Rocco Micaletto

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La foto di Rocco Micaletto dopo il suo arresto il 20 febbraio 1980

Rocco Micaletto (Taviano, 12 agosto 1946) è un terrorista e brigatista italiano. Militante dell'organizzazione dai primi anni settanta, entrò in clandestinità nel 1974 assumendo un ruolo sempre più importante come membro del Comitato Esecutivo e dirigente delle colonne di Torino e Genova. Venne arrestato il 20 febbraio 1980 a Torino insieme a Patrizio Peci.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La giovinezza e i primi approcci nel brigatismo[modifica | modifica wikitesto]

Micaletto si trasferì in giovane età nel torinese, dove trovò lavoro alla Fiat nello stabilimento di Rivalta e fu li che presto venne a capo come rappresentante sindacale della CISL, nella quale però durò poco e nel 1973 venne a sua volta espulso per incapacità e mancata serietà verso l'organizzazione e i suoi aderenti, ma già verso il 1970 gli investigatori ritennero che Micaletto facesse parte o fosse affacciato al mondo del brigatismo dell'epoca.

Attività politico-militare[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un periodo di militanza iniziale a Milano, dopo essere entrato in clandestinità si trasferì a Genova nel 1976 dove ebbe parte fondamentale nella costituzione della colonna brigatista genovese che divenne ben presto una delle più temute ed efficienti dell'organizzazione. Nel 1977 si trasferì a Torino e assunse la direzione dell'attività terroristica delle Brigate Rosse nel capoluogo piemontese. Della stessa colonna, particolarmente attiva negli anni 1977-1979, fecero parte Lorenzo Betassa, Raffaele Fiore, Patrizio Peci, Piero Panciarelli, Nadia Ponti, Angela Vai, Vincenzo Acella.[1]

Micaletto diresse il nucleo armato brigatista che assassinò l'avvocato Fulvio Croce, Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Torino e nominato difensore d'ufficio nel processo del 1976 ai capi storici delle B.R.; fu lui che sparò personalmente alla vittima, mentre Angela Vai e Lorenzo Betassa agirono in copertura, mentre Raffaele Fiore rimase nell'auto per la fuga. Nel 1978 era uno dei quattro componenti del Comitato esecutivo delle Br che progettò e diresse militarmente e politicamente il sequestro Moro. Il 20 febbraio 1980 fu arrestato a Torino, assieme a Patrizio Peci.

Dopo il carcere[modifica | modifica wikitesto]

Tornato in libertà nel 2004, dopo aver scontato 24 anni di carcere di una condanna a tre ergastoli, le cui condanne sono definitive, è stato in seguito sottoposto per 5 anni alla libertà vigilata, la quale comporta prescrizioni di polizia, il sostegno e l'assistenza dei servizi sociali.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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