Bologna Football Club 1909: differenze tra le versioni
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Nei primi anni della storia della società non esisteva una mascotte associata al Bologna. In seguito i tifosi decisero di adottare la figura del [[Balanzone|Dottor Balanzone]], celebre maschera di [[Carnevale]]. Inizialmente però veniva raramente promossa dalla società.<ref>{{Cita web|autore=|url=http://www.gianfrancoronchi.net/foto/bologna/figurine/FIDASS-1936-_prima-produzione-della-casa-dolciaria|titolo=FIDASS 1936 (prima produzione della casa dolciaria)|accesso=|data=}}</ref><ref>{{Cita web|autore=|url=http://www.gianfrancoronchi.net/foto/bologna/figurine/FIDASS-1950-figurine-Bologna-FC|titolo=FIDASS 1950 figurine Bologna FC|accesso=|data=}}</ref> |
Nei primi anni della storia della società non esisteva una mascotte associata al Bologna. In seguito i tifosi decisero di adottare la figura del [[Balanzone|Dottor Balanzone]], celebre maschera di [[Carnevale]]. Inizialmente però veniva raramente promossa dalla società.<ref>{{Cita web|autore=|url=http://www.gianfrancoronchi.net/foto/bologna/figurine/FIDASS-1936-_prima-produzione-della-casa-dolciaria|titolo=FIDASS 1936 (prima produzione della casa dolciaria)|accesso=|data=}}</ref><ref>{{Cita web|autore=|url=http://www.gianfrancoronchi.net/foto/bologna/figurine/FIDASS-1950-figurine-Bologna-FC|titolo=FIDASS 1950 figurine Bologna FC|accesso=|data=}}</ref> |
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Questa scelta della società di non legarsi a nessun simbolo cambiò nella stagione [[Bologna Football Club 1981-1982|1981-82]], quando comparve per la prima volta nelle partite in casa il personaggio ''Bally''. Il personaggio però venne accantonato alla fine della stagione.<ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/24/un-altro-amico-brasiliano.html|titolo=Un altro amico brasiliano|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2018-12-31}}</ref> |
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== Strutture == |
== Strutture == |
Versione delle 14:10, 31 dic 2018
Bologna FC 1909 Calcio | |
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Felsinei[1], Rossoblù[2], Veltri, Petroniani[3] | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Rosso e blu |
Inno | Le tue ali Bologna Luca Carboni, Gianni Morandi, Andrea Mingardi e Lucio Dalla |
Dati societari | |
Città | Bologna |
Nazione | Italia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FIGC |
Campionato | Serie A |
Fondazione | 1909 |
Rifondazione | 1993 |
Presidente | Joey Saputo |
Allenatore | Filippo Inzaghi |
Stadio | Renato Dall'Ara (36 462 posti) |
Sito web | www.bolognafc.it |
Palmarès | |
Scudetti | 7 |
Titoli nazionali | 2 Campionati di Serie B |
Trofei nazionali | 2 Coppe Italia |
Trofei internazionali | 1 Coppa Intertoto UEFA 3 Mitropa Cup 1 Coppa di Lega Italo-Inglese 1 Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937 |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Bologna Football Club 1909 S.p.A.[4], comunemente noto come Bologna, è una società calcistica italiana per azioni[4] fondata il 3 ottobre del 1909, nell'omonimo capoluogo emiliano[5]. La squadra nella stagione 2018-2019 milita in Serie A, il massimo livello della piramide calcistica italiana, per il quarto anno consecutivo. Ha partecipato a 72 campionati di Serie A su 87, piazzandosi al nono posto nella classifica del maggior numero di presenze delle formazioni nella massima categoria italiana. Occupa il 53º posto del ranking delle migliori squadre del XX secolo — ottava italiana — dell'IFFHS.[6] Secondo la FIGC è il club con la nona miglior tradizione sportiva in Italia.[7]
Tra i club più blasonati d'Italia, vanta 7 titoli di campione d'Italia, due Coppe Italia e una Coppa Alta Italia. In ambito internazionale, il Bologna fu la prima squadra italiana a vincere un trofeo continentale, nel 1932: la Coppa dell'Europa Centrale,[8] poi vinta anche nel 1934 e nel 1961; tra gli altri successi fuori dai confini nazionali, i rossoblù annoverano una Coppa Intertoto,[9] una Coppa di Lega Italo-Inglese[10] e il Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937.[11] Presente in 16 campionati della massima serie pre girone unico, suddivisi tra Prima Categoria, Prima Divisione e Divisione Nazionale, e in 72 campionati di Serie A, vanta in totale 88 presenze nella massima divisione nazionale, dal campionato 1910-1911 al 2018-2019. Il Bologna detiene il singolare record di due scudetti vinti allo spareggio, uno contro il Torino, e uno contro l'Inter.
Nato come Bologna Football Club, fallì nel 1993 e fu ricostituito societariamente con il nome attuale dopo aver riacquisito i diritti e il titolo sportivo del vecchio sodalizio.[12] La maglia di gioco è a strisce verticali alternate di colore rosso e blu. Dal 1927 la squadra disputa le proprie gare interne nello Stadio Renato Dall'Ara — nato come Stadio del Littoriale e chiamato, dal dopoguerra fino al 1983, Stadio Comunale — il quale può ospitare più di 30 000 spettatori.
Storia
Dalla nascita al primo scudetto
Il Bologna Football Club fu fondato domenica 3 ottobre 1909 come "sezione per le esercitazioni di sport in campo aperto" del Circolo Turistico Bolognese.[13] Venne eletto presidente Louis Rauch, un odontoiatra svizzero, mentre vicepresidente fu Guido Della Valle e capitano Arrigo Gradi. L'iniziativa determinante era però stata quella di un giovane di origine boema, Emilio Arnstein, che aveva già fondato a Trieste il Black Star Football Club. Nell'inverno del 1910 il Bologna Football Club si rese autonomo separandosi dal Circolo Turistico. Il disegno delle maglie, inizialmente a quadri, fu modificato passando alle strisce verticali, tenendo invariati gli originari rosso e blu.
Il Bologna si iscrisse alla Prima Categoria 1910-1911, il campionato di massima serie. Nei sei campionati successivi però la squadra non si qualificò mai alla fase finale. La prima guerra mondiale interruppe l'attività ufficiale del calcio, e si giocarono solo amichevoli e piccoli tornei.[14]
Il 1920 venne ingaggiato l'allenatore professionista Hermann Felsner, il quale fece il salto di qualità che portò la squadra ad essere una protagonista assoluta del campionato italiano. Nella stagione 1924-1925 arrivò il primo scudetto della storia del Bologna, quello che fu definito lo Scudetto delle pistole[N 1][15]. L'avversario in finale di Lega Nord, ancora il Genoa, venne sconfitto solo al quinto incontro, disputato a Milano a porte chiuse per evitare incidenti tra le tifoserie. La finalissima con l'Alba Roma, vincitrice della Lega Sud, fu solo una formalità, causa il divario tecnico tra squadre settentrionali e meridionali: due nette vittorie portarono per la prima volta il titolo italiano nella città felsinea.[16]
Dagli anni venti agli anni cinquanta
A metà degli anni venti il Bologna era una delle più forti in Italia. Nel 1929, lo scudetto tornò in Emilia dopo soli quattro anni: giocatori di quella grande squadra erano il portiere Mario Gianni, il terzino sinistro Felice Gasperi, la mezz'ala Bernardo Perin e gli attaccanti Giuseppe Della Valle e Angelo Schiavio.[17]
Guidata in panchina dall'ungherese Lelovich, la squadra conquistò la Coppa Europa Centrale 1932, ripetendo l'impresa nel 1934. In questo periodo, secondo gli addetti ai lavori, il Bologna era una delle squadre migliori al mondo.[18] Nel 1934 arrivò la nomina prima a commissario straordinario e poi a presidente di Renato Dall'Ara, industriale reggiano che otterrà grandi risultati nella sua trentennale presidenza del club. Con il campionato 1935-1936 iniziò un periodo d'oro per i bolognesi: ben due scudetti di fila nel biennio 1935-1937, un altro nel campionato 1938-1939, ed un Trofeo dell'Esposizione vinto a Parigi nel 1937 con un 4-1 sul Chelsea in finale; il Bologna divenne così la prima squadra italiana a sconfiggere una squadra inglese in un torneo internazionale. Quel gruppo, guidato da Árpád Weisz prima e di nuovo da Felsner poi, divenne noto come "lo squadrone che tremare il mondo fa".[19]
Anche il nuovo decennio iniziò nei migliore dei modi: il campionato 1940-1941 portò il sesto scudetto del Bologna. Ma dopo questi anni d'oro, seguirono però campionati meno positivi, piazzandosi quasi sempre dietro le squadre dell'asse Milano-Torino. Nel 1945-1946 il Bologna vinse la Coppa Alta Italia.[20]
Negli anni cinquanta il Bologna era una delle squadre più solide della serie A, ma senza i mezzi per poter fare il salto di qualità e conquistare il settimo scudetto. La squadra infatti si salvò sempre senza problemi, ma raramente raggiunse le parti alte della classifica. Il decennio si chiuse con il quinto posto nel 1959-1960,[21] ma soprattutto si affacciò in prima squadra colui destinato a diventare il simbolo e la bandiera del Bologna: Giacomo Bulgarelli.[22]
Settimo scudetto e gli ultimi trofei
Il campionato 1963-1964 fu quello prima del caso doping e poi quello dell'agognato scudetto. Cinque giocatori — Pavinato, Fogli, Tumburus, Perani e Pascutti — vennero trovati positivi dopo gli esami effettuati un mese prima in occasione del match con il Torino. I giocatori, l'allenatore e il medico Poggiali vennero squalificati per 18 mesi ed il club penalizzato di tre punti.[23] Le controanalisi dimostrarono però l'innocenza dei giocatori: i tre punti vennero restituiti e le squalifiche annullate, permettendo il riaggancio in vetta dei rossoblù all'Inter.[23] Il campionato finì così con le due squadre appaiate al primo posto: per la prima volta si rese necessario uno spareggio, da giocare a Roma il 7 giugno 1964.[24]
Il 3 giugno morì improvvisamente per infarto il presidente Renato Dall'Ara, mentre erano in corso le discussioni con Moratti, presidente dell'Inter, sui dettagli per lo spareggio.[23] Il Bologna vinse la sfida per 2-0, conquistando il settimo e ultimo scudetto. Dopo questo campionato, si alternarono gli allenatori — tra i quali Gipo Viani e l'ex rossoblù Cesarino Cervellati — e i presidenti, finché nel 1969 venne chiamato ad allenare la squadra Edmondo Fabbri, che conquistò la Coppa Italia. Cinque anni dopo venne vinta di nuovo, battendo ai rigori il Palermo nella finale di Roma.[25]
Dalla prima retrocessione all'Europa
Nel campionato 1981-1982, la squadra rossoblù retrocesse per la prima volta nella sua storia in Serie B.[26] Unico fattore degno di nota in quella stagione fu l'esordio in serie A, il 13 settembre 1981, del sedicenne Roberto Mancini, il quale giocò tutte e 30 le partite stagionali segnando 9 reti, miglior marcatore della squadra. La prima storica annata in Serie B del Bologna fu anch'essa molto negativa: terminato il torneo al diciottesimo posto, retrocesse in Serie C1, scendendo così di due categorie in due anni.[27] La promozione arrivò l'anno successivo, ma in B il Bologna ci rimase per quattro stagioni, guidati dall'allenatore Luigi Maifredi e dal presidente Luigi Corioni. Nella Serie A 1988-1989, dopo un inizio difficile, il Bologna raggiunse la salvezza, ma in quella successiva Maifredi condusse la squadra alla qualificazione alle coppe europee grazie all'ottavo posto. In Coppa UEFA i rossoblù sfiorarono le semifinali, ma paradossalmente non si salvarono in campionato.[28]
La stagione 1992-1993 il Bologna, ancora in B, terminò la stagione in diciottesima posizione, che comportò la seconda retrocessione in Serie C1 in undici campionati. Il 19 giugno 1993 lo storico Bologna Football Club andò incontro al fallimento. Dalla sentenza del tribunale la società fu rifondata alla fine di giugno sotto la denominazione Bologna Football Club 1909: all'asta fallimentare per l'acquisto Giuseppe Gazzoni Frascara alla testa di un gruppo di imprenditori locali ottenne la proprietà del club, riuscendo a garantire l'iscrizione al successivo campionato di Serie C1 .[29]
Dopo un primo anno deludente dove la squadra rimase nella terza serie, in due anni il Bologna raggiunse due primi posti di fila, centrare la promozione in Serie A nella stagione 1995-1996. L'europa arrivò anch'essa due anni dopo con la partecipazione alla Coppa Intertoto, valida per l'ingresso in Coppa UEFA; fu l'unica stagione in maglia rossoblù di Roberto Baggio, autore di ben 22 reti e terzo nella classifica marcatori di Serie A.[30] Nell'estate 1998, ceduto Baggio all'Inter, venne acquistato un altro attaccante di prestigio: Giuseppe Signori, tre volte capocannoniere della serie A. La squadra vinse la Coppa Intertoto, qualificandosi dunque per la Coppa UEFA 1998-1999. In quella stagione la squadra si arrese in semifinale contro l'Olympique Marsiglia, in una doppia sfida controversa.[31] Anche in Coppa Italia i rossoblù uscirono in semifinale, ancora in maniera contestata per mano della Fiorentina.[32]
Dagli anni duemila al duemiladieci
I primi cinque campionati del nuovo millennio garantirono al Bologna una tranquilla salvezza. Purtroppo però, l'annata 2004-2005 si rivelò drammatica, giocando un doppio spareggio salvezza contro i rivali del Parma: nella gara di andata al Tardini di Parma è il Bologna a imporsi, per 1-0, mentre in quella di ritorno il Parma espugna il Dall'Ara per 0-2, determinando la retrocessione dei rossoblù in Serie B. Il Bologna resterà in B per tre anni, dopo aver mancato per due volte i playoff promozione.[33]
L'agognata promozione arriva nel campionato 2007-2008. Nelle tre stagioni successive in A il Bologna raggiunse sempre la salvezza, seppur in maniera fortunosa.[34]
Nell'estate 2010 la famiglia Menarini, presidenti del Bologna da due anni e contestata dalla piazza e dalla tifoseria, trova un accordo con l'imprenditore sardo Sergio Porcedda, il quale il 7 luglio 2010 assume la carica di presidente. La gestione Porcedda, pur avendo dato corso ad un profondo rinnovamento e ringiovanimento del parco giocatori, dopo pochi mesi si rivela totalmente insolvente sul piano finanziario, al punto da causare una penalizzazione di tre punti, da scontare nel campionato in corso, per inadempienze finanziarie. Dopo difficili trattative una cordata di imprenditori bolognesi, Massimo Zanetti, proprietario della Segafredo Zanetti, riesce a dicembre a rilevare interamente le quote della società. Zanetti è il nuovo presidente. La presidenza di Zanetti è però di brevissima durata: il 21 gennaio 2011, in disaccordo con alcuni soci, rimette la carica, che viene assunta dal vicepresidente Marco Pavignani. La presidenza di Pavignani è dichiaratamente di transizione ed il 7 aprile 2011, eseguite le necessarie ricapitalizzazioni societarie, in accordo coi soci viene nominato presidente l'imprenditore bolognese Albano Guaraldi, che il 21 maggio 2011 assume anche la carica di amministratore delegato.[35] In questa situazione societaria di straordinaria incertezza la squadra realizza un buon campionato, compattandosi intorno al proprio allenatore Malesani ed al cannoniere Marco Di Vaio, autore di 19 reti. Nonostante il buon andamento la squadra conclude la stagione al 16º posto. Per la stagione successiva viene scelto inizialmente Pierpaolo Bisoli, sostituito dopo cinque giornate da Stefano Pioli.[36] Sotto la sua conduzione la squadra in due stagioni conquista matematicamente la salvezza; terminando in 9° e 13° posizione.
L'anno dopo i rossoblù hanno una stagione travagliata culminata con l'esonero di Stefano Pioli sostituito da Davide Ballardini. Alla fine il Bologna retrocede, facendo ritorno in B dopo 6 stagioni in massima serie.[37]
L'acquisizione nordamericana
Ancora prima dell'inizio ufficiale della stagione 2014-2015 il club affronta numerose difficoltà economiche, faticando nel riuscire a pagare l'iscrizione stessa al campionato cadetto, andando incontro ad una penalizzazione in campionato.[38] Nei primi giorni di settembre viene resa pubblica la trattativa di compravendita del club da parte di una cordata americana guidata dall'avvocato newyorkese Joe Tacopina, già intenzionato a comprare il club nell'estate 2008, e dal magnate canadese Joey Saputo, proprietario del Montreal Impact. Il 15 ottobre Tacopina diventa il terzo presidente straniero nella storia del club.[39]. In Serie B, il Bologna conquista con il tecnico Delio Rossi la promozione in serie A ai play-off superando in finale il Pescara con un doppio pareggio.[40]
Il 20 settembre 2015, a causa del rapporto sempre più teso con Saputo, Joe Tacopina si dimette da presidente e dal consiglio di amministrazione del club.[41] La stagione del ritorno in massima serie vede un inizio difficile in cui viene esonerato il tecnico Delio Rossi e sostituito da Roberto Donadoni; la squadra risale concludendo la stagione al 14º posto salvandosi.
Dopo tre stagioni sulla panchina del Bologna il tecnico Roberto Donadoni non viene confermato alla guida della prima squadra per l'anno 2018-2019. Viene sostituito da Filippo Inzaghi.[42]
Cronistoria
Cronistoria del Bologna Football Club 1909[43] |
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Colori e simboli
Colori
«La storia della maglia è la nostra: contiene i ricordi e le emozioni di ogni tifoso.[44]»
La prima maglia del Bologna, nel 1909, era a quarti rossi e blu, riproducendo la divisa del collegio svizzero Schönberg di Rossbach. Nel 1910 il club si dissociò dal circolo e le maglie da gioco furono modificate con pali verticali rossoblù. Questo tipo di disegno è rimasto praticamente immutato nel tempo, tranne che per la variazione annuale nella larghezza delle bande.[44]
Un'importante eccezione fu quella del 1925: in quell'anno il Bologna vinse il suo primo scudetto indossando un'inedita maglia verde. Tale divisa fu scelta dall'allora dirigente Enrico Sabattini, per imitazione di quella del Rapid Vienna[45]. In realtà il cambio di divisa fu anche suggerito dal caldo, che in quei giorni di giugno si faceva particolarmente sentire; la nuova maglia perciò fu di cotone leggero verde scuro, con bordi e calzoncini neri.[44]
Nei decenni successivi la maglia verde fu alternata a quella bianca come seconda divisa. Il suo ultimo utilizzo risale agli anni ottanta. Nel 1934 la divisa verde fu indossata dalla Sampierdarenese in uno spareggio-promozione giocato contro il Bari sul campo neutro di Bologna: i liguri giocarono infatti con una muta di maglie verdi donata dal presidente del Bologna Dall'Ara, visto che entrambe le squadre si erano presentate in divisa bianca. A fine anni novanta, la prima maglia subì alcune leggere modifiche, come nelle stagioni 1998-1999 e 1999-2000, quando le strisce rossoblù più laterali — non quindi le due centrali — si dipartivano dal colletto invece che dalle spalle. Nella stagione 2000-2001 fu adottata una prima maglia con due sole larghe strisce, una rossa e una blu, con i bordi bianchi. Poche sono state le variazioni negli anni a seguire.[44]
Negli anni recenti è stata introdotta anche la terza maglia, destinata ad essere usata soprattutto nelle coppe europee, solitamente a sfondo giallo o dorato con profili rossoblù. Nella stagione 2011-2012 per questa maglia viene scelto il colore celeste, in omaggio alla nazionale dell'Uruguay.[44]
Simboli ufficiali
Stemma
Lo stemma riporta in alto, in bianco su sfondo blu, le iniziali di Bologna Football Club (BFC) e l'anno di fondazione (1909). Sulla sinistra sono riportate le strisce con i colori sociali rossoblù, sulla destra è riportata una croce rossa bordata di blu su sfondo bianco che richiama la bandiera cittadina; tutto questo circondato da un bordo color platino.[46]
Inno
Il primo esempio di inno del Bologna calcio risale agli anni 30. Di questa canzone si sa molto poco, essendo stato scoperto casualmente nel 2011.[47] Solo negli anni Settanta si ritorna a parlare di canzoni del Bologna calcio; il brano Alè Alè Forza Bologna del quartetto Passarini fu la prima a venir suonata allo stadio, venendo poi sostituita nel 1976 con la canzone di Dino Sarti Bologna campione che venne trasmessa allo stadio nelle stagioni successive, ma successivamente venne abbandonato.[48]
Dell'inno non se ne parlò più fino al 1988, con la canzone Le tue ali Bologna — conosciuta all'epoca più come Tu sei forte Bologna — scritta e cantata a quattro da Luca Carboni, Gianni Morandi, Andrea Mingardi e Lucio Dalla. Con il passare degli anni, anche Paolo Mengoli con la canzone Il sogno continua contribuì ad arricchire il repertorio di inni sul Bologna, ma fu un'altra canzone di Mingardi, Cuore rossoblù, a venir scelta dalla società come canzone ufficiale, fino al 2012 quando ritornò a suonare allo stadio Le tue ali Bologna, in seguito alla morte di Lucio Dalla.[47]
Mascotte
Nei primi anni della storia della società non esisteva una mascotte associata al Bologna. In seguito i tifosi decisero di adottare la figura del Dottor Balanzone, celebre maschera di Carnevale. Inizialmente però veniva raramente promossa dalla società.[49][50]
Questa scelta della società di non legarsi a nessun simbolo cambiò nella stagione 1981-82, quando comparve per la prima volta nelle partite in casa il personaggio Bally. Il personaggio però venne accantonato alla fine della stagione.[51]
Strutture
Stadio
Il primo stadio in cui ha giocato il Bologna fu i Prati di Caprara — negli omonimi giardini nella periferia della città — corrispondente alla zona dove attualmente sorge l'Ospedale Maggiore di Bologna. Questo luogo fu utilizzato per un anno fino al 1910, anno nel quale il campo avverso costrinse a cambiarlo per poter adattarlo alla Prima Categoria.[52] Dal 1910 al 1913 la squadra disputò le sue partite sul campo Cesoia, un campo recintato con steccati di legno e con spogliatoi per gli atleti ricavati da un'osteria ancora esistente.[52] A causa di una irregolarità delle tribune in legno i felsinei furono sfrattati e di conseguenza furono costretti a cambiare luogo di gioco.[52]
Nel 1913 i membri dell'allora Bologna Football Club, guidati da Rodolfo Minelli, decisero di accasarsi per disputare le proprie partite nello Stadio Sterlino. Il luogo si presentava come un campo spoglio e isolato, fu proprio il club ad addobbarlo a dovere e a costruire la prima tribuna principalmente costruita in ferro e lamiera. Nel corso del 1921 — dopo la fine della Grande guerra — la società ristrutturò e dotò di copertura la tribuna centrale dello stadio, sostituendo la lamiera con il cemento armato; costruì anche due gradinate (curve), di cui una coperta, e una tribuna popolare, ovvero i distinti dei giorni d'oggi.[52] La voglia di rinnovamento e il percepibile dislivello del campo di gioco portò nel 1927 all'abbandono dell'impianto.[52]
Allo stesso tempo, in previsione dell'oramai vicino abbandono dello Sterlino, nel 1925[53], iniziarono i lavori per la costruzione del nuovo stadio che doveva ospitare la squadra. Nacque così nel 1927 lo Stadio Littoriale, nome scelto da Leandro Arpinati, ideatore del progetto, gerarca fascista bolognese e in quel periodo presidente della FIGC.[52][53] L'impianto venne considerato il "Primo vero stadio d'Italia" — sia per la capienza e per le funzioni polisportive — ma soprattutto perchè fu il primo stadio al mondo dotato di un impianto d'illuminazione notturna sul campo.[53] Dopo la scomparsa del fascismo il nome dello stadio tramutò semplicemente in Stadio Comunale di Bologna, conosciuto in città ancora più semplicemente come Stadio Comunale, dopo che di fatto divenne proprietà del comune di Bologna.[53] Nel 1983 l'impianto fu intitolato a Renato Dall'Ara, storico presidente rossoblù. La denominazione fu data proprio nel giorno dei venti anni dalla sua scomparsa.[52]
Nel 2009 si è deciso di intitolare la curva nord a Giacomo Bulgarelli[54], mentre nel 2017 la curva sud — già denominata "Curva San Luca" — ad Arpad Weisz.[55][56]
Centro di allenamento
Dal 1976 il Bologna si allena a Casteldebole.[57] Dal 30 maggio 2001 ha preso il nome di "Centro tecnico Niccolò Galli", in ricordo dell'ex giocatore rossoblu. Il centro si sviluppa su una superficie di circa 53 000 m² — se compresi anche i terreni circostanti di proprietà della società — ed è dotato di otto campi da calcio regolamentari, alcuni in erba naturale altri in erba sintetica, di cui 2 di recente costruzione. I due campi principali sono dotati di tribune e sono accessibili al pubblico. Dal 14 dicembre 2016 è di proprietà della stessa società sportiva.[58] Nel 2017 il centro si è ampliato con i due nuovi campi in erba sintetica, nuovi spogliatoi, una nuova palestra all'avanguardia ed è stato migliorato il campo principale.[57]
All'interno del centro è stata eretta una foresteria all'avanguardia, nella quale vengono ospitati tutti i ragazzi che appartengono al settore giovanile e che non abitano nella regione. Per i ragazzi di età maggiore — solitamente gli appartenenti alla Primavera — il Bologna ha a disposizione appartamenti situati nel quartiere denominato "Meridiana" del vicino territorio comunale di Casalecchio di Reno.[59]
Società
Joey Saputo assume all'interno della società il ruolo di chairman e il "Bologna Football Club 1909 S.p.A." è gestito attraverso la BFC 1909 Lux Spv S.A. a sua volta di proprietà della BFC 1909 USA Spv LLC — società con cui Saputo ha interessi e localizzata negli Stati Uniti d'America — facente parte della Saputo Inc. Le società controllate dalla compagnia canadese sono azioniste del Bologna per il 99,93%. La restante parte è completata da vari soci che hanno acquisito piccole azioni della società.[60]
La sede del Bologna si trova all'interno del Centro tecnico Niccolò Galli dal 1976 — ovvero dall'inaugurazione del centro — al civico 10 di via Casteldebole. È anche presente una sede secondaria di minore dimensione situata in via Isonzo al civico 63.[61][62]
Organigramma societario
Dal sito internet ufficiale della società.[61]
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Sponsor
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Impegno nel sociale
L'11 aprile 2018 il Bologna ha fondato la prima scuola calcio per ragazzi disabili, dedicata a ragazzi e ragazze che presentano disabilità, questo progetto benefico a opera della società felsinea è stato poi denominato dalla stessa società BFC Senza Barriere[92][93]. Questa speciale scuola calcio si allena e gioca le sue partite in palestre apposite o in certi casi sui lati del campo dello Stadio Dall'Ara prima delle gare in casa disputate dalla prima squadra[94].
Settore giovanile
Tra tutti i titoli vinti dal settore giovanile rossoblu, esso vanta: 1 Campionato Berretti, 2 Campionati Allievi Nazionali, 1 Campionato Giovanissimi Nazionali e infine 1 Torneo di Viareggio.
Il settore giovanile del Bologna è formato da squadre che giocano nei campionati Primavera, Under 17, Under 16, Under 15, Giovanissimi regionali e interprovinciali — contro squadre delle province di Bologna, Ferrara e Modena dilettanti e di annata superiore — Under 13, Esordienti, Pulcini e Allievi Calcio a 5.[95] Le formazioni dalla Primavera fino all'Under 15 giocano nel campo "Cavina" di Bologna, mentre le altre squadre nei campi del "Centro Tecnico Niccolò Galli" o in altri campi minori di Bologna o comunque nella rispettiva città metropolitana.[96]
Per quanto riguarda la sezione Primavera, il miglior piazzamento dei rossoblù è stato il sesto posto raggiunto nel campionato 2011-2012 e nel 2016-2017.[97]
Dalla stagione 2018-2019 la squadra Primavera gioca nel campionato Primavera 2.[98]
In questa specifica stagione l'organigramma societario e tecnico del settore giovanile felsineo è così composto: Daniele Corazza ha il ruolo di responsabile del Settore Giovanile con Maurizio Rizzi come segretario dello stesso, Valerio Chiatti invece come Responsabile della Scuola Calcio. Da metà ottobre 2018 Marco Di Vaio ha assunto il ruolo di Responsabile Scouting del settore giovanile, oltre che a quello della prima squadra; il direttore sportivo della primavera rimane però lo stesso della squadra in Serie A, ovvero Riccardo Bigon. Per quanto riguarda il settore tecnico l'ex rossoblù Emanuele Troise, Paolo Magnani, Denis Biavati e Francesco Morara sono rispettivamente gli allenatori di Primavera, Under-17, Under-16 e Under 15. Un altro ex — Gianluca Pagliuca — è il coordinatore dei preparatori dei portieri del settore giovanile, pur essendo lui stesso il preparatore dei portieri della Primavera.[99][100]
Sezione femminile
La sezione viene istituita su iniziativa dell'ex giocatrice Daniela Tavalazzi, che indossò a inizio carriera la maglia del Bologna femminile storico ma che non aveva alcuna attinenza con il club maschile. Dal 2010 entrata con un incarico dirigenziale[101], Tavalazzi decide di accettare l'incarico per seguire la propria scuola calcio, trovandovi un gruppo di quattordici ragazzine, abbastanza numeroso per poter istituire una squadra "quasi" Primavera, ottenendo dalla società la possibilità di realizzare un settore femminile affiliato. In qualche anno riesce a espandere il settore femminile arrivando nel 2015 ad allestire squadre giovanili interamente femminili in cinque diverse categorie, diventate nove all'inizio della stagione 2017-2018[102], alle quali si aggiunge una prima squadra che segue anche da allenatrice. La competitività del Bologna femminile cresce fino a conquistare la promozione dalla Serie C regionale alla Serie B nel campionato 2017-2018. Iscritta nel girone C, al termine del campionato pur contando su un organico giovanissimo riesce a concludere al 12º posto, ininfluente per puntare ad un nuovo salto di categoria che comunque, in base alla riforma del campionato italiano di calcio femminile, trasforma la Serie B in un campionato nazionale a girone unico e retrocede tutte le squadre classificate sotto il terzo posto alla nuova Serie C nazionale. Prima dell'inizio della stagione 2018-2019 Tavalazzi lascia l'incarico di guidare la prima squadra a Eugenio Lanfranchi per passare alla Juniores mentre l'organico viene rinforzato da alcune calciatrici d'esperienza.[103]
Diffusione nella cultura di massa
Il Bologna, allora campione d’Italia, è stato la prima squadra di calcio italiana ospite di un programma televisivo, il 17 settembre 1939, nel programma Al cavallino baio, facente parte delle trasmissioni sperimentali dell’Eiar.[104]
La squadra felsinea viene citata in diverse opere cinematografiche e televisive. Nel film Il sorpasso del 1962, Bruno Cortona (interpretato da Vittorio Gassman) incontrando un poliziotto bolognese fa riferimento alla squadra, indicandola come favorita per lo scudetto. Ne L'allenatore nel pallone del 1984, Oronzo Canà (Lino Banfi) viene scambiato per Ezio Pascutti, «la grande ala sinistra del Bologna degli anni '60», da Luciano Spinosi. Nel documentario Comizi d'amore del 1965, Pier Paolo Pasolini, notoriamente grande appassionato di calcio e tifoso della squadra, intervistava i calciatori rossoblù Mirko Pavinato, Giacomo Bulgarelli, Ezio Pascutti, William Negri, Carlo Furlanis. Nel 2012 Fabio Volo, per omaggiare Pasolini, girò il remake del documentario, intervistando questa volta i calciatori Cesare Natali, Saphir Taïder, Marco Motta e Panagiōtīs Kone.[105]
Lo scrittore Stefano Benni, nel suo primo libro Bar Sport del 1976, dedica un capitolo ad una trasferta al seguito del Bologna a Firenze; lo stesso episodio è citato nell'omonimo film del 2011 tratto dal libro.[106]
Nella prima puntata della terza stagione della serie televisiva L'ispettore Coliandro, il protagonista interpretato da Giampaolo Morelli è impiegato nel servizio d'ordine allo Stadio Renato Dall'Ara, con immagini della tifoseria riprese durante l'incontro Bologna-Lazio della stagione 2008-2009. Quella scena venne aspramente criticata da il gruppo dei Forever Ultras, poichè dipingeva gli stessi come delinquenti e persone non raccomandabili. Tutta la tifoseria si astenne dagli eventi legati agli ultras riprodotti nella fiction.[107]
Oltre agli inni scritti espressamente per la squadra da vari cantautori bolognesi, Luca Carboni fa riferimento alla «maglia del Bologna sette giorni su sette» nella canzone Silvia lo sai[108], pur non dedicata alla squadra.
Allenatori e presidenti
Allenatori
In totale sono 70 i tecnici che hanno assunto il ruolo di allenatore del Bologna, di cui 4 hanno costituito una commissione tecnica e 5 hanno ricoperto il ruolo di direttore tecnico.[109]
Il primo allenatore della società, che aveva il ruolo di giocatore-allenatore, fu lo svizzero Louis Rauch, a quel tempo anche presidente e tra i fondatori del club;[110] il primo allenatore professionista di ruolo invece è stato l'austriaco Hermann Felsner, a guida della squadra dal 1920.[111]
Il record della carica da tecnico del Bologna più lunga appartiene sempre a Hermann Felsner, a capo dei rossoblù per 15 stagioni di cui 10 consecutive, dalla Prima Categoria 1920-21 alla Serie A 1930-31 e dalla Serie A 1938-39 alla Serie A 1941-42.[111] La seconda avventura più lunga è stabilita da tre allenatori: Cesarino Cervellati, Renzo Ulivieri e Bruno Pesaola; tutti sulla panchina bolognese per 6 stagioni.
Felsner fu anche l'allenatore più vincente della storia felsinea, grazie alle vittorie ottenute in tutte le sue stagioni al Bologna. Il tecnico austriaco portò in bacheca ben 4 scudetti, rispettivamente quello della stagione 1935-36, quello della stagione 1936-37, quello del 1938-39 e infine quello della stagione 1940-41.[110][111] Nessuno eguagliò questo record; lo sfiorò soltanto, con 3 trofei vinti, l'ungherese Árpád Weisz, che vinse 2 scudetti e inoltre il Torneo dell'Expo di Parigi, rispettivamente nella stagione 1935-36, nella stagione 1936-37 e nel 1937.[112]
Presidenti
In 109 anni di storia del club felsineo, alla guida del Bologna si sono avvicendati in totale 35 presidenti, compresi quelli onorari, e un commissario straordinario. Il primo presidente del club fu Louis Rauch,[113] parte dei tre fondatori della società. Dal giugno 2015 il presidente del Bologna è Joey Saputo, che ha il ruolo di "chairman".[114]
Il presidente più vincente della storia del Bologna è stato Renato Dall'Ara, che ha stabilito anche il record di longevità di un presidente rossoblu con i suoi 30 anni di dirigenza, infatti fu proprietario del club dal 1934 fino al 3 giugno del 1964, giorno della sua morte. Con Dall'Ara la società rossoblu vinse 5 Scudetti, 1 Coppa Mitropa, la Coppa Alta Italia e il Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937, per un totale di 8 trofei.[115]
Dopo Dall'Ara, il presidente ad aver vinto più titoli è stato Gianni Bonaveri,[116] con 1 Scudetto e 2 Coppe Mitropa. Gli altri presidenti che occupano la seconda posizione nella classifica della longevità dei presidenti di tutta la storia della società furono Luciano Conti e Giuseppe Gazzoni Frascara, con 7 anni alla guida dei felsinei;[116] Gazzoni è stato anche l'ultimo presidente a vincere un trofeo: una Coppa Intertoto UEFA nel 1998.[117]
Calciatori
Capitani
Di seguito la cronologia dei capitani dall'anno di fondazione.
- Arrigo Gradi (1909-1912)
- Enrico Guardigli (1912-1914)
- Antonio Fontana (1914-1915)
- Angelo Badini I (1915-1921)[118]
- Giuseppe Della Valle III (1920-1931)
- Gastone Baldi (1931-1933)
- Angelo Schiavio (1934-1938)
- Mario Montesanto (1938-1940)
- Carlo Reguzzoni (1940-1943)[119]
- Bruno Maini (1943-1944)
- Carlo Reguzzoni (1945-1946)[119]
- Amedeo Biavati (1946-1948)[120]
- Gino Cappello IV (1948-1952)
- Dino Ballacci (1952-1953)
- Gino Cappello IV (1953-1956)
- Cesarino Cervellati (1956-1957)
- Axel Pilmark (1957-1959)
- Mirko Pavinato (1959-1965)[121]
- Giacomo Bulgarelli (1965-1975)[122]
- Mauro Bellugi (1975-1979)
- Giuseppe Savoldi (1979-1980)
- Franco Colomba (1980-1983)
- Adelmo Paris (1983-1984)
- Walter De Vecchi (1985-1986)
- Eraldo Pecci (1986-1989)[123]
- Renato Villa (1989-1992)[124]
- Paolo Stringara (1992-1993)
- Marco Antonio De Marchi (1993-1997)
- Roberto Baggio I (1997-1998)
- Giuseppe Signori (1998-2004)
- Carlo Nervo (2004-2005)
- Gianluca Pagliuca (2005-2006)[125]
- Claudio Bellucci (2006-2007)[126]
- Marcello Castellini (2007-2009)[127]
- Marco Di Vaio (2009-2012)[128]
- Alessandro Diamanti (2012-2014)
- Alberto Gilardino (2012-2013)[129]
- Daniele Portanova (2012-2013)[130]
- Diego Fernando Pérez (2013-2014) [131]
- Archimede Morleo (2014-2015)[132]
- Daniele Gastaldello (2015-2017)
- Antonio Mirante (2017-2018)[133]
- Blerim Džemaili (2018-oggi)[134]
Numeri ritirati
- Maglia N° 27 - Niccolò Galli
Il Bologna ha deciso di ritirare la maglia numero 27 indossata dal giovane difensore Niccolò Galli, deceduto il 9 febbraio del 2001 a 17 anni in un incidente in motorino vicino al centro tecnico del Bologna, mentre tornava a casa dopo l'allenamento.[135]
Contributo alle Nazionali di calcio
Nazionale Italiana
Ad oggi sono stati 54 i giocatori convocati in Nazionale maggiore, con 379 presenze e 61 gol totali; questo numero fa del Bologna il 7° club italiano che ha fornito più calciatori alla Nazionale. Il primo giocatore felsineo con una presenza in Nazionale è Emilio Badini, nella partita contro la Norvegia. Fu anche il primo marcatore bolognese in azzurro[136].
Il calciatore più presente in nazionale è Giacomo Bulgarelli con 29 presenze, mentre i capocannonieri sono Amedeo Biavati ed Ezio Pascutti, a parimerito.[137][138]
Sono cinque i calciatori campioni del mondo che hanno vinto il titolo militando nel Bologna:
- Angelo Schiavio (1934)[139]
- Eraldo Monzeglio (1934)[139]
- Michele Andreolo (1938)[140]
- Amedeo Biavati (1938)[140]
- Carlo Ceresoli (1938)[140]
I giocatori del Bologna che hanno vinto un campionato europeo sono due: Giacomo Bulgarelli e Aristide Guarneri, tutti e 2 trionfanti nell'europeo del 1968 in Italia.[141]
Altri piazzamenti degni di nota ottenuti sono tre: il secondo posto di Alessandro Diamanti all'Europeo 2012[142] e il terzo posto sempre di Diamanti e anche di Alberto Gilardino nella Confederations Cup 2013.[143]
Altre Nazionali
In totale sono 17 le Nazionali europee in cui hanno giocato almeno una partita giocatori militanti nel Bologna, le presenze totali sono 307, mentre i giocatori che hanno fatto almeno una presenza sono 30. La Nazionale con più presenze di giocatori felsinei è quella della Grecia, con 71 presenze totali e con 16 presenze di un solo giocatore, limite fissato da Vangelis Moras. La seconda nazione per presenze invece è la Svezia, con un totale di 62 presenze di cui 26 di Kennet Andersson. Al terzo posto si piazza la Svizzera, contante 29 presenze in totale con Kubilay Türkyilmaz che ha fissato il limite di un solo giocatore a un totale di 16 presenze.[144]
Le reti segnate in totale, invece, sono 35, segnate rispettivamente da 13 giocatori diversi. La nazionale con il maggior numero di reti segnate da calciatori rossoblù è la Svizzera, avente ben 9 reti segnate da 2 diversi giocatori, con record stabilito da Kubilay Türkyilmaz, 6 reti. La seconda nazione per gol segnati è invece la Grecia, con 7 reti segnate in totale, di cui 3 di Vasilīs Torosidīs, capocannoniere della nazionale contando i gol realizzati in periodo di militanza bolognese.[144]
Di seguito l'elenco dei giocatori presenti con la propria nazionale europea militando nel Bologna, in grassetto i giocatori attualmente in forza al club. Tra parentesi le presenze e le eventuali reti segnate.[144]
- Kennet Andersson (26;6)[144]
- Ádám Nagy (18;1)[144]
- György Garics (17)[144]
- Igli Tare (17)[144]
- Vaggelīs Moras (16)[144]
- Kubilay Türkyilmaz (16;6)[144]
- Igor' Kolyvanov (14;4)[144]
- Mikael Antonsson (14)[144]
- Blerim Džemaili (13;3)[144]
- Vasilīs Torosidīs (13;3)[144]
- Lazaros (13;1)[144]
- Panagiōtīs Kone (13;1)[144]
- Ladislav Krejčí (12;1)[144]
- Rene Krhin (12;1)[144]
- Theodōros Zagorakīs (11;1)[144]
- Emil Krafth (11)[144]
- Massimo Bonini (10)[144]
- Tomas Danilevičius (10;5)[144]
- Helmut Haller (8;7)[144]
- Lajos Détári (7;1)[144]
Palmarès
Competizioni nazionali
- 1946
- Coppa Italia: 2
Competizioni interregionali
- 1994-1995 (girone A)
Competizioni internazionali
- Coppa Mitropa: 3 (record italiano)
- 1937
- Coppa di Lega Italo-Inglese: 1 (record italiano condiviso con Fiorentina e Napoli)
- Coppa Intertoto UEFA: 1 (record italiano condiviso con Juventus, Perugia ed Udinese)
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|---|
1° | Prima Categoria | 7 | 1910-1911 | 1920-1921 | 88 |
Prima Divisione | 5 | 1921-1922 | 1925-1926 | ||
Divisione Nazionale | 4 | 1926-1927 | 1945-1946 | ||
Serie A | 72 | 1929-1930 | 2018-2019 | ||
2° | Serie B | 12 | 1982-1983 | 2014-2015 | 12 |
3° | Serie C1 | 3 | 1983-1984 | 1994-1995 | 3 |
In 103 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale del 1910-1911.
Partecipazione alle coppe nazionali
Competizione | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|
Coppa Italia | 71 | 1926-27 | 2018-19 | 75 |
Coppa Alta Italia | 1 | 1945-1946 | ||
Coppa Italia Serie C | 3 | 1983-84 | 1994-95 |
Partecipazione alle competizioni UEFA
Competizione UEFA | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|
Coppa dei Campioni d'Europa / Champions League | 1 | 1964-1965 | 9 | |
Coppa delle Coppe | 2 | 1970-1971 | 1974-1975 | |
Coppa UEFA / Europa League | 4 | 1971-1972 | 1999-2000 | |
Coppa Intertoto | 2 | 1998 | 2002 |
Statistiche di squadra
Il Bologna ha disputato, nel corso della sua storia, 103 stagioni sportive, partecipando in ambito professionistico a 72 campionati di Serie A, 12 di Serie B e 3 di Serie C, cui si aggiungono gli antichi primi campionati a gironi interregionali. Ha vinto per 7 volte il campionato italiano, giungendo seconda in 6 tornei e terza in 7. Si trovano al nono posto nella Classifica perpetua della Serie A dal 1929, che tiene conto di tutte le squadre di calcio che hanno militato nella massima serie nazionale almeno una volta. A livello di coppe nazionali, il Bologna ha vinto 2 volte la Coppa Italia, disputando appunto 2 finali di tale torneo.
La vittoria in campionato con il maggior scarto fu un 8-0 a Bologna contro la Triestina, il 3 gennaio 1932 nella Serie A 1931-1932, mentre la sconfitta più netta in Serie A fu invece un 8-2, subìto il 21 novembre 1948 dalla Lazio. In ben altre occasioni il Bologna è stato battuto con uno scarto di 6 reti: contro l'Inter il 21 maggio 1989, contro il Milan il 12 maggio 1991, ancora la Lazio il 5 maggio 2013 e due volte il Napoli: il 19 aprile 2016 ed il 4 febbraio 2017.[146]
Il Bologna vanta inoltre 26 stagioni disputate nelle coppe internazionali; di esse, solo una è relativa alla Coppe dei Campioni/Champions League e 4 a Coppe UEFA/Europa League; la coppa europea con più presenze è la Coppa Mitropa con 8 stagioni ed è quella con il maggior numero di trofei europei vinti dalla società rossoblu. Oltre a questi, vanta il Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi, una Coppa di Lega Italo-Inglese e una Coppa Intertoto. La prima e ultima volta che ha partecipato alla Champions League è stato nella stagione 1964-1965, uscendo al primo turno contro l'Anderlecht dopo il lancio della monetina a seguito del risultato di parità nello spareggio. L'ultima volta in Coppa Uefa è stato invece nella stagione 1999-2000, venendo fermata dal Galatasaray ai sedicesimi di finale.[147]
La vittoria nelle coppe internazionali con il maggior scarto fu un 5-1 contro il Teplice il 31 luglio 2002 nell'Intertoto; questo è anche il risultato con più reti nella storia del Bologna nelle coppe europee. In Coppa UEFA invece la vittoria più alta fu contro il Betis Siviglia il 24 novembre 1998 in Coppa UEFA con il risultato di 4-1.[148]
Statistiche individuali
Di seguito i primatisti di presenze e reti in tutte le competizioni ufficiali.[149][150]
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Tifoseria
Storia
Per le partite casalinghe la tifoseria organizzata si riunisce nella curva nord, dal 2009 intitolata a Giacomo Bulgarelli.[151] La curva era in precedenza denominata "Andrea Costa", dal nome della via prospiciente quel lato dello stadio. Dalla stagione 2017-18 è presente un ristretto gruppo di tifosi del Settore Ostile Curva Sud nella curva sud, che proprio nel 2017 viene intitolata ad Arpad Weisz, denominata anche curva "San Luca", a causa della direzione verso il Santuario della Madonna di San Luca.[151] Per festeggiare il centenario del club, compiutosi il 3 ottobre 2009, i tifosi rossoblù durante la partita di campionato col Genoa hanno organizzato una coreografia che consisteva di 20 000 bandiere distribuite in tutti i settori dello stadio.[152] I gruppi principali sono: Forever Ultras Bologna 1974[153], Vecchia Guardia 1974[153], Freak Boys 1986[153], Mai Domi, ControTendenza Bologna 2004, Settore Ostile, Sorvegliati Speciali[153], Cappottati[153], Fedelissimi e Zola Ingnuranta — gruppo molto numeroso soprattutto nelle partite in trasferta — che non ha sede a Bologna ma nel comune presente nel nome del gruppo: Zola Predosa.[154][155]
Gemellaggi e rivalità
Gemellaggi e amicizie
L'unico gemellaggio riconosciuto da tutta la curva, ma portato avanti da Forever Ultras e Freak Boys, è con gli ultras del Ravenna nato negli anni 80.[154][156] I Forever Ultras e Freak Boys hanno inoltre un'amicizia dal 2008 con gli ultras tedeschi del Bochum e con il gruppo di Viareggio Ultras Figthers Viareggio dal 2005. Il gruppo Beata Gioventù-Settore Ostile è quello con il maggior numero di amicizie: molto sentite sono quelle con il gruppo ultras “E.A.M.” (Estranei Alla Massa) della Nocerina e con la tifoseria organizzata di Siena[157] e Avellino.[158][154] Con la Spal vi era un feroce odio negli anni 90 ma è forte il legame che da alcuni anni lega i gruppi dell’area-Mods e i ragazzi del Vecchio Astra Spal.[159] Negli anni 80 e 90 i gemellaggi e le amicizie erano molto più numerosi: i più sentiti erano quelli con Milan[160], Roma[161] e Napoli, con cui adesso c'è un'accesa rivalità. Nel periodo del Bologna in Serie C vennero allacciate amicizie con i tifosi della Lucchese, Ancona, Cesena, Padova, Sambenedettese, Carrarese, Taranto e Udinese.[162] Con il ritorno in A del Bologna e con il passare degli anni queste amicizie si sono affievolite.
Rivalità
La rivalità più sentita è quella contro la Fiorentina (con cui il Bologna disputa il cosiddetto Derby dell'Appennino), nato per motivi storico-geografici.[163] La rivalità peggiorò dopo gli incidenti del 18 giugno 1989, quando il treno coi tifosi emiliani diretti in Toscana subì un agguato da parte dei fiorentini nei pressi della stazione di Firenze, culminato con il lancio di una molotov che esplose all'interno di un vagone provocando il ferimento di diversi tifosi rossoblù e lo sfiguramento di un minorenne.[164] Oltre ai già citati casi di Roma, Milan e Napoli, altre rivalità altrettanto sentite sono quelle con i corregionali del Modena,[165] Cesena[166] e Parma,[167][168] con la Sampdoria,[169] l'Hellas Verona,[170][171] l'Inter,[172][173] la Lazio[174] e l'Olympique Marsiglia, a seguito di gravi incidenti tra le due tifoserie accaduti durante la semifinale di andata di Coppa UEFA a Marsiglia,[175] e in quella di ritorno giocata a Bologna, in cui rimasero coinvolti molti tra calciatori, dirigenti e tifosi di entrambe le squadre,[176] che costò l'eliminazione dei rossoblù dalla competizione. Con la Juventus la rivalità è legata specialmente al caso Calciopoli.[177]
Nel corso degli anni ci furono scontri anche con i tifosi di Spezia,[178] Torino,[179][180] Cagliari,[181] Norimberga[182] e Livorno.[183]
Organico
Rosa 2018-2019
Ruoli e numerazione, tratti dal sito web ufficiale della società, aggiornati al 27 agosto 2018.[184]
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Staff tecnico
Dal sito Internet ufficiale della società.[184]
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Note
Esplicative
- ^ Articolo di Bruno Roghi, da La Domenica Sportiva del 1930: «Il «Bologna» 1924-25, l'anno del titolo. La squadra è un modello di armonia, di eleganza, di stile. [...] La sua vittoria, più che un gesto della forza e una manifestazione della potenza, è un atto di intelligenza. La tecnica – quella tecnica che dovrebbe in sostanza tradursi in un'arida applicazione di canoni fissi a un gioco supremamente immaginoso qual è il gioco del calcio – è intesa dalla squadra felsinea come un elisir di misteriosa fattura che conferisce ai movimenti sincroni dei reparti il ritmo che è musica, e conferisce altresì alle geometrie dei goals l'evidenza irresistibile che traduce in arte il lavoro che fanno i piedi con una sfera di cuoio. Il «Bologna» 1924-25 è uno schermidore di fioretto, sintesi atletica di astuzia, di leggerezza, di fulmineità, di talento».
Bibliografiche
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