Pieve di Missaglia

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Pieve di Missaglia
Informazioni generali
CapoluogoMissaglia
723 abitanti (1751)
Dipendente daProvincia di Milano
Suddiviso in31 comuni
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Podestàlista sconosciuta
Organi deliberativiConsiglio generale
Evoluzione storica
InizioXIV secolo
CausaSecolarizzazione delle pievi
Fine1797
CausaInvasione napoleonica
Preceduto da Succeduto da
Nessuna Distretto di Piè de Monti
Cartografia
Pieve di San Vittore
Informazioni generali
CapoluogoMissaglia
723 abitanti (1751)
Dipendente daArcidiocesi di Milano
Suddiviso in22 parrocchie
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Prevostovedi sotto
Evoluzione storica
InizioXII secolo
CausaIstituzione delle pievi
Fine1972
CausaSinodo Colombo
Preceduto da Succeduto da
Nessuna Decanato di Missaglia
Cartografia

La pieve di Missaglia o pieve di San Vittore di Missaglia (in latino: Plebs Missaliensis o Plebs Sancti Victoris Missaliensis) era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano e del Ducato di Milano con capoluogo Missaglia.

Il santo patrono era san Vittore a cui è ancora oggi dedicata la chiesa prepositurale di Missaglia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sotto il profilo religioso, il primo documento che attesta la grande antichità dell'istituzione plebana di Missaglia - da numerosi studiosi ritenuta una delle più antiche di tutta l'Arcidiocesi[1] - risale all'835 ove viene riportato il termine di "archipresbyter" (arciprete), probabilmente riferibile ad un collegio sacerdotale presente nella parrocchia della città.[1][2] Tale arciprete, Giovanni,[1][2] viene citato in quanto avente proprietà entro la corte di Limonta.[2]

Al 1129 risale invece il primo documento in cui si cita espressamente la parola pieve, in un atto di compravendita operata dal locale prevosto, e l'istituzione viene riportata come molto fiorente anche da Goffredo da Bussero nel suo "Liber notitiae sanctorum Mediolani" che gli attribuiva già nel Trecento un copioso numero di chiese. Nel XIV secolo sappiamo inoltre che il collegio canonicale era composto di 11 canonici più il prevosto, con un totale di 26 chiese da cura d'anime, oltre ai monasteri di Bernaga, Brianzola, Casatevecchio e Pocuzano. Col Rinascimento la pieve assunse anche una funzione amministrativa civile come ripartizione locale della Provincia del Ducato di Milano, al fine di ripartire i carichi fiscali e provvedere all'amministrazione della giustizia.[3]

Nel XVI i canonici erano scesi a otto e la cura d'anime rimaneva la medesima su tutto il territorio plebano, mentre crescevano nuove parrocchie che influivano sugli inizi della decadenza della pieve, che divenne sede di un vicariato foraneo dopo le disposizioni del Concilio di Trento. Nel 1651, inoltre, la parrocchia di Lomaniga non figura più inserita nell'"index omnium locorum diocesis Mediolanensis habentium ecclesiam parochialem" dello "studium mei presbiteri Joanne Baptiste Cornei" contenuto nell'Indice delle parrocchie della diocesi di Milano, stilato nel 1651. Dal punto di vista civile, la pieve amministrativa fu soppressa nel 1797 in seguito all'invasione di Napoleone e alla conseguente introduzione di un più moderno distretto, che tuttavia si rivelò effimero.[4][5]

Nell'Ottocento, e precisamente il 7 marzo 1854, l'arcivescovo milanese Carlo Bartolomeo Romilli staccò le parrocchie di Rovagnate e Perego dalla pieve di Missaglia e le attribuì alla Pieve di Brivio, mentre le parrocchie di Cernusco Lombardone, Montevecchia e Osnago passarono al vicariato di Merate. Nel 1906, poi, le parrocchie di Galgiana e Monticello furono ulteriormente attribuite al vicariato di Casatenovo, già presente dal 1843 e che andava ingrandendosi a scapito delle antiche pievi. Dopo l'istituzione di altre parrocchie minori, tra cui Santa Maria Hoè nel 1914, ormai caduta in disuso come struttura, la pieve di Missaglia crollò sotto gli emendamenti del cardinale Colombo del 1971 e venne soppressa assieme a tutte le altre pievi milanesi. Continuò ad ogni modo ad essere sede di decanato.[2] Oggi il suo antico territorio ricade sotto il decanato di Missaglia e comprende 34 parrocchie.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda metà del XVIII secolo, il territorio della pieve era così suddiviso:

Pieve civile Pieve ecclesiastica
Comune di Missaglia
Comune di Contra
Comune di Lomaniga
Parrocchia prepositurale di San Vittore
Comune di Barzago Parrocchia di San Bartolomeo
Comune di Barzanò Parrocchia di San Vito
Comune di Brianzola
Comune di Cologna
Parrocchia di San Lorenzo
Comune di Bulciago Parrocchia di San Giovanni evangelista
Comune di Cagliano Parrocchia di San Donnino
Comune di Casate Nuovo Parrocchia di San Giorgio
Comune di Cassago
Comune di Oriano
Parrocchia dei Santi Giovanni e Brigida
Comune di Cassina de'Bracchi Parrocchia di San Biagio in Galgiana
Comune di Cernusco Lombardone Parrocchia di San Giovanni Battista
Comune di Cremella Parrocchia dei Santi Sisinio e Martirio
Comune di Lomagna Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo
Comune di Maresso Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita
Comune di Montevecchia Parrocchia di San Giovanni decollato
Comune di Monticello
Comune di Casirago
Parrocchia di Sant'Agata
Parrocchia della Purificazione di Maria Vergine in Torrevilla
Comune di Nava
Comune di Tegnone
Parrocchia di San Michele arcangelo
Comune di Osnago Parrocchia di Santo Stefano
Comune di Perego
Comune di Bernaga
Parrocchia di San Giovanni evangelista
Comune di Rovagnate
Comune di Santa Maria Hoè
Comune di Cereda
--[6]
Parrocchia di San Giorgio martire
Comune di Sirtori
Comune di Crippa
Parrocchia dei Santi Nabore e Felice
Comune di Viganò Parrocchia di San Vincenzo

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne, p. 108.
  2. ^ a b c d vedi qui
  3. ^ vedi qui
  4. ^ vedi qui
  5. ^ Dopo quattro anni di vorticosi cambiamenti politici, amministrativi e bellici, nel 1801 il territorio plebaneo fu definitivamente staccato dalla sua storica matrice milanese per passare sotto Como.
  6. ^ Si noti come la parrocchia comprendesse anche il Comune di Bagaggera, civilisticamente incluso nella Pieve di Brivio.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Manoscritto della Biblioteca Capitolare di Milano, a cura di M. Magistretti, U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
  • Istituzione dei nuovi vicariati urbani e foranei, 11 marzo 1971, Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, Rivista Diocesana Milanese, 1971.
  • Diocesi di Milano. Sinodo 46°, Milano, 1972, Pubblicazione curata dall'ufficio stampa della Curia arcivescovile di Milano.
  • G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, 1974.
  • AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne - A Giovanni Paolo II, Como-Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1996.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]