Cosoleto
Cosoleto comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Commissione Straordinaria (comune sciolto per infiltrazioni mafiose in base all’art. 143 comma 13 del Tuel) |
Territorio | |
Coordinate | 38°16′N 15°56′E / 38.266667°N 15.933333°E |
Altitudine | 440 m s.l.m. |
Superficie | 34,37 km² |
Abitanti | 795[1] (31-10-2021) |
Densità | 23,13 ab./km² |
Frazioni | Acquaro, Sitizano |
Comuni confinanti | Africo, Delianuova, Oppido Mamertina, Roghudi, Samo, San Luca, San Procopio, Santa Cristina d'Aspromonte, Scido, Sinopoli |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 89050 |
Prefisso | 0966 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 080030 |
Cod. catastale | D089 |
Targa | RC |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Nome abitanti | cosoletani |
Patrono | san Sebastiano Martire |
Giorno festivo | 20 gennaio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Cosoleto (Cosolìtu in calabrese[3]) è un comune italiano di 795 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria in Calabria.
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
È situato nella fascia di colline pre-aspromontane che coronano la piana di Gioia Tauro, sul cui paesaggio si affaccia. La sua economia è prevalentemente agricola, basata sulla coltura dell'ulivo (varietà Sinopolese e Ottobratica, i cui boschi secolari di alte piante (spesso superano i 20 metri) ricoprono le pendici collinari e caratterizzano il paesaggio del territorio.
Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Cosoleto, detto anche "Cosolitu"o "Cosalitu", fu dato in feudo nel 1467 da Ferrante I alla famiglia Clever, poi confluita nella famiglia dei baroni Spinelli. Nel 1566 il feudo fu venduto dagli Spinelli alla famiglia dei principi Ruffo, che lo mantennero fino al 1639, anno in cui fu venduto alla famiglia dei Francoperta[4]. Nel 1703, con la morte del principe Giuseppe, si estinse la linea maschile dei feudatari Francoperta[5]. Il feudo passò sotto la famiglia dei Tranfo.
La storia di Sitizano fu invece legata da tempi innemorabili, in qualità di casale, a quella di Santa Cristina, feudo prima della Conti Ruffo di Sinopoli e successivamente, dal 1495, dei Conti Spinelli. Se ne staccò nel periodo 1666 - 1670, anche se gli Spinelli pervennero a venderlo come feudo alla famiglia Taccone solo nel 1648, a seguito del quale la famiglia Taccone assunse il titolo di Marchesi di Sitizano.[6]
L'intero territorio fu molto condizionato dalla dominazione bizantina e, fino alla fine del XVI secolo, era di lingua e cultura greca e professava il rito bizantino.[7]
Nel 1783 un terremoto catastrofico rase al suolo Cosoleto, assieme a molti alti centri della fascia tirrenica[8]. Il terremoto distrusse il vecchio castello e il Monastero, fondato da padre Beneventura, cui era annessa la chiesa di San Nicolò. I cittadini, sostenuti dai Principi Tranfo, lo ricostruirono in un luogo sicuro e riparato, appunto su una collina. Divenne comune nel 1806.[9]
Nel primo, ma soprattutto a partire dal secondo dopoguerra ha subito un forte flusso migratorio della sua popolazione, con un forte declino del numero di abitanti.
Simboli[modifica | modifica wikitesto]
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del del 20 novembre 2000.
«D'oro, alla effige della Beata Vergine Maria, Madonna delle Grazie, in maestà, assisa su scranno non visibile, il viso, il collo, il seno sinistro, le mani, i piedi di carnagione, capelluta di nero, aureolata di rosso, i capelli ornati di un breve velo di argento, vestita con lunga tunica di rosso, ammantata di azzurro, tenente con la mano sinistra il Divin Figlio, di carnagione, capelluto di nero, aureolato di rosso, il viso in maestà, il corpo volto verso la Madre, essa effigie dell'amore materno per cui la Madonna della Grazie si appresta a nutrire il Divin Figlio. Ornamenti esteriori da Comune.[10]» |
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]
- Nuova chiesa di Santa Maria delle Grazie;
- Vecchia chiesa di Santa Maria delle Grazie;
- Santuario di San Rocco, nella frazione di Acquaro;
- Chiesa di Santa Domenica, nella frazione di Sitizano.
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti[11]

Religione[modifica | modifica wikitesto]
La religione più diffusa è quella cattolica di rito romano. Il comune fa parte della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi e del vicariato di Palmi. Il territorio comunale è attualmente suddiviso in due parrocchie, quella intitolata a Santa Domenica (a Sitizano)[12] e quella dedicata a Santa Maria delle Grazie.[13]
Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]
Sono numerose le tradizioni di Cosoleto, soprattutto legate a festeggiamenti religiosi. La più importante di esse è la festa di San Rocco, celebrata il 16 agosto nella frazione di Acquaro, con solenne processione della statua del santo per le vie del paese, meta di pellegrinaggi di fedeli provenienti da tutta la piana.
Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]
Frazioni[modifica | modifica wikitesto]
Le frazioni di Cosoleto sono:
- Acquaro, che ospita un importante Santuario dedicato a San Rocco, risalente al 1500;
- Sitizano, sede patrizia dei marchesi Taccone.
Economia[modifica | modifica wikitesto]
L'economia si basa totalmente sull'agricoltura.
Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Il comune è interessato dalle seguenti direttrici stradali:
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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27 settembre 1992 | 8 settembre 1997 | sindaco | |||
8 settembre 1997 | 24 maggio 1998 | Gianfranco Ielo Patrizia Adorno Antonio Festa | commissario straordinario | [14] | |
24 maggio 1998 | 26 gennaio 1999 | Attilio Russo | lista civica | sindaco | |
26 gennaio 1999 | 13 giugno 1999 | commissario straordinario | |||
13 giugno 1999 | 11 novembre 2002 | Attilio Russo | lista civica | sindaco | |
11 novembre 2002 | 26 maggio 2003 | commissario straordinario | |||
26 maggio 2003 | 14 aprile 2008 | Angelo Surace | lista civica | sindaco | |
14 aprile 2008 | 27 maggio 2013 | Antonino Gioffrè | lista civica | sindaco | |
27 maggio 2013 | 10 giugno 2018 | Antonino Gioffrè | lista civica Alleanza civica per i valori | sindaco | |
10 giugno 2018 | in carica | Antonino Gioffrè | lista civica Alleanza civica per i valori | sindaco |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 234, ISBN 88-11-30500-4.
- ^ Giuseppe Galasso, Economia e società nella Calabria del Cinquecento, Guida Editori, 1992, ISBN 9788878350489.
- ^ Domenico Caruso, Storia e Folklore Calabrese
- ^ Rocco Liberti, "Quaderni Mamertini, 7"
- ^ Pietro Stilo, I fratelli Plutino e i grecanici nel Risorgimento, cap. I: La grecità calabrese dal XVI secolo al Risorgimento, Tesi di laurea, Università di Messina, 2002 (PDF), su consiglioregionale.calabria.it. URL consultato il 29 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Alexandre Dumas, Le Capitaine Aréna, Terre moti, 1835 Archiviato il 3 dicembre 2008 in Internet Archive.
- ^ Diego Cocolo, Il valore della memoria.
- ^ D.P.R. di concessione del 20 novembre 2000 (PDF).
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Parrocchia Santa Domenica - Sitizano
- ^ Parrocchia Santa Maria delle Grazie - Cosoleto
- ^ Commissione straordinaria ex art. 143 TUEL (ente sciolto per infiltrazioni mafiose)
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Nino Lionello, Cosoleto e la sua storia. Un comune aspromontano, Laruffa editore, 1989, ISBN 88-7221-014-3.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cosoleto
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su comune.cosoleto.rc.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 143242872 · GND (DE) 4278515-7 |
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