Pieve di Pontirolo

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Pieve di Pontirolo
Informazioni generali
CapoluogoTrezzo
forse 2000 abitanti (1751)
Dipendente daProvincia di Milano
Suddiviso in15 comuni
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Podestàlista sconosciuta
Organi deliberativiConsiglio generale
Evoluzione storica
InizioXIV secolo
CausaSecolarizzazione delle pievi
Fine1797
CausaInvasione napoleonica
Preceduto da Succeduto da
Nessuna Distretto di Cassano sopra Adda
Cartografia
Pieve di San Giovanni evangelista
poi
Pieve dei Santi Gervaso e Protaso
Informazioni generali
CapoluogoPontirolo Vecchio
poi
Trezzo dal 1577
forse 2000 abitanti (1751)
Dipendente daArcidiocesi di Milano
Suddiviso in10 parrocchie
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Prevostovedi sotto
Evoluzione storica
InizioXII secolo
CausaIstituzione delle pievi
Fine1972
CausaSinodo Colombo
Preceduto da Succeduto da
Nessuna Decanato di Trezzo
Cartografia

La pieve di Pontirolo o pieve di San Giovanni evangelista poi pieve di Trezzo o pieve dei Santi Gervaso e Protaso (in latino: Plebis Pontiroli poi Plebis Tritii) era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano e del Ducato di Milano con capoluogo Trezzo sull'Adda. I santi patroni erano Gervasio e Protasio ai quali è ancora oggi dedicata la chiesa prepositurale di Trezzo.

La pieve ha una storia atipica dovuta al fatto di essere stata coinvolta nei conflitti con la confinante Repubblica di Venezia, tanto da aver ingenerato confusione fra gli storici a causa delle pesanti modifiche territoriali che dovette subire durante il Rinascimento.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'originale pieve di Pontirolo viene citata nel "Liber notitiae sanctorum Mediolani" come esistente già nel XII secolo sotto il titolo di San Giovanni evangelista.[1] Il suo territorio ecclesiastico era molto esteso, spaziando su entrambe le rive dell'Adda fin oltre Brembate, mentre il suo capoluogo era Pontirolo Vecchio, nome dell'epoca dell'odierna Canonica d'Adda.[2]

Gli "Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346" cominciano a parlare di una parallela pieve amministrativa del Ducato di Milano a metà del XIV secolo, sebbene con un territorio già probabilmente più ridotto.[3] Punto di svolta nella storia della pieve furono i ripetuti conflitti che nel Quattrocento videro contrapporsi Milano alla Repubblica di Venezia, ossia il principale e più minaccioso nemico della città meneghina. Nella loro espansione verso ovest i veneti arrivarono più volte fino all'Adda, occupando parte del territorio plebaneo. Respinta solo in parte l'offensiva, e stabilizzato il confine mediante la costruzione del fosso bergamasco, i governanti lombardi e poi spagnoli istituirono sulla frontiera una compartimentazione particolare con una regolamentazione autonoma sia dal punto di vista amministrativo che militare, un'entità che prese il nome di Gera d'Adda e si portò via quasi tutto il territorio oltre il fiume, compreso l'antico capoluogo. L'ordinaria pieve di Pontirolo continuò ad esistere a destra dell'Adda con un territorio invero non esiguo e con un nuovo capoluogo, Trezzo, sebbene fu mantenuto il nome tradizionale, ingenerando la suddetta confusione storiografica.

Nella seconda metà del Cinquecento anche l'arcivescovo San Carlo Borromeo, già impegnato in un generale opera di ammodernamento della diocesi, decise di adottare i cambiamenti civili nel frattempo intervenuti nel territorio plebaneo, e abolì i privilegi prepositurali di Canonica istituendo al suo posto tre nuove pievi: quella di Trezzo che come quella civile mantenne il nome originario, quella di Treviglio che prese le parrocchie incluse nella Gera d'Adda, e quella di Verdello cui furono affidate le chiese passate sotto il governo di Venezia.[4]

La pieve ora trezzese conobbe quindi due secoli di stabilità, e la sua esistenza sul piano civile continuò fino al 1797, quando l'invasione dei rivoluzionari francesi portò alla creazione di un moderno ma effimero distretto.[5] Ben più longeva fu la pieve ecclesiastica, arricchita della parrocchia di Roncello nel 1883 e di Porto d'Adda nel 1897, che sopravvisse fino al 1972 allorquando il sinodo del cardinal Colombo la sostituì col decanato di Trezzo sull'Adda comprendente 15 parrocchie.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda metà del XVIII secolo, il territorio della pieve era così suddiviso:

Pieve civile Pieve ecclesiastica
Comune di Trezzo Parrocchia prepositurale dei Santi Gervaso e Protaso
Comune di Basiano Parrocchia di San Gregorio magno
Comune di Busnago
Comune di Roncello
Parrocchia di San Giovanni evangelista
Comune di Cassano
Comune di Cassine San Pietro
--[6]
Comune di Colnago Parrocchia di Sant'Alessandro martire
Comune di Concesa Parrocchia di Santa Maria Assunta
Comune di Cornate
Comune di Porto
Parrocchia di San Giorgio martire
Comune di Grezzago Parrocchia di San Martino
Comune di Groppello --[7]
Comune di Pozzo Parrocchia di Sant'Antonio abate
Comune di Trezzano Parrocchia di San Gottardo
Comune di Vaprio Parrocchia di San Nicolò

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lombardia Beni Culturali
  2. ^ Ogni riferimento a Pontirolo Nuovo è invece frutto di grave errore, dato che mai la località ebbe un prevosto.
  3. ^ vedi qui
  4. ^ Lombardia Beni Culturali
  5. ^ Lombardia Beni Culturali
  6. ^ In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che i due comuni corrispondevano alla Parrocchia dei Santa Maria Immacolata e Zeno, compresa ecclesiasticamente nella pieve di San Lorenzo di Arzago appartenente alla diocesi di Cremona.
  7. ^ In questo caso c'era discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla Parrocchia dei San Bartolomeo, compresa ecclesiasticamente nella pieve di Santi martiri Gervaso e Protaso di Gorgonzola.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Manoscritto della Biblioteca Capitolare di Milano, a cura di M. Magistretti, U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
  • Diocesi di Milano. Sinodo 46°, Milano, 1972, Pubblicazione curata dall'ufficio stampa della Curia arcivescovile di Milano.
  • G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, 1974.
  • Istituzione dei nuovi vicariati urbani e foranei, 11 marzo 1971, Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, Rivista Diocesana Milanese, 1971.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]