Gruppo Sportivo Motori Alimentatori Trasformatori Elettrici Roma

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GS MATER
Calcio
Rossoverdi
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Rosso, verde
Dati societari
Città Roma
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Confederazione FIFA
Federazione FIGC
Fondazione 1933
Scioglimento1945
Stadio Motovelodromo Appio
(10 000 posti)
Palmarès
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Il Gruppo Sportivo Motori Alimentatori Trasformatori Elettrici Roma, spesso abbreviata M.A.T.E.R. o MATER[1], era una squadra di calcio con sede a Roma, attiva negli anni trenta e quaranta. Il livello più alto raggiunto dalla squadra è stata una partecipazione alla Serie B. I colori sociali della squadra erano il rosso e il verde[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La militanza in Serie C (1936-1942)[modifica | modifica wikitesto]

Fondata nel 1933 dall'industriale Silvio Renda[3], la MATER iniziò a far parlare di sé nel 1936 quando partecipò alla Prima Divisione: la squadra romana in quella stagione, giocando nel girone del Lazio, in diciotto partite totalizzò ventuno punti e conquistò un terzo posto finale che le garantì la promozione in Serie C al posto delle squadre riserve della capolista Roma (la cosiddetta Roma B) e della Lazio seconda, che non potevano essere promosse.

All'esordio in Serie C nella stagione 1936-1937, inserita nel girone E, chiuse terza, alle spalle di Taranto e Salernitana, mancando l'accesso alla fase finale del campionato. Nello stesso anno partecipò al "Torneo del Littoriale", riservato a squadre capitoline; lo vinse battendo in finale al Testaccio la plurivincitrice del torneo, l'Unione Sportiva Ostiense.[4]

Nei campionati nazionali, al quinto posto della stagione 1937-1938 seguirono nel 1938-1939 e nel 1939-1940 due primi posti, che le valsero la qualificazione alla fase finale; in entrambi i casi non raggiunse però le prime due posizioni, utili per la promozione in Serie B.

Nel 1939 la società aveva affidato la guida della squadra, nelle vesti di allenatore-giocatore, a Fulvio Bernardini, acquistando anche l'attaccante del Venezia Dandolo Flumini. Con Bernardini la squadra s'impose nettamente nel suo girone, distanziando al termine di sette punti la Bagnolese seconda classificata, ma fallendo poi nel girone finale; nel 1940-1941 la MATER perse l'accesso al girone finale per il miglior quoziente reti della Borzacchini Terni, prima a pari merito coi rossoverdi.

Lo stesso quoziente reti premiò la MATER nel 1941-1942: prima nella fase zonale, con tre punti di vantaggio sui concittadini dell'Alba Motor e giunta a pari merito con Cremonese e Pro Gorizia nel girone finale, fu promossa per miglior quoziente reti nei confronti dei biancazzurri friulani.

Serie B e campionato romano di guerra (1942-1945)[modifica | modifica wikitesto]

Il primo campionato di Serie B nella storia della MATER, quello del 1942-1943, si concluse con la salvezza e il piazzamento al dodicesimo posto, a pari merito con l'Alessandria. In questa stagione la squadra giocò le sue partite al sabato, presso lo Stadio Nazionale.

Sospesi i campionati nel 1943 per motivi bellici, la MATER partecipò con altre squadre capitoline ad un torneo locale, il campionato romano (o romano-laziale) di guerra, che si disputò per due stagioni. Nel 1944 i rossoverdi si classificarono quarti, alle spalle di Lazio, Roma e Tirrenia; nel 1945, con un numero di partecipanti ridotto da 10 a 8, la MATER chiuse sesta. Tra questi due tornei si giocarono anche un "torneo a quattro", disputato tra le prime quattro classificate del campionato romano 1944 e vinto dalla Roma (che aveva sconfitto la MATER in semifinale), e la "Coppa Città di Roma", vinta dalla Roma nel gennaio 1945 battendo in finale per 4-1 proprio la MATER (che aveva estromesso in semifinale la Lazio).

Dopoguerra e scioglimento (1945)[modifica | modifica wikitesto]

La seconda guerra mondiale segnò il declino della squadra, che pur avente diritto a prendere parte al campionato 1945-46, rinunciò al campionato per mancanza di fondi e per la scadenza dei prestiti che le avevano garantito la disputa della Serie B prima della pausa bellica. Pochi giorni dopo si sciolse definitivamente dopo 12 anni di storia[5].

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Cronistoria del Gruppo Sportivo M.A.T.E.R.
  • 1933 - Fondazione del Gruppo Sportivo Motori Alimentatori Trasformatori Elettrici Roma, altresì conosciuta come Gruppo Sportivo M.A.T.E.R. che inizia la sua attività agonistica partecipando ai campionati organizzati dall'ULIC[3] e successivamente si iscrive al campionato di Terza Divisione.
  • 1933-34 - 5ª nel girone B della Terza Divisione Laziale.
  • 1934-35 - 3ª nel girone B della Terza Divisione Laziale. 3ª nel girone finale. Ammessa in Prima Divisione a completamento organici.
  • 1935-36 - 3ª nel girone unico della Prima Divisione XI Zona (Lazio). Promossa in Serie C.
  • 1936-37 - 3ª nel girone E della Serie C.
    Primo turno di Coppa Italia.
  • 1937-38 - 5ª nel girone E della Serie C.
    Secondo turno di Coppa Italia.
  • 1938-39 - 1ª nel girone G della Serie C. 3ª nel girone finale B.
    Primo turno di Coppa Italia.
   

Statistiche e record[modifica | modifica wikitesto]

Partecipazione ai campionati[modifica | modifica wikitesto]

Campionati nazionali
Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Serie B 1 1942-1943 1
Serie C 6 1936-1937 1941-1942 6

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Secondo altre fonti (si veda per es.: ELENCO SIGLE ED ACRONIMI, su tramtreniealtro.com. URL consultato il 24 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2017).), MATER è l'acronimo di Motori Alternatori Trasformatori Elettrici Roma.
  2. ^ Juventus-Mater 6-1, dal Littoriale, 20 settembre 1942, p. 3.
  3. ^ a b Alberto Valentini. Nove anni di fede, di speranze e di successi, dal Littoriale del 4 agosto 1942, p. 2.
  4. ^ La Commissione Tecnica proclama il Gruppo Sportivo MATER vincitore..., dal Littoriale, 14 agosto 1937, p. 4.
  5. ^ La MATER si scioglie?, dal Corriere dello Sport del 30 luglio 1945, p. 2

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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