Hellas Verona Football Club

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Hellas Verona Football Club
Calcio
Mastini, Scaligeri, Butei
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali giallo-blu
SimboliMastino della Scala
InnoStanno arrivando i gialloblu
Sumbu Brothers
Dati societari
CittàFile:Verona-Stemma.png Verona
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie B
Fondazione1903
Rifondazione1991
PresidenteBandiera dell'Italia Maurizio Setti (imprenditore)
AllenatoreBandiera dell'Italia Andrea Mandorlini
StadioMarcantonio Bentegodi
(42 160[1] posti)
Sito webwww.hellasverona.it
Palmarès
Scudetto
Scudetti1
Titoli nazionali3 Campionati di Serie B
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

L'Hellas Verona Football Club (chiamato comunemente Verona dai non veronesi ed Hellas dai suoi tifosi) è una delle società calcistiche italiane più antiche, essendo stata fondata nel 1903 come Hellas, e la prima squadra di calcio della città per seguito di tifosi. Attualmente milita in Serie B.

Il Verona, da quando esiste il girone unico (1929), è stata l'unica squadra di città non capoluogo di regione ed una delle poche squadre fuori dal calcio di vertice (insieme al Cagliari) a vincere un campionato di Serie A, nella stagione 1984-1985. Gli anni ottanta furono il periodo di maggiori soddisfazioni sportive per il club che, a parte il citato scudetto, arrivò tre volte alla finale di Coppa Italia (1975-1976, 1982-1983 e 1983-1984). Dal 1983 al 1988 il Verona disputò diverse partite nelle coppe europee, con una partecipazione alla Coppa dei Campioni e due alla Coppa UEFA.

I gialloblù hanno partecipato a 24 campionati di Serie A, a 51 di Serie B e a 6 di Lega Pro. Il club scaligero è inoltre la seconda squadra (alle spalle del Brescia) con più presenze nel campionato cadetto, torneo che si è aggiudicato per tre volte (1957, 1982 e 1999).

Questi risultati, per una squadra di provincia, hanno dato vita ad un legame fortissimo fra la tifoseria veronese e la squadra scaligera.[2][3]

I colori della squadra, giallo e blu, riprendono quelli dello stemma di Verona (croce oro su sfondo blu). Soprannomi della squadra sono i mastini e gli scaligeri, entrambi con riferimento a Mastino della Scala della Signoria Della Scala, che governò la città durante il tredicesimo e il quattordicesimo secolo. Lo stemma araldico degli Scaligeri è rappresentato sulla tenuta di gioco e sul marchio societario come un'immagine stilizzata di due possenti mastini rivolti in direzioni opposte.

Storia

Gli albori

Gli studenti del Maffei che fondarono l'Hellas

Nel 1903 un gruppo di studenti del liceo classico Scipione Maffei fondò un club e lo battezzò Associazione Calcio Hellas (Hellas è il nome con cui i Greci chiamano la loro nazione) su proposta del professor Decio Corubolo, per l'appunto insegnante di greco.

In questo periodo il calcio si giocava a livello professionale solo in Piemonte, Lombardia e Liguria (non a caso le prime società a vincere il titolo di campione d'Italia furono Genoa, Milan e Juventus), dove era più nutrita la presenza di cittadini britannici. Tuttavia, quando nel 1906 due squadre di Verona scelsero come stadio l'anfiteatro romano della città, l'entusiasmo e l'interesse del pubblico cominciarono ad aumentare.

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Targa celebrativa della fondazione dell'Hellas Verona davanti al Liceo Scipione Maffei

In quegli anni "pionieristici" l'Hellas era una delle 3 o 4 squadre che giocavano prevalentemente a livello cittadino, contendendo soprattutto ai rivali della Bentegodi la supremazia sotto il campanile. Nella stagione sportiva 1908 l'Hellas iniziò tuttavia a confrontarsi con squadre della regione, dando origine a una rivalità col Vicenza Calcio tuttora molto sentita.

Nel 1911 la squadra iniziò a partecipare al campionato regionale, che fino al 1921 era la fase di qualificazione per le finali nazionali. Ottenne diversi secondi posti nel girone Veneto-Emiliano, ma non giunse mai alla finalissima contro i vincitori del girone nazionale.

Hellas Verona in una fotografia d'epoca

Nel 1919, dopo la Prima guerra mondiale, l'Hellas assunse la denominazione Football Club Hellas Verona accogliendo, per fusione, la società minore del F.C. Verona (nato nel 1911).

Dal 1921 al 1929 il Campionato di Prima Divisione si componeva delle migliori squadre dei vari gruppi regionali, fra cui anche la formazione veronese che riuscì più volte ad arrivare al girone finale, senza però ottenere grandi risultati.

Dalla prima stagione in B alla prima in massima serie

Gli anni trenta e quaranta

All'avvio della Serie A a girone unico, nel 1929, l'Hellas incorporò, per fusione, due rivali veronesi, Bentegodi e Scaligera, assumendo la denominazione A.C. Verona e partendo dal campionato di Serie B, in seguito al piazzamento ottenuto quell'anno nella Divisione Nazionale.

Al suo debutto nel campionato cadetto (1929-1930) chiuse con un incoraggiante sesto posto, con 7 punti di distacco dal Legnano promosso nella massima serie. Sarebbero occorsi quasi tre decenni (28 anni) per conquistare la promozione, con una serie di alti e bassi annuali che portarono il Verona ad alternare annate molto positive ad altre scoraggianti.

Mentre il mondo era impegnato nel secondo conflitto mondiale il Verona affrontò uno dei suoi peggiori momenti storici, retrocedendo in Serie C nel 1941 dopo aver subito una dura sconfitta a Modena (6-1). Fu un evento inaspettato, dato che solo due anni prima (1939) la squadra scaligera aveva sfiorato la promozione arrivando quinta a soli 3 punti di distacco dal Venezia promosso in A. Tuttavia alcuni segnali negativi si erano intravisti nell'annata di transizione fra la sfiorata promozione e la retrocessione, con i gialloblu che si erano salvati a fatica.

In ogni caso il Verona riuscì a risalire abbastanza in fretta, nel giro di sole due stagioni (1943). L'impresa non fu facile: in quell'epoca la Serie C si componeva di un'unica categoria e non esisteva la C-2, al di sotto vi era già la serie D. Ci si trovava ad avere a che fare quindi con un enorme agglomerato di squadre, divise in ben 12 gironi di diverse dimensioni, molte delle quali fallivano o si ritiravano dal campionato prima della sua conclusione. Le 12 squadre vincitrici dei rispettivi gironi (tra cui anche il Verona, quell'anno) si affrontavano in due gironi finali di 6 squadre ciascuno. Le prime due classificate di ciascun girone finale venivano infine promosse in serie B. L'Hellas quell'anno arrivò secondo dietro la Pro Gorizia, a pari punti con il Parma: sarebbe dunque stato necessario uno spareggio, ma la condanna per illecito sportivo degli emiliani (puniti con la condanna al sesto ed ultimo posto del girone finale) rese vana tale ipotesi ed i gialloblu poterono quindi festeggiare il ritorno in cadetteria.

La prima promozione in serie A: 1957

Dopo essere tornato nelle divisioni superiori, il Verona iniziò una lunghissima cavalcata che lo portò 14 anni dopo a vincere il suo primo campionato di Serie B. In mezzo ci furono una serie di prestazioni annuali rassicuranti che tennero gli scaligeri quasi sempre nella metà superiore della classifica. La promozione venne sfiorata già nel 1948, quando la squadra arrivò al secondo posto del girone B alle spalle di uno scatenato Padova: in quella specifica occasione però, solo la prima classificata dei due gironi venne promossa in massima serie e così il Verona fu costretto a pazientare ancora, fino al 1957.

Quell'anno i gialloblu guidati da Angelo Piccioli furono i protagonisti del torneo e pareggiando in casa con il Como per 1-1 nell'ultima giornata di campionato ottennero il punto che mancava loro per poter festeggiare la tanto agognata promozione. L'entusiasmo fu tale che i tifosi corsero in campo per incoronare d'alloro il capo dei giocatori scaligeri.[4][5]

Tuttavia, l'A.C. Verona restò in Serie A una sola stagione (1957/58), dopodiché fu costretto a tornare nella serie cadetta: ad un buon girone di andata seguì una seconda parte di stagione deludente che costrinse i gialloblu a disputare un infruttuoso doppio spareggio contro il Bari, secondo classificato tra i cadetti, che soffiò il posto in massima serie agli scaligeri (0-1, 0-2).

L'anno successivo la società veneta assorbì un club minore veronese, l'A.S. Hellas, per poter prendere la denominazione di Hellas Verona, in omaggio alle sue origini.

Gli anni settanta e ottanta

Il decennio in serie A

Allenata da Nils Liedholm, la squadra ritornò in Serie A esattamente un decennio più tardi: nel 1968.

In mezzo ci furono una serie di annate anonime, con l'Hellas Verona che ottenne la salvezza, ma senza mai entrare in lotta per la promozione.

In quella stessa stagione la promozione fu raggiunta all'ultima giornata, grazie ad una vittoria sul Padova per 1-0. Contemporaneamente, infatti, il Bari pareggiò a Perugia e consegnò la propria seconda posizione agli scaligeri, che poterono gioire assieme al Palermo primo classificato e al Pisa.

Stavolta i gialloblu non retrocessero subito ed avviarono un lungo ciclo di salvezze, che permisero loro di restare per un lungho periodo nella massima serie. Di quegli anni si ricorda la storica vittoria per 5-3 ottenuta contro il Milan nell'ultima giornata della stagione 1972-1973 che costò al Milan lo scudetto; segnarono l'attaccante Livio Luppi che fece una storica tripletta, e l'ala Gianfranco Zigoni. Il Milan perse il campionato a Verona anche nel 1989-1990, quando, alla penultima giornata, fu sconfitto 2-1 e finì la partita in otto[6] contro una squadra che poi retrocesse in Serie B. Da qui la celebre espressione della "fatal Verona"[7].

Zigoni in pelliccia durante una gara del Verona passata in panchina

Nel 1973-1974 l'Hellas Verona finì la stagione al quart'ultimo posto evitando la retrocessione, ma fu condannato alla Serie B durante i mesi estivi a causa dello "Scandalo della telefonata" in cui furono coinvolti il presidente della squadra Saverio Garonzi e un ex, Sergio Clerici. Il Verona ritornò comunque subito in Serie A in virtù dello spareggio disputato e vinto a Terni contro il Catanzaro (1-0).

Le tre finali di Coppa Italia

Nella stagione 1975-1976 la squadra arrivò in finale di Coppa Italia per la prima volta nella sua storia, eliminando Torino, Cagliari, e Inter dal torneo. Tuttavia, in finale l'Hellas Verona fu sconfitto 4-0 dal Napoli, dove ci fu l'autorete del portiere Alberto Ginulfi (avvenuta al 74º minuto).

Il 15 aprile 1978 la squadra fu coinvolta nell'incidente ferroviario di Murazze di Vado (Bologna): si trovava a bordo del treno che deragliò e che fu investito dalla "Freccia della Laguna". Al momento dell'incidente la squadra si trovava a pranzo sulla carrozza ristorante, e fortunatamente non tra quelle scagliate dall'urto nel dirupo sottostante, ma la paura fu molta.

Dopo aver disputato dieci campionati su undici in Serie A dal 1968 in poi (che sarebbero stati undici senza lo "scandalo della telefonata"), il Verona tornò in Serie B nel 1979 e vi rimase per tre anni. Nel 1981 l'Hellas attraversò un periodo molto difficile e rischiò addirittura di non salvarsi, ma alla fine riuscì a centrare l'obiettivo minimo.

Solo l'anno dopo iniziò quello che sarebbe stato il ciclo di vittorie più importante della storia del club scaligero.

Sotto la guida dell'allenatore Osvaldo Bagnoli la squadra vinse il campionato di serie B nel 1982, mentre l'anno prima aveva lottato per non retrocedere. Il campionato di cadetteria fu vinto dopo aver ottenuto 17 vittorie, 14 pareggi e 7 sconfitte, risultati che ricatapultarono l'Hellas nella massima serie. L'anno successivo nel girone di andata della Serie A, divise a lungo il primo posto della classifica con la Roma che poi vinse il titolo[8]. Nel girone di ritorno ci fu un inevitabile calo fisico, ma la squadra riuscì comunque a terminare il campionato al quarto posto. Nello stesso anno giunse nuovamente in finale nella coppa Italia. Dopo una vittoria casalinga per 2-0 il Verona arrivò a Torino per giocare contro la Juventus che però vinse la coppa ai supplementari (il Verona fu sconfitto 3-0).

Nella stagione 1983-1984 la squadra giunse sesta alla fine del campionato. Disputò di nuovo la finale di Coppa Italia, ma ancora una volta non fu fortunata: dopo un pareggio nella partita di andata (1-1) l'Hellas infatti cadde e perse nel ritorno all'Olimpico per 1-0 contro la Roma di Falcao, e fu eliminata.

Lo scudetto del 1984-1985

File:SquadraHellas84-85.jpg
Il Verona campione d'Italia nel 1984-85

«Perché quando hai modo di conoscere ed apprezzare chi soffre con te alla domenica e partecipa alle tue gioie e ai tuoi dolori pur non essendo in campo, ti ci affezioni. Almeno io sono fatto così. E per questo motivo, per rispetto nei confronti chi mi ha amato e osannato fino ad invocarmi come sindaco di Verona, non ho accettato di vestire altre maglie di società italiane. Il loro rispetto meritava il mio rispetto...»

Dopo aver disputato due campionati di Serie A conclusi con l'Hellas Verona nella parte alta della classifica (ed entrambi corredati da una finale di Coppa Italia), nell'estate del 1984 ci fu l'arrivo di due giocatori stranieri: il nazionale tedesco Hans Peter Briegel e il nazionale danese Preben Larsen-Elkjær (che scelse di farsi chiamare semplicemente Elkjær).

La formazione-tipo che vinse il campionato fu: Garella; Ferroni I, Marangon I; Briegel, Tricella, Fontolan I; Fanna, Volpati, Galderisi, Di Gennaro, Elkjær; allenatore era Osvaldo Bagnoli. Tra le riserve, furono Luciano Bruni, Luigi Sacchetti e Franco Turchetta a dare il contributo più importante.

I momenti chiave di quel campionato furono:

  • La vittoria interna per 3-1 ottenuta contro il Napoli di Maradona alla prima giornata;
  • Il successo contro i campioni d'Italia in carica e futuri campioni d'europa della Juventus, battuta 2-0 alla quinta giornata, con Elkjær che segnò a Tacconi l'epico goal senza scarpa, persa nel corso dell'azione[10];
  • Il trionfo allo stadio Friuli di Udine alla diciottesima giornata, dove i veronesi sconfissero in una rocambolesca gara l'Udinese per 5-3, risultato che fece cessare le speculazioni secondo le quali i giocatori stavano ormai perdendo energie[11];
  • Tre vittorie consecutive contro Roma (1-0), Fiorentina (1-3) e Cremonese (3-0) che lanciarono i veneti in una definitiva corsa solitaria[12];
  • Il pareggio per 1-1 ottenuto a Bergamo contro l'Atalanta alla penultima giornata che garantì all'Hellas Verona la conquista dello scudetto con un turno di anticipo.
Hellas Verona campione d'Italia
12 maggio 1985 - Atleti Azzurri d'Italia, Bergamo

Atalanta - Verona

1 - 1

'Atalanta': Piotti, Osti, Gentile, Perico, Rossi, Magnocavallo, Donadoni, Vella, Magrin, Agostinelli, Pacione, Soldà, Codogno. (Malizia, Fattori e Larsson)

'Allenatore': Nedo Sonetti

'Verona': Garella, Volpati, Marangon, Tricella, Fontolan, Briegel, Fanna, Sacchetti, Galderisi, Di Gennaro, Elkjaer, Spuri, Ferroni (Donà, Bruni, Turchetta)

'Allenatore': Osvaldo Bagnoli

'Arbitro': Testa di Prato.

'Marcatori': Gol 41’ Perico, Gol 51’ Elkjaer.

'Spettatori': 21 308

L'Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli vinse il campionato ed entrò nella storia. Ottenne 15 vittorie, 13 pareggi, 2 sconfitte ed in totale 43 punti (si assegnavano ancora 2 punti per vittoria), staccando di 4 lunghezze il Torino secondo classificato, con Inter e Sampdoria a completare le prime quattro posizioni.

Lo scudetto assunse valore non solo perché conseguito in un'epoca in cui le squadre italiane stavano iniziando a riaffermarsi a livello internazionale (l'Italia stessa era campione del mondo) ma anche perché nel campionato italiano giocavano molti tra i migliori calciatori del mondo come Platini, Zico, Maradona, Sócrates, Rummenigge, Falcão) e molti altri.

La città scaligera restò molto legata alle radiocronache del cronista ed attore teatrale Roberto Puliero.[13]

In Europa

L'Hellas Verona ha debuttato nelle competizioni internazionali partecipando alla Coppa Mitropa del 1969 (la competizione europea più antica che trovava le sue origini nel lontano 1927), ma venne subito eliminato dai cechi dello Slavia Praga (4-1 , 0-3), così come anche le altre squadre italiane che vi avevano preso parte (Brescia e Lazio)[14].

Poco più tardi partecipò al torneo Anglo-Italiano del 1971[15], dove chiuse al quarto posto tra le sei squadre italiane che vi presero parte[16].

Nel 1982/83, in virtù della vittoria nel campionato cadetto dell'anno precedente, l'Hellas Verona partecipò nuovamente alla Coppa Mitropa, nella quale però ancora una volta non giunse a risultati di rilievo, chiudendo il girone all'ultimo posto con soli due punti[17].

La stagione successiva avvenne il debutto in Coppa UEFA. La squadra superò la Stella Rossa di Belgrado (1-0 a Verona, 2-3 a Belgrado), e fu poi eliminata al secondo turno dagli austriaci dello Sturm Graz (2-2 a Verona, 0-0 a Graz)[18].

File:Preben Elkjaer.jpg
Preben Elkjær Larsen in azione.

La stagione 1985-1986 vide la squadra in Coppa Campioni grazie allo scudetto conquistato nella stagione precedente. Nei sedicesimi l'Hellas incontrò ed eliminò il PAOK Salonicco (3-1 a Verona, 1-2 a Salonico, con doppietta di Elkjear). Ma negli ottavi venne eliminata dalla Juventus campione uscente e ammessa di diritto alla manifestazione. La partita di andata si giocò al Bentegodi e finì 0-0. Quella di ritorno si giocò a Torino a porte chiuse (per via della sanzione irrogata dall'UEFA alla Juventus dopo la tristemente nota finale di Bruxelles contro il Liverpool) e finì 2-0 per i bianconeri; l'arbitraggio fu del francese Wurtz.[19]

Nella stagione 1987/88 la squadra ottenne il suo miglior risultato internazionale raggiungendo i quarti di finale della coppa UEFA grazie a quattro vittorie e due pareggi. Dopo aver eliminato i polacchi del Pogon Stettino, i rumeni dello Sportul Bucarest e gli olandesi dell'Utrecht, il Verona venne infatti eliminato nei quarti dai tedeschi del Werder Brema al termine di un doppio confronto (0-1 a Verona, 1-1 a Brema)[20].

Capocannoniere dell'Hellas Verona nelle Coppe Europee il danese Preben Elkjær Larsen con 9 gol realizzati in 11 partite giocate tra Coppa Uefa e Coppa Campioni[21].

Tra vecchio e nuovo millennio

I difficili anni 90

I risultati ottenuti negli anni 80 furono storici per una città di media dimensione come Verona con pochi tifosi fuori dalla provincia.

Con l'inizio del nuovo decennio, l'Hellas voltò pagina. Dopo otto stagioni consecutive passate nella massima serie, contornate da uno scudetto e da due finali di coppa Italia, l'Hellas tornò in cadetteria nel 1990 dopo essere uscito sconfitto nel decisivo scontro salvezza di Cesena (1-0), inaugurando un decennio che non avrebbe riservato grandi soddisfazioni alla società scaligera.

Gli anni novanta furono infatti molto difficili per il club che in seguito ad una pessima gestione societaria fallì nel 1991[22], terminando la stagione con una promozione in Serie A. Gli allenatori ed i giocatori dovettero però combattere anno dopo anno tra sali e scendi continui, dando vita ad un'altalena fra A e B che durò fino al 1999.

Nel 1995 il club acquistò il nome Hellas Verona FC che mantiene ancora oggi (dopo aver usato per quattro anni il nome Verona Football Club in seguito al fallimento e alla rapida rinascita del 1991) e nel 1997 entrò in carica come presidente Giambattista Pastorello.

Prandelli (qui in veste di C.T.) vinse con il Verona il campionato di Serie B 1998-1999

Dopo due promozioni (1991 con Eugenio Fascetti e 1996 con Attilio Perotti) seguite da immediate retrocessioni, la vittoria nel campionato di Serie B nel 1999 sotto la guida del futuro commissario tecnico della nazionale maggiore Cesare Prandelli e con una striscia di 8 vittorie consecutive tra la 6ª e la 13ª giornata, aprì una nuova fase nella storia del club.

Dal 2000 al 2007: salvezze e retrocessioni

Il nuovo millennio iniziò con gli scaligeri ancora allenati da Prandelli che dopo un inizio difficile avviarono una serie di risultati utili consecutivi nel girone di ritorno, chiudendo il campionato di serie A al nono posto. L'anno successivo (2001), invece, la squadra allenata da Attilio Perotti faticò molto ed affrontò una stagione difficile che si chiuse con un doppio spareggio salvezza vinto contro la Reggina (1-0 all'andata in casa, 1-2 al ritorno con gol decisivo di Cossato a pochi minuti dal termine).

Il campionato 2001-2002 si concluse nel peggiore dei modi: una squadra composta anche da futuri campioni del mondo come Gilardino, Oddo e Camoranesi, e da Adrian Mutu, non mantenne lo slancio iniziale che aveva portato gli scaligeri nella zona alta della classifica. Nel girone di ritorno la squadra mostrò segni di stanchezza e dopo un ultimo sussulto rappresentato da una vittoria sul Parma a sette giornate dalla fine iniziò a perdere colpi su colpi, scivolando sempre più in basso nella classifica, fino ad entrare in zona retrocessione proprio all'ultima giornata dopo una sconfitta esterna subita contro il Piacenza.

Seguirono alcune annate anonime disputate in serie B, alcune delle quali videro l'Hellas Verona faticare molto per salvarsi. La squadrà sfiorò il ritorno in massima serie nel 2005, quando concluse la stagione al 7º posto, con un solo punto in meno dell'Ascoli (promosso in Serie A dopo la squalifica del Genoa ed i problemi economici di Perugia e Torino[23].

Nei due anni successivi la società, complice anche l'ex presidente Pastorello,[24] avviò un lento ma inesorabile declino che raggiunse il suo apice nel 2007. Quell'anno la squadra iniziò molto male il campionato ed ottenne solo quattro vittorie in tutto il girone di andata. Dopo 11 risultati utili consecutivi messi insieme nella seconda parte del campionato, alcune sconfitte impedirono la salvezza diretta degli scaligeri. Il Verona concluse infatti al quintultimo posto e dovette disputare un doppio play-out contro il neopromosso Spezia nel quale ebbe la peggio (2-1 a La Spezia e 0-0 a Verona). Gli scaligeri vennero quindi retrocessi in serie C dopo 64 anni[25].

La "rivalità" con il Chievo

File:Stadio Marcantonio Bentegodi from outside.jpg
Lo stadio Bentegodi, sede degli incontri di entrambi i club

Fino al 2001 fra il Chievo e l'Hellas Verona non esisteva un rapporto competitivo: l'Hellas era il baluardo attorno al quale era ruotato per quasi cento anni tutto il calcio veronese, mentre il Chievo era una squadra locale che aveva trascorso diversi decenni a giocare nelle categorie inferiori. La prima promozione in Serie B dei clivensi avvenne infatti nel 1994 e nell'occasione anche gruppi di tifosi delle Brigate Gialloblu si recarono a Carrara a sostenere il Chievo.

La promozione in Serie A del Chievo nel 2001 cambiò però le cose: permise a Verona di diventare la quinta città italiana a poter vantare un derby di Serie A (chiamato il derby della Scala o, più raramente, il derby dell'Arena), dopo Milano, Roma, Torino e Genova. Inoltre mise fine ad un monopolio cittadino che la società scaligera esercitava indisturbata fin dal 1929 (anno della fusione con Bentegodi e Scaligera su ordine fascista).

Negli otto precedenti in Serie B, Chievo ed Hellas si erano divisi tre vittorie a testa e due pareggi (la più larga vittoria nel derby di Verona fu realizzata dall'Hellas nel 1998, quando i mussi volanti persero 4-0 nel girone di ritorno) senza quindi che nessuna delle due società stabilisse un'autentica superiorità sull'altra.

Il primo derby in serie A si disputò all'undicesima giornata del campionato 2001-2002, con le due squadre veronesi tra le prime quattro squadre in classifica. Fu vinto dall'Hellas Verona, che rimontò il doppio vantaggio del Chievo e vinse 3-2. I marcatori dei gol furono in ordine Luciano e Corini per il Chievo e Oddo, Lanna (autorete) e Camoranesi per l'Hellas; il Chievo vinse il derby di ritorno (2-1 con Cossato che andò a rimontare l'iniziale vantaggio di Mutu).

Anni recenti

Le quattro stagioni in Lega Pro

Era dagli anni 40 che la società scaligera non si trovava in così grave difficoltà. In quell'epoca però il Verona era tornato rapidamente nella serie cadetta, dopo due stagioni, mentre questa volta ce ne vollero ben quattro. L'imprenditore Giovanni Martinelli nel 2009 era divenuto fra l'altro il nuovo presidente della società dopo la tragica morte del conte Arvedi, scomparso nel gennaio di quello stesso anno in seguito alle ferite riportate dopo un incidente stradale, salvando in quel modo il club dal fallimento.[26]

Venne cambiata spesso la panchina: diversi allenatori si alternarono senza che nessuno di essi riuscisse a centrare la promozione. L'unico ad ottenere dei risultati concreti fu l'ex tecnico delle giovanili, Davide Pellegrini, che salvò la squadra al termine della stagione 2007-2008, che vide il Verona chiudere ultimo in classifica a pari punti con il Manfredonia, evitando la retrocessione diretta grazie agli scontri diretti a favore[27] : mai prima di allora l'Hellas Verona si era trovato a dover lottare per la permanenza in serie C, neppure nei tormentati anni 40[28]. Nella stagione peggiore di tutta la storia scaligera, una squadra allo sbando totale evitò la retrocessione superando la Pro Patria nel doppio spareggio salvezza (1-0 a Verona, 1-1 a Busto Arsizio).[29]

La rosa della squadra venne rivoluzionata diverse volte negli anni successivi. Dopo aver chiuso al settimo posto un campionato disputato senza infamia e senza lode nel 2009, la squadra regalò un'ennesima delusione ai tifosi: nella stagione 2009-2010 il Verona dopo aver passato 19 giornate complessive al comando solitario della classifica, crollò infatti sul finale e chiuse il campionato al terzo posto[30]. Superò faticosamente il Rimini nelle semifinali dei play-off (0-1 a Rimini, 0-0 a Verona)[31], ma finì con l'essere eliminato nella doppia finale dal Pescara (2-2 a Verona, 1-0 a Pescara)[32].

Nonostante le numerose delusioni, la media spettatori in quattro anni di Lega Pro non fu mai al di sotto delle 10 000 unità,[33][34] con picchi di quasi 15 000 spettatori nella stagione 2009/2010.[35] Il record assoluto di pubblico lo si è avuto il 9 maggio 2010, quando si giocò la sfortunata partita Verona-Portogruaro, finita 0-1 per gli ospiti, dinanzi ad oltre 25 000 tifosi dell'Hellas.[36]

Il ritorno in B

Anche la stagione della promozione (2010-2011) era iniziata negativamente, tanto che il tecnico scelto durante l'estate dalla dirigenza (Giuseppe Giannini) era stato esonerato a novembre dopo aver raccolto solo 13 punti in 12 partite. Al suo posto venne ingaggiato un tecnico che in Romania aveva vinto tutto: Andrea Mandorlini[37]. L'Hellas Verona aveva concluso il girone d'andata in piena lotta per non retrocedere, e sotto la guida del nuovo tecnico iniziò una lunga rincorsa che portò i gialloblu ad agganciare il 5º posto (l'ultimo utile per disputare i play off) nelle ultime giornate di campionato[38].

Gli scaligeri ottennero la loro seconda finale play-off consecutiva, stavolta contro la Salernitana, dopo aver eliminato il Sorrento. Le due squadre disputarono la sfida decisiva a Salerno dopo aver richiamato quasi 50 000 tifosi fra l'andata e il ritorno, un record per la categoria.[39][40] Gli scaligeri risultarono infine meritatamente vincitori del play-off nonostante la sconfitta patita in trasferta (1-0), in virtù della vittoria per 2-0 ottenuta nella gara di andata. L'Hellas Verona tornò quindi in Serie B, chiudendo il ciclo più negativo di tutta la sua storia.[41][42]

Presente

2011-2012

La stagione 2011-2012 partì con molti volti noti: Mandorlini e quasi tutti i giocatori dell'anno prima vennero riconfermati. Ad essi vennero affiancati alcuni giovani come il greco Tachtsidis, di proprietà del Genoa e l'argentino Juanito Gomez, rientrato a Verona dopo un anno e mezzo passato nelle fila del Gubbio.

Nel girone di andata dopo un periodo negativo di cinque partite in cui la squadra raccolse solo tre punti, i gialloblu misero insieme nove vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia[43], issandosi al secondo posto della classifica ad un punto dal Torino.[44] Si tratta della striscia di vittorie consecutive più lunga di tutta la storia del club scaligero: il precedente record era di otto vittorie, ottenuto dal Verona allenato da Prandelli nel 1998-1999.[45] Altro record personale abbattuto fu quello delle vittorie consucutive in trasferta, ben 5: Cittadella, Bari, Empoli, Parma e Livorno. Un altro record eguagliato dalla squadra scaligera riguarda la striscia di vittorie consecutive interne (12) che ha portato l'Hellas ad affiancare nell'albo d'oro la striscia del Genoa ottenuta nella stagione 2006-2007.[46]

Il Verona chiuse la stagione regolare al quarto posto, sfiorando la promozione diretta al primo anno dopo il ritorno in Serie B e qualificandosi per i play-off. In semifinale il Varese si impose però nel doppio confronto, vincendo per 2-0 nella gara di andata[47] e pareggiando al Bentegodi (1-1).[48].

In Coppa Italia la squadra scaligera eliminò Vicenza (1-2), Sassuolo (5-7 d.c.r.) e Parma (0-2) dal torneo, raggiungendo gli ottavi di finale dopo 15 anni (1996-1997).[49] La corsa del Verona si fermò proprio all'Olimpico di Roma, dove i padroni di casa della Lazio si imposero per 3-2.[50]

2012-2013

La nuova stagione vede diversi nomi nuovi presso la società di Via Torricelli: Martinelli lasciò la quota di maggioranza del club (80%) all'ex vicepresidente del Bologna, Maurizio Setti, che divenne il nuovo presidente del club scaligero.[51] Il presidente uscente mantenne una piccola parte delle azioni della società.[52] Il neopresidente Setti rivoluzionò dapprima l'organigramma societario (con gli arrivi di Sogliano[53] e Gardini[54]) e poi inserì nella rosa, tra gli altri, i giocatori Carrozza, Laner, Moras, Bojinov, Cacia e Cacciatore.

Denominazioni

  • 1903-1915 Hellas
  • 1919-1928 Hellas Verona
  • 1928-1959 Associazione Calcio Verona
  • 1959-1991 Associazione Calcio Hellas Verona
  • 1991-1995 Verona Football Club
  • 1995- oggi Hellas Verona Football Club

Cronistoria

Cronistoria dell'Hellas Verona Football Club
  • 1903: In primavera, fondazione dell'Associazione di Calcio Hellas[55]
  • 1904: Si affilia alla F.I.F. (Federazione Italiana Football) ma non partecipa ai campionati.
  • 1905: Disputa solo gare amichevoli.
  • 1906: Si affilia alla F.G.I. (Federazione Ginnastica Italiana) e disputa il Concorso Ginnastico di Vicenza dove perde 2-1 la finale contro il Vicenza.
  • 1907: Si iscrive ai campionati di Seconda e Terza Categoria dai quali si ritira prima dell'inizio.
  • 1908: Disputa il campionato di Seconda Categoria ma rinuncia alle finali.
  • 1909: Disputa solo tornei con società affiliate alla F.I.F., perdendo la finale della Coppa Verona contro il Milan.
  • 1909-10: Disputa solo la Coppa Verona perdendo la semifinale contro il Milan.

  • 1910-11: 2º nella Prima Categoria Veneta.
  • 1911-12: 2º nella Prima Categoria Veneta.
  • 1912-13: 2º nella Prima Categoria Veneta, 6º nel girone finale del Nord Italia.
  • 1913-14: 2º nella Prima Categoria Veneta, 6º nel girone finale del Nord Italia.
  • 1914-15: 2º nella Prima Categoria Veneta, 3º nel gruppo C delle semifinali del Nord Italia.
  • 1915-16: 2º nella Coppa Regionale Veneta.
  • 1916/19: Attività sospesa per cause belliche. Al termine del conflitto assume la denominazione Football Club Hellas Verona accogliendo, per fusione, la società minore del F.C. Verona (nato nel 1911).
  • 1919-20: 6º nella Prima Categoria Veneta.

  • 1920-21: 3º nella Prima Categoria Veneta.
  • 1921-22: 7º nel girone A della Prima Divisione C.C.I.
  • 1922-23: 5º nel girone A della Prima Divisione.
  • 1923-24: 4º nel girone B della Prima Divisione.
  • 1924-25: 9º nel girone A della Prima Divisione.
  • 1925-26: 4º nel girone A della Prima Divisione.
  • 1926-27: 8º nel girone A della Divisione Nazionale.
  • 1927-28: 11º nel girone B della Divisione Nazionale. Ripescato dalla Federazione.
  • 1928-29: 13º nel girone B della Divisione Nazionale. Retrocesso in Serie B.
  • 1929: Il 1º agosto assume la denominazione Associazione Calcio Verona, a seguito dell'incorporazione per fusione dell'I. C. G.& S. Marcantonio Bentegodi e dell'A.C. Scaligera.
  • 1929-30: 6º in Serie B.

  • 1932-33: 6º in Serie B.
  • 1933-34: 11º nel girone B della Serie B.
  • 1934-35: 5º nel girone B della Serie B.
  • 1935-36: 7º in Serie B.
  • 1936-37: 9º in Serie B.
  • 1937-38: 10º in Serie B.
  • 1938-39: 5º in Serie B.
  • 1939-40: 13º in Serie B.
  • 1940-41: 15º in Serie B. Retrocesso in Serie C.
  • 1941-42: 5º nel girone B della Serie C.
  • 1942-43: 1º nel girone B della Serie C. Promosso in Serie B.
  • 1943-44: 2º nel girone B Veneto del Campionato di Guerra dell'Alta Italia.
  • 1944-45: Attività sospesa per cause belliche.
  • 1945-46: 4º nel girone C del campionato Misto Serie B e C dell'Alta Italia.
  • 1946–47: 8º nel girone B della Serie B.
  • 1947–48: 2º nel girone B della Serie B.
  • 1948-49: 11º in Serie B.
  • 1949-50: 9º in Serie B.

  • 1950-51: 9º in Serie B.
  • 1951-52: 10º in Serie B.
  • 1952-53: 13º in Serie B.
  • 1953-54: 7º in Serie B.
  • 1954-55: 15º in Serie B.
  • 1955-56: 9º in Serie B.
  • 1956-57: 1º in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1957-58: 18º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 1958-59: 6º in Serie B.
  • 1959-60: 8º in Serie B. Assorbe l'A.S. Hellas (nata nel 1949) ed assume la denominazione di Hellas Verona Associazione Calcio.


  • 1970-71: 11º in Serie A.
  • 1971-72: 13º in Serie A.
  • 1972-73: 10º in Serie A.
  • 1973-74: 13º in Serie A e declassato all'ultimo posto per delibera della C.A.F. Retrocesso in Serie B.
  • 1974-75: 3º in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1975-76: 11º in Serie A. Finalista in Coppa Italia.
  • 1976-77: 9º in Serie A.
  • 1977-78: 10º in Serie A.
  • 1978-79: 16º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 1979-80: 13º in Serie B.
  • 1980-81: 16º in Serie B.
  • 1981-82: 1º in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1982-83: 4º in Serie A. Finalista in Coppa Italia.
  • 1983-84: 6º in Serie A. Finalista in Coppa Italia.
  • 1984-85: Campione d'Italia
  • 1985-86: 10º in Serie A. Esce agli ottavi di Coppa dei Campioni.
  • 1986-87: 4º in Serie A.
  • 1987-88: 10º in Serie A.
  • 1988-89: 11º in Serie A.
  • 1989-90: 16º in Serie A. Retrocesso in Serie B.

  • 1990-91: 2º in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 24 febbraio 1991: L'Associazione Calcio Hellas Verona fallisce e rinasce sotto il nome di Verona Football Club.
  • 1991-92: 16º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 1992-93: 12º in Serie B.
  • 1993-94: 12º in Serie B.
  • 1994-95: 10º in Serie B. Il club assume denominazione Hellas Verona Football Club.
  • 1995-96: 2º in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1996-97: 17º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 1997-98: 6º in Serie B.
  • 1998-99: 1º in Serie B. Promosso in Serie A.
  • 1999-00: 9º in Serie A.

  • 2000-01: 14º in Serie A dopo la vittoria nello spareggio salvezza contro la Reggina.
  • 2001-02: 15º in Serie A. Retrocesso in Serie B.
  • 2002-03: 13º in Serie B.
  • 2003-04: 19º in Serie B.
  • 2004-05: 7º in Serie B.
  • 2005-06: 15º in Serie B.
  • 2006-07: 18º in Serie B. Retrocesso in Serie C1 dopo spareggio play-out perso contro lo Spezia.
  • 2007-08: 17º nel girone A della Serie C1. Vince i play-out con la Pro Patria.
  • 2008-09: 7º nel girone A della Lega Pro Prima Divisione.
  • 2009-10: 3º nel girone B della Lega Pro Prima Divisione. Perde la finale play-off contro il Pescara.

  • 2010-11: 5º nel girone A di Lega Pro Prima Divisione. Promosso in Serie B dopo play-off vinti contro il Sorrento in semifinale e Salernitana in finale.
  • 2011-12: 4º in Serie B. Perde la semifinale play-off contro il Varese.
  • 2012-13: in Serie B.

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Marcantonio Bentegodi.

Fino al 1963 il Verona ha disputato le partite interne nel "Vecchio Bentegodi", un impianto di 5000 posti nel cuore del centro storico di Verona, successivamente demolito. Attualmente l'Hellas Verona gioca nello Stadio Marcantonio Bentegodi. Lo stadio venne inaugurato nel 1963 con una capienza di 40 000 spettatori, non aveva copertura in nessun settore e possedeva l'allora modaiola pista di atletica. Venne soprannominato dai veronesi "Lo stadio dei quarantamila", alludendo alla capacità considerata esagerata dell'impianto che si rivelerà invece troppo piccolo per contenere le decine di migliaia di tifosi che lo riempirono per tutti gli anni '80. La capienza fu aumentata a 44 799 posti quando il Bentegodi venne scelto come uno degli stadi della Coppa del Mondo 1990. Tutte le sezioni vennero dotate di copertura e la viabilità circostante fu rinnovata per facilitarvi l'accesso. L'11 dicembre 2009 è stata inaugurata la nuova copertura dello stadio Bentegodi, interamente realizzata con pannelli solari fotovoltaici. Si tratta del più grande impianto fotovoltaico in Italia e tra i primi in Europa realizzato su una struttura sportiva[56].

Società

Organigramma societario

Staff dell'area amministrativa
  • Bandiera dell'Italia Maurizio Setti - Presidente
  • Bandiera dell'Italia Giovanni Martinelli - Vice Presidente
  • Bandiera dell'Italia Giovanni Gardini - Direttore generale
  • Bandiera dell'Italia Sean Sogliano - Direttore sportivo
  • Bandiera dell'Italia Massimiliano Dibrogni - Segretario generale
  • Bandiera dell'Italia Pierluigi Marzola - Responsabile amministrativo
  • Bandiera dell'Italia Eugenio Spiazzi di Corte Regia - Segretario amministrativo
  • Bandiera dell'Italia Simone Puliafito - Resp. comunicazione e ufficio stampa
  • Bandiera dell'Italia Simone Salizzoni - Responsabile marketing
  • Bandiera dell'Italia Moris Rigodanze - Resp. informatico e biglietteria
  • Bandiera dell'Italia Elena Fraccaroli - Segreteria
Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor ufficiali
  • 1982-1986 Canon
  • 1986-1989 Ricoh
  • 1989-1996 Rana
  • 1996-1997 Ferroli
  • 1997-1998 ZG Camini Inox
  • 1998-1999 Atreyu
  • 1999-2000 Salumi Marsilli
  • 2000-2001 NET Business
  • 2001-2002 Amica Chips
  • 2002-2006 Clerman
  • 2006-2007 UNIKA
  • 2007-2008 nessun sponsor
  • 2008-2010 Giallo
  • 2010-2011 Banca di Verona (Credito Cooperativo Cadidavid) e Protec (in casa) - Sicurint Group e Consorzio Asimov[57] (in trasferta)
  • 2011-2012 AGSM e Protec[58] (in casa) - Sicurint Group e Leaderform (in trasferta)
  • 2012-2013 AGSM e Leaderform


Allenatori e presidenti

Allenatori
Presidenti
  • 1903-1908 Bandiera dell'Italia Carlo Fratta Pasini
  • 1908-1910 Bandiera dell'Italia Alberto Masprone
  • 1910-1912 Bandiera dell'Italia Valerio Valeri
  • 1912-1915 Bandiera dell'Italia Bellini Carnesali
  • 1915-1918 campionato sospeso
  • 1918-1923 Bandiera dell'Italia Carlo Fratta Pasini
  • 1923-1924 Bandiera dell'Italia Lonardi Cesare
  • 1924-1926 Bandiera dell'Italia Bonomi Da Monte
  • 1926-1928 Bandiera dell'Italia Narciso Vanzo
  • 1928-1930 Bandiera dell'Italia Emilio Tiberghien
  • 1930-1934 Bandiera dell'Italia Giulio Dall'Ora
  • 1934-1935 Bandiera dell'Italia Tiziano Fraccaroli
  • 1935-1938 Bandiera dell'Italia Giovanni Turco
  • 1938-1942 Bandiera dell'Italia Luciano Carteri
  • 1942-1944 Bandiera dell'Italia Luigi Polettini
  • 1944-1946 campionato sospeso
  • 1946-1953 Bandiera dell'Italia Giovanni Chiampan
  • 1953-1958 Bandiera dell'Italia Giorgio Mondadori
  • 1958-1959 Bandiera dell'Italia Francesco Fagiuoli
  • 1959-1961 Bandiera dell'Italia Gerardo Girardi
  • 1961-1962 Bandiera dell'Italia Giuseppe Arcaroli
  • 1962-1964 Bandiera dell'Italia Bruno Albarelli
  • 1964-1965 Bandiera dell'Italia Saverio Garonzi
  • 1965-1967 Bandiera dell'Italia Carlo Bonazzi
  • 1967-1980 Bandiera dell'Italia Saverio Garonzi
  • 1980-1986 Bandiera dell'Italia Celestino Guidotti
  • 1986-1990 Bandiera dell'Italia Ferdinando Chiampan
  • 1990-1991 Bandiera dell'Italia Ferdinando Chiampan e Angelo Di Palermo
  • 1991-1992 Bandiera dell'Italia Stefano Mazzi
  • 1992-1995 Bandiera dell'Italia Mario Ferretto
  • 1995-1998 Bandiera dell'Italia Alberto Mazzi
  • 1998-2003 Bandiera dell'Italia Giambattista Pastorello
  • 2003-2004 Bandiera dell'Italia Giambattista Pastorello e Pietro Arvedi
  • 2004-2006 Bandiera dell'Italia Giambattista Pastorello
  • 2006-2007 Bandiera dell'Italia Sergio Puglisi Maraja e Pietro Arvedi
  • 2007-2008 Bandiera dell'Italia Pietro Arvedi
  • 2008-2009 Bandiera dell'Italia Nardino Previdi e Giovanni Martinelli
  • 2009-2012 Bandiera dell'Italia Giovanni Martinelli
  • 2012-oggi Bandiera dell'Italia Maurizio Setti


Giocatori

Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).

Palmarès

Competizioni nazionali

1984-1985
1956-1957, 1981-1982, 1998-1999

Altri piazzamenti

1975-1976, 1982-1983 e 1983-1984

Statistiche e record

Partecipazioni ai campionati

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale



Prima Categoria 3 1912-1913 1914-1915 35
Prima Divisione 5 1921-1922 1925-1926
Divisione Nazionale 3 1926-1927 1928-1929
Serie A 24 1957-1958 2001-2002



B-C Alta Italia 1 1945-1946 1945-1946 52
Serie B 51 1929-1930 2012-2013



Serie C 2 1941-1942 1942-1943 6
Serie C1 1 2007-2008 2007-2008
Lega Pro Prima Divisione 3 2008-2009 2010-2011

Il Verona ha partecipato a 93 campionati nazionali, tutti nelle categorie professionistiche o loro progenitrici. Ai suoi albori ha inoltre disputato altri 5 campionati regionali di Prima Categoria, senza riuscire a qualificarsi al campionato nazionale.

Statistiche individuali

Statistiche aggiornate al 21 agosto 2012, in grassetto i giocatori ancora in attività

Tifoseria

La nascita delle Brigate e lo sviluppo

I tifosi dell'Hellas durante la festa per lo scudetto.

La nascita delle Brigate Gialloblù avvenne il 30 novembre 1971, presso il Bar Olimpia di Borgo Venezia.[59] I primi brigatisti provenivano per lo più dalla grande città, mentre i primi paesi della provincia veronese in cui si sviluppò il fenomeno furono Cerea, Vigasio, Valeggio, Bovolone, Nogara e la Valpolicella.[60]

Le Brigate, come la maggioranza degli altri gruppi di tifosi organizzati, nacquero come apolitiche ed i primi scontri di rilievo si ebbero nel 1973 proprio con tifoserie apertamete schierate come quella bolognese. La svolta nello stile del tifo si ebbe nel 1976, quando i brigatisti strinsero la storica amicizia con i tifosi del Chelsea iniziando ad esporre allo stadio l'ancora oggi consueta Union Jack. I tifosi veronesi del ventennio d'oro divennero ben presto famosi per i cori, per la compattezza della loro curva e per l'originalità nel proporre testi sempre nuovi, oltre che per la tendenza a denigrare e a sminuire l'avversario di turno.[61] Gruppi con connotazione di destra (Gioventù Scaligera,Verona Front, Hellas Army) o di sinistra (Rude Boys) coesistevano nelle Brigate Gialloblu rispettandosi reciprocamente.[61]

Nella seconda metà degli anni settanta, con l'aumentare della matrice politica in molti gruppi ultras tra cui le stesse Brigate e con la stipulazione della maggior parte dei gemellaggi e delle rivalità presenti ancor oggi tra tutte le tifoserie, i tafferugli e gli scontri tra tifosi si moltiplicarono. I tifosi del Verona, in seguito ad episodi come il "saccheggio" di Brescia del dicembre 1986 (in cui andarono danneggiate più di 500 auto) finirono nell'occhio del ciclone per non uscirne mai più.[62] Il fatto non passò inosservato e la Procura iniziò le indagini e le molteplici perquisizioni che portarono il 1º febbraio 1987 all'arresto di 12 veronesi con l'accusa di associazione a delinquere: per la prima volta un tifoso venne accostato alla figura di un vero e proprio criminale.[63]

In seguito al ripetersi di incidenti e di tafferugli con l'intromissione sempre più insistente delle forze dell'ordine, il gruppo delle Brigate Gialloblù decise di sciogliersi il 14 novembre 1991 e passò il testimone alla Curva Sud che ne raccolse l'eredità, segnando l'inizio di una nuova era non solo del tifo veronese ma dell'intero mondo ultras.[64]

La Curva Sud dopo lo scioglimento delle Brigate

Tifosi del Verona

Lo scioglimento delle Brigate non intaccò minimamente la passione e l'entusiasmo dei tifosi gialloblù che rimasero ad applaudire la squadra anche dopo la retrocessione in Serie C del 2007. In quell'occasione per tutta la durata dei festeggiamenti dei tifosi e dei giocatori dello Spezia (risultati vincitori nel doppio confronto) la curva dell'Hellas rimase piena, ad intonare cori di sostegno e di appartenenza.[65]

Dopo il deludente risultato sportivo, nella campagna abbonamenti 2007/2008 le tessere sottoscritte dalla tifoseria aumentarono dalle 6073 dell'anno prima a 9635.[66] Negli anni della militanza in Serie C1 (poi Lega Pro Prima Divisione) le statistiche hanno poi continuato a riportare settimanalmente presenze da record allo stadio che si aggiravano tra le 10 000 e le 17 000 unità,[67][68] fino ad arrivare ai 25 328 spettatori che assistettero alla partita tra Hellas Verona - Portogruaro.[69]

Il dato venne quasi eguagliato l'anno dopo, quando il Verona ormai ad un passo dalla promozione affrontò e sconfisse la Salernitana nella finale Play-Off: quel giorno erano presenti allo stadio 22 548 spettatori.[70]

Impegno nel sociale

Azionariato popolare (Verona col Cuore)

Il 4 aprile 2012, la società gialloblù ha lanciato il progetto Verona col Cuore che è una società cooperativa no profit nata per favorire la crescita economica del club e di partecipare direttamente al capitale sociale dello stesso finanziandolo con tutte le quote degli iscritti all'associazione.[71][72]

L'idea è nata dal successo del progetto inglese Myfootballclub che ha acquistato un vero club calcistico in 20 000 tifosi.[73]

L’obiettivo dell’associazione è quello di sostenere l'Hellas Verona, nelle scelte societarie, nella programmazione sportiva e strategica con la detenzione di quote societarie comprese fra il 5% e il 25%, partecipando attivamente alla vita della squadra e alle decisioni del Consiglio di Amministrazione. Attualmente, il numero degli iscritti all'associazione sono circa duemila.[74]

Gemellaggi e rivalità

Gemellaggi
Amicizie
Rivalità maggiori

I tifosi dell'Hellas Verona sono gemellati con i sostenitori della Fiorentina. Un gemellaggio molto sentito, uno tra i primi nella storia del calcio italiano.[75] Altro gemellaggio della Curva Sud veronese è quello con i tifosi della Sampdoria che dura da più di vent'anni. Poi vi è un gemellaggio con la Triestina, questo risale agli anni settanta circa ed è molto sentito da entrambe le tifoserie, a causa delle forti convergenze delle due curve.[76] Ci sono poi ottimi rapporti ma non un vero e proprio gemellaggio con la tifoseria della Lazio, anch'essa gemellata con quella della Triestina.[77]

A livello internazionale l'amicizia più importante è quella con gli "Headhunters" del Chelsea risalente alla seconda metà degli anni 70', quando ad alcuni membri delle Brigate fu concesso di esporre il loro striscione nella temutissima "Shed" dei tifosi inglesi.[78] Un gran numero dei cori veronesi sono tratti dal repertorio dei tifosi del Chelsea, con testi tradotti e adattati, spesso in dialetto. Quando il Chelsea nel 1997 giocò la semifinale di Coppa delle Coppe contro il Vicenza (arcirivali del Verona), un gran numero di sostenitori dell'Hellas Verona era presente allo Stadio Romeo Menti di Vicenza insieme ai tifosi del Chelsea. Altre amicizie inglesi sono quelle con i sostenitori dell'Aberdeen e del Middlesbrough. Ci sono poi amicizie internazionali con gli "Ultras Sur" del Real Madrid, con quelli del Kaiserslautern, con le Brigadas Blanquiazules[79] dell'Espanyol, con la Torcida Verde dei sostenitori dello Sporting Lisbona e con gli ora sciolti "Boulogne Boys" del PSG.[80]

La più accesa tra le rivalità dei tifosi del Verona è senza dubbio quella con i supporters del Vicenza, la squadra contro cui gli scaligeri hanno giocato il maggior numero di volte (93).[81] Seguono a ruota quelle con il Brescia, il Napoli e il Genoa, a causa dei numerosi scontri avvenuti tra le opposte fazioni nel corso degli anni d'oro del tifo organizzato in Italia. Ci sono poi gravi inimicizie con gli ultras del Livorno, a causa delle visioni politiche totalmente opposte di buona parte delle due tifoserie; dell'Atalanta, con molteplici scontri tra le due tifoserie dentro e fuori gli stadi; dell'Udinese, per via dell'amicizia che lega triestini e veronesi; della Roma, con le opposte fazioni che si rispettano ma non si amano di certo, anche per via dell'amicizia politica che lega veronesi e laziali; del Pescara per via del gemellaggio che lega i delfini abruzzesi ai vicentini; e della Salernitana, fallita dopo una doppia finale Play-Off per la Serie B persa proprio contro il Verona nel 2011.

Sono pessimi anche i rapporti con i sostenitori delle tre big del calcio italiano: Milan (a cui il Verona costò due scudetti nel 1973 e nel 1990), Juventus (ripetutamente superata in campionato da Verona, Napoli e Roma nel corso degli anni 80) e Inter (ex gemellaggio interrotto bruscamente nel 2001 a causa di dissidi tra le due fazioni). Altro gemellaggio dissolto è quello con il Torino, in seguito al cambio generazionale delle due tifoserie che non si sono più trovate d'accordo, nonostante le due fazioni abbiano ancora in comune la fratellanza con i viola e l'odio per i bianconeri.

Rivalità di minore importanza si hanno infine con Venezia, Mantova, Bologna, Cagliari, Palermo, Chievo, Varese, Ascoli, Pisa, Cesena, Ternana, Perugia, Padova, Ancona, Spezia, Ravenna, Rimini, Reggiana, Como e con la maggior parte delle altre maggiori tifoserie del sud (come Bari, Reggina, Foggia, Cosenza, Crotone, Taranto, Catanzaro, Avellino e Catania) ad eccezione del Lecce, con cui esisteva un tempo un'amicizia, dissoltasi insieme alle vecchie Brigate[82].

Organico

Lo stesso argomento in dettaglio: Hellas Verona Football Club 2012-2013.

Rosa

N. Ruolo Calciatore
Bandiera del Brasile P Rafael
Bandiera della Francia D Tony Huston
Bandiera dell'Italia D Michelangelo Albertazzi
Bandiera dell'Italia C Simon Laner
Bandiera dell'Italia D Luca Ceccarelli (capitano)
Bandiera del Brasile C Raphael Martinho
Bandiera dell'Argentina C Emanuel Rivas
Bandiera dell'Italia A Daniele Cacia
Bandiera dell'Italia C Paolo Grossi
Bandiera dell'Islanda C Emil Hallfreðsson
Bandiera del Brasile P Nícolas
Bandiera dell'Italia D Matteo Abbate
Bandiera dell'Italia C Simone Calvano
Bandiera del Paraguay A César Verdun
N. Ruolo Calciatore
Bandiera dell'Italia C Alessandro Carrozza
Bandiera della Grecia D Vangelis Moras
Bandiera del Brasile C Jorginho
Bandiera dell'Italia D Domenico Maietta (vice capitano)
Bandiera dell'Argentina A Juanito
Bandiera della Croazia P Simon Sluga
Bandiera dell'Italia A Andrea Cocco
Bandiera della Slovenia C Armin Bačinovič
Bandiera della Spagna D José Ángel Crespo
Bandiera del Montenegro D Ivan Fatić
Bandiera dell'Italia D Giuseppe Pugliese
Bandiera del Paraguay C Óscar Arzamendia
Bandiera dell'Italia D Fabrizio Cacciatore
Bandiera della Bulgaria A Valeri Bojinov
Bandiera dell'Italia P Alessandro Berardi

Staff tecnico

Staff dell'area tecnica
  • Bandiera dell'Italia Maurizio Setti - Presidente
  • Bandiera dell'Italia Sean Sogliano - Direttore sportivo
  • Bandiera dell'Italia Nicoletta Manfrin - Segretario generale
  • Bandiera dell'Italia Sandro Mazzola - Team manager
  • Bandiera dell'Italia Mattia Rossetti - Dirigente accompagnatore
  • Bandiera dell'Italia Franco Fioroni - Addetto all'arbitro
  • Bandiera dell'Italia Andrea Mandorlini - Allenatore
  • Bandiera dell'Italia Roberto Bordin - Allenatore in seconda
  • Bandiera dell'Italia Mauro Marini - Preparatore atletico
  • Bandiera dell'Italia Ermes Morini - Preparatore dei portieri
  • Bandiera dell'Italia Carlo Pasini - Responsabile sanitario
  • Bandiera dell'Italia Alberto Fontana - Medico sociale
  • Bandiera dell'Italia Luca Sebastiano - Medico sociale
  • Bandiera dell'Italia Alberto Previdi - Fisioterapista
  • Bandiera dell'Italia Gianluca Antolini - Massaggiatore

Note

  1. ^ La capienza dello stadio
  2. ^ L'amore fra l'Hellas Verona e i suoi tifosi
  3. ^ Hellas: storia di calcio e di passione
  4. ^ Storia dell'Hellas Verona
  5. ^ Corriere dello Sport, 16 giugno 1957.
  6. ^ [La storica partita Hellas Verona - Milan 5-3 http://www.hellastory.net/pages/rubriche/europa_uefa.cfm]
  7. ^ [La fatal Verona: incubo rossonero http://www.canalemilan.it/news/fatal-verona-due-scudetti-persi-e-uno-44290]
  8. ^ Il fantastico duello scudetto tra Verona e Roma del 1982
  9. ^ Preben Elkjær Larsen, su primoluglio2004.it.
  10. ^ 25 anni dal mitico goal senza scarpa del danese Elkjaer
  11. ^ Il trionfo di Udine nell'anno dello scudetto
  12. ^ Il Verona verso lo scudetto
  13. ^ Puliero in Tim Parks, A season with Verona, Arcade Publishing, 2002
  14. ^ Le infruttuose partecipazioni alla coppa dell'Europa centrale
  15. ^ [La Coppa Anglo-Italiana del 1971 http://en.wikipedia.org/wiki/1971_Anglo-Italian_Cup]
  16. ^ L'Hellas nella Coppa Anglo-Italiana: seconda esperienza europea
  17. ^ Le infruttuose partecipazioni alla coppa dell'Europa centrale
  18. ^ Le imprese e le delusioni del Verona in Coppa Uefa
  19. ^ Il Verona in Coppa Campioni
  20. ^ Le imprese e le delusioni del Verona in Coppa Uefa
  21. ^ il sito di Preben Elkjaer Larsen
  22. ^ Quando il Verona rischiò di scomparire: 1991
  23. ^ L'Hellas Verona resta in B per un solo punto: ripescato il Treviso
  24. ^ partire dal passato per capire il presente
  25. ^ Hellas Verona in Serie C dopo 64 anni tra Serie A e B con uno scudetto vinto
  26. ^ La storia recente del Verona
  27. ^ Manfredonia - Hellas Verona 2-1: veneti ai Play-Out
  28. ^ [cronistoria dell'Hellas Verona http://www.hellasverona.it/cronologiapalmares.php]
  29. ^ Il Verona resta in C1
  30. ^ Portogruaro in B : Hellas ai Play-Off
  31. ^ Hellas Verona - Rimini 0-0: giallonlù in finale!
  32. ^ Pescara in Serie B! Il Verona delude i tifosi!
  33. ^ Media spettatori Serie C-1 girone A 2007-2008[1]
  34. ^ Media spettatori Lega Pro Prima Divisione 2008-2009[2]
  35. ^ Media spettatori Lega Pro Prima Divisione 2009-2010[3]
  36. ^ Verona-Portogruaro: oltre 25 000 tifosi alla stadio[4]
  37. ^ Verona: arriva Andrea Mandorlini
  38. ^ Pergocrema - Hellas Verona 0-0: i veneti ora sono certi di disuputare i Play-Off!
  39. ^ biglietti andata
  40. ^ biglietti ritorno
  41. ^ Verona in B dopo quattro anni!
  42. ^ Hellas Verona in Serie B! Torna il derby Verona-Padova!
  43. ^ [Hellas Verona: striscia di vittorie da record http://www.tuttob.com/?action=read&idnotizia=30628]
  44. ^ [Hellas Verona - Albinoleffe 1-0: è la nona sinfonia http://www.calciopress.net/2012/01/07/hellas-per-mandorlini-un-girone-dandata-da-incorniciare/]
  45. ^ Il Verona di Mandorlini sempre più nella storia[5]
  46. ^ il Verona eguaglia il Genoa: 12 vittorie consecutive in casa
  47. ^ All'Ossola finisce 2-0 per i padroni di casa
  48. ^ 1-1 al Bentegodi: in finale va il Varese
  49. ^ Lazio-Verona ottavi di finale della Coppa Italia[6]
  50. ^ Lazio - Hellas Verona 3-2
  51. ^ Maurizio Setti nuovo presidente dell'Hellas Verona
  52. ^ Al presidente uscente Martinelli resta il 20% del pacchetto
  53. ^ Sogliano nuovo direttore sportivo dell'Hellas Verona
  54. ^ Gardini nuovo direttore generale dell'Hellas Verona
  55. ^ Fontanelli, Tomelleri e Venturini, pag. 7.
  56. ^ [Impianto fotovoltaico al Bentegodi http://www.ecoblog.it/tag/stadio+bentegodi+fotovoltaico]
  57. ^ Sicurint Group sponsor ufficiale dell'Hellas Verona[7]
  58. ^ AGSM sponsor ufficiale dell'Hellas Verona[8]
  59. ^ Storia delle Brigate
  60. ^ Lo sviluppo del movimento
  61. ^ a b Storia delle Brigate
  62. ^ Storia delle Brigate
  63. ^ Storia delle Brigate
  64. ^ Storia delle Brigate
  65. ^ L'anno orribile dell'Hellas Verona: 2006-2007[9]
  66. ^ HELLASTORY.net | I Numeri di una fede
  67. ^ Media spettatori Lega Pro Prima Divisione 2008-2009 girone A[10]
  68. ^ Media spettatori Lega Pro Prima Divisione 2009-2010 girone B[11]
  69. ^ Hellas Verona - Portogruaro oltre 25 mila spettatori[12]
  70. ^ oltre 22 mila persone per Hellas Verona - Salernitana[13]
  71. ^ Parte il progetto Verona col cuore
  72. ^ L'azionariato popolare a Verona
  73. ^ L'incredibile successo di Myfootballclub
  74. ^ Boom di adesioni per Verona col cuore
  75. ^ Gemellaggi fra squadre italiane e straniere
  76. ^ Gemellaggio tra Triestina e Verona
  77. ^ amicizia tra Lazio - Hellas Verona
  78. ^ la storia delle brigate scritta dai romani
  79. ^ [L'amicizia con le brigate dell'Espanyol e con gli Ultras Sur del Real Madridhttp://es.wikipedia.org/wiki/Brigadas_Blanquiazules]
  80. ^ La storia del tifo organizzato
  81. ^ Tutti i precedenti tra Vicenza e Verona
  82. ^ [La storia della tifoseria scaligera http://www.asromaultras.org/hellasverona.html]

Bibliografia

  • Tim Parks, Questa pazza fede - L'Italia raccontata attraverso il calcio, traduzione di Massimo Bocchiola, collana Einaudi Stile Libero, Einaudi, 2002, pp. 424, ISBN 9788806161484.
  • Carlo Fontanelli, Raffaele Tomelleri, Luciano Venturini, 1903 - 2003/04 Il Secolo gialloblù - La storia dell'Hellas Verona, Geo Edizioni S.r.l., 2004, pp. 383.
  • Silvio Cametti, I guerrieri di Verona - Brigate Gialloblu dal '71 ad oggi, Sport Communication Editore srl, 2011, pp. 320.

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Collegamenti esterni

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