Menaggio

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Menaggio
comune
Menaggio – Stemma
Menaggio – Bandiera
Menaggio – Veduta
Menaggio – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Como
Amministrazione
SindacoMichele Spaggiari (lista civica Vivere Menaggio)
Territorio
Coordinate46°01′N 9°14′E / 46.016667°N 9.233333°E46.016667; 9.233333 (Menaggio)
Altitudine202 m s.l.m.
Superficie11,77 km²
Abitanti3 083[1] (30-11-2020)
Densità261,94 ab./km²
FrazioniCastello, Croce, Fossato, Loveno, Nobiallo, Sonenga
Comuni confinantiGrandola ed Uniti, Griante, Perledo (LC), Plesio, San Siro, Tremezzina, Varenna (LC)
Altre informazioni
Cod. postale22017
Prefisso0344
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT013145
Cod. catastaleF120
TargaCO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 222 GG[3]
Nome abitantimenaggini
Patronosanto Stefano
Giorno festivo26 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Menaggio
Menaggio
Menaggio – Mappa
Menaggio – Mappa
Posizione del comune di Menaggio nella provincia di Como
Sito istituzionale

«Uscimmo al tramonto: quando raggiungemmo Menaggio la luna piena era sorta sopra le cime delle montagne e aveva disegnato un sentiero d’argento sulle onde… Inseguimmo le tintinnanti campanelle delle barche dei pescatori e indugiammo per ore»

Menaggio (Menaas in dialetto comasco[4][N 1], AFI: /meˈnaːs/) è un comune italiano di 3 083 abitanti della provincia di Como in Lombardia. Il comune fa parte della Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio situato sulla sponda occidentale del lago di Como all'imbocco dell'omonima valle.

È costituito da un centro e tre frazioni: Croce, Loveno e Nobiallo.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo Menaggio venne citato nei documenti medievali come Menasi (943), Menasiae (962), Menaxi (977), Menasio (1169) e Menascio (1169).

Contrastanti sono le ipotesi sull'origine toponomastica. Gli storiografi classici lo derivavano dal patronimico Minicio[N 2], con riferimento a un'epigrafe latina del II secolo trovata a Santa Maria[5] e qui trasportata da Francesco Calvi; l'iscrizione fa riferimento a un tal Lucui Minicio Exorato, funzionario dell'imperatore Vespasiano[5] e aristocratico romano della gens oufentina[6]. Secondo altri, il toponimo sarebbe l'unione della radice indoeuropea Men- ("monte") alla parola celtica uigg ("acqua")[6][7].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Menaggio tra il 1890 e il 1900

Il territorio fu originariamente abitato da popolazioni Liguri preindoeuropee, in cui si innestarono popolazioni nomadi di origine celtica, dando vita alla cultura di Golasecca.[8] All'insediamento da parte di alcune tribù di Galli verso la fine del IV sec. a.C. seguì, con la vittoria del 196 a.C., da parte di Claudio Marcello ai danni delle popolazioni degli Insubri e dei Comensi, il periodo della dominazione romana.[8]

Da Menaggio, in epoca romana, passava la via Regina, strada romana che collegava il porto fluviale di Cremona (la moderna Cremona) con Clavenna (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano). All'epoca romana risalgono alcune tombe e lapidi ritrovate nel territorio (tra cui una dedicata a Lucius Mincius Exoratus, dal quale secondo alcuni deriverebbe il toponimo).[8]

Nel 386, la fondazione della Diocesi di Como comportò l'istituzione di Menaggio a capo dell'omonima pieve, retta dal presbiter (poi arciprete) della chiesa di Santo Stefano e dotata di un battistero collocato in riva al lago e dedicato a San Giovanni.[8]

Dopo la caduta dell'Impero romano il territorio fu invaso dapprima dai Goti e poi, nel 535 dai Bizantini.[8] A questi subentrarono, nel 568, i Longobardi, i quali dotarono Menaggio di una torre di segnalazione.[8] Nel 768 la regina Ansa, moglie di Desiderio, donò Menaggio al monastero di Santa Cristina[9], che ancora nel tardo X secolo era, insieme alla cappella di San Giusto, proprietà dell'ente[10].

Dopo la costruzione del castello (X secolo),[5] durante la guerra decennale Menaggio si schierò dalla parte dei milanesi e, nel 1124, fu attaccata dai comaschi.[11] Durante l'assedio, gli abitanti di Menaggio utilizzarono il campanile del battistero di San Giovanni come torre.[8][6]

Nel 1140[11] (o 1144[12]) Corrado III di Svevia concesse Menaggio in feudo a un certo Ardizzone de Castello.

Nel XIII secolo ulteriori dispute coinvolsero numerose famiglie della nobiltà comasca e milanese. In questo contesto, nel 1295 Menaggio fu conquistato dai comaschi, i quali misero in fuga il feudatario Littardo de Castello (che si rifugiò a Bellagio[6][12]) e consegnarono il castello menaggino a Matteo I Visconti.[11][12]

Il particolare legame tra la via Regina e Menaggio si ritrova ancora negli Statuti di Como del 1335, i quali citano il "comune burgi de Menaxio" come la località capopieve incaricata della manutenzione del tratto di strada che andava dai “maronellos seu arbores que sunt in somo ad introitum Saxi Ranzii” fino “ad casaritium quod est in medio Saxo Rantio in costa”.[13]

Tra i secoli XII-XVI Menaggio costituì una postazione strategica nel i traffici del lago, che garantì al comune un controllo dei pedaggi sui trasporti.[11]

Nel primo quarto del XVI secolo Menaggio divenne oggetto delle mire espansionistiche da parte dei Grigioni della Repubblica delle Tre Leghe, nel mentre venuti in possesso della città di Lugano.[11] Dopo aver messo a ferro e fuoco il paese nel 1516[8][12] e nel 1521[8], un attacco del 1523 comportò la distruzione del castello menaggino,[11][12][6] struttura fortificata da quattro torri, un fossato e due file di mura[14].

Con la cacciata dei Grigioni dalle terre del medio Lario da parte dei milanesi, Menaggio ritornò a far parte del Ducato di Milano fino al termine del XVIII secolo. In questo contesto, al difficile periodo della dominazione spagnola, caratterizzato da due secoli di brigantaggio, seguì, dal 1714, un periodo sotto gli austriaci.[8]

Sempre a capo dell'omonima pieve, nel 1751 Menaggio aveva già giurisdizione sui cassinaggi di “Cassina Casale”, Pastura, Sovenga, Castello, “Molino del Maglio”, “Molino del Ponte”, “Cassina del Cheglio”, “Casa a San Michele” e “Cassina a Calchera”.[13]

Un decreto di riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 stabilì l'annessione dei comuni di Croce, Loveno ed uniti e Griante ed uniti,[15] decisione che fu revocata dalla Restaurazione.[16][17][18]

Successivamente all'unità d'Italia, a partire dalla Belle Époque Menaggio vide la realizzazione di numerose ville (soprattutto a Loveno) e di alberghi di lusso quali il Grand'Hotel e il Victoria.[8]

Un regio decreto datato 1928 sancì l'annessione, da parte del comune di Menaggio, del soppresso comune di Croce (R.D. 13 maggio 1928, n. 1161), mentre l'anno successivo il territorio comunale fu ulteriormente ampliato grazie all'aggregazione del comune di Loveno sopra Menaggio (R.D. 25 marzo 1929, n. 553).[19]

Menaggio era nell'autunno del 1944 sede del "Centro antiribelli" della 6ª compagnia dell'11ª Brigata nera comandata da Emilio Castelli, vice federale di Como. Il Centro antiribelli fu responsabile di numerose torture e della morte di 19 partigiani,[20] tra cui l'assassinio di Enrico Caronti detto Romolo, il 23 dicembre 1944. Il 26 aprile 1945 il centro ospitò Benito Mussolini durante il suo tentativo di fuga dall'Italia.[8][6]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma, utilizzato dal Comune pur privo di formale concessione, riprende una raffigurazione riprodotta sulla chiave di volta della facciata della chiesa di Santa Marta in via Calvi, commissionata dalla famiglia Castelli, feudataria del paese nel XV secolo.[21]

«D'azzurro, al castello d'argento, merlato alla ghibellina, aperto e finestrato del campo, torricellato di cinque, la torre centrale più bassa e più piccola cimata dalla croce latina del secondo, lievemente patente alle estremità; alla bordura composta di argento e di azzurro.»

Il gonfalone è un drappo di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa parrocchiale di Santo Stefano[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santo Stefano Protomartire (Menaggio).
Menaggio dal lago e il campanile di Santo Stefano

La chiesa di Santo Stefano, che deve il suo aspetto attuale ad alcuni rifacimenti avvenuti negli anni 1618 e 1699,[22] esercitava le funzioni di capopieve della pieve di Menaggio già nel 1444.[23]

La chiesa, che conserva affreschi realizzati nel 1899 dall'artista Tagliaferri[6], fu edificata sulla base di precedenti edifici paleocristiani e romanici.[24]

Interni della chiesa di Santo Stefano

Internamente, la chiesa si presenta con tre navate e conserva una croce astile argentea del 1539, oltre a una serie di affreschi cinque-seicenteschi (tra cui una copia di una Madonna con Gesù e un angelo del Luini - l'originale venne ceduto dai menaggini ai francesi per ottenere lo spostamento della prefettura da Tremezzo a Menaggio[6]).[24]

Il campanile possiede un concerto è formato da 5 campane in Do3 crescente fuse dalla celebre fonderia valtellinese Giorgio Pruneri di Grosio nel 1901. Il suono è completamente automatizzato.

Chiesa di Santa Marta[modifica | modifica wikitesto]

Attestata a partire dal 1582, la Chiesa di Santa Marta era anticamente annessa a un antico ospitale, dedicato ai Magi e a Santo Stefano.[25] Ancor'oggi integrata tra le circostanti architetture in prossimità di villa Calvi, la chiesa, che fu interessata da ristrutturazioni nel 1885, si presenta con una facciata neogotica.[26] Internamente, tra le numerose tele che ornano le pareti, quattro dipinti aventi come tema i Dottori della Chiesa. Tra queste opere, una rara raffigurazione di Sant'Ambrogio in età giovanile,[27] dipinto realizzato nel corso del Seicento.[25]

Il piccolo campanile possiede tre campane a sistema manuale.

Santuario della Madonna della Pace

Santuario della Madonna della Pace[modifica | modifica wikitesto]

Lungo il tracciato dell'antica via Regina[28] si trova il Santuario della Madonna della Pace (1658-1660[28]), sotto la giurisdizione della parrocchia di Nobiallo[29]a[28].

Annoverata nell'elenco dei Santuari e templi votivi della Diocesi di Como[30], la chiesa si presenta come un edificio a pianta ottagonale, dotato di facciata preceduta da pronao, abside poligonale e campanile a vela.[31]

Chiesa di Nobiallo

Chiesa dei Santi Bartolomeo e Nicola[modifica | modifica wikitesto]

Situato a Nobiallo, il complesso della chiesa dei Santi Nicola e Bartolomeo si compone della chiesa Settecentesca a navata singola, del campanile pendente[6][28] romanico del XIII secolo (il quale possiede tre campane) e di un adiacente oratorio[32][33]. La chiesa fu costruita sulla base di un precedente edificio religioso, attestato come cappella all'interno della pieve di Menaggio sin dal XIII secolo.[29] La facciata presenta un portale del XVIII secolo[28].

Chiesa di San Carlo[modifica | modifica wikitesto]

La località Castello ospita la chiesa di San Carlo, eretta nel 1614 con caratteristico campanile a doppia vela[34]. La chiesa fu costruita sui ruderi - e tra le mura[35] - dell'antico castello per volere di Cinzio Calvi,[36] il referendario di Como che nel XVII secolo era proprietario di ciò che restava dell'antico complesso fortificato.[11][6] Fino al 1771[6] la chiesa ospitò una comunità di Canonici regolari della Congregazione del Santissimo Salvatore lateranense[12][11] provenienti dalla chiesa milanese di Santa Maria della Passione[36]. Internamente, la chiesa ospita due quadri di Giuseppe Vermiglio: il primo è una Deposizione tra i santi Agostino e Ambrogio (opera del 1625[14] che richiama un'antica pittura che, a sua volta, nel 1590 era stata trasportata all'interno della predetta chiesa di Milano da un muro esterno del convento attiguo alla stessa chiesa milanese)[36]; nel secondo dipinto, una raffigurazione dei santi Apollonia, Fermo e Agata[36]. La chiesa ospita inoltre una berretta cardinalizia e una mantella appartenute a Carlo Borromeo[37].

Chiesa dei Santi Lorenzo e Agnese[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Loveno (Menaggio).

Rielaborata tra il 1725 e il 1738[38], nel 1641 la Chiesa dei Santi Lorenzo e Agnese fu elevata al rango di parrocchiale di Loveno.[39]

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Architetture religiose di Croce[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Croce (Menaggio).
Chiesa della B.V. di Paullo
Chiesetta degli Alpini

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Giusto (1562-1673), con facciata introdotta da un protiro.[43]
  • Chiesa di San Rocco (1772)[44]
  • Cappella della Beata Vergine di Caravaggio (XVII secolo)[45].
Chiesa di San Rocco

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Villa Vigoni[modifica | modifica wikitesto]

Immersa in un giardino all'inglese progettato nel 1840 da Giuseppe Balzaretto,[46][47] Villa Vigoni è un edificio settecentesco ristrutturato in stile neoclassico attorno al 1820 da Gaetano Besia.[48][49][50] La ristrutturazione fu commissionata da Heinrich Mylius di Francoforte,[51] ragion per cui la villa è anche conosciuta come Villa Mylius Vigoni[52]. L'appellativo "Vigoni" si riferisce, invece al successivo proprietario - Ignazio Vigoni - marito di Luigia Vitali, già moglie senza figli di Giulio Mylius, unico figlio di Heinrich.

La villa, frequentata da letterati quali Goethe (amico della moglie del Mylius) e il Manzoni[50][52], è inserita all'interno di un complesso che comprende anche una dépendance, una limonaia, un'ex-casa del massaro, un'ex-scuderia, un tempietto e la cosiddetta "Casa Svizzera" (una casetta collocata in posizione panoramica nel parco dal Balzaretto).[49]

Nel 1983 Ignazio Vigoni Medici di Marignano, ultimo discendente di casa Mylius, lasciò in eredità alla Repubblica Federale Tedesca[47] sia Villa Vigoni[50] sia la vicina Villa Garovaglio Ricci[52], al fine di realizzare un centro di scambi culturali tra Italia e Germania[52].

Dal 1986 il complesso di Villa Vigoni ospita un Centro italo-tedesco sotto la giurisdizione sia del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale della Repubblica Italiana sia del Ministero Federale dell'Istruzione e della Ricerca della Germania.[49][53]

Internamente, la villa conserva alcuni ritratti familiari eseguiti da Francesco Hayez, oltre a sculture di Democrito Gandolfi e Heinrich Imhof risalenti al quinto decennio del XIX secolo[47].

Il giardino, popolato da sculture di Giosuè Argenti[47], ospita un cenotafio ornato da sculture di Gaetano Besia e da alcuni bassorilievi di Pompeo Marchesi e Bertel Thorvaldsen.[49][50][47] Il tempietto fu fatto erigere da Heinrich Mylius in memoria del figlio Giulio, le cui spoglie vennero invece traslate nel cimitero di Loveno, fatto costruire per l'occasione dallo stesso Heinrich.

Villa Garovaglio[modifica | modifica wikitesto]

VIlla Garovaglio (XIX secolo[54]), conosciuta anche come Villa Garovaglio Ricci, è il risultato di una ristrutturazione di una filanda Settecentesca appartenuta a Francesco Pasquale Ricci. I lavori, che comportarono la costruzione di un corpo di collegamento dei due edifici laterali, furono commissionati attorno alla metà del XIX secolo dall'archeologo Alfonso Garovaglio, entrato in possesso della proprietà per via ereditaria tramite la famiglia della sorella del Ricci. In questo periodo, la villa ospitò una collezione di reperti che, alla morte di Alfonso Garovaglio, divennero perlopiù proprietà del Museo Archeologico di Como. Dopo essere stata acquistata da Ignazio Vigoni Medici di Marignano, la villa fu lasciata in eredità da quest'ultimo alla Repubblica Federale Tedesca.[55]

Villa Valsecchi[modifica | modifica wikitesto]

VIlla Valsecchi (inizio XX secolo) è una dimora in stile Liberty ornata da decorazioni a tema vegetale e da nicchie con statue di figure femminili.[56] Su un lato si sviluppa una torretta con funzioni di piccionaia.[56]

Piazza Garibaldi con, sulla destra, la chiesa di Santa Marta. Sullo sfondo, in alto a sinistra: villa Erba e, a fianco, la chiesa di San Giusto
Grand Hotel Menaggio

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Grand Hotel Menaggio
  • Villa Calvi
  • Villa D'Azeglio[57][6]
  • Villa Erba[58]
  • Villa Govone (XVII secolo)[59][6]
  • Villa Olivetta (seconda metà dell'Ottocento)[60]
  • Villa Pensa (XVIII secolo)[61]
  • Villa Pergola[62]
  • Villa Scanavino (XVI secolo)[63]
  • Villa Vonwiller[64]
  • Casa Messa (XVII secolo)[65]
  • Sculture medievali in via Fabbri: rilievo zoomorfo al civico 28 (XII secolo), bassorilievo al civico 54 (XI secolo) e busto in cima alla fontana del Salvatore (XIII secolo)[14]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Carlo e resti del castello.

Castello[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Menaggio.

Un'altura in posizione dominante sul paese e dotata di uno strapiombo del torrente Sinagra ospita i resti del castello di Menaggio. Citato più volte nelle opere dello storico Paolo Giovio,[11] il castello esisteva già al tempo della guerra decennale, quando fu attaccato dai comaschi.[11][12] La demolizone del castello avvenne nel XVI secolo, per mano dei Grigioni della Repubblica delle Tre Leghe[66][6].

Trincee del Monte Crocetta[modifica | modifica wikitesto]

Il Monte Crocetta ospita alcune fortificazioni facenti parte del sistema della Frontiera Nord.[67][42]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Demografia pre-unitaria[modifica | modifica wikitesto]

Demografia post-unitaria[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[70]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo le statistiche ISTAT[71] al 1º gennaio 2016 la popolazione straniera residente nel comune era di 310 persone, pari al 10% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:[71]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

  • La Biblioteca Comunale "G. Petazzi Madiai", fondata nel 1964, fa parte del Sistema Bibliotecario Lario Ovest[72]. Ha una dotazione libraria di circa 25 000 testi, oltre a un fondo storico di "africanistica" di circa 3 000 opere.
  • La Biblioteca del Centro Italo-Tedesco Villa Vigoni[73], nella frazione di Loveno, è di proprietà dell'associazione omonima e non è aperta al pubblico.

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

Menaggio, oltre alle scuole elementare e media, è sede dell'Istituto di Istruzione Superiore Statale "Ezio Vanoni" che si articola negli indirizzi ragioneria, liceo scientifico, istituto per geometri, istituto tecnico per il turismo e alberghiero.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Festival Internazionale di Chitarra, organizzato dalla Pro loco e diretto da Sergio Fabian Lavia, si svolge dal 2007 ogni anno a fine agosto.
  • Premio Letterario Internazionale Artelario.it. organizzato dall'Associazione culturale ARTELARIO.IT , si svolge dal 2014 a settembre.[74]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Attracco per traghetti a Menaggio

Menaggio è interessata dal percorso della Strada statale 340 Regina.

Il tratto della strada statale 340 Regina tra Menaggio e Porlezza fu inaugurato nel 1839.[6]

Dal 1884 al 1939[N 3] è stata attiva una linea ferroviaria che univa Menaggio al comune di Porlezza posta sul Ceresio; nell'attuale territorio comunale sorgeva la stazione di Menaggio.

La città è collegata da battelli e aliscafi con la linea di navigazione del lago Como-Colico e da traghetti con le altre località del centro lago. L'accordo per la costruzione del primo pontile risale al 1858, anche se i piroscafi "Plinio" e "Lario" erano già in servizio dal 1826.[6]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[75][modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

A Menaggio sono state realizzate molte scene della serie televisiva Un ciclone in famiglia[76].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per il dialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale Famiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.
  2. ^ L(ucius) Minicius L(uci) f(ilius) Ouf(entina tribu) Exoratus / fla(men) Divi Titi Aug(usti) Vespasiani decurion(um) consensu tr(ibunus) mil(itum) (quattuor)vir a(edicula) p(otestate) (duo)vir d(icundo) praef(ectus) fab(rum) / [a pr(aetore)] bis et co(n)s(ularis) pontif(ex) sibi et Geminae C(ai) f(iliae) Priscoe uxori et Minicae L(uci) f(iliae) Bisiae v(ivus) f(ecit) v. L'antica via Regina, Società archeologica comense, Como, 1995, pag. 137.
  3. ^ Sebbene la definitiva soppressione è stata nel 1966, in tale anno si è di fatto concluso l'esercizio della ferrovia.

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2020, su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 389, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ a b c TCI, Le province di Como e Lecco [...], p. 79.
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Borghese, pp. 295-299.
  7. ^ AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne, p. 105.
  8. ^ a b c d e f g h i j k l Sito Turistico Ufficiale del Comune di Menaggio, su menaggio.com. URL consultato l'8 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2020).
  9. ^ Castello di Santa Cristina e Bissone Santa Cristina e Bissone (PV), su lombardiabeniculturali.it.
  10. ^ Andrea Castagnetti, S. Cristina di Corteolona, in Inventari altomedievali di terre, coloni e redditi, Roma, 1979 (FSI, 104), IV, pp. 27-40. URL consultato il 22 maggio 2022.
  11. ^ a b c d e f g h i j Castelli della Lombardia, provincia di Como, castello di Menaggio, su mondimedievali.net. URL consultato il 18 aprile 2020.
  12. ^ a b c d e f g Belloni et al., pp. 42-43.
  13. ^ a b c Comune di Menaggio, sec. XIV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
  14. ^ a b c TCI, Guida d'Italia [...], p. 313.
  15. ^ a b c Comune di Menaggio, 1798 - 1815 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
  16. ^ Comune di Croce, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
  17. ^ Comune di Griante, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 20 aprile 2020.
  18. ^ Comune di Loveno, 1816 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
  19. ^ Comune di Menaggio, 1859 - [1971] – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
  20. ^ Roncacci, p. 144.
  21. ^ Menaggio, su Stemmi dei Comuni della Provincia di Como.
  22. ^ Chiesa di S. Stefano - complesso, Via IV Novembre - Menaggio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 7 maggio 2020.
  23. ^ Pieve di Santo Stefano, sec. XIII - sec. XVIII – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 7 maggio 2020.
  24. ^ a b Parrocchia di Menaggio, su parrocchia.menaggio.com. URL consultato l'8 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2020).
  25. ^ a b Zastrow, p. 134.
  26. ^ Chiesa di S. Marta, Via Calvi - Menaggio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 7 maggio 2020.
  27. ^ Zastrow, p. 35.
  28. ^ a b c d e TCI, Guida d'Italia [...], p. 327.
  29. ^ a b Parrocchia dei Santi Bartolomeo e Nicola, sec. XVI - [1989] – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
  30. ^ Santuari diocesani e templi votivi – Santuari Diocesani, su santuari.diocesidicomo.it. URL consultato il 21 novembre 2023.
  31. ^ Santuario della Madonna della Pace, Via Regina - Menaggio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 7 maggio 2020.
  32. ^ Chiesa dei SS. Bartolomeo e Nicola - complesso, Via Regina - Menaggio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 7 maggio 2020.
  33. ^ RomaniCOMO, su romanicomo.it. URL consultato il 7 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2020).
  34. ^ Chiesa di S. Carlo, Via Castellino da Castello - Menaggio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 7 maggio 2020.
  35. ^ Bartolini, p. 82.
  36. ^ a b c d Zastrow, p. 141.
  37. ^ Bartolini, p. 82.
  38. ^ Chiesa dei SS. Lorenzo e Agnese - complesso, Piazza San Lorenzo, 1 - Menaggio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 7 maggio 2020.
  39. ^ Parrocchia dei Santi Lorenzo e Agnese, 1641 - [1989] – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'8 maggio 2020.
  40. ^ Chiesa dei SS. Pietro e Paolo - complesso, Via San Rocco - Menaggio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 7 maggio 2020.
  41. ^ Chiesa della Beata Vergine delle Grazie, Via Monti di Nava - Menaggio (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 7 maggio 2020.
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    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
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  76. ^ Un ciclone in famiglia#Location


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • Annalisa Borghese, Menaggio, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, pp. 295-299.
  • AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne - A Giovanni Paolo II, Como-Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1996.
  • Oleg Zastrow, Sant'Ambrogio - Immagini tra Lario e Brianza, Oggiono, Cattaneo Editore, 1997.
  • Federico Cereghini (a cura di). "Menaggio. Guida alla cittadina e ai dintorni". Sondrio, Lyasis, 1998. ISBN 9788886711197
  • Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.
  • Federico Cereghini. "Nobiallo di Menaggio e il suo santuario". Menaggio, Sampietro, 2002. ISBN 9788887672121
  • Touring Club Italiano (a cura di), Le province di Como e Lecco: il Lario, le ville, i parchi, Bellagio, Menaggio, Varenna, Touring Editore, 2003, ISBN 978-88-365-2919-3.
  • Vittorio Roncacci, La calma apparente del lago, Macchione editore, 2003.
  • Franco Bartolini, I segreti del Lago di Como e del suo territorio, Cermenate, New Press Edizioni, 2016 [2006].
  • Francesca Trabella, 50 Ville del Lago di Como, Lipomo, Dominioni Editore, 2020, ISBN 978-88-87867-38-1.
  • Mary Shelley, A zonzo sul lago di Como, a cura di Pietro Berra e Claudia Cantaluppi, Edizioni Sentiero dei Sogni, 2020.

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