Una fiamma perpetua, o fiamma eterna, è una fiamma, una lanterna o una torcia che arde ininterrottamente per un periodo indeterminato di tempo. La maggior parte delle fiamme perpetue vengono accese e mantenute artificialmente, ma alcune nascono grazie a fenomeni naturali provocati da fughe di gas, incendi di torba e di giacimenti di carbone, ognuno dei quali può essere inizialmente infiammato da un fulmine, da piezoelettricità o dall'attività umana, e ognuno dei quali può bruciare per decenni o secoli.
Bielorussia, Minsk: nella Piazza della Vittoria, alla base un obelisco eretto nel 1954, è stata accesa il 3 luglio1961 una fiamma eterna in ricordo di soldati, partigiani e cittadini bielorussi morti nella lotta contro il fascismo durante la seconda guerra mondiale.[1]
Bielorussia, Khatyn Memorial: all'interno del complesso del Khatyn Memorial, costruito in memoria del villaggio di Khatyn, raso al suolo dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, sono stati piantati, nella Piazza della Memoria,tre alberi di betulle; accanto a questi, al posto di un quarto albero, arde una fiamma perpetua in ricordo di tutte le vittime del conflitto mondiale.[2]
Bielorussia, Maly Trostenets: una fiamma eterna è stata accesa nel 1963 dove prima sorgeva il campo di sterminio di Maly Trostenets, in memoria delle vittime del campo.[3]
Germania, Berlino: nel 1955 nella Theodor-Heuss-Platz venne eretto un focolare con una fiamma perpetua in onore dei tedeschi espulsi dopo la seconda guerra mondiale; la fiamma, accesa dall'allora cancelliere Theodor Heuss, arde su un concio di pietra artificiale con una ciotola sacrificale di ferro; su un lato della piazza c'è una lapide che recita "Questa fiamma avverte: mai più espulsioni". Il 3 ottobre1990, il giorno dell'unità tedesca, la fiamma si spense, ma tre mesi dopo, il 10 dicembre1990, durante la giornata per i diritti umani, è stata riaccesa.[4]
Germania, Monaco: nella Platz der Opfer des Nationalsozialismus è presente dal 1985, progettata dallo scultore Andreas Sobeck, una colonna di granito che commemora le vittime del regime di Hitler, il Monumento alle vittime della dittatura nazista, dove arde una fiamma eterna che ricorda le persone morte o torturate a causa della loro razza, della loro religione, delle loro opinioni politiche o del loro orientamento sessuale e che è simbolo della speranza che non si spegne neanche nei momenti bui.[5]
Italia, Ghisallo: una fiamma perpetua è presente su una stele all'interno del santuario della Madonna del Ghisallo; la fiamma fu accesa il 13 ottobre 1948 in piazza San Pietro da Pio XII, per poi essere trasportata a Milano, e da Milano furono Coppi e Bartali a portarla fino a Ghisallo. La fiamma brilla in commemorazione dei ciclisti defunti.[6][7]
Italia, Roma: al Vittoriano si trovato due bracieri che producono una fiamma perpetua in onore del milite ignoto e dell'amor di patria.
Paesi Bassi, Amsterdam: ad Hollandsche Schouwburg, in una cappella commemorativa, splende una fiamma perpetua in memoria di tutti gli ebrei olandesi morti durante la seconda guerra mondiale, accesa nel 1993 dal sindaco della città, Ed van Thijn.[8][9]
Coal Field Fire in Jharia, India is known to have been burning for almost a century.
There is an area in India, worshiped by Hindus as Jwala Devi Temple, or Jwalamukhi Devi Temple. The area, located in Great Himalayas is producing natural spontaneous flames and is said to have been doing so for thousands of years.
An eternal flame in Australia, fueled by a coal seam instead of natural gas. Called "Burning Mountain", it is claimed to be the world's longest burning fire, at 6,000 years old.[12]
The Door to Hell, near Derweze, Turkmenistan, is a large hole leaking natural gas that has been burning since 1971.
Eternal Flame near Kirkuk, Iraq. Locals call it Baba Gurgur and say it has been burning thousands of years.
Il derby del Sole, storicamente conosciuto anche come il derby del Sud, è la partita di calcio che riguarda due società italiane, la Roma e il Napoli, cioè i primi due sodalizi dell'Italia centro-meridionale ad essere stati ammessi alla Lega Calcio, all'epoca denominata Direttorio Divisioni Superiori, nella stagione 1926-27.[1] Il derby era all'apice della notorietà negli anni settanta e negli anni ottanta; per ora vi è una prevalenza della Roma, sia in campionato che in coppa, con 56 vittorie e 194 reti segnate.
Roma, Napoli e Lazio furono nella Divisione Nazionale 1927-1928 le tre squadre che rappresentarono l'Italia meridionale all'interno di un campionato dominato dalla prevalenza di squadre nordiche; le tre squadre ambivano ad ottenere buoni risultati, soprattutto dopo l'attività estiva del Napoli per rinforzare l'organico e la fusione che aveva dato vita alla Roma, ma ciononostante tutti e tre i sodalizi non riuscirono ad accedere al girone finale; le squadre escluse da quest'ultimo presero parte alla Coppa CONI 1928, competizione in cui ebbe luogo il primo derby del Sole tra Roma e Napoli.
La sfida si disputò l'8 aprile1928, nel corso della prima giornata del torneo, al Motovelodromo Appio; i napoletani andarono subito a segno con Gondrano Innocenti, ma sul finale del primo tempo i gol di Fasanelli e Cappa ribaltarono il risultato. All'inizio della ripresa l'azzurro De Martino si infortunò, lasciando la sua squadra in dieci uomini; questo permise alla Roma di prendere il controllo della partita e di dilagare, grazie ad altri due gol di Fasanelli, che fissò il risultato della prima sfida tra le due squadre sul 4-1 per i padroni di casa, che si aggiudicarono il primo derby del Sole. Nella partita di ritorno, giocata con la Roma saldamente prima in classifica, fu al contrario dominata dal Napoli, che vinse 2-0 con le reti di Ghisi e Zoccola, ostacolata solamente dagli interventi dell'estremo difensore giallorosso Ballante che evitò una sconfitta più gravosa.
Dopo un'amichevole invernale vista 3-0 dalla Roma, e dopo essere state inserite in due gironi diversi nel corso della Divisione Nazionale 1928-1929, le due squadre presero parte al primo campionato italiano con la formula del girone unico, la Serie A 1929-1930; il primo derby del Sole nella massima divisione del campionato si disputò il 10 novembre 1929 a Roma e terminò in pareggio: al vantaggio romanista ad opera di Ludueña, rispose Vojak con una doppietta che portò i partenopei in vantaggio; la situazione di parità fu ristabilita dalla rete di Volk nel secondo tempo. La partita, oltre che per essere il primo confronto in Serie A, viene ricordata per un particolare episodio: al 35' del primo tempo, con la Roma in vantaggio per 1-0, l'azzurro Fenilli lasciò partire un potente tiro che ruppe la rete difesa dal portiere giallorosso, ma l'arbitro che non si accorse del fatto, tra le proteste dei napoletani comandò la rimessa da fondo campo. Ad ammettere il fatto fu lo stesso direttore sportivo della Roma Vincenzo Biancone, che aggiunse che nella confusione generale la rete fu fatta ricucire dal giovane Balilla Lombardi, che anni dopo giocherà con la maglia giallorossa.[2][3] Le due squadre, anche nella partita di ritorno a Napoli, si spartirono i punti in palio, terminando la partita sul risultato di 1-1.
Laureato in Economia e Commercio all'Università degli Studi di Salerno, Vincenzo Boccia si dedica fin da giovane all'azienda di famiglia, la Arti Grafiche Boccia S.p.A; fondata nel 1961 a Salerno da Orazio Boccia, padre di Vincenzo, Arti Grafiche Boccia è un'impresa attiva nel settore grafico-industriale e specializzata nella stampa di giornali e libri.[2] L'azienda, nata e cresciuta grazie all'intuizione e alla dedizione di Orazio, ha visto nel corso degli anni prima l'ingresso di Vincenzo e del fratello minore Maurizio,[3] in seguito un avvicendamento generazionale nella guida, con l'assunzione del ruolo di Amministratore delegato da parte di Vincenzo Boccia.[2]
Sotto la guida di Vincenzo la Arti Grafiche Boccia intraprende un percorso di notevole crescita, possibile grazie all'innovazione continua dei processi, dei prodotti e dei mercati, anche attraverso l'installazione di impianti di assoluta avanguardia a livello europeo. Oltre alle varie certificazioni conseguite dall'azienda per la qualità e l'ambiente, nel 2005 Arti Grafiche Boccia ha aderito al Global Compact delle Nazioni Unite.[3]
Il sistema di rappresentanza che ruota intorno a Confindustria vede Vincenzo Boccia impegnato sin dagli inizi degli Anni '90, periodo in cui iniziò la sua attività nei Giovani imprenditori, movimento di cui è divenuto Vice Presidente nazionale nel 2000.[2] Dal 2003 al 2007 ha ricoperto l'incarico di Presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, l'associazione per lo sviluppo delle imprese italiane nell'area.[4][5] Per Assografici, l'associazione di categoria di riferimento per il settore di attività della Arti Grafiche Boccia, è stato componente della Giunta e del Consiglio Direttivo[5]. Dopo aver preso attivamente parte agli organi territoriali e nazionali di Piccola Industria, la componente del Sistema che più da vicino segue lo sviluppo e la crescita delle PMI, Boccia ne ricopre la carica di Presidente dal 2009 al 2013, diventando di diritto anche Vice Presidente di Confindustria. Inoltre, all'interno della stessa Confindustria, Boccia guida il Comitato tecnico Credito e Finanza fino al maggio del 2016.[5] Il 25 maggio2016 Vincenzo Boccia è divenuto il trentesimo Presidente di Confindustria.[6]
Legenda: Poesie pubblicate per la prima volta sul Rugantino Poesie pubblicate per la prima volta su Il Don Chisciotte di Roma Poesie pubblicate per la prima volta in Quaranta sonetti romaneschi o di cui non si rintraccia un precedente pubblicato altrove Poesie pubblicate per la prima volta in Er Mago de Bborgo. Lunario pe' 'r 1890 o di cui non si rintraccia un precedente pubblicato altrove
Poesie pubblicate per la prima volta in Er Mago de Bborgo. Lunario pe' 'r 1891 o di cui non si rintraccia un precedente pubblicato altrove
L'ambiente sportivo laziale, e in particolare quello romano, dopo la diffusione del gioco del calcio nella penisola italiana divenne un luogo di grande fermento in cui in pochi anni furono fondate decine di società dedite al nuovo gioco, molte delle quali si sciolsero da lì a poco; a causa di questa enorme quantità di società che si sfidarono ripetutamente agli inizi del Novecento, per presentare una storia dei derby calcistici nel Lazio è necessario adottare un criterio di selezione dei derby maggiormente rilevanti. In questa sede si presentano le sfide calcistiche mediante una scansione cronologica in cinque periodi, ognuno dei quali delimitato da due eventi che lo rendono analiticamente differente dal periodo precedente e da quello successivo. I derby sono dunque inseriti nella fascia cronologica in cui si disputò il primo confronto tra le due squadre, prendendo in considerazione solamente quelli che, in almeno una delle cinque scansioni temporali, sono stati disputati nella massima divisione in cui potevano potenzialmente concorrere due squadre del Lazio; ovviamente la possibilità di accesso delle squadre laziali ai vari campionati, e dunque la soglia dei derby presi in considerazione, varia da fascia a fascia, per cui di seguito sono illustrate le caratteristiche dei cinque periodi:
1899-1904: in questi anni vengono disputati sporadici incontri nella veste di dimostrazioni del nuovo gioco del foot-ball, ancora lontano dalla sua forma moderna; il primo di questi match, qui chiamati protoderby, si disputò il 12 maggio1899 tra la Ginnastica Roma e il Football Club di Roma, anno che dà inizio a questa fase che si estende fino al 1904, quando si disputò il primo derby laziale documentato
In seguito ad una partita dimostrativa del gioco del calcio, ancora nella sua fase embrionale, disputata il 18 settembre1895 al Velodromo di Roma tra i gennasti dell'Udinese e quelli del Rovigo, la FGNI (Federazione Ginnastica Nazionale Italiana) invitò le società affiliate a formare delle proprie sezioni calcistiche; la proposta venne accolta per prima dalla Società Ginnastica Roma, che avviò da lì a breve le esercitazioni per il nuovo gioco del football:[1]
«La Società Ginnastica Roma ha per iniziativa della Federazione incominciato le esercitazioni al football nello splendido piazzale della pista del Velodromo Roma [...] ed i bravi ginnasti che vi prendono parte mettono tutto il loro impegno per ben riuscirvi.»
Nel 1903, in seguito ad un dissidio interno alla Società Podistica Lazio, che coinvolse i soci Mesones, Monarchi, Venarucci e Zanchi, avvenne una scissione che diede origine al Club Sportivo Virtus. Furono queste due società che si scontrarono nel primo derby della città di Roma, disputatosi nella mattina del 15 maggio 1904, raccontato così sulle pagine del Messaggero:
«Ieri mattina in piazza d'Armi ebbe luogo il match di foot-ball tra la prima squadra della società podistica Lazio e una squadra di giovani per la maggior parte del club sportivo Virtus. Assisteva un pubblico numerosissimo. Nei primi venti minuti la squadra della Lazio segna al suo attivo due goals e il cambiamento del campo avviene senza altro spostamento. Alla metà della prima ripresa i giuocatori della Lazio marcano ancora un altro goal, quindi viene concesso il riposo di 10 minuti. Nella seconda parte del match non vengono fatti goals quantunque la Lazio minacci lungamente e seriamente la parte avversaria, di modo che al termine degli 80 minuti stabiliti la Lazio viene dichiarata vincitrice con tre goals a zero. I giocatori di questa società portano in trionfo il loro capitano Ancherani che ha giuocato in modo insuperabile.[6]»
Questa sfida conserva un valore fondamentale nella storia del calcio romano; si tratta infatti del primo derby capitolino di cui si ha una cronaca e che sembra essere stato disputato con modalità molto vicine a quelle del calcio moderno, in due tempi da quaranta minuti l'uno. Nei ricordi di alcuni giocatori che parteciparono all'incontro viene affermato che questo ebbe luogo nel 1902, ma ciò non sembra possibile visti gli articoli di giornale che testimoniano come il Club Sportivo Virtus nacque solamente nel novembre del 1903.[7]
Dopo il primo storico derby, tuttavia, il football romano dovette affrontare una crisi, con molte società che smisero di praticarlo: posero fine alla loro esperienza calcistica lo Sporting Club e la Libertas, mentre per altre società il calcio iniziò a diventare uno sport secondario. In questo contesto la Lazio, desiderosa di confrontarsi con altri club, il 12 marzo1905 pubblicò un annuncio per trovare una sfidante: «La Società Podistica Lazio, ora che è la stagione, desidererebbe fare dei matches con le varie società sportive di Roma che praticano il football»[8] Dopo qualche mese, il 3 giugno, la Virtus raccolse la sfida lanciata dalla Lazio,[9] e così il 15 giugno le due compagini si sfidarono nuovamente in un match vinto 1-0 dai bianconeri. Sembrerebbe che al termine della partita i biancocelesti cercarono di convincere i gemelli Corelli, che si erano messi in risalto nell'incontro, a passare nelle loro fila;[10] l'episodio sembrerebbe confermato da un articolo che dimostrerebbe come la Virtus, in seguito al gesto antisportivo della Lazio, si rifiutò di affrontare nuovamente i biancocelesti: «Non avendo la S. P. Lazio trovato competitori, ha composto due squadre con i propri soci. La Virtus, unica società che avrebbe potuto offrire dei competitori, fin dall'ultimo match ha dichiarato di non volersi più trovare di fronte alla Lazio».[11]
Per quasi due anni le due squadre non si affrontarono, fino a quando nel 1907 la Virtus organizzò un Campionato di Roma di Football, al quale la Lazio iscrisse la prima e la seconda squadra: sia la partita delle prime squadre, sia quella delle riserve, vennero vinte 3-0 dai biancocelesti. Terminato il campionato, l'istituzione nel 1908 della Coppa Tosti e della Coppa Viscogliosi-Baccelli permise alle due società di sfidarsi con una certa frequenza: a marzo la Virtus accettò di contendersi il trofeo con i biancocelesti, per poi dichiarare forfait poiché il capitano dei bianconeri, Silvio Mizzi, a termini di regolamento non poteva disputare la partita, avendo fino ad allora giocato nella Lazio; l'incontro venne disputato allora il 5 aprile, ma venne sospeso a causa della forte pioggia; il match fu dunque ripetuto qualche settimana dopo, inaugurando una serie di sfide nell'ambito della Coppa Tosti che si susseguirono lungo tutto il 1908; tuttavia nel gennaio del 1909 il Club Sportivo Virtus si sciolse, ritirandosi dalla scena calcistica capitolina, mentre la Lazio trovò nella Robur in Fide la nuova contendente per la Coppa Tosti.
Le strade del Foot Ball Club di Roma e del Club Sportivo Virtus si incrociarono poche volte: nel periodo di massima attività dei virtussini, i giallorossi avevano ancora notevoli difficoltà ad organizzare una squadra di foot-ball stabile; successivamente, quando la sezione calcistica del Roman aveva raggiunto finalmente un'organizzazione salda, ormai la Virtus si era sciolta. Il primo derby tra le due compagini fu disputato il 2 gennaio del 1906: passato il freddo autunnale e con la polemica tra Lazio e Virtus ancora viva, Roman e Virtus decisero di incontrarsi per un incontro d'allenamento, che venne arbitrato da Vincenzo Frattini; la partita, disputata in due tempi da quaranta minuti, venne vinta facilmente dai giallorossi per quattro reti a zero.[10] Quando le due squadre si ritrovarono in campo più di un anno dopo, il 26 febbraio1907, gli equilibri sembravano cambiati: nella cornice del Campionato romano organizzato dalla Virtus, i bianconeri si imposero per 4-1 sul Roman, che era già stato precedentemente sconfitto nel derby con la Lazio.
Quello tra Lazio e Roman è uno dei derby laziali con il maggior numero di confronti tra le due squadre, secondo solamente al derby Lazio-Roma; inoltre, a differenza della maggior parte delle stracittadine che hanno origine in questa fase storica, il derby Lazio-Roman può vantare anche un'incredibile estensione temporale: più di vent'anni separano il primo incontro tra le due compagini, giocato nel febbraio del 1907, e l'ultima sfida, andata in scena nel marzo del 1927.
Il primo incontro, che come si è visto si disputò all'inizio del 1907, andò in scena nella cornice del Campionato romano organizzato dal Club Sportivo Virtus e si concluse con una schiacciante vittoria della Lazio sui giallorossi. Nel 1908 l'istituzione della Coppa Tosti costituì un nuovo stimolo per il calcio romano: furono proprio Lazio e Roman a contendersela per la prima volta il 19 gennaio in Piazza di Siena, in un match arbitrato dal principe Filippo Andrea VI Doria Pamphili da cui i giallorossi, in dieci a causa dell'assenza del terzino Giacomo Peroni, uscirono sconfitti. Pochi mesi più tardi l'Istituto Nazionale di Educazione Fisica (INEF), nella cornice delle Feste Sportive a Villa Umberto I, organizzò una competizione che coinvolgeva società calcistiche del nord e del sud Italia: il 25 maggio, nella gara eliminatoria per l'accesso al torneo, il Roman venne letteralmente travolto dai cugini biancazzurri, con un punteggio di 8-1.[22]
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Statistiche del derby Lazio-Roman negli incontri ufficiali
██ Vittorie Lazio: 21 (87,5%)
██ Pareggi: 2 (4,2%)
██ Vittorie Roman: 1 (8,3%)
Con l'istituzione di un girone laziale valido per la Terza Categoria nella stagione 1909-1910 il 20 marzo 1910 si presentò la prima occasione per un incontro ufficiale tra le due compagini: anche in questa sfida, valida per la seconda giornata del torneo, il Roman venne nettamente surclassato dalla Lazio, riportando una sconfitta per 6-1.
«Mettendo alle prese due teams, uno allenato, affiatato, agguerrito, e l'altro dotato delle qualità contrarie, il risultato doveva essere quello o simile: nove goals a zero. Dato questo risultato è inutile parlare dello svolgimento del match. La squadra del Roman mancava assolutamente di allenamento e di affiatamento: undici uomini messi assieme all'ultimo momento e che durante la partita non fecero altro che scambiarsi di posto. Dispiace veramente che una società dotata di uno splendido campo, di mezzi finanziari e di elementi ottimi, debba dare così triste spettacolo di inerzia e di apatia. In ogni stagione è l'ultima a entrare in azione e la sua squadra, ad ogni match, è formata di nuovi giocatori, senza che sia possibile, agli stessi undici footballers, di trovarsi insieme per due volte di seguito. Continuando con questo sistema, il Roman Football Club non potrà mai migliorare e non potrà mai incutere serio timore agli avversari, mentre invece potrebbe aspirare a grandi cose.»
Il primo incontro tra il Bellator Frusino e la prima squadra della Roma fu un'amichevole disputata a Frosinone il 27 settembre1934: in un clima di grande entusiasmo, con le tribune gremite di persone accorse per assistere allo storico match, la Roma dominò la partita segnando sette reti, di cui tre messe a segno da Enrique Guaita, e mantenendo la propria porta inviolata.[65] Passato poco più di un mese, le due compagini laziali si incontrarono nuovamente in una sfida amichevole il 1º novembre, questa volta nella Capitale, a Campo Testaccio: come nel precedente incontro, la sfida si risolse con una schiacciante vittoria per i giallorossi, che si imposero per 8-1 sugli ospiti, dimostrando nuovamente la netta superiorità rispetto alla formazione giallazzurra.
Il 22 maggio1935 venne disputato un terzo incontro, terminato in pareggio, l'ultimo prima del lungo periodo di inattività del Frusino che porterà al suo scioglimento. Con la fondazione dell'Unione Sportiva Frosinone nel 1945 tornò la possibilità di un derby tra le due squadre; tuttavia Roma e Frosinone per lungo tempo si scontrarono solamente in sporadiche partite amichevoli, che nella quasi totalità si risolsero con una vittoria dei giallorossi. Uno punto di svolta si ebbe nel 2015, quando il Frosinone conquistò la sua prima promozione nella massima serie: il 12 settembre2015, nella terza giornata del girone di andata, si disputò il primo derby Frosinone-Roma in una partita ufficiale, match vinto dai giallorossi grazie alle reti di Iago Falque e Juan Iturbe, che acquista un certo rilievo storico in quanto fu il primo derby laziale in Serie A a non mettere di fronte due società romane; nella partita di ritorno, disputata allo Stadio Olimpico, vinse nuovamente la compagine romana, imponendosi per 3-1 sugli ospiti, con Daniel Ciofani che siglò la prima rete dei giallazzurri in una partita ufficiale contro la Roma. Al termine di quella stagione il Frosinone venne retrocesso nella serie cadetta e di conseguenza quello del 30 gennaio2016 rimane ad oggi l'ultimo derby giocato tra le due squadre.
^L'incontro è riportato da Impiglia senza citarne la fonte: «Il 19 febbraio la Virtus propose una partita da giocarsi in Piazza d'Armi. Finì 2-2, dopo una serie di gare podistiche dei virtussini» (cfr. Impiglia, Capitolo terzo - Tutti a Villa Borghese (1903-1906)); si fa riferimento allo stesso incontro anche nella Storia del Comitato Regionale Lazio, dove viene identificato come «il primo pareggio documentato».
^L'incontro fu vinto dalla Lazio per il forfait dichiarato dalla Virtus poiché il capitano dei bianconeri Silvio Mizzi, a termini di regolamento, non poteva disputare la partita, avendo fino ad allora giocato nella Lazio (cfr. la fonte corrispondente).
^L'incontro fu sospeso a causa del maltempo e successivamente terminato il 19 aprile (cfr. la fonte corrispondente).
^ L'incontro fu vinto dalla Lazio ma non si è a conoscenza del risultato finale; l'articolo de La Stampa Sportiva si limita a riportare che entrambe le partite disputate quel giorno «segnarono la vittoria della Podistica Lazio» (cfr. la fonte corrispondente).
^L'incontro secondo altre fonti sarebbe terminato 5-0 (cfr. Notizie a fascio, in La Stampa Sportiva, 12-19 gennaio 1908, p. 17. URL consultato il 2 febbraio 2018.).
^L'incontro fu vinto dalla Lazio per il forfait dichiarato dal Roman (cfr. la fonte corrispondente).
^L'incontro è riportato da Impiglia senza citarne la fonte: «Il 23 novembre si giocò al Due Pini, davanti a un pubblico numeroso, la sfida della verità tra il Roman, molto più compatto e disciplinato rispetto agli anni passati, e la Lazio. I biancocelesti vinsero 3-2, grazie a un autogol quasi a tempo scaduto» (cfr. Impiglia, Capitolo nono - La Lazio e i nerostellati (1912-1913)).
Il 2 luglio si è svolta una riunione tra le società di pallanuoto e la Federazione Italiana Nuoto, che, tra le altre, ha avanzato la proposta di limitare la libera circolazione dei comunitari «in modo secco e deciso, limitandone la presenza in acqua a due», alla quale la Pro Recco si è dichiarata estremamente contraria.[1] Il 14 luglio la Pro Recco ha rilasciato sul proprio sito un comunicato ufficiale nel quale veniva annunciato che Gabriele Volpi rinunciava alla Presidenza onoraria, e i suoi figli, Simone e Matteo, alle relative cariche di Presidente e Vicepresidente. Le cause di tale abbandono vengono identificate nelle «delusioni provocate in particolar modo negli ultimi anni dalle gestioni e politiche della LEN, FIN e dall’atteggiamento tenacemente negativo mantenuto dalla maggior parte delle società di pallanuoto nazionali ed europee».[2]
Gli Slint sono stati una rock band statunitense, in attività dal 1986 al 1992. Nonostante l'esigua discografia prodotta e lo scarso successo commerciale, sono considerati una delle band più influenti degli anni novanta[1][2]. Sono spesso categorizzati come una delle prime band post-rock[3].
Brian McMahan e Britt Walford, compagni di classe alla J. Graham Brown Elementary School, iniziano a suonare insieme fin dalla giovane età, quando frequentano il sixth grade, fondando nel 1981 i Languid & Flaccid insieme a Ned Oldham, fratello maggiore di Will, e altri due amici, Stephanie Karta e Paul Catlett.[4][5] Con il tempo i membri della band si dividono in due progetti diversi, e McMahan, Walford e Oldham, alla ricerca di una musica più veloce e aggressiva, formano nel 1982 i Maurice con Will Oldham e Sean "Rat" Garrison, frontman del gruppo.[6] I Maurice funzionarono come raccolta di idee che esploderanno in seguito con la formazione degli Slint. Ma ben presto McMahan ed entrambi i fratelli Oldham decidono di lasciare la band, sostituiti da Mike Bucayu e David Pajo. Per la prima Walford e Pajo fanno parte dello stesso progetto, e grazie anche a questa collaborazione sarà possibile la nascita degli Slint.[7]
Nel 1985 nascono gli Squirrel Bait, gruppo che ha una breve storia ma che segna profondamente la musica degli anni novanta. Nella band suonano nuovamente insieme Walford e McMahan, ma Walford abbandona il gruppo subito dopo la prima sessione di registrazione.[8] Nel suo anno di attività la formazione degli Squirrel Bait registra l'EP omonimo Squirrel Bait e Skag Heaven, album considerato dalla critica musicale una tappa importante nell'evoluzione della musica rock.[9][10] Nel frattempo, nello stesso anno, si esibiscono per la prima volta insieme Walford, Pajo e Buckler, tre dei quattro membri che formeranno gli Slint, sotto il nome di Small Tight Dirty Tufts of Hair.[11]
Contemporaneamente la storia dei Maurice si avvia verso un lento declino, e così nel 1986 Mike Bucayu decide di formare una nuova band che lasciasse più spazio alle sue idee nella stesura delle canzoni, dato che nei Maurice la produzione dei brani era affidata completamente a Walford e Pajo. Il nuovo gruppo, i Solution Unknown, prende forma con la voce di Eric Schmidt, David Pajo alla batteria, Kent Chappelle al basso e Todd Brashear, che suonerà il basso negli Slint dopo l'abbandono di Ethan Buckler, come seconda chitarra. La band, dopo aver registrato alcuni dischi, si scioglie definitivamente nell'agosto del 1987.[12]
«There's a lot of real smart people coming out of Louisville, Kentucky, for reasons I can't really figure out. Slint is from there and that's a great band. Historically, Louisville has had some good music.»
(IT)
«Ci sono un sacco di persone realmente intelligenti che vengono da Louisville, Kentucky, per ragioni che non posso immaginare. Gli Slint vengono da qui e sono una grande band. Nella sua storia, Louisville ha avuto della buona musica.»
Gli Slint nacquero nel 1986 a Louisville, in Kentucky, su iniziativa del chitarrista Brian McMahan e del batterista Britt Walford, già membri della punk band Squirrel Bait. A loro si aggiunsero il bassista Ethan Buckler e il chitarrista David Pajo. Nel 1987 registrarono alcune session insieme al produttore Steve Albini. Il materiale registrato venne pubblicato due anni dopo, nel 1989, nel primo album Tweez, autoprodotto dall'etichetta del gruppo Jennifer Hartman Records.
Buckler uscì dalla band e venne sostituito da Todd Brashear, col quale registrarono altro materiale, pubblicato, però, solo nel 1994 sull'EP Glenn/Rhoda. Dopo l'uscita del primo album, alcuni membri della band tornarono a dedicarsi ai propri studi universitari[14].
Nel 1991, dopo aver firmato con la Touch and Go Records, pubblicarono l'album Spiderland, considerato dalla quasi totalità dei critici un dei dischi più importanti e influenti degli anni novanta[15][16].
Dopo l'uscita del secondo album, per motivi incerti, la band si sciolse. Nel 1993 la Touch and Go ripubblicò Tweez.
Dopo tredici anni di inattività gli Slint tornano nuovamente a suonare insieme nel 2005, composti da Brian McMahan, David Pajo e Britt Walford. La prima esibizione avviene nella città dove tutto è cominciato, nel W. L. Lyons Brown Theatre di Louisville, il 22 febbraio. Una seconda esibizione ha luogo quattro giorni dopo a Londra, nel primo weekend degli All Tomorrow's Parties, concerto curato proprio dagli Slint. Quando si diffuse la notizia che all'evento si sarebbe esibita la storica band si verificò il sold out più rapido nella storia degli ATP fino ad allora.[17] In seguito a questo concerto viene aggiunta ed annunciata una serie di concerti di diciannove date, che continuando per l'Inghilterra, e proseguendo nell'Europa continentale, riporteranno gli Slint nel continente americano. Sul terreno americano si esibiscono a San Francisco, Seattle, Los Angeles, New York, Boston, Filadelfia, Washington e Chicago, dove dopo aver effettuato tre concerti consecutivi terminano il loro tour. Durante le varie tappe gli Slint non presentano nuovi brani ma si esibiscono solamente nei quindici brani contenuti nei due album e nell'EP.[18]
Due anni dopo, nel 2007, i componenti degli Slint decidono di intraprendere un nuovo tour, che parte, anche questa volta, dopo un'esibizione agli All Tomorrow's Parties nel secondo weekend dell'evento. In seguito parte un tour che passa per alcune delle città europee più importanti, come Amsterdam, Bruxelles, Parigi, Roma e Barcellona. Dopo una pausa di quasi tre settimane seguono altre due tappe del tour a New York, per poi ritornare ad esibirsi, dopo un mese, in Europa, a Glasgow e a Londra.
I membri degli Slint rimasero molto attivi nella scena musicale indipendente. McMahan fondò i The For Carnation, ai quali si aggiunsero Pajo e Walford. Pajo suonò anche negli Zwan, con Billy Corgan, nei Tortoise, e pubblicò parecchi dischi da solista. Buckler suonò nei King Kong e Britt Waltford nei Breeders.
Nel 2005, gli Slint si riunirono per organizzare il festival All Tomorrow's Parties, suonando, in seguito, alcuni concerti.
Nel 2007, la band si riunì una seconda volta per intraprendere un tour internazionale, proponendo l'esecuzione completa di Spiderland.
La terza reunion avviene nel 2013. Gli Slint tornano a suonare al All Tomorrow's Parties.
Nella primavera/estate del 2014, la band torna in tour. Tra le date annunciate, il Primavera Sound Festival e il Bloom di Mezzago[19].