol). Le trasferte con le squadre rivali (Juventus, Milan, Roma e Internazionale), il Bologna però le perse tutte: la squadra non andò dunque oltre il quarto posto finale, subendo ben 39 reti, venti più dell'Inter campione.[10]

File:Bologna scudettato.jpg
La formazione del Bologna campione d'Italia 1963-1964

Il problema della difesa non impeccabile venne risolto l'anno dopo con l'acquisto del giovane William Negri, già in Nazionale. Nel campionato 1963-1964 il Bologna, dopo un inizio stentato con due pareggi, risalì e il 1º marzo raggiunse il comando in classifica grazie al 2-1 di San Siro sul Milan alla ventitreesima giornata. Solo tre giorni dopo scoppiò il caso doping: cinque giocatori (Pavinato, Fogli, Tumburus, Perani e Pascutti) vennero trovati positivi dopo gli esami effettuati un mese prima in occasione del match con il Torino. I giocatori, l'allenatore e il medico Poggiali vennero squalificati per 18 mesi ed il club penalizzato di tre punti.[11] Le controanalisi dimostrarono però l'innocenza dei giocatori: i tre punti vennero restituiti e le squalifiche annullate, permettendo il riaggancio in vetta dei rossoblù all'Inter.[11] Il campionato finì così con le due squadre appaiate al primo posto: per la prima volta si rese necessario uno spareggio, da giocare a Roma il 7 giugno 1964.

Il 4 giugno morì improvvisamente per infarto il presidente Renato Dall'Ara, mentre erano in corso le discussioni con Moratti, presidente dell'Inter, sui dettagli per lo spareggio.[11] Il Bologna vinse la sfida per 2-0 con reti di Fogli e Harald Nielsen, conquistando il settimo scudetto. L'annata successiva la squadra partecipò alla Coppa dei Campioni 1964-1965 ma fu subito eliminata al turno preliminare contro l'Anderlecht, risolto a favore dei belgi nello spareggio di Barcellona per lancio della monetina. Sempre nel 1965 il Bologna chiuse sesto in campionato. Venne esonerato Fulvio Bernardini e, dopo una breve parentesi con Manlio Scopigno in panchina, venne chiamato Luis Carniglia. I risultati arrivarono, con il secondo posto nel 1965-1966 e il terzo nel 1966-1967. Col passare del tempo, comunque, furono ceduti diversi pezzi del Bologna scudettato, prima Harald Nielsen, poi Helmut Haller, mentre Ezio Pascutti si ritirò e William Negri trascorse un anno inattivo per infortunio, prima di essere ceduto pure lui. [12] Si alternarono gli allenatori (tra i quali Gipo Viani e l'ex rossoblù Cesarino Cervellati) e i presidenti, finché nel 1969 venne chiamato ad allenare la squadra Edmondo Fabbri. Al primo anno l'ex CT della Nazionale italiana conquistò la Coppa Italia: nella partita decisiva la squadra sconfisse il Torino per 2-0 con doppietta di Giuseppe Savoldi chiudendo al primo posto nel girone finale con un punto sui granata (9 a 8).

Gli anni settanta

Giuseppe Savoldi, 140 reti in maglia rossoblù.

Nelle stagioni successive la squadra continuò a non raggiungere le posizioni di vetta, chiudendo tra il 1971 e il 1974 rispettivamente al quinto, undicesimo, settimo e nono posto. Proprio nel 1973-1974 i rossoblù, capitanati ancora da Giacomo Bulgarelli, conquistarono la Coppa Italia battendo ai rigori il Palermo nella finale di Roma. L'allenatore di quella squadra era Bruno Pesaola, subentrato nel 1972 a Fabbri.

Nel 1975 chiuse la sua carriera Bulgarelli, bandiera della squadra per ben 16 stagioni. La sua eredità fu raccolta da Eraldo Pecci, centrocampista di regia cresciuto nel vivaio. Il centravanti Giuseppe Savoldi, sempre nell'estate 1975, venne ceduto al Napoli per la cifra record di due miliardi,[3] mentre lo stesso Pecci fu ceduto al Torino. Le stagioni successive furono tutte caratterizzate da piazzamenti mai oltre il settimo posto. Le annate 1976-1977, 1977-1978 e 1978-1979 furono ancora più negative, nonostante il ritorno di Pesaola, con la salvezza raggiunta in extremis e piazzamenti appena sopra la zona retrocessione, dodicesimo e tredicesimo posto. In particolare, nel 1977-1978 la salvezza fu raggiunta solo all'ultima giornata grazie alla vittoria per 1-0 sul campo della Lazio, mentre l'anno seguente la squadra si salvò solo grazie ad una miglior differenza reti rispetto a Vicenza e Atalanta, avendo pareggiato all'ultima giornata in casa con il Perugia per 2-2 dopo aver rimontato lo 0-2 iniziale.

Al termine della stagione 1978-1979 se ne andò il presidente Conti: a lui subentrò Tommaso Fabbretti, che subito scelse come allenatore Marino Perani, ala con 15 stagioni da giocatore nel Bologna. Si ebbe anche il ritorno di Savoldi in maglia rossoblù. Il campionato 1979-1980 vide la squadra chiudere all'ottavo posto in classifica. Rimasta però coinvolta nella vicenda di calcioscommesse, venne punita con una penalizzazione di 5 punti da scontare nel campionato successivo.

Gli anni ottanta

Roberto Mancini fece il suo esordio in Serie A con la maglia rossoblù

Nella stagione 1980-1981 i felsinei, con in panca l'allenatore Luigi Radice, terminarono in settima posizione nonostante la penalizzazione.

Nel campionato 1981-1982, la squadra rossoblù retrocesse per la prima volta nella sua storia in Serie B dopo aver totalizzato solo 23 punti. Da ricordare l'esordio in serie A, il 13 settembre 1981, del sedicenne Roberto Mancini, il quale giocò tutte e 30 le partite stagionali segnando 9 reti, miglior marcatore della squadra. Nel 1982, dopo solo un anno da professionista, Mancini venne ceduto alla Sampdoria per 4 miliardi di lire. La prima storica annata in Serie B del Bologna fu anch'essa molto negativa: terminato il torneo al diciottesimo posto, retrocesse in Serie C1, scendendo così di due categorie in due anni. Il criticatissimo Fabbretti lasciò la presidenza del Bologna al veronese Giuseppe Brizzi, assecondato da Ferruccio Recchia. Brizzi, imprenditore di dubbia fama, smantellò la formazione del doppio tonfo riallestendola per un campionato di serie C1 di vertice. La risalita in B arrivò dopo la vittoria contro il Trento, ottenuta con un gol di Luciano Facchini. Allenatore era Giancarlo Cadè, che però non fu riconfermato per la stagione successiva. Al suo posto Pietro Santin, che fu esonerato dopo un duro contrasto con Domenico Marocchino, migliore acquisto per la stagione 1984-1985 di Serie B. Il Bologna riuscì a salvarsi solo nelle ultime giornate con una vittoria sul campo del Varese per 0-1, rete di Francesco Gazzaneo, prodotto del vivaio rossoblù ed ex campione d'Italia allievi ai tempi di Roberto Mancini. La società fu rilevata dall'industriale bresciano Luigi Corioni.

Dopo un sesto e un decimo posto la promozione arrivò nell'annata 1987-1988, quando Corioni portò a Bologna l'allenatore Luigi Maifredi, che l'anno precedente aveva condotto l'Ospitaletto, altra squadra di proprietà del presidente bresciano, alla promozione in C1. Sotto la guida di Maifredi i bolognesi ottennero il primo posto e Lorenzo Marronaro si affermò capocannoniere realizzando 21 reti.

Nella Serie A 1988-1989, dopo un inizio difficile, il Bologna raggiunse la salvezza classificandosi quattordicesimo nel torneo appena ampliato a 18 squadre. Per il campionato 1989-1990, Corioni acquistò dal Vasco da Gama il nazionale brasiliano Geovani Silva per 9 miliardi di lire.[13] La stagione fu buona: Maifredi condusse la squadra alla qualificazione alle coppe europee grazie all'ottavo posto.

Gli anni novanta e l'era Gazzoni

Il campionato 1990-1991 iniziò con soli due punti nelle prime sei giornate e con il conseguente esonero di Franco Scoglio, arrivato a sostituire Maifredi, passato alla Juventus. Il ritorno in panchina di Luigi Radice non fu sufficiente e la squadra, peraltro martoriata dagli infortuni - il campione ungherese Lajos Détári, giocatore simbolo di quel Bologna, si infortunò al ginocchio, rimanendo fuori squadra per mesi -, con soli 18 punti all'attivo e ben 63 reti al passivo, retrocesse in Serie B. Gli unici risultati positivi della stagione arrivarono dalla Coppa UEFA, in cui i rossoblù sfiorarono le semifinali dopo avere eliminato Hearts of Midlothian e Admira Wacker rimontando in entrambi i casi sconfitte subite all'andata. Nei quarti la squadra dovette arrendersi allo Sporting Clube de Portugal, poi eliminato in semifinale dall'Inter. La successiva stagione in Serie B venne chiusa solo al tredicesimo posto, mentre quella seguente, la 1992-1993, si rivelò drammatica. Dopo il disimpegno dei soci Vanderlingh e Gruppioni, rimase al timone del Bologna Piero Gnudi, con la "consulenza" del presidente del Foggia Pasquale Casillo. L'organico del 1992-1993, orfano di Lajos Détári ceduto all'Ancona, malgrado l'apporto dei veterani Incocciati, Baroni, Bonini, Stringara, Gerolin e del portiere Andrea Pazzagli, affrontò una stagione in cui Eugenio Bersellini fu esonerato dopo la sconfitta contro l'Ascoli venendo sostituito prima da Aldo Cerantola e poi da Romano Fogli; durante le ultime giornate la squadra riuscì a guadagnare punti, poi alla penultima giornata venne sconfitta in casa per 3-2 dal Lecce (in corsa per la Serie A); il Bologna terminò la stagione in diciottesima posizione, che comportò la seconda retrocessione in Serie C1 in undici campionati.

Il 19 giugno 1993 lo storico Bologna Football Club andò incontro al fallimento, già rischiato più volte a stagione in corso a causa della messa in mora della società per vecchie pendenze e mensilità non pagate. Il passivo ammontò a due miliardi di lire, l'esposizione bancaria arrivò a 34 miliardi di lire. Dalla sentenza del tribunale la società fu rifondata alla fine di giugno sotto la denominazione Bologna Football Club 1909: all'asta fallimentare per l'acquisto della frazione in bonis della società rossoblù, comprendente diritti e titolo sportivo e scorporata dalla Finsport coinvolta nel fallimento, Giuseppe Gazzoni Frascara alla testa di un gruppo di imprenditori locali ottenne la proprietà del club, riuscendo a garantire l'iscrizione al successivo campionato di Serie C1 con un ambizioso progetto di rilancio. Il nuovo presidente Gazzoni Frascara scelse come allenatore Alberto Zaccheroni e come direttore sportivo Eraldo Pecci.

Il campionato di Serie C1 1993-1994 vide la squadra mancare la promozione in Serie B dopo aver terminato il girone al quarto posto ed aver perso ai play-off contro la SPAL. Al secondo tentativo, guidato dalla coppia Renzo Ulivieri e Gabriele Oriali come direttore sportivo, il club compì il suo primo passo verso la resurrezione col ritorno in B terminando l'anno al primo posto con 81 punti ed una sola sconfitta.

Nella stagione 1995-1996, sempre allenato da Ulivieri, il Bologna riuscì subito a centrare la promozione in Serie A grazie a un altro primo posto. La prima annata dopo il ritorno in massima serie li vide chiudere il campionato al settimo posto, appena fuori dalla zona valida per la partecipazione alle coppe europee. In Coppa Italia, inoltre, la formazione di Ulivieri fu eliminata solo in semifinale dal Vicenza di Guidolin, che poi andò ad aggiudicarsi il trofeo.

La stagione 1997-1998, la quarta con Ulivieri in panchina, si concluse con l'ottavo posto, piazzamento che diede diritto ai felsinei di partecipare alla Coppa Intertoto, valida per l'ingresso in Coppa UEFA; fu l'unica stagione in maglia rossoblù di Roberto Baggio, autore di ben 22 reti e terzo nella classifica marcatori di Serie A.

Nell'estate 1998, ceduto Baggio all'Inter, venne acquistato un altro attaccante di prestigio: Giuseppe Signori, tre volte capocannoniere della serie A. Anche Ulivieri lasciò, per accasarsi al Napoli; in panchina sedette Carlo Mazzone, coadiuvato da Oreste Cinquini come DS. La squadra vinse la Coppa Intertoto, qualificandosi dunque per la Coppa UEFA 1998-1999. Nel torneo di Serie A 1998-1999, terminato al nono posto, si aggiunse la vittoria nello spareggio con l'Inter valido per l'ingresso in Europa. Il contemporaneo percorso in Coppa UEFA fu anch'esso positivo: la squadra eliminò in successione Sporting, Real Betis, Slavia Praga e Olympique Lione, prima di arrendersi in semifinale contro l'Olympique Marsiglia, in una doppia sfida molto combattuta e controversa.[14][15] Anche in Coppa Italia i rossoblù uscirono in semifinale, ancora in maniera contestata (rigore non concesso[16]) per mano della Fiorentina.

Per la stagione 1999-2000 la dirigenza affida la squadra a Sergio Buso, già allenatore della squadra primavera ed ex portiere rossoblù negli anni settanta. Dopo la settima giornata, e con solo 7 punti in classifica, Buso viene esonerato. Viene allora ingaggiato Francesco Guidolin, anch'egli ex calciatore del Bologna. La squadra chiude il campionato all'undicesimo posto, mentre in Coppa UEFA viene eliminata al terzo turno,gli attuali Sedicesimi di Finale, dai turchi del Galatasaray, poi vincitori del trofeo.

Gli anni duemila

La seconda stagione di Guidolin, la 2000-2001, si conclude con un nono posto a pari punti con la Fiorentina. A guidare i bolognesi in attacco è ancora Giuseppe Signori, autore di 16 reti. L'incerto inizio della stagione 2001-2002 vede alcune contestazioni da parte della tifoseria nei confronti della dirigenza, relative alla campagna acquisti. Questo fatto induce Gazzoni Frascara a dare le dimissioni da presidente ed a nominare al suo posto Renato Cipollini, suo uomo di fiducia. L'annata è comunque positiva e la squadra lotta fino all'ultimo per un posto importante in Europa: all'ultima giornata, però, la sconfitta in casa del Brescia esclude la squadra sia dalla Champions League che dalla Coppa UEFA. Il settimo posto con 52 punti basta però per la qualificazione in Coppa Intertoto. La stagione 2002-2003 vede la squadra impegnata in estate nell'Intertoto. Al terzo turno e nelle semifinali i felsinei eliminano rispettivamente i bielorussi del BATE Borisov (2-0 e 0-0) e i cechi del Teplice (5-1 e 3-1); nella doppia finale arriva però la sconfitta contro gli inglesi del Fulham (2-2 e 1-3). Nel girone d'andata di serie A il club fa registrare il proprio record di sette vittorie nelle prime sette gare casalinghe, arrivando a 27 punti. Il girone di ritorno è però più negativo, appena 14 punti, e non permette al gruppo di Guidolin di andare oltre l'undicesimo posto. Alla vigilia del campionato 2003-2004 Guidolin si dimette e lascia il Bologna. Cipollini richiama in panchina Carlo Mazzone, già allenatore nella stagione 1998-1999. Dopo il girone di andata, la squadra, che fa registrare tra l'altro due sequenze di tre vittorie consecutive, raggiunge in anticipo il traguardo della salvezza ed il dodicesimo posto in classifica. A fine stagione Giuseppe Signori annuncia l'addio al calcio italiano, dopo 344 partite in A e ben 188 gol, inclusi tre titoli di capocannoniere del campionato. Mazzone invece rinnova il contratto.

L'annata 2004-2005 è inizialmente positiva, anche in virtù di quattordici incontri con una sola sconfitta, e la squadra riesce addirittura a raggiungere un momentaneo settimo posto. Le ultime 15 giornate però vedono i bolognesi totalizzare soltanto 11 punti, con una sola vittoria. Al termine della stagione la squadra si ritrova, in coabitazione con Fiorentina e Parma, a quota 42 punti. Per la classifica avulsa sono le due emiliane a doversi giocare la salvezza, con un doppio spareggio: nella gara di andata al Tardini di Parma è il Bologna a imporsi, per 1-0, mentre in quella di ritorno il Parma espugna il Dall'Ara per 0-2, determinando la retrocessione dei rossoblù in Serie B.

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Festa in Piazza Maggiore dopo la promozione del 2008

Con la discesa in B Carlo Mazzone lascia il calcio ed il Bologna si affida nuovamente al tecnico Renzo Ulivieri, già allenatore tra il 1994 ed il 1998. Dopo le prime giornate del campionato 2005-2006 l'ex presidente e principale azionista, Giuseppe Gazzoni Frascara, esce di scena cedendo la sua quota all'imprenditore bolognese Alfredo Cazzola, che diventa socio di maggioranza e nuovo presidente. Soci di minoranza restano Renzo Menarini e Mario Bandiera. La squadra procede in maniera altalenante ed in gennaio 2006 Ulivieri viene sostituito da Andrea Mandorlini, che però dopo poche giornate viene esonerato e rilevato da Ulivieri stesso. Terminato il girone d'andata a metà classifica, la squadra manca l'accesso ai playoff promozione.

Nella stagione 2006-2007 allenatore è ancora Renzo Ulivieri. La serie B vive un'importante annata, per la presenza al via di squadre come Genoa, Napoli e Juventus. La stagione del Bologna è abbastanza incolore ed Ulivieri, a poche giornate dal termine del torneo, viene esonerato a favore di Luca Cecconi, suo vice; la mossa però non ottiene gli effetti desiderati e ad andare in A sono, come da pronostico, Juventus, Napoli e Genoa, mentre i rossoblù terminano solo settimi.

Per guidare la squadra nel campionato 2007-2008 viene ingaggiato il tecnico cesenate Daniele Arrigoni. L'organico comprende giocatori come Adaílton, Massimo Marazzina, Davide Bombardini e Cristian Bucchi. Dopo un campionato di testa arriva l'agognata promozione, ottenuta all'ultima giornata e grazie al secondo posto dietro al ChievoVerona. Riportato il Bologna in serie A, Cazzola trova l'accordo per venderlo al socio di minoranza Renzo Menarini, che il 2 agosto 2008 ufficializza l'acquisto. Cazzola rimane presidente fino al 12 settembre, quando gli subentra Francesca Menarini, figlia di Renzo.

Nel campionato 2008-2009 è confermato come allenatore Daniele Arrigoni, che però il 3 novembre, dopo la sconfitta sul campo del Cagliari per 5 a 1, viene esonerato e sostituito dal debuttante Siniša Mihajlović.[17] Il 14 aprile 2009, a 7 giornate dal termine del campionato, Mihajlović viene a sua volta sollevato dall'incarico ed il suo posto è affidato a Giuseppe Papadopulo, tecnico che nel campionato precedente aveva riportato il Lecce in serie A.[18] Il 31 maggio 2009, grazie al successo 3-1 sul Catania di Walter Zenga, il Bologna si assicura la quart'ultima piazza del campionato, e di conseguenza la permanenza nella massima serie. La stagione è caratterizzata dalla straordinaria prolificità del centravanti Marco Di Vaio, autore di 24 reti.

Franco Colomba, allenatore della sofferta salvezza nella stagione del centenario

Nella stagione calcistica 2009-2010 il Bologna FC 1909 festeggia il centesimo anniversario della propria fondazione. Vengono organizzate varie manifestazioni e mostre, numerose sono le iniziative editoriali. I festeggiamenti culminano nel Gran Galà del centenario nella notte del 2 ottobre 2009. Nella successiva partita contro il Genoa del 4 ottobre il Bologna, per deroga della federazione, indossa una riproduzione fedele della sua prima divisa ufficiale. Nell'estate precedente, esattamente l'11 giugno 2009, era stato ritrovato, nella casa di una delle figlie di Angelo Schiavio, il trofeo del Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937. Durante i lavori di preparazione del centenario era stata rinvenuta un'intervista nella quale il presidente Renato Dall'Ara lodava tutti i suoi ragazzi e in particolare Angelo Schiavio, che aveva già annunciato il ritiro dal calcio giocato ma si era lasciato convincere a partecipare alla spedizione francese. Sempre nell'intervista il presidente affermava che la coppa "apparteneva" al campione bolognese. La coppa viene ritrovata però priva del basamento. Ad onta dei festeggiamenti la stagione calcistica non parte affatto bene, e di conseguenza dopo 9 giornate l'allenatore Papadopulo viene esonerato e la guida tecnica affidata a Franco Colomba, bolognese di adozione. La squadra ha un grande recupero, a cui fa seguito una nuova crisi di risultati, ma la salvezza viene comunque raggiunta alla penultima giornata e la squadra si piazza di nuovo 17ª.

Gli anni duemiladieci e il centenario del club

A fine campionato la famiglia Menarini, contestata dalla piazza e dalla tifoseria, intavola varie trattative finalizzate alla vendita della società e trova un accordo con l'imprenditore sardo Sergio Porcedda, il quale il 7 luglio 2010, rilevate le quote di maggioranza, assume la carica di presidente. La nuova proprietà rinnova completamente lo staff dirigenziale insediando uomini di sua fiducia. Viene invece inizialmente confermato l'intero staff tecnico, ma il 29 agosto, alla vigilia della prima di campionato, l'allenatore Franco Colomba viene sorprendentemente esonerato[19] e sostituito con Alberto Malesani. La gestione Porcedda, pur avendo dato corso ad un profondo rinnovamento e ringiovanimento del parco giocatori, dopo pochi mesi si rivela totalmente insolvente sul piano finanziario, al punto da causare una penalizzazione di tre punti, da scontare nel campionato in corso, per inadempienze finanziarie. A metà novembre la società dichiara default ed è sull'orlo del fallimento. Dopo difficili trattative una cordata di imprenditori bolognesi, organizzata dal banchiere Giovanni Consorte e capitanata da Massimo Zanetti, proprietario della Segafredo Zanetti, riesce in dicembre a rilevare interamente le quote della società da Porcedda e Menarini. Massimo Zanetti è il nuovo presidente.

Il 20 dicembre il cantante Gianni Morandi, che partecipa alla cordata, viene nominato presidente onorario. La presidenza di Zanetti è però di brevissima durata: il 21 gennaio 2011, in disaccordo con alcuni soci, rimette la carica, che viene assunta dal vicepresidente Marco Pavignani. La presidenza di Pavignani è dichiaratamente di transizione ed il 7 aprile 2011, eseguite le necessarie ricapitalizzazioni societarie, in accordo coi soci viene nominato presidente l'imprenditore bolognese Albano Guaraldi, che il 21 maggio 2011 assume anche la carica di amministratore delegato. In questa situazione societaria di straordinaria incertezza e difficoltà la squadra realizza un buon campionato, compattandosi intorno al proprio allenatore Malesani ed al cannoniere Marco Di Vaio, autore di 19 reti. Alla 30ª giornata la salvezza è praticamente conquistata, ma nelle restanti 8 partite la squadra realizza solo 2 punti, vanificando la possibilità di un buon piazzamento e classificandosi al 16º posto. Per la stagione successiva viene scelto come nuovo allenatore Pierpaolo Bisoli che viene sostituito dopo cinque giornate di campionato da Stefano Pioli.[20] Sotto la sua conduzione la squadra conquista matematicamente la salvezza con tre giornate di anticipo e termina il campionato in nona posizione, miglior piazzamento degli ultimi dieci anni.

Per la stagione successiva viene confermato Pioli. La squadra, dopo un inizio difficile (ultimi dopo 14 giornate con 11 punti), sale in classifica e ottiene il tredicesimo posto finale. L'anno dopo i rossoblù hanno una stagione travagliata culminata con l'esonero di Stefano Pioli sostituito da Davide Ballardini. Dopo la sconfitta casalinga per 1-2 contro il Catania alla penultima giornata, i rossoblù retrocedono insieme ai catanesi, facendo ritorno in B dopo 6 stagioni in massima serie. In seguito alla retrocessione, per il campionato di calcio Serie B 2014-2015 il Bologna affida la panchina al tecnico uruguaiano Diego López.

L'acquisizione nordamericana

Ancora prima dell'inizio ufficiale della stagione 2014-2015 il club affronta numerose difficoltà economiche, faticando nel riuscire a pagare l'iscrizione stessa al campionato cadetto. Il 21 agosto 2014 il Club ritarda il pagamento federale dell'Irpef andando incontro ad una penalizzazione in campionato.[21][22]

Durante l'estate 2014, diverse cordate di imprenditori italiani e stranieri manifestano la volontà di acquisire il club felsineo. Nei primi giorni di settembre viene resa pubblica la trattativa di compravendita del club da parte di una cordata americana guidata dall'avvocato newyorkese Joe Tacopina, già intenzionato a comprare il club nell'estate 2008, e dal magnate canadese Joey Saputo, proprietario del Montreal Impact.

La trattativa pare definitivamente sfumata il 25 settembre quando l'ex presidente rossoblù e azionista di minoranza Massimo Zanetti annuncia la sua volontà di ricapitalizzare le casse del club felsineo, per diventarne così azionista di maggioranza.[23] Il progetto prevedeva l'acquisizione del 49% delle quote societarie e il ritorno di Zanetti come presidente del club.[24]

La proposta di Zanetti viene rifiutata il 9 ottobre, in seguito all'avvenuta accettazione del C.d.A. del Bologna Calcio di una nuova contro-proposta di acquisto del club da parte della cordata americana di Tacopina,[25] che il 15 ottobre diventa il terzo presidente straniero nella storia del Bologna.[26].

Il 17 novembre, con l'insediamento del nuovo C.d.A., l'ex patron rossoblù Giuseppe Gazzoni Frascara viene nominato presidente onorario del club. A dicembre 2014 Joey Saputo diventa azionista di maggioranza della società assumendo la carica di chairman.[27] In tal modo il Bologna diventa il primo club calcistico italiano della storia ad essere controllato da un imprenditore canadese ed il secondo, dopo l'A.S. Roma, ad essere guidato da un presidente americano. Nella Serie B 2014-2015 il Bologna, dopo aver esonerato Diego Lopez e concluso il campionato al quarto posto, conquista con il nuovo tecnico Delio Rossi la promozione in serie A ai play-off superando in finale il Pescara con un doppio pareggio (0-0 a Pescara, e 1-1 al Dall'Ara) grazie al miglior piazzamento in classifica.

Dopo un'iniziale divisione tecnica dei ruoli societari, i rapporti tra chairman e presidente si fanno progressivamente sempre più tesi. L'11 settembre 2015 Tacopina intenta causa a Saputo presso il tribunale di New York [28]. Il 20 settembre 2015, dopo un trovato accordo economico tra le parti in causa, Joe Tacopina si dimette da presidente e dal consiglio di amministrazione del club, lasciando ogni incarico dentro il Bologna[29].

Cronistoria

Cronistoria del Bologna Football Club 1909[30]
  • 3 ottobre 1909 - Fondazione del Bologna Football Club.


  • 1920-1921 - 1° nel girone B della Sezione emiliana-romagnola del Torneo meridionale di Prima Categoria. Ammesso alle semifinali nazionali: arriva 1º nel girone A e perde la finale nazionale contro la Pro Vercelli.
Vince la finale regionale contro il Modena e diventa Campione Regionale.
Terzo turno di Coppa Italia.

Vince la Coppa dell'Europa Centrale (1º titolo).
Vince la Coppa dell'Europa centrale (2º titolo).
  • 1934-1935 - 6º in Serie A. Al termine della stagione, scioltasi la Bologna Sportiva, il Bologna Sezione Calcio cambia la denominazione sociale in Bologna Associazione Giuoco del Calcio.
  • 1935-1936 - Campione d'Italia (3º titolo).
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa dell'Europa Centrale.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa dell'Europa Centrale.
Vince il Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa dell'Europa Centrale.
Ottavi di finale di Coppa Italia.

Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Vince la Coppa Alta Italia.
Quarti di finale di Coppa Mitropa.
Semifinalista di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Partecipa alla Coppa Mitropa in rappresentanza dell'Italia.

Ottavi di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Vince la Coppa Mitropa (3º titolo).
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Finalista di Coppa Mitropa.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Mitropa.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Primo turno della Coppa dei Campioni.
Semifinalista di Coppa Mitropa.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa delle Fiere.
Gruppo finale di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa delle Fiere.
Gruppo finale di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa delle Fiere.
Finalista della Coppa delle Alpi.
Vince la Coppa Italia (1º titolo).

Primo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa delle Coppe.
Vince la Coppa di Lega Italo-Inglese (1º titolo).
Secondo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
Secondo turno di Coppa Italia.
Fase a gironi della Coppa Mitropa.
Vince la Coppa Italia (2º titolo).
Secondo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa delle Coppe.
Primo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.

Semifinalista di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
Finalista della Coppa Mitropa.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa UEFA.
Primo turno di Coppa Italia.
Primo turno di Coppa Italia.
  • 18 giugno 1993 - La società Bologna Football Club fallisce ed il successivo 28 giugno rinasce come Bologna Football Club 1909.
  • 1993-1994 - 4º nel girone A della Serie C1.
Primo turno di Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa Italia Serie C.
Primo turno di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia Serie C.
Semifinalista di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
File:Coppa Intertoto.svg Vince la Coppa Intertoto (1º titolo).
Semifinalista di Coppa Italia.
Semifinalista di Coppa UEFA.
Ottavi di finale Coppa Italia.
Sedicesimi di finale di Coppa UEFA.

Secondo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Finalista di Coppa Intertoto.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.

Ottavi di finale di Coppa Italia.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Quarti di finale di Coppa Italia.
Quarto turno di Coppa Italia.
Secondo turno di Coppa Italia.
Terzo turno di Coppa Italia.

Colori e simboli

Colori

La seconda maglia dei felsinei nel 1932, bianca con fascia rossoblù.

La prima maglia del Bologna, nel 1909, era a quarti rossi e blu, riproducendo la divisa del collegio svizzero Schönberg di Rossbach[31]. Nel 1910 il club si dissociò dal circolo e le maglie da gioco furono modificate con pali verticali rossoblù. Questo tipo di disegno è rimasto praticamente immutato nel tempo, tranne che per la variazione annuale nella larghezza delle bande.

Un'importante eccezione fu quella del 1925: in quell'anno il Bologna vinse il suo primo scudetto indossando un'inedita maglia verde. Tale divisa fu scelta dall'allora dirigente Enrico Sabattini, per imitazione di quella del Rapid Vienna, che, secondo le sue parole, «...alcuni anni prima scese allo Sterlino e lasciò in tutti una grande impressione di possanza e di invincibilità. Ebbene sia il verde, il colore della speranza, quello che possa dare al Bologna lo Scudetto»[32]. In realtà il cambio di divisa fu anche suggerito dal caldo, che in quei giorni di giugno si faceva particolarmente sentire; la nuova maglia perciò fu di cotone leggero verde scuro, con bordi e calzoncini neri.

Una partita d'allenamento, nella stagione 1968-1969, fra titolari e riserve bolognesi; quest'ultime indossano una seconda divisa bianca con sbarra rossoblù.

Nei decenni successivi la maglia verde fu alternata a quella bianca (spesso con sbarra rossoblù) come seconda divisa. Il suo ultimo utilizzo risale agli anni ottanta. Nel 1934 la divisa verde fu indossata dalla Sampierdarenese in uno spareggio-promozione giocato contro il Bari sul campo neutro di Bologna: i liguri giocarono infatti con una muta di maglie verdi donata dal presidente del Bologna Dall'Ara, visto che entrambe le squadre si erano presentate in divisa bianca. A fine anni novanta, la prima maglia subì alcune leggere modifiche, come nelle stagioni 1998-1999 e 1999-2000, quando le strisce rossoblù più laterali (non quindi le due centrali) si dipartivano dal colletto invece che dalle spalle. Nella stagione 2000-2001 fu adottata una prima maglia con due sole larghe strisce, una rossa e una blu, con i bordi bianchi. Tra le divise da trasferta va ricordata quella adottata a partire dagli anni cinquanta, che presenta una maglia a sfondo bianco con due bande diagonali – una rossa e una blu – che partono dalla spalla sinistra, più eventuali altri profili rossoblù. Poche sono state le variazioni negli anni a seguire.

Negli anni recenti è stata introdotta anche la terza maglia, destinata ad essere usata soprattutto nelle coppe europee, solitamente a sfondo giallo o dorato con profili rossoblù. Nella stagione 2011-2012 per questa maglia viene scelto il colore celeste, in omaggio alla nazionale dell'Uruguay, un modo per celebrare lo storico legame tra il club bolognese e il paese sudamericano, che ha fornito alla società rossoblù il maggior numero di giocatori stranieri nel corso della sua storia.

Simboli ufficiali

Stemma

Inno

In seguito alla morte di Lucio Dalla, grande tifoso rossoblù, all'ingresso delle squadre in campo viene suonato Le tue ali Bologna, scritta e cantata a quattro da Luca Carboni, Gianni Morandi, Andrea Mingardi e Lucio Dalla,[33]. Prima era eseguita Cuore rossoblù, canzone scritta per il Bologna da Andrea Mingardi, cantante e tifoso bolognese, in occasione della promozione di Maifredi nel 1988.[33]

Esistono anche altre canzoni scritte per la squadra, come Il sogno continua, cantata da Paolo Mengoli,[33] Bologna Campione, cantata da Dino Sarti,[34] Fede Rossoblù, del 2001, prodotta dagli Skiantos, Il Samba del Tifoso del 1975 scritta e cantata da Mario Medici assieme Dino Sarti.

Mascotte

Nei primi anni della storia della società non esisteva una mascotte associata al Bologna. In seguito i tifosi decisero di adottare la figura del Dottor Balanzone, celebre maschera di Carnevale. Inizialmente però veniva raramente promossa dalla società, e la utilizzavano maggiormente i tifosi o i produttori di figurine.[35][36] L'immagine della mascotte era quella di un uomo grosso con gli occhiali, con la maglia a righe rosse e blu, pantaloncini bianchi e scarpe da calcio, con gli occhiali, un cappello e il mantello nero; spesso aveva con se anche un bastone.

Questa scelta della società di non legarsi a nessun simbolo cambiò nella stagione 1981-82, quando comparve per la prima volta nelle partite in casa il personaggio Bally, simile nel nome e nelle fattezze alla figura di Balanzone.[37] Il personaggio però venne accantonato alla fine della stagione.

Strutture

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Sterlino e Stadio Renato Dall'Ara.

Centro di allenamento

Società

Organigramma societario

Dal sito internet ufficiale della società.[38]

File:Bolognafcstemma.png
Staff dell'area amministrativa
  • Bandiera del Canada Joey Saputo - Chairman
  • Bandiera dell'Italia Giuseppe Gazzoni Frascara - Presidente onorario
  • Bandiera dell'Italia Claudio Fenucci - Amministratore delegato
  • Bandiera dell'Italia Luca Bergamini - Consigliere
  • Bandiera dell'Italia Piergiorgio Bottai - Consigliere
  • Bandiera degli Stati Uniti Stuart Goldfarb - Consigliere
  • Bandiera dell'Italia Luigi Marchesini - Consigliere
  • Bandiera degli Stati Uniti Joe Marsilii - Consigliere
  • Bandiera degli Stati Uniti Andrew Nestor - Consigliere
  • Bandiera dell'Italia Gianluca Piredda - Consigliere
  • Bandiera degli Stati Uniti Anthony Rizza - Consigliere
  • Bandiera dell'Italia Francesco Catenacci - Presidente dl Collegio Sindacale
  • Bandiera dell'Italia Massimo Cimino - Collegio Sindacale
  • Bandiera dell'Italia Salvatore Ferri - Collegio Sindacale
  • Bandiera dell'Italia Alessandro Gabrieli - Direttore amministrazione finanza e controllo
  • Bandiera dell'Italia Luca Befani - Segretario generale
  • Bandiera dell'Italia Daniel Maurizi - Segretario sportivo
  • Bandiera dell'Italia Pantaleo Corvino - Responsabile area tecnica
  • Bandiera dell'Italia Marco Di Vaio - Club manager
  • Bandiera dell'Italia Piergiorgio Bottai - Responsabile attività operative
  • Bandiera dell'Italia Roberto Tassi - Team manager
  • Bandiera dell'Italia Carlo Caliceti - Responsabile area comunicazione
  • Bandiera dell'Italia Claudio M. Cioffi - Area comunicazione
  • Bandiera dell'Italia Federico Frassinella - Area comunicazione
  • Bandiera dell'Italia Gloria Gardini - Area comunicazione
  • Bandiera dell'Italia Christoph Winterling - Responsabile area marketing
  • Bandiera dell'Italia Mirco Sandoni - Area marketing ed eventi
  • Bandiera dell'Italia Andrea Battacchi - Area marketing
  • Bandiera dell'Italia Federica Furlan - Area marketing
  • Bandiera dell'Italia Simona Verdecchia Tovoli - Area marketing
  • Bandiera dell'Italia Chiara Targa - Area marketing
  • Bandiera dell'Italia Massimo Vignoli - Responsabile gestione stadio
  • Bandiera dell'Italia Antonella Nicolini - Amministrazione
  • Bandiera dell'Italia Annalisa D'Amato - Amministrazione
  • Bandiera dell'Italia Roberta Dovesi - Amministrazione
  • Bandiera dell'Italia Marika Gagliardi - Amministrazione
  • Bandiera dell'Italia Daniela Fortini - Gestione personale
  • Bandiera dell'Italia Giuseppe Maselli - Gestione personale
  • Bandiera dell'Italia Federica Orlandi - Segreteria
  • Bandiera dell'Italia Massimo Gabrielli - Responsabile biglietteria
  • Bandiera dell'Italia Angela Belletti - Magazzino
  • Bandiera dell'Italia Matteo Campagna - Magazzino
  • Bandiera dell'Italia Nicola Capelli - Magazzino
  • Bandiera dell'Italia Rita Gandolfi - Magazzino
  • Bandiera dell'Italia Davide Nicolini - Magazzino
  • Bandiera dell'Italia Maurizio Savi - Custode stadio
  • Bandiera dell'Italia Matteo Molinari - Centralino
  • Bandiera dell'Italia Claudia Magnani - Centralino
File:Bolognafcstemma.png
Cronologia degli sponsor tecnici
File:Bolognafcstemma.png
Cronologia degli sponsor ufficiali

Impegno nel sociale

Settore giovanile

Il Bologna nella cultura di massa

Allenatori e presidenti

Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti del Bologna Football Club 1909.

Fonte[30]

Calciatori

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del Bologna F.C. 1909.

Hall of Fame

Dall'istituzione nell'anno 2011 della Hall of fame del calcio italiano, sono stati inseriti i seguenti giocatori e allenatori che nel corso della loro carriera hanno militato nel Bologna:

Capitani

Giacomo Bulgarelli, recordman di presenze nel Bologna, campione d'Europa 1968 con la nazionale italiana e capitano dei rossoblù per dieci stagioni.

Vincitori di titoli

Campioni del mondo

Numeri ritirati

Il Bologna ha deciso di ritirare la maglia numero 27 indossata dal giovane difensore Niccolò Galli, deceduto nel 2001 a 17 anni in un incidente in motorino vicino al centro tecnico del Bologna, mentre tornava a casa dopo l'allenamento.

Il Bologna e le Nazionali di calcio

Palmarès

Competizioni nazionali

Il capitano bolognese, Giacomo Bulgarelli, con la Coppa Italia vinta nel 1973-1974.
1924-1925, 1928-1929, 1935-1936, 1936-1937, 1938-1939, 1940-1941, 1963-1964
1946
1969-1970, 1973-1974
1987-1988, 1995-1996
1994-1995 (girone A)

Competizioni internazionali

1932, 1934, 1961
1937
1970
1998

Competizioni giovanili

1972-1973
1981-1982, 2000-2001
1988-1989
1965
1967
1973, 1982, 1993, 1994, 2004, 2005, 2009
1978
1999, 2000
2001

Altri piazzamenti

Statistiche e record

Partecipazione ai campionati

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Prima Categoria 7 1910-1911 1920-1921 85
Prima Divisione 5 1921-1922 1925-1926
Divisione Nazionale 4 1926-1927 1945-1946
Serie A 69 1929-1930 2015-2016
Serie B 12 1982-1983 2014-2015 12
Serie C1 3 1983-1984 1994-1995 3

In 100 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale nelle semifinali interregionali del 1919-1920.

Partecipazione alle coppe

Di seguito una tabella raffigurante la partecipazione del Bologna alle coppe.

Competizione Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Coppa Italia 68 1926-27 2015-16 68
Coppa dei Campioni 1 1964-65 1
Coppa UEFA 4 1971-72 1999-00 4
Coppa delle Coppe 2 1970-71 1974-75 2
Coppa delle Fiere 3 1966-67 1968-69 3
Coppa Mitropa 8 1955 1988-89 8
Coppa dell'Europa Centrale 5 1932 1939 5
Coppa Intertoto 2 1998 2002 2
Coppa Italia Serie C 3 1983-84 1994-95 3
Coppa di Lega Italo-Inglese 1 1970 1

Statistiche di squadra

Statistiche individuali

Di seguito i primatisti di presenze e reti in tutte le competizioni ufficiali.[41][42]

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Record di presenze
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Record di reti

Tifoseria

Storia

Per le partite casalinghe la tifoseria organizzata si riunisce nella curva nord, dal 2009 intitolata a Giacomo Bulgarelli. La curva era in precedenza denominata "Andrea Costa", dal nome della via prospiciente quel lato dello stadio. Per festeggiare il centenario del club, compiutosi il 3 ottobre 2009, i tifosi rossoblù durante la partita di campionato col Genoa hanno organizzato una coreografia che consisteva di 20.000 bandiere distribuite in tutti i settori dello stadio. I gruppi principali sono i Forever Ultras 1974, Vecchia Guardia 1974 e la Beata Gioventù, nata nel 2012 i cui alcuni appartenenti facevano parte degli storici Mods Bologna prima che si autosospendessero per creare questo nuovo gruppo. Altri gruppi sono i Freak Boys 1986, Settore Ostile, Contro Tendenza Bologna 2004, Fedelissimi, Capottati ed altri.

Gemellaggi e rivalità

Lo stesso argomento in dettaglio: Derby dell'Appennino.

L'unico gemellaggio riconosciuto da tutta la curva è con gli ultras del Ravenna.[43] I gruppi Forever Ultras e Freak Boys hanno un'amicizia da tre anni con i ragazzi degli Ultras Figthers Viareggio, un rapporto di stima e rispetto reciproco con i crotonesi e un'amicizia con gli ultras tedeschi del Bochum nata nel gennaio 2009. Molto sentite anche le amicizie della Beata Gioventù con gli ultras del Siena e della Nocerina . Dal 2015 è nata una amicizia anche con la tifoseria dell'Avellino. La rivalità più sentita è quella contro la Fiorentina (con cui il Bologna disputa il cosiddetto Derby dell'Appennino), partita che in passato è spesso sfociata in duri scontri tra le tifoserie. Altre rivalità altrettanto sentite sono quelle con i corregionali del Modena, del Cesena, del Parma, con la Sampdoria (dopo l'ultima partita di campionato della stagione 1998-1999, quando il Bologna pareggiò 2 a 2 con i doriani e li condannò alla retrocessione), l'Hellas Verona[44][45], l'Inter, la Juventus, la Roma (per un vecchio gemellaggio interrotto bruscamente), il Napoli, la Lazio[46], e l'Olympique Marsiglia, a seguito di gravi incidenti tra le due tifoserie accaduti durante la semifinale di andata di Coppa UEFA a Marsiglia[47], terminata 0 a 0, sia successivi al pareggio per 1 a 1 al ritorno giocato al Dall'Ara (in cui rimasero coinvolti molti tra calciatori, dirigenti e tifosi di entrambe le squadre)[48], che costò l'eliminazione dei rossoblù dalla competizione. Da segnalare anche le rivalità con il Milan, il Torino[49], il Livorno[50], e con lo Spezia, quest'ultima sfociata negli incidenti del 2015 a Castelrotto.[51]

Organico

Lo stesso argomento in dettaglio: Bologna Football Club 1909 2015-2016.

Rosa

Dal sito internet ufficiale della società.[52]

N. Ruolo Calciatore
Bandiera del Brasile P Angelo da Costa
Bandiera della Grecia D Marios Oikonomou
Bandiera dell'Italia D Archimede Morleo (Capitano)
Bandiera della Svezia D Emil Krafth
Bandiera del Cile C Erick Pulgar
Bandiera dell'Italia C Lorenzo Crisetig
Bandiera dell'Algeria C Saphir Taïder
Bandiera dell'Italia A Mattia Destro
Bandiera della Colombia D Juan Camilo Zuniga
Bandiera dell'Italia D Luca Rossettini
Bandiera dell'Argentina C Franco Zuculini
Bandiera del Senegal D Ibrahima Mbaye
Bandiera della Slovenia C Marko Krivičić
Bandiera dell'Italia A Emanuele Giaccherini
Bandiera dell'Italia A Robert Acquafresca
N. Ruolo Calciatore
Bandiera della Guinea D Kévin Constant
Bandiera dell'Italia D Domenico Maietta
Bandiera della Guinea C Amadou Diawara
Bandiera dell'Italia C Luca Rizzo
Bandiera dell'Italia A Franco Brienza
Bandiera dell'Italia D Alex Ferrari
Bandiera dell'Italia D Adam Masina
Bandiera della Francia A Anthony Mounier
Bandiera dell'Italia D Daniele Gastaldello (Vice-Capitano)
Bandiera del Ghana C Godfred Donsah
Bandiera della Macedonia del Nord P Dejan Stojanović
Bandiera dell'Italia C Matteo Brighi
Bandiera dell'Italia P Antonio Mirante
Bandiera dell'Italia A Sergio Floccari

Staff tecnico

Dal sito Internet ufficiale della società.[52]

File:Bolognafcstemma.png
Staff dell'area tecnica
  • Bandiera dell'Italia Roberto Donadoni - Allenatore
  • Bandiera dell'Italia Luca Gotti - Allenatore in seconda
  • Bandiera dell'Italia Renato Olive - Collaboratore tecnico
  • Bandiera dell'Italia Roberto Tassi - Team manager
  • Bandiera dell'Italia Giovanni Andreini - Preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Mario Bortolozzi - Preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Luca Bucci - Preparatore dei portieri
  • Bandiera dell'Italia Gianni Nanni - Responsabile sanitario
  • Bandiera dell'Italia Luca Bini - Medico sociale
  • Bandiera dell'Italia Luca Ghelli - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Carmelo Sposato - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Davide Nicolini - Magazziniere
  • Bandiera dell'Italia Matteo Campagna - Magazziniere
  • Bandiera dell'Italia Nicola Capelli - Magazziniere

Note

  1. ^ Graduatoria IFFHS 19.9.2009, su iffhs.de. URL consultato il 6 maggio 2009.
  2. ^ Il periodo d'oro della Mitropa Cup, su calcioromantico.com. URL consultato il 20 marzo 2015.
  3. ^ a b c d e La storia del Bologna stagione per stagione, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 19 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2010).
  4. ^ La fondazione, su enciclopediadelcalcio.com, www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
  5. ^ Lo scudetto delle pistole, su ilgiornale.it, 9 maggio 2007. URL consultato il 21 novembre 2014.
  6. ^ Michele Smargiassi, Il Duce, il Genoa e la stella scippata, repubblica.it, 27 novembre 2008. URL consultato il 21 novembre 2014.
  7. ^ Come a Vienna si giudicano squadre, dirigenti, giocatori e arbitri, in La Stampa, 1º gennaio 1933. URL consultato il 6 gennaio 2016.
  8. ^ L'uomo che costruì il Bologna che faceva tremare il mondo, su enciclopediadelcalcio.com, www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 18 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
  9. ^ Dopo le delusioni arriva Bernardini, su enciclopediadelcalcio.com, www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
  10. ^ Così si gioca solo in paradiso, su enciclopediadelcalcio.com, www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
  11. ^ a b c Il settimo ed ultimo scudetto ( di quella mitica stagione si ricordano anche le vittorie contro il Milan e la Juventus , entrambe per 2-1 , nel girone d'andata ), su enciclopediadelcalcio.com, www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
  12. ^ Tutte le partite: 1969-70, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 19 ottobre 2008.
  13. ^ Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, Vol. 6 (1989-1990), Panini, 11 giugno 2012, p. 10.
  14. ^ Rigore fatale, poi la rissa sfuma il sogno di Mazzone, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it. URL consultato il 13 ottobre 2012.
  15. ^ Bologna, prima la beffa e poi la rissa, su archiviostorico.corriere.it, corriere.it. URL consultato il 13 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale).
  16. ^ Fiorentina quanti affanni Ma Batistuta dà la scossa, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it. URL consultato il 13 ottobre 2012.
  17. ^ Il Bologna caccia Arrigoni e chiama Sinisa Mihajlovic, su repubblica.it, www.repubblica.it. URL consultato il 3 novembre 2008.
  18. ^ Via Mihajlovic, arriva Papadopulo, su repubblica.it, www.repubblica.it. URL consultato il 14 aprile 2009.
  19. ^ Il Bologna esonera Colomba prima di partire, su it.uefa.com, uefa.com. URL consultato il 26 luglio 2012.
  20. ^ Bisoli esonerato, Pioli ha detto sì, su ilrestodelcarlino.it, Il Resto del Carlino, 4 ottobre 2011. URL consultato il 21 luglio 2012.
  21. ^ Serie B, Bologna deferito dalla Procura Figc, ora rischia un punto di penalità - La Gazzetta dello Sport
  22. ^ Bologna, l'ultimo «regalo» di Guaraldi Arriva il meno uno in classifica - Corriere di Bologna
  23. ^ Nota della Società, su bolognafc.it.
  24. ^ Albano in sella fino a dicembre. Ecco come cambia la società, su corrieredibologna.corriere.it.
  25. ^ Bologna, il Cda ha scelto Tacopina, sconfitto Zanetti - La Gazzetta dello Sport
  26. ^ Joe Tacopina è il Presidente del Bologna, su bolognafc.it.
  27. ^ E Saputo scavalcò Tacopina - Repubblica.it
  28. ^ Bologna calcio, Tacopina porta Saputo in tribunale: divorzio vicino - Repubblica.it
  29. ^ Tacopina si è dimesso da presidente del Bologna
  30. ^ a b Società / Tutte le partite, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 19 ottobre 2008.
  31. ^ 1909: la prima maglia del Bologna Football Club, su archiviotimf.blogspot.it. URL consultato il 12 ottobre 2015.
  32. ^ 1925: per la prima volta in maglia verde, su archiviotimf.blogspot.it. URL consultato il 15 ottobre 2015.
  33. ^ a b c Bologna in coro per Antonioli, in archiviostorico.gazzetta.it, 19 dicembre 2007. URL consultato il 19 ottobre 2008.
  34. ^ Addio a Dino Sarti il cantore di Bologna, in www.repubblica.it, 11 febbraio 2007. URL consultato il 19 ottobre 2008.
  35. ^ FIDASS 1936 (prima produzione della casa dolciaria), su gianfrancoronchi.net.
  36. ^ FIDASS 1950 figurine Bologna FC, su gianfrancoronchi.net.
  37. ^ Mascotte Bally Bologna FC, su youtube.com.
  38. ^ Organigramma, su bolognafc.it, http://www.bolognafc.it/. URL consultato il 23 marzo 2015.
  39. ^ Profilo di Pietro Genovesi, su bolognafc.it. URL consultato il 1º agosto 2013.
  40. ^ Alla 10ª giornata a causa di un viaggio in Sudamerica venne temporaneamente sostituito da Raffaele Sansone, come riscontrabile qui
  41. ^ Presenze, su bolognafc.it, http://www.bolognafc.it/. URL consultato il 4 ottobre 2015.
  42. ^ Reti, su bolognafc.it, http://www.bolognafc.it/. URL consultato il 4 ottobre 2015.
  43. ^ La curva Andrea Costa
  44. ^ Bologna-Verona
  45. ^ Bologna-Verona, tafferugli e feriti Arresti e perquisizioni tra gli ultrà, su ilrestodelcarlino.it. URL consultato il 19 aprile 2016.
  46. ^ Bologna-Lazio
  47. ^ Il Bologna spaventa Ravanelli. Incidenti tra tifosi prima e dopo la partita, su archiviolastampa.it. URL consultato il 19 aprile 2016.
  48. ^ Incidenti tra tifosi prima e dopo la partita., su archiviolastampa.it. URL consultato il 21 dicembre 2012.
  49. ^ Sei ore di operazione per salvare la mano al leader degli ultras, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it. URL consultato il 19 aprile 2016.
  50. ^ Scontri prima di Livorno-Bologna Accoltellato un tifoso toscano, su repubblica.it. URL consultato il 19 aprile 2016.
  51. ^ Rissa tra tifosi del Bologna e dello Spezia prima dell’amichevole, feriti, su ilrestodelcarlino.it. URL consultato il 19 aprile 2016.
  52. ^ a b La rosa, su bolognafc.it, Bologna Football Club 1909. URL consultato l'11 aprile 2016.

Bibliografia

Storia

  • AA.VV, Bologna Soccer, a tifare Bologna non ci si annoia mai, Minerva Edizioni, 2011, ISBN 978-88-7381-382-8
  • Giuliano Musi, Marco Tarozzi e Michael Lazzari, 100 Storie per 100 Anni, Bologna, Edizioni Minerva, 2010, ISBN 978-88-7381-293-7
  • L'enciclopedia dei cento anni: 1909-2009 Bologna football club il secolo rossoblu, Bologna, Minerva Edizioni, 2009
  • La storia dei cento anni: 1909-2009 Bologna football club il secolo rossoblu, Bologna, Minerva Edizioni, 2009
  • Bologna, Amore mio: memorabilia: 1909-2009 Bologna football club il secolo rossoblu, Bologna, Minerva Edizioni, 2009
  • Gianni Marchesini, Bologna un Secolo d'Amore, Gianni Marchesini Editore, 2009
  • Lamberto Bertozzi e Carlo F. Chiesa, Romanzo popolare, tra colpi di genio e di pistola l'epopea dello scudetto 1924-25, Bologna, Minerva Edizioni, 2009 ISBN 978-88-7381-270-8
  • Bologna serie A: ritorno in paradiso, Bologna, Minerva Edizioni, 2008
  • Beatrice Buscaroli e Carlo Caliceti, Così si gioca solo in paradiso. Bologna e lo scudetto del 1964, Bologna, Minerva, 2004
  • Renzo Renzi, Bologna carogna. Come vincere uno scudetto, Bologna, Pendragon, 2004
  • Simona Artanidi, Andrea Fontana e Paolo Villani, Il golateo: a Bologna le buone maniere si giocano in campo Bologna, Perdisa editore, 2003
  • Andrea Fontana Bologna in campo si ride, Bologna, Perdisa editore, 2002
  • Gianfranco Civolani, Civ il mio Bologna. Dizionario rossoblu, Edimedia, 2002, ISBN 88-88225-03-X
  • Nino Comaschi, Nino Comaschi fotografo: cinquant'anni di calcio a Bologna, Bologna, Pendragon, 2001
  • Gianni Marchesini Bologna 1909-1999: 90 anni di storia, San Lazzaro di Savena, Edimedia, 1999
  • Gianfranco Civolani, Carlo Caliceti e Lamberto Righi, 1909 millenovecentonove: novant'anni di emozioni: la rivista che racconta la storia del Bologna calcio, Calderara di Reno, Press Club, 1999
  • Gianfranco Civolani, 20 storie rossoblu: il giornalista bolognese che ha attraversato 40 anni di Bologna calcio racconta uomini, fatti, misfatti, misteri e segreti, Bologna, Fuorithema, 1997, ISBN 88-8062-049-5
  • Franco Cervellati, A come Bologna: le vittorie più belle della rinascita dall'inferno della serie C al paradiso del grande calcio, Bologna, Quasar, 1996
  • Franco Cervellati, Ho visto un gran Bologna: le vittorie più belle in trent'anni di storia rossoblu dall'ultimo scudetto ad oggi, Calderara di Reno, Press Club, 1996
  • Alfeo Biagi, Il calcio: dal paradiso all'inferno e ritorno in Storia illustrata di Bologna, V volume Bologna contemporanea: gli anni della democrazia pp 381-400, Repubblica di San Marino, AIEP, 1990
  • Azzurri 1990: storia bibliografica emerografica iconografica della Nazionale italiana di calcio e del calcio a Bologna Roma, La Meridiana, 1990
  • Gianni Marchesini, Bologna 80 anni di gloria, (Voll. 1 - 2), Bologna, Edi Media, 1989,
  • Edmondo Fabbri e Franco Vannini, È il Bologna Bologna, Renografica, 1988
  • Antonio Cozza e Vittorio Zerbini, Cavalcata rosso blu, Desenzano del Garda, Franco Orlandi, 1988
  • Nicola Bosio, Bologna 1988, Milano, Forte, 1988
  • Bologna 97/88: siano tornati in paradiso, Bologna, Spes, 1988
  • Alfeo Biagi, Che Tempi Alfeo Biagi racconta la favola vera dei 7 scudetti e di 7 presidenti del Bologna, Bologna, Spes, 1987
  • Gianfranco Civolani, Lamberto Righi, Bologna: storia e baldoria la storia del Bologna football club, Bologna, I. N.E. I., 1985
  • Gianni Marchesini a cura di, Bologna 1963-64/1983-84, San Lazzaro di Savena, SGM, 1984
  • Gianfranco Civolani, 70 anni di serie A: storia del Bologna calcio, Bologna, Calderini, 1979
  • Federico Zardi, Il caso Bologna, Livorno, Seit, 1964
  • Renzo Renzi, Bologna carogna: cronaca della lotta contro la Lega lombarda, Bologna, Alfa, 1964
  • Bologna Football Club: Il mezzo secolo del Bologna Bologna, Poligrafici Il Resto del Carlino, 1959

Calciatori, allenatori, presidenti

  • Andrea Pelacani, Da sindaco della fascia alla fascia da sindaco. Il Bologna di Carlo Nervo (1994-2007), Maglio Editore, 2014, ISBN 978-88-97195-30-6
  • Italo Cucci Il Mondo di Giacomo Bulgarelli, Limina, 2011, ISBN 978-88-60411-1-74
  • Piero Stabellini, Il bimbo prodigio del Bologna. La storia di Cesare Alberti, asso rossoblu degli anni Venti, Maglio Editore, 2011, ISBN 978-88-97195-09-2
  • Giuliano Musi, Pagotto, un calcio anche alla morte, Bologna, Edizioni Minerva, 2011, ISBN 978-88-7381-371-2
  • Gianfranco Civolani, Onorevole Giacomino: Vita e successi di Giacomo Bulgarelli, Bologna, Edizioni Minerva, 2010, ISBN 978-88-7381-303-3
  • Matteo Marani, Dallo Scudetto ad Auschwitz Alberti Editore, 2007 ISBN 978-88-7424-200-9
  • Gianfranco Civolani, I miei trenta allenatori. Da Fuffo a Renzaccio. Il Civ racconta, Bologna, Alberto Perdisa, 2007
  • Giovan Battista Fabbri, Gibì una vita di bel calcio: lo sport e poesia e divertimento, armonia e amore, Imola, Bacchilega, 2006
  • Giorgio Montebugnoli, Sessant'anni di eroi: 30 grandi del Bologna del dopoguerra, Bologna, Libri di sport, 2005
  • Gianni Marchesini, a cura di, Facce da gol: Ezio Pascutti & Gino Pivatelli, 235 reti per il Bologna, sono i superbomber rossoblu nel dopoguerra, Bologna, Tipografia Moderna 2005
  • Gianfranco Civolani, Commendator Paradiso. Renato Dall'Ara e il giallo dello scudetto del Bologna, Bologna, Alberto Perdisa, 2004, ISBN 88-8372-260-4
  • Fabrizio Calzia e Francesco Caremani, Angeli e diavoli rossoblu. Il Bologna nei racconti dei suoi campioni, Torino, Bradipolibri, 2003, ISBN 88-88329-34-X
  • Giuseppe Quercioli, 130 Gol in RossoBlu, Vita e Reti di Ezio Pascutti Libri di Sport Edizioni, 2003
  • Gianfranco Civolani, Pagliuca, una vita da nº 1: il racconto di una splendida carriera, San Lazzaro di Savena, Erimedia 2, 2003
  • Claudio Beneforti e Valentina Desalvo, Una vita da Signori: autobiografia di Beppe-Gol, Edizioni An.Ma., 2000
  • Michele Orelli, Il guerriero Pietro Mariani: illustri pareri, Bologna, Bologna Town, 1991
  • Michele Orelli, Il Mitico Renato Villa (con il cuore si vince), Bologna, Bologna Town, 1990
  • Alberto Bortolotti, Emilio Marrese, Gigi MyFriend Spes Editrice Pierantoni, 1989
  • Italo Cucci, Haller com'è: un napoletano a Bologna, Bologna, Editoriale Aci, 1966
  • Italo Cucci, Il Borghese Bulgarelli"", Bologna, Editoriale Aci, 1966

I tifosi

Stadio

  • Quercioli Giuseppe, Bologna e il suo stadio : ottant'anni dal Littoriale al Dall'Ara, Pendragon, 2006, ISBN 88-8342-499-9
  • Onofri Sauro Nazario e Ottani Vera, Dal Littoriale allo stadio: storia per immagini dell'impianto sportivo bolognese, Bologna, Consorzio cooperative Costruzioni, 1990
  • Comune di Bologna, "1927-1997, settant'anni di stadio, mostra fotografica: Cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, Bologna dal 29 maggio al 16 giugno 1997, Bologna, 1997
  • Bonuzzi Guglielmo, Il Littoriale di Bologna: le grandi realizzazioni fasciste, Bologna, Edizioni di arte fascista, 1927

Altri progetti

Collegamenti esterni