Pieve di Arcisate

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Pieve di Arcisate
Pieve di Arcisate
Campanile della basilica di San Vittore
Informazioni generali
CapoluogoArcisate
714 abitanti (1751)
Dipendente daProvincia di Milano
Suddiviso in12 comuni
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Podestàlista sconosciuta
Organi deliberativiConsiglio generale
Evoluzione storica
InizioXIV secolo
CausaSecolarizzazione delle pievi
Fine1797
CausaInvasione napoleonica
Preceduto da Succeduto da
Nessuna Distretto di Arcisate
Cartografia
Pieve di San Vittore
Informazioni generali
CapoluogoArcisate
714 abitanti (1751)
Dipendente daArcidiocesi di Milano
Suddiviso in12 parrocchie
Amministrazione
Forma amministrativaPieve
Prevostovedi sotto
Evoluzione storica
InizioXI secolo
CausaIstituzione delle pievi
Fine1972
CausaSinodo Colombo
Preceduto da Succeduto da
Nessuna Decanato di Arcisate
Cartografia

La pieve di Arcisate o pieve di San Vittore di Arcisate (in latino: Plebis Arcisati o Plebis Sancti Victori Arcisati) era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano e del Ducato di Milano con capoluogo Arcisate.

Il patrono era san Vittore martire, che viene ancora oggi festeggiato in città l'8 maggio, e a cui è dedicata la chiesa prepositurale di Arcisate.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le prime iscrizioni di attività cristiana sul territorio di Arcisate risalgono addirittura al V secolo, ove è rilevata la presenza di due presbiteri, Severino e Gaudenzio, che sembrano essere stati officianti nel primo nucleo cristiano arcisatese.[1]

La costruzione della chiesa capopieve iniziò probabilmente nell'XI secolo sotto la direzione del primo prevosto plebano conosciuto, Adamo. Sempre in epoca medioevale si ricorda il caso della parrocchia di Ganna, sottoposta formalmente all'autorità della pieve di Arcisate, ma de facto considerata come separata dalla pieve stessa sulla base di un privilegio emanato dall'arcivescovo Arnolfo III datato al 2 novembre 1095, anche se tale privilegio sembrava ormai decaduto nel XIII secolo quando Goffredo da Bussero nel suo "Notitiae Sanctorum Mediolani" comprendeva ancora la chiesa di Ganna tra le dipendenze della pieve di San Vittore di Arcisate.

Altro caso singolare era la parrocchia di Clivio ove si trovava un Arciprete con quattro canonici che, seppur in formato ridotto, conducevano una piccola pieve definita da alcuni cronisti appunto "Pieve di Clivio" che aveva giurisdizione semiautonoma su tre cappellanie, che divennero tre parrocchie in epoche successive. Col Rinascimento la pieve assunse anche una funzione amministrativa civile come ripartizione locale della Provincia del Ducato di Milano.

La pieve di Clivio nella pieve di Arcisate crebbe ulteriormente a partire dal 26 luglio 1455 con la visita dell'arcivescovo Gabriele Sforza il quale registrò che la piccola pieve di Clivio contava sei cappellanie e sembrava ormai destinata ad ascendere alle alte sfere di capopieve se non che Arcisate venne nominata anche sede vicariale ed ottenne, nel 1606 con Federico Borromeo, l'aggiunta di nuove parrocchie come Bisuschio, Besano e Porto Ceresio. Dal punto di vista civile, la pieve amministrativa fu oggetto di un esperimento riformatore di stampo illuminista da parte dell'Imperatore Giuseppe II, che nel 1786 la incluse nella neocostituita Provincia di Varese, ripartizione cancellata però dopo soli cinque anni dal fratello Leopoldo II, imperatore ben più conservatore. La pieve fu poi soppressa nel 1797 in seguito all'invasione di Napoleone e alla conseguente introduzione di un moderno ma effimero distretto.

Nel 1860 nacque poi la parrocchia di Brenno Useria, nel 1896 quella di Pogliana e nel 1900 quella di Cavagnano. La decadenza della pieve iniziò nel 1923 con il cardinale Eugenio Tosi che fece trasferire le parrocchie di Cantello e Ligurno dalla pieve di Arcisate al vicariato di Malnate, eleggendo a parrocchia la cappella di Bregazzana. Dal 1972, con i decreti milanesi del Card. Colombo, la struttura plebana è stata soppressa ma Arcisate ha mantenuto un'importanza rilevante divenendo sede di Decanato, la struttura territoriale religiosa che difatti ha sostituito le antiche pievi milanesi. Oggi il suo territorio ricopre un'area di 92,08 km² con una popolazione di 39.194 abitanti nel 1972 in 15 parrocchie nel decanato di Arcisate.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda metà del XVIII secolo, il territorio della pieve era così suddiviso:

Pieve civile Pieve ecclesiastica
Comune di Arcisate
Comune di Brenno
Parrocchia prepositurale di San Vittore

Comune di Besano Parrocchia di San Martino
Comune di Bisuschio Parrocchia di San Giorgio martire
Comune di Cazzone con Ligurno Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Cazzone
Parrocchia di San Giorgio martire in Ligurno
Comune di Clivio Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo
Comune di Cuasso al Monte e al Piano Parrocchia di Sant'Ambrogio al Monte
Parrocchia di Sant'Antonio abate al Piano
Comune di Induno con Frascarolo Parrocchia di San Giovanni Battista
Comune di Porto Parrocchia di Sant'Ambrogio
Comune di Saltrio --[2]
Comune di Viggiù Parrocchia di Santo Stefano
Comune di Valganna --[3]
--[4] Parrocchia di Santa Maria Nascente

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pieve di San Vittore (XI sec.-1971), su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.
  2. ^ In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla Parrocchia di Santi Gervaso e Protaso, compresa ecclesiasticamente nella pieve di San Vitale di Riva appartenente alla diocesi di Como.
  3. ^ In questo caso c'era discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla Parrocchia di San Gemolo martire, compresa ecclesiasticamente nella pieve di San Vittore martire di Varese.
  4. ^ In questo caso c'era discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che la parrocchia corrispondeva al Comune di Brusimpiano, compreso civilmente nella Pieve di Val Travaglia.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Battistero di san Giovanni Battista (Arcisate), su BeWeB - Beni ecclesiastici in web