Calcio Padova

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Calcio Padova
Calcio
Biancoscudati, Patavini
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
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Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
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Pantaloncini
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Trasferta
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
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Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Bianco-Rosso con scudo bianco-rosso
InnoVai, grande Padova!
Gianni Malatesta
Dati societari
CittàFile:Padova-Stemma.png Padova
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie B
Fondazione1910
PresidenteBandiera dell'Italia Marcello Cestaro
AllenatoreBandiera dell'Italia Fulvio Pea
StadioEuganeo
(32.336 + 84 (tribuna stampa): 32.420 posti)
Sito webwww.padovacalcio.it
Palmarès
Coppa Italia Lega Pro
Titoli nazionali1 Campionato di Serie B
1 Campionato di Serie C o C1
2 Campionati di Serie C2
1 Campionato Primavera (B)
Trofei nazionali1 Coppe Italia Serie C/Lega Pro
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Il Calcio Padova S.p.A, già Associazione Calcio Padova, nota semplicemente come Padova, è una società calcistica italiana di Padova, fondata ufficialmente il 29 gennaio 1910 da un gruppo di padovani guidati da Giorgio Treves de'Bonfili.

Fra i migliori piazzamenti della squadra ci sono il terzo posto nel Campionato di Serie A del 1957-1958, la finale di Coppa Italia nel 1966-1967, la finale nella Coppa Piano Karl Rappan nel 1962-1963, la vittoria della Coppa Italia Semiprofessionisti nel 1979-1980, la finale della Coppa Anglo-Italiana nel 1983 e lo scudetto da parte della formazione Primavera nel 1965-1966.

Occupa il 23º posto nella Classifica perpetua della Serie A, vantando 16 presenze nella massima serie da quando esiste il girone unico, l'ultima nel 1996. Attualmente milita in Serie B.

La squadra gioca le sue partite casalinghe nello Stadio Euganeo. Sebbene lo Stadio Appiani rimanga ancor oggi nel cuore dei tifosi, che lo rimpiangono. La maglia classica è bianca con lo scudo cittadino (croce rossa su sfondo bianco) sul petto ed i bordi rossi, ed i giocatori vengono chiamati biancoscudati.

Il Monza ed il Padova sono stati protagonisti del primo anticipo televisivo in assoluto disputato il 28 agosto 1993 alle 20:30, per la prima giornata del campionato di Serie B.[1]

Storia

Dagli albori agli anni cinquanta

«È costituita col nome di Associazione del Calcio Padova una società avente lo scopo di incrementare la pratica e la diffusione del Gioco del Calcio in particolare e degli altri sport atletici in genere col fine della educazione fisica della gioventù.»

Formazione del Padova annata 1910-11. Con il numero 8, il fondatore e presidente della squadra Giorgio Treves de'Bonfili
Formazione del Padova annata 1914-15

L'Associazione Calcio Padova viene fondata il 29 gennaio 1910 nella sede della Rari Nantes Patavium, in piazzetta delle Garzerie, e sceglie subito il bianco e il rosso come propri colori sociali. Dopo l'approvazione dello Statuto, i cinquanta soci eleggono il direttivo. Presidente è nominato il barone Giorgio Treves de'Bonfili, vicepresidente il marchese Giuseppe Corradi. Il 20 febbraio la formazione biancoscudati esordisce in amichevole contro l'Hellas Verona e pareggia a reti bianche al campo “Giovan Battista Belzoni”.

Nella stagione 1913-14 il Padova vince il campionato veneto-emiliano di promozione e passa al campionato di Prima Categoria dell'Italia Settentrionale, la massima serie dell'epoca; la stagione di esordio in massima serie si risolve con un dignitoso quarto posto nel girone eliminatorio alle spalle di Vicenza, Hellas Verona e Venezia. Autentico trascinatore della squadra è un cannoniere non ancora ventenne, Silvio Appiani, che mette a segno 17 reti in 14 partite. Il 20 ottobre 1915 il giovane soldato volontario Silvio Appiani muore sul Carso. Si spegne il suo grande talento, ma rimarrà negli anni come simbolo di giovinezza e passione per l'intero calcio padovano. Il 19 ottobre 1924 viene inaugurato lo stadio di via Carducci che ancora porta il suo nome.

Formazione del Padova nel campionato di Prima Divisione 1921-1922
Formazione del Padova nel campionato di Prima Divisione 1922-1923

Nei primi anni del primo dopoguerra, il Padova si confermò tra le migliori squadre del Veneto, qualificandosi regolarmente alle semifinali dell'Alta Italia, nelle quali non brillò mai particolarmente, concludendo sempre nelle ultime posizioni. Nel 1921-22 fu tra le secessioniste che si staccarono dalla FIGC fondando una federazione e un campionato indipendenti (CCI): il Padova concluse al 5º posto nel girone B di Prima Divisione CCI, qualificandosi senza problemi al torneo successivo di massima serie nonostante la riconciliazione tra FIGC e secessioniste e conseguente riduzione dei quadri. Nella stagione 1922-23 il Padova riuscì nell'impresa di vincere il girone C di Prima Divisione qualificandosi al girone a tre di semifinale per lo scudetto con Genoa e Pro Vercelli, nel quale terminò però solo terza. Nella stagione 1923-24 disputò un altro ottimo torneo sfiorando l'accesso alla finale con un 2º posto nel girone A. Negli anni successivi il Padova riuscì sempre a salvarsi rimanendo in massima serie (che da Prima Divisione cambiò prima denominazione in Divisione Nazionale nel 1926 e poi nel 1929 in Serie A). Nel 1928-29, con un 8º posto nel girone A di Divisione Nazionale, riuscì a qualificarsi, seppur in extremis, al primo campionato di Serie A a girone unico. La stagione del debutto in A fu tuttavia infausta per i padovani: terminando il torneo al penultimo posto, precipitò per la prima volta in Serie B.

Nell'estate del 1931, con il Padova in Serie B, diventa presidente l'ingegner Ferruccio Hellmann, che contribuisce all'acquisto di importanti calciatori. Il bomber Gastone Prendato va alla Fiorentina ma arrivano alcuni giovani di grande avvenire fra i quali Annibale Frossi o Alfredo Foni, che diventerà terzino nella Juventus nonché uno dei grandi del calcio del quinquennio (campione olimpico 1936 e del mondo nel 1938). Il posto di Prendato viene preso da Mario Perazzolo che con le sue 17 reti porta la squadra verso il secondo posto che vale la promozione in Serie A, dove la squadra rimarrà per due campionati prima di tornare in Serie B. Dopo una breve parentesi in Serie C, nel 1937 il Padova riconquista la serie cadetta contemporaneamente all'arrivo alla presidenza di Bruno Pollazzi. Diventa presidente nell'estate del 1937 e la squadra ottiene un ottimo quarto posto a soli 3 punti dalla vetta.

Benito Sarti da bambino, Adone Stellin, Enzo Romano, Pietro Sforzin

Nell'estate successiva giunge in biancoscudato Gino Cappello, attaccante diciottenne poi al Bologna, che si presenta alla prima stagione segnando dieci gol mentre al suo secondo campionato con i biancoscudati metterà in rete 29 gol in 28 partite. Nel campionato 1940-1941, concluso col quinto posto, viene ingaggiato Nereo Rocco, mezz'ala ventottenne che ha già vestito la maglia della nazionale e quella di club importanti come Triestina e Napoli e in seguito allenatore sempre del Padova. Adcock e Giancarlo Vitali sono i due centravanti (rispettivamente 17 e 18 centri) alla guida di un attacco che chiude con un bottino di 71 reti. Nell'estate del 1951 la dirigenza si sforza di modificare profondamente i connotati di questo Padova e a novembre, sotto la spinta di una classifica preoccupante, si corre ancora ai ripari ingaggiando il norvegese Knut Andersen. Ciononostante, la squadra alla fine retrocede.

L'era Rocco

Charles Adcock con la maglia del Padova

Nel campionato 1953-54 la squadra stenta e il presidente Pollazzi decide di sostituire il tecnico Rava con un allenatore che è appena stato esonerato dalla Triestina e sta meditando di lasciare il calcio per dedicarsi all'azienda di famiglia[2]. È Nereo Rocco, che traghetta i biancoscudati verso la salvezza. Rocco viene riconfermato anche per la stagione successiva, che vede il dominio del Lanerossi Vicenza, ma il Padova lotta alla grande e nell'ultimo turno supera il Legnano e conquista col secondo posto un'insperata promozione. La città è in festa; Rocco ha ottenuto il meglio dai suoi e ha riportato il Padova in Serie A.

Nel 1955-56, dopo un avvio disastroso (1-2 dalla Lazio all'Appiani, 0-1 dalla Fiorentina in trasferta e un pesante 1-5 dal Milan ancora in casa), il Padova si afferma come la sorpresa del torneo. È iniziata l'“era Rocco”. La squadra punta le proprie possibilità su un dispositivo difensivo potenziato: una casa solida, ama dire Rocco, comincia dalle fondamenta. Il suo “catenaccio” diventa una vera filosofia calcistica, capace di influenzare tutto il calcio italiano. La squadra si piazza addirittura ottava.

Nel campionato 1956-57 non si va oltre una salvezza tranquilla, terminando il torneo all'undicesimo posto, e nemmeno il 1957-58 parte nei migliori dei modi. Ma dopo alcune giornate in sordina il panzer Sergio Brighenti e la piccola ala svedese Kurt Hamrin cominciano a fare faville. Il poderoso Padova dei panzer, già impenetrabile in difesa, acquisisce grazie a loro un eccellente potenziale offensivo, che può dunque promuovere ed esaltare il contropiede, complemento ideale del catenaccio. Il Padova chiude quel campionato al terzo posto in massima divisione, miglior risultato di sempre. Questa la formazione: Pin, Blason, Scagnellato, Pison, Azzini, Moro, Hamrin, Rosa, Brighenti, Mari (Chiumento), Boscolo.

Gastone Zanon, 255 presenze e 2 gol in maglia biancoscudata

Il 1958-59 vede il Padova privato di Hamrin, che prende la via di Firenze, ma Rocco costruisce un altro capolavoro guidando la squadra al settimo posto in campionato e portando la coppia d'attacco Brighenti - Mariani in nazionale per un'amichevole a Wembley con l'Inghilterra (2-2 proprio con gol della coppia patavina). Il Padova è ormai acquartierato nelle zone nobili della classifica e l'Appiani (violato solo da Milan e Juventus) è un campo che fa paura a tutti. Ma il sogno termina l'estate del 1961 quando, dopo aver resistito più di una volta, Nereo Rocco deve cedere alle sirene di un grande club: lo chiama il Milan di Gipo Viani e l'appuntamento con gli obiettivi di vertice, nazionali ed internazionali, non può più essere rimandato. Il Pàron se ne va e con lui il pezzo più glorioso della storia della società biancoscudata.

Ritorno in A dopo 32 anni

Lo stesso argomento in dettaglio: Coppa dell'Amicizia italo-francese 1961.

Gli anni sessanta e settanta si rivelano avari di soddisfazioni calcistiche. Nel 1961 il Padova prende parte alla terza edizione della "Coppa dell'Amicizia" italo-francese nella selezione rapprestentante l'Italia composta anche da SPAL, Lanerossi Vicenza, Atalanta, Milan, Venezia, Prato, Ozo Mantova, Como e Genoa. Gli italiani batterono la selezione francese per 22 punti a 18. Nel 1961-62, orfano di Rocco e alle prese con una rosa da rinnovare, il Padova retrocede in B dopo sei anni nella massima Serie.

L'anno seguente la squadra partecipa alla Coppa Piano Karl Rappan, torneo ufficiale tra le Nazioni della Mitteleuropa. In questa edizione i biancoscudati vincono il loro girone battendo il Dorogi Bányász SE, l'FC La Chaux-de-Fonds e lo Spartak Plzen. Ai quarti di finale superano 7-1 gli jugoslavi dell'OFK Belgrado con un 7-1 all'andata e una sconfitta per 4-3 al ritorno; vincono anche in semifinale con gli ungheresi del Pécsi Dózsa FC con un 3-4 e una vittoria per al ritorno per 3-0. La finale del 3 aprile 1963 in casa a Padova viene però persa con lo Slovnaft Bratislava della Cecoslovacchia per 1-0.

Nel 1965-66 la squadra primavera, il cui campionato all'epoca si disputava diviso tra squadre di Serie A e squadre di Serie B, vince il massimo trofeo nazionale.

È nell'anno 1967, invece, una delle migliori prestazioni di sempre nella storia del club biancoscudato, all'epoca relegato in Serie B, che gioca la finale di Coppa Italia contro il Milan di Trapattoni e Rivera, perdendola per 1-0[3].

Franco Cerilli contribuì alla promozione in Serie B nel 1982-83

Per tutti gli anni '70 la squadra naviga in terza serie, senza risultati di rilievo, concludendo il decennio con la retrocessione in serie C2 nella stagione 1978-79 durante la presidenza Pastorello: si tratta del punto più basso della storia del club. La prima stagione in C2 si conclude con l'amaro epilogo della sconfitta con il Trento nello spareggio promozione. L'anno seguente la squadra centra il ritorno in serie C1 dominando il proprio girone e si aggiudica la Coppa Italia Semiprofessionisti. Al termine della stagione 1982-83, alla guida di Bruno Giorgi, il Padova riesce infine a fare ritorno in serie B, categoria lasciata nel 1969.

Nel 1983 il Padova perde la finale della Coppa Anglo-Italiana col Cosenza. In una tre giorni disputata tra il 23 ed il 25 aprile a Cosenza, i biancoscudati si imposero in semifinale per 4-2 contro il Chelmsford. Nella finale del 25 aprile i padroni di casa si assicurarono il titolo battendo il Padova di Bruno Giorgi per 2-0. Il Padova partecipò alla competizione anche nel 1993-94 affrontando Portsmouth, West Bromwich Albion, Stoke City e Southend United.

Lo stesso argomento in dettaglio: Caso Padova.
Claudio Valigi, 135 presenze 17 gol e una promozione in Serie B nel 1986-1987 con il Padova

Dopo la retrocessione in Serie C1 dovuta ad un caso di illecito sportivo (Caso Padova) nel 1985 e dopo un paio di stagioni in questa categoria, ritorna in Serie B. Seguono tre stagioni tra i cadetti che si concludono in posizioni di metà classifica. Nel corso della stagione 1990-91, alla guida di Mario Colautti, il Padova sfiora il ritorno in prima divisione, concludendo al quinto posto a un punto dall'Ascoli. Fatale, per una squadra che vede protagonisti futuri punti fermi della Nazionale italiana quali Angelo Di Livio, Antonio Benarrivo e un giovanissimo Demetrio Albertini, è la sconfitta per 2-1 contro la Lucchese all'ultima giornata. La stagione successiva riesce, sempre all'ultima giornata, a conquistare il punto decisivo che consente di ottenere la salvezza (1-1 a Pescara), senza rientrare nel gruppo di squadre con 35 punti coinvolte nella classifica avulsa.

Anche nella stagione 1992-93, con in panchina Mauro Sandreani, la promozione svanisce di un soffio. Durante il girone di ritorno i veneti compiono una rincorsa che riesce a far raggiungere alla terzultima giornata il quarto posto, dopo aver battuto 2-0 il già retrocesso Taranto, ed agganciando il Lecce (fermato in casa sul pari dalla SPAL) e l'Ascoli (1-1 ad Andria), mentre il Piacenza allunga; la domenica successiva avviene la beffa: i biancoscudati pareggiano 1-1 a Lucca, mentre i salentini espugnano per 3-2 il Dall'Ara (spedendo il Bologna in C1) e si riportano ad un punto di vantaggio insieme all'Ascoli, che supera agevolmente il Cesena (3-0). Unico spiraglio viene dal pareggio casalingo degli emiliani, fermati 0-0 in casa dalla Fidelis Andria. All'ultima giornata, nello scontro diretto dell'Euganeo, i marchigiani vengono sconfitti per 3-2, ma le contemporanee vittorie del Lecce sulla Lucchese (2-1) e del Piacenza a Cosenza (1-0), vanificano tutto.

Per il ritorno dei biancoscudati in serie A occorre attendere il campionato 1993-94. Al termine della stagione, sotto la presidenza del commendator Marino Puggina, uno spareggio vinto 2-1 contro il Cesena il 15 giugno sul neutro di Cremona[4] permette alla squadra veneta di risalire in massima serie dopo 32 anni.

Filippo Maniero, bomber del Padova degli anni novanta

Il Padova resiste due stagioni tra le grandi della Serie A, guidato dal presidente Sergio Giordani e dal tecnico Mauro Sandreani. Dopo un campionato caratterizzato da risultati importanti contro le "grandi" (vittorie in casa con Milan, Inter e un clamoroso 1-0 al Delle Alpi ai danni della Juventus[5]) ma modesti contro le piccole, si salva grazie allo spareggio con il Genoa, giocato a Firenze e deciso ai calci di rigore. Tra i giocatori di quell'anno c'era il difensore Alexi Lalas, primo statunitense ad approdare nel calcio italiano. Anche grazie alla sua altezza (191 cm) la difesa subisce pochissimi goal di testa. Nel 1996 non riesce a bissare l'impresa, nonostante la prolifica coppia gol Goran Vlaović-Nicola Amoruso, retrocede e inizia un periodo nero che in soli quattro anni la vedrà sprofondare in Serie C2.

Gli anni 2000

Nel 2000-01 la squadra, guidata da Franco Varrella e trascinata da Felice Centofanti, torna in C1. Il 18 ottobre del 2004 il cavalier Marcello Cestaro diventa ufficialmente presidente della Società, subentrando all'imprenditore padovano Alberto Mazzocco. I biancoscudati sfiorano i play-off con Renzo Ulivieri nel 2004-05, ma al termine della stagione il tecnico toscano si dimette e la squadra passa sotto la direzione di Maurizio Pellegrino. Nella stagione 2006-07 i patavini non partono benissimo per poi riprendersi nel girone di ritorno con l'arrivo alla guida di Andrea Mandorlini, subentrato a Maurizio Pellegrino. La squadra, però, conclude la stagione al settimo posto, fuori dalla zona play-off.

Il 18 marzo 2008, Ezio Rossi viene esonerato a causa degli scarsi risultati. Viene chiamato il tecnico della Berretti, Carlo Sabatini. A fine stagione 2007-08 il Padova si classifica 6º ad un solo punto dal Foggia e dai play-off pur avendo il miglior attacco di tutta la Serie C1 con 57 gol realizzati.

Nella stagione 2008-09 il Padova gioca il suo undicesimo campionato di Lega Pro (ex Serie C) – di cui 9 in Prima Divisione (l'ottavo consecutivo in Prima Divisione dalla stagione 2001-2002) e 2 in Seconda Divisione – e prende parte insieme ad altre squadre di Lega Pro e Serie D alla Coppa Italia con le squadre di Serie A e Serie B (come nell'edizione 2005-06).

Vincenzo Italiano, capitano del Padova (2009-2012)

Il 17 settembre 2008 il Padova, dopo un avvio non incoraggiante in campionato dove racimola due punti in tre partite, viene eliminato dal Catania al quarto turno di Coppa Italia per 4-0 dopo un inizio di torneo dove aveva eliminato il Pontedera, il Piacenza e il Chievo, presentandosi così al quarto turno insieme al Ravenna come uniche 2 squadre non appartenenti alla A o alla Serie B.

Il 12 gennaio 2009, dopo il pareggio per 0-0 contro il Legnano seguito da una contestazione dei tifosi nel fine partita, la società decide per l'esonero del direttore sportivo Mauro Meluso e dell'allenatore Carlo Sabatini. Al loro posto vengo chiamati Doriano Tosi (nuovo direttore sportivo) e Attilio Tesser (nuovo allenatore). Tuttavia il 22 febbraio dopo aver raccolto solo 4 punti in 5 partite, Tesser viene esonerato. Al suo posto viene richiamato Carlo Sabatini[6]. Il ritorno di Sabatini sembra risvegliare la squadra, che da quel momento ricomincia a risalire la china. Un filotto di cinque vittorie consecutive permette ai biancoscudati di raggiungere i play-off di Prima Divisione al quarto posto in classifica finale.

Il ritorno in Serie B

Il 17 maggio il Padova affronta nella semifinale play-off il Ravenna, pareggiando 1-1 all'Euganeo e vincendo per 2-1 fuori casa, dopo 90 minuti intensi, con i gol di Pătraşcu su punizione e Falsini. Nella finale d'andata arriva il pareggio interno per 0-0 contro la Pro Patria, dove i veneti sbagliano anche un rigore con Rabito. Alla fine della gara di ritorno, grazie alla vittoria per 2-1 con doppietta di Antonio Di Nardo, resa ancora più difficile dall'inferiorità numerica per tutto il secondo tempo (espulso Di Venanzio), il Padova torna in Serie B dopo undici anni di assenza[7].

Stagione 2009-2010

Stephan El Shaarawy, migliore calciatore della Serie B 2010-2011 al Gran Galà del calcio AIC

La squadra inizia bene nel campionato cadetto, rimanendo imbattuta fino all'ottava giornata, quando perde per 1-2 a Crotone, e dopo nove giornate è al 2º posto, in zona play-off, insieme al Cesena, altra rivelazione del torneo. In seguito arrivano le prime sconfitte, che progressivamente fanno scivolare il Padova in zona play-out. L'8 febbraio 2010, in seguito alla sconfitta con il Piacenza per 1-0, viene esonerato il tecnico Carlo Sabatini[8]. Il 9 febbraio il suo posto viene preso da Nello Di Costanzo[9]. Dopo due mesi Sabatini torna alla guida della squadra. Il 30 maggio 2010 dopo la vittoria per 2-1 in casa contro il Brescia il Padova si trova a disputare i play-out contro la Triestina in due sfide che si tengono il 4 giugno e il 12 giugno. La gara di andata giocata in casa termina senza reti e dunque occorre una vittoria per salvarsi: il 12 giugno i biancoscudati restano in Serie B grazie ad un secco 3-0, con le reti di Vantaggiato, Cuffa e Bonaventura[10].

Stagione 2010-2011

Nella stagione 2010-2011 dopo il cambio di allenatore e con un nuovo direttore sportivo, il Padova parte bene trascinato dalla coppia d'attacco Succi-Vantaggiato e dal trequartista Davide Di Gennaro che, grazie ai punti ottenuti soprattutto in casa portano la squadra a ridosso della zona play-off. Tuttavia i numerosi infortuni occorsi durante la stagione fanno ripiombare la squadra nella zona di centro classifica. Il 15 marzo 2011 dopo la sconfitta nel derby contro il Cittadella l'allenatore Alessandro Calori viene esonerato. Lo stesso giorno la guida della squadra viene affidata al tecnico della Primavera, Alessandro Dal Canto, che al suo debutto in panchina il 19 marzo vince per (2-0) contro il Pescara. Nell'ultimo turno di campionato del 29 maggio la squadra di Dal Canto, trascinata nella fase finale del torneo da Stephan El Shaarawy, ottiene il 5º posto battendo il Torino 2-0 in trasferta ottenendo così un posto ai play-off. Dal 15 marzo al 29 maggio la squadra non ha mai perso. Alle semifinali dei play-off, il Padova supera il Varese con una vittoria in casa per 1-0 seguita da un pareggio per 3-3 fuori casa. La finale per la serie A vede il Padova affrontare il Novara che ha battuto la Reggina nella semifinale, con un gol all'ultimo minuto. Dopo un pareggio per 0-0 in casa, il 12 giugno la squadra veneta perde la finale di ritorno per 2-0, vedendo così svanire il sogno di un ritorno in massima serie.

Stagione 2011-2012

La stagione inizia con la conferma del duo Foschi-Dal Canto, che dopo l'ottima stagione appena conclusa, rinforzano la squadra portando all'ombra del Santo giocatori del calibro di Omar Milanetto, Ivan Pelizzoli, Michele Marcolini, Daniele Cacia e il giovane portiere Mattia Perin. Dopo un buon inizio dove nelle prime sette giornate la squadra totalizza 17 punti su 21, senza mai perdere, i biancoscudati iniziano ad inanellare una serie di risultati insoddisfacenti (4 vittorie, 4 sconfitte e 2 pareggi tra l'8ª giornata e la 17ª giornata) che culmineranno nella famigerata partita della 18ª giornata contro il Torino sospesa al 76' per un guasto all'impianto di illuminazione sul risultato di 1-0 in favore dei biancoscudati. Dopo il recupero del 14 dicembre che sancisce il risultato di 1-0, si susseguiranno una serie di ricorsi e controricorsi, che culmineranno dapprima in un 3-0 in favore del Torino e poi nell'1-0 in favore del Padova. Successivamente, dopo un mercato invernale sterile in cui l'unico rinforzo è Simone Bentivoglio e dove viene assunto Luca Baraldi come collaboratore del presidente, la stagione del Padova è un continuo calare, che conosce il suo punto più basso nella sconfitta in casa per 6-0 contro il Pescara di Zeman. I biancoscudati dicono addio al sogno della Serie A il 20 maggio 2012 dopo aver perso 3-0 fuori casa contro la Nocerina e concludono la stagione al settimo posto.

Stagione 2012-2013

Il quarto campionato di fila in serie cadetta vede un cambio alla guida tecnico-manageriale del club, con la chiamata di Fabrizio Salvatori come direttore sportivo[11] e di Fulvio Pea in panchina[12]. Anche la squadra è fortemente rinnovata, con l'innesto di diversi giovani e la riduzione complessiva del budget di mercato. Con il coinvolgimento nello scandalo scommesse del 2011 della società, riconosciuta colpevole di responsabilità oggettiva per le violazioni di un suo tesserato, la squadra deve iniziare la stagione con 2 punti di penalità.[13]

Cronistoria

Cronistoria dell'Associazione Calcio Padova
  • 1910: fondazione dell'Associazione Calcio Padova.
  • 1910-11: partecipa al Campionato Veneto di Seconda Categoria.
  • 1912-13: 3º nel Campionato Veneto di Promozione.
  • 1913-14: 1º nel Campionato Veneto di Promozione. Promosso in Prima Categoria.
  • 1914-15: 4º nel girone eliminatorio Veneto-Emiliano.
  • 1915/19: attività sospesa per cause belliche (prima guerra mondiale).

  • 1919-20: 6º nel girone B delle semifinali nazionali.
  • 1920-21: 3º nel girone C delle semifinali nazionali.
  • 1921-22: 5º nel girone B della Prima Divisione C.C.I.
  • 1922-23: 3º nelle finali della Prima Divisione Nord.
  • 1923-24: 2º nel girone A della Prima Divisione Nord.
  • 1924-25: 4º nel girone B della Prima Divisione Nord.
  • 1925-26: 4º nel girone B della Prima Divisione Nord. Ammesso alla nuova Divisione Nazionale.
  • 1926-27: 7º nel girone B della Divisione Nazionale.
  • 1927-28: 8º nel girone A della Divisione Nazionale.
  • 1928-29: 8º nel girone A della Divisione Nazionale.


  • 1939-40: 8º in Serie B.
  • 1940-41: 5º in Serie B.
  • 1941-42: 4º in Serie B.
  • 1942-43: 10º in Serie B.
  • 1943-44: 3° nel girone A Veneto del Campionato Misto di Guerra Alta Italia.
  • 1944/45: attività sospesa per cause belliche (seconda guerra mondiale).
  • 1945-46: 6º nel girone finale del Campionato Cadetto Misto dell'Alta Italia.
  • 1946-47: 2º nel girone B della Serie B.
  • 1947-48: 1º nel girone B della Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1948-49: 11º in Serie A.


  • 1966-67: 6º in Serie B. Finalista in Coppa Italia. Cambia denominazione in Associazione Calcio Padova S.p.a.[14].
  • 1967-68: 12º in Serie B.
  • 1968-69: 20º in Serie B. Retrocesso in Serie C.

  • 1969-70: 7º nel girone A della Serie C.
  • 1970-71: 3º nel girone A della Serie C.
  • 1971-72: 10º nel girone A della Serie C.
  • 1972-73: 7º nel girone A della Serie C.
  • 1973-74: 13º nel girone A della Serie C.
  • 1974-75: 14º nel girone A della Serie C.
  • 1975-76: 11º nel girone A della Serie C.
  • 1976-77: 11º nel girone A della Serie C. Cambia denominazione in Calcio Padova S.p.a.[15].
  • 1977-78: 11º nel girone A della Serie C.
  • 1978-79: 16º nel girone A della Serie C1. Retrocesso in Serie C2.



  • 1999-00: 6º nel girone B della Serie C2.
  • 2000-01: 1º nel girone A della Serie C2. Promosso in Serie C1.
  • 2001-02: 9º nel girone A della Serie C1.
  • 2002-03: 5º nel girone A della Serie C1, sconfitto in semifinale dei playoff dall'AlbinoLeffe.
  • 2003-04: 7º nel girone A della Serie C1.
  • 2004-05: 6º nel girone B della Serie C1.
  • 2005-06: 9º nel girone A della Serie C1.
  • 2006-07: 7º nel girone A della Serie C1.
  • 2007-08: 6º nel girone A della Serie C1.
  • 2008-09: 4º nel girone A della Lega Pro Prima Divisione, vince la finale playoff con la Pro Patria. Promosso in Serie B.

Colori e simboli

Colori

Nella storia della società padovana, due sono state le colorazioni principali della maglia del club: il nero e il bianco, utilizzato nelle prime partite, ed il rosso e bianco con lo scudo, tuttora in uso.

Simboli ufficiali

Stemma

Stemma storico del Calcio Padova
Stemma del Calcio Padova utilizzato nella stagione 2010-11

Lo stemma storico della società padovana rappresenta uno scudo diviso in due parti. Il lato sinistro è occupato da una croce rossa su sfondo bianco, mentre nel lato destro trova posto la scritta rossa "Calcio Padova 1910", o l'acronimo "A.C.P.", all'interno di un piccolo rettangolo bianco a sua volta su uno sfondo rosso.

Per un certo periodo, dalla fine degli anni ottanta all'inizio degli anni duemila, il vecchio scudo fece posto ad uno più moderno, di forma squadrettata, sempre con la croce nel lato sinistro, ma nel destro fece la sua comparsa una variante del monumento equestre al Gattamelata, con una palla sotto uno zoccolo del cavallo.

Con l'arrivo di Alberto Mazzocco alla presidenza il Padova indisse, tramite le pagine del Mattino di Padova, un sondaggio d'opinione tra tutti i tifosi: tornare al vecchio stemma o tenere quello in uso da ormai più di 10 anni? I tifosi biancoscudati espressero la loro preferenza, decretando il ritorno sul petto del vecchio, storico scudo che aveva fatto la storia del Padova nel secolo precedente.

Nella stagione 2009-2010, anno del centenario, allo storico scudo viene aggiunto un cerchio rosso celebrativo riportante nella parte alta le date "1910-2010" e nella parte bassa la scritta "Calcio Padova", in corsivo. Nella stagione 2010-2011 il Padova ha deciso di adottarlo anche per le stagioni a venire, modificandolo parzialmente togliendo il riferimento al centenario[16]. La decisione ha sollevato le proteste di molti tifosi, che hanno rifiutato questa soluzione[17]. Dalla stagione 2011-2012 è così ritornato lo storico scudo sulle maglie della squadra[18].

Mascotte

La mascotte del Calcio Padova è invece la famosa gallina padovana, che proprio come il Padova ha i colori bianco e rosso.

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Euganeo, Stadio Silvio Appiani e Velodromo Giovanni Monti.
L'Euganeo

Il Padova, durante la sua storia, ha giocato le partite interne di campionato su quattro diversi campi. Il primo fu il "campo di Via Belzoni" (oggi "Walter Petron") dove il 29 gennaio 1910 il Padova giocò la sua prima partita in assoluto contro il Verona. Il secondo fu il "campo Giovanni Monti" (ex stadio comunale) intitolato al giocatore Giovanni Monti e costruito al interno dell'omonimo velodromo inaugurato il 12 febbraio 1916 con la partita Padova-Verona finita 4-0. Il Padova vi giocherà fino al campionato 1922-1923.

Il 19 ottobre 1924 adiacente al vecchio campo da gioco venne inaugurato il terzo stadio del Padova, l'Appiani, dedicato al ex giocatore del Padova Silvio Appiani. In questo stadio, una sorta di "catino" nel centro città[19], la squadra giocherà dal 1924 al 24 maggio 1994. Nel 1994 infine viene inaugurato il quarto e, al momento, ultimo stadio di Padova, l'Euganeo, costruito per il ritorno in serie A, che nei suoi primi anni di utilizzo era privo della curva Sud riservata ai tifosi locali (fu terminata nel 1999). In questo stadio si sono consumate molte delusioni per il Padova, come la retrocessione nell'arco di 5 anni dalla Serie A alla Serie C2.

Dal 1991 il Padova e le squadre giovanili si allenano al "Centro Sportivo Euganeo" situato a Teolo ai piedi dei Colli Euganei in frazione Bresseo. Comprende 5 campi di cui uno con tribuna spettatori.

Società

Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali


Impegno nel sociale

Il Padova Calcio è impegnato assieme al Comune di Padova in progetti nel campo sociale a favore del "Villaggio Sant'Antonio", della "Città della Speranza" e dell'associazione "Per un Sorriso".

Settore giovanile

Il settore giovanile del Padova è formato da squadre che giocano nei campionati Primavera, Allievi Nazionali e Regionali, Giovanissimi Nazionali, Regionali e categoria C, Esordienti e Pulcini. Con oltre 200 tesserati ed una scuola di calcio con oltre 200 bambini, il Padova Calcio con le sue società gemellate conta un totale di quasi 2.000 tesserati.

Allenatori e presidenti

Allenatori
Presidenti


Giocatori

Lo stesso argomento in dettaglio: Calciatori del Calcio Padova e (usare il Template:Vedi categoria).

Stranieri

Palmarès

Competizioni nazionali

1979-1980
1947-1948
1936-1937
1980-1981, 2000-2001

Competizioni giovanili

1965-1966
1972-1973, 1974-1975
1965-1966
1960[20]
1989-1990

Competizioni internazionali (non ufficiali)

1961[21]

Altri piazzamenti

Terzo posto: 1922-1923, 1957-1958
Finalista: 1966-1967
Finalista: 1963
Finalista: 1983

Statistiche e record

Partecipazione ai campionati

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
A 27 1914-1915 1995-1996
B 36 1930-1931 2012-2013
C 29 1935-1936 2008-2009

In 89 stagioni sportive disputate a livello nazionale dalla fine della prima guerra mondiale, compresi 10 tornei di Prima Categoria Nazionale e Prima Divisione e Divisione Nazionale (A), 1 campionato di Cadetteria Mista Alta Italia (B), e 4 campionati di Serie C2. In precedenza il Padova aveva partecipato a cinque tornei vari del Comitato Regionale Veneto.

Statistiche di squadra

Aurelio Scagnellato, 349 presenze complessive in maglia biancoscudata
  • In Serie A:
    • Vittoria interna più larga: Padova-Pro Patria 7-0 (1929-1930)
    • Vittoria esterna più larga: Venezia-Padova 0-8 (1949-1950)
    • Sconfitta interna più pesante: Padova-Juventus 0-5 (1995-1996)
    • Sconfitta esterna più pesante: Genoa-Padova 8-0, Roma-Padova 8-0 (1929-1930), Triestina-Padova 9-1 (1948-1949)
    • Maggior numero di vittorie in un Campionato: 16 (1957-1958, 18 sq)
    • Maggior numero di vittorie consecutive: 4 (1929-1930, 1957-1958, 1959-1960)
    • Maggior numero di gare utili consecutive: 11 (1957-1958)
    • Minor numero di sconfitte: 8 (1957-1958, 18 sq)
    • Maggior numero di pareggi: 16 (1957-1957, 18 sq)
    • Minor numero di vittorie: 7 (1961-1962, 1995-1996, entrambi 18 sq)
    • Maggior numero di sconfitte: 24 (1995-1996, 18 sq)
    • Maggior numero di sconfitte consecutive: 11 (1995-1996)
    • Minor numero di gol segnati: 29 (1961-1962, 18 sq)
    • Maggior numero di gol subiti: 78 (1929-1930, 18 sq)
    • Minor numero di gol subiti: 39 (1956-1957, 18 sq)
    • Il Padova detiene il record della vittoria in trasferta più larga in Serie A, appunto in Venezia-Padova 0-8

Statistiche individuali

Record di presenze
Record di reti


Tifoseria

Il Padova conta alcuni gruppi organizzati di tifosi. I primi sono gli ACP 1910 - ULTRAS PADOVA, poi ci sono anche i Juventude PD, Fronte Opposto, questi ultimi schierati politicamente ad estrema destra. In passato ne sono esistiti molti altri (tra di essi lo storico gruppo degli HAG - Hell's Angels Ghetto) che per vari motivi oggi non esistono più o si sono fusi dando vita ad altri gruppi. Sono da citare le storiche rivalità con veneziani e vicentini data la vicinanza tra le città, da non dimenticare l'odio verso i triestini, vi sono stati numerosi scontri tra le due tifoserie in passato.

Gemellaggi

I tifosi del Palermo[22], sono gli unici gemellati con quelli del Padova.

Rivalità[22]

Organico

Lo stesso argomento in dettaglio: Calcio Padova 2012-2013.

Rosa

Rosa aggiornata al 1 settembre 2012.[23]

N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia P Marco Silvestri
Bandiera dell'Italia D Andrea Rispoli
Bandiera dell'Italia D Michele Franco
Bandiera della Finlandia D Jonas Portin
Bandiera dell'Italia D Marco Piccioni
Bandiera dell'Italia D Trevor Trevisan
Bandiera dell'Italia C Marco Gallozzi
Bandiera dell'Argentina C Matías Cuffa
Bandiera dell'Uruguay A Pablo Granoche
Bandiera del Brasile A Diego Farias
Bandiera dell'Italia A Aniello Cutolo
Bandiera dell'Italia P Luca Maniero
Bandiera dell'Italia D Elia Legati
N. Ruolo Calciatore
Bandiera del Brasile C Zé Eduardo
Bandiera della Nigeria C Nwankwo Obiorah
Bandiera dell'Italia C Federico Viviani
Bandiera della Slovenia A Enej Jelenič
Bandiera dell'Italia A Andrea Raimondi
Bandiera dell'Italia C Niccolò Galli
Bandiera dell'Italia C Alessandro De Vitis
Bandiera del Senegal A Khouma el Babacar
Bandiera dell'Italia P Luca Anania
Bandiera del Brasile D Thiago Rangel Cionek
Bandiera dell'Italia D Matteo Piccinni
Bandiera del Venezuela D Rolf Feltscher
Bandiera dell'Italia D Francesco Renzetti

Staff tecnico

Staff tecnico aggiornato al 30 luglio 2012.[24]

Direttore Sportivo: Bandiera dell'Italia Fabrizio Salvatori
Allenatore: Bandiera dell'Italia Fulvio Pea
Allenatore in seconda: Bandiera dell'Italia Andrea Tarozzi
Preparatore dei Portieri: Bandiera dell'Italia Paolo De Toffol
Preparatore Atletico: Bandiera dell'Italia Arturo Gerosa
Responsabile osservatori: Bandiera dell'Italia Federico Crovari
Collaboratore tecnico: Bandiera dell'Italia Ivone De Franceschi
Dirigente accompagnatore: Bandiera dell'Italia Dino Bellini
Team manager: Bandiera dell'Italia Paolo Ronci

Note

  1. ^ "Sport in Tv", c'è anche il Padova nel nuovo libro di Massimo De Luca, in padovasport.tv, Padova Sport, 14 febbraio 2011. URL consultato il 10 aprile 2011.
  2. ^ Il Padova di Nereo Rocco: la leggenda del santo catenaccio, storiedicalcio.it
  3. ^ Il Milan conquista la Coppa Italia superando in finale il Padova: 1 a 0, in La Stampa, 15 giugno 1967, p. 8. URL consultato il 10 aprile 2011.
  4. ^ Enzo Sasso, Il Padova sale sull'ultimo treno: i veneti rimontano e battono il Cesena, in Corriere della Sera, 16 giugno 1994, p. 42. URL consultato il 10 aprile 2011.
  5. ^ Fabio Vergnano, La Juve si dimentica di essere Juve, in La Stampa, 24 aprile 1995, p. 31. URL consultato il 10 aprile 2011.
  6. ^ Carlo Sabatini torna a sedere sulla panchina del Padova, in padovacalcio.it, 22 febbraio 2009. URL consultato il 10 aprile 2011.
  7. ^ Un'impresa leggendaria, fuori casa e in dieci Totò schianta i bustocchi, in Il Mattino di Padova, 22 giugno 2009. URL consultato il 6 settembre 2012.
  8. ^ Carlo Sabatini non è più l'allenatore del Calcio Padova, in padovacalcio.it, 8 febbraio 2010. URL consultato il 10 aprile 2011.
  9. ^ Di Costanzo è il nuovo allenatore del Calcio Padova, in padovacalcio.it, 9 febbraio 2010. URL consultato il 10 aprile 2011.
  10. ^ Triestina-Padova 0-3: incubo alabardato, i patavini restano in Serie B!, in goal.com, 12 giugno 2010.
  11. ^ Padova calcio via al nuovo corso: addio Foschi, arriva Salvatori, in PadovaOggi, 7 giugno 2012.
  12. ^ Nuovo corso a Padova: è ufficialmente Fulvio Pea, ex-Sassuolo, il nuovo allenatore, in goal.com, 10 giugno 2012.
  13. ^ Provvedimenti della Corte di Giustizia Federale del 6 luglio 2012, a pag. 9 del documento PDF sul sito della FIGC
  14. ^ Almanacco illustrato del calcio 1968 pag.217.
  15. ^ Almanacco illustrato del calcio 1978 pag.291.
  16. ^ È finito l'anno del Centenario, ecco il logo rinnovato, in padovacalcio.it, 1º luglio 2010. URL consultato il 10 aprile 2011.
  17. ^ Nuovo logo, tifosi divisi: vota il nostro sondaggio, in tgpadova.it, 6 luglio 2010. URL consultato il 10 aprile 2011.
  18. ^ Il Padova torna al tradizionale scudo con le nuove maglie Joma, in passionemaglie.it, 1º luglio 2011. URL consultato il 2 febbraio 2012.
  19. ^ Pino Lazzaro, Nella fossa dei leoni. Lo stadio Appiani di Padova nei ricordi di tanti ex calciatori biancoscudati, Ediciclo, 2002
  20. ^ Foto Padova Campione d'italia Juniores 1960
  21. ^ Il Padova (come altre squadre italiane) faceva parte della rappresentativa italiana. Questo trofeo venne giocato tra squadre italiane (selezione italiana) e squadre francesi (selezione francese) e fu vinto dalla selezione italiana della quale il Padova faceva parte. Di conseguenza il Trofeo è stato assegnato alla Federazione Italiana Giuoco Calcio.
  22. ^ a b tifonet.it
  23. ^ Squadra, su padovacalcio.it, Calcio Padova 1910. URL consultato il 10 aprile 2011.
  24. ^ Staff Tecnico, su padovacalcio.it, Calcio Padova 1910. URL consultato il 10 aprile 2011.

Bibliografia

  • Pino Lazzaro, Nella fossa dei leoni. Lo stadio Appiani di Padova nel ricordo e nei ricordi dei tanti ex giocatori biancoscudati - Ediciclo, 2003
  • Il Calcio Veneto. Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Rovigo, Belluno - di Gianni Brera, Neri Pozza editore, Vicenza 1997, 180 pagg.
  • Fantino Cocco, 77 volte Padova, 1910-1987, Edizioni Pragmark, Padova 1987.
  • "Storia fotografica del calcio italiano" di Lino Cascioli, edizioni Newton, 1982
  • Documenti storici sul gioco del calcio dalle origini all'antichita' al Medio evo ai 50 anni di vita dell'A.C. Padova 1910-1960 di Angelo Gardellin, Tipografia STEDIV, 1960
  • Guida del calcio padovano nuovo almanacco del calcio veneto 1 di Gianadolfo Trivellato, 1986
  • Quartostadio il Calcio Padova giorno dopo giorno di Fantino Cocco e Paolo Donà, Eurograf, 1992
  • Calcio Padova 1910 - 2010, a cura di Toni Grossi, 2009, Finegil editoriale.
  • Biancoscudo, cent'anni di Calcio Padova, a cura di Massimo Candotti e Carlo Della Mea (contributi di Paolo Donà, Gabriele Fusar Poli, Andrea Pistore, Marco Lorenzi e Massimo Zilio), EditVallardi 2009.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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