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Repubblica Italiana[modifica | modifica wikitesto]

1949[modifica | modifica wikitesto]

Eritrea[modifica | modifica wikitesto]

5 marzo, a seguito di un'imboscata a Senafè perdono la vita:

  • Antonio Di Stasio, Finanziere;
  • Alfredo Tramacere, Finanziere decorato di Medaglia di Bronzo al valor militare.

1950[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia[modifica | modifica wikitesto]

20 marzo, un pilota perde la vita, a bordo di un North American P-51 Mustang, in seguito ad un incidente di volo.

  • sergente maggiore Bruno Munarin

Eritrea[modifica | modifica wikitesto]

21 ottobre, a seguito di un conflitto a fuoco[1]:

  • Pio Semproni, maresciallo dell'Arma dei Carabinieri.

1952[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia[modifica | modifica wikitesto]

1º agosto, Chisimaio, a seguito di un'imboscata cadono[2]:

  • Luciano Fosci, carabiniere;
  • Flavio Salacone, maresciallo maggiore dei carabinieri.

1954[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia[modifica | modifica wikitesto]

13 maggio, Mogadiscio, a seguito di malattia contratta in servizio:

  • Vitantonio Sorino, maresciallo del Genio Pionieri.

1959[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia[modifica | modifica wikitesto]

22 marzo, Mogadiscio, annegato nel tentativo di salvare la vita ad un ufficiale in difficoltà nelle acque dell'Oceano Indiano:

  • Giuseppe Cavagnero, maresciallo dell'Arma dei Carabinieri.

1961[modifica | modifica wikitesto]

Missione ONUC nell'ex Congo Belga[modifica | modifica wikitesto]

15 febbraio, cielo di Luluabourg, a seguito di un incidente di volo verificatosi nelle fasi di decollo del loro C-119, "Lyra 15", perdono la vita tre aviatori della 46ª Brigata aerea dell'Aeronautica Militare[2]:

5 novembre, a seguito di un'imboscata da parte di alcuni rivoluzionari, venne ucciso:

11 o 12 novembre, "eccidio di Kindu", tredici aviatori anch'essi appartenenti alla 46ª Brigata aerea a bordo del C-119, "Lyra 5", in volo umanitario, vengono catturati e trucidati[2]:

  • Onorio De Luca, tenente pilota;
  • Filippo Di Giovanni, maresciallo motorista;
  • Armando Fabi, sergente maggiore elettromeccanico di bordo;
  • Giulio Garbati, sottotenente pilota;
  • Giorgio Gonelli, capitano pilota;
  • Antonio Mamone, sergente maggiore marconista;
  • Martano Marcacci, sergente elettromeccanico di bordo;
  • Francesco Paga, sergente marconista;
  • Amedeo Parmeggiani, maggiore pilota;
  • Silvestro Possenti, sergente maggiore montatore;
  • Nazzareno Quadrumani, maresciallo motorista;
  • Francesco Paolo Remotti, tenente medico;
  • Nicola Stigliani, sergente maggiore montatore.

17 novembre, Lago Tanganica, il velivolo C-119, "Lyra 10", della medesima Aerobrigata, in volo dall'Italia per trasportare aiuti umanitari nel paese africano, precipita a causa di un'avaria; nell'incidente cadono[2]:

  • Giovanni De Risi, maresciallo pilota;
  • Tommaso Fondi, maresciallo motorista;
  • Elio Nisi, capitano pilota;
  • Giuseppe Saglimbeni, maresciallo marconista.

Gli altri componenti dell'equipaggio riuscirono a salvarsi

1973[modifica | modifica wikitesto]

Missione UNTSO, Egitto[modifica | modifica wikitesto]

6 ottobre, Penisola del Sinai, nei pressi del canale di Suez, a cadere sul proprio posto d'osservazione durante le prime ore della guerra del Kippur, dopo essere stato colpito da un razzo, è:

  • Carlo Olivieri, capitano.

1983[modifica | modifica wikitesto]

Missione ITALCON "Libano 2"[modifica | modifica wikitesto]

15 marzo, Beirut, durante una missione di pattugliamento notturno nei pressi del campo di Sabra, un marinaio del contingente 3º/82, della Marina Militare, in servizio nel Battaglione San Marco, spirerà il 22 marzo a seguito delle ferite all'Ospedale Militare del Celio riportate nell'imboscata al mezzo sul quale viaggiava:

Durante la missione si sono avuti inoltre 75 feriti a fronte di 275 caduti statunitensi e 87 francesi.

1991[modifica | modifica wikitesto]

Guerra del Golfo[modifica | modifica wikitesto]

13 febbraio, in libera uscita a Dubai, un marinaio di leva imbarcato su nave Stromboli, muore a seguito di accoltellamento, anni dopo l'evento sarà rivendicato da Al-Qaeda[2]:

  • Cosimo Carlino, marinaio.

1992[modifica | modifica wikitesto]

Missione ECMM, Croazia[modifica | modifica wikitesto]

7 gennaio, "eccidio di Podrute", quattro militari italiani ed un francese[3] rimangono uccisi a seguito all'abbattimento, da parte di un MiG-21 jugoslavo, dell'elicottero AB-205 dell'ALE su cui viaggiavano[2]:

Missione UNPROFOR, Bosnia ed Erzegovina[modifica | modifica wikitesto]

3 settembre, "strage di Monte Zec", quattro aviatori della 46ª Brigata aerea precipitati sul Monte Zec nei pressi di Sarajevo a bordo del G.222, "Lyra 34", che trasportava aiuti umanitari ed abbattuto da due missili terra-aria croati[4]:

1993[modifica | modifica wikitesto]

Stemma dell'Esercito Italiano

Missione UNITAF "Restore Hope"[5] - "Ibis II", Somalia[modifica | modifica wikitesto]

13 maggio, Mogadiscio, colpito accidentalmente da un commilitone durante il turno di guardia:

2 luglio "battaglia del pastificio", durante l'operazione denominata "Canguro 11", decisa dal Comando ITALFOR per il rastrellamento del quartiere Haliwaa, a nord di Mogadiscio, 3 soldati rimangono vittima di un'imboscata di miliziani armati nei pressi di "Checkpoint Pasta":

36 furono i feriti di cui molti in modo grave.

3 agosto, Mogadiscio:

15 settembre, porto nuovo di Mogadiscio, vengono uccisi da cecchini:

31 ottobre, Roma, all'ospedale militare del Celio muore a seguito di malaria:

12 novembre Strada imperiale di Mogadiscio, in una imboscata cade:

Missione ONUMOZ, "Albatross", Mozambico[modifica | modifica wikitesto]

25 novembre "Nova Gaia - Corridoio di Beirat", caduti a seguito di incidente di volo con aereo SM 1019 dell'Aviazione dell'Esercito:

  • Fabio Montagna, tenente 28º gr. Sqd. Aves "Tucano";
  • Salvatore Stabile, sergente maggiore 20º gr. Sqd. Aves "Andromeda".

Missione UNOSOM II,[7] "Ibis II", Somalia[modifica | modifica wikitesto]

9 dicembre, Mogadiscio, a seguito di omicidio cadeva all'interno del "Poliambulatorio Italia" di Mogadiscio:

Prima donna appartenente a un corpo volontario, ausiliario delle forze armate dell'Italia Repubblicana a cadere in missione.

30 dicembre, Strada Imperiale Afgoi-Balad:

  • Tommaso Carrozza, cavalleggero del reggimento "Lancieri di Firenze" rimane schiacciato quando la sua autoblindo Centauro si capovolge in una curva della Balad Mogadiscio.

1994[modifica | modifica wikitesto]

Missione UNOSOM II, "Ibis II", Somalia[modifica | modifica wikitesto]

6 febbraio, Balad, agguato sulla strada Balad-Mogadiscio:

L'ultimo caduto militare della missione italiana in Somalia.

  • Alessandro Giardina, bersagliere, di Pioltello (MI), ferito lo stesso anno accidentalmente da un commilitone e rimasto tetraplegico, muore in Italia nel 2001 a causa delle complicazioni dovute alla ferita riportata.[8]

Operazione Ippocampo, Ruanda[modifica | modifica wikitesto]

30 giugno, Livorno, a seguito di grave malattia contratta in missione:

1995[modifica | modifica wikitesto]

Missione IFOR/MSU, Bosnia ed Erzegovina[modifica | modifica wikitesto]

27 dicembre, Mostar, in un incidente d'auto perde la vita:

1996[modifica | modifica wikitesto]

Stemma dell'Aeronautica Militare Italiana

Missione IFOR, Bosnia ed Erzegovina[modifica | modifica wikitesto]

24 gennaio, Sarajevo, per lo scoppio di una granata perde la vita:

1997[modifica | modifica wikitesto]

Missione IFOR, Bosnia ed Erzegovina[modifica | modifica wikitesto]

24 gennaio, Gradac, in un incidente d'auto causato da una voragine perde la vita:

23 aprile, Mostar, forse suicidatosi:

  • Roberto Petrucci, colonnello

Missione FMP "Alba", Albania[modifica | modifica wikitesto]

9 luglio, Valona, deceduto per esplosione accidentale di un ordigno:

  • Diego Vaira, Alpino.

Missione UNIFIL/ITALAIR, Libano[modifica | modifica wikitesto]

6 agosto, "Cielo del Libano", a causa dell'improvviso peggioramento delle condizioni meteorologiche precipitano, trovando la morte a bordo del loro elicottero AB-205 presso la località di Tibnin, quattro italiani ed un militare irlandese[9]:

1998[modifica | modifica wikitesto]

Missione FMP "Alba", Albania[modifica | modifica wikitesto]

9 febbraio, Valona, deceduto a causa di un incidente subacqueo nel porto di Valona:

Missione UNSMA, Afghanistan[modifica | modifica wikitesto]

22 agosto, Kabul, caduto nel corso di un conflitto a fuoco che coinvolgeva un automezzo:

1999[modifica | modifica wikitesto]

Missione IFOR, Bosnia ed Erzegovina[modifica | modifica wikitesto]

3 giugno, Zvornik, in un incidente stradale perdono la vita:

Missione KFOR, Kosovo[10][modifica | modifica wikitesto]

24 giugno, Đakovica, in un incidente con la propria arma da fuoco perde la vita:

12 novembre, Slakovce, in un incidente aereo di un ATR-42 della Compagnia aerea anconetana SiFly, con a bordo 24 persone (tutti deceduti: 21 passeggeri, per lo più volontari di organizzazioni non governative e 3 uomini d'equipaggio) tra cui 12 italiani, impegnato in una Missione ONU del PAM Programma Alimentare Mondiale, precipitato in un campo minato 27 miglia a nord di Pristina vicino al villaggio di Slakovce, nella zona di Mitrovica:

  • Antonio Gavino, del 1961, agente scelto della Polizia di Stato, in forza alla Questura di Imperia, aggregato al Reparto Mobile di Roma per una missione a Pristina.

2000[modifica | modifica wikitesto]

Missione KFOR, Kosovo[modifica | modifica wikitesto]

2 aprile, Peć, in un incidente d'arma da fuoco perde la vita:

2001[modifica | modifica wikitesto]

Missione KFOR, Kosovo[modifica | modifica wikitesto]

2 agosto, Dečani, suicidio:

9 agosto, Morines, precipitando dall'elicottero in fase di atterraggio perdono la vita:

2002[modifica | modifica wikitesto]

Operazione Amber Fox, Repubblica di Macedonia[modifica | modifica wikitesto]

8 maggio, Tetovo, a causa dell'esplosione di una mina:

2003[modifica | modifica wikitesto]

Operazione Antica Babilonia, Iraq[11][modifica | modifica wikitesto]

Stemma dell'Arma dei carabinieri

12 novembre, "Strage di Nassiriya", cadono in un attentato suicida eseguito con un camion bomba che provoca 28 morti, 19 italiani di cui 2 civili[12] e 9 iracheni. I militari italiani sono[13]:

Arma dei Carabinieri - Reggimento M.S.U.

Esercito italiano

European Union Police Mission Bosnia ed Erzegovina[modifica | modifica wikitesto]

20 novembre, Sarajevo, a bordo di un mezzo dell'EUPM che stava percorrendo una strada tra Foča e Sarajevo. Il mezzo sbandò, probabilmente a causa di una lastra di ghiaccio e delle precarie condizioni del manto stradale, finendo fuori strada da un cavalcavia[14][15]:

2004[modifica | modifica wikitesto]

Operazione Antica Babilonia, Iraq[11][modifica | modifica wikitesto]

17 maggio, Nassiriya, battaglia dei ponti, in un duro attacco dei miliziani sciiti di Muqtada al-Sadr, colpito da una scheggia di granata da mortaio, spirato all'ospedale di Bassora[16]:

5 luglio, alla guida di un VM Torpedo rimane vittima di un incidente stradale causato da due autocarri iracheni[17][18]:

Missione UNIFIL/ITALAIR, Libano[modifica | modifica wikitesto]

30 luglio, Beirut, caduto in missione[19]:

Missione ISAF, Afghanistan[20][modifica | modifica wikitesto]

3 ottobre, Distretto di Surobi, in un incidente con un VM90, del quale era alla guida, perde la vita[21][22]:

2005[modifica | modifica wikitesto]

Operazione Antica Babilonia, Iraq[11][modifica | modifica wikitesto]

21 gennaio, Nassiriya, il mitragliere di un AB 412 viene raggiunto da un colpo d'arma da fuoco mentre è in volo sull'elicottero[23][24]:

4 marzo, Baghdad, nei pressi dell'aeroporto di Baghdad, a causa di fuoco amico, viene ucciso da una pattuglia statunitense durante la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena:

14 marzo, Nassiriya, secondo la versione ufficiale, muore per un incidente durante normali esercitazioni di tiro presso il poligono "Garibaldi" di Nassiriya, a causa di un colpo alla testa accidentalmente esploso nel tentativo di risolvere un inceppamento della propria arma, una mitragliatrice "Minimi"[25]:

Nel 2010 emerse, tra i documenti USA rivelati da Wikileaks, un rapporto classificato segreto in cui era riportato che non si trattò di un incidente bensì di un caso di fuoco amico[26][27].

31 maggio, Nassiriya, in volo a bordo del loro elicottero Agusta-Bell AB 412 precipitano a causa di condizioni meteorologiche avverse, circa 13 miglia sud-est di Nassiriya[28][29]:

14 luglio, Nassiriya, a causa di un incidente del mezzo su cui viaggiava durante una ricognizione nella periferia sud-est di Nassiriya[30]:

Missione ISAF, Afghanistan[20][modifica | modifica wikitesto]

3 febbraio, nel disastro aereo del volo Kam Air 904, sulle montagne a sud-est di Kabul, perdono la vita 104 persone, tra le quali tre italiani, due civili e un militare[31]:

11 ottobre, Kabul, per un colpo di pistola alla testa esploso accidentalmente dal compagno di camerata[32][33][34][35]:

Missione SFOR/MSU, Bosnia ed Erzegovina[modifica | modifica wikitesto]

17 novembre, in seguito ad incidente stradale lungo la strada statale M-17 tra Sarajevo e Mostar perde la vita [36][37]:

2006[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della Marina Militare Italiana

Operazione Antica Babilonia, Iraq[11][modifica | modifica wikitesto]

27 aprile, Nassiriya, in seguito ad un attentato esplosivo ad un blindato cadono sul campo 3 militari italiani ed 1 rumeno[38], un altro militare italiano rimasto ferito gravemente, spirerà il 7 maggio[39]:

7 maggio, Nassiriya, in seguito all'attentato subito il 27 aprile, spira al Centro ustioni dell'Ospedale Civile Maggiore di Verona in conseguenza delle gravi ferite riportate[40]:

5 giugno, Nassiriya, ucciso dallo scoppio di un ordigno al passaggio del proprio convoglio militare[41]:

21 settembre, Nassiriya, a causa di un incidente stradale, avvenuto durante la pattuglia con un mezzo non blindato, a circa 10 km da Nassiriya[42]:

Missione ISAF, Afghanistan[20][modifica | modifica wikitesto]

5 maggio, Kabul, a causa dell'esplosione di un ordigno al passaggio di due Puma 6x6 degli Alpini sulla strada della valle del Musay, a sud-est di Kabul[43]:

2 luglio, Herat, muore durante la missione PRT della NATO a seguito di un attacco cardiaco[44]:

20 settembre, Kabul, durante l'attività di pattuglia nel distretto di Chahar Asyab, circa 13 km a sud di Kabul, a causa del ribaltamento del Puma su cui viaggiava nella postazione di mitragliere[45]:

26 settembre, Kabul, durante l'attività di pattuglia nel distretto di Chahar Asyab, circa 10 km a sud di Kabul, uno dei tre Puma su cui viaggiano i militari, viene colpito dall'esplosione di un ordigno rudimentale, azionato probabilmente a distanza. Tre dei sei Alpini a bordo sono feriti gravemente e uno perisce poco dopo, un altro spirerà a Roma il 30 settembre[46][47]:

30 settembre, Roma, ricoverato all'ospedale militare del Celio, a causa delle gravi ferite riportate in seguito all'attentato subito il 26 settembre precedente a Kabul[48]:

2007[modifica | modifica wikitesto]

Missione ISAF, Afghanistan[20][modifica | modifica wikitesto]

4 ottobre, Roma, catturato dagli insorti insieme ad un altro agente e ad un collaboratore afghano il 22 settembre, riporta gravi ferite nel blitz condotto da forze speciali italiane e britanniche per liberarlo il 24 settembre. Muore all'ospedale militare del Celio[49][50]:

24 novembre, distretto di Paghman, a seguito di una strage, ad opera di un attentatore suicida, che provoca nove vittime durante la cerimonia d’inaugurazione del ponte sul fiume nel distretto di Paghman, a circa 25 km nord-ovest di Kabul[51]:

2008[modifica | modifica wikitesto]

Missione ISAF, Afghanistan[20][modifica | modifica wikitesto]

13 febbraio, Rudbar, a seguito di uno scontro a fuoco durante una distribuzione di viveri alla popolazione locale, decede[52]:

21 settembre, per cause naturali decede:

  • Alessandro Caroppo, caporal maggiore.

2009[modifica | modifica wikitesto]

Missione ISAF, Afghanistan[20][modifica | modifica wikitesto]

15 gennaio, alla base italiana di "Camp Arena" di Herat, muore per cause naturali:

14 luglio, 50 km N/E di Farah, a seguito dello scoppio di un ordigno IED al passaggio del suo convoglio decede:

17 settembre, Kabul, secondo una prima ricostruzione un'auto carica di esplosivo (150 kg) è riuscita ad infilarsi tra due mezzi Lince del 186º Reggimento della Brigata Folgore e detonare. Gli occupanti del primo mezzo sono morti sul colpo, mentre è deceduto anche un occupante del secondo mezzo. Erano quattro caporal maggiore, un sergente maggiore e il tenente che comandava i due Lince. Sono inoltre morti 4 poliziotti e 20 civili afghani:

  • Roberto Valente, sergente maggiore, 187º Reggimento della "Folgore".
  • Matteo Mureddu, primo caporal maggiore, 186º Reggimento della "Folgore".[53]
  • Antonio Fortunato, tenente, 186º Reggimento della "Folgore".
  • Davide Ricchiuto, primo caporal maggiore, 186º Reggimento della "Folgore".
  • Giandomenico Pistonami, nato ad Orvieto il 15 maggio 1983, primo caporal maggiore del 186º Reggimento della "Folgore".
  • Massimiliano Randino, primo caporal maggiore, 183º Reggimento "Nembo" della "Folgore".[54]

Il 21 settembre 2009, giornata di lutto nazionale, sono stati celebrati i solenni funerali di stato nella Basilica di San Paolo fuori le mura a Roma, che sono stati presieduti dall'ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi. Alle esequie solenni hanno partecipato anche i quattro militari rimasti feriti nell'attacco: il primo maresciallo dell'Aeronautica Felice Calandriello, i primi caporalmaggiori della Folgore Rocco Leo, Sergio Agostinelli e Ferdinando Buono.[55]

15 ottobre, tra Herat e Shindand, a seguito di un incidente stradale, per il ribaltamento dell'autoblindato "Lince", durante uno spostamento operativo, è deceduto:

Missione KFOR, Kosovo[modifica | modifica wikitesto]

18 febbraio, nella base "Campo Sparta" a Dečani per l’operazione “Joint Enterprise”, muore per cause naturali:

2010[modifica | modifica wikitesto]

Missione ISAF, Afghanistan[20][modifica | modifica wikitesto]

26 febbraio, Kabul, in seguito ad un attentato condotto con una grande quantità di esplosivo ed armi automatiche da parte di un commando composto da 8 mujaheddin talebani contro tre hotel nell'area di Shahr-i-Naw, e che provoca un totale di 16 morti[57], rimane ucciso:

  • Pietro Antonio Colazzo, nato a Galatina (LE) il 15 settembre 1962, agente dell'AISE[58][59], in servizio in Afghanistan da due anni.

17 maggio, alle 9:15 locali, in seguito allo scoppio di un ordigno esplosivo improvvisato avvenuto al passaggio di un convoglio, partito da Herat e diretto alla base di Bala Murghab per portare rinforzi, composto da 130 mezzi spagnoli, americani, afgani ed italiani, per un numero complessivo di circa 400 militari. Rimangono uccisi sul blindato Lince colpito dall'esplosione[60]:

23 giugno, alle 19:04 locali, in seguito ad un episodio non del tutto chiarito che, ufficialmente, attribuisce la causa alla caduta dal proprio mezzo, un "Buffalo", nel corso di una ricognizione nei pressi di Shindand[61][62][63]:

25 luglio, suicida, in circostanze poco chiare, con un colpo di arma da fuoco all'interno del suo ufficio presso l'aeroporto di Kabul[64][65]:

28 luglio, vittime di un attentato compiuto con un ordigno esplosivo durante l'attività di ricerca e disinnesco di IED lungo una strada ad 8 km a sud di Herat, nel distretto di Injil[66][67]:

17 settembre, colpito a morte mentre cercava di catturare un gruppo di insorgenti che aveva appena piazzato un ordigno sul ciglio della strada che collega Farah a Delaram, nella zona di Bakwah, nell'area a est di Farah, nella provincia di Herat[68]:

9 ottobre, 9:45 ora locale (le 7:15 in Italia), vittime dell'esplosione di un ordigno esplosivo improvvisato che colpisce il veicolo blindato Lince col quale stavano scortando un convoglio di 70 camion civili. Rientranti, verso ovest, dopo aver trasportato materiali per l'allestimento della base operativa avanzata denominata "Ice", nella valle del distretto del Gulistan, a circa 200 chilometri a est della provincia di Farah, al confine con la provincia di Helmand, nel sud ovest dell'Afghanistan, vengono fatti segno da colpi di arma da fuoco e poi dall'esplosione dello IED occultato sul ciglio della strada[69]:

31 dicembre, colpito a morte da un cecchino durante uno scontro a fuoco nell'avamposto "Snow" di Buji, nel distretto di Gulistan, provincia di Farah[70]:

2011[modifica | modifica wikitesto]

Missione ISAF, Afghanistan[20][modifica | modifica wikitesto]

18 gennaio, colpito a morte alla testa da un ribelle in uniforme dell'esercito afghano, nell'avamposto denominato "Highlander" situato nella cintura di sicurezza intorno alla base di Bala Morghab, nell'ovest dell'Afghanistan:

28 febbraio, morto in seguito all'esplosione di uno IED che ha investito il Lince su cui viaggiava di ritorno da un'operazione di assistenza medica nella zona di Shindand:

4 giugno, assassinato da un gruppo di afghani nel corso di un incidente, dalla dinamica non ben chiara, in cui aveva preso le difese di una donna statunitense presumibilmente aggredita[73], in una località della zona di Khinch nella valle di Mokni, tra i distretti di Bazarak e di Khenj, nella provincia del Panjshir, Afghanistan nord orientale[74] [75]:

2 luglio, ucciso nell'esplosione di uno IED posto ai margini della strada che ha coinvolto l'autocarro pesante (APS) che stava guidando, nei pressi del villaggio di Caghaz, 16 km ad ovest di Bakwa, ad est del distretto di Farah:

12 luglio, ucciso nell'esplosione di uno IED che stava disinnescando a tre chilometri dalla base di "Camp Lavaredo" a Bakwa:

25 luglio, ucciso durante un'operazione congiunta tra militari italiani e forze afgane nella zona a nord ovest della valle di Bala Morghab:

16 settembre muore per cause naturali ad Herat:

23 settembre, muoiono in seguito ad incidente stradale incorso al VTLM Lince su cui viaggiavano, circa 20 Km da Herat[76][77][78]:

2012[modifica | modifica wikitesto]

Missione ISAF, Afghanistan[20][modifica | modifica wikitesto]

13 gennaio, muore a causa di un malore a Farah[79]:

20 febbraio, muoiono in seguito ad incidente stradale incorso al VTLM Lince su cui viaggiavano, 20 Km a sud-ovest di Shindand, nella parte occidentale dell'Afghanistan[80]:

24 marzo, muore a seguito di un attacco condotto con 3 colpi di mortaio alle ore 18:00 locali (in Italia 14:30), contro la FOB (Forward Operative Base ovvero base operativa avanzata) "Ice" nel distretto di Gulistan, nella provincia di Farah, nel settore Sud-Est dell'area di responsabilità italiana, assegnata alla Task Force South-East[81]:

25 giugno, alle 08:50 locali (le 06:20 in Italia) in un campo per l'addestramento della polizia afghana, ad Adraskan, nella provincia occidentale di Herat, un razzo da 107mm è esploso vicino una garitta di osservazione installata a ridosso della linea di tiro del poligono.[82]:

25 ottobre, nel corso di un'operazione congiunta della Task Force South East con il 207º Corpo dell'esercito afgano, impegnati in una attività di pattuglia nel villaggio di Syav, nel distretto di Bakwa, nella provincia di Farah, a sud di Herat, a circa 20 chilometri a ovest della Base Operativa Avanzata "Lavaredo" di Bakwa, dove ha sede la Task Force South East, sono stati attaccati da insorti afghani. Tra gli italiani 1 morto (gravemente ferito all'addome è deceduto nella struttura sanitaria di livello superiore di Camp Bastion alle 19:45 ore locali) e 3 feriti, 1 soldato afghano morto.

Missione KFOR, Kosovo[modifica | modifica wikitesto]

18 giugno, nella base di Novo Selo, non lontana da Kosovska Mitrovica, cade per cause non chiare (suicidio o incidente con la propria arma da fuoco):

2013[modifica | modifica wikitesto]

Missione ISAF, Afghanistan[20][modifica | modifica wikitesto]

8 giugno, muore a causa di un attacco a Farah[83]:

2014[modifica | modifica wikitesto]

Missione Militare Italiana in Libia (MIL), Libia[modifica | modifica wikitesto]

24 febbraio, perde la vita a causa di un malore nel campo di addestramento di Tripoli:

Missione Militare UNIFIL (Operazione Leonte) in Libano[modifica | modifica wikitesto]

12 agosto Shama, nella parte meridionale del Paese presso il "Combat Service Support Battalion", è stato trovato cadavere, per suicidio o incidente durante un turno di guardia[84][85]:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rientro in Patria della Salma del maresciallo M.A.V.M. Pio Semproni deceduto ad Agordat (Eritrea) nel 1950, in carabinieri.it. URL consultato l'11 luglio 2012.
  2. ^ a b c d e f Italiani caduti all'estero (PDF), in uomofolgore.it. URL consultato il 1º marzo 2011.
  3. ^ Jean-Loup Eychenne, lieutenant de vaisseau (tenente di vascello) della Marine nationale francese, perito col resto dell'equipaggio
  4. ^ Ordine del giorno per la seduta n. 204 della Commissione Difesa, in senato.it. URL consultato il 1º marzo 2011.
  5. ^ UNITAF "Restore Hope" (9 dicembre 1992 - 4 maggio 1993), in pratica è il seguito della missione UNOSOM I/ITALFOR "Ibis I" che ha operato in territorio somalo dall'aprile 1992 al dicembre dello stesso anno
  6. ^ mistero sulla morte del para' in Somalia
  7. ^ UNOSOM II (4 maggio 1993 - 21 marzo 1994); United Shield (20 gennaio - 3 marzo 1995), in pratica è il seguito della missione UNITAF/ITALFOR "Ibis II" che ha operato in territorio somalo dal dicembre 1992 al maggio 1993
  8. ^ Alessandro, ucciso dalla guerra 7 anni dopo Repubblica.it
  9. ^ John Lynch, Sgt. of the Irish Army
  10. ^ Vedi DOP. La pronuncia classica, Còssovo /ˈkɔssovo/, è variamente attestata: cfr. «La battaglia di Còssovo in cui l'impero di Serbia perì» (Giosuè Carducci); «Ti chiaman di Còssovo al piano» (Gabriele d'Annunzio). L'accentazione Cossòvo /kosˈsɔvo/, all'albanese, è invece priva di riscontro storico, sebbene attestata nell'uso giornalistico contemporaneo. Del resto, Cossovo è un nome serbo (Kosovo Polje, la "Piana dei Merli").
  11. ^ a b c d Incidenti e Caduti della operazione internazionale in Iraq - ANTICA BABILONIA sul sito del Ministero della Difesa, su difesa.it. URL consultato il 31 agosto 2015.
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