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Busto Arsizio: differenze tra le versioni

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Presso il canile è possibile, oltre che adottare un cane da tenere a casa, adottare cani a distanza con la possibilità di portarli a passeggio quando si vuole e di mantenerli con una piccola donazione settimanale o mensile.
Presso il canile è possibile, oltre che adottare un cane da tenere a casa, adottare cani a distanza con la possibilità di portarli a passeggio quando si vuole e di mantenerli con una piccola donazione settimanale o mensile.


====Associazione Classe '47====
==== Associazione Classe '47 ====
L'Associazione CLASSE '47 nasce nell'anno 1987, in occasione del 40° anniversario dei coscritti.
L'associazione "Classe '47" è nata nell'anno [[1987]], in occasione del 40° anniversario dei coscritti. È un'associazione senzo scopo di lucro e apolitica, il cui intento è l'aggregazione dei nati nell'anno [[1947]] a Busto Arsizio.
E' un'associazione senzo scopo di lucro, apolitica, il cui intento è l'aggregazione dei nati nell'anno 1947 a Busto Arsizio.
Gli organi direttivi per il periodo 2009/2010 sono la presidente Giovanna Vignati; il vice-presidente Giovanni Zambrelli; la segretaria G.Paola Bienati; il tesoriere Franco Martignoni.


==Cultura==
==Cultura==

Versione delle 19:31, 20 ott 2009

Template:Comune

(LA)

«Eoum Baptista latus: tenet Aliger ipse
Occiduum: medium Virgo beata forum
[1]»

(IT)

«D'Orïente il Battista occupa il lato, / l'alato san Michele l'Occidente; / Piazza central la Vergine beata.»

Busto Arsizio (Büsti Gràndi in dialetto bustocco) è un comune italiano di 81 645 abitanti[2] della provincia di Varese. Posta al confine meridionale a ponente del fiume Olona, dal punto di vista demografico è la città più grande dell'Alto Milanese, la settima città più popolosa della Lombardia[3] e la sessantasettesima d'Italia.

Alcuni studi sul dialetto bustocco hanno avanzato l'ipotesi che Busto Arsizio abbia origini liguri.[4][5][6][7][8][9] L'area era abitata anche in età romana, come dimostrano l'andamento regolare delle vie del centro storico e il ritrovamento di alcuni oggetti di epoca tardo-romana, probabilmente dell'epoca tra il II secolo e il IV secolo d.C.

La città di Busto Arsizio è oggi un moderno centro industriale e commerciale, ed è considerata economicamente strategica grazie alla sua posizione al centro di un virtuale "quadrilatero" che ha come diagonale l'asse del Sempione e come vertici opposti Novara e Como.

Geografia fisica

Territorio

Lo stesso argomento in dettaglio: Bustese (territorio).
File:20080106Cartello2m.jpg
Cartello di ingresso alla città

Il territorio di Busto Arsizio è al limite settentrionale della Pianura Padana, nella zona alluvionale dell'alta pianura, a sud delle Prealpi Varesine. È situato nella zona interessata dai pianalti morenici della Valle Olona.

La collocazione del primo insediamento non è casuale; si trovava infatti su un percorso alternativo al Sempione, detto "strada di Milano", che metteva in comunicazione Milano con il Lago Maggiore.

La casa comunale è situata a 228,18 metri sul livello del mare, come indicato su una facciata del Municipio. Le quote dei punti più alto e più basso sono rispettivamente 244 m s.l.m e 194 m s.l.m., per un dislivello di 50 metri.[10] Secondo la classificazione sismica la città è in zona 4 (sismicità irrilevante), come stabilito dall'ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003.[11]

I comuni confinanti sono Cassano Magnago, Castellanza, Dairago (MI), Fagnano Olona, Gallarate, Legnano (MI), Magnago (MI), Olgiate Olona, Samarate. Busto Arsizio dista 24 km da Varese; 35 km da Milano; 38 km dalla città piemontese di Novara; 45 km da Como; 7 km da Legnano e 7 km da Gallarate.

Clima

Nebbia a Busto Arsizio in dicembre

Secondo la classificazione climatica il centro abitato è situato in "zona E", 2861 GR/G.[12] Il clima di Busto Arsizio è di tipo continentale. Gli inverni sono freddi e presentano molte giornate di gelo. Le estati sono calde e afose. È frequente, anche se sempre meno, il fenomeno della nebbia. La media niveometrica del territorio si aggira intorno ai 40 cm annui.

In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990) della stazione meteorologica di Milano Malpensa, situata a meno di 10 km in linea d'aria dal centro di Busto Arsizio, secondo l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno a +1 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di circa +22 °C, quella media di circa +11 °C. Le precipitazioni medie annue sono pari a 1082 mm con picco primaverile e autunnale e minimo relativo invernale.[13][14][15][16]

MILANO MALPENSA Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 6,18,613,117,021,325,528,627,624,018,211,26,97,217,127,217,817,3
T. min. media (°C) −4,4−2,50,44,39,012,615,314,811,56,40,7−3,6−3,54,614,26,25,4
Precipitazioni (mm) 67,577,199,7106,3132,093,366,897,573,2107,4106,354,6199,2338,0257,6286,91 081,7
Giorni di pioggia 66891096867861827232189
Umidità relativa media (%) 787669737474747374778080787273,77775,2
Vento (direzione-m/s) N
3,3
N
3,3
N
3,4
N
3,5
N
3,3
N
3,2
N
3,1
N
3,0
N
3,1
N
3,1
N
3,4
N
3,3
3,33,43,13,23,3

Geologia e idrografia

Il terreno del territorio di Busto Arsizio è costituito da materiali staccatisi dalle Alpi[17] a causa delle glaciazioni. Si tratta principalmente di ciottoli, ghiaia, sabbia e argilla. Un tempo era coperto da uno sottile strato di humus poco adatto alla crescita di boschi e successivamente alla coltivazione agricola, così da essere in gran parte brughiera, nome che indica quel paesaggio nel quale domina una vegetazione che riesce a svilupparsi in un ambiente arido (il brugo, l'erica, il rovo e la robinia). Infatti, a causa della presenza di strati argillosi, il terreno fatica ad assorbire e trattenere l'acqua piovana, che cade abbondante in questa zona. La falda acquifera sotterranea si trova a parecchi metri di profondità. Nel territorio di Busto Arsizio sono presenti numerosi pozzi, interconnessi tra loro. Sotto il livello stradale scorrono anche due torrenti: il Tenore e il Rile, un suo affluente.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Busto Arsizio.

Secondo alcune ipotesi, Busto Arsizio ebbe origini liguri.[4][5][6][7][8][9] La distribuzione urbanistica della città di Busto Arsizio dimostra la successiva presenza dei Romani. Nota nell'Alto Medioevo per la concia delle pelli, la prima menzione della città risale al 922, anno in cui il nome del locus viene citato in alcuni documenti di notai.[18] Con decreto del cardinale Carlo Borromeo, il 4 aprile 1583[19] Busto Arsizio, allora sotto il dominio del duca Filippo Maria Visconti, venne staccata dal Vicariato del Seprio e messa a capo di quella che fino a quel momento era la Pieve di Olgiate Olona con un podestà proprio.

Le origini di quello che fu un centro tessile di primaria importanza sono da ricercarsi nel Medioevo: nel 1375 "quasi in ogni casa batte un telaio", come testimoniato qualche secolo più tardi dallo storico Crespi Castoldi nella sua storia di Busto Arsizio (De Oppido Busti Relationes).[20]

Il 30 ottobre del 1864 Busto Arsizio ottenne nel Regno d'Italia il titolo di città[21]. Oggi Busto Arsizio è un moderno centro industriale e commerciale.

Monumenti e luoghi di interesse

Pur essendo una città essenzialmente industriale, l'urbe di Busto Arsizio conserva numerosi monumenti di carattere prettamente ecclesiastico. Tuttavia, più che in qualsiasi altra città del circondario, lo sviluppo economico borghese ad inizio del XX secolo ha comportato il fiorire di costruzioni in stile Liberty e Art Déco, che ancor oggi si possono osservare passeggiando per le vie della Città. L'importante testimonianza del Liberty bustocco ricorda gli antichi sfoggi di una grande potenza industriale.

Architetture religiose

Attualmente a Busto Arsizio esistono ventiquattro chiese, tre cimiteri e diverse cappelle (situate all'interno dell'ospedale, della casa di riposo e degli oratori). Un segno di “civitas cristiana”, come fece notare[22] l'ex-prevosto di San Giovanni Battista, monsignor Claudio Livetti. Alcune di queste chiese, in particolare san Giovanni Battista, san Michele Arcangelo e santa Maria di Piazza sorsero prima dell'anno mille. In età comunale nacquero le prime rettorie, poi denominate parrocchie. Esse comportavano la presenza di un sacerdote al quale era affidava la cura delle anime e che generalmente era residente presso una chiesa preesistente. La situazione di Busto Arsizio, sebbene ancora sotto la pieve di Olgiate Olona, particolare: la comunità, sulla base delle sue crescenti disponibilità economiche, formò, non uno, ma cinque benefici curati fra il secolo XIII e il XVI, tre presso la chiesa di san Giovanni Battista e due presso quella di san Michele Arcangelo. Di conseguenza si formarono di fatto due parrocchie, mentre la chiesa di santa Maria, situata nella piazza centrale del borgo, si configurava come Santuario, senza incombenze parrocchiali. Quando san Carlo Borromeo, nel 1583, trasferì a Busto Arsizio le dignità ecclesiastiche della pieve (cioè del distretto),[19] i curati di san Giovanni e di san Michele vennero innalzati al grado di canonici, ma ridotti al compito di coadiutori del prevosto nella cura delle anime. Busto Arsizio fu pertanto considerata formalmente parrocchia unica. Tale situazione perdurò fino al 1906, quando a san Michele venne restituita a pieno titolo la funzione di parrocchia.[23] Successivamente, nel 1928, Borsano e Sacconago vennero annesse al comune, aumentando a quattro il numero delle parrocchie. Nel corso degli anni si sono poi formate le altre parrocchie fino ad arrivare al numero attuale, di tredici.

Basilica di San Giovanni Battista

Basilica di San Giovanni Battista
Lo stesso argomento in dettaglio: Basilica di San Giovanni Battista (Busto Arsizio).

La Basilica di San Giovanni Battista (santo patrono della città) ha il titolo di Basilica romana minore. L'edificio attuale fu costruito tra il 1609 e il 1635 nel luogo dove esisteva la primitiva cappella a tre navate dedicata dai longobardi ad uno dei loro santi protettori. Il campanile venne aggiunto a tale cappella tra il 1400 e il 1418, dunque risulta essere più antico della chiesa attuale. La facciata, completata tra il 1699 e il 1701 da Domenico Valmagini, presenta un ordine inferiore di lesene binate ioniche, un breve protiro con frontone arcuato, porte di rame e di bronzo, statue e bassorilievi.[24] Nel solenne interno di questo luogo di culto, progettato dall'architetto Francesco Maria Ricchino, vi sono diversi dipinti del pittore bustocco Daniele Crespi, come il Cristo morto con San Domenico. Sul fianco destro della chiesa si trova il mortorio, un tempietto di cui non si conosce l'autore, costruito tra il 1689 e il 1692. La piazza antistante la chiesa è stata creata demolendo alcuni edifici presistenti e utilizzando l'area dell'antico cimitero, antecedente a quello che venne poi costruito appena fuori dal borgo, nell'attuale Parco Ugo Foscolo.[25]

Santuario di Santa Maria di Piazza

Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario di Santa Maria di Piazza (Busto Arsizio).
Santuario di Santa Maria di Piazza

L'edificio sacro più notevole dell'arte rinascimentale bustocca è il Santuario di Santa Maria di Piazza (detta anche Santuario della Beata Vergine dell'Aiuto). L'edificio sorge nel centro storico della città dove sorgeva una precedente chiesa dedicata alla Madonna, che a sua volta aveva sostituito una cappella risalente all'epoca della cristinizzazione.[26] Questo splendido santuario fu costruito rapidamente tra il 1515 e il 1522. Escluso Bramante per ragioni di data, due nomi compaiono nei documenti, se pur citati in modo generico, quello di un Antonio da Lonate (autore del modello per il Duomo di Vigevano) e quello di "magistro Tomaxio ingeniero", probabilmente Tommaso Rodari, il noto scultore e architetto attivo nel Duomo di Como, allievo di Giovanni Antonio Amadeo. Il primo avrebbe impostato la pianta centrale, per la quale si è ipotizzata l'esistenza di un disegno bramantesco, "Bramanti secutus exemplar"; il secondo avrebbe eseguito i due portali a ovest e a sud, e forse l'elegante loggiato nel tamburo sotto la cupola. Internamente, la parte bassa, quadrata, che è tagliata negli angoli da archi diagonali formanti nicchie e cuffie, rimanda ai numerosi studi di chiese a pianta centrale compiuti da Leonardo mentre il tamburo ottagonale con una ghiera di nicchie (la corona dei 12 santi) e le otto unghie della volta di copertura riecheggiano gli esempi di Santa Maria Incoronata di Canepanova a Pavia e dell'Incoronata a Lodi e di Santa Maria della Croce a Crema). All'esterno, il rigoroso volume cubico scandito da lesene è sormontato da un tiburio con gugliotti e lanterna che interpreta in forme più leggere ed eleganti la tipologia della tradizione lombarda (come già nel non lontano Santuario di Saronno). All'interno si possono ammirare opere di scultura e dipinti di Gaudenzio Ferrari (come "l'Ultima cena", nell'altare di destra), Bernardino Luini ed una copia della perduta "Madonna delle Vittorie" di Giovan Paolo Lomazzo. Ogni anno, nel periodo natalizio, nella piazza antistante la chiesa, viene realizzato un presepio con statue in gesso a grandezza naturale. Del santuario di Santa Maria esiste una copia esatta, ma più piccola, a Crespi d'Adda.[27]

Chiesa di San Michele Arcangelo

Chiesa di San Michele Arcangelo
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio).

Una delle chiese principali della città è quella di San Michele Arcangelo, santo patrono della città,[28] la quale è anche sede di prepositura. Con il suo campanile risalente al X secolo, che costituisce l'elemento architettonico più antico della città, è situata al limite nord dell'antico borgo, in una zona leggermente più alta del resto dell'abitato esistente all'epoca. Per questo motivo si è molto propensi a pensare che la base del campanile stesso fosse una delle torri di una fortificazione preesistente, all'interno della quale probabilmente esisteva una cappella dedicata a tale santo (si ricordi che San Michele Arcangelo è patrono dei Longobardi). La prima citazione della chiesa di San Michele risale al 1300 circa. Tra il 1652 e il 1679 venne ricostruita dall'architetto Francesco Maria Ricchino, che decise di capovolgerne l'orientazione. Nel 1796 fu completata la facciata, restaurata tra il 1924 e il 1925. Le pareti laterali e la volta furono restaurate nel 1834. Nel 2007 sono iniziati dei lavori di restauro della torre campanaria, che si sono conclusi l'anno successivo. Nella chiesa sono conservate varie reliquie, tra le quali l'interno corpo di San Felice martire.[29] Nella cappella invernale, ricavata nel 1991, si trova un crocifisso ligneo della metà del 1300, che viene utilizzato nella funzione del Venerdì Santo per commemorare la passione e la morte in croce di Gesù.

Chiesa di San Rocco

Chiesa di San Rocco
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Rocco (Busto Arsizio).

Eretta dopo l'epidemia di peste del 1485 (che fece 1100 morti nel borgo secondo lo storico Crespi Castoldi) e dedicata a San Rocco, invocato ausiliatore contro le pestilenze, venne ricostruita negli anni 1706-1713 grazie ad offerte minute dei contradaioli su un'area donata dall'avvocato Carlo Visconti. L'attuale ubicazione differisce da quella originaria, che si trovava sul lato opposto della strada, disassata sia pure solo di pochi metri[30] L'interno della chiesa conserva affreschi di Salvatore e Francesco Maria Bianchi (1731) e Biagio Bellotti. La facciata, completata nel 1895, presenta due statue: quella di San Rocco e quella di San Giuseppe. Nel 1909, grazie al decisivo contributo delle sorelle Bottigelli Pajàscia, la chiesa venne allungata e l'altare retrocesso di 7-8 metri. Un tempo i contadini portavano i loro animali per la benedizione in San Rocco. Da 26 anni,[31] nel mese di settembre, presso la chiesa si celebra la sagra di San Rocco, una festa tradizionale di 3 giorni di concerti, sfilate e mercatini scanditi dalle Sante Messe solenni e dai Vesperi solenni. Durante tale contesto è possibile assaggiare il tradizionale "pane di San Rocco". Oggi San Rocco è una delle quattro chiese appartenenti alla parrocchia prepositurale di San Michele Arcangelo, oltre a Madonna in Prato, a San Carlo e alla chiesa parrocchiale.

Altre chiese

Chiesa di Madonna in Campagna
Chiesa del Santissimo Redentore
Chiesa di San Carlo
Chiesa nuova di Borsano

Il territorio di Busto Arsizio è attualmente suddiviso in tredici parrocchie. Alle tredici chiese parrocchiali, se ne aggiungono altre dodici, più i ruderi di una tredicesima (la chiesa medievale di Santa Croce, appartenente alla parrocchia di S. Giovanni Battista). Inoltre, sul territorio di Busto Arsizio sono presenti il battistero di San Filippo Neri (adiacente alla chiesa parrocchiale di San Giovanni) e diverse edicole votive, come quella di San Carlo Borromeo in via Matteotti e quella di Santa Maria Nascente in via Daniele Crespi. Altre edicole, come quella sinaghina di San Donato, sono state abbattute.
Chiesa di San Luigi e Beata Giuliana
La chiesa fu costruita nel 1955 nel rione dedicato alla beata bustocca cinque anni prima.[32] Fu eretta a parrocchia nel 1958. I muri sono in mattoni a vista, il portale in calcestruzzo e il timpano triangolare è vetrato.[33]
Chiesa del Santissimo Redentore
La chiesa, edificata e consacrata nel 1962 tra le parrocchie di Beata Giuliana e di Madonna regina era sussidiaria di San Michele fino al 1973, quando fu assurta al ruolo di parrocchia. Nel 1976 vennero aggiunte la navata laterale con finestre esagonali ed il campanile a vela.[34]
Chiesa di San Giuseppe
Costruita su progetto di Camillo Crespi Balbi tra il 1912 e il 1914 come cappella dell'Ospedale di Busto Arsizio e dedicata a San Giuseppe esattamente come la chiesa che esisteva nella vecchia sede di Palazzo Gilardoni, divenne parrocchia nel 1990.[35]
Santuario del Sacro Cuore di Gesù
I lavori di costruzione della chiesa dei Frati, su progetto dell'ingegnere Luigi Carlo Cornelli, iniziano nel 1899 ma vengono sospesi dal 1906 al 1909 e completati nel 1911. Le cappelle ed il campanile sono del 1914. L'architetto Silvio Gambini progetta l'ornamentazione interna e la facciata, eseguite tra il 1919 e il 1920.[36] La chiesa divenne parrocchiale nel 1983.
Chiesa di Santa Maria Regina
La consacrazione della chiesa di Madonna Regina, alla presenza del cardinal Giovanni Colombo, risale al 1964. Tre anni dopo, la chiesa divenne parrocchia.[37]
Chiesa di Santa Croce
Aperta al culto nel 1951, la chiesa divenne parrocchia quarant’anni più tardi, nel 1991.[38]
Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Borsano)
La prima pietra della nuova chiesa di Borsano fu posta nel 1939 su un terreno adiacente a quello dove sorgeva la vecchia chiesa, demolita nel 1943. La facciata tripartita preannuncia le tre navate interiori. L'organo della chiesa fu costruito da Antonio De Simoni Carrera nel 1885 e restaurato nel 1992 dalla famiglia V. Mascioni di Cuvio.[39] La via crucis e la controfacciata sono opere dell'artista Serena Moroni. Le vetrate sono di Gaetano Banfi. Il campanile, del 1958, sostituisce quello della vecchia chiesa, demolito nel 1953.
Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Santi Apostoli)
La prima pietra della chiesa di via Genova, nel rione denominato per decenni don Paolo in riferimento al parroco Cairoli, fu posata nel 1923. Al di sotto della chiesa, progettata dagli architetti Gabriele Rechichi e Italo Azimonti, si trova la cripta.[40] Nel 1930 divenne la quinta parrocchia di Busto Arsizio, dopo le due parrocchie storiche di San Giovanni e San Michele oltreché le due parrocchie di Borsano e Sacconago, aggregate al comune nel 1928.
Chiesa di Sant'Anna
La prima chiesa del villaggio omonimo, costruito da zero a partire dal 1959, fu costruita in legno nel 1961 e nello stesso anno divenne parrocchia. La nuova chiesa venne realizzata a partire dal 1973 con due navate di diversa dimensione.[41]
Chiesa di Sant'Edoardo
La chiesa sorse nel 1938 e fu consacrata l’anno successivo. Progettata da due sacerdoti architetti, Giuseppe Polvara e Giacomo Bettoli, la chiesa fu affrescata tra il 1943 e il 1947 da Ernesto Bergagna.[42]
Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Sacconago, chiesa nuova)
Sull'area del cimitero vecchio, venne posta la prima pietra della nuova chiesa nel 1928, anno nel quale il comune di Sacconago venne aggregato a Busto Arsizio. La chiesa fu consacrata nel 1933 e vi si portarono, con solenni processioni, le reliquie e le campane dalla chiesa vecchia. [43]
Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Sacconago, chiesa vecchia)
Uno dei monumenti di rilievo del quartiere di Sacconago è la vecchia chiesa parrocchiale, dedicata ai santi apostoli Pietro e Paolo, e chiamata comunemente "chiesa vecchia". L'attuale edificio fu costruito tra il 1708 e il 1724 nell'area sulla quale sorgevano l'antica chiesa medievale ad aula unica ed il cimitero posto al suo fianco. Dell’antica chiesa, più piccola, rimangono alcuni resti. In particolare, l'attuale sagrestia rappresentava il presbiterio della chiesa medievale. Nel 1611 fu costruito il campanile, di stile prerinascimentale. L'edificio attuale è formato da una navata centrale che si apre su quattro cappelle laterali. L'organo attuale risale al 1923 e sostituì quello antico, donato cinque anni più tardi alla parrocchia di Grantola. Recentemente l'edificio è stato oggetto di ampi e profondi restauri che hanno fatto emergere l'antichità del luogo di culto, nonché affreschi di un certo pregio.[44]
Chiesa di Madonna in Prato
La chiesa trae origine da un'edicola del tardo Cinquecento sorta sul prato di Piscina, una della quattro contrade del borgo di Busto Arsizio in epoca medievale, in corrispondenza delle antiche strade per Gallarate e per Verghera. L'aspetto attuale risale all'opera di Biagio Bellotti, iniziata nel 1773 e terminata l'anno successivo, quando sopra l'aula preesiste venne collocata una cupola.[45] La chiesa è oggi una delle tre chiese ausiliarie della parrocchia di San Michele, insieme a San Rocco e a San Carlo.
Chiesa di San Carlo
Il 24 settembre 2000, il cardinale Carlo Maria Martini consacrò l'ultima delle chiese di Busto Arsizio, dedicata a san Carlo Borromeo e costruita nella zona della parrocchia di San Michele Arcangelo più vicina al territorio di Madonna Regina.[46]
Chiesa di Sant'Antonio abate
La chiesa primitiva era trecentesca ma fu più volte modificata fino ad assumere la configurazione attuale nel Settecento. Secondo le norme di San Carlo Borromeo, la ricchezza dell'interno (metafora dell’anima) si contrappone con la povertà dell'esterno (metafora del corpo).[47]
Chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto
Nel 1632, terminata l'epidemia di peste che dimezzò la popolazione del borgo, iniziò la costruzione di una cappella nell’area del cimitero degli appestati. I lavori, subito interrotti, continuarono tra il 1656 e il 1659. Lo stile risponde alle norme di San Carlo Borromeo e alla povertà degli esterni.[48] Oggi la chiesa fa parte della parrocchia di San Giovanni Battista.
Tempio civico di Sant'Anna (Beata Vergine delle Grazie)
Costruita tra il 1710 e il 1714, la chiesa presenta una pianta quasi ottagonale ed un esterno in mattone a vista.[49]
Chiesa di Madonna in Veroncora
La chiesa è certamente più antica dei documenti scritti che la citano, il primo dei quali nel 1639. Nel Settecento vi si celebrava una santa Messa di domenica all’aurora. Attualmente si trova sul territorio della parrocchia del Santissimo Redentore.[50]
Chiesa di San Bernardino
La chiesa, la cui prima pietra fu posta nel 1665 è dedicata a San Bernardino da Siena e sorge sull'area della Cascina dei Poveri, dove nel Medioevo nacque la Beata Giuliana. All'edificio, terminato nel 1668 si aggiunse la sacrestia nel 1684.[51] Nel 1913, su progetto di Silvio Gambini vennero demolite la sagrestia e la parete di fondo per aggiungere un nuovo presbiterio, una nuova aula e una nuova sagrestia.[52]
Chiesa di Sant'Antonio da Padova
Appartenente al territorio parrocchiale di Borsano, la chiesa di Sant’Antonio fu fatta costruire dal conte Carlo Rasini tra il 1717 e il 1719, nelle adiacenze della sua residenza.[53]
Chiesa di Madonna in Campagna
Nel 1702 si decise di costruire una vera e propria chiesa dedicata alla Beata Vergine dei Sette Dolori nel luogo in cui, su un semplice tratto di muratura, si venerava un'immagine della Deposizione. La chiesa venne dotata di sagrestia nella seconda metà del Settecento e si trova nel territorio di Sacconago.[54]

Cimitero Monumentale

Lo stesso argomento in dettaglio: Cimitero Monumentale di Busto Arsizio.
Cimitero Monumentale

Il cimitero Monumentale è uno dei tre cimiteri attualmente esistenti nel territorio della città di Busto Arsizio, oltre ai cimiteri di Sacconago e di Borsano. Alla fine del XIX secolo il precedente campo santo, situato appena fuori dai confini dell'antico borgo, sul terreno oggi occupato dal Parco Ugo Foscolo, divenne troppo piccolo per i bisogni della comunità. Pertanto, si rese necessaria la costruzione di un nuovo e più spazioso cimitero. Il cimitero monumentale fu progettato dall'architetto Ercole Seves sul modello del cimitero di Milano di Carlo Maciachini. Venne edificato in un luogo allora lontano dall'abitato, all'incrocio tra la via per Lonate e la via Corbetta. Fu inaugurato nel 1894.[55] Nel corso degli anni ha subito molte ampliazioni, fino a ricoprire una superficie circa doppia di quella iniziale. Una delle realizzazioni più significative è il Mausoleo della famiglia Ottolini, progettato dall'architetto Camillo Crespi Balbi. Il 29 settembre del 2000, per la prima volta in tutta la provincia, venne celebrato da Monsignor Claudio Livetti, ex-prevosto di San Giovanni, il funerale di sette bambini non nati. Da allora, ogni ultimo venerdì del mese vengono seppelliti i feti abortiti in modo spontaneo o volontario.

Architetture civili

Palazzo Gilardoni

Oltre alle numerose architetture religiose, sono degne di nota anche le ville, i palazzi e quanto resta delle strutture industriali in stile Liberty costruite ai margini del centro storico della città durante il suo sviluppo industriale. Due tra le ville più importanti sono la Ottolini-Tosi e la Ottolini-Tovaglieri, situate nei pressi di ciò che costituisce un mirabile gioiello di archeologia industriale, ovvero la sede di uno degli stabili dell'ex-Cotonificio Bustese, che attualmente accoglie il museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio. Altri edifici interessanti dal punto di vista architettonico sono la villa Leone, situata in via XX settembre, ed i Molini Marzoli Massari, che si affacciano su via Cadorna, entrambi progettati dall'architetto Silvio Gambini in stile Liberty. Nel cuore del centro storico si trova il palazzo Marliani-Cicogna, oggi sede della biblioteca comunale ed un tempo residenza del conte di Busto Arsizio. Appena fuori dai limiti del vecchio borgo è situata l'attuale sede del municipio, ovvero il palazzo Gilardoni, ex-ospedale cittadino. Infine non si può dimenticare che alcune tra le più interessanti architetture civili sono andate perse nel corso degli anni, come la villa Gabardi di via Mameli, della quale, dopo la demolizione, è rimasto solo il cancello, che costituisce l'ingresso al parco al Liberty.

Villa Ottolini-Tosi

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Ottolini-Tosi.
Villa Ottolini-Tosi

La villa Ottolini-Tosi è la più grandiosa delle ville di Busto Arsizio ed era di proprietà di Ernesto Ottolini, uno dei tre figli di Carlo Ottolini, il padrone del cotonificio omonimo. È collocata a poca distanza dalle altre due residenze che ospitavano la famiglia di Ernesto ed Antonio Ottolini (quest'ultima fu poi demolita). Il progetto della villa fu redatto da Camillo Crespi Balbi, l'architetto di fiducia degli Ottolini. L'edificio fu costruito nel 1902 e la sua tipologia è quella del castello medievale.[56] Si articola su due piani principali fuori terra ed uno, seminterrato, destinato agli ambienti di servizio. In corrispondenza della zona a sud-ovest è presente un terzo piano fuori terra. La villa è dominata da un torrione che costituisce una sorta di ambiente di guardia. Per la costruzione furono impiegati la pietra appena sbozzata e il mattone a vista. Un elemento fondamentale della villa è la massiccia presenza di ferri battuti, tutti realizzati dal celebre artigiano lombardo Alessandro Mazzucotelli. L'ambiente interno di maggior pregio è il salone, impreziosito da mosaici e da un soffitto di travi a vista decorate.

Villa Ottolini-Tovaglieri

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Ottolini-Tovaglieri.
Villa Ottolini-Tovaglieri

La villa Ottolini-Tovaglieri è una delle tre ville Ottolini di Busto Arsizio ed era di proprietà di Enrico Ottolini, uno dei tre figli di Carlo Ottolini, il padrone del cotonificio omonimo. Il progetto della villa fu redatto da Camillo Crespi Balbi.[57] La villa, collocata dentro la cerchia del borgo antico, costituisce un vero e proprio monumento al potere economico della borghesia industriale della città di Busto Arsizio. L'edificio si articola su tre piani più un seminterrato destinato alle cantine. Il piano rialzato, che poggia su uno zoccolo di grossi blocchi di pietra squadrati, è rivestito da blocchi sommariamente squadrati e disposti a file di spessore che diminuisce man mano. L'esterno è caratterizzato da uno spazio verde di dimensioni molto ridotte, che fanno apparire la villa come un palazzo cittadino. Risultano particolarmente interessanti gli splendidi ferri battuti di Alessandro Mazzucotelli.

Villa Leone

Villa Leone

La villa, in stile Liberty, è una delle più sontuose di Busto Arsizio. Fu progettata dall'architetto Silvio Gambini nel 1910, quando lavorava ancora presso lo studio dell'ingegner Guglielmo Guazzoni e frequentava Giuseppe Sommaruga. L'edificio, la cui struttura è rimasta inalterata negli anni, pur avendo perso alcuni particolari decorativi quali la fascia colorata del sottogronda,[58] si affaccia su via XX settembre. Presenta due piani rialzati ed un sottotetto abitabile. La veranda, che emerge dalla pianta della villa, è coperta da una terrazza di travetti a raggiera. La finestra ovoidale tripartita riprende quella di Villa Ferrario in via Palestro, anch'essa di Silvio Gambini, progettata nel 1903. Al centro della finestra è posto un tondo con le iniziali del primo proprietario della casa, Leone Edoardo. La facciata è movimentata da cornici aggettanti, lesene e profilature.

Palazzo Marliani-Cicogna

Lo stesso argomento in dettaglio: Civiche raccolte d'arte di palazzo Marliani-Cicogna.
Palazzo Marliani-Cicogna

Nel cuore del centro storico di Busto Arsizio, sulla Piazza Vittorio Emanuele II, antica piazza dùl Conti, si affaccia il palazzo Marliani-Cicogna. Dopo aver comprato alla famiglia Rasini un edificio cinquecentesco, il conte Luigi Marliani acquistò anche la parte di fossato che vi si affacciava per costruirvi la propria dimora. Tra il 1624 e il 1653 vennero operate dallo stesso Luigi e dal nipote Carlo una serie di importanti trasformazioni ed ampliamenti dell'edificio. L'impianto della dimora dei Marliani verrà ulteriormente modificato nella prima metà del Settecento. Attorno al 1820, la famiglia Cicogna Mozzoni, che aveva ottenuto il passaggio di proprietà del palazzo dai conti Gamberana, lo vendette all’Amministrazione della comunità che vi collocò gli uffici comunali e distrettuali. In quegli anni vi si attivarono le nuove carceri sul retro del palazzo, sistemate nell’edificio progettato da Francesco Croce nel 1762 in origine come Casa di correzione per la gioventù ed Albergo dei Poveri. [59] Dopo il trasferimento della Deputazione Comunale a Palazzo Gilardoni, nel 1862 si deliberarono i lavori di riparazione del palazzo per adattarlo al suo futuro uso: quello di Tribunale del Circondario (da qui uno dei vecchi nomi della piazza antistante: "piazza Giustizia"). Gli uffici giudiziari vennero spostati nella nuova sede attorno al 1970. La scelta dell'amministrazione comunale fu quella di concentrare nel palazzo una parte consistente dei servizi culturali, in continuità con la presenza della Biblioteca Civica, ivi trasferita già negli anni '50 del secolo scorso. Oggi il Palazzo ospita, oltre alla biblioteca comunale, anche il museo dedicato alle Civiche Raccolte d'Arte. Al centro della piazza antistante è stato collocato nel 1958 un monumento ai caduti sul lavoro dell'artista Enrico Manfrini,[60] formato da due stele in granito rosa contenenti tre uomini nudi in caduta; a causa del monumento la piazza è popolarmente indicata come "piazza tri Cù" (letteralmente "Piazza tre Culi").

Archeologia industriale

Calzaturificio Borri

Grazie allo sviluppo industriale, partito nella metà dell'Ottocento, Busto Arsizio è molto interessante dal punto di vista dell'archeologia industriale, per la presenza di numerosi edifici storici industriali dismessi. In questi ultimi anni, sono stati avviati numerosi piani per il recupero di tali aree. Si segnalano, in quanto agli edifici industriali riutilizzati: l'ex Cotonificio Bustese (fondato nel 1887 e chiuso nel 1978, i cui edifici attuali sono di fine Ottocento), ora Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio; gli ex Molini Marzoli Massari (costruiti nel periodo 1906-1926 in stile liberty e dismessi nel 1975), ora polo culturale e Università degli Studi dell'Insubria; l'ex Cotonificio Giovanni Milani, fondato nel 1870, costruito tra il 1880 e gli anni '20, chiuso negli anni '60, demolito nel 2004 e sulla cui area è stato creato un parco pubblico (restano, a memoria, le due ciminiere ed il portale); l'ex tessitura Lissoni & Castiglioni, ora negozio di mobili "R.Z."; l'ex Cotonificio Ercole Bossi (ante 1875), ora sede ACLI; l'ex Cotonificio Crespi Lombardo-Veneto (1914), ora banca Barclays; l'ex Calzaturificio Borri, fondato nel 1892,[61] acquistato dal comune nel 2001 e in attesa di un progetto di recupero. Si segnalano infine l'ex Cotonificio Venzaghi (1906), spartito tra aziende minori, e lo stabilimento sinaghino dell'ex Cotonificio Enrico Candiani (1907), sede ora della Manifattura Randi (dal 1970).

Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio

Museo del tessile

Il Museo del tessile e della tradizione industriale, appena fuori dal centro storico, è stato inaugurato il 30 gennaio 1997 ed ha in esposizione macchinari tessili e prodotti finiti (dalle fibre tradizionali alle nuove fibre sintetiche) dell'epoca che va dall'Ottocento fino ad oggi. Occupa uno degli edifici appartenenti all'ex cotonificio bustese, dell'architetto Camillo Crespi Balbi,[62] allievo di Arrigo Boito. Nel 1978 il Cotonificio Bustese cessò la sua attività a causa dell'arretratezza degli impianti di produzione e, due anni più tardi, l'area venne acquistata al comune che, dopo alcuni anni, vi fece un parco. Nel dicembre 2007 il museo è una delle 167 strutture (97 musei e 70 raccolte museali) riconosciute ufficialmente dalla Regione Lombardia per la qualità dei servizi resi ai cittadini attraverso il "marchio di qualità".[63] Nel giardino pubblico che oggi circonda il museo, durante il periodo natalizio, vengono allestiti un mercatino e una pista per il pattinaggio su ghiaccio, aperta solitamente fino a metà febbraio. Nello stesso periodo, all'interno dell'edificio, è possibile mangiare nel ristorante tipico tirolese.[64]

Molini Marzoli Massari

Molini Marzoli Massari

Nel 1906 la Società Anonima Molini Marzoli Massari, nata da una precedente società in accomandita, iniziò la costruzione di un grande impianto per la macinazione del frumento, studiato per una potenzialità di 500 quintali di frumento al giorno. Gli edifici, edificati con interventi successivi fino al 1926 sempre ad opera dell'architetto Silvio Gambini,[65] presentano decorazioni floreali molto sobrie. Il complesso è ubicato poco oltre il limite del centro storico ed era affacciato alla ferrovia, prima che il suo tracciato venisse spostato. Un ramo della ferrovia entrava nel complesso stesso. La attività cessarono nel 1975 ma il fabbricato viene lasciato integro dato che è un esempio unico di stile Liberty applicato al campo dell’industria e pertanto costituisce una testimonianza di archeologia industriale di interesse nazionale. Dieci anni più tardi, nel 1985, gli immobili vennero acquistati dal Comune di Busto Arsizio sia perché vincolati dal Piano Regolatore Generale, sia perché interessanti sotto il profilo storico-artistico. Dopo il recupero e la qualificazione, il 15 aprile 2000 ebbe luogo l’inaugurazione degli edifici del complesso, ora definitivamente adibiti a sede della facoltà universitaria di scienze matematiche, fisiche e naturali (c.d.l. in biologia sanitaria), oltre che polo culturale comunale.

Aree naturali

Parco Ugo Foscolo

Parco Ugo Foscolo
Parco al Liberty

Sorge sull'area un tempo occupata dal vecchio cimitero cittadino, costruito quando i precedenti campi santi delle chiese di San Michele e San Giovanni erano diventati insufficienti. All'interno del parco è presente il monumento ai reduci delle patrie battaglie, inaugurato nel 1909 nell'attuale cimitero.[66] Tale monumento, costituito da due colonne doriche con una breve trabeazione, fu progettato dall'ingegnere Luigi Carlo Cornelli e realizzato dagli scultori Giulio Cassani e Enrico Sirtori. L'attuale ubicazione fu decisa in quanto il monumento è dedicato ai reduci e non ai caduti.

Parco dell'Alto Milanese

Lo stesso argomento in dettaglio: Parco Alto Milanese.

Nelle zone boschive e rurali della parte meridionale del territorio comunale si trova il Parco Alto Milanese, un'area protetta che interessa anche i territori dei comuni di Castellanza e Legnano e tutela la flora e fauna locali e le tradizionali attività nel campo dell'agricoltura e dell'allevamento. La sede del Parco dell'Alto Milanese si trova nella Villa Ottolini-Tosi di Busto Arsizio.[67]

Parco al Liberty

Il parco al Liberty di via Mameli è un unicum, come del resto il monumento che vi si trova all'interno. Entrambi infatti sono dedicati ad uno stile architettonico. Il cancello del parco è l'unico elemento rimasto di una delle più sontuose ville della città: villa Gabardi. Questa villa, costruita negli anni seguenti al 1925 e demolita negli anni ‘70, rappresenta uno degli edifici più notevoli di Busto Arsizio anche se purtroppo è andata perduta. Il monumento al Liberty è stato realizzato con alcuni elementi decorativi di Casa Rena, una villa che sorgeva in piazza Garibaldi e che fu progettata dall'architetto bustese Silvio Gambini tra il 1906 ed il 1907.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[68]

Etnie

Su una popolazione totale di 80.633 abitanti al 31 dicembre 2007, gli stranieri residenti sono 4965 (560 in più rispetto al dato dell'anno precedente), corrispondenti al 6% della popolazione. Le famiglie con almeno uno straniero al proprio interno sono 2159 su 33733.[69] Gli Stati con il maggior numero di residenti a Busto Arsizio sono (Dati ISTAT 2007[70]):

Lingue e dialetti

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto bustocco.

La lingua parlata in città è l'italiano. Nel comune è relativamente diffuso anche il dialetto bustocco. Come tutti i dialetti lombardi occidentali, anche il bustocco è sostanzialmente una lingua romanza derivata dal latino. In esso vi è chi trova tracce delle lingue dei popoli anteriori alla latinizzazione della regione, in particolare l'antico ligure,[4][5][6][7][8][9] anche se i dati sull'effettiva influenza di questo sostrato sono pochi e di varia interpretazione.

Ad esempio, alcuni vorrebbero vedere nella conservazione delle antiche vocali finali latine diverse da -a (in particolare la -u atona finale nei sostantivi e negli aggettivi maschili, nei verbi e negli avverbi), cadute in milanese, un tratto dovuto ad un "sostrato ligure". Il fatto che nel dialetto bustocco tale conservazione sia più avanzata che ad esempio nel dialetto legnanese (es. gatu, secu, coldu, büceu, candu invece di gatt, secch, cald, bicér, quand, tipiche del legnanese - e per questo il bustocco è considerato diverso dagli altri dialetti della zona[5] -) deriverebbe da una minore influenza di Milano su Busto Arsizio.[71] Altro tratto del bustocco che deriverebbe dal "sostrato ligure" sarebbe la sparizione di alcune consonanti intervocaliche (es. lauá invece di lavurá),[7] al punto che è possibile comporre una frase di senso compiuto totalmente priva di consonanti: "A öu i öi" (Voglio le uova).

Dalla seconda metà del secolo scorso, il dialetto non viene più parlato abitualmente tra i cittadini, se non dagli anziani.[72] La valorizzazione del dialetto bustocco è pertanto sempre più affidata a singole iniziative di enti, associazioni o singoli. Nel 2002, ad esempio, si è tenuto un ciclo di conferenze intitolato «Lingue, letterature e tradizioni delle nostre genti» e riguardante il dialetto bustocco e più in generale quello dell'Insubria.[73] Nel 2006 il poeta bustocco Mariolino Rimoldi ha tradotto dal greco al dialetto cittadino 30 favole di Esopo.[74]

Un'altra opera importante è Ul vangèli tème lu cönta ul San Marcu (una traduzione al bustocco del Vangelo secondo Marco) di Carla Mocchetti.[75]

Uno scioglilingua in dialetto bustocco molto celebre nella zona è il seguente:

«Dü öi indüii in d'ü aca d'ü Öna.»

L'agglomerato urbano di Busto Arsizio

Lo stesso argomento in dettaglio: Bustese.

L'Agglomerato urbano di Busto Arsizio comprende, oltre alla città di Busto Arsizio, che ne rappresenta il maggiore centro, anche una serie di comuni limitrofi: Castellanza, Olgiate Olona, Marnate, Gorla Minore, Solbiate Olona, Gorla Maggiore, Fagnano Olona, Cairate. Queste località sono tutte adagiate lungo la Valle Olona. I comuni della Valle Olona sono strettamente legati alla città di Busto, in quanto ospita una serie di infrastrutture e servizi pubblici, di cui sono sprovvisti i centri minori. Inoltre tutti i comuni dell'agglomerato urbano sono compresi nell'Associazione Commercianti di Busto Arsizio e compongono il distretto socio-sanitario ASL di Busto Arsizio e Valle Olona. La popolazione residente nell'agglomerato urbano di Busto Arsizio sfiora le 152.000 unità.

Religioni

La stragrande maggioranza della popolazione è cristiana cattolica. Nel comune sono presenti 13 parrocchie cattoliche appartenente all'Arcidiocesi di Milano. L'immigrazione di cittadini comunitari ed extra-comunitari degli ultimi decenni ha portato all'insediamento di minoranze di musulmani e ortodossi. Da non dimenticare la presenza dei Testimoni di Geova-

Tradizioni e folclore

I cittadini di Busto Arsizio sono sempre stati attenti a conservare le proprie tradizioni ritenendo che la memoria delle proprie origini sia un fattore fondamentale per la crescita di una città.[76] Sono testimonianza di questo spirito i tanti libri scritti sulla città, le numerose associazioni nate per mantenere il ricordo di pezzi di storia di Busto Arsizio[77] e le molte manifestazioni religiose e folkloristiche che anche al giorno d'oggi scandiscono il passare del tempo.

Istituzioni, enti ed associazioni

Associazione Ali d'Aquila

A Busto Arsizio vivono circa 50 persone senza fissa dimora. Sono in prevalenza uomini tra i 45 e i 60 anni, di cui una buona parte bustocchi. L'associazione Ali d'aquila si occupa in collaborazione con le parrocchie dei frati e di sant'Anna, della Caritas, della Croce Rossa Italiana, della San Vincenzo, di restituire dignità a queste persone affinché si risollevino e si ricostruiscano una vita. I frati offrono servizio mensa e distribuiscono generi alimentari. Sant'anna gestisce un dormitorio con 6 posti letto. L'associazione Ali d'Aquila offre un servizio doccia e cambio indumenti presso le strutture dell'oratorio San Filippo Neri in collaborazione con la Croce Rossa, utilizzando i materiali e gli indumenti ricevuti dai bustocchi generosi.

Canile comunale

Il canile comunale di Busto Arsizio, sito in via Canale 23, è gestito dall'A.P.A.R. (Associazione Piccoli Animali Randagi)

Oggi, accanto alla struttura del canile, che ospita più di 70 animali di ogni razza ed età, è presente un rifugio per cani anziani e/o malati, rinominato "Rifugio Elia". Presso il canile è possibile, oltre che adottare un cane da tenere a casa, adottare cani a distanza con la possibilità di portarli a passeggio quando si vuole e di mantenerli con una piccola donazione settimanale o mensile.

Associazione Classe '47

L'associazione "Classe '47" è nata nell'anno 1987, in occasione del 40° anniversario dei coscritti. È un'associazione senzo scopo di lucro e apolitica, il cui intento è l'aggregazione dei nati nell'anno 1947 a Busto Arsizio.

Cultura

Cinema Teatro Sociale, piazza Plebiscito 1.
Molini Marzoli Massari, sede bustocca dell'Università degli Studi dell'Insubria.
Scuole elementari Pontida

Nella città si svolgono alcune manifestazioni di livello nazionale e internazionale, come il Bustock, organizzato da Comunità Giovanile che è una rassegna di band rock emergenti, Festival Chitarristico Internazionale Bustese, o che stanno acquisendo prestigio, come il Busto Arsizio Film Festival (BAFF) o il Bustofolk (Festival Interceltico Città di Busto Arsizio), la cui settima edizione si è tenuta nel settembre del 2008.

Istruzione

Biblioteche

  • Biblioteca capitolare S. Giovanni, Via don Minzoni 1
  • Biblioteca Centro di Autoapprendimento, Viale Stelvio 173
  • Biblioteca Comunale, Via Marliani 7
  • Biblioteca del Centro delle culture lombarde, Via Alberto da Giussano 10
  • Biblioteca del Convento francescano dei frati minori, Piazza P. Gentile Mora 1
  • Biblioteca del Liceo scientifico statale Arturo Tosi, Via Tommaso Grossi 3
  • Biblioteca della Casa circondariale, Via Cassano Magnago 102
  • Biblioteca scientifica conte Dino Crespi, Piazzale Solaro 3

Scuole

A Busto Arsizio esistono le seguenti scuole: 3 asili nido, 11 scuole materne, 17 scuole elementari, 12 scuole medie e 13 scuole medie superiori (2 licei scientifici, 1 liceo classico, 2 licei artistici, 2 Istituti Tecnici Commerciali (ITC), 1 Istituto Tecnico Industriale (ITIS), 2 Istituti Professionali per il Commercio (IPC) e 1 Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato (IPSIA)).

Università

A Busto Arsizio è presente una sede dell'Università degli Studi dell'Insubria nella quale vengono tenuti il corso di laurea in biologia sanitaria, il corso di laurea specialistica in biologia applicata alla ricerca biomedica e il dottorato di ricerca in neurobiologia. È presente una sezione del Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale che si occupa di studiare le basi biologiche delle malattie in cui operano 12 docenti, 4 tecnici e 30 ricercatori a contratto. Tra le tematiche studiate compaiono la malattia di Parkinson, il cancro, la sindrome di Rett e le tossicodipendenze.

Musei

Media

Radio

Radio Busto fu la prima emittente del Nord Italia ad annunciare la liberazione dai nazi-fascisti, nel pomeriggio del 25 aprile 1945. I partigiani bustocchi infatti, quella mattina occuparono l’allora Radio Tevere, spostata da Roma a Busto Arsizio dopo la liberazione di Roma da parte degli americani. Pertanto trasmetteva programmi di sostegno al regime fascista, ed era collegata con la Repubblica di Salò. L’impegno di tutti, quel giorno, rese possibile mandare in onda, prima del tramonto ed in tutto il Nord Italia, l’annuncio dell’insurrezione. Radio Busto, nei giorni seguenti, funzionò a pieno regime e con un ascolto incredibile.[78] Venne poi chiusa il 23 maggio perché non era prevista una emittente a non molti chilometri da quella di Milano.

Stampa

L'Informazione è un settimanale dell'Altomilanese con sede a Busto Arsizio nato nel 1995 dalla fusione di "Busto Sport", mensile fondato nel settembre 1980 (e diventato quindicinale nel 1987) e "La scelta", settimanale fondato nel settembre 1990. L'Informazione tratta la cronaca, la politica, la cultura e le tradizioni della città di Busto Arsizio e dei comuni della valle Olona.

Televisione

A Busto Arsizio fu creata la prima televisione che, insieme a Telebiella, fece concorrenza con la Rai: Telealtomilanese, nata nel 1975. In seguito gli studi televisivi furono trasferiti a Cologno Monzese.


Cinema e Teatri

  • Cinema Teatro Alessandro Manzoni, via Calatafimi 5
  • Cinema Teatro Sociale, piazzale Plebiscito 1
  • Cinema Teatro Fratello Sole, via D'Azeglio Massimo 1
  • Cinema Teatro Lux, Piazza San Donato 5
  • Cinema San Giovanni Bosco, via Bergamo 12
  • Cinema Teatro Aurora, via San Pietro 15

Musica

Complessi bandistici

  • Corpo Musicale Pro Busto
  • Corpo Musicale Santa Cecilia (Borsano)
  • Filarmonica Santa Cecilia (Sacconago)

Orchestre

  • Mandolinisti Bustesi[79]

Cucina

  • Brüscitti (piatto di carne tritata cotta a lungo con semi di finocchio e vino);[80]

A Busto Arsizio ha sede, dal 1975, l'associazione "Magistero dei Brüscitti da Büsti Gràndi", con lo scopo di diffondere la conoscenza, in città e fuori, della cucina rustica bustocca.

Chiesa di Madonna in prato
  • Cupeti (dolci di mandorle tostate e zuccherate).

La festa delle coppette si celebra ogni 8 dicembre nei pressi della chiesa di "Madonna in Prato". La nascita della Cuppetta viene descritta nella poesia “A Madôna da Prà” del Comm. Avv. Pietro Tosi, riportata sull'etichetta delle confezioni.

Un bel dì a Madôna da Prà
L'ha vorzü vegnì foeua dàa cà:
Ul so coeui ga renda cumpassion
Che in d'un Bust ga füss nanca un bumbon.
Chi pescitti, spassegiandu sutti i pianti
Han cambià tücci i sassi in crôccanti:
Chi manitti, inscì bianchi e devotti,
I han quatà cont'à a nevi sua e suttu
E vedendo a passà ul diavaén
Par cuppall gh'ì à tià in d’ul cuppén.
E peu, dopu d’avéi benedetti
L'ha vorzü ch'u ciamassen “cuppetti”.

  • Lüganiga

All'inizio del XX secolo la città di Busto Arsizio era anche conosciuta per i propri salumi, in particolare gli insaccati della tradizione lombarda (salamini e salsiccia, popolarmente indicata come "Lüganiga"). Da qui anche il detto dialettale "Busti, città d'i lüganeghitti", ovvero Busto, città della salsiccia.

Personalità legate a Busto Arsizio

Sono numerose e varie le personalità che sono nate a Busto Arsizio, o pur non essendovi nate, hanno vissuto a lungo oppure hanno operato significativamente ed hanno stabilito dei saldi rapporti con la città e il suo spirito. Con il termine bustocchi si indicano i cittadini nati a Busto Arsizio. Con il termine bustesi si indicano i cittadini non nati a Busto Arsizio.

Bustocchi

Busto a Giuseppe Bossi nel Palazzo di Brera.
Daniele Crespi - La Pietà (Madrid, Prado).
Tomba di Eugenio Tosi, Arcivescovo bustocco di Milano.
Mina Mazzini, cantante bustocca.
XIV secolo
XV secolo
XVI secolo
XVIII secolo
XIX secolo
XX secolo

Bustesi

Eventi

Esempio di Giöbia a Busto Arsizio

La "Giöbia"

L'ultimo giovedì di gennaio la Giöbia, un fantoccio di paglia vestito di stracci, viene bruciata per esorcizzare l'inverno.[82] La tradizione bustocca ha un'origine millenaria che ha radici e motivazioni nella ripresa della fecondità della terra bruciata con il fuoco purificatore. La pietanza tradizionale della festa è il "risotto con la luganiga", simbolo anch'esso di fertilità a causa della porzione di carne che ricorda le interiora dell'animale che si sacrificava alle divinità.

Sagra dell’Angelo

Chiesa di Madonna in Veroncora

La parrocchia del Santissimo Redentore organizza ogni anno la Sagra dell'Angelo[83] presso la chiesa di Madonna in Veroncora, in dialetto Madòna in Verònca, cioè in ves ai ronchi, ossia verso i boschi. La sagra affonda la sua storia nel solco delle tradizioni bustocche, tra fede e lavoro. Si inizia il lunedì dell'Angelo con la tradizionale insalata e ciàpi (insalata e uova sode spaccate in due) in offerta a san Grato per l’inizio della primavera (la Madòna in Verònca era protettrice degli agricoltori). Durante la mattinata si svolge la sfilata dei trattori per le strade cittadine e nel pomeriggio vengono organizzati momenti di intrattenimento con giochi popolari ed accompagnamento musicale. La sagra ha il patrocinio del comune di Busto Arsizio e dal 2007 è organizzata anche dall'associazione "Amici della Madonna in Veroncora". Durante la festa si raccolgono anche i fondi necessari al restauro e la manutenzione della chiesetta della Madonna in Veroncora e del retrostante oratorio.

Carnevale

Durante il periodo del Carnevale si svolge una sfilata in maschera e di carri allegorici. Le maschere ufficiali della città, sono rappresentate da ul Tarlisu e da a Bumbasina. Sebbene di creazione recente, entrambe riferite alle tradizionali attività della tessitura, il primo al tessuto detto "traliccio", "cruciata" o federa per materassi e cuscini, a righe bianche e marroni, e la seconda relativa alla bambagia, o "bombasina".

Con la delibera n. 313/83 del 16 febbraio 1983 la Giunta Municipale di Busto proclamò il Tarlisu maschera tipica della Città di Busto Arsizio.[84]

Palio delle contrade di Beata Giuliana

Chiesa di San Luigi e Beata Giuliana

Ogni anno, dal 1958, durante la prima settimana di settembre, la parrocchia di Beata Giuliana si colora dei quattro colori del Palio:[85] infatti il quartiere è suddiviso in quattro rioni che si contendono la vittoria del palio. I rioni sono quattro: la luna (rossi), stra gallarà (gialli), a malavita (verdi) e cascina dei poveri (azzurri). Durante questa settimana, i quattro rioni si sfidano in svariate gare: tiro alla fune, taglio del tronco, freccette, bocce, tornei di briscola, scopa d'assi e scala quaranta e altre gare, sia per gli adulti, che per i bambini. L'ultima sera si tiene inoltre una corsa tra i quattro cavalli dei vari rioni, seguita da uno spettacolo pirotecnico. Oltre a tali gare, durante questa settimana, si svolgono altre attività, come il coro degli alpini, la benedizione delle automobili, la sfilata con gli sbandieratori per le vie del quartiere, spettacoli teatrali realizzati dai ragazzi della parrocchia, esibizioni di gruppi musicali e complessi bandistici, interventi di comici, sia famosi che non (ad esempio, nel 2007 uno degli ospiti fu Max Pisu). Inoltre, ogni sera è possibile gustare i vari piatti tipici dell'Altomilanese. Inoltre, durante la prima giornata viene offerto gratuitamente il tipico piatto risotto e luganiga.

Classifiche delle varie edizioni del Palio a partire dal 1990[86]
Anno 1° classificato 2° classificato 3°classificato 4° classificato
1990 Gialli Verdi Azzurri Rossi
1991 Non disputato
1992 Gialli Verdi Azzurri Rossi
1993 Verdi Gialli Azzurri Rossi
1994 Gialli Rossi Verdi Azzurri
1995 Non disputato
1996 Gialli Azzurri Rossi Verdi
1997 Azzurri Gialli Verdi Rossi
1998 Non disputato
1999 Verdi Azzurri Gialli Rossi
2000 Azzurri Verdi Gialli Rossi
2001 Verdi Gialli Azzurri Rossi
2002 Azzurri Rossi Verdi Gialli
2003 Verdi Azzurri Gialli Rossi
2004 Verdi Gialli Rossi Azzurri
2005 Gialli Verdi Rossi Azzurri
2006 Verdi Rossi Gialli Azzurri
2007 Gialli Verdi Rossi Azzurri
2008 Verdi* Gialli* Azzurri Rossi
2009 Verdi Gialli Azzurri Rossi

(*) Pari merito.

Iniziative del comune

Giovedì sera in piazza
Stand natalizi al Museo del Tessile.

Tra le iniziative proposte dal comune di Busto Arsizio, una delle più importanti è "Giovedì sera in piazza":[87] durante tutto il periodo estivo, gli esercizi commerciali del centro restano aperti il giovedì sera fino a tardi. Inoltre, sempre di giovedì sera, vengono organizzati vari eventi, come concerti (a volte anche un genere musicale per ogni piazza del centro storico), spinning in piazza, tornei di scacchi o dama, mercatini, piccole mostre ed altro ancora.

Villaggio di Natale

Un'altra iniziativa è il villaggio di Natale[88] che ogni anno, durante il periodo natalizio, si tiene nel parco del museo del tessile. È costituito da un mercatino di Natale, stand gastronomici, ristorante tirolese, ruota panoramica, animazione per bambini e spettacoli pirotecnici. È inoltre aperta dai primi di dicembre fino a febbraio una pista di pattinaggio su ghiaccio, presso la quale si possono spesso gustare tè caldo e vin brulé, ma a volte anche aperitivi a base di sushi.

Geografia antropica

Urbanistica

Chiesa del quartiere di Madonna Regina, che sarebbe rimasto isolato dal resto della città se fosse stato realizzato il progetto originale della "secante interna".

Fino alla prima metà dell'Ottocento, l'abitato di Busto Arsizio si sviluppava principalmente all’interno del limite dell'antico borgo, che era stato delimitato nel Medioevo da un terrapieno e da un fossato, ormai parzialmente livellati già dal Seicento. Nel territorio attuale della città erano presenti altri due abitati, quello di Sacconago e, più a sud, quello di Borsano.

A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, dato il rapido incremento demografico ed a causa dello spostamento del tracciato della ferrovia, iniziò lo sviluppo del borgo al di fuori della cinta difensiva, lungo la strà Balon (attuale corso XX settembre) e la strada Garottola (attuale via Mameli). Vennero anche abbattute le porte della città e nel 1911 venne steso il Piano di Ampliamento.[89]

Il primo piano studiato per risanare la situazione del centro storico di Busto Arsizio risale al 1940, quando la popolazione aveva superato ormai le 40.000 unità. Il progetto prevedeva l'apertura di una grande arteria fra piazza Manzoni e l'allora viale della Gloria, seguendo un tracciato est-ovest lungo le piazze Manzoni, Santa Maria, San Giovanni e Garibaldi.[90] A causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, il progetto non fu mai completamente attuato; tuttavia nel 1953, in via Milano cominciarono i lavori per la costruzione di nuovi edifici e l'allargamento della strada.

Alcune delle idee alla base del piano di recupero del 1940 furono inoltre riprese nel 1963,[91] alla presentazione di quello nuovo, che prevedeva la demolizione di quasi tutto il vecchio tessuto urbano, più o meno degradato, nell'intera area del centro storico. Fu aperto il corso Europa ed in via Milano continuò l'opera di rinnovamento già iniziata. Nuovi palazzi sorsero un po' ovunque: gli unici edifici che si sarebbero dovuti salvare erano solo quelli di un certo valore storico o artistico. Nel 1967, però, il Ministero dei Lavori Pubblici, resosi conto che era in corso una vera e propria opera di cancellazione della storia bustese, bloccò i lavori.[91] Dopo quella data iniziò un lungo periodo di immobilismo. La situazione si è sbloccata nei primi anni del nuovo millennio, quando è iniziata una fase di demolizione delle aree industriali dismesse che sorgevano intorno al perimetro del centro storico, soprattutto nella zona sud-ovest. In queste aree sono sorte nuove zone residenziali.

Nel 1977 venne approvato il nuovo Piano Regolatore. Tra i punti importanti vi sono la previsione della zona industriale a Sacconago e della zona grossistica nei pressi del raccordo autostradale, la salvaguardia generalizzata delle aree industriali centrali dall'eccessiva edificazione, l'obbligo per le nuove costruzioni di portici al piano terreno, la previsione di piani (mai attuati) per i centri storici di Borsano e Sacconago e l'uso del quinto arco dello svincolo dei cosiddetti "cinque ponti" per uno svincolo verso il quartiere di sant'Anna.[92]

Nel 1992 arrivò la variante del Piano Regolatore,[93] la quale confermò l'impianto precedente, con qualche previsione in più di terziario. Venne estesa inoltre la possibilità di sopralzare le abitazioni. Per quanto riguarda la cosiddetta "tangenziale interna detta secante", originariamente prevista in trincea tra il centro ed il quartiere di Madonna Regina, si pensa ad una strada a raso più ridotta, per non isolare il quartiere.

Con la legge regionale 12/2005[94] viene abolito lo strumento del piano regolatore e istituito quello del piano di governo del territorio, articolato in tre atti: documento di piano, piano dei servizi e piano delle regole.

Quartieri

I quartieri di Busto Arsizio sono 13: Sant'Anna, San Michele, San Giovanni, Sant'Edoardo, Madonna Regina, Redentore, Beata Giuliana, San Giuseppe, Santi Apostoli, Frati, Santa Croce, Borsano e Sacconago.

Storicamente sono sempre state presente le due ben distinte comunità di San Michele e San Giovanni, oltre che gli ex-comuni autonomi di Borsano e Sacconago e all'insediamento per lo meno medievale di Cascina Brughetto.

La Provincia di Busto Arsizio o del Seprio

Nel corso degli ultimi 10 anni si sono susseguiti vari progetti di legge per l'istituzione di una provincia con capoluogo a Busto Arsizio che riunisse i territori limitrofi. Le ultime due proposte sono entrambe del 2006.

Il 28 aprile 2006 il deputato dell'UDC Luca Volontè ha presentato un progetto di legge[95] che prevede l'istituzione della provincia di Busto Arsizio, con lo scopo di superare l'attuale suddivisione del territorio dell'Altomilanese in due province i cui confini attuali in alcuni casi tagliano a metà dei rioni.[96]

Pochi giorni dopo, il 9 maggio 2006 è stato avanzato dal senatore Antonio Tomassini un progetto di legge[97] che prevede l'istituzione della Provincia del Seprio, con capoluogo a Busto Arsizio. La provincia comprenderebbe i comuni della zona meridionale della Provincia di Varese e quelli della zona nord-ovest della Provincia di Milano.

I comuni appartenenti alla nuova provincia sarebbero: Busto Arsizio, Arconate, Arsago Seprio, Buscate, Busto Garolfo, Cairate, Canegrate, Cardano al Campo, Caronno Pertusella, Casorate Sempione, Cassano Magnago, Castano Primo, Castellanza, Castelseprio, Cerro Maggiore, Cislago, Dairago, Fagnano Olona, Ferno, Gallarate, Gerenzano, Gorla Maggiore, Gorla Minore, Gornate Olona, Legnano, Lonate Pozzolo, Magnago, Marnate, Nerviano, Nosate, Olgiate Olona, Origgio, Parabiago, Rescaldina, Samarate, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Saronno, Solbiate Olona, Somma Lombardo, Turbigo, Uboldo, Vanzaghello, Villa Cortese, Vizzola Ticino.

Economia

Agricoltura

Cascina Burattana

Il suolo di Busto Arsizio non è mai stato particolarmente favorevole all'agricoltura.[98] Per questo gli abitanti del luogo, fin dalle origini, dovettero affiancarvi altre attività, come la concia delle pelli nell'Alto Medioevo. Ciò nonostante il settore primario rimase quello predominante fino almeno al XVI secolo.[99] I raccolti più importanti erano quelli di cereali e vino.

In città è nata un'associazione, "Arte Agricola Bustese", che ha lo scopo di promuovere l'agricoltura biodinamica.[100] Una delle ultime realtà del patrimonio agricolo comunale è la Cascina Burattana, angolo verde situato a nord del quartiere di Borsano.

Allevamento

Un bozzolo

L'allevamento del baco da seta (i bigàti) fu praticato nell'Alto Milanese da tempo immemorabile. Fino all'avvento delle prime fibre artificiali (anni trenta del XX secolo) che portò al crollo del prezzo della seta sul mercato, l'Alto Milanese era la capitale della bachicoltura italiana, una delle prime al mondo. Si tratta di una tradizione secolare, che risale alla fine del Medioevo, e che era praticata in modo massivo nelle famiglie bustesi. Tale attività fu una di quelle che contribuirono a trasformare Busto Arsizio nella «Manchester d'Italia»,[101] ossia in uno dei più importanti centri per la produzione tessile. Proprio a supporto della bachicultura, a Busto Arsizio, nei cortili delle case, veniva coltivato il gelso, indispensabile nutrimento dei bachi da seta.[102]

Artigianato

Già nel XVI secolo Busto Arsizio era rinomata per la produzione del fustagno, un tessuto robusto e resistente, che ha le sue origini nel Basso Medioevo.[103]

Industria

Due delle "cento" ciminiere di Busto Arsizio.

Busto Arsizio è stata per anni uno dei più importanti centri tessili d'Italia, tanto da essere conosciuta anche all'estero.[104] Già agli inizi dell'800 vi troviamo la ditta "Benigno Crespi", appartenente ad una famiglia di lunga tradizione bustocca, soprannominata dei "Tengitt". Furono proprio Benigno Crespi e suo figlio Silvio che vollero costruire Crespi d'Adda, un villaggio operario dominato dal castello del padrone, che simboleggiava l'autorità e benevolenza verso gli operai e le loro famiglie.[105]

Nel 1995, il villaggio industriale di Crespi d'Adda, fu accolto da parte del Comitato per il Patrimonio Mondiale dell'Unesco nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto "Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa".[106]

In città si ebbe formazione di un ceto di imprenditori che avviò le prime manifatture tessili. Contemporaneamente si creò la figura dell'operaio-contadino che trovava impiego in tali manifatture senza però mai trascurare completamente le attività agricole. Con il passare del tempo l'Altomilanese si apprestava a diventare un motore pulsante dell'economia lombarda ed un'area di eccellenza dell'industria manifatturiera nazionale. Busto Arsizio iniziò ad essere chiamata "la Manchester d'Italia" o "la città delle 100 ciminiere".[107]

Nel 1917 gli imprenditori dell'area bustese diedero vita alla Federazione Industriale dell'Alto Milanese.[108] Dopo la pausa corporativa del ventennio fascista (prima della seconda guerra mondiale contava la presenza di 65 industrie[109]), gli imprenditori di Busto Arsizio si unirono nell'Unione Bustese degli Industriali nel 1949.

Nel 1951 fu creata, sul confine sud della città, la cosiddetta "Mostra del Tessile". Fu opera degli uomini più conosciuti e avveduti della città: il banchiere Benigno Airoldi, gli industriali Antonio Tognella, Carlo Schapira, Enrico Candiani, il sindaco Giovanni Rossini, i parlamentari Cipriano Facchinetti, Morelli, Tosi.

Se negli anni Cinquanta del XX secolo, per quanto riguarda il settore tessile, Busto Arsizio era prevalentemente una scuola di taglio e cucito orientata alla produzione, al giorno d'oggi invece l'orientamento è quello dello sviluppo tecnico.[110]

L'industria bustocca si è comunque molto diversificata, anche a causa della crisi che ha investito il settore tessile. La città ha saputo far fronte al declino del tessile in due modi: incentivando altri campi del settore secondario (l'industria meccanica, la lavorazione della plastica e l'edilizia) e sviluppando costantemente il settore commerciale e del terziario.[104]

Servizi

Anche per quanto riguarda il settore terziario, si hanno illustri esempi di eccellenza già nei secoli passati. Basti pensare che l'Antico Salumificio Bustese esportava in America già alla fine dell'Ottocento,[111] oppure che in quegli stessi anni Enrico dell'Acqua, pioniere dell’esportazione cotoniera in Italia e soprannominato "il principe mercante" da Luigi Einaudi, aveva già creato una immensa rete di commercio soprattutto con l'America latina.[112]

Al giorno d’oggi il terziario bilancia in numero di addetti l'attività manifatturiera, da sempre vocazione del comune di Busto Arsizio.[20] Secondo gli ultimi dati disponibile relativamente al tessuto economico della città[113] complessivamente le imprese sono 7.342. Per quanto riguarda la ripartizione per settore, commercio (1.846 imprese) e attività immobiliari (1.800 imprese) ricoprono il maggior numero di imprese attive. Le attività manifatturiere contano 1.255 imprese attive.

Recentemente Busto ha visto nascere il primo centro al mondo ad aver sviluppato un metodo di trattamento e crioconservazione delle cellule staminali amniotiche nei locali della Biocell Center.[114]

Infrastrutture e trasporti

Per quanto riguarda le attività del trasporto di merci, la città di Busto è importante anche per la presenza di una dogana e di un Terminal Hupac di Busto Arsizio destinato al trasporto intermodale.

Strade

La città di Busto Arsizio è collegata tramite una fitta rete di strade di diversa categoria a tutti i paesi limitrofi ed ai principali centri del nord-ovest della Lombardia e del nord-est del Piemonte. Per quanto riguarda le autostrade, 21 settembre del 1924 venne inaugurato il primo tratto di quella che diverrà l'Autostrada dei Laghi e che sarà la prima autostrada a pedaggio realizzata in Italia e la seconda nel mondo, dopo l'AVUS di Berlino (progettata nel 1909 ed aperta al traffico nel 1921). Con questo nome si indica, oltre al tratto originario, che oggi costituisce la A8, anche la A9, per Como, raggiungibile da Busto Arsizio anche tramite la SS527 Bustese. La città è collegata anche alla A4 tramite la Superstrada dell'Aeroporto della Malpensa, che ha il suo inizio proprio a Busto Arsizio e termina a Boffalora. Tale statale collega la città anche alla Malpensa, già Aeroporto Città di Busto Arsizio.

Strade statali e provinciali

Superstrade

  • dell'Aeroporto della Malpensa: uscire a Busto Arsizio-Solbiate Olona, oppure a Busto Arsizio-Cassano Magnago, oppure a Busto Arsizio Nord-Gallarate.

Autostrade

Trasporto pubblico cittadino

Con la concessione alla ditta Locatelli di Milano dell'esercizio di due linee urbane per il collegamento dei due poli ferroviari (Ferrovie dello Stato e Ferrovie Nord Milano) con le zone centrali di Busto Arsizio, ha inizio la storia del trasporto pubblico cittadino su strada. Dal 1972, i trasporti di pubblica utilità all'interno della città sono stati gestiti dall'Agesp trasporti s.p.a.. Alla fine del 2008 STIE ha acquistato l'intero pacchetto azionario di Agesp Trasporti, partecipata indiretta del Comune di Busto Arsizio attraverso Agesp Holding. STIE era già socia al 40% di Agesp Trasporti. Busto Arsizio è anche collegata tramite autolinee dell'Atinom a Busto Garolfo e della Stie a Castellanza, Legnano, Milano, Fagnano Olona, Solbiate Olona, Olgiate Olona e Gallarate.
Le autolinee suburbane con i Comuni limitrofi sono:

Trasporto ferroviario

Binari della linea delle Ferrovie dello Stato.
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazioni ferroviarie di Busto Arsizio.

La città di Busto Arsizio è attraversata da due linee ferroviarie con due stazioni ferroviarie ben distinte:

La Stazione delle ferrovie dello Stato è interessata dal transito e dalla fermata della Linea S5 (Pioltello - Gallarate/Varese)

Trasporto aereo

L'attuale aeroporto di Malpensa, già Aeroporto Città di Busto Arsizio, fu costruito su iniziativa degli imprenditori bustocchi e bustesi, che a tal fine diedero vita alla Società Aeroporto di Busto. L'aeroporto dista una decina di km dal centro cittadino. A circa 40 km da Busto Arsizio si trova anche l'aeroporto di Linate.

Amministrazione

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Elenco dei sindaci di Busto Arsizio
























































Gemellaggi

Bandiera dell'Italia Domodossola
Bandiera della Francia Epinay-sur-Seine

Sport

Le società sportive di Busto Arsizio sono attualmente 43: G.S. Beata Giuliana, U.C. Bustese Olonia, G. B. S. Anna, C.S.O. Borsanese, G.S. San Marco Calcio, Pro Patria Bustese Atletica Mondo, U.S. Acli Borsanese, G. B. Borsanese, International Skating, Hockey Club B.A., Pro Patria Bustese Sportiva, Pallacanestro Busto Arsizio, A.D.S. Centro Sportivo Busto A., Pro Patria Palla al Cesto, Futura Volley-Yamamay, Pro Patria Judo, Club Amici dello Sport-C.A.S., Club Twirling Sacconago, A.S.D. New Project, Bu Do Kan, Pool Bustese, G.S. Antoniana, U.S. Ardor calcio, U.S. oratorio San Filippo, P.G.S. Amicizia, Polisportiva Rekord, G.S.C. Borsano, P.G.S. S.I.C., A.S.D. Atletica San Marco, Pro Patria Pallavolo, Centro Studi Karate, Pro Patria Calcio Amatori, P.G.S. Primavera, Ardor Basket, Polisportiva P.A.D., S.C. Antoniana calcio, Polisportiva San Marco, Bustese 92, Fukyu Karate Club, Accademia Bustese Pattinaggio, A.R.C. Busto A. 1991, Busto Rugby, Tiro a Segno Nazionale sezione di Busto Arsizio.

Atletica leggera

La pista di atletica leggera di Sacconago, luogo di allenamento della Pro Patria Bustese Atletica Mondo

A Busto Arsizio si sono tenute alcune prove dei campionati italiani di atletica leggera, con i seguenti risultati:

La società locale di atletica leggera è la Pro Patria Bustese Atletica Mondo. Società di Podismo amatoriale sono l'Atletica San Marco, l'A.R.C. Busto e la P&C PodismoECazzeggio.

Assunta Legnante ha raggiunto i 19.04 metri con un lancio il 24 settembre 2006 alla Finale Oro dei Campionati italiani di società di getto del peso tenutasi a Busto Arsizio.

Calcio

Stadio Speroni

La squadra più prestigiosa della città è la "Pro Patria et Libertate", che milita dalla stagione 2002-03 nel campionato di Serie C1 (Lega Pro Prima Divisione)[121] ed il cui campo di gioco è quello dello Stadio Speroni. La Pro Patria vanta 16 campionati in Serie A dei quali 12 a girone unico, l'ultimo dei quali nella stagione 1955-56. Il miglior piazzamento nella massima divisione nazionale fu l'ottavo posto conquistato nel campionato 1947-48. La stagione 1965-66 fu l'ultima in Serie B.

Lo stadio della Pro Patria è il Carlo Speroni. Costruito ed inaugurato nel 1927 per la prima promozione della squadra in Serie A, ha subito varie ristrutturazioni ed ampliamenti, l'ultima delle quali nel luglio 2007.

Ciclismo

Busto Arsizio è stata due volte sede di tappa al Giro d'Italia:

Per alcuni anni vi si tenne anche la "Coppa Città di Busto Arsizio" (poi "G.P. Busto Arsizio"), fra i cui vincitori figurano Tranquillo Scudellaro (1954) e Rino Benedetti (1958), quinto l'anno precedente. In tutto si ebbero 19 edizioni. Dal 2007 si corre agli inizi di marzo il "Trofeo città di Busto Arsizio", gara riservata però alla categoria juniores ed organizzata dall'U.C. Bustese Olonia.

Hockey

La squadra cittadina è l'Hockey Club Busto Arsizio, che partecipa al campionato maschile di serie B.

Nuoto e Pallanuoto

Nel dicembre 1997, dalla fusione delle attività agonistiche di Bustese Nuoto e Busto Pallanuoto, è nata Busto Nuoto A.S.. La squadra della città è campione invernale di nuoto sincronizzato nel 2007.

Pallacanestro

Per quanto riguarda la pallacanestro, la Pallacanestro Busto Arsizio Ass. Dil. è la principale squadra della città e attualmente milità in serie C-Dilettanti (ex C1) dopo essere stata promossa perfino in B1. La storia della pallacanestro bustese è legata alla figura di Peppino Vidali a cui è stata recentemente intitolata la palestra secondaria del PalaPiantanida, conosciuto anche come PalaYamamay.[122]

Pallavolo

PalaYamamay, uno dei tre palazzetti dello sport di Busto Arsizio
La squadra locale di pallavolo femminile è la Yamamay Busto Arsizio, attualmente in Serie A1.

A Busto Arsizio è stata disputata il 3 giugno 2005, al PalaYamamay, una partita di World League tra le nazionali di Italia e Cuba, vinta da Cuba col punteggio di 1-3.

Rugby

Fondata nel 2008 per iniziativa di alcuni cittadini con il supporto di studenti e giocatori di rugby della LIUC, Università Carlo Cattaneo, è la Busto Rugby. Scopo dell'associazione è la promozione di questo sport tra i ragazzi di età compresa tra 6 e 11 anni (Minirugby) attraverso allenamenti bisettimanali e la partecipazione a concentramenti con altre squadre.

Scherma

La società schermistica di Busto Arsizio è la Pro Patria et Libertate.

Scautismo

Ex Macello Civico (arch. Crespi Balbi) ora sede del Busto 3

A Busto Arsizio sono attualmente presenti 3 gruppi di scout:

  • Busto Arsizio 1 (in via Pozzi);
  • Busto Arsizio 3 (in via Pepe, presso l'ex Macello Civico);
  • Busto Arsizio 5 (in via Lega Lombarda, presso la sede del PIME).

Tiro a Segno

La Società Mandamentale di Tiro a Segno di Busto Arsizio (ora Sezione di Tiro a Segno Nazionale), viene fondata il 23 dicembre 1883. Trent'anni dopo la sua fondazione, il 28 giugno 1914, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele di Savoia conte di Torino, inaugurerà un nuovo campo di tiro destinato oltre che hai cittadini di Busto Arsizio e zone limitrofi, anche all'addestramento dei militari della più vicina e nota Caserma "S.Ten. Ugo Mara" di Solbiate Olona. Attualmente l'organizzazione di tiro a segno, assolve senza fini di lucro, in ambito territoriale, i compiti istituzionali e sportivi dell'Unione Italiana Tiro a Segno.

La Sezione istituzionalmente esplica:

  • l'attività di addestramento prevista dalle vigenti disposizioni legislative e che si concretizza nello svolgimento di corsi di lezioni regolamentari di tiro a segno per coloro che prestano servizio armato presso enti pubblici o privati e per coloro che sono obbligati ad iscriversi e frequentare una Sezione di Tiro a Segno Nazionale ai fini della richiesta di una licenza di porto d'armi, nonché per tutti coloro che vi sono obbligati per legge;
  • l'attività dello sport del Tiro a Segno, organizzando manifestazioni sportive e curando la preparazione tecnica dei suoi iscritti, al fine di ottenere l'affiliazione all'UITS per praticare l'attività agonistica;
  • l'attività promozionale, propagandando lo sport del tiro a segno anche con lo svolgimento, per i ragazzi, di attività ludiche con l'uso di attrezzi sportivi ad aria compressa, autorizzate dall'Unione Italiana Tiro a Segno.

Galleria fotografica

Note

  1. ^ Citato in: "Pio Bondioli", Storia di Busto Arsizio, Volume II, Varese, La Tipografica, 1937, p. 145.
  2. ^ Bilancio demografico mensile ISTAT 2009
  3. ^ Vedi la voce Demografia della Lombardia
  4. ^ a b c Augusto Marinoni. "I dialetti da Saronno al Ticino". Busto Arsizio-Legnano, 1957. Pagine 37-50.
  5. ^ a b c d Cultura - Sito istituzionale di Busto Arsizio
  6. ^ a b c La Lingua di Busto Arsizio
  7. ^ a b c d Luigi Giavini. "Le origini di Busto Arsizio dai Liguri ai Longobardi". Nomos edizioni. 2002. Pagine 17-38.
  8. ^ a b c Rogora, Ferrario e Belotti nel libro citato Sommario di storia bustese, citando Magni e Pacciarotti (libro citato Busto Arsizio: Ambiente, Storia, Società), parlando di "isola" linguistica (pagina 252).
  9. ^ a b c La Giöbia dai Liguri antichi al Duemila
  10. ^ Da sito web "Comuni italiani".
  11. ^ Zone sismiche in Italia, dati Earth-prints (PDF), su earth-prints.org. URL consultato il 21-5-2008.
  12. ^ Classificazione climatica Lombardia, dati Confedilizia, su confedilizia.it. URL consultato il 21-5-2008.
  13. ^ Medie climatiche 1961-1990
  14. ^ Dati climatologici medi
  15. ^ Tabelle e grafici climatici
  16. ^ Tabella dei venti
  17. ^ C. Magni, G. Paciarotti, Busto Arsizio, Ambiente, Storia, Società, p. 5.
  18. ^ Notizia tratta dal libro C. Magni, Busto Arsizio - Ambiente storia società, Busto Arsizio, Freeman editrice, 1977.
  19. ^ a b AA.VV.. Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 40. Nello stesso anno, come si legge alla stessa pagina del libro citato, rovinò l'ultima delle sette torri della Busto medievale.
  20. ^ a b Piano Strategico di Busto Arsizio
  21. ^ www.araldicacivica.it
  22. ^ Introduzione di mons. Livetti
  23. ^ AA.VV.. La chiesa di San Michele, origine e storia. Vol II. Pagina 190.
  24. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 35.
  25. ^ Bertolli-Pacciarotti-Spada. Chiese minori a Busto Arsizio: San Gregorio e Beata Vergine delle Grazie (Sant'Anna). Libreria della Basilica. Busto Arsizio (1991), p.23.
  26. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 47.
  27. ^ Crespi d'Adda
  28. ^ AA.VV. La Chiesa di San Michele, Origine e Storia. Vol. I. pag. 15, nota 4.
  29. ^ AA.VV. La Chiesa di San Michele, Origine e Storia. Vol. I. pag. 160.
  30. ^ San Rocco
  31. ^ Sagra di San Rocco
  32. ^ Angelo Paredi. La Beata Giuliana da Busto Arsizio. Libreria della Basilica. Busto Arsizio, 1992. Pagina 61.
  33. ^ San Luigi
  34. ^ Santissimo Redentore
  35. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di Busto Arsizio. Freeman Editrice. Busto Arsizio, 2004. Pagina 38.
  36. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di Busto Arsizio. Freeman Editrice. Busto Arsizio, 2004. Pagina 29.
  37. ^ Madonna Regina
  38. ^ Santa Croce
  39. ^ Antichi organi suonano d'estate
  40. ^ Santi Apostoli
  41. ^ Sant’Anna
  42. ^ Sant'Edoardo
  43. ^ Santi Pietro e Paolo (chiesa nuova di Sacconago)
  44. ^ Parrocchia di Sacconago
  45. ^ Madonna in Prato
  46. ^ Comunità (mensile parrocchiale della prepositurale di San Michele Arcangelo), numero speciale di settembre 2001.
  47. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di Busto Arsizio. Freeman Editrice. Busto Arsizio, 2004. Pagina 49.
  48. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di Busto Arsizio. Freeman Editrice. Busto Arsizio, 2004. Pagina 39.
  49. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di Busto Arsizio. Freeman Editrice. Busto Arsizio, 2004. Pagina 46.
  50. ^ Madonna in Veroncora
  51. ^ Cascina dei Poveri
  52. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di Busto Arsizio. Freeman Editrice. Busto Arsizio, 2004. Pagina 31.
  53. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di Busto Arsizio. Freeman Editrice. Busto Arsizio, 2004. Pagina 51.
  54. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di Busto Arsizio. Freeman Editrice. Busto Arsizio, 2004. Pagina 26.
  55. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 62.
  56. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 77.
  57. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 78.
  58. ^ Gian Franco Ferrario. Emozioni Liberty. Macchione Editore. Pag. 39.
  59. ^ C.Cantù. Grande illustrazione del Regno Lombardo-Veneto. Ossia storia delle città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni. Milano 1857-61. p. 897
  60. ^ articolo nella sezione "Busto Arsizio", in La Prealpina, 23-05-2008.
  61. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 80.
  62. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 82.
  63. ^ Marchio di qualità
  64. ^ Città di Natale
  65. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 88.
  66. ^ Augusto Spada. Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 94.
  67. ^ Parco Alto Milanese
  68. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  69. ^ Popolazione residente a Busto Arsizio
  70. ^ DEMO ISTAT
  71. ^ Si veda in particolare (IT) Giorgio D'Ilario, Dizionario legnanese - Proverbi e modi di dire dialettali - Con un'introduzione sulle parlate dall'Olona al Ticino, 1991. "Si ebbe dunque subito una prima diversificazione del latino dovuta alle abitudini dei singoli popoli conquistati, ossia al diverso sostrato linguistico. La valutazione di questo elemento ha dato luogo ad ampie discussioni. Un tempo si credeva di poterlo facilmente determinare in questa o quella caratteristica fonetica; oggi si procede in questo campo con più dubitosa cautela" (ivi, p. 32).
  72. ^ Quando muore un anziano è come se bruciasse una biblioteca
  73. ^ Nasce a Busto Arsizio la grammatica lombarda
  74. ^ Esopo: trenta favole scelte / traduzione in dialetto bustocco di Mariolino Rimoldi
  75. ^ Bustocco.com
  76. ^ Cultura di Busto Arsizio
  77. ^ Un esempio su tutti è l'associazione La Famiglia Bustocca, nata nel 1951 con lo scopo di mantenere vive le tradizioni e il dialetto bustocco.
  78. ^ Radio Busto: la prima voce che annunciò la libertà
  79. ^ Orchestra fondata nel 1905. Mandolinisti Bustesi
  80. ^ Magni-Pacciarotti. "Busto Arsizio - Ambiente storia società". Freeman editrice. Busto Arsizio (1977). Pagina 58.
  81. ^ Francesco da Busto è ricordato nel Proemio del De divina proportione di Luca Pacioli insieme a Leonardo da Vinci ed altri personaggi della corte sforzesca.
  82. ^ http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=64320
  83. ^ Sagra dell'Angelo alla Madonna in Veroncora
  84. ^ Alcuni passi tratti dalla delibera sono i seguenti. Premesso che il termine Tarlisu è il corrispondente dialettale di “traliccio”, denominazione consuetudinaria di un particolare tipo di tessuto, particolarmente idoneo per le sue caratteristiche a mantenere all’interno il piumino d’oca o la lana di pecora, tinteggiato a righe bianche e marroni, prodotto sempre in quantità predominante nei tanti opifici della città, divenuta famosa anche all’estero per la sua produzione ed esportazione cotoniera tanto da essere chiamata la "Manchester d’Italia"[...]; [...]ritenuto che il Tarlisu abbia tutte le caratteristiche per poter essere considerato la maschera tipica della città e possa quindi essere proclamato tale, nel quadro di una giusta valorizzazione delle tradizioni locali e del patrimonio culturale e folkloristico bustocco, con un atto formale e solenne che consacri, per il carnevale in atto e per quelli a venire, il Tarlisu Maschera Bustocca; [...]delibera di proclamare a tutti gli effetti Maschera tipica della Città di Busto Arsizio il Tarlisu.
  85. ^ Palio di Beata Giuliana
  86. ^ Sito della parrocchia di S. Luigi e Beata Giuliana
  87. ^ Giovedì sera, spettacolo e... quattro saldi in centro
  88. ^ Sito web del villaggio di Natale
  89. ^ C.Magni, G.Paciarotti - Busto Arsizio, Ambiente, Storia, Società - pag.43.
  90. ^ Rogora, Bellotti, Ferrario. Sommario di storia bustese. Pagina 356.
  91. ^ a b Rogora, Bellotti, Ferrario. Sommario di storia bustese. Pagina 359.
  92. ^ Rogora, Bellotti, Ferrario. Sommario di storia bustese, pp. 267-268.
  93. ^ Variante del P.R.G. (1992)
  94. ^ Legge 12/2005 della Lombardia
  95. ^ Progetto di Legge per la creazione della Provincia di Busto Arsizio
  96. ^ Confine tra le due attuali province
  97. ^ Progetto di Legge per la creazione della Provincia del Seprio
  98. ^ Suolo di Busto Arsizio
  99. ^ AA.VV.. Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (1997), pp.7-12.
  100. ^ L'agricoltura biodinamica nasce dallo sviluppo degli impulsi dati da Rudolf Steiner, fondatore dell'antroposofia, per una nuova agricoltura che si basi sul potenziamento della fertilità del terreno.
  101. ^ AA.VV.. Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio. Freeman editrice. Busto Arsizio (1997). Pagina 12.
  102. ^ Busto Arsizio Manchester
  103. ^ Fustagno
  104. ^ a b [1]
  105. ^ Villaggio Crespi
  106. ^ Villaggio Crespi
  107. ^ Cento Ciminiere
  108. ^ Unione degli Industriali
  109. ^ Itinerari e Sapori
  110. ^ Una scuola che misura l'economia del territorio
  111. ^ Unione degli Industriali
  112. ^ Luca Colombo. L'impero del cotone. Pianezza editore. Busto Arsizio(1999).
  113. ^ Imprese attive iscritte al Registro Imprese nel 2005,
  114. ^ Biocell Center
  115. ^ Eletto sindaco per la seconda volta
  116. ^ Era il più giovane sindaco d'Italia, essendo nato nel 1888
  117. ^ Destituito dal prefetto per alcuni mesi a partire dal 17 novembre 1943
  118. ^ Eletto senatore nel 1955
  119. ^ Eletto senatore nel 1976
  120. ^ Angelo Borri: tifoso e sindaco, su bustocco.com. URL consultato il 27/06/2009.
  121. ^ Pro Patria in prima divisione
  122. ^ Sito ufficiale Pallacanestro Busto Arsizio Ass. Dil.

Bibliografia

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  • Giampiero Magugliani, Busto Arsizio. Storia di una città attraverso le sue vie e le sue piazze, Busto Arsizio, Pianezza s.r.l., 1985.
  • Amici del Liceo, Vita bustese. Rassegna di vita bustese, documenti ed immagini 1920-1940, Busto Arsizio, Bramante editrice., 1989.
  • Francesco Bertolli, La peste del 1630 a Busto Arsizio, Busto Arsizio, Bramante editrice, 1990.
  • Bertolli-Pacciarotti-Spada, Chiese minori a Busto Arsizio: San Gregorio e Beata Vergine delle Grazie (Sant'Anna), Busto Arsizio, Libreria della Basilica, 1991.
  • Ferrario Mezzadri-Langè-Spiriti, Il Palazzo Marliani Cicogna in Busto Arsizio, Busto Arsizio, Arti Grafiche Baratelli, 1992.
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  • AA.VV., Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio, Busto Arsizio, Freeman editrice, 1997.
  • Daniela Maffioli, La Capitolare di Busto Arsizio attraverso la storia e alcuni suoi codici (XII-XV secolo), Olgiate Olona, Mariani Artigrafiche s.r.l., 1998.
  • AA.VV., La Basilica di San Giovanni Battista a Busto nell'opera di Francesco Maria Ricchino, Busto Arsizio, Freeman editrice, 2001.
  • Giuseppe Tettamanti, Zibaldone Cronaca Altri Scritti, Busto Arsizio, Edizioni de "la Provvidenza", 2001.
  • Elisabetta Palmisano, Il Settecento a Busto Arsizio, Busto Arsizio, Freeman editrice, 2002.
  • Gian Franco Ferrario, Busto Arsizio. Emozioni Liberty, Busto Arsizio, Macchione editore, 2002.
  • AA.VV., Molini Marzoli Massari. Un recupero di eccellenza. La Tecnocity di Busto Arsizio, Busto Arsizio, Macchione editore, 2002.
  • AA.VV., Busto Arsizio, anno 1604 e dintorni, Busto Arsizio, Edizioni de "la Provvidenza", 2004.
  • Augusto Spada, Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio, Busto Arsizio, Freeman editrice, 2004.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1850 1853 Dott. Carlo Tosi Sindaco
1853 Cesare Rossi Sindaco
1856 1863 Pasquale Pozzi Sindaco
1863 1868 Ing Carlo Crespi (detto Cordafina) Sindaco
1868 1872 Dott. Carlo Tosi Sindaco [115]
1872 1873 Cav. Luigi Krumm Assessore anziano
1873 1875 Avv. Angelo Ballarati Sindaco
1875 1884 Comm. Giuseppe Lualdi Sindaco
1884 Orsino Orsini Commissario
1884 Angelo Gambero Sindaco f.f.
1884 1885 Avv. Ernesto Travelli Sindaco f.f.
1885 1889 Paolo Crespi Porro Sindaco f.f.
Leopoldo Candiani Sindaco
Ercole Marinoni Sindaco
1890 1895 Cav. Attilio Ballarati Sindaco
1896 1902 Avv. Pietro Tosi Sindaco
1903 1904 Comm. Avv. Cesare Rossi Sindaco
1906 1907 Comm. Avv. Giuseppe Rossi Sindaco
1909 1914 Avv. Pietro Tosi Sindaco
1914 1923 Cav. Carlo Azimonti Partito Socialista Italiano Sindaco [116]
1924 1930 Comm. Ottorino Maderna Podestà
1931 1 settembre 1943 Comm. Dott. Ercole Lualdi Podestà
2 settembre 1943 25 aprile 1945 Avv. Carlo Azimonti Commissario prefettizio [117]
26 aprile 1945 1946 Avv. Camillo Tosi Sindaco
1946 1947 Sen Mario Grampa Partito Socialista Italiano Sindaco [118]
1947 1961 Comm. Giovanni Rossini Democrazia Cristiana Sindaco
1961 1970 Rag. Gian Pietro Rossi Democrazia Cristiana Sindaco [119]
1970 1972 Dott. Giuseppe Castiglioni Democrazia Cristiana Sindaco
1972 1974 Dott. Giorgio Ughetto Haraszthy Democrazia Cristiana Sindaco
1974 1975 Gian Luigi Baratelli Democrazia Cristiana Sindaco
1975 1976 Rag. Gian Pietro Rossi Democrazia Cristiana Sindaco
1976 Rag. Ascanio Besnati Partito Repubblicano Italiano Sindaco
1976 1977 Rag. Felice Pozzi Democrazia Cristiana Sindaco
1977 1979 Avv. Giancarlo Tovaglieri Democrazia Cristiana Sindaco
1979 1985 Angelo Borri (il "sindaco buono"[120]) Democrazia Cristiana Sindaco
1985 1988 On. Gian Pietro Rossi Democrazia Cristiana Sindaco
1988 1990 Dott. Luigi Caccia (detto Gigetto) Democrazia Cristiana Sindaco
1990 1993 On. Gian Pietro Rossi Democrazia Cristiana Sindaco
1993 Dott. Umberto Calandrella Commissario straordinario
Dicembre 1993 25 maggio 2002 Prof. Gianfranco Tosi Lega Nord Sindaco
26 maggio 2002 30 gennaio 2006 Ing. Luigi Enrico Rosa Lega Nord Sindaco
1 febbraio 2006 29 maggio 2006 Dott. Paolo Guglielman Commissario prefettizio
1 febbraio 2006 In carica Dott. Gianluigi Farioli (detto Gigi) Forza Italia/Popolo della Libertà Sindaco

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