Hellas Verona Football Club
Hellas Verona Football Club Calcio | |
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Mastini, Scaligeri, Butei | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | giallo-blu |
Simboli | Mastino della Scala |
Inno | Stanno arrivando i gialloblu Sumbu Brothers |
Dati societari | |
Città | File:Verona-Stemma.png Verona |
Nazione | Italia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FIGC |
Campionato | Serie B |
Fondazione | 1903 |
Rifondazione | 1991 |
Presidente | Maurizio Setti (imprenditore) |
Allenatore | Andrea Mandorlini |
Stadio | Marcantonio Bentegodi (42 160[1] posti) |
Sito web | www.hellasverona.it |
Palmarès | |
Scudetti | 1 |
Titoli nazionali | 3 Campionati di Serie B |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
L'Hellas Verona Football Club (chiamato comunemente Verona dai non veronesi ed Hellas dai suoi tifosi) è una delle società calcistiche italiane più antiche, essendo stata fondata nel 1903 come Hellas, e la prima squadra di calcio della città per seguito di tifosi. Attualmente milita in Serie B.
Il Verona, da quando esiste il girone unico (1929), è stata l'unica squadra di città non capoluogo di regione ed una delle poche squadre fuori dal calcio di vertice (insieme al Cagliari) a vincere un campionato di Serie A, nella stagione 1984-1985. Gli anni ottanta furono il periodo di maggiori soddisfazioni sportive per il club che, a parte il citato scudetto, arrivò tre volte alla finale di Coppa Italia (1975-1976, 1982-1983 e 1983-1984). Dal 1983 al 1988 il Verona disputò diverse partite nelle coppe europee, con una partecipazione alla Coppa dei Campioni e due alla Coppa UEFA.
I gialloblù hanno partecipato a 24 campionati di Serie A, a 51 di Serie B e a 6 di Lega Pro. Il club scaligero è inoltre la seconda squadra (alle spalle del Brescia) con più presenze nel campionato cadetto, torneo che si è aggiudicato per tre volte (1957, 1982 e 1999).
Questi risultati, per una squadra di provincia, hanno dato vita ad un legame fortissimo fra la tifoseria veronese e la squadra scaligera.[2][3]
I colori della squadra, giallo e blu, riprendono quelli dello stemma di Verona (croce oro su sfondo blu). Soprannomi della squadra sono i mastini e gli scaligeri, entrambi con riferimento a Mastino della Scala della Signoria Della Scala, che governò la città durante il tredicesimo e il quattordicesimo secolo. Lo stemma araldico degli Scaligeri è rappresentato sulla tenuta di gioco e sul marchio societario come un'immagine stilizzata di due possenti mastini rivolti in direzioni opposte.
Storia
Gli albori
Nel 1903 un gruppo di studenti del liceo classico Scipione Maffei fondò un club e lo battezzò Associazione Calcio Hellas (Hellas è il nome con cui i Greci chiamano la loro nazione) su proposta del professor Decio Corubolo, per l'appunto insegnante di greco.
In questo periodo il calcio si giocava a livello professionale solo in Piemonte, Lombardia e Liguria (non a caso le prime società a vincere il titolo di campione d'Italia furono Genoa, Milan e Juventus), dove era più nutrita la presenza di cittadini britannici. Tuttavia, quando nel 1906 due squadre di Verona scelsero come stadio l'anfiteatro romano della città, l'entusiasmo e l'interesse del pubblico cominciarono ad aumentare.
In quegli anni "pionieristici" l'Hellas era una delle 3 o 4 squadre che giocavano prevalentemente a livello cittadino, contendendo soprattutto ai rivali della Bentegodi la supremazia sotto il campanile. Nella stagione sportiva 1908 l'Hellas iniziò tuttavia a confrontarsi con squadre della regione, dando origine a una rivalità col Vicenza Calcio tuttora molto sentita.
Nel 1911 la squadra iniziò a partecipare al campionato regionale, che fino al 1921 era la fase di qualificazione per le finali nazionali. Ottenne diversi secondi posti nel girone Veneto-Emiliano, ma non giunse mai alla finalissima contro i vincitori del girone nazionale.
Nel 1919, dopo la Prima guerra mondiale, l'Hellas assunse la denominazione Football Club Hellas Verona accogliendo, per fusione, la società minore del F.C. Verona (nato nel 1911).
Dal 1921 al 1929 il Campionato di Prima Divisione si componeva delle migliori squadre dei vari gruppi regionali, fra cui anche la formazione veronese che riuscì più volte ad arrivare al girone finale, senza però ottenere grandi risultati.
Dalla prima stagione in B alla prima in massima serie
Gli anni trenta e quaranta
All'avvio della Serie A a girone unico, nel 1929, l'Hellas incorporò, per fusione, due rivali veronesi, Bentegodi e Scaligera, assumendo la denominazione A.C. Verona e partendo dal campionato di Serie B, in seguito al piazzamento ottenuto quell'anno nella Divisione Nazionale.
Al suo debutto nel campionato cadetto (1929-1930) chiuse con un incoraggiante sesto posto, con 7 punti di distacco dal Legnano promosso nella massima serie. Sarebbero occorsi quasi tre decenni (28 anni) per conquistare la promozione, con una serie di alti e bassi annuali che portarono il Verona ad alternare annate molto positive ad altre scoraggianti.
Mentre il mondo era impegnato nel secondo conflitto mondiale il Verona affrontò uno dei suoi peggiori momenti storici, retrocedendo in Serie C nel 1941 dopo aver subito una dura sconfitta a Modena (6-1). Fu un evento inaspettato, dato che solo due anni prima (1939) la squadra scaligera aveva sfiorato la promozione arrivando quinta a soli 3 punti di distacco dal Venezia promosso in A. Tuttavia alcuni segnali negativi si erano intravisti nell'annata di transizione fra la sfiorata promozione e la retrocessione, con i gialloblu che si erano salvati a fatica.
In ogni caso il Verona riuscì a risalire abbastanza in fretta, nel giro di sole due stagioni (1943). L'impresa non fu facile: in quell'epoca la Serie C si componeva di un'unica categoria e non esisteva la C-2, al di sotto vi era già la serie D. Ci si trovava ad avere a che fare quindi con un enorme agglomerato di squadre, divise in ben 12 gironi di diverse dimensioni, molte delle quali fallivano o si ritiravano dal campionato prima della sua conclusione. Le 12 squadre vincitrici dei rispettivi gironi (tra cui anche il Verona, quell'anno) si affrontavano in due gironi finali di 6 squadre ciascuno. Le prime due classificate di ciascun girone finale venivano infine promosse in serie B. L'Hellas quell'anno arrivò secondo dietro la Pro Gorizia, a pari punti con il Parma: sarebbe dunque stato necessario uno spareggio, ma la condanna per illecito sportivo degli emiliani (puniti con la condanna al sesto ed ultimo posto del girone finale) rese vana tale ipotesi ed i gialloblu poterono quindi festeggiare il ritorno in cadetteria.
La prima promozione in serie A: 1957
Dopo essere tornato nelle divisioni superiori, il Verona iniziò una lunghissima cavalcata che lo portò 14 anni dopo a vincere il suo primo campionato di Serie B. In mezzo ci furono una serie di prestazioni annuali rassicuranti che tennero gli scaligeri quasi sempre nella metà superiore della classifica. La promozione venne sfiorata già nel 1948, quando la squadra arrivò al secondo posto del girone B alle spalle di uno scatenato Padova: in quella specifica occasione però, solo la prima classificata dei due gironi venne promossa in massima serie e così il Verona fu costretto a pazientare ancora, fino al 1957.
Quell'anno i gialloblu guidati da Angelo Piccioli furono i protagonisti del torneo e pareggiando in casa con il Como per 1-1 nell'ultima giornata di campionato ottennero il punto che mancava loro per poter festeggiare la tanto agognata promozione. L'entusiasmo fu tale che i tifosi corsero in campo per incoronare d'alloro il capo dei giocatori scaligeri.[4][5]
Tuttavia, l'A.C. Verona restò in Serie A una sola stagione (1957/58), dopodiché fu costretto a tornare nella serie cadetta: ad un buon girone di andata seguì una seconda parte di stagione deludente che costrinse i gialloblu a disputare un infruttuoso doppio spareggio contro il Bari, secondo classificato tra i cadetti, che soffiò il posto in massima serie agli scaligeri (0-1, 0-2).
L'anno successivo la società veneta assorbì un club minore veronese, l'A.S. Hellas, per poter prendere la denominazione di Hellas Verona, in omaggio alle sue origini.
Gli anni settanta e ottanta
Il decennio in serie A
Allenata da Nils Liedholm, la squadra ritornò in Serie A esattamente un decennio più tardi: nel 1968.
In mezzo ci furono una serie di annate anonime, con l'Hellas Verona che ottenne la salvezza, ma senza mai entrare in lotta per la promozione.
In quella stessa stagione la promozione fu raggiunta all'ultima giornata, grazie ad una vittoria sul Padova per 1-0. Contemporaneamente, infatti, il Bari pareggiò a Perugia e consegnò la propria seconda posizione agli scaligeri, che poterono gioire assieme al Palermo primo classificato e al Pisa.
Stavolta i gialloblu non retrocessero subito ed avviarono un lungo ciclo di salvezze, che permisero loro di restare per un lungho periodo nella massima serie. Di quegli anni si ricorda la storica vittoria per 5-3 ottenuta contro il Milan nell'ultima giornata della stagione 1972-1973 che costò al Milan lo scudetto; segnarono l'attaccante Livio Luppi che fece una storica tripletta, e l'ala Gianfranco Zigoni. Il Milan perse il campionato a Verona anche nel 1989-1990, quando, alla penultima giornata, fu sconfitto 2-1 e finì la partita in otto[6] contro una squadra che poi retrocesse in Serie B. Da qui la celebre espressione della "fatal Verona"[7].
Nel 1973-1974 l'Hellas Verona finì la stagione al quart'ultimo posto evitando la retrocessione, ma fu condannato alla Serie B durante i mesi estivi a causa dello "Scandalo della telefonata" in cui furono coinvolti il presidente della squadra Saverio Garonzi e un ex, Sergio Clerici. Il Verona ritornò comunque subito in Serie A in virtù dello spareggio disputato e vinto a Terni contro il Catanzaro (1-0).
Le tre finali di Coppa Italia
Nella stagione 1975-1976 la squadra arrivò in finale di Coppa Italia per la prima volta nella sua storia, eliminando Torino, Cagliari, e Inter dal torneo. Tuttavia, in finale l'Hellas Verona fu sconfitto 4-0 dal Napoli, dove ci fu l'autorete del portiere Alberto Ginulfi (avvenuta al 74º minuto).
Il 15 aprile 1978 la squadra fu coinvolta nell'incidente ferroviario di Murazze di Vado (Bologna): si trovava a bordo del treno che deragliò e che fu investito dalla "Freccia della Laguna". Al momento dell'incidente la squadra si trovava a pranzo sulla carrozza ristorante, e fortunatamente non tra quelle scagliate dall'urto nel dirupo sottostante, ma la paura fu molta.
Dopo aver disputato dieci campionati su undici in Serie A dal 1968 in poi (che sarebbero stati undici senza lo "scandalo della telefonata"), il Verona tornò in Serie B nel 1979 e vi rimase per tre anni. Nel 1981 l'Hellas attraversò un periodo molto difficile e rischiò addirittura di non salvarsi, ma alla fine riuscì a centrare l'obiettivo minimo.
Solo l'anno dopo iniziò quello che sarebbe stato il ciclo di vittorie più importante della storia del club scaligero.
Sotto la guida dell'allenatore Osvaldo Bagnoli la squadra vinse il campionato di serie B nel 1982, mentre l'anno prima aveva lottato per non retrocedere. Il campionato di cadetteria fu vinto dopo aver ottenuto 17 vittorie, 14 pareggi e 7 sconfitte, risultati che ricatapultarono l'Hellas nella massima serie. L'anno successivo nel girone di andata della Serie A, divise a lungo il primo posto della classifica con la Roma che poi vinse il titolo[8]. Nel girone di ritorno ci fu un inevitabile calo fisico, ma la squadra riuscì comunque a terminare il campionato al quarto posto. Nello stesso anno giunse nuovamente in finale nella coppa Italia. Dopo una vittoria casalinga per 2-0 il Verona arrivò a Torino per giocare contro la Juventus che però vinse la coppa ai supplementari (il Verona fu sconfitto 3-0).
Nella stagione 1983-1984 la squadra giunse sesta alla fine del campionato. Disputò di nuovo la finale di Coppa Italia, ma ancora una volta non fu fortunata: dopo un pareggio nella partita di andata (1-1) l'Hellas infatti cadde e perse nel ritorno all'Olimpico per 1-0 contro la Roma di Falcao, e fu eliminata.
Lo scudetto del 1984-1985
«Perché quando hai modo di conoscere ed apprezzare chi soffre con te alla domenica e partecipa alle tue gioie e ai tuoi dolori pur non essendo in campo, ti ci affezioni. Almeno io sono fatto così. E per questo motivo, per rispetto nei confronti chi mi ha amato e osannato fino ad invocarmi come sindaco di Verona, non ho accettato di vestire altre maglie di società italiane. Il loro rispetto meritava il mio rispetto...»
Dopo aver disputato due campionati di Serie A conclusi con l'Hellas Verona nella parte alta della classifica (ed entrambi corredati da una finale di Coppa Italia), nell'estate del 1984 ci fu l'arrivo di due giocatori stranieri: il nazionale tedesco Hans Peter Briegel e il nazionale danese Preben Larsen-Elkjær (che scelse di farsi chiamare semplicemente Elkjær).
La formazione-tipo che vinse il campionato fu: Garella; Ferroni I, Marangon I; Briegel, Tricella, Fontolan I; Fanna, Volpati, Galderisi, Di Gennaro, Elkjær; allenatore era Osvaldo Bagnoli. Tra le riserve, furono Luciano Bruni, Luigi Sacchetti e Franco Turchetta a dare il contributo più importante.
I momenti chiave di quel campionato furono:
- La vittoria interna per 3-1 ottenuta contro il Napoli di Maradona alla prima giornata;
- Il successo contro i campioni d'Italia in carica e futuri campioni d'europa della Juventus, battuta 2-0 alla quinta giornata, con Elkjær che segnò a Tacconi l'epico goal senza scarpa, persa nel corso dell'azione[10];
- Il trionfo allo stadio Friuli di Udine alla diciottesima giornata, dove i veronesi sconfissero in una rocambolesca gara l'Udinese per 5-3, risultato che fece cessare le speculazioni secondo le quali i giocatori stavano ormai perdendo energie[11];
- Tre vittorie consecutive contro Roma (1-0), Fiorentina (1-3) e Cremonese (3-0) che lanciarono i veneti in una definitiva corsa solitaria[12];
- Il pareggio per 1-1 ottenuto a Bergamo contro l'Atalanta alla penultima giornata che garantì all'Hellas Verona la conquista dello scudetto con un turno di anticipo.
'Atalanta': Piotti, Osti, Gentile, Perico, Rossi, Magnocavallo, Donadoni, Vella, Magrin, Agostinelli, Pacione, Soldà, Codogno. (Malizia, Fattori e Larsson) 'Allenatore': Nedo Sonetti 'Verona': Garella, Volpati, Marangon, Tricella, Fontolan, Briegel, Fanna, Sacchetti, Galderisi, Di Gennaro, Elkjaer, Spuri, Ferroni (Donà, Bruni, Turchetta) 'Allenatore': Osvaldo Bagnoli 'Arbitro': Testa di Prato. 'Marcatori': 41’ Perico, 51’ Elkjaer. 'Spettatori': 21 308 |
L'Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli vinse il campionato ed entrò nella storia. Ottenne 15 vittorie, 13 pareggi, 2 sconfitte ed in totale 43 punti (si assegnavano ancora 2 punti per vittoria), staccando di 4 lunghezze il Torino secondo classificato, con Inter e Sampdoria a completare le prime quattro posizioni.
Lo scudetto assunse valore non solo perché conseguito in un'epoca in cui le squadre italiane stavano iniziando a riaffermarsi a livello internazionale (l'Italia stessa era campione del mondo) ma anche perché nel campionato italiano giocavano molti tra i migliori calciatori del mondo come Platini, Zico, Maradona, Sócrates, Rummenigge, Falcão) e molti altri.
La città scaligera restò molto legata alle radiocronache del cronista ed attore teatrale Roberto Puliero.[13]
In Europa
L'Hellas Verona ha debuttato nelle competizioni internazionali partecipando alla Coppa Mitropa del 1969 (la competizione europea più antica che trovava le sue origini nel lontano 1927), ma venne subito eliminato dai cechi dello Slavia Praga (4-1 , 0-3), così come anche le altre squadre italiane che vi avevano preso parte (Brescia e Lazio)[14].
Poco più tardi partecipò al torneo Anglo-Italiano del 1971[15], dove chiuse al quarto posto tra le sei squadre italiane che vi presero parte[16].
Nel 1982/83, in virtù della vittoria nel campionato cadetto dell'anno precedente, l'Hellas Verona partecipò nuovamente alla Coppa Mitropa, nella quale però ancora una volta non giunse a risultati di rilievo, chiudendo il girone all'ultimo posto con soli due punti[17].
La stagione successiva avvenne il debutto in Coppa UEFA. La squadra superò la Stella Rossa di Belgrado (1-0 a Verona, 2-3 a Belgrado), e fu poi eliminata al secondo turno dagli austriaci dello Sturm Graz (2-2 a Verona, 0-0 a Graz)[18].
La stagione 1985-1986 vide la squadra in Coppa Campioni grazie allo scudetto conquistato nella stagione precedente. Nei sedicesimi l'Hellas incontrò ed eliminò il PAOK Salonicco (3-1 a Verona, 1-2 a Salonico, con doppietta di Elkjear). Ma negli ottavi venne eliminata dalla Juventus campione uscente e ammessa di diritto alla manifestazione. La partita di andata si giocò al Bentegodi e finì 0-0. Quella di ritorno si giocò a Torino a porte chiuse (per via della sanzione irrogata dall'UEFA alla Juventus dopo la tristemente nota finale di Bruxelles contro il Liverpool) e finì 2-0 per i bianconeri; l'arbitraggio fu del francese Wurtz.[19]
Nella stagione 1987/88 la squadra ottenne il suo miglior risultato internazionale raggiungendo i quarti di finale della coppa UEFA grazie a quattro vittorie e due pareggi. Dopo aver eliminato i polacchi del Pogon Stettino, i rumeni dello Sportul Bucarest e gli olandesi dell'Utrecht, il Verona venne infatti eliminato nei quarti dai tedeschi del Werder Brema al termine di un doppio confronto (0-1 a Verona, 1-1 a Brema)[20].
Capocannoniere dell'Hellas Verona nelle Coppe Europee il danese Preben Elkjær Larsen con 9 gol realizzati in 11 partite giocate tra Coppa Uefa e Coppa Campioni[21].
Tra vecchio e nuovo millennio
I difficili anni 90
I risultati ottenuti negli anni 80 furono storici per una città di media dimensione come Verona con pochi tifosi fuori dalla provincia.
Con l'inizio del nuovo decennio, l'Hellas voltò pagina. Dopo otto stagioni consecutive passate nella massima serie, contornate da uno scudetto e da due finali di coppa Italia, l'Hellas tornò in cadetteria nel 1990 dopo essere uscito sconfitto nel decisivo scontro salvezza di Cesena (1-0), inaugurando un decennio che non avrebbe riservato grandi soddisfazioni alla società scaligera.
Gli anni novanta furono infatti molto difficili per il club che in seguito ad una pessima gestione societaria fallì nel 1991[22], terminando la stagione con una promozione in Serie A. Gli allenatori ed i giocatori dovettero però combattere anno dopo anno tra sali e scendi continui, dando vita ad un'altalena fra A e B che durò fino al 1999.
Nel 1995 il club acquistò il nome Hellas Verona FC che mantiene ancora oggi (dopo aver usato per quattro anni il nome Verona Football Club in seguito al fallimento e alla rapida rinascita del 1991) e nel 1997 entrò in carica come presidente Giambattista Pastorello.
Dopo due promozioni (1991 con Eugenio Fascetti e 1996 con Attilio Perotti) seguite da immediate retrocessioni, la vittoria nel campionato di Serie B nel 1999 sotto la guida del futuro commissario tecnico della nazionale maggiore Cesare Prandelli e con una striscia di 8 vittorie consecutive tra la 6ª e la 13ª giornata, aprì una nuova fase nella storia del club.
Dal 2000 al 2007: salvezze e retrocessioni
Il nuovo millennio iniziò con gli scaligeri ancora allenati da Prandelli che dopo un inizio difficile avviarono una serie di risultati utili consecutivi nel girone di ritorno, chiudendo il campionato di serie A al nono posto. L'anno successivo (2001), invece, la squadra allenata da Attilio Perotti faticò molto ed affrontò una stagione difficile che si chiuse con un doppio spareggio salvezza vinto contro la Reggina (1-0 all'andata in casa, 1-2 al ritorno con gol decisivo di Cossato a pochi minuti dal termine).
Il campionato 2001-2002 si concluse nel peggiore dei modi: una squadra composta anche da futuri campioni del mondo come Gilardino, Oddo e Camoranesi, e da Adrian Mutu, non mantenne lo slancio iniziale che aveva portato gli scaligeri nella zona alta della classifica. Nel girone di ritorno la squadra mostrò segni di stanchezza e dopo un ultimo sussulto rappresentato da una vittoria sul Parma a sette giornate dalla fine iniziò a perdere colpi su colpi, scivolando sempre più in basso nella classifica, fino ad entrare in zona retrocessione proprio all'ultima giornata dopo una sconfitta esterna subita contro il Piacenza.
Seguirono alcune annate anonime disputate in serie B, alcune delle quali videro l'Hellas Verona faticare molto per salvarsi. La squadrà sfiorò il ritorno in massima serie nel 2005, quando concluse la stagione al 7º posto, con un solo punto in meno dell'Ascoli (promosso in Serie A dopo la squalifica del Genoa ed i problemi economici di Perugia e Torino[23].
Nei due anni successivi la società, complice anche l'ex presidente Pastorello,[24] avviò un lento ma inesorabile declino che raggiunse il suo apice nel 2007. Quell'anno la squadra iniziò molto male il campionato ed ottenne solo quattro vittorie in tutto il girone di andata. Dopo 11 risultati utili consecutivi messi insieme nella seconda parte del campionato, alcune sconfitte impedirono la salvezza diretta degli scaligeri. Il Verona concluse infatti al quintultimo posto e dovette disputare un doppio play-out contro il neopromosso Spezia nel quale ebbe la peggio (2-1 a La Spezia e 0-0 a Verona). Gli scaligeri vennero quindi retrocessi in serie C dopo 64 anni[25].
La "rivalità" con il Chievo
Fino al 2001 fra il Chievo e l'Hellas Verona non esisteva un rapporto competitivo: l'Hellas era il baluardo attorno al quale era ruotato per quasi cento anni tutto il calcio veronese, mentre il Chievo era una squadra locale che aveva trascorso diversi decenni a giocare nelle categorie inferiori. La prima promozione in Serie B dei clivensi avvenne infatti nel 1994 e nell'occasione anche gruppi di tifosi delle Brigate Gialloblu si recarono a Carrara a sostenere il Chievo.
La promozione in Serie A del Chievo nel 2001 cambiò però le cose: permise a Verona di diventare la quinta città italiana a poter vantare un derby di Serie A (chiamato il derby della Scala o, più raramente, il derby dell'Arena), dopo Milano, Roma, Torino e Genova. Inoltre mise fine ad un monopolio cittadino che la società scaligera esercitava indisturbata fin dal 1929 (anno della fusione con Bentegodi e Scaligera su ordine fascista).
Negli otto precedenti in Serie B, Chievo ed Hellas si erano divisi tre vittorie a testa e due pareggi (la più larga vittoria nel derby di Verona fu realizzata dall'Hellas nel 1998, quando i mussi volanti persero 4-0 nel girone di ritorno) senza quindi che nessuna delle due società stabilisse un'autentica superiorità sull'altra.
Il primo derby in serie A si disputò all'undicesima giornata del campionato 2001-2002, con le due squadre veronesi tra le prime quattro squadre in classifica. Fu vinto dall'Hellas Verona, che rimontò il doppio vantaggio del Chievo e vinse 3-2. I marcatori dei gol furono in ordine Luciano e Corini per il Chievo e Oddo, Lanna (autorete) e Camoranesi per l'Hellas; il Chievo vinse il derby di ritorno (2-1 con Cossato che andò a rimontare l'iniziale vantaggio di Mutu).
Anni recenti
Le quattro stagioni in Lega Pro
Era dagli anni 40 che la società scaligera non si trovava in così grave difficoltà. In quell'epoca però il Verona era tornato rapidamente nella serie cadetta, dopo due stagioni, mentre questa volta ce ne vollero ben quattro. L'imprenditore Giovanni Martinelli nel 2009 era divenuto fra l'altro il nuovo presidente della società dopo la tragica morte del conte Arvedi, scomparso nel gennaio di quello stesso anno in seguito alle ferite riportate dopo un incidente stradale, salvando in quel modo il club dal fallimento.[26]
Venne cambiata spesso la panchina: diversi allenatori si alternarono senza che nessuno di essi riuscisse a centrare la promozione. L'unico ad ottenere dei risultati concreti fu l'ex tecnico delle giovanili, Davide Pellegrini, che salvò la squadra al termine della stagione 2007-2008, che vide il Verona chiudere ultimo in classifica a pari punti con il Manfredonia, evitando la retrocessione diretta grazie agli scontri diretti a favore[27] : mai prima di allora l'Hellas Verona si era trovato a dover lottare per la permanenza in serie C, neppure nei tormentati anni 40[28]. Nella stagione peggiore di tutta la storia scaligera, una squadra allo sbando totale evitò la retrocessione superando la Pro Patria nel doppio spareggio salvezza (1-0 a Verona, 1-1 a Busto Arsizio).[29]
La rosa della squadra venne rivoluzionata diverse volte negli anni successivi. Dopo aver chiuso al settimo posto un campionato disputato senza infamia e senza lode nel 2009, la squadra regalò un'ennesima delusione ai tifosi: nella stagione 2009-2010 il Verona dopo aver passato 19 giornate complessive al comando solitario della classifica, crollò infatti sul finale e chiuse il campionato al terzo posto[30]. Superò faticosamente il Rimini nelle semifinali dei play-off (0-1 a Rimini, 0-0 a Verona)[31], ma finì con l'essere eliminato nella doppia finale dal Pescara (2-2 a Verona, 1-0 a Pescara)[32].
Nonostante le numerose delusioni, la media spettatori in quattro anni di Lega Pro non fu mai al di sotto delle 10 000 unità,[33][34] con picchi di quasi 15 000 spettatori nella stagione 2009/2010.[35] Il record assoluto di pubblico lo si è avuto il 9 maggio 2010, quando si giocò la sfortunata partita Verona-Portogruaro, finita 0-1 per gli ospiti, dinanzi ad oltre 25 000 tifosi dell'Hellas.[36]
Il ritorno in B
Anche la stagione della promozione (2010-2011) era iniziata negativamente, tanto che il tecnico scelto durante l'estate dalla dirigenza (Giuseppe Giannini) era stato esonerato a novembre dopo aver raccolto solo 13 punti in 12 partite. Al suo posto venne ingaggiato un tecnico che in Romania aveva vinto tutto: Andrea Mandorlini[37]. L'Hellas Verona aveva concluso il girone d'andata in piena lotta per non retrocedere, e sotto la guida del nuovo tecnico iniziò una lunga rincorsa che portò i gialloblu ad agganciare il 5º posto (l'ultimo utile per disputare i play off) nelle ultime giornate di campionato[38].
Gli scaligeri ottennero la loro seconda finale play-off consecutiva, stavolta contro la Salernitana, dopo aver eliminato il Sorrento. Le due squadre disputarono la sfida decisiva a Salerno dopo aver richiamato quasi 50 000 tifosi fra l'andata e il ritorno, un record per la categoria.[39][40] Gli scaligeri risultarono infine meritatamente vincitori del play-off nonostante la sconfitta patita in trasferta (1-0), in virtù della vittoria per 2-0 ottenuta nella gara di andata. L'Hellas Verona tornò quindi in Serie B, chiudendo il ciclo più negativo di tutta la sua storia.[41][42]
Presente
2011-2012
La stagione 2011-2012 partì con molti volti noti: Mandorlini e quasi tutti i giocatori dell'anno prima vennero riconfermati. Ad essi vennero affiancati alcuni giovani come il greco Tachtsidis, di proprietà del Genoa e l'argentino Juanito Gomez, rientrato a Verona dopo un anno e mezzo passato nelle fila del Gubbio.
Nel girone di andata dopo un periodo negativo di cinque partite in cui la squadra raccolse solo tre punti, i gialloblu misero insieme nove vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia[43], issandosi al secondo posto della classifica ad un punto dal Torino.[44] Si tratta della striscia di vittorie consecutive più lunga di tutta la storia del club scaligero: il precedente record era di otto vittorie, ottenuto dal Verona allenato da Prandelli nel 1998-1999.[45] Altro record personale abbattuto fu quello delle vittorie consucutive in trasferta, ben 5: Cittadella, Bari, Empoli, Parma e Livorno. Un altro record eguagliato dalla squadra scaligera riguarda la striscia di vittorie consecutive interne (12) che ha portato l'Hellas ad affiancare nell'albo d'oro la striscia del Genoa ottenuta nella stagione 2006-2007.[46]
Il Verona chiuse la stagione regolare al quarto posto, sfiorando la promozione diretta al primo anno dopo il ritorno in Serie B e qualificandosi per i play-off. In semifinale il Varese si impose però nel doppio confronto, vincendo per 2-0 nella gara di andata[47] e pareggiando al Bentegodi (1-1).[48].
In Coppa Italia la squadra scaligera eliminò Vicenza (1-2), Sassuolo (5-7 d.c.r.) e Parma (0-2) dal torneo, raggiungendo gli ottavi di finale dopo 15 anni (1996-1997).[49] La corsa del Verona si fermò proprio all'Olimpico di Roma, dove i padroni di casa della Lazio si imposero per 3-2.[50]
2012-2013
La nuova stagione vede diversi nomi nuovi presso la società di Via Torricelli: Martinelli lasciò la quota di maggioranza del club (80%) all'ex vicepresidente del Bologna, Maurizio Setti, che divenne il nuovo presidente del club scaligero.[51] Il presidente uscente mantenne una piccola parte delle azioni della società.[52] Il neopresidente Setti rivoluzionò dapprima l'organigramma societario (con gli arrivi di Sogliano[53] e Gardini[54]) e poi inserì nella rosa, tra gli altri, i giocatori Carrozza, Laner, Moras, Bojinov, Cacia e Cacciatore.
Denominazioni
- 1903-1915 Hellas
- 1919-1928 Hellas Verona
- 1928-1959 Associazione Calcio Verona
- 1959-1991 Associazione Calcio Hellas Verona
- 1991-1995 Verona Football Club
- 1995- oggi Hellas Verona Football Club
Cronistoria
Cronistoria dell'Hellas Verona Football Club | ||
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Stadio
Fino al 1963 il Verona ha disputato le partite interne nel "Vecchio Bentegodi", un impianto di 5000 posti nel cuore del centro storico di Verona, successivamente demolito. Attualmente l'Hellas Verona gioca nello Stadio Marcantonio Bentegodi. Lo stadio venne inaugurato nel 1963 con una capienza di 40 000 spettatori, non aveva copertura in nessun settore e possedeva l'allora modaiola pista di atletica. Venne soprannominato dai veronesi "Lo stadio dei quarantamila", alludendo alla capacità considerata esagerata dell'impianto che si rivelerà invece troppo piccolo per contenere le decine di migliaia di tifosi che lo riempirono per tutti gli anni '80. La capienza fu aumentata a 44 799 posti quando il Bentegodi venne scelto come uno degli stadi della Coppa del Mondo 1990. Tutte le sezioni vennero dotate di copertura e la viabilità circostante fu rinnovata per facilitarvi l'accesso. L'11 dicembre 2009 è stata inaugurata la nuova copertura dello stadio Bentegodi, interamente realizzata con pannelli solari fotovoltaici. Si tratta del più grande impianto fotovoltaico in Italia e tra i primi in Europa realizzato su una struttura sportiva[56].
Società
Organigramma societario
Sponsor
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Allenatori e presidenti
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Giocatori
Palmarès
Competizioni nazionali
Altri piazzamenti
- Coppa Italia: finalista
Statistiche e record
Partecipazioni ai campionati
Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale | |
---|---|---|---|---|---|
1º |
Prima Categoria | 3 | 1912-1913 | 1914-1915 | 35 |
Prima Divisione | 5 | 1921-1922 | 1925-1926 | ||
Divisione Nazionale | 3 | 1926-1927 | 1928-1929 | ||
Serie A | 24 | 1957-1958 | 2001-2002 | ||
2º |
B-C Alta Italia | 1 | 1945-1946 | 1945-1946 | 52 |
Serie B | 51 | 1929-1930 | 2012-2013 | ||
3º |
Serie C | 2 | 1941-1942 | 1942-1943 | 6 |
Serie C1 | 1 | 2007-2008 | 2007-2008 | ||
Lega Pro Prima Divisione | 3 | 2008-2009 | 2010-2011 |
Il Verona ha partecipato a 93 campionati nazionali, tutti nelle categorie professionistiche o loro progenitrici. Ai suoi albori ha inoltre disputato altri 5 campionati regionali di Prima Categoria, senza riuscire a qualificarsi al campionato nazionale.
Statistiche individuali
Statistiche aggiornate al 21 agosto 2012, in grassetto i giocatori ancora in attività
- Luigi Bernardi - 337 (12)
- Emiliano Mascetti - 330 (46)
- Roberto Tricella - 324 (5)
- Pio Goretta - 262 (1)
- Vincenzo Italiano - 260 (25)
- Antonio Di Gennaro - 258 (34)
- Sergio Maddè - 256 (19)
- Paolo Sirena - 253 (18)
- Giancarlo Savoia - 243 (10)
- Domenico Volpati - 242 (12)
- Pietro Fanna - 233 (24)
- Sergio Sega - 224 (71)
- Alessandro Mazzola - 216 (4)
- Alessandro Manetti - 216 (4)
- Sante Begali - 212 (1)
- Rafael - 209 (-197)
- Erasmo Zamperlini - 204 (11)
- Walter Franzot - 204 (3)
- Alberto Comazzi - 201 (3)
- Silvano Fontolan - 200 (9)
- Gianluca Pegolo - 198 (-217)
- Leonardo Colucci - 182 (10)
- Adaílton Martins Bolzan - 175 (50)
- Pierluigi Busatta - 160 (14)
- Livio Luppi - 158 (34)
- Giorgio Maioli - 155 (37)
- Davide Pellegrini - 143 (24)
- Gianfranco Zigoni - 139 (29) / 1 (0)
- Franco Bergamaschi - 136 (5)
- Preben Elkjær Larsen - 130 (48)
- Luca Ceccarelli - 129 (7)
- Diego Caverzan - 128 (1)
- Fabrizio Cammarata - 126 (42)
- Franco Superchi - 126 (-123)
- Claudio Garella - 119 (-108))
- Roberto Mazzanti - 116 (7)
- Antonio De Vitis - 107 (38)
- Marco Mancinelli - 106 (0)
- Francesco Guidolin - 102 (14)
- Emiliano Salvetti - 102 (16)
- Dario Biasi - 100 (4)
- Andrea Dossena - 99 (3)
- Marco Pacione - 87 (15)
- Giuliano Giuliani - 86 (-85)
- Marino Magrin - 85 (4)
- Pierpaolo Piscitelli - 84 (88)
- Gianni Bui - 82 (32)
- Angelo Orazi - 82 (7)
Tifoseria
La nascita delle Brigate e lo sviluppo
La nascita delle Brigate Gialloblù avvenne il 30 novembre 1971, presso il Bar Olimpia di Borgo Venezia.[59] I primi brigatisti provenivano per lo più dalla grande città, mentre i primi paesi della provincia veronese in cui si sviluppò il fenomeno furono Cerea, Vigasio, Valeggio, Bovolone, Nogara e la Valpolicella.[60]
Le Brigate, come la maggioranza degli altri gruppi di tifosi organizzati, nacquero come apolitiche ed i primi scontri di rilievo si ebbero nel 1973 proprio con tifoserie apertamete schierate come quella bolognese. La svolta nello stile del tifo si ebbe nel 1976, quando i brigatisti strinsero la storica amicizia con i tifosi del Chelsea iniziando ad esporre allo stadio l'ancora oggi consueta Union Jack. I tifosi veronesi del ventennio d'oro divennero ben presto famosi per i cori, per la compattezza della loro curva e per l'originalità nel proporre testi sempre nuovi, oltre che per la tendenza a denigrare e a sminuire l'avversario di turno.[61] Gruppi con connotazione di destra (Gioventù Scaligera,Verona Front, Hellas Army) o di sinistra (Rude Boys) coesistevano nelle Brigate Gialloblu rispettandosi reciprocamente.[61]
Nella seconda metà degli anni settanta, con l'aumentare della matrice politica in molti gruppi ultras tra cui le stesse Brigate e con la stipulazione della maggior parte dei gemellaggi e delle rivalità presenti ancor oggi tra tutte le tifoserie, i tafferugli e gli scontri tra tifosi si moltiplicarono. I tifosi del Verona, in seguito ad episodi come il "saccheggio" di Brescia del dicembre 1986 (in cui andarono danneggiate più di 500 auto) finirono nell'occhio del ciclone per non uscirne mai più.[62] Il fatto non passò inosservato e la Procura iniziò le indagini e le molteplici perquisizioni che portarono il 1º febbraio 1987 all'arresto di 12 veronesi con l'accusa di associazione a delinquere: per la prima volta un tifoso venne accostato alla figura di un vero e proprio criminale.[63]
In seguito al ripetersi di incidenti e di tafferugli con l'intromissione sempre più insistente delle forze dell'ordine, il gruppo delle Brigate Gialloblù decise di sciogliersi il 14 novembre 1991 e passò il testimone alla Curva Sud che ne raccolse l'eredità, segnando l'inizio di una nuova era non solo del tifo veronese ma dell'intero mondo ultras.[64]
La Curva Sud dopo lo scioglimento delle Brigate
Lo scioglimento delle Brigate non intaccò minimamente la passione e l'entusiasmo dei tifosi gialloblù che rimasero ad applaudire la squadra anche dopo la retrocessione in Serie C del 2007. In quell'occasione per tutta la durata dei festeggiamenti dei tifosi e dei giocatori dello Spezia (risultati vincitori nel doppio confronto) la curva dell'Hellas rimase piena, ad intonare cori di sostegno e di appartenenza.[65]
Dopo il deludente risultato sportivo, nella campagna abbonamenti 2007/2008 le tessere sottoscritte dalla tifoseria aumentarono dalle 6073 dell'anno prima a 9635.[66] Negli anni della militanza in Serie C1 (poi Lega Pro Prima Divisione) le statistiche hanno poi continuato a riportare settimanalmente presenze da record allo stadio che si aggiravano tra le 10 000 e le 17 000 unità,[67][68] fino ad arrivare ai 25 328 spettatori che assistettero alla partita tra Hellas Verona - Portogruaro.[69]
Il dato venne quasi eguagliato l'anno dopo, quando il Verona ormai ad un passo dalla promozione affrontò e sconfisse la Salernitana nella finale Play-Off: quel giorno erano presenti allo stadio 22 548 spettatori.[70]
Impegno nel sociale
Azionariato popolare (Verona col Cuore)
Il 4 aprile 2012, la società gialloblù ha lanciato il progetto Verona col Cuore che è una società cooperativa no profit nata per favorire la crescita economica del club e di partecipare direttamente al capitale sociale dello stesso finanziandolo con tutte le quote degli iscritti all'associazione.[71][72]
L'idea è nata dal successo del progetto inglese Myfootballclub che ha acquistato un vero club calcistico in 20 000 tifosi.[73]
L’obiettivo dell’associazione è quello di sostenere l'Hellas Verona, nelle scelte societarie, nella programmazione sportiva e strategica con la detenzione di quote societarie comprese fra il 5% e il 25%, partecipando attivamente alla vita della squadra e alle decisioni del Consiglio di Amministrazione. Attualmente, il numero degli iscritti all'associazione sono circa duemila.[74]
Gemellaggi e rivalità
I tifosi dell'Hellas Verona sono gemellati con i sostenitori della Fiorentina. Un gemellaggio molto sentito, uno tra i primi nella storia del calcio italiano.[75] Altro gemellaggio della Curva Sud veronese è quello con i tifosi della Sampdoria che dura da più di vent'anni. Poi vi è un gemellaggio con la Triestina, questo risale agli anni settanta circa ed è molto sentito da entrambe le tifoserie, a causa delle forti convergenze delle due curve.[76] Ci sono poi ottimi rapporti ma non un vero e proprio gemellaggio con la tifoseria della Lazio, anch'essa gemellata con quella della Triestina.[77]
A livello internazionale l'amicizia più importante è quella con gli "Headhunters" del Chelsea risalente alla seconda metà degli anni 70', quando ad alcuni membri delle Brigate fu concesso di esporre il loro striscione nella temutissima "Shed" dei tifosi inglesi.[78] Un gran numero dei cori veronesi sono tratti dal repertorio dei tifosi del Chelsea, con testi tradotti e adattati, spesso in dialetto. Quando il Chelsea nel 1997 giocò la semifinale di Coppa delle Coppe contro il Vicenza (arcirivali del Verona), un gran numero di sostenitori dell'Hellas Verona era presente allo Stadio Romeo Menti di Vicenza insieme ai tifosi del Chelsea. Altre amicizie inglesi sono quelle con i sostenitori dell'Aberdeen e del Middlesbrough. Ci sono poi amicizie internazionali con gli "Ultras Sur" del Real Madrid, con quelli del Kaiserslautern, con le Brigadas Blanquiazules[79] dell'Espanyol, con la Torcida Verde dei sostenitori dello Sporting Lisbona e con gli ora sciolti "Boulogne Boys" del PSG.[80]
La più accesa tra le rivalità dei tifosi del Verona è senza dubbio quella con i supporters del Vicenza, la squadra contro cui gli scaligeri hanno giocato il maggior numero di volte (93).[81] Seguono a ruota quelle con il Brescia, il Napoli e il Genoa, a causa dei numerosi scontri avvenuti tra le opposte fazioni nel corso degli anni d'oro del tifo organizzato in Italia. Ci sono poi gravi inimicizie con gli ultras del Livorno, a causa delle visioni politiche totalmente opposte di buona parte delle due tifoserie; dell'Atalanta, con molteplici scontri tra le due tifoserie dentro e fuori gli stadi; dell'Udinese, per via dell'amicizia che lega triestini e veronesi; della Roma, con le opposte fazioni che si rispettano ma non si amano di certo, anche per via dell'amicizia politica che lega veronesi e laziali; del Pescara per via del gemellaggio che lega i delfini abruzzesi ai vicentini; e della Salernitana, fallita dopo una doppia finale Play-Off per la Serie B persa proprio contro il Verona nel 2011.
Sono pessimi anche i rapporti con i sostenitori delle tre big del calcio italiano: Milan (a cui il Verona costò due scudetti nel 1973 e nel 1990), Juventus (ripetutamente superata in campionato da Verona, Napoli e Roma nel corso degli anni 80) e Inter (ex gemellaggio interrotto bruscamente nel 2001 a causa di dissidi tra le due fazioni). Altro gemellaggio dissolto è quello con il Torino, in seguito al cambio generazionale delle due tifoserie che non si sono più trovate d'accordo, nonostante le due fazioni abbiano ancora in comune la fratellanza con i viola e l'odio per i bianconeri.
Rivalità di minore importanza si hanno infine con Venezia, Mantova, Bologna, Cagliari, Palermo, Chievo, Varese, Ascoli, Pisa, Cesena, Ternana, Perugia, Padova, Ancona, Spezia, Ravenna, Rimini, Reggiana, Como e con la maggior parte delle altre maggiori tifoserie del sud (come Bari, Reggina, Foggia, Cosenza, Crotone, Taranto, Catanzaro, Avellino e Catania) ad eccezione del Lecce, con cui esisteva un tempo un'amicizia, dissoltasi insieme alle vecchie Brigate[82].
Organico
Rosa
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Staff tecnico
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Note
- ^ La capienza dello stadio
- ^ L'amore fra l'Hellas Verona e i suoi tifosi
- ^ Hellas: storia di calcio e di passione
- ^ Storia dell'Hellas Verona
- ^ Corriere dello Sport, 16 giugno 1957.
- ^ [La storica partita Hellas Verona - Milan 5-3 http://www.hellastory.net/pages/rubriche/europa_uefa.cfm]
- ^ [La fatal Verona: incubo rossonero http://www.canalemilan.it/news/fatal-verona-due-scudetti-persi-e-uno-44290]
- ^ Il fantastico duello scudetto tra Verona e Roma del 1982
- ^ Preben Elkjær Larsen, su primoluglio2004.it.
- ^ 25 anni dal mitico goal senza scarpa del danese Elkjaer
- ^ Il trionfo di Udine nell'anno dello scudetto
- ^ Il Verona verso lo scudetto
- ^ Puliero in Tim Parks, A season with Verona, Arcade Publishing, 2002
- ^ Le infruttuose partecipazioni alla coppa dell'Europa centrale
- ^ [La Coppa Anglo-Italiana del 1971 http://en.wikipedia.org/wiki/1971_Anglo-Italian_Cup]
- ^ L'Hellas nella Coppa Anglo-Italiana: seconda esperienza europea
- ^ Le infruttuose partecipazioni alla coppa dell'Europa centrale
- ^ Le imprese e le delusioni del Verona in Coppa Uefa
- ^ Il Verona in Coppa Campioni
- ^ Le imprese e le delusioni del Verona in Coppa Uefa
- ^ il sito di Preben Elkjaer Larsen
- ^ Quando il Verona rischiò di scomparire: 1991
- ^ L'Hellas Verona resta in B per un solo punto: ripescato il Treviso
- ^ partire dal passato per capire il presente
- ^ Hellas Verona in Serie C dopo 64 anni tra Serie A e B con uno scudetto vinto
- ^ La storia recente del Verona
- ^ Manfredonia - Hellas Verona 2-1: veneti ai Play-Out
- ^ [cronistoria dell'Hellas Verona http://www.hellasverona.it/cronologiapalmares.php]
- ^ Il Verona resta in C1
- ^ Portogruaro in B : Hellas ai Play-Off
- ^ Hellas Verona - Rimini 0-0: giallonlù in finale!
- ^ Pescara in Serie B! Il Verona delude i tifosi!
- ^ Media spettatori Serie C-1 girone A 2007-2008[1]
- ^ Media spettatori Lega Pro Prima Divisione 2008-2009[2]
- ^ Media spettatori Lega Pro Prima Divisione 2009-2010[3]
- ^ Verona-Portogruaro: oltre 25 000 tifosi alla stadio[4]
- ^ Verona: arriva Andrea Mandorlini
- ^ Pergocrema - Hellas Verona 0-0: i veneti ora sono certi di disuputare i Play-Off!
- ^ biglietti andata
- ^ biglietti ritorno
- ^ Verona in B dopo quattro anni!
- ^ Hellas Verona in Serie B! Torna il derby Verona-Padova!
- ^ [Hellas Verona: striscia di vittorie da record http://www.tuttob.com/?action=read&idnotizia=30628]
- ^ [Hellas Verona - Albinoleffe 1-0: è la nona sinfonia http://www.calciopress.net/2012/01/07/hellas-per-mandorlini-un-girone-dandata-da-incorniciare/]
- ^ Il Verona di Mandorlini sempre più nella storia[5]
- ^ il Verona eguaglia il Genoa: 12 vittorie consecutive in casa
- ^ All'Ossola finisce 2-0 per i padroni di casa
- ^ 1-1 al Bentegodi: in finale va il Varese
- ^ Lazio-Verona ottavi di finale della Coppa Italia[6]
- ^ Lazio - Hellas Verona 3-2
- ^ Maurizio Setti nuovo presidente dell'Hellas Verona
- ^ Al presidente uscente Martinelli resta il 20% del pacchetto
- ^ Sogliano nuovo direttore sportivo dell'Hellas Verona
- ^ Gardini nuovo direttore generale dell'Hellas Verona
- ^ Fontanelli, Tomelleri e Venturini, pag. 7.
- ^ [Impianto fotovoltaico al Bentegodi http://www.ecoblog.it/tag/stadio+bentegodi+fotovoltaico]
- ^ Sicurint Group sponsor ufficiale dell'Hellas Verona[7]
- ^ AGSM sponsor ufficiale dell'Hellas Verona[8]
- ^ Storia delle Brigate
- ^ Lo sviluppo del movimento
- ^ a b Storia delle Brigate
- ^ Storia delle Brigate
- ^ Storia delle Brigate
- ^ Storia delle Brigate
- ^ L'anno orribile dell'Hellas Verona: 2006-2007[9]
- ^ HELLASTORY.net | I Numeri di una fede
- ^ Media spettatori Lega Pro Prima Divisione 2008-2009 girone A[10]
- ^ Media spettatori Lega Pro Prima Divisione 2009-2010 girone B[11]
- ^ Hellas Verona - Portogruaro oltre 25 mila spettatori[12]
- ^ oltre 22 mila persone per Hellas Verona - Salernitana[13]
- ^ Parte il progetto Verona col cuore
- ^ L'azionariato popolare a Verona
- ^ L'incredibile successo di Myfootballclub
- ^ Boom di adesioni per Verona col cuore
- ^ Gemellaggi fra squadre italiane e straniere
- ^ Gemellaggio tra Triestina e Verona
- ^ amicizia tra Lazio - Hellas Verona
- ^ la storia delle brigate scritta dai romani
- ^ [L'amicizia con le brigate dell'Espanyol e con gli Ultras Sur del Real Madridhttp://es.wikipedia.org/wiki/Brigadas_Blanquiazules]
- ^ La storia del tifo organizzato
- ^ Tutti i precedenti tra Vicenza e Verona
- ^ [La storia della tifoseria scaligera http://www.asromaultras.org/hellasverona.html]
Bibliografia
- Tim Parks, Questa pazza fede - L'Italia raccontata attraverso il calcio, traduzione di Massimo Bocchiola, collana Einaudi Stile Libero, Einaudi, 2002, pp. 424, ISBN 9788806161484.
- Carlo Fontanelli, Raffaele Tomelleri, Luciano Venturini, 1903 - 2003/04 Il Secolo gialloblù - La storia dell'Hellas Verona, Geo Edizioni S.r.l., 2004, pp. 383.
- Silvio Cametti, I guerrieri di Verona - Brigate Gialloblu dal '71 ad oggi, Sport Communication Editore srl, 2011, pp. 320.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Hellas Verona Football Club
Collegamenti esterni
- Sito Ufficiale
- Hellaswall portale dei tifosi
- Hellastory.net-archivio storico
- Sito Azionariato Popolare Hellas Verona
- (DE, EN, IT) Hellas Verona Football Club, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- Hellas Verona Style