'Ndrangheta: differenze tra le versioni

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A differenza di [[Cosa nostra]], la struttura interna ad ogni cosca della 'ndrangheta poggia sui membri di un nucleo familiare legati tra loro da vincoli di sangue, le [['Ndrina|'ndrine]].<ref>{{cita web|url=http://www.narcomafie.it/articoli_2004/art_12_2004.htm|titolo=Dossier 'Ndrangheta, “Potenzialmente eversiva...” Intervista a Vincenzo Macrì di Marco Nebiolo, |pubblicazione=Narcomafie|accesso=04-12-2008}}</ref> Non sono rari matrimoni tra le varie cosche per saldare i rapporti tra famiglie mafiose. I matrimoni hanno un alto valore simbolico, e possono anche servire a sancire la fine di una faida: un esempio da tale punto di vista fu il matrimonio di ''Venanzio Tripodo'', figlio di Domenico, con ''Teresa Romeo'', di San Luca, figlia di Sebastiano. Esso sancì la ritrovata pace tra i [[De Stefano]] e i [[Tripodo]]. Inoltre spesso i banchetti nuziali sono stati occasioni per veri e propri summit 'ndranghetisti: tale fu ad esempio, il banchetto seguito al matrimonio di ''Girolamo Mazzaferro''.<ref>{{cita news|url=http://www2.melitoonline.it/index.php?p=2798|titolo=‘'Ndrangheta di San Luca, c'era una volta la Maggiore e la Minore, Equilibrio e libertà poi venne il tifone e spazzò tutto e tutti, in nome del dio denaro|pubblicazione=Melitoonline}}</ref>
A differenza di [[Cosa nostra]], la struttura interna ad ogni cosca della 'ndrangheta poggia sui membri di un nucleo familiare legati tra loro da vincoli di sangue, le [['Ndrina|'ndrine]].<ref>{{cita web|url=http://www.narcomafie.it/articoli_2004/art_12_2004.htm|titolo=Dossier 'Ndrangheta, “Potenzialmente eversiva...” Intervista a Vincenzo Macrì di Marco Nebiolo, |pubblicazione=Narcomafie|accesso=04-12-2008}}</ref> Non sono rari matrimoni tra le varie cosche per saldare i rapporti tra famiglie mafiose. I matrimoni hanno un alto valore simbolico, e possono anche servire a sancire la fine di una faida: un esempio da tale punto di vista fu il matrimonio di ''Venanzio Tripodo'', figlio di Domenico, con ''Teresa Romeo'', di San Luca, figlia di Sebastiano. Esso sancì la ritrovata pace tra i [[De Stefano]] e i [[Tripodo]]. Inoltre spesso i banchetti nuziali sono stati occasioni per veri e propri summit 'ndranghetisti: tale fu ad esempio, il banchetto seguito al matrimonio di ''Girolamo Mazzaferro''.<ref>{{cita news|url=http://www2.melitoonline.it/index.php?p=2798|titolo=‘'Ndrangheta di San Luca, c'era una volta la Maggiore e la Minore, Equilibrio e libertà poi venne il tifone e spazzò tutto e tutti, in nome del dio denaro|pubblicazione=Melitoonline}}</ref>


Si entra nella 'ndrangheta, o, per dirla nel gergo mafioso, si viene ''battezzati'' con un rito preciso, che può avvenire automaticamente, poco dopo la nascita se si tratta del figlio di un importante esponente dell'organizzazione (in questo caso, finché il bambino non raggiungerà i quattordici anni, età minima per entrare nella 'ndrangheta, si dirà che il piccolo è "mezzo dentro e mezzo fuori"), oppure con un giuramento, per il quale garantisce con la vita il mafioso che presenta il novizio, simile ad una cerimonia [[esoterismo|esoterica]], durante la quale il nuovo affiliato è chiamato a giurare nel nome ''di nostro Signore [[Gesù Cristo]]''.<ref>{{cita news|url=http://www.calabriaonline.com/specialecol/mali_di_calabria/ndrangheta/organizzazioni_criminali/reclutamento.php|titolo=Reclutamento|pubblicazione=Calabriaonline}}</ref> Il battesimo dura tutta la vita e ad uno sgarro paga spesso la famiglia del nuovo affiliato. Per questo motivo è difficile trovare ''[[pentitismo|pentiti]]'', poiché questi andrebbero contro i loro stessi parenti e familiari, e al giuramento che hanno fatto all'ingresso nel mondo della malavita. A tutt'oggi i pentiti di 'ndrangheta sono pochissimi (di cui rilevanti: Francesco Albanese nel [[1900]]<ref>{{Cita |Gratteri 2006|pagine = p77}}</ref>, Pino Scriva di [[Rosarno]] nel [[1983]]<ref>Faide di Arcangelo Badolati, p54</ref> [[Antonio Zagari]] nel [[1990]]<ref>{{cita news|url= '''De Stefano Massimo''' (Lamezia Terme ) operazione "primi passi" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/10/08/scusate-per-colpa-dello-stato-liberero-killer.html |titolo= Scusate, per colpa dello Stato libererò i killer di vostro figlio |pubblicazione=Repubblica.it}}</ref>, Giacomo Lauro nel [[1992]]<ref>{{cita news|url= http://archiviostorico.corriere.it/1997/marzo/10/carcere_per_truffa_pentito_ndrangheta_co_0_97031010118.shtml |titolo= In carcere per truffa pentito di ' ndrangheta pagato due miliardi |pubblicazione=Corriere.it}}</ref>, [[Francesco Fonti]] nel [[1994]]<ref>{{cita news|url= http://www.nuovacosenza.com/cs/09/settembre/relittoLegam.html |titolo= Relitto Cetrato Tecnici ministero da Procuratore Paola |pubblicazione=Nuova Cosenza}}</ref> e dal [[2010]] il capo-locale di [[Giussano]] (Provincia di Milano) Antonio Belnome<ref name = Belnome>{{cita news|url= http://www.stampoantimafioso.it/2012/04/05/infinito-parla-antonino-belnome-ieri-padrino-oggi-pentito/ |titolo= Infinito, parla Antonino Belnome: ieri padrino, oggi pentito. |pubblicazione=Stampoantimafioso}}</ref>; tutto ciò rende il fenomeno mafioso difficile da combattere e da arginare.
Si entra nella 'ndrangheta, o, per dirla nel gergo mafioso, si viene ''battezzati'' con un rito preciso, che può avvenire automaticamente, poco dopo la nascita se si tratta del figlio di un importante esponente dell'organizzazione (in questo caso, finché il bambino non raggiungerà i quattordici anni, età minima per entrare nella 'ndrangheta, si dirà che il piccolo è "mezzo dentro e mezzo fuori"), oppure con un giuramento, per il quale garantisce con la vita il mafioso che presenta il novizio, simile ad una cerimonia [[esoterismo|esoterica]], durante la quale il nuovo affiliato è chiamato a giurare nel nome ''di nostro Signore [[Gesù Cristo]]''.<ref>{{cita news|url=http://www.calabriaonline.com/specialecol/mali_di_calabria/ndrangheta/organizzazioni_criminali/reclutamento.php|titolo=Reclutamento|pubblicazione=Calabriaonline}}</ref> Il battesimo dura tutta la vita e ad uno sgarro paga spesso la famiglia del nuovo affiliato. Per questo motivo è difficile trovare ''[[pentitismo|pentiti]]'', poiché questi andrebbero contro i loro stessi parenti e familiari, e al giuramento che hanno fatto all'ingresso nel mondo della malavita. A tutt'oggi i pentiti di 'ndrangheta sono pochissimi (di cui rilevanti: Francesco Albanese nel [[1900]]<ref>{{Cita |Gratteri 2006|pagine = p77}}</ref>, Pino Scriva di [[Rosarno]] nel [[1983]]<ref>Faide di Arcangelo Badolati, Rocco Mammoliti di [[San Luca]] p54</ref> [[Antonio Zagari]] nel [[1990]]<ref>{{cita news|url= '''De Stefano Massimo''' (Lamezia Terme ) operazione "primi passi" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/10/08/scusate-per-colpa-dello-stato-liberero-killer.html |titolo= Scusate, per colpa dello Stato libererò i killer di vostro figlio |pubblicazione=Repubblica.it}}</ref>, Giacomo Lauro nel [[1992]]<ref>{{cita news|url= http://archiviostorico.corriere.it/1997/marzo/10/carcere_per_truffa_pentito_ndrangheta_co_0_97031010118.shtml |titolo= In carcere per truffa pentito di ' ndrangheta pagato due miliardi |pubblicazione=Corriere.it}}</ref>, [[Francesco Fonti]] nel [[1994]]<ref>{{cita news|url= http://www.nuovacosenza.com/cs/09/settembre/relittoLegam.html |titolo= Relitto Cetrato Tecnici ministero da Procuratore Paola |pubblicazione=Nuova Cosenza}}</ref> e dal [[2010]] il capo-locale di [[Giussano]] (Provincia di Milano) Antonio Belnome<ref name = Belnome>{{cita news|url= http://www.stampoantimafioso.it/2012/04/05/infinito-parla-antonino-belnome-ieri-padrino-oggi-pentito/ |titolo= Infinito, parla Antonino Belnome: ieri padrino, oggi pentito. |pubblicazione=Stampoantimafioso}}</ref>; tutto ciò rende il fenomeno mafioso difficile da combattere e da arginare.


Ogni famiglia ha pieni poteri oltre che controllo sulla zona e sul territorio che le appartiene, in cui opera con la massima tranquillità e gestisce il [[monopolio]] di ogni sua attività lecita o illecita che sia.
Ogni famiglia ha pieni poteri oltre che controllo sulla zona e sul territorio che le appartiene, in cui opera con la massima tranquillità e gestisce il [[monopolio]] di ogni sua attività lecita o illecita che sia.

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Template:Organizzazione criminale

«È invisibile, come l'altra faccia della Luna.»

Con il termine 'ndràngheta ['ndraŋgeta] (o Famiglia Montalbano[2], Onorata società, la Santa e Picciotteria[3]) si indica la criminalità organizzata di origine calabrese. La 'ndrangheta si è sviluppata a partire da organizzazioni criminali operanti nella provincia di Reggio Calabria, dove oggi è fortemente radicata, anche se il potere mafioso è in forte espansione nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Crotone e Cosenza.

Dagli anni cinquanta, in contemporanea all'emigrazione meridionale ha iniziato ad operare anche nel nord Italia ed è con i sequestri di persona che negli anni settanta i media le danno attenzione sotto il nome di "anonima sequestri". Già negli anni ottanta furono in grado di mettere in piedi un traffico di droga in tre continenti, il cosiddetto Siderno Group: dal Canada all'Australia, dal Sud America all'Italia[4]. Negli ultimi 20 anni l'organizzazione ha continuato consolidandosi in Italia e all'estero replicando la sua struttura e infiltrandosi nelle istituzioni e nel tessuto economico dei paesi; stabilendo contatti permanenti con i narcotrafficanti sud americani[5], instaurando nuovi contatti con i cartelli messicani e creando nuove rotte della droga passando per l'Africa occidentale[6]. Oggi la 'ndrangheta è considerata la più pericolosa organizzazione criminale d'Italia, e forse d'Europa.[3][7][8], con una diffusione della presenza anche all'estero (dal Canada all'Australia e nei paesi europei meta dell'emigrazione calabrese)[5].

Secondo le forze dell'ordine, in Calabria sono attualmente operanti circa 155 famiglie[9][10] (definite 'ndrine o cosche) che affiliano circa 6.000 persone dedite ad attività criminali, legate quasi sempre tra loro da vincoli familiari. In un paese o quartiere di città più 'ndrine aprono la locale, struttura che organizza la gestione malavitosa del territorio. I locali creati al di fuori della Calabria spesso dipendono dal Locale del paese d'origine dei membri. Fino agli anni ottanta l'organizzazione era struttura in modo orizzontale, dove ogni locale aveva la sua zona di competenza, evitando faide tra le 'ndrine per il predominio sulla loro locale, e non hanno impedito ben due guerre di 'ndrangheta tra gli anni settanta e ottanta nate da alleanze a catena tra le 'ndrine che coinvolgevano anche più di una sola locale. Dagli anni novanta, quindi, nascono delle sovrastrutture per dirimere questioni tra le 'ndrine per evitare le faide, e per dare cariche di alto livello, prima inesistenti agli affiliati. In Calabria ci sono 3 mandamenti che dividono la provincia di Reggio Calabria in mandamento Ionico, Piana e Città i quali fanno riferimento al Crimine di Polsi[11][12]. A quest'ultimo fanno riferimento anche le camere di controllo della Lombardia[13] e della Liguria, il Crimine australiano e di Toronto, organismi analoghi ai mandamenti calabresi[14][15]. All'interno delle famiglie vi è una struttura gerarchica basata in gradi dette doti, al primo grado stanno i picciotti, poi i camorristi e infine gli sgarristi e rappresentano la cosiddetta società minore. Il capo-locale ha la dote di sgarro. Negli anni settanta furono create nuove doti di livello superiore: la Santa e il Vangelo e successivamente altre ancora le quali formano la società maggiore e di cui oggi tutti i capo-locali possiedono[16]. Analogamente alle altre mafie italiane all'interno sono presenti rigidi riti di affiliazione, riti di dote, codici comportamentali tra gli affiliati e durante le riunioni cui tutti sono tenuti a rispettare e caso unico nel panorama italiano in uso ancora oggi. Regole e formule che non sono cambiate dalla fine dell'Ottocento o che al più né sono state aggiunte di nuove in funzione delle nuove doti create.

Nella regione Calabria la 'ndrangheta svolge un profondo condizionamento sociale fondato sia sulla forza delle armi che sul ruolo economico attualmente raggiunto attraverso il riciclaggio del denaro sporco. Attività questa, che le ha permesso di controllare ampi settori dell'economia dall'impresa al commercio e all'agricoltura, spesso con una forte connivenza di aree della pubblica amministrazione a livello locale e regionale di tutti gli schieramenti politici[17]. La sua attività principale è il narcotraffico, seguita dalla partecipazione in appalti, condizionamento del voto elettorale, estorsione, usura, traffico di armi, gioco d'azzardo, traffico di esseri umani, e smaltimento di rifiuti tossici e radioattivi. Secondo il rapporto Eurispes 2008 ha un giro d'affari di 44 miliardi di euro annui[18][19].

Etimologia

La più probabile derivazione del termine 'ndrangheta o talvolta anche 'ndranghita è quella dal greco, da cui i dialetti calabresi sono fortemente influenzati, andragathía (ανδραγαθια) traducibile con "valore, prodezza, carattere del galantuomo"[20][21]. Secondo un'altra etimologia, la parola deriverebbe dal toponimo Andragathia Regio, che in età moderna designava un'ampia zona situata a cavallo tra le odierne Calabria e Basilicata[22]. Anche la parola 'ndrina usata per indicare la famiglia di appartenenza è formata dalla stessa radice, e deriverebbe dal greco e significa uomo valoroso, da cui anche 'ndrinu usato in alcuni dialetti calabresi come sinonimo del corrispettivo napoletano guappu[22].

La prima volta che si sente il termine 'Ndrangheta è dallo scrittore Corrado Alvaro in un articolo del corriere della Sera del settembre 1955. Con i recenti studi (2012) del professor Antonio Nicaso questa data va anticipata al 1931, anno in cui, tra gli atti giudiziari compare, un certo Domenico Dorta detto cucchiarone che confessa per la prima volta dell'esistenza della Drangheta.

All'interno dei codici ritrovati dalle forze dell'ordine con le varie formule di rito, ma anche in molte canzoni dell'organizzazione più volte ci si appella ad essa come onorata società.

A cavallo tra l'Ottocento e il Novecento tra le carte giudiziarie erano presenti anche i termini Picciotteria, Famiglia Montalbano e Camorra, l'ultimo in analogia ai fenomeni criminali del napoletano[23][24].

'Ndranghetista

«La 'ndrangheta non è come molti credono solo donne, belle auto e moto. La 'ndrangheta è una droga che ti corrode da dentro. È questo quello che i tanti giovani che vorrebbero affiliarsi devono capire.»

'ndranghetista è il nome generico che viene dato a un affiliato alla 'ndrangheta. È quindi tale una qualsiasi persona che appartiene alle famiglie malavitose, le 'ndrine; picciotto, camorrista, sgarrista, santista, vangelista, quartino, trequartino, padrino e capobastone sono i gradi con cui si identifica uno 'ndranghetista[26].
Una persona diventa 'ndranghetista in due modi: per nascita, quindi essendo già appartenente a una famiglia mafiosa o per "battesimo", cioè tramite il rito di affiliazione che lo lega all'organizzazione fino alla morte[27]. Nell'informativa dei Carabinieri del ROS del 1995, denominata Galassia[28] firmata dal capitano Angelo Jannone, che permise l'arresto di 187 tra boss e gregari delle 'ndrine e di alcuni esponenti di Cosa nostra, viene chiarito che la 'ndrina è la struttura di base, composta da 7 uomini (d'onore), mentre 7 'ndrine, compongono il locale, detto anche "settandrina". Si spiega anche il concetto di "Copiata", ossia il nominativo di altri uomini d'onore di rango superiore, presenti nei cerimoniali di conferimento di un grado superiore ad un uomo d'onore, meccanismo che ha garantito l'espansione e la solidità della 'ndrangheta.

Struttura

Lo stesso argomento in dettaglio: 'Ndrina e Locale ('Ndrangheta).
Il Locale e la Società con le doti degli affiliati
Le cariche nella gestione di un Locale che ha una Società Maggiore e Minore detta anche Società

La relazione della Commissione parlamentare antimafia del 20 febbraio 2008[29] afferma che la 'ndrangheta «ha una struttura tentacolare priva di direzione strategica ma caratterizzata da una sorta di intelligenza organica», e la paragona alla struttura del movimento terroristico islamico Al-Qaida.

A differenza di Cosa nostra, la struttura interna ad ogni cosca della 'ndrangheta poggia sui membri di un nucleo familiare legati tra loro da vincoli di sangue, le 'ndrine.[30] Non sono rari matrimoni tra le varie cosche per saldare i rapporti tra famiglie mafiose. I matrimoni hanno un alto valore simbolico, e possono anche servire a sancire la fine di una faida: un esempio da tale punto di vista fu il matrimonio di Venanzio Tripodo, figlio di Domenico, con Teresa Romeo, di San Luca, figlia di Sebastiano. Esso sancì la ritrovata pace tra i De Stefano e i Tripodo. Inoltre spesso i banchetti nuziali sono stati occasioni per veri e propri summit 'ndranghetisti: tale fu ad esempio, il banchetto seguito al matrimonio di Girolamo Mazzaferro.[31]

Si entra nella 'ndrangheta, o, per dirla nel gergo mafioso, si viene battezzati con un rito preciso, che può avvenire automaticamente, poco dopo la nascita se si tratta del figlio di un importante esponente dell'organizzazione (in questo caso, finché il bambino non raggiungerà i quattordici anni, età minima per entrare nella 'ndrangheta, si dirà che il piccolo è "mezzo dentro e mezzo fuori"), oppure con un giuramento, per il quale garantisce con la vita il mafioso che presenta il novizio, simile ad una cerimonia esoterica, durante la quale il nuovo affiliato è chiamato a giurare nel nome di nostro Signore Gesù Cristo.[32] Il battesimo dura tutta la vita e ad uno sgarro paga spesso la famiglia del nuovo affiliato. Per questo motivo è difficile trovare pentiti, poiché questi andrebbero contro i loro stessi parenti e familiari, e al giuramento che hanno fatto all'ingresso nel mondo della malavita. A tutt'oggi i pentiti di 'ndrangheta sono pochissimi (di cui rilevanti: Francesco Albanese nel 1900[33], Pino Scriva di Rosarno nel 1983[34] Antonio Zagari nel 1990[35], Giacomo Lauro nel 1992[36], Francesco Fonti nel 1994[37] e dal 2010 il capo-locale di Giussano (Provincia di Milano) Antonio Belnome[38]; tutto ciò rende il fenomeno mafioso difficile da combattere e da arginare.

Ogni famiglia ha pieni poteri oltre che controllo sulla zona e sul territorio che le appartiene, in cui opera con la massima tranquillità e gestisce il monopolio di ogni sua attività lecita o illecita che sia. La posizione di ogni singolo membro all'interno di una famiglia è severamente disciplinata e regolata da un ferreo codice al quale non si può sfuggire. Nel caso ci siano problemi con un adepto, questo viene portato davanti al tribunale della sua cosca.

Più 'ndrine nella stessa zona formano un'entità detta "locale".[39] Ogni locale ha un proprio capo, che ha potere di vita e di morte su tutti, un contabile, che gestisce le finanze (una sorta di ministro dell'Economia), e un crimine, una sorta di ministro della guerra, che governa le modalità di regolamento dei conti con le cosche rivali, organizzando omicidi, estorsioni ed agguati.[40] Secondo il rapporto semestrale 2008 della DIA ci sono in Calabria 136 gruppi attivi così distribuiti:

Provincia Numerosità
Reggio Calabria 73
Catanzaro 21
Crotone 21
Cosenza 14
Vibo Valentia 7

La Santa, i mandamenti e la Provincia

Struttura della 'ndrangheta alla luce dell'operazione Crimine del 2010

Fino alla grande guerra interna scoppiata nel 1985 non esisteva nulla di simile alla cupola di Cosa nostra, mentre successivamente le cosche della provincia di Reggio Calabria iniziano a strutturarsi in modo verticistico attraverso la "Santa" o Società Maggiore che presenta però differenze significative. Chi fa parte della Santa sono esponenti con il grado o dote di santista vangelista, quartino, quintino e associazione[41]. Inoltre dal 1991 è stata introdotta in Calabria la suddivisione territoriale in 3 mandamenti: la Piana o mandamento tirrenico (Piana di Gioia Tauro), la Montagna o mandamento ionico (la Locride) e la Città (Reggio Calabria). Queste, come tutti i locali al di fuori della Calabria e dell'Italia stanno al di sotto di una commissione definita "Provincia" o Crimine[11][12]. È probabile che questa sorta di Cupola, detta anche Crimine, si riunisce nel santuario di Polsi, luogo sacro della 'ndrangheta per assumere decisioni o per eleggere il capo-crimine[42]. Il Crimine sarebbe composto dal capo-crimine (ad oggi l'unico capo-crimine conosciuto è il rosarnese Domenico Oppedisano arrestato nell'operazione Crimine del 13 luglio 2010), il capo-società e il mastro-generale[43].

Il 13 luglio 2010 viene scoperta una nuova struttura nel Nord Italia chiamata Lombardia sempre alle dipendenze delle commissioni calabresi[44][45][46].

Il 13 novembre 2012 l'operazione Saggezza porta alla conoscenza di una nuova struttura al di sopra dei 5 locali aspromontani di Antonimina, Ardore, Canolo, Ciminà e Cirella di Platì: la Corona, di cui il cui capo è detto Capo-Corona. Questa struttura sembra sia nata per dirimere questioni in seno a questi piccoli locali, a concedere doti e a poter competere economicamente alla pari di altre locali di 'ndrangheta più blasonate. Non se ne conosce ancora la relazione col Crimine e il mandamento ionico, in cui rientra[47][48].

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della 'Ndrangheta.

La storia della 'ndrangheta nasce nella seconda metà dell'Ottocento in vari paesi della provincia di Reggio Calabria. Con l'inizio del XX secolo e le prime emigrazioni di italiani, si insedia anche all'estero, soprattutto in Canada e Australia. È un'organizzazione criminale di tipo rurale con riti di iniziazione e codici che ne definiscono le regole.

A partire dal 1950 si afferma su tutta la regione a causa della scarsa presenza dello Stato, o addirittura del favoreggiamento di personaggi politici che tramite essa ne potevano dirottare i voti. Negli anni sessanta si converte a mafia basata su legami di sangue e crescono in importanza 3 'ndrine o famiglie: i Piromalli nella piana di Gioia Tauro, i Tripodo a Reggio Calabria e i Macrì nella Locride. In questo periodo la 'ndrangheta, allora ribattezzata l'anonima sequestri, inizia ad usufruire del sequestro di persona per avere immediate liquidità da reinvestire nel narcotraffico.

Tra gli anni settanta e ottanta avvengono ben due guerre di mafia: la prima dovuta al desiderio delle nuove generazioni di entrare nel traffico di stupefacenti osteggiata dalle famiglie fedeli al vecchio modello di "onorata società", la seconda dovuta all'indipendenza delle 'ndrine fra di loro e sulla modalità di gestire i capitali accumulati dalle nuove attività. In questo periodo nasce la sovrastruttura della Santa per tenere contatti con la massoneria, le cariche delle stato, delle forze dell'ordine e della magistratura[49].

Negli anni novanta per sedare il fenomeno criminoso nell'Operazione Riace si utilizza l'intervento dell'esercito, successivamente si esegue una serie di maxiprocessi: "Wall Street", "Count Down", "Hoca Tuca", "Nord - Sud", "Belgio" e "Fine" che coinvolgono molte 'ndrine e la fine del Siderno Group, un consorzio malavitoso tra il Canada e la Calabria.

Nel 1991 terminano la faida di Taurianova e Cittanova, e comincia quella di San Luca. Lo stesso anno viene assassinato il magistrato Antonino Scopelliti che stava lavorando al maxiprocesso di Palermo[50][51]. Nonostante ciò è proprio in questo periodo che stringe sempre in modo più stretto i contatti con i cartelli colombiani e le organizzazioni paramilitari sudamericane per un controllo internazionale del traffico di cocaina[52].

Di notevole rilievo l'arresto nel 2004 di Giuseppe Morabito, il latitante e ricercato numero uno della 'ndrangheta e l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria Francesco Fortugno. Da questo omicidio i ragazzi della città di Locri formarono una nuova organizzazione antimafia: Ammazzateci tutti. Nell'agosto 2007 è ritornata sotto i riflettori la faida di San Luca tra le cosche Nirta-Strangio e Pelle-Vottari dopo la strage di Ferragosto nel ristorante italiano Da Bruno a Duisburg in Germania (6 persone uccise).

«La strage di Duisburg è stata come un geyser. Uno zampillo ribollente e micidiale che da una fessura del suolo ha scagliato verso l'alto, finalmente visibile a tutti, il liquido miasmatico e pericolosissimo di una criminalità che partendo dalle profondità più remote della Calabria, si era da tempo diffusa ovunque nel sottosuolo oscuro della globalizzazione.»

Nel 2008 viene Pubblicata la Relazione annuale dell'Antimafia per la prima volta principalmente incentrata sul fenomeno della mafia calabrese. Viene presentata da Francesco Forgione presidente della Commissione parlamentare Antimafia[56]. Il 31 maggio 2008 la 'ndrangheta viene inserita dal governo degli Stati Uniti nella lista Foreign Narcotics Kingpins, cioè delle organizzazioni e persone dedite al narcotraffico. La conseguenza sarà la possibilità di congelare i patrimoni in territorio americano degli 'ndranghetisti.[57].

Oggi

File:Logo ammazzatecitutti.gif
Logo del movimento Ammazzateci tutti

Con l'arrivo del XXI secolo la 'ndrangheta entra di diritto fra le più potenti organizzazioni criminali al mondo[58][59], prima in Italia, con il monopolio del traffico di cocaina nel continente[60].

Nel settembre 2009 scoppia il caso Relitto di Cetraro, l'affondamento di navi contenenti rifiuti tossici in Calabria e per tutto il Mediterraneo fino in Somalia, scaturite dalle confessioni del pentito Francesco Fonti[61][62][63].

Tra il 2010 e il 2011 si concludono le operazioni Crimine-Infinito e Minotauro che oltre a portare numerosi arresti mettono definitivamente in luce le strutture apicali dell'organizzazione e le loro relazioni: in Calabria con i mandamenti provinciali e il Crimine di Polsi, al di fuori con la Lombardia, le locali liguri, piemontesi, tedesche e le camere di controllo del Canada e dell'Australia[44][45][46][64].

Presenza della 'ndrangheta in Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: 'Ndrangheta in Italia.

«è oggi la più robusta e radicata organizzazione, diffusa nell'intera Calabria e ramificata in tutte le regioni del Centro-Nord, in Europa e in altri Paesi stranieri cruciali per le rotte del narcotraffico»

In tutte le 20 regioni d'Italia si trovano delle 'ndrine. Oltre alla Calabria forti insediamenti si trovano in tutto il Nord Italia, nel Lazio e in Toscana. In Sicilia e Campania dove già si trovano organizzazioni ben radicate è presente in virtù di alleanze fra le varie famiglie per la gestione e la stipulazione di affari illeciti.

Calabria

Calabria

Nella sua regione di origine il controllo della 'ndrangheta è amplissimo, estendendosi dal settore della sanità a quello dei trasporti e dei lavori pubblici, grazie a forti infiltrazioni nelle istituzioni, a partire dalla Regione, con complicità nelle forze politiche di ogni colore. In campo sanitario, si può citare il caso delle Asl di Palmi e Locri sciolte per mafia, quest'ultima per due volte, la seconda delle quali dopo l'omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale Francesco Fortugno[67], omicidio che gli inquirenti ritengono compiuto proprio a causa delle infiltrazioni criminali nella Sanità regionale. La 'ndrangheta ha un completo controllo dei lavori sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria[68][69], che le varie 'ndrine si dividono per aggiudicarsi gli appalti. Il porto di Gioia Tauro vede la presenza di numerosi traffici illeciti, in particolare il commercio della droga, ma anche il contrabbando dei tabacchi e il traffico dei rifiuti, ma le 'ndrine gestiscono in gran parte anche le attività lecite.[70][71][72] Secondo il Magistrato calabrese Vincenzo Macrì (ex Direzione Nazionale Antimafia) la 'Ndrangheta ha da una parte una vocazione mercantile esercitando commerci illeciti a livello internazionale (traffico di droga, armi, rifiuti tossici e via dicendo) dall'altra ha invece una vocazione istituzionale di controllo del territorio d'origine (sotto l'aspetto politico-amministrativo-istituzionale-imprenditoriale)[73]

La 'ndrangheta al nord Italia

Giuseppe Morabito, capobastone arrestato nel 2004

L'insediamento della 'ndrangheta al nord Italia ha tutta una sua peculiarità rispetto alle altre organizzazioni mafiose.

Difatti al nord vi sono delle vere e proprie filiali fisse delle cosche-madre della Calabria. Quindi un maggior controllo del territorio. Un esempio eclatante è la 'ndrina dei Mazzaferro: Giuseppe Mazzaferro controllava le "locali" (insieme di più 'ndrine) di Lombardia, Francesco Mazzaferro Torino e Vincenzo Mazzaferro Gioiosa Jonica, il luogo d'origine della 'ndrina. Le altre organizzazioni invece si stabiliscono al nord solo per il periodo dell'affare da stipulare. Questo fenomeno si è comunque esteso all'intero paese. Inizialmente scelgono paesi, anziché grandi città come basi operative per ricreare lo stesso ambiente d'origine e per un controllo migliore del territorio. Si potrebbe datare l'inizio della presenza mafiosa dagli anni cinquanta[74]. Il primo capobastone di rilievo ad arrivare al nord è Giacomo Zagari di San Ferdinando nel 1954, della piana di Gioia Tauro. Vive per un periodo a Gallarate e poi si trasferisce a Buguggiate.[75]

Molti 'ndranghetisti vengono mandati anche dallo stato in soggiorno obbligatorio. Questa procedura si rivelò controproducente, poiché i mafiosi ritrovarono lo stesso ambiente che lasciavano, e per il fatto che ormai ci si poteva spostare e comunicare velocemente in tutta Italia e tenere ugualmente i contatti con la Calabria.

Negli anni settanta con il caso Teardo venne alla luce la presenza di cosche in Liguria: Asciutto, Grimaldi, Bruzzaniti, De Stefano (esponenti del calibro di Paolo Martino e Vittorio Canale), e altre. Nella regione esiste anche una struttura della 'ndrangheta di enorme rilievo: la "camera di compensazione", che ha il compito di gestire e organizzare le attività mafiose della regione con quelle dei "locali" di Nizza e della Costa Azzurra.[76]

Ma è negli anni ottanta che la 'ndrangheta iniziò ad investire al nord i proventi illeciti e al controllo dei mercati illegali. I mafiosi acquistarono immobili, alberghi, discoteche, imprese commerciali. Penetrarono nelle imprese che fallirono e successivamente se ne impossessarono. Nel 1985 a Buccinasco (MI) si svolse un incontro fra Sergi e Papalia per il controllo del traffico di eroina. Nel milanese sono gli anni di Giuseppe Flachi e Franco Coco Trovato.

Negli anni novanta Cosa nostra lascia il passo alla 'ndrangheta che si insedia in modo ancora più preponderante[77].[5]. Ciò, è dovuto anche alle azioni giudiziarie da cui è stata colpita Cosa nostra, e al numero notevolmente inferiore di pentiti. La 'ndrangheta inoltre ha intrecci con la politica al nord, come dimostrato da alcuni episodi avvenuti in Lombardia, Liguria e Piemonte. Nel 1995 venne sciolto per mafia il consiglio di Bardonecchia[78][79], primo caso al nord. Sempre in questo periodo vi furono le operazioni "Wall Street", "Count Down", "Hoca Tuca", "Nord - Sud", "Belgio" e "Fine"[80]. che arrestarono in Lombardia oltre 3 000 persone. Le 'ndrine colpite furono: Flachi, Trovato, Papalia, Sergi e Morabito e Paviglianiti. A seguito delle operazioni nel 1995 si avviò il maxiprocesso conclusosi nel 1997 con condanne pesanti verso numerosi imputati.[50][81]

Oggi le cosche nel sud di Milano (specie quelle dei Barbaro, Papalia e Sergi) monopolizzano appalti e subappalti nel campo edilizio e il traffico di cocaina[82]. Si può affermare che sul territorio milanese sono presenti in modo diretto o rappresentate con alleanze tutte le 'ndrine calabresi[83].

È molto forte anche la presenza delle cosche crotonesi, i Farao e Oliverio e gli Arena specialmente, come è emerso nel 2009 dall'operazione Isola a Monza[84] e dai numerosi arresti di ciò che era la Locale di Lonate Pozzolo[85][86]. I lavori per l'EXPO 2015 di Milano sono tuttora ad altissimo rischio infiltrazioni delle cosche[87][88]. Il 13 luglio 2010 viene scoperta una nuova struttura nel Nord Italia chiamata Lombardia che federa i locali del settentrione ma sempre alle dipendenze dei mandamenti calabresi. Il capo della Lombardia Carmelo Novella è stato ucciso a San Vittore Olona nel 2008 perché esigeva più indipendenza dalla Calabria, e fu sostituito il 31 ottobre 2009 con il platiota corsichese Pasquale Zappia in una riunione presieduta da Giuseppe Neri a Paderno Dugnano, incaricato anche di costituire una camera di controllo per gestire i vari locali lombardi[44][45][46].

La relazione della DIA al Parlamento, riguardo al 1º semestre 2010, rileva "nel Nord, soprattutto in Lombardia, una costante e progressiva evoluzione della 'ndrangheta" che si muove attraverso "consenso" e "assoggettamento";[89] così determinando "un vero e proprio condizionamento ambientale che si è insinuato a tutti i livelli da quello sociale a quello economico e politico-amministrativo".[90]

La 'ndrangheta all'estero

Lo stesso argomento in dettaglio: 'Ndrangheta nel mondo.

«Il contagio delle 'ndrine va da Rosarno all'Australia, da San Luca a Duisburg. Molecole criminali che schizzano, si diffondono e si riproducono nel mondo. Una mafia liquida che si infila dappertutto, riproducendo, in luoghi lontanissimi da quelli in cui è nata, il medesimo antico, elementare ed efficace modello organizzativo. Alla maniera delle grandi catene di fast-food, offre in tutto il mondo, l'identico, riconoscibile, affidabile marchio e lo stesso prodotto criminale»

La 'ndrangheta, inizia a stabilirsi all'estero fin dalle emigrazioni di inizio secolo, quando ancora non era chiamata con l'attuale nominativo ma Mano nera o Picciotteria[93]. Si insedia soprattutto in Australia[94][95], Canada[96] e Germania[97]. In Australia, dai proventi dei sequestri nella prima metà del novecento nasce una fervente attività nella coltivazione di campi di marijuana. Negli anni cinquanta proprio in Canada e Australia nasce il cosiddetto Siderno Group[96], un consorzio di famiglie originarie di Siderno con collegamenti anche con elementi di Cosa nostra americana come Frank Costello dediti al traffico di eroina e di armi. L'attività più intensa si svolse tra gli anni ottanta e novanta ed è solo nell'ultima decade del 900 appunto che le forze dell'ordine arrestano i componenti del Siderno Group[98]. Quando si inserisce nel traffico di cocaina negli anni ottanta e comincia a controllarne i traffici si sposta in Spagna, Portogallo e Olanda fino ad arrivare in Colombia e a trattare direttamente con i Narcos e con l'AUC di Salvador Miguel Mancuso[99][100]. Viene individuata in tutto il Sud America: Perù, Cile, Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Venezuela[101] e Bolivia[102]. Negli anni novanta si scopre che i proventi illeciti vengono riciclati in tutta Europa, Germania[103].[104], Regno Unito, Olanda e nei paesi dell'est: Russia, Ungheria, Polonia e Romania nell'acquisto di immobili, esercizi commerciali, imprese.[105][106] Molte 'ndrine infine in Austria e in Svizzera hanno conservato i loro capitali, e, soprattutto in quest'ultima, ci sono stati anche svariati traffici di armi[23].

Negli ultimi anni, le rotte del narcotraffico si sono spostate in Africa occidentale poiché più controllato il traffico diretto Europa-Sud-America. Sono stati sequestrati nel 2007 250 chili di cocaina provenienti dal Sud America e in transito a Dakar in Senegal che sarebbero dovuti arrivare in Italia per conto dei Morabito e della Locale di Africo[107]. Nel continente, la 'ndrangheta sembra anche abbia commerciato in diamanti nel Sud Africa[108], e smaltito rifiuti tossici principalmente in Somalia, ma anche in Kenya e nella Repubblica Democratica del Congo[62][109] dove Antonio Nicaso, in un articolo su l'Espresso parla anche di compravendita di Coltan in cambio di armi con le milizie della regione[110].

La 'ndrangheta e le altre organizzazioni criminali

I rapporti di collaborazione della 'ndrangheta con le altre mafie è sempre stato intenso soprattutto per il traffico di droga ma anche per il contrabbando di sigarette e le altre attività criminose. Ha avuto sempre un rapporto di reciproco rispetto, non intromettendosi mai in guerre fra cosche delle altre organizzazioni[80].

Ha avuto e ha rapporti con tutte le mafie italiane: Cosa nostra[111], Camorra[112], Sacra Corona Unita[111], Basilischi[113].. Dell'organizzazione pugliese è anche responsabile della creazione, dal 1993 difatti, si viene a sapere che fu fondata da Giuseppe Rogoli, per volere di Umberto Bellocco (capobastone dell'omonima 'ndrina di Rosarno), e che inoltre all'interno della Sacra Corona Unita vi fossero altri elementi appartenenti alla cosca calabrese come: Giuseppe Iannelli, Giosuè Rizzi, Cosio Cappellari, Antonio e Riccardo Modeo[23][114]. Anche la mafia lucana nasce come una 'ndrina e dai calabresi dipende, è protetta e aiutata. Ottenuto difatti il nulla osta dalla 'ndrina dei Pesce di Rosarno, si formò un gruppo di malavitosi operante in tutta la Regione con a capo Giovanni Gino Cosentino. Quella organizzazione ambiva a diventare la quinta mafia del sud Italia[113]. Ha rapporti anche con le organizzazioni criminali straniere. Da quando, negli anni novanta, ha intensificato la sua attività nel narcotraffico ha ormai rapporti diretti con i narcos colombiani[115][116], mentre per l'eroina fin dagli anni ottanta sfrutta i canali con la mafia turca. Dal 2008 con l'Operazione solare si è scoperto che alcune 'ndrine hanno stretto rapporti anche con organizzazioni messicane, quali i Los Zetas.[117]. Nel traffico di esseri umani si appoggiano a malavitosi nigeriani e alla mafia albanese.[118]. In Canada vi sono contatti con la criminalità della famiglia Rizzuto e gli Hells Angels.

Rapporti con la massoneria deviata

Girolamo Piromalli

La 'ndrangheta, seppur in modo collaterale, già negli anni sessanta aveva rapporti con la massoneria deviata, nella misura in cui questa faceva da tramite con le istituzioni.[119][120] Il fine era instaurare rapporti di cointeressenza con la classe politica, attraverso la clientela saldata dal voto di scambio.[121]

Il legame fra le due organizzazioni si rafforza negli anni settanta, dopo la prima guerra di 'ndrangheta, quando alcuni capibastone entrano in logge deviate. Così i guadagni ottenuti aumentarono, potendo contattare senza intermediari personaggi del mondo bancario, della magistratura, dell'imprenditoria e delle forze dell'ordine.[120][122] Questo nuovo modo di agire della mafia calabrese sembra sia stato voluto dal vecchio capobastone Don Mommo Piromalli[120] e dalla nuova promessa Paolo De Stefano. Chi era contrario al progetto, come Antonio Macrì e Domenico Tripodo, riteneva che la 'ndrangheta non dovesse affiliarsi ad altre associazioni, nel rispetto delle tradizionali regole del codice mafioso.[120] Questi furono eliminati e per ovviare al problema morale Piromalli fonda la Santa, una sorta di ultimo grado gerarchico dell'organizzazione; in questo modo faceva credere agli affiliati che, una volta avuto accesso a questa posizione, sarebbe stato possibile affiliarsi alla massoneria.[120] Nasce così, attraverso «l'ibridazione tra massoneria deviata e alcune cuspidi della 'ndrangheta, [...] una vera e propria massomafia sovraordinata alla normale 'ndrangheta, dotata di una organizzazione e di un sistema di regole autonome».[123] Tra i capibastone presumibilmente entrati nella massoneria deviata vi sono: Santo Araniti, Paolo De Stefano, Natale Iamonte, Antonio Nirta, Francesco Nirta, Giuseppe Nirta.[124][125]

Nel 1992 grazie all'operazione Olimpia si ebbero maggiori informazioni; si scoprirono le persone che fecero accedere i santisti nella massoneria calabrese: il notaio Pietro Marrapodi, Pasquale Modafferi e il capo-loggia Cosimo Zaccone.[126]

A suggerire l'esistenza, negli ultimi anni, di un livello occulto della 'ndrangheta è stata un'intercettazione telefonica risalente alla fine del 2007. I carabinieri registrano, tramite una microspia, una conversazione tra Sebastiano Altomonte (originario di Bova Marina) e sua moglie. Altomonte in tale frangente sottolinea che «c'è una che si sa e una che non la sa nessuno». E poi, rimarcando il concetto: «c'è la visibile e l'invisibile [...] che non la sa nessuno, solo chi è invisibile». Questa entità non ha mai trovato conferme giudiziarie. Tuttavia, le parole di Sebastiano Altomonte, successivamente condannato per associazione mafiosa, rendono plausibile un attuale accostamento tra potere mafioso e ambienti massonici.[119][127]

'Ndrangheta e politica

La collusione tra 'ndrangheta e politica è molto forte e inizia negli anni ottanta con la votazione di politici collusi con le 'ndrine. Sono ormai fatti noti i collegamenti in passato con la destra eversiva, anche se questo non significa uno schieramento politico dell'organizzazione criminale. Ha appoggiato anche la DC, il PSI, il PRI, il PSDI e il PLI ed ebbe rapporti contemporaneamente con diversi partiti. La 'ndrangheta non è né di destra né di sinistra proprio per la sua organizzazione non gerarchica dove alcune 'ndrine possono decidere di appoggiare in un certo momento uno schieramento politico e altre nello stesso tempo l'opposto schieramento, a seconda del ritorno economico[17].

Anni settanta - Relazioni tra 'ndrangheta ed eversione

I fatti di Reggio

Si viene a conoscenza dei rapporti fra 'ndrangheta e destra eversiva in un'inchiesta della procura di Reggio Calabria conclusasi nel 1994. L'inchiesta rivela relazioni tra Junio Valerio Borghese, Stefano Delle Chiaie, i servizi segreti, le logge massoniche e la mafia calabrese. Membri delle 'ndrine sarebbero stati coinvolti nel cosiddetto Golpe Borghese[49]. Un uomo di contatto sarebbe stato Antonio Nirta. Il pentito Giacomo Lauro parla anche di un incontro nell'estate del 1970 tra i capibastone dei De Stefano Paolo e Giorgio e Junio Valerio Borghese. Secondo Vincenzo Vinciguerra la 'ndrangheta per il golpe avrebbe messo in azione 1500 uomini.[128] Riconducibile alla 'ndrangheta e alla Destra eversiva anche l'attentato al treno Freccia del Sud che deragliò il 22 luglio 1970[129].

Alcune fonti imputano alla criminalità organizzata calabrese l'attività di controllo della zona di via Gradoli in Roma[130]. La stessa Lucia Mokbel - che, al momento della perquisizione mancata all'interno 11, era inquilina dell'appartamento frontale all'interno 9 del civico 96 di quella strada[131] - era sia indicata in diverse inchieste giornalistiche come pregressa informatrice del SISDE[132] o della polizia[133], sia la sorella di quel Gennaro Mokbel arrestato trentadue anni dopo nell'operazione Phuncards-Broker per essere l'elemento di congiunzione tra le società di telecomunicazione Fastweb e Telecom Sparkle, che fatturavano in modo falso, e gli interessi di esponenti della 'ndrangheta[134].

Anni ottanta

l'ex parlamentare della Democrazia Cristiana Ludovico Ligato

Negli anni ottanta avvengono una serie di omicidi verso esponenti del PCI e della DC. L'11 giugno 1980, fu assassinato Giuseppe Valarioti, segretario della Sezione del PCI di Rosarno. Aveva solo 30 anni.[135] Dieci giorni dopo, il 21 giugno 1980 fu assassinato Giovanni Losardo, militante comunista, già Sindaco di Cetraro ed - al momento dell'assassinio - Assessore alla pubblica istruzione, Segretario capo presso la Procura della repubblica del Tribunale di Paola.

Nel 1983 poi, a Limbadi avvenne un caso eclatante. La presenza mafiosa in politica era così vasta, che le elezioni vennero vinte dal latitante Francesco Mancuso[136].

Infine nel 1989, fu assassinato Lodovico Ligato, ex parlamentare DC ed ex presidente delle Ferrovie dello Stato.

Anni novanta - Lo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa

Con la legge del 1º maggio 1991 n. 164 (Legge contro le infiltrazioni mafiose negli enti locali) che permette lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose in Calabria vengono sciolti lo stesso anno il comune di Lamezia Terme e di Melito Porto Salvo. Entrambi verranno sciolti nuovamente, il primo nel 2002, il secondo nel 1996. Nel 1995 venne sciolto anche un comune del nord Italia: Bardonecchia. Nonostante la proposta del prefetto Frattasi, il Governo invece nel 2009 sceglie di non sciogliere il consiglio del comune di Fondi.

Dal 2000

Dal 2000 al 2004 sono avvenuti 325 atti intimidatori verso amministratori locali della Calabria.

Nel 2001 a Rosarno la ‘ndrangheta minaccia lo storico Sindaco antimafia Giuseppe Lavorato con una sventagliata di colpi di kalashnikov[137] contro la sede del Municipio e contro la finestra del suo ufficio. Più volte minacciato di morte dalle cosche della 'ndrangheta, il Sindaco Lavorato portò Rosarno ad essere il primo Comune d'Italia a costituirsi parte civile in un processo antimafia (ottenendo risarcimento dei danni patrimoniali, morali e di immagine causati dai mafiosi)[138].

Il 26 marzo del 2003 a Maurizio Carbonera, sindaco di Buccinasco, comune del milanese ad alta densità mafiosa, viene incendiata l'auto e il 27 marzo 2005 gli viene spedita una busta con un proiettile da mitragliatore.

Il 16 ottobre 2005, alle primarie dell'Unione viene assassinato a Locri Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria.

Il 15 agosto 2007 avviene il caso più eclatante degli ultimi anni in fatto di 'ndrangheta che ha avuto grande risonanza nazionale e mediatica come la strage di Duisburg.

Tra il 2007 e il 2008 vengono arrestati i sindaci e i vicesindaci di Seminara, Rosarno e Gioia Tauro[139][140]. Sempre in quest'ultimo anno è stato sciolto anche il comune di Amantea[141].

Il 23 febbraio 2010 in un'inchiesta su una rete di riciclaggio di denaro attuata dai vertici di Telecom Sparkle e Fastweb, sarebbe coinvolto anche il senatore del Popolo delle libertà Nicola Di Girolamo, eletto a Stoccarda, in Germania con schede elettorali false degli Arena[142][143].

Nel 2010 in Calabria sono stati rilevati ben 87 casi di intimidazioni verso amministratori locali, di cui 25 nella provincia di Cosenza, 22 nella provincia di Reggio Calabria e 21 nella provincia di Catanzaro le restanti a Vibo Valentia e Crotone[144].

Oggi

Il 30 novembre 2011 si conclude un filone dell'operazione Infinito in cui viene arrestato il consigliere regionale della Calabria Francesco Morelli insieme ad un avvocato, un medico e un maresciallo della Guardia di Finanza e presunti membri dei Valle-Lampada[145][146].

Il 10 ottobre 2012 viene arrestato, a Milano, insieme ad altre 19 persone, l'assessore regionale della Lombardia Domenico Zambetti[147] del Pdl per voto di scambio politico-mafioso, (ha comprato, a 50€ a voto, 4000 voti dalla 'Ndrangheta per un totale di 200.000€), concorso esterno in associazione di tipo mafioso e corruzione. L'assessore era in rapporti con Giuseppe D'Agostino (criminale) (già arrestato anni prima per le operazioni sull'ortomercato)[148] delle famiglie Morabito-Bruzzaniti-Palamara e con il gestore di negozi Costantino Eugenio dei Mancuso[149],[147]. Tra la merce di scambio del patto politico-mafioso, i due criminali Eugenio Costantino e Alessandro Gugliotta, chiedevano a Domenico Zambetti appalti per l’Expo 2015 a Milano e zona Rho pero esistente (ndrina) Oliverio di belvedere spinello kr. Eugenio Costantino, spiega anche come organizzava cene per campagne elettorali per l’assessore regionale Zambetti, che sono costate ai contibuenti più di quattro milioni di euro[150].

Il voto di scambio

Oltre al caso dell'assessore della Lombardia Domenico Zambetti, ci sono stati altri casi di presunto voto di scambio. Il pentito Roberto Moio ha affermato di aver incontrato molti politici e di aver ricevuto 30 mila euro per appoggiare dei candidati.[151]. In Calabria alcuni politici sono stati sospettati di voto di scambio.[152]

Amministrazioni comunali sciolte per 'ndrangheta

Per mafia sono state sciolte numerose Amministrazioni comunali calabresi. Dal 1991 al 2012 ben 52 consigli comunali: per lo più in provincia di Reggio Calabria (29), ma anche nelle province di Catanzaro (7), Crotone (3), Vibo Valentia (12) e Cosenza (1). Gli scioglimenti hanno avuto luogo in tempi diversi, e per alcune amministrazioni è successo più d'una volta.

Nel novembre 2010, per la prima volta un comune lombardo (Desio, in Brianza) viene commissariato per evitare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose.[153] Nel marzo 2011 Bordighera è il primo comune ligure che viene sciolto per infiltrazioni mafiose della famiglia Pellegrino; e successivamente viene commissariato Ventimiglia per evitarne lo scioglimento.[154][155]. Il 3 febbraio 2012 anche il comune ligure di Ventimiglia viene sciolto per mafia, insieme a quello di Bordighera (Provincia di Imperia) e Leini (Provincia di Torino)[156]. Nel maggio 2012 viene sciolto per 'ndrangheta anche il comune piemontese di Rivarolo Canavese. Il 9 ottobre 2012 viene sciolto per la prima volta in Italia un capoluogo di provincia: Reggio Calabria[157].

Economia

Nasce nell'Ottocento e vive fino alla prima metà del Novecento come mafia agropastorale[173]. La sua evoluzione comincia negli anni cinquanta quando inizia a trafficare in droga a livello internazionale (Siderno Group) e quando negli anni settanta si infiltra negli appalti per l'autostrada Salerno-Reggio Calabria e l'area industriale di Gioia Tauro. I proventi del denaro vengono reinvestiti e riciclati all'estero[173].

Nel 2004 la 'ndrangheta si stima abbia guadagnato solo dal traffico di droga 22 miliardi e 340 milioni di euro (circa 44 000 miliardi di lire) che risulta essere quindi l'affare più redditizio[174] Ottiene il primato anche per il traffico delle armi con 2 miliardi e 353 milioni di euro (il guadagno delle altre organizzazioni mafiose si aggira attorno agli 800 milioni di euro)[174]. 4 100 milioni di euro il giro d'affari nell'usura, 4 600 milioni di euro per il traffico di armi e la prostituzione[174]. Questa è solo una parte dei guadagni. Secondo dati Eurispes la 'ndrangheta nel 2004 ha avuto un giro d'affari stimato di 36 miliardi di euro[174]. Secondo Donato Masciandaro, docente di economia alla Bocconi la cifra sarebbe invece di ben 55 miliardi di euro (pari al 5% del PIL italiano) poiché andrebbero aggiunti anche i guadagni dal riciclaggio di denaro sporco.[175]

Nel 2007, il rapporto Svimez, basato su stime Confesercenti, dice che in Calabria circa 150.000 società pagano il pizzo, la metà della totalità delle imprese presenti[176].

Nel 2008 l'ultimo rapporto dell'Eurispes rivela un giro d'affari di 44 miliardi di euro approssimato per difetto. Pari al 2.9% del PIL italiano. Il 62% degli introiti viene dal traffico di droga.[177][178]

Ecco la tabella dell'Eurispes divisa per attività

Attività illecite Valore
Traffico di droga 27,240 miliardi €
Imprese e appalti pubblici 5,733 miliardi €
estorsione e usura 5,017 miliardi €
Traffico di armi 2,938 miliardi €
Prostituzione 2,867 miliardi €
Totale 43,795 miliardi €

Secondo l'Agenzia del Demanio dal 1986 al 2006 in Calabria vi sono 1093 immobili (di cui 800 nella provincia di Reggio Calabria) confiscati alla 'ndrangheta, di cui 562 abitazioni, 363 terreni, 122 locali, 18 capannoni e altri 28 beni immobili[179].

Questi guadagni rendono la 'ndrangheta una delle mafie più ricche del mondo. Il successo di questa organizzazione può essere spiegato solo con un'abile politica di riciclaggio del denaro sporco (inizialmente fornito dai sequestri di persona) e con un reinvestimento nel campo della droga che ha portato questa mafia a superare economicamente le altre: Cosa nostra, Sacra Corona Unita e Stidda. L'argomento è di pericolosa trattazione in Italia dato il collegamento con forze politiche di entrambe le coalizioni. Al momento, migliaia di italiani rischiano la vita nel cercare di combatterla.

Interessi economici

L'attività principale è il traffico di droga, dal quale raccoglie i maggiori proventi, di cui, la cocaina è il settore più importante. In Calabria l'estorsione nei confronti delle società è asfissiante[101], ma anche nel nord Italia si è notato un aumento dell'attività estorsiva. Le infiltrazioni in appalti e sub-appalti cominciano negli anni settanta in Calabria[180] e continuano al giorno d'oggi anche nel Nord Italia (Autostrada A4, autostrada Milano-Torino[181], Treni ad Alta Velocità[181] ma anche la progressiva monopolizzazione del settore edile e movimentazione terra[182]); il territorio calabrese subisce poi l'appropriazione indebita di finanziamenti statali e dell'Unione Europea[183][184]. Il riciclaggio di denaro attraverso banche, l'acquisizione di immobili e società è stata una delle principali attività degli ultimi 15 anni in Italia e all'estero. Alcune operazioni delle forze dell'ordine testimoniano la loro presenza nel settore dei locali notturni in Italia settentrionale[181].

In misura minore sono coinvolti nel traffico di armi e il controllo della prostituzione. Alcune ndrine sono dedite alla contraffazione di denaro (in Germania il locale di Corigliano). In Sud Africa è stato rilevato un traffico di Diamanti e sempre nel continente africano anche scambio di armi per coltan. Dagli anni settanta agli anni novanta furono particolarmente attivi nei sequestri di persone in territorio italiano. Negli anni ottanta e novanta sarebbero stati coinvolti[185] nello smaltimento di rifiuti tossici (nell'operazione Export del luglio 2007 vengono sequestrati 135 container di rifiuti diretti in Cina, India, Russia e Nord Africa[186]) e radioattivi per mezzo di affondamento di navi nel mediterraneo e in Africa Orientale.

Faide

«Le faide sono incubatrici di violenza e riesplodono quando meno te lo aspetti.»

Nel corso della sua storia, la 'ndrangheta ha visto l'esplodere di varie guerre tra clan, alcune di queste caratterizzate da episodi di estrema violenza; non tutte le guerre hanno visto come luogo di scontro la sola regione Calabria ma talvolta, soprattutto a causa della vasta diffusione della 'ndrangheta, si sono verificate violenze in altre regioni italiane e anche all'estero. Qui sotto c'è un elenco in ordine cronologico delle principali faide.

  • Faida di Sinopoli: nasce nel 1945 con l'omicidio di Giuseppe Filleti tra gli Alvaro-Violi-Macrì e i Filleti-De Angelis-Orfeo, ma bisogna attendere il 1964 per attendere un nuovo morto: Antonio De Angelis e la faida continuerà fino alla morte di Giovanni Orfeo il 5 settembre 1978[187].
  • Faida di Rosarno: inizia nel 1949 con l'omicidio di Giuseppe Scriva per mano di Salvatore Cunsolo; la faida si concluderà senza vincitor nè vinti.
  • Faida di Cittanova: originatasi probabilmente nel 1964 quando venne ucciso un parente della 'ndrina dei Facchineri i quali risposero uccidendo un membro degli Albanese. La faida continuò fino al 1980 e vide la sconfitta dei Facchineri ad opera degli Albanese-Raso-Gullace, si contarono, alla fine, 32 omicidi.
  • Faida di Ciminà: a partire dal 4 giugno 1966 con l'omicidio di Francesco Barillaro, capobastone di Ciminà, scoppia la cosiddetta faida di Ciminà in cui vengono coinvolti anche i Varacalli. Una faida con molti morti che arrivò anche a Torino il 14 novembre 1981 con l'omicidio di Rocco Zucco[188].
  • Faida di Locri: ebbe inizio nel 1967 a causa dell'omicidio di Domenico Cordì compiuto per punire uno sgarro verso Antonio Macrì. Da allora le cosche Cataldo e Macrì si sono combattute a più riprese fino agli arresti compiuti nel 1999 che hanno, sembra, calmato la situazione.
  • Faida di Seminara: scoppiò il 17 settembre 1971 tra i Pellegrino e i Gioffrè.
  • Faida di Crotone: scoppia nel 1973 tra la famiglia di Luigi Vrenna detto U Zirru e i Feudale
  • Prima guerra di 'Ndrangheta: scoppiata nel 1974, ebbe l'aspetto di un vero e proprio scontro tra la vecchia generazioni di ndranghetisti e le nuove leve desiderose di mutare attività criminali; provocò circa 300 morti.
  • Faida di Palmi: scoppiata nel 1977 tra i Condello e i Gallico e durata più di un ventennio
  • Faida dei boschi: scoppiata il 22 ottobre 1977 nella zona ionica a cavallo tra le province di Reggio Calabria e Catanzaro ebbe termine negli anni novanta.
  • Guerra di Cosenza: scontro di grandi dimensioni e di lunga durata che vide protagoniste molte cosche della provincia di Cosenza. Scoppiò nel 1977 ed ebbe termine alla fine degli anni ottanta dopo decine di morti.
  • Faida di Motticella: esplode in seno alla famiglia Mollica-Morabito-Palamara-Scriva nel 1985, si conclude nel 1990 per riprende nel 2005 fino al 2007.
  • Seconda guerra di 'Ndrangheta: combattuta tra il 1985 e il 1991, nacque nella città di Reggio Calabria, provocò più di 500 morti.
  • Faida di Siderno: combattuta a partire dal 1987 quando la 'ndrina dei Costa volle rendersi autonoma dalla potente 'ndrina dei Commisso. Ebbe termine nei primi anni novanta dopo più di 50 morti e vide un forte ridimensionamento dei Costa, sconfitti dai Commisso che ebbero l'aiuto di altre cosche reggine come i Molè e i Piromalli. Durante la faida un uomo dei Costa venne ucciso a Toronto e un Carabiniere assoldato come killer dai Costa venne ritrovato bruciato e decapitato in un'auto.
  • Seconda Faida di Cittanova: emerge dal 1987 e termina nel 1991 con la vittoria dei Facchineri sui Raso-Albanese-Gullace.
  • Faida di Taurianova: scoppiata nel 1989 e terminata nel 1991 dopo 32 omicidi, ha visto scontrarsi la 'ndrina dei Neri con le altre 'ndrine di Taurianova. Fece particolarmente scalpore l'omicidio di Giuseppe Grimaldi la cui testa venne tagliata e usata come bersaglio, l'episodio si svolse di fronte a diversi testimoni.
  • Faida di Laureana di Borrello: scaturisce all'inizio degli anni novanta tra le due fazioni Albanese-Cutellè-Tassone e i Chindamo-Lamari-D'Agostino e si risolve con una pace voluta dai Pesce-Piromalli e Bellocco per l'inconcludenza del conflitto[189][190].
  • Faida di Sant'Ilario: A Sant'Ilario dello Ionio il 15 agosto 1990 viene ucciso Emanuele Quattrone (mandato dai De Stefano per proteggerlo dalla faida con gli Imerti) e secondo l'operazione Primaluce si apre una nuova faida con i Belcastro-Romeo che vogliono distaccarsi dai D'Agostino,[191][192].
  • Faida di Oppido Mamertina: esplode nel 1990 tra i Ferraro-Gugliotta e gli Zumbo
  • Faida di San Luca: scoppiata nel 1991, ha visto contrapposte le 'ndrine dei Nirta-Strangio e quelle dei Pelle-Vottari. La guerra ha determinato la famosa Strage di Duisburg con l'omicidio di 6 persone e vasto eco internazionale. La faida è attualmente pacificata ma si teme un suo ripresentarsi.
  • Faida di Cutro: combattuta tra la fine degli anni novanta e i primi del 2000 ha visto scontrarsi i Dragone(ndrina Oliverio) e Arena contro i Nicoscia e Grande Aracri. La guerra fece diversi morti anche nella zona di Reggio Emilia dove i clan cutresi si sono insediati da diverso tempo. Scalpore, per le modalità, fece l'omicidio del boss Carmine Arena, ucciso con un colpo di bazooka.
  • Faida di Cassano allo Ionio: scontro nato alla fine degli anni novanta e ancora in corso, vede contrapposte la 'ndrina dei Forastefano e i rom di Lauropoli per l'egemonia nella zona di Sibari.
  • Faida di Lamezia Terme: prese il via all'inizio degli anni 2000 e si protrae ancora oggi, cosche protagoniste sono i Torcasio-Cerra da una parte e i Iannazzo-Giampà dall'altra, la Faida ha comportato numerose perdite tra i Torcasio che infatti vengono considerati il clan perdente.
  • Seconda faida dei boschi: scoppiata nel 2009 e ancora in corso, clan in guerra: Vallelunga, Novella, Sia, Tripodi, Procopio, Lentini contro Gallace, Ruga, Metastasio.

Musica

Sulla 'ndrangheta a partire dagli anni settanta sono state prodotte cassette e dischi musicali dove vengono cantati fatti e storie dell'onorata società, riti, modo di comportarsi e modo di pensare; i loro "valori".

La trilogia dal titolo La musica della mafia[193] è formata dai seguenti album:

  • La musica della mafia. Il canto di malavita
  • La musica della mafia volume II. Omertà, onuri e sangu
  • La musica della mafia volume III. Le canzoni dell'onorata società.

Inoltre prodotti dall'Elca Sound[194] il ciclo 'ndrangheta:

  • Ndrangheta. Canti e storie. "Cu è orbu, surdu e taci, campa cent'anni in paci"
  • Ndrangheta II. A storia cuntinua... "A mamma cumanda e u picciottu va e fa..."[195]
  • Ndrangheta III. Osso mastrosso carcagnosso.
  • Ndrangheta IV. Calabria organetto tarantella.

e Il canto di malavita calabrese di Fred Scotti[196].

Sono state anche ritrovate canzoni masterizzate artigianalmente che descrivevano i fatti del summit di Montalto presieduto da Giuseppe Zappia dove furono arrestati molti 'ndranghetisti, e una canzone di quando fu arrestato Gregorio Bellocco. Enzo Ciconte afferma che «I proverbi, i racconti, le canzoni, le poesie costituiscono una sorta di corpus giuridico che dettava norme e regole di comportamento».[197]

Dopo il 16 febbraio 2005 con l'arresto del capobastone Gregorio Bellocco è stata incisa una canzone da ignoti, forse da Giuseppe Bellocco, allora latitante, proprio dedicata al cugino arrestato. La ballata si trova nel disco Pensieri di un latitante.[198]

La 'ndrangheta nei mass media

Letteratura

Lo stesso argomento in dettaglio: La 'Ndrangheta nella letteratura.

Cinema

Televisione

Teatro

  • Padroni delle nostre vite - tratto dalla storia di Pino e Marisa Masciari, Sciaraprogetti con Ture Magro (Auditorium di via Valvassori Peroni 56, Milano, 19-20 ottobre ore 21, 20 ottobre ore 19 2012)

Note

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  130. ^ Il deputato democristiano Benito Cazora, nei suoi contatti avuti con esponenti del 'ndrangheta e della malavita calabrese nel tentativo di trovare la prigione di Moro, era stato avvertito che la zona di via Gradoli era una "zona calda": egli avrebbe "girato" questo avvertimento che - in aggiunta alla segnalazione proveniente dalla famosa "seduta spiritica" cui avrebbe preso parte Romano Prodi - era stato comunicato sia ai vertici della Democrazia Cristiana sia agli organi di polizia; cfr. (Covo di via Gradoli un affare riservato) Intervista a Benito Cazora, del mensile Area, giugno 97, pag. 34-36, riportata dal sito vuotoaperdere.org
  131. ^ Il maresciallo Domenico Merola, (del commissariato di polizia Flaminio Nuovo) dichiarò che - durante la perquisizione allo stabile condotta da lui con quattro agenti il 18 marzo 1978 - non dispose l'accesso coercitivo all'interno 11 (al cui campanello non rispondeva nessuno) perché "una signora che abitava sullo stesso piano ci disse che lì viveva una persona distinta, forse un rappresentante, che usciva la mattina e tornava la sera tardi": cfr. Atti giudiziari. Processo Moro/Fascicolo 7 p. 289, riportato negli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l'assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia (VIII leg. Doc. XXIII, vol. XLIII, 1ª Corte d'Assise di Roma: processo Moro. Processo Moro e Moro bis; vi è contenuto anche il dibattito su istanze presentate da avvocati di parte civile: p. 234, s.d.). La relazione di servizio sui controlli effettuati il 18 marzo fu prodotta nell'udienza del 23 settembre 1982 - al primo processo Moro - dal sottufficiale Merola (che l'avrebbe a suo dire consegnata a suo tempo al dirigente del commissariato Guido Costa, ma del documento non c'era traccia, fino ad allora, ne' agli atti del processo, né alla commissione Moro): essa recava l'intestazione ”Polizia di Stato”, una denominazione che nel 1978 non esisteva ancora e che fu introdotta solo dalla legge del 1981. Merola raccontò che l'ordine di perquisire i miniappartamenti della zona era nato la sera del 17 marzo, ma "non mi fu dato l'ordine di perquisire le case. Era solo un'operazione di controllo durante la quale furono identificati numerosi inquilini, mentre molti appartamenti furono trovati al momento senza abitanti e quindi, non avendo l'autorizzazione di forzare le porte, li lasciammo stare, limitandoci a chiedere informazioni ai vicini. L'interno 11 fu uno degli appartamenti in cui non trovammo alcuno. Una signora, che abitava sullo stesso piano, ci disse che lì viveva una persona distinta, forse un rappresentante, che usciva la mattina e tornava la sera tardi”. Lucia Mokbel al primo processo Moro (cfr. gli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta, che riportano anche - VIII leg. Doc. XXIII, 5, vol. 124, pp. 87-92 - copia del verbale delle testimonianze di Lucia Mokbel e del suo convicente Gianni Diana del 18 aprile 1978 p. 87, s.d., e l'esame di Lucia Mokbel del 23 novembre 1979 p. 694, s.d..) dichiarò che era la signora in questione e che aveva però consegnato ai poliziotti un bigliettino, da lei indirizzato al commissario Elio Cioppa, in cui faceva sapere di aver sentito alle tre di notte il ticchettio di una trasmissione in Morse che proveniva dall'appartamento adiacente, il covo delle Br. Lucia Mokbel fu chiamata a testimoniare il 23 settembre 1982 al primo processo Moro. Al presidente Santiapichi la donna spiegò che in quel tempo abitava in via Gradoli presso un amico e che, verso le 2,30 di notte, percepì attraverso i muri un ticchettio simile a quello dell'alfabeto Morse. Alla domanda di Santiapichi sul perché avesse pensato proprio all'alfabeto Morse la Mokbel rispose: ”perché avevo un amico ex ufficiale di marina che ogni tanto mi aveva fatto sentire questi segnali trasmessi di notte da un canale della Rai”. ”La mattina dopo verso le 9 – aggiunge la Mokbel – si presentarono a casa alcuni poliziotti in borghese ci chiesero i documenti, ci fecero qualche domanda, io parlai dell'episodio notturno. Dissi loro che in questura conoscevo il commissario Elio Cioppa; loro mi consigliarono di scrivergli un biglietto. Cosa che feci sul momento, consegnando l'appunto con il racconto della mia disavventura notturna ad una delle guardie affinché lo facesse pervenire al funzionario. Un paio di mesi più tardi, dopo la scoperta del covo, incontrai il dott. Cioppa in un ristorante; gli chiesi se avesse ricevuto il mio messaggio; mi rispose di non averlo mai avuto”. Tratto da Davide Zedda , Il caso Moro. La teoria cospirativa e i suoi fondamenti, La riflessione ed. . In effetti, quel biglietto - se mai esistito - non è mai stato ritrovato.
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  133. ^ Sergio Flamigni, Il covo di Stato, Kaos Edizioni; anche il convivente Diana era impiegato da un commercialista amministratore di immobili in cui figuravano società di copertura dei servizi segreti (così Sergio Flamigni. I segreti di Via Gradoli e la morte di Moro), tra cui alcuni intestatari di appartamenti in via Gradoli: si spiega quindi che l'appartamento dell'interno 11 fosse già stato segnalato e tenuto sotto controllo dall'UCIGOS da diversi anni, in quanto frequentato precedentemente anche da esponenti di Potere operaio e Autonomia Operaia
  134. ^ Padre egiziano e madre napoletana, Gennaro Mokbel, cresce a Roma nel quartiere semiperiferico del Nomentano: Chi è Gennaro Mokbel, fulcro dell'indagine, Il Sole 24 ore, 23 febbraio 2010. È figlio di un ufficiale della marina del Cairo, il quale, dopo aver preso parte a un fallito putsch militare in Egitto nei primi anni settanta, era riparato in Italia insieme ad altri ufficiali e alle loro famiglie: cfr. Sergio Flamigni, Il covo di Stato, Kaos Edizioni. Benché il cognome sia di origine libano-kuwaitina, nessuna parentela è provata nei confronti del capocosca australiano Tony Mokbel, che pure si valse di una copertura della 'ndrangheta per far perdere le sue tracce simulando la morte, durante la latitanza finita ad Atene nel 2007: cfr. (Dimitros "Jimmy" Samsonidis, Maxfractal ).
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Bibliografia

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