Noto servizio

Noto servizio (detto anche anello), è stata un'organizzazione segreta italiana composta da soggetti pubblici e privati, creata verso la fine della seconda guerra mondiale e attiva, con varie trasformazioni, fino agli inizi degli anni 1990.[2][3] Si trattò di una sorta di servizio segreto clandestino e parallelo, che fungeva da elemento di congiunzione tra gerarchie politiche e civili e gerarchie militari unite nella lotta al comunismo.[4][5][6]
Avrebbero fatto parte di tale organizzazione l'investigatore privato Tommaso Ponzi, l'estremista di destra Gianni Nardi, il deputato Massimo De Carolis e il giornalista e senatore dell'MSI Giorgio Pisanò[7].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Tale organizzazione sarebbe stata creata creata dal generale Mario Roatta tra il 1943 ed il 1944 con funzione di anticomunismo[8] dopo la fuga di questi a Brindisi, a seguito della firma dell'armistizio di Cassibile, asseme a Vittorio Emanuele III,[9] l'ufficiale riuscì a coinvolgere alcuni suoi vecchi sottoposti a seguirlo nella formazione del primo nucleo di questa nuova organizzazione, che in seguito nel 1945 lo aiutò ad evadere dall'ospedale militare in cui era detenuto e a fuggire in Spagna.[9] Dopo la fine della seconda guerra mondiale in Europa, la struttura passò direttamente nelle mani degli Alleati e a dirigerla fu incaricato l'ufficiale di origine polacca Solomon Hotimsky, nome in codice "Otimsky", dell’armata del generale Władysław Anders[6].
La scoperta dell'esistenza di questa struttura segreta, avvenne nella seconda metà degli anni 1990 (tra il 1996 ed il 1998)[10][11] grazie al lavoro dello storico e saggista Aldo Giannuli che, per conto del giudice milanese Guido Salvini e della Procura della Repubblica di Brescia, nell'ambito delle sue indagini sul terrorismo nero e sulle stragi di Piazza Fontana e Piazza della Loggia. In particolare vennero ritrovati circa 250 faldoni in un archivio dell'Ufficio Affari Riservati del Ministero dell'Interno abbandonato sulla via Appia Nuova, a Roma. Nel novembre del 2000, poi, la procura inviò tutti gli atti alla Commissione parlamentare sulle stragi e divennero di dominio pubblico.[12][13]
Dall'inchiesta giudiziaria emerse che la stessa veniva utilizzata essenzialmente per operazioni di condizionamento politico anticomunista nonché in azioni che miravano ad avversare elementi e partiti della sinistra: formazione di dossier su fatti e personalità, campagne di disinformazione ed interventi diretti in molti scandali economici e criminali della Repubblica quali rapimenti ed eliminazione degli avversari attraverso la simulazione di incidenti stradali, come nel caso di Eugenio Dugoni, sindaco socialista di Mantova, e Bruno Di Pol, segretario della Camera del Lavoro di Milano[7][14].
Secondo gli inquirenti, l’"Anello" ebbe un ruolo in molte vicende oscure nell'Italia a partire dal secondo dopoguerra, durante gli anni di piombo e sino alla fine della guerra fredda. Dalla strage di piazza Fontana al caso Moro, al sequestro di Ciro Cirillo, l'assessore campano della DC rapito dalle Brigate Rosse nel 1981, ai traffici di armi e di petrolio e anche nella vicenda della fuga dell'Obersturmbannführer Herbert Kappler, responsabile dell'eccidio delle Fosse Ardeatine e fatto fuggire dall'ospedale militare del Celio nel 1977. Nel 1978, pochi giorni dopo il rapimento di Aldo Moro, tramite l'intervento dell'Anello, sarebbe stato individuato il covo terrorista di via Gradoli, a Roma.[12][15]
Organizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Secondo gli atti scoperti, nel 1972 tale struttura avrebbe potuto contare su una rete di 164 uomini,[16] alla cui direzione ci sarebbe stato Adalberto Titta, un aviatore della Repubblica di Salò e di professione geometra, ritenuto morto per infarto nel 1981.[17] L’entità ebbe due gruppi, uno più numeroso composto da una cinquantina di elementi nel nord Italia e uno più piccolo nella zona di Roma. I due gruppi avrebbero avuto una certa autonomia l’uno dall’altro, pur essendo entrambi coordinati da Titta.[3]
Potendo contare su una base operativa molto ristretta, il servizio era solito rivolgersi agli ambienti dell'eversione di destra e della malavita organizzata per reclutare manovalanza per le varie operazioni e facente comunque sempre capo ai vertici del SID[18] ed, informalmente, alle dipendenze della Presidenza del Consiglio.[9]
L'organizzazione disponeva inoltre di un aereo e di un elicottero in un campo d'aviazione oltre il confine svizzero e di numerose armi e munizioni occultate presso una caserma dell' Arma dei Carabinieri in via Moscova a Milano.[5][6]
Testimonianze
[modifica | modifica wikitesto]Il ruolo di Andreotti
[modifica | modifica wikitesto]Secondo alcuni testimoni, a partire dal 1964, politicamente l'Anello faceva riferimento direttamente alla figura di Giulio Andreotti.[19] Durante gli interrogatori condotti dalla Procura di Brescia, Michele Ristuccia, uno degli aderenti alla struttura, dichiarò che l’Anello «dipendeva direttamente dalla presidenza del Consiglio. La sua gestione è stata monopolio democristiano, tranne che nell'ultimo periodo, nel quale suppongo che anche il Psi sapesse, in quanto mi risulta che avesse fatto alcune richieste». I componenti della struttura segreta, sempre secondo il supertestimone, avevano in dotazione «un tesserino sulla base del quale era dovuta a loro cooperazione e immunità da responsabilità penali in cui avrebbero potuto incorrere per motivi di servizio. Preciso che non so se tutti i membri dell'Anello avessero questo tesserino, ma Titta certamente lo aveva e io l'ho potuto personalmente vedere, ricordo che aveva l'intestazione della presidenza del Consiglio dei ministri».[12]
Le dichiarazioni di Licio Gelli
[modifica | modifica wikitesto]Licio Gelli, ex maestro venerabile della loggia massonica P2, i un'intervista rilasciata il 15 febbraio 2011, a Raffaella Fanelli e Mauro Consilvio e pubblicata dal settimanale Oggi, confermò il ruolo di Andreotti dichiarando che: "io (Gelli, ndr) avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l'Anello".[20]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Licio Gelli: “Berlusconi un debole, Andreotti a capo dell’Anello e Fini è senza carattere”, Oggi Archiviato il 20 giugno 2013 in Internet Archive.
- ^ Caprara, 2011, p. 414.
- ^ a b Matteo Lunardini, “Il Noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro”: Aldo Giannuli riscrive la 'mala Italia', su Il Fatto Quotidiano, 9 novembre 2011.
- ^ Stefania Limiti, L'anello della Repubblica, Chiarelettere, 2009.
- ^ a b Aldo Giannuli, Il Noto Servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro, Marco Tropea Editore, 2011.
- ^ a b c Aldo Giannuli, Il noto servizio. Le spie di Giulio Andreotti, Castelvecchi, 2013.
- ^ a b Sid parallelo, contro il Pci anche mafia e contrabbando - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 19 marzo 2023.
- ^ Paola Poluzzi, Il generale Roatta, su raccontidilibri.it, 21 gennaio 2020.
- ^ a b c Di Giovacchino, 2005, p. 93.
- ^ Anello: il servizio segreto clandestino dell'Italia., su ogigia.altervista.org, 14 marzo 2021.
- ^ Renzo Paternoster, LA BRIGATA DELL’ANELLO DELLA REPUBBLICA: “IMPRESA” PER LAVORI SPORCHI, su storiain.net, 1° maggio 2016.
- ^ a b c Paolo Cucchiarelli, Dissero: Cercate in via Gradoli Risposero: Moro non ci serve vivo, su Diario, 23 maggio 2003.
- ^ Scoperto il Sid parallelo la rete occulta delle stragi - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 19 marzo 2023.
- ^ Il signore dell'Anello e quelle trame oscure - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 20 marzo 2023.
- ^ La seduta spiritica e l'individuazione del covo BR., su ilpost.it.
- ^ Di Giovacchino, 2005, p. 92.
- ^ Adalberto Titta, la spia senza volto, su ilGiornale.it, 17 maggio 2022. URL consultato il 21 marzo 2023.
- ^ Giacomo Pacini, Il cuore occulto del potere: storia dell'Ufficio affari riservati del Viminale, 1919-1984, Nutrimenti, 2010, p. pp.156.
- ^ Caprara, 2011, p. 413.
- ^ Gelli: «Berlusconi? Un debole. E Fini è un uomo senza carattere», in Corriere della Sera, 15 febbraio 2011.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Rita Di Giovacchino, Il libro nero della Prima Repubblica, Fazi, 2005.
- Mario Caprara e Gianluca Semprini, Neri! La storia mai raccontata della destra radicale, eversiva e terrorista, Newton Compton, 2011.
- Stefania Limiti. L'Anello della Repubblica. La scoperta di un nuovo servizio segreto. Dal Fascismo alle Brigate Rosse. Chiarelettere, 2009. ISBN 9788861900684.
- Aldo Giannuli, Il Noto Servizio, Giulio Andreotti ed il caso Moro, Marco Tropea Editore, 2011.
- Aldo Giannuli, Il Noto Servizio. Le spie di Giulio Andreotti, Roma, Castelvecchi, 2013 [2011, Tropea Editore], ISBN 978-8868260842.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Anni di piombo
- Anticomunismo
- Caso Moro
- Ciro Cirillo
- Eccidio delle Fosse Ardeatine
- Giulio Andreotti
- Guerra fredda
- Licio Gelli
- Mario Roatta
- Servizio Informazioni Difesa
- Storia dei servizi segreti italiani
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (PDF) Perizia effettuata dal professor Aldo Giannuli sul servizio segreto parallelo "Anello" dal sito osservatoriodemocratico.org
- Strage, luci accese sui servizi e spunta il misterioso Anello, su osservatoriodemocratico.org (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2013).
- Notizia ANSA che collega il Noto servizio al rapimento di Aldo Moro, su ansa.it.
- Gladio, i gladiatori, mafia e terrorismo, su rifondazione-cinecitta.org. URL consultato il 16 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2008).
- Servizi di stato in piazza. A Brescia, su web.tiscali.it.
- RAInews24: Il Vaticano era pronto a pagare il riscatto per Moro, su rainews24.rai.it. URL consultato il 16 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2009).
- Il pozzo nero della Repubblica - Aldo Giannuli ricostruisce l'attività di una struttura segreta che operò fino agli anni 80. Trame, bombe, depistaggi all'ombra del «Noto servizio» Corriere della Sera
- "Io avevo la P2 Andreotti l'Anello"Intervista a Licio Gelli su OGGI del 23/02/2011, su oggi.it.