Pieve di Corbetta

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Pieve di Corbetta
Informazioni generali
Nome ufficialePlebis Curiapictensis
CapoluogoCorbetta
2009 abitanti (1771)
Dipendente daProvincia di Milano
Suddiviso in31 comuni
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Podestàlista sconosciuta
Organi deliberativiConsiglio generale
Evoluzione storica
InizioXIV secolo
CausaSecolarizzazione delle pievi
Fine1797
CausaInvasione napoleonica
Preceduto da Succeduto da
Nessuna Distretto di Corbetta
Distretto di Abbiategrasso
Cartografia
Pieve di San Vittore
Informazioni generali
Nome ufficialePlebis Sancti Victori
CapoluogoCorbetta
2009 abitanti (1771)
Dipendente daArcidiocesi di Milano
Suddiviso in18 parrocchie
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Prevostovedi sotto
Evoluzione storica
InizioXII secolo
CausaIstituzione delle pievi
Fine1972
CausaSinodo Colombo
Preceduto da Succeduto da
Nessuna Decanato di Magenta
Cartografia

La pieve di Corbetta o pieve di San Vittore di Corbetta (in latino: Plebis Coriopictensis o Plebis Sancti Victori Coriopictensi) era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano e del Ducato di Milano con capoluogo Corbetta.

Il patrono era san Vittore martire cui è dedicata la chiesa prepositurale di Corbetta. La sua festa viene celebrata ancora oggi in paese l'8 maggio.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio della pieve di Corbetta era quello tipico della Pianura Padana, pianeggiante e leggermente in discesa nelle aree di confine verso il fiume Ticino.

La pieve, all'epoca di Goffredo da Bussero, confinava a nord con la pieve di Parabiago, a nord-est con quella di Nerviano, a nord-ovest con la Pieve di Dairago ed a ovest con la diocesi di Novara. A est la pieve corbettese confinava con quella di pieve di Cesano Boscone ed a sud con quella di Rosate ecclesiasticamente sino al '500 quando san Carlo Borromeo non istituì la pieve di Abbiategrasso, atto che tuttavia non fu mai riconosciuto ai fini civili.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il XIII secolo: le origini[modifica | modifica wikitesto]

La pieve di Corbetta viene citata a partire dall'XI secolo, menzionando la presenza di un primo sacerdote a capo di essa con il titolo di praepositus (prevosto).[1].

Notizie più precise sono riferite al XIII secolo quando Goffredo da Bussero, autore del Liber notitiae sanctorum Mediolani ci fornisce dati censitari schematici: la pieve di Corbetta comprendeva i comuni di Abbiategrasso, Albairate, Bareggio, Bernate Ticino, Besate, Boffalora sopra Ticino, Cisliano, Bestazzo, San Pietro Bestazzo, Corbetta, Cassina Pobbia, Lugagnano, Magenta, Marcallo, Menedrago, Mesero, Motta Visconti, Ossona, Ozzero, Bugo, Robecco, Castellazzo de' Barzi, Santo Stefano Ticino, Sedriano, Vittuone, Coronate, Fallavecchia, Ticinello, Ravello, e San Vito.[2]

La canonica corbettese, che aveva sede nella chiesa prepositurale di San Vittore martire, comprendeva un prevosto e dodici canoniche, che potevano vantare diritti consistenti su diverse cappellanie sparse sul territorio del corbettese[3].

Nel corso del Trecento cominciò a formarsi la struttura amministrativa secolare ricalcata su quella ecclesiastica, sfruttata dal Ducato di Milano per un miglior controllo del territorio.

I secoli XVII e XVIII: apogeo e fine della pieve civile[modifica | modifica wikitesto]

L'altare maggiore della chiesa prepositurale di San Vittore Martire, per oltre seicento anni sede del prevosto

Col tempo, la struttura della pieve si consolidò, si ampliò e si semplificò, gestendo localmente l'aspetto religioso delle diverse comunità basandosi essenzialmente sulle principale parrocchie dei centri abitati circostanti[1] la città di Corbetta: San Vittore a Corbetta, San Giorgio ad Albairate, Santi Nazaro e Celso a Bareggio, San Giorgio a Bernate Ticino, Beata Vergine Assunta a Bestazzo, Santa Maria della Neve a Boffalora sopra Ticino, Sant'Antonio abate a Cassinetta di Lugagnano, San Giovanni Battista a Cisliano, Sant'Andrea a Casterno, Santi Nazaro e Celso a Marcallo, Purificazione della Beata Maria Vergine a Mesero, San Cristoforo a Ossona, San Giovanni Battista a Robecco sul Naviglio, Santo Stefano a Santo Stefano Ticino (costituita parrocchia nel 1610), San Remigio a Sedriano, San Vito a Gaggiano, Annunciazione di Maria Vergine a Vittuone.

Malgrado questa fortificazione nelle definizioni interne all'amministrazione della chiesa locale, bisogna ricordare che molti altri centri ben più importanti di Corbetta stessa stavano sorgendo nella medesima area e come tale questi mettevano in discussione l'ormai secolare influenza religiosa della cittadina, che pure manteneva un ruolo primario nell'Ovest milanese.[1]

L'inizio della decadenza della pieve si ebbe nel XVI secolo, con il decreto dell'arcivescovo milanese, il cardinale Carlo Borromeo risalente al 2 aprile 1578, col quale venne staccata dal territorio della pieve di Corbetta la città (e quindi la canonica) di Abbiategrasso che andò a costituire una pieve autonoma con un proprio prevosto a capo. Bisogna sottolineare tuttavia che tale atto non fu riconosciuto ai fini civili, per i quali Abbiategrasso sempre rimase sottoposta a Corbetta.[4]

Dop il concilio di Trento andò anche diffondendosi la tradizione vicariale che operava per conto dell'arcivescovo, che sottrasse altri territori alla giurisdizione della pieve: Magenta si istituì in vicariato foraneo di Magenta nel 1743, Bernate Ticino nel 1851 e Vittuone nel 1853. Corbetta era all'epoca la seconda pieve milanese per estensione dopo quella della Valsassina.

La soppressione delle pievi[modifica | modifica wikitesto]

La fine del Settecento portò a profonde riforme dell'antico tessuto amministrativo lombardo. Nel 1786 entrò in vigore il piano illuminista dell'Imperatore Giuseppe II che portò la pieve in Provincia di Pavia, scelta che fu tuttavia abrogata cinque anni dopo dal più conservatore Leopoldo II che successe al fratello nel 1790.

Nel 1797 le truppe francesi conquistarono la Lombardia importandovi la rivoluzione giacobina. Le strutture delle pievi non potevano essere accettate dalle illuministiche e laiche idee del nuovo governo, e le pievi vennero sostituite da brevi ed effimeri distretti.

Sul piano religioso, invece, fu nel 1972 che, con il sinodo diocesano indetto dal cardinale Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, la pieve di Corbetta venne abolita e la città venne compresa nel decanato di Magenta e quindi nella zona pastorale IV di Rho. Allo scioglimento la pieve aveva un'area di 264,14 km² e una popolazione di 158.473 abitanti.

La vecchia pieve di Corbetta ha attualmente lo status di parrocchia, conservando tuttavia ancora oggi alcuni privilegi: l'elezione di un prevosto, il titolo di canonici per i sacerdoti residenti e quindi l'utilizzo della mozzetta secondo le convenzioni locali, oppure il diritto di intrattenere particolari rapporti con la curia milanese, o ancora di nominare propri canonici e di procurare l'acqua santa o gli oli benedetti per tutte le chiese incluse nell'ex pieve, che comprende 29 parrocchie e ricade oggi sotto il decanato di Magenta.

La chiesa capopieve[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa prepositurale di San Vittore Martire.

La chiesa capopieve è dedicata a San Vittore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo nucleo dell'edificio nacque probabilmente nel III secolo ad opera di san Mona che lo edificò sopra una precedente ara pagana.[5] La chiesa venne quindi ricostruita in epoca longobarda e ancora nel 1037 in forme romaniche e completata con l'aggiunta di una cripta dedicata a San Materno.

Nel 1535 il tetto crollò distruggendo l'altare maggiore, consentendo però il ritrovamento di alcune reliquie donate al capitolo da Arnolfo di Donnino nel XIII secolo[6].

Nel 1570 il cardinale Carlo Borromeo amministrò la cresima sul piazzale, incoraggiando nuovi lavori di restauro che si compirono tra il 1588 ed il 1592, mentre il nuovo campanile venne completato nel 1612, e nuovamente ricostruito tra il 1697 ed il 1699.[7] La chiesa venne nuovamente ristrutturata nel 1725 quando furono distrutti alcuni affreschi provenienti dalla precedente chiesa. Nel 1727 si costruì l'attuale sacrestia, ornata di stucchi e dipinti ad affresco. Nel 1750 la chiesa cadde definitivamente in rovina e se ne decise l'ampliamento grazie ad un progetto dell'architetto Pietro Taglioretti che poté concretizzarsi solo nel 1792. Dopo che il governo rivoluzionario ne ebbe soppresso il capitolo, i lavori per la costruzione dell'edificio ripresero nel 1806 e terminarono nel 1809, mentre tra il 1845 ed il 1848 venne costruita la facciata ad opera dell'architetto Luigi Cerasoli.

L'Organo Edoardo Rossi (1921)

Nell'ottobre del 1891 la canonica venne ufficialmente consacrata ad opera di Paolo Angelo Ballerini, patriarca di Alessandria d'Egitto e precedentemente arcivescovo di Milano. I lavori ripresero nel 1898 quando si alzò a 81 m il campanile, che crollò poi rovinosamente il 2 giugno 1902. Nel 1908 il campanile venne ricostruito con un'altezza di 71 metri. Nel 1921 vennero eseguiti degli affreschi ai lati del presbiterio raffiguranti la vita di san Vittore.

Durante i lavori di rifacimento della pavimentazione nel 1971 furono ritrovati, sotto l'altare maggiore, i resti delle precedenti costruzioni ed un cimitero pagano.[8]

Organo[modifica | modifica wikitesto]

Al 22 luglio del 1590 risale la notizia di un primo organo presente nella collegiata. Lo strumento venne restaurato molte volte nei secoli XVII e XVIII[9], e definitivamente sostituito agli inizi del XX secolo.[10], successivamente restaurato, modificato ed ampliato nel 1921 dal milanese Edoardo Rossi[11]. L'organo è stato infine restaurato nuovamente nel 1985[12]

Amministrazione della parrocchia[modifica | modifica wikitesto]

Moderno abito corale dei canonici corbettesi

La chiesa cittadina di San Vittore di Corbetta venne citata nelle visite pastorali di molti arcivescovi, tra cui quella dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nel 1760, anno in cui si riferisce che la chiesa faceva capo al santuario Beata Maria Vergine dei Miracoli, e che aveva per chiese sussidiarie le cappelle di San Sebastiano, Sant'Ambrogio, San Bernardo in località "Cassina Suriano" (odierna Soriano) e San Vincenzo a Cerello.[13]

Capitolo della parrocchia prepositurale di Corbetta[modifica | modifica wikitesto]

Per tradizione, la chiesa di Corbetta, come molte altre parrocchie prepositurali d'Italia, dispone di un proprio capitolo di canonici minori presbiterali, sacerdoti non solo appartenenti fisicamente all'area pastorale del comune, ma anche provenienti da altre parrocchie della pieve che vengono aggregati all'antica pieve di Corbetta a titolo oggi puramente onorifico. I membri del capitolo prepositurale di Corbetta sono tradizionalmente 12 (11 canonici + 1 prevosto) e sono divisi in:

  • Canonici effettivi, solitamente quelli operanti nella parrocchia di Corbetta
  • Canonici onorari, solitamente parroci di parrocchie attorno alla parrocchia di Corbetta oppure appartenenti anche ad altre diocesi che, per meriti o storia personale, vantino dei legami con la parrocchia corbettese
  • Canonici emeriti, solitamente gli ex prevosti o ex canonici effettivi dopo la pensione

I canonici del capitolo corbettese godono, in base ad un decreto della curia romana del 1742[14], il diritto di portare i distintivi corali della canonica: al prevosto era un tempo riservato l'uso della cappa violacea con l'ormesino di cremisi, oggi caduta in disuso e sostituita da una più semplice almuzia violacea con l'ormesino di cremisi accompagnata dall'uso della ferula, mentre ai canonici è riservata la sola almuzia violacea, sempre con l'ormesino cremisi.

Il capitolo dipende oggi direttamente dal decanato di Magenta.

Cappellanie[modifica | modifica wikitesto]

Ogni canonicato aveva una prebenda o beneficio, onorifico ma comprendente somme in danaro derivabili, per lo più legato ad una cappellania, eretta a un determinato altare o cappella, i cui redditi, uniti alle distribuzioni corali, garantivano il sostentamento del titolare.[15].

Prebende:

  • San Vittore Martire: beneficio prepositurale (solitamente della persona fisica del prevosto);
  • Santi Felice e Nabore: compatroni della canonica (concesso solitamente in unione al primo);
  • San Gregorio Magno: beneficio teologale (solitamente del teologo della canonica);
  • San Giovanni evangelista: beneficio scolastico (solitamente del maestro delle cerimonie della canonica);
  • San Clemente papa e martire: beneficio coadiutoriale (solitamente del penitenziere o di un coadiutore presente in canonica);
  • Sant'Ambrogio Vescovo;
  • Santi Filippo e Giacomo Apostoli;
  • San Girolamo;
  • San Giorgio;
  • Santi Ippolito e Cassiano;
  • San Materno.

Cappellanie principali:

  • Beata Vergine del Pilastro;
  • Sant'Alessandro martire;
  • Sant'Anna;
  • Sant'Antonio abate;
  • San Giovanni Decollato (o San Giovanni Battista);
  • Santa Maria Maddalena;
  • Santa Maria Vecchia.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda metà del XVIII secolo, dopo l'annessione di Morimondo a Coronate e di Castellazzo de' Stampi alla Cassina Pobbia, e l'aggregazione di Biraga ad Albairate e della Cassina Bardena a Lugagnano, il territorio della pieve era così suddiviso:

Comune Chiesa/e Ingresso nella pieve
Comune di Abbiategrasso --[16] attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Albairate
Comune di Ravello
Parrocchia di San Giorgio martire; Oratorio dei Santi Faustino e Giovita; Oratorio di Santa Maria de' Bozzi; Oratorio di Santa Maria della Neve; Oratorio di San Bernardo; Oratorio di San Giovanni Decollato; Oratorio di San Carlo; Oratorio di Santa Teresa in Riazzolo; Oratorio di Santa Maria della Neve in Rosio attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Bareggio Parrocchia dei Santi Nazaro e Celso; Chiesa di San Martino; Cappella di Santa Maria della Neve (patronato Gallina); Chiesa della Sacra Famiglia in Bareggino; Oratorio di Sant'Anna; Oratorio dell'Assunzione della B.V.M. attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Bernate Parrocchia di San Giorgio martire[18]; Oratorio di Santa Maria in Rubone; Chiesa della Beata Vergine Immacolata di Casate (patronato Crivelli) attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Besate --[19] attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Bestazzo
Comune di San Pietro Bestazzo
Parrocchia di Santa Maria Assunta; Oratorio di San Pietro; Oratorio di San Cristoforo; Oratorio dell'Immacolata attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Boffalora Parrocchia di Santa Maria della Neve; Chiesa di San Defendente o Oratorio di San Carlo; Oratorio della Beata Vergine dell'Acquanegra; Oratorio di San Giuseppe al Camposanto (oggi demolito) attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Cisliano Parrocchia di San Giovanni Battista; Chiesa di San Bernardo; Chiesa di San Carlo; Oratorio dei Santi Macario, Bernardino e Bordone alla Cascina Scanna; Oratorio di San Carlo; Oratorio di San Giacomo a San Giacomo attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Corbetta
Comune di Cassina Pobbia
Parrocchia prepositurale di San Vittore; Chiesa di San Nicolao (santuario); Chiesa di Sant'Ambrogio (Isola Bellaria); Chiesa di San Sebastiano; Chiesa di San Vincenzo (Cerello); Chiesa di San Bernardo (Soriano); Chiesa dei Santi Giuseppe e Alfonso (Castellazzo de' Stampi) attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Coronate
Comune di Basiano
Comune di Bugo
Comune di Ticinello
--[20] attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Fallavecchia --[21] attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Lugagnano Parrocchia di Sant'Antonio abate attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Magenta Parrocchia di San Martino[22] con la Chiesa di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Rocco, l'Oratorio di San Biagio e la Chiesa di San Girolamo Emiliani attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Marcallo Parrocchia dei Santi Nazaro e Celso con la Chiesa di San Marco attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Mesero
Comune di Menedrago
Parrocchia della Presentazione del Signore con la Chiesa di Santa Maria Vergine in Casone e la Chiesa di Santa Margherita attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Motta Visconti --[23] 10 giugno 1757[24]
Comune di Ossona Parrocchia di San Cristoforo con la Chiesa di San Bartolomeo attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Ozzero --[25] 10 giugno 1757[24]
Comune di Robecco
Comune di Castellazzo de' Barzi
Parrocchia di San Giovanni Battista con l'Oratorio di San Francesco, la Chiesa di San Giovanni Battista e l'Oratorio di San Carlo Borromeo in Castellazzo;
Parrocchia di Sant'Andrea apostolo di Casterno con Oratorio di Santa Maria e Oratorio di San Bernardino
attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Santo Stefano Parrocchia di Santo Stefano attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di San Vito Parrocchia di San Vito[26] con Oratorio di San Dionigi attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Sedriano Parrocchia di San Remigio con la Chiesa di Santa Maria ad Hospitalis attestato dalla fine del XIII secolo[17]
Comune di Vittuone Parrocchia dell'Annunciazione di Maria Vergine[27] con Oratorio dei Santi Nazaro e Celso e Oratorio di San Salvatore attestato dalla fine del XIII secolo[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c p. G. Vismara, Corbetta - Cenni illustrativi, Corbetta, 1926
  2. ^ La pieve comprendeva le chiese di San Giulio e San Martino, San Nicolao, oggi nota come santuario arcivescovile della Beata Vergine dei Miracoli di Corbetta, San Vittore in Corbetta, San Vincenzo (Cerello), San Dionigi, Santa Maria, Santo Stefano (Santo Stefano Ticino); Santi Angeli, San Carpoforo, San Giorgio, San Gregorio, San Pietro, San Quirico in Albairate; Santi Faustino e Giovita (Cascina Faustina - Corbetta); Santa Maria (Santa Maria in Campo); Santa Maria, San Nazaro in Bareggio; San Protaso; San Martino; Santa Maria in Bestazzo; San Giorgio in Bernate; Sant'Andrea, Santa Maria in Casterno; Santa Maria, San Martino “in Cornaliano” di Corbetta; Sant'Agata in Cusago; Santa Maria in Carpenzago; Sant'Eusebio, Santa Maria, San Martino, San Pietro in Abbiategrasso; San Donato (Cascina San Donato); Santi Cipriano e Cornelio (Mendosio); San Gregorio, San Lorenzo, San Nazaro in Marcallo con Casone; Santi Cosma e Damiano, Santa Maria, San Martino, San Maurizio, San Pietro, San Quirico, San Salvatore in Magenta; San Biagio (Cascina San Biagio); Santa Maria, Santa Margherita in Mesero; San Bartolomeo; San Cristoforo; Santi Luperto, Claudio e Vittorico, Santa Maria, San Nabore in Ossona; Santa Maria “hospitalis” in Roveda; Santa Maria in Rubone; San Vito (San Vito di Bestazzo); San Quirico, San Remigio in Sedriano; San Giovanni in Cisliano; la canonica di San Pietro (San Pietro all’Olmo); Sant'Agnese, Santa Maria, San Martino, San Nazaro, San Pietro in Vittuone; San Salvatore.
  3. ^ M. Magistretti, Liber seminarii mediolanensis ossia “Catalogus totius cleri civitatis et dioecesis mediolanensis cum taxa a singulis solvenda pro sustentatione seminarii inibi erigendi” compilato l'anno 1564, in Archivio Storico Lombardo, XLIII, 1916, pp. 509-561.
  4. ^ Editto portante la compartimentazione della Lombardia Austriaca, 1786.
  5. ^ p. G. Vismara, Corbetta - Cenni illustrativi, Corbetta, 1926 e Balzarotti Andrea, Castellazzo - Volti di un borgo tra storia e natura, Amministrazione Comunale, Tipolitografia Crespi-Corbetta, 2008
  6. ^ La notizia si deve allo storico Giorgio Giulini che nelle sue Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e della campagna di Milano ne' secoli bassi, p.III, cita quale fonte Bonaventura Castiglioni: "Volgendo un poco a destra verso il meriggio, troverai un luogo detto anticamente Curiapicta, ed ora Corbetta, borgo senza dubbio antichissimo, dove si vede un tempio di architettura longobarda. Essendo questo rovinato negli anni scorsi, si scoprirono molte sante reliquie delle quali non si aveva cognizione e con esse si trovò una picciola memoria in cui si tratta d'esse e di chi le collocò in quel sito, e del nome antico del luogo che pure prima ignoravasi". Nell'originale di Bonaventura Castiglioni si legge: "Ad dexteram paululum si deflexeris Meridiem versus Curiae Pictae occurres, Corbettam Nostrates appellant, Oppidum dubio procul vetustissimum, Longobardica symmetria constructum habens Templum. Cujus ruina, quae facta est annis superioribus, multas Sanctorum Reliquias, quae ignorabantur, et cum eis memoriolam, in qua mentior habetur, et qui eas reliquias illuc locorum portari curcuit, et nominis eius Oppidi, quod in hunc usque diem ignorabatur aperuit". Tra le tante reliquie conservate nella chiesa si ricordano quelle di Sant'Ambrogio, San Carlo Borromeo, San Vittore, San Felice, San Nabore, San Nicola, Santa Maria Egiziaca, Santa Sabina e altre
  7. ^ Archivio della collegiata di San Vittore Martire di Corbetta, registro delle cresime - sezione anagrafica.
  8. ^ Un precedente scavo venne effettuato nel 1906 da Carlo Dossi, senza tuttavia alcun ritrovamento, il parroco infatti aveva senza meno autorizzato gli scavi e il Dossi era comunque riuscito ad arrivare fino a poco prima della cripta di san Materno: Curia Picta - anno III, n. 3 articolo "La vecchia basilica di San Vittore".
  9. ^ I restauratori furono i fratelli Prestinari di Corbetta (imparentati con i ben più famosi organari della vicina Magenta).
  10. ^ Tra il 1907 ed il 1910 infatti il capitolo della collegiata acquistò un organo costruito dal Bernasconi (1895) dopo una disdetta del santuario di Rho, smantellando il precedente strumento considerato obsoleto e rovinato.
  11. ^ Edoardo Rossi apportò anche le modifiche che hanno consentito una meccanizzazione della trasmissione acustica attraverso l'utilizzo di mantici a turbina elettrica.
  12. ^ I restauri sono stati eseguiti secondo i criteri stabiliti dalla "Commissione per la tutela degli organi in Italia": Andrea Balzarotti, Saggio sull'Organo Bernasconi.
  13. ^ Nel medesimo documento, viene specificato che la chiesa gode delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, e che essa possedeva fondi terrieri per un totale di 560,11 pertiche, di cui 15,15 pertiche erano alle dipendenze dirette della canonica. La chiesa deteneva anche il registro delle anime, che nel 1780 arrivò a censire complessivamente 2138 abitanti battezzati: http://www.lombardiastorica.it/civita/index.php?s=contenuti&page=view_profilo&type=prof&lettera=C&num_page=1&id_toponimo=8000193&id_profili%5B%5D=8113099[collegamento interrotto] . Al netto delle tasse imposte dallo stato, la chiesa aveva annualmente una rendita di lire 2164.3, di cui 902.5.6 erano dirette al canonicato; la nomina del prevosto proveniva direttamente dalla curia romana, mentre i canonici potevano essere nominati prevosto locale: http://www.lombardiastorica.it/civita/index.php?s=contenuti&page=view_profilo&type=prof&lettera=C&num_page=1&id_toponimo=8000193&id_profili%5B%5D=8113099[collegamento interrotto] .
  14. ^ Santino Langé, Corbetta - cenni illustrativi op. cit.
  15. ^ I dati sono derivati dalla pubblicazione "Archivio Plebano di Corbetta" a cura di Eugenio Cazzani, Ed. Olona, Milano, 1972
  16. ^ Il territorio cittadino era ecclesiasticamente autonomo dal 2 aprile 1578 quando fu creata la Pieve di Santa Maria Nuova di Abbiategrasso. Vi si trovavano la Chiesa di Sant’Eusebio, la Chiesa di Santa Maria, la Chiesa di San Martino, la Chiesa parrocchiale di San Pietro.
  17. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Goffredo da Bussero, Liber Notitiæ Sanctorum Mediolani, a cura di M. Magistretti e Ugo Monneret de Villard, Tipografia: U. Allegretti, 1917, Milano.
  18. ^ Vicariato foraneo dal 1851 al 1857.
  19. ^ In questo caso c'era discrepanza fra ripartizione ecclesiastica e civile, dato che la locale Parrocchia di San Michele faceva parte della Pieve di San Vittore di Casorate.
  20. ^ In questo caso c'era discrepanza fra ripartizione ecclesiastica e civile, dato che la locale Parrocchia di Santa Maria Nascente in Morimondo faceva parte della Pieve di San Vittore di Casorate.
  21. ^ In questo caso c'era discrepanza fra ripartizione ecclesiastica e civile, dato che la locale Parrocchia di San Giorgio martire faceva parte della Pieve di San Vittore di Casorate.
  22. ^ Vicariato dal 1743.
  23. ^ In questo caso c'era discrepanza fra ripartizione ecclesiastica e civile, dato che la locale Parrocchia di San Giovanni Battista faceva parte della Pieve di San Vittore di Casorate.
  24. ^ a b Editto portante il comparto territoriale dello Stato di Milano.
  25. ^ In questo caso si era creata discrepanza fra ripartizione ecclesiastica e civile, dato che la locale Parrocchia di San Siro faceva parte della Pieve di Santo Stefano di Rosate a cui prima anche il comune partecipava.
  26. ^ Il 3 dicembre 1953 l'arcivescovo ordina il passaggio alla Pieve di Santo Stefano di Rosate.
  27. ^ Vicariato foraneo in luogo dal 1853 al 1879.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale della parrocchia di Corbetta, via S. Vittore 1.
  • Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Manoscritto della Biblioteca Capitolare di Milano, a cura di M. Magistretti, U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
  • M. Magistretti, Liber seminarii mediolanensis ossia “Catalogus totius cleri civitatis et dioecesis mediolanensis cum taxa a singulis solvenda pro sustentatione seminarii inibi erigendi” compilato l'anno 1564, in «Archivio Storico Lombardo», a. XLIII, 1916, p. 509-561.
  • Notitia cleri mediolanensis de anno 1398 circa ipsius immunitatem, in «Archivio Storico Lombardo», XXVII, 1900, p. 257-304.
  • A. Palestra, Visite pastorali alle pievi milanesi (1423-1856). I, Inventario, Firenze, 1977, Monumenta Italiae Ecclesiastica. Visitationes 2.
  • Rivista Diocesana Milanese. Ufficiale per gli Atti Arcivescovili e della Curia, Milano, Curia arcivescovile, 1911.
  • Carlo Marcora, Fonti per la storia della pieve di Corbetta e del vicariato foraneo di Magenta, ed. tip. G. De Silvestri, Milano, 1956
  • Diocesi di Milano. Sinodo 46°, Milano, 1972, Pubblicazione curata dall'ufficio stampa della Curia arcivescovile di Milano.
  • A. Balzarotti, Castellazzo de' Stampi - volti di un Borgo tra storia e natura, Ed. Tipolitografia Crespi, Corbetta, 2008.
  • G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, 1974.
  • Istituzione dei nuovi vicariati urbani e foranei, 11 marzo 1971, Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, Rivista Diocesana Milanese, 1971.
  • Vismara Guido, Corbetta - Cenni illustrativi, Corbetta, 1926
  • Cazzani Eugenio, Archivio Plebano di Corbetta, Ed. Olona, Milano, 1972